Papa Pio XII
(1939-58)
- segretario di Stato: card. L. Maglione
(1939 mar-ago 1944);
- responsabile dell'Entità:
card. P.
Fumasoni Biondi.
1944
Aprile
1°, l'ambasciatore tedesco E.H
von Weizsäcker, riferendo voci di un avvicinamento tra
S. Sede e Urss commenta che nulla è avvenuto né, egli ritiene,
è possibile che avvenga.
Mons. Tardini propone di rivolgere un appello
alla Croce rossa per la salvezza delle più importanti città
italiane che potrebbero essere dichiarate "zone sanitarie".
Ma il clima tra i belligeranti diviene sempre più arroventato,
e l'appello, con lo sviluppo degli eventi bellici, riguarda sempre meno
i tedeschi, per cui mons. Tardini non ritiene
in fondo opportuna la proposta.
Lo stesso giorno l'ambasciata tedesca, rispondendo a mons. G.B.
Montini a proposito di aiuti ai sinistrati tedeschi da parte
della S. Sede, fa sapere che tale intervento non sarebbe gradito, perché
il Reich non desidera iniziative estranee.
Mons. Godfrey informa il card. L.
Maglione che i vescovi polacchi rifugiati a Londra riferiscono
dell'intensificarsi delle persecuzioni, specie contro i cattolici militanti;
sembra sia stato arrestato anche l'ex dirigente dell'Azione cattolica
Witwood Grot. I vescovi pregano quindi che
si intervenga, dato che il tentativo compiuto da mons. Orsenigo
non ha ottenuto risultati. Mons. Godfrey
ha visitato l'ospedale polacco di Edimburgo, accompagnato da lord Rosebery
e dai medici con molta cortesia: ha parlato con i malati, portando loro
la benedizione apostolica; ha lascaito poi 250 sterline per aiuti (residuo
della cinquemila inviategli al papa).
3°, la Segreteria di
Stato comunica all'ambasciata germanica che dal 31 marzo sono fermi nella
stazione di S. Pietro trentanove vagoni di esplosivi e cannoni antiaerei
vigilati da sentinelle. In pratica si trovano nel tratto di raccordo tra
le ferrovie italiana e quella vaticana. La Segreteria di Stato prega che
simili fatti non si ripetano.
5, il card. L.
Maglione, scrivendo a mons. Cicognani,
smentisce certe voci circolate in America: le fucilazioni del Colosseo
non sono mai avvenute; né vi sono nell'anfiteatro romano depositi
segreti di munizioni. Infatti sono state effettuate accurate indagini
e nulla è stato trovato.
6, da Berna giunge una segnalazione
di mons. Bernardini: in Slovacchia gli ebrei
sono stati rastrellati e i russi si trovano a ottanta chilometri. Giudica
molto grave il bombardamento americano su Sciaffusa compiuto per errore;
il nunzio prega che si evitino speculazioni politiche su questo fatto.
7,
il nunzio a Berlino informa che l'offerta di aiuti agli sfollati in Germania
è di competenza delle autorità locali; queste però
non se ne occupano né si preoccupano di soccorrere gli sfollati.
Una nota della Segreteria di Stato all'ambasciata germanica informa della
difficile situazione creatasi nella valle reatina: Poggio Bustone è
in fiamme da un giorno; incendi anche nei paesi vicini e anche rappresaglie.
Il vescovo mons. Migliorini e il suo vicario
sono intervenuti per aiutare la popolazione. Della situazione verrà
informato anche p. P.
Pfeiffer, perché possa fare il possibile per attenuarne
la gravità.
10, da Istanbul il delegato apostolico
mons. Roncalli interviene presso il governo
bulgaro a favore di internati ebrei per ottenere loro il permesso d'uscita
e d'ingresso in Turchia.
12, il governo americano condanna
l'uso dei gas, salvo uguale comportamento da parte degli avversari;
al barone von Braun che gli aveva chiesto
spiegazioni circa i membri e i collaboratori dell'Unitalsi (Unione
nazionale italiana per i pellegrinaggi dei malati ai santuari), mons.
Principi spiega che tali persone, come coloro
che operano nell'Ufficio assistenza alle convivenze della Poa, sono da
considerarsi come dipendenti della S. Sede e quindi con diritto alla tessera
personale. I dipendenti del Vicariato, invece, a causa di varie difficoltà,
sono stati equiparati ai dipendenti dei dicasteri pontifici. All'obiezione
che molti di essi sono giovani gli è risposto che rendono più
degli anziani. In tutto si precisa, si tratta di trecento persone.
Alla sua osservazione che i tesserati del Vaticano sono in continuo aumento,
che sono già cinquecento e ancora crescono, gli viene risposto
che una simile cifrta è nulla rispetto all'intera popolazione romana,
e rispetto al gran numero di sfollati. Comunque il barone von
Braun afferma che parlerà dell'argomento con il mar.llo
R. Graziani.
il nunzio a Madrid fa sapere che il governo tedesco ha comunicato al governo
spagnolo di non gradire interventi in favore di ebrei, sia per la convalida
di passaporti sia di lasciapassare per l'America Latina.
13, mons. Orsenigo
comunica al card. L.
Maglione che le richieste di rimpatrio dei militari finora
non sono state accolte. Sembra che con ciò si voglia spingere ad
aderire alla Repubblica sociale; ma si è anche saputo che un gruppo
di ufficiali rimpatriati si sono dileguati dandosi alla macchia; sembra
anzi che questo sia avvenuto addirittura a livello di battaglioni. Von
Steengracht è favorevole a concessioni solo in casi di evidente
bisogno. Si comunica tuttavia che si stanno allestendo treni per rimpatri,
anche numerosi. Si consiglia quindi, per il momento, di sospendere le
richieste e le insistenze, anche per vedere se le promesse vengono mantenute.
15, mons. Emery,
segretario della "Mission Catholique Suisse" ringrazia
il papa per i fondi nuovamente inviatigli; informa tuttavia che trova
qualche difficoltà a far giungere pacchi agli internati italiani,
in quanto questi non sono ancora considerati prigionieri di guerra e perciò
le visite ai loro campi sono vietate. Si possono aiutare soltanto quelli
che si trovano in campi misti, mescolati con gente di altre nazionalità.
Si propone allora di consegnare tali pacchi alla popolazione tedesca.
La Segreteria di Stato, per mezzo di mons. G.B.
Montini, interviene in aiuto del prof. Mario
Segré, scienziato di fama mondiale, arrestato con la famiglia
per motivi razziali e imprigionato a Regina Coeli;
[Mons. G.B. Montini,
interviene anche presso l'ambasciatore E.H
von Weizsäcker ma il giorno 17 lo scienziato e la famiglia
saranno deportati ad Auschwitz, dove moriranno.]
16, proposta di scambio tra gli ebrei
concentrati a Vittel e tedeschi arrestati negli Stati Uniti: i nunzi sono
in trattativa con i vari governi.
17, il vescovo di Carpi, mons. Della
Zuanna, comunica di aver compiuto una visita al campo di internati
di Fossoli: sono concentrati ebrei e ariani; l'assistenza ai battezzati
è permessa, ma il regime imposto è molto duro. Tra i non
ariani non ha trovato alcuni che erano stati indicati; vi era invece il
dott. Fritz Warschaver, ebreo battezzato,
catturato al Collegio Orientale di Roma.
18, istituisce la "Pontificia
Commissione profughi";
[in seguito si aggiungera la "Pontificia Commissione assistenza reduci".]
Nuove pressioni da Washington perché gli ebrei slovacchi non siano
trasferiti in territorio sotto controllo tedesco, ma in Sud-America; al
riguardo sono in corso trattative con Paraguay e Salvador.
Il prof. Vassalli segnala il caso del figlio,
prof. Giuliano Vassalli, docente di diritto
penale a Genova e già ben noto al mondo scientifico e forense;
[Il docente, arrestato il 3 aprile a Roma dalle SS, è
accusato di far parte del Comitato di Liberazione (è l'esponente
dei Gap) e la condanna a morte è ormai certa. Il papa incarica
p. P.
Pfeiffer di intervenire ed interviene anche personalmente presso
l'ambasciatore E.H
von Weizsäcker. Pressioni vengono esercitate anche sul
mar.llo Kesselring e su due ministri del
Reich, amici del Vassalli. Il p. P.
Pfeiffer ne parla direttamente con E.
Dollmann, capo delle SS, il quale però in questi
giorni viene rimosso dall'incarico.
Il 3 giugno il prof. Giuliano Vassalli sarà
consegnato dal magg. Kappler al p. P.
Pfeiffer. Messo in un'auto con il lasciapassare vaticano, i
professore viene portato alla casa generalizia dei Salvatoriani, di cui
p. P.
Pfeiffer è il superiore
generale.]
19, il nunzio a Budapest
ottiene che tutto il personale dell'ambasciata italiana venga concentrato
in un albergo a Kekes. In Ungheria gli ebrei (anche battezzati) devono
portare la stella e sono esclusi da varie categorie di impieghi. Inoltre
devono denunciare tutti i propri beni mobili, che verranno sequestrati.
Il card. Seredi ha ottenuto solo alcune agevoalzioni
per i battezzati.
La Segreteria di Stato fa presente all'ambasciata germanica l'opportunità
di far considerare Bracciano come "città
ospedaliera".
21, ripreso lo stesso tema
circa i membri e i collaboratori dell'Unitalsi, si giunge
alla conclusione di considerare tali impiegati come della S. Sede, in
base all'art 10 del Trattato. Il barone von Braun
ne riferirà all'ambascaitore E.H
von Weizsäcker.
Dall'ufficio del presidente Roosevelt giunge
alla S. Sede la preghiera di ottenere il trasferimento da Costanza a Haifa
(Palestina) di circa 1.500 ebrei; il tutto tramite la Croce rossa internazionale.
La S, Sede incarica il nunzio a Berlino di seguire la faccenda.
22, il barone von
Braun ritorna con gli elenchi già approvati.
Torna la vicenda degli ebrei slovacchi con passaporti sudamericani. Mons.
Burzio ottiene che il Brasile ne convalidi
3 su 4, altrettanto per la Bolivia; il Cile chiede solo il controllo dei
documenti, mentre l'Uruguay esaminerà ogni caso distintamente.
La Germania comunica che la Spagna può interessarsi solo degli
ebrei spagnoli.
il delegato apostolico a Washington comunica che il Comitato episcopale
mette a disposizione del papa 250 mila dollari a favore delle vittime
della guerra. Chiede una risposta sulla distribuzione delle offerte, anche
perché questo potrebbe favorirne altre.
Lo stesso giorno mons. Tardini riceve dal
papa l'incarico di raccomandare all'autorità tedesca un trattamento
umano verso gli sfollati in Roma.
Una comunicazione del delegato apostolico a Washington: la NCWC
(National Catholic Welfare Conference) informa che l'assistente
del segretario di Stato ha chiesto al Museo di Washington di costituire
una commissione che si occupi, d'accordo con la stessa NCWC e
la Svizzera, di ottenere la dichiarazione di "città aperte"
per alcuni centri italiani dove poter raccogliere e salvare alcune opere
d'arte.
23, emana l'enciclica Ecclesiae
Deus;
25, giunge una proposta
del delegato a Washington: un'ispezione alla stazione di Roma, per dare
garanzie agli Alleati; gli viene obiettato che un controllo del genere
sarebbe stato difficile anche affidandolo a osservatori neutrali, perché
il traffico avviene di notte.
Lettera del segretario di Stato al delegato apostolico a Washington sulle
difficoltà di trasferimento dei 1.500 rifugiati da Costanza ad
Haifa; supplica che si dia assistenza ai bambini polacchi non ariani ed
ebrei.
Da Istanbul mons. Rocalli comunica che egli
fa tutto ciò che i pochi mezzi gli permettono; ma la sua posizione
giuridica in Turchia non è chiara; egli viene considerato solo
"una persona di particolare rilievo",
non un diplomatico, perché come tale non è accreditato presso
il governo turco.
Il marchese Ripa di Meana si è rivolto
alla Segreteria di Stato portando la documentazione sul col. Montezemolo
da consegnare alle autorità tedesche;
[Il documento, ritenuto impresentabile così come redatto, sarà
rettificato dalla stessa Segreteria di Stato e inviato… ma inutilmente.]
26, alla richiesta di E.H
von Weizsäcker se gli Alleati sono disposti a trattare,
il card. L.
Maglione risponde che finora non si sono notati segni di cambiamento
da parte avversaria: gli Alleati sono irremovibili. Al che l'ambasciatore
tedesco risponde con tristezza
che l'attuale governo non vuole trattare con l'Urss e non può trattare
con gli inglesi, perché questi a quanto pare non lo vogliono.
Giunge notizia che gli ebrei del campo di Vittel sono stati trasferiti
a Drancy; ormai nessun intervento è possibile, con la probabilità
che essi siano deportati in Germania. Neanche il nunzio a Berna ha potuto
far niente.
Il nunzio a Berna comunica al card. L.
Maglione altre notizie sulla severità delle autorità
tedesche (e alleate) nel confronto dei prigionieri italiani in Germania.
I tedeschi, come è noto, non li riconoscono come prigionieri di
guerra secondo la Convenzione di Ginevra; la Croce rossa, nonostante ripetuti
interventi, non è riuscita ad ottenere nulla; d'altra parte anche
gli alleati ne intralciano il lavoro con il loro stretto controllo sulla
consegna dei pacchi. Questi arrivano in parte solo agli italiani detenuti
in campi misti. Forse la S. Sede, lasciando impregiudicata la questione
di diritto, potrebbe comunque ottenere un trattamento più umano
per questi disgraziati. Mons. Orsenigo ha
ottenuto qualche limitato permesso di visitare i campi di raccolta, ma
non si sa se potrà eseguire anche controlli. Solo l'ambasciata
della Repubblica sociale potrebbe intervenire: la S. Sede ha già
fatto in proposito alcuni tentativi.
27, il nunzio a Berlna comunica
che la Svizzera ha proibito l'esportazione di viveri; si tenterà
ugualmente, tramite medici e cappellani, di fare qualcosa per pacchi collettivi.
28, in Ungheria si fanno
più duri i provvedimenti contro gli ebrei: sequestro dei beni e
dei viveri; perquisizioni, riduzione delle tessere annonarie; nessuna
distinzione tra ebrei battezzati e non. Appello del nunzio al ministro
degli Esteri, il quale risponde dimostrando personalmente molta comprensione,
ma affermando che non è in grado di impedire l'azione dei due nazisti
ungheresi, Endre e Baky,
sempre più duri e decisi.
Nuovo appello del card. L.
Maglione al delegato apostolico a Washington per la tutela
di Venezia, Firenze, Ravenna, Assisi, città in cui si possono attrezzare
edifici e locali per sfollati e sinistrati.
30, la Segreteria di Stato
prende posizione sui gravi fatti accaduti nella diocesi di Reggio Emilia.
Deplorando quanto accaduto, fornisce le spiegazioni avute dal vescovo
mons. Brettoni. Il parroco di Cervarolo,
don Pigozzi, un sacerdote esemplare era stato
ucciso il 23 marzo. Un altro prete, don Francesco
Bucci, parroco di Castelbaldo, era stato deferito al tribunale
tedesco di Bologna per aver ospitato un prigioniero inglese fuggiasco
e febbricitante dopo una lunga marcia.
Viene sollecitato il rappresentante fancese (Vichy) presso il governo
tedesco ad interessarsi degli internati di Vittel.
Intervento della Legazione iugoslava che chiede alla S. Sede di far in
modo che 400 ebrei cattolici possano tornare in patria, con passaggio
attraverso la Spagna. Una nota della Segreteria di Stato osserva che un
passaggio in Spagna sarebbe possibile (se si prova l'origine spagnola
dei richiedenti); mentre è impossibile, come l'esperienza insegna,
l'uscita da Roma. La S. Sede si offre come tramite tra l'incaricato d'affari
iugoslavo e l'ambasciatore spagnolo. Il card. L.
Maglione annota: «Si faccia così,
ma chi parla?», e mons. Tardini
aggiunge: «Se trattasi di spagnoli, si potrebbe
parlare all'ambasciatore spagnolo». Il nunzio in Spagna suggerisce
di intervenire presso il governo francese a proposito del gruppo di Vittel,
perché almeno si ponga fine alle deportazioni in Spagna.
FUCI
(Federazione universitaria cattolica italiana)
«segue da 1943»
1943, nata e sviluppatasi come associazione d'élite, inquadrata nell'
"Opera dei congressi",
al suo interno si formano numerosi esponenti cattolici della classe dirigente
italiana;
guardata a vista dal regime fascista, si deve occupare solo di religione;
1942-44, presidente Giulio Andreotti;
«segue 1945» |
Torna su |
Giornali
e giornalisti
1944 - APRILE
[Torino]
direttore:
. Concetto Pettinato.
«La Repubblica Fascista»
direttore:
. Carlo Borsani.
«Vent'anni»
[settimanale fascista di Torino]
direttore:
. Guido Pallotta, vice-segretario nazionale
dei GUF.
[periodico
di Albenga]
direttore:
. ?,
[Torino]
condirettore:
. Ather Capelli.
[Genova]
direttore:
.
[Milano]
1943 set - apr 1945,
. direttore:
. Ermanno Amicucci.
«Il Giorno»
direttore:
. Italo Pietra.
«L'Arena»
[Verona]
direttore:
. Giuseppe Castelletti.
[Trieste]
direttore:
.
[Modena]
direttore:
.
«Il
Resto del Carlino»
[Bologna]
direttore:
. Giorgio Pini, poi sottosegretario
agli Interni.
«La Nazione»
[Firenze]
direttore:
. Mirko Giobbe.
«Rivoluzione»
[organo del GUF di Firenze]
direttore:
. Guido Giglioli.
[Roma]
direttore:
. I. Pietra,
. Bruno Spampanato.
[Roma]
direttore:
. R. Manzini
(1927-59).
[Roma]
direttore:
.
[Edizione romana]
direttore:
.
«La Voce Repubblicana»
[clandestino]
nell'ottobre 1943 ha ripreso clandestinamente le pubblicazioni;
direttore:
.
«Il Popolo»
(clandestino)
1943-44, appare con alcuni numeri clandestini;
direttore:
.
[mensile dell'Unione italiana per il Rinnovamento sociale]
[Roma (dal n. 4)]
direttore:
. P.
Togliatti [Ercoli];
diretto e curato personalmente dal leader del Pci, mira a
fornire ai militanti una guida ideologica.
(clandestino)
direttore:
.
[organo
clandestino del Psiup]
. E. Colorni
(1943 lug-1944);
|