Papa Pio XII
(1939-58)
- segretario di Stato: card. L. Maglione
(1939 mar-ago 1944);
- responsabile dell'Entità:
card. P.
Fumasoni Biondi.
1944
Marzo
Mentre continua l'altalena della sorte degli ebrei slovacchi, comincia
l'odissea degli ebrei concentrati a Vittel (Francia), già in possesso
di passaporti per Haiti o altre repubbliche sudamericane.
4, una nota della Segreteria di Stato
rileva che al mattino una sentinella tedesca ha sostato per circa mezz'ora
di guardia davanti al portone di bronzo; si è poi ritirata su invito
della Guardia Svizzera. La sentinella abusiva voleva controllare se chi
entrava in Vaticano era munito di regolare permesso.
Il nunzio a Berlino esprime l'opinione che per il momento il conte Gerardo
d'Ursel non corre pericolo di morte; prega di avvertirne la famiglia.
5, la Segreteria di Stato
richiama al rispetto di Atene e il Cairo, città di eccezionale
valore artistico e archeologico e di grande importanza storica;
7, da Washington giunge
alla Delegazione Apostolica in Svizzera una richiesta di intervento a
favore degli ebrei concentrati a Vittel (Francia).
9, viene comunicata la decisione
del Comando tedesco di ridurre le truppe presenti a Roma e anche il traffico
dei passaggi di militari;
10, mons. Valeri
comunica al card. L.
Maglione che sono giunte migliaia di schede dall'Africa del
Nord subito inoltrate ai destinatari. Molti ringraziano il papa. Il servizio
si estende di giorno in giorno.
11, nota della Segreteria
di Stato: p. P.
Pfeiffer ha chiesto la grazia per il comandante Saverio
Mercurio, condannato a morte. Tramite l'avv. Gottardi
la condanna non è stata confermata; la sentenza verrà ritardata
in attesa dell'intervento della S. Sede.
Lo stesso giorno il delegato apostolico a Washington fa sapere al card.
L. Maglione
che in America la stampa cattolica ha diffuso una relazione sull'opera
della S. Sede per i profughi. Il prof. Halecki,
polacco, ha espresso gratidudine alla S. Sede.
La Segreteria di Stato ricapitola i danni subiti da Roma a causa della
guerra: dalla distruzione di S. Lorenzo e della zona confinante ai pericoli
per il Vaticano. Si chiede ancora di far cessare il traffico di truppe
e l'uso militare delle ferrovie; per il 12 marzo, giorno in cui il papa
parlerà ai romani, le autorità tedesche si impegnano a ritirare
le loro truppe lasciando il servizio di polizia in Piazza S. Pietro alle
forze pontificie;
12, il papa parla al popolo di Roma e al mondo
[prima e unica volta nel periodo dell'occupazione tedesca].
13, anche l' "Unione
israelitica americana" chiede un interessamento per gli ebrei concentrati
a Vittel (Francia).
Il nunzio a Berna scrive alla Segreteria di Stato che sono esauriti i
fondi della Missione svizzera per l'invio di pacchi a prigionieri di varie
nazionalità. Chiede pertanto nuovi aiuti. (Il papa ordina di erogare
diecimila dollari per gli italiani, cinquemila per altri prigionieri e
mille per spese varie).
16, il conte Carletti
comunica che a Londra giace una somma di sedicimila dollari per gli ebrei
di Roma. Si ritiene opportuno trasferire la somma in lire girandola al
comitato Delasem, a cura dello stesso Carletti;
questi dovrà farne richiesta al Vaticano servendosi dell'Istituto
per le Opere di Religione. L'istituto terrebbe a disposizione del
Carletti un assegno di sedicimila dollari
depositati in Vaticano […]
Trattandosi di operazioni a favore di persona residente in paese nemico
e quindi severamente proibite, anche per piccole somme, in merito alla
sua effettuazione il card. L.
Maglione dichiara "Non intendo dare
ordini né assumere responsabilità. Non desidero neppure
dare suggerimenti".
Circa gli ebrei della Transnistria, mons. Cassulo
non ritiene opportuno insistere nell'intervento a loro favore, perché
c'è il pericolo di una reazione antisemita; d'altro canto egli
osserva che l'amministrazione romena in Transnistria è stata ritirata.
20, nota di mons. G.B.
Montini: si chiedono informazioni sul caso del col. Montezemolo,
già capo della resistenza italiana, arrestato il 21 gennaio. [Sembra
che se ne sia occupato il p. P.
Pfeiffer il 31 dello stesso mese e poi in marzo, ma inutilmente.]
21, da Verona mons. Chiot
comunica qualche indicazione, difficilmente precisabile, circa le sue
ricerche di ebrei razziati a Roma; mons. G.B.
Montini lascia libero il vicegerente di Roma, mons. Traglia,
di regolarsi come meglio crede. Ma la ricerca di notizie è frammentaria
e difficoltosa.
Nota della Segreteria di Stato: il Centro studi si è rivolto al
prof. Chiomenti, dell'Università di
Genova, per un parere sulla condizione giuridica degli internati. La risposta:
devono essere considerati alla pari dei prigionieri di guerra.
[Mons. G.B. Montini,
riferendosi a un parere del papa, il 4 aprile annoterà che sarebbe
questione di difficile esito; infatti la Germania ha dichiarato di voler
trattare questo argomento con il governo della Repubblica sociale. Si
potrebbero assumere informazioni sullo "status quaestionis"
presso Svizzera o Spagna.]
Mons. G.B. Montini,
comunica a mons. Traglia che, in seguito
a numerose richieste, la Segreteria di Stato si è interessata per
avere notizie sugli ebrei deportati da Roma.
Mons. Chiot da Verona ha trasmesso un elenco
di persone contattate, ma le indicazioni sono sommarie, tanto da non permettere
sicure identificazioni.
23, da Bucarest il nunzio Cassulo
comunica che russi e tedeschi avanzano nella Transnistria, oltre il Bug
e il Nistro; i romeni lasciano evacuare la popolazione tedesca e polacca;
la situazione va sempre più aggravandosi; la situazione per i cattolici
si fa sempre più difficile: l'avvenire è incerto. Drammatica
la situazione degli ebrei: da 45.000 sono ora un migliaio!
Da Istanbul mons. Roncalli informa che egli
si occuperà presso il sig. Barlas
per la sorte degli ebrei della Transnistria.
24, da Tokio il nunzio mons.
Marella fa sapere che le comunicazioni con
l'Insulindia sono praticamente impossibili; è difficle anche comunicare
per lettera a causa della severa censura;
lo stesso giorno il papa non parla della strage delle Fosse
Ardeatine, in cui un terzo delle vittime erano ebrei, ma «L'Osservatore
Romano» ne fa un breve cenno, riportando il comunicato ufficiale
dell' «Agenzia Stefani», che termina:
«Il comando tedesco ha ordinato che, per ogni
tedesco ammazzato, dieci criminali comunisti badogliani saranno fucilati.
Quest'ordine è già stato eseguito».
Nel suo commento, il giornale della Santa sede fa
«un appello alla serenità e alla calma invocando prima dagli
irresponsabili [cioè dai "resistenti"]
il rispetto per la vita umana, che non hanno il diritto di sacrificare
mai, il rispetto per l'innocenza, che ne resta fatalmente vittima»,
e poi «dai responsabili [cioè
dai comandi tedeschi] la coscienza di questa loro
responsabilità verso se stessi, verso le vite che vogliono salvaguardare,
verso la storia e la civiltà».
27, la Legazione britannica
comunica che il 1° marzo nessun aereo alleato ha sorvolato il Vaticano,
meno ancora ha sganciato bombe.
Il rabbino Hertz interviene presso mons.
Godfrey per aiutare gli ebrei in Slovacchia.
28, mons. Valeri
cerca un'ultima difesa per le scuole e per i seminari requisiti in Indocina;
lo stesso giorno viene ancora smentita la voce della fucilazione di 300
persone nel Colosseo; fra queste dovevano esservi Orlando,
Revel e Mario Badoglio!
29, l'ambasciatore E.H
von Weizsäcker informa che se gli Alleati persisteranno
nelle loro denunce circa la situazione di Roma, le truppe tedesche saranno
costrette a reagire;
la Segreteria di Stato lamenta nuovamente le difficoltà di stabilire
contatti radio con le diocesi dell'Italia meridionale;
mons. Tardini invoca aiuti per la Sicilia,
dove incombe il pericolo della fame; frattanto gli Alleati sono giunti
ormai a 22 Km. da Roma.
La Segreteria di Stato informa l'ambasciata tedesca che molte famiglie
di militari italiani si rivolgono alla S. Sede per inviare pacchi di cibo
ai parenti deportati in Germania, ma non dispongono delle apposite cedole
prescritte. Si prega quindi di poter spedire detti pacchi anche senza
le cedole.
30, intervento per due diplomatici
italiani fermati a Budapest: barone De Ferraris
e gen. Voli con le rispettive famiglie.
Il card. L.
Maglione informa il nunzio a Madrid che è possibile
inviare corrispondenza e pacchi ad Algeri tramite la Croce rossa internazionale;
da là, poi, gli invii possono arrivare in Sicilia. Sono giunti
a Palermo 896 messaggi (dopo diciassette mesi!).
La Segreteria di Stato prega la Legazione britannica di interessarsi per
Ravenna, città di scarsa importanza militare, ma di enorme valore
artistico, che però è già stata colpita dai bombardamenti.
Intanto mons. Tardini propone un appello
alla Croce rossa per determinare i luoghi da dichiarare "zone
sanitarie".
31, colloquio di mons. Di
Meglio con E.H
von Weizsäcker (i due si conoscono perché il prelato
era stato a Berlino dal 1933 al 1942). L'ambasciatore dichiara un certa
insoddisfazione per l'atteggiamento del Vaticano verso il Reich. Afferma
che gran parte dei prelati della Curia sono per gli Alleati; così
pure molti sacerdoti italiani che, anzi, in diverse parti d'Italia aiutano
i partigiani; avversione anche da parte dei vescovi. E da ciò nascono
incidenti con i tedeschi. L'ambasciatore desidera che i superiori ecclesiastici
intervengano con avvertimenti e magari con qualche provvedimento disciplinare.
Appunto la disciplina che Kesselring pretende
dai suoi militari dovrebbe regolare i rapporti della S. Sede con il clero.
Mons. Di Meglio risponde che non bisogna
generalizzare e che si deve appellarsi alla prudenza e al riserbo. I sacerdoti
della Curia hanno il senso dell'universalità e sanno come comportarsi.
Ai sacerdoti non gioverebbe certo attaccare i tedeschi sarebbe come offrire
un'arma in più ai loro avversari.
L'ambasciatore afferma che saranno ore difficili, ma che lui non
teme…
Richiesta dei rabbini americani perché si intervenga in
aiuto ai rabbini dei Paese baltici e del gruppo d'ebrei internati a Shangai.
FUCI
(Federazione universitaria cattolica italiana)
«segue da 1943»
1943, nata e sviluppatasi come associazione d'élite, inquadrata nell'
"Opera dei congressi",
al suo interno si formano numerosi esponenti cattolici della classe dirigente
italiana;
guardata a vista dal regime fascista, si deve occupare solo di religione;
1942-44, presidente Giulio Andreotti;
«segue 1945»
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Giornali e giornalisti
1944 - MARZO
[Torino]
direttore:
. Concetto Pettinato.
«La Repubblica Fascista»
direttore:
. Carlo Borsani.
«Vent'anni»
[settimanale fascista di Torino]
direttore:
. Guido Pallotta, vice-segretario nazionale
dei GUF.
[periodico
di Albenga]
direttore:
. ?,
[Torino]
condirettore:
. Ather Capelli.
[Genova]
direttore:
.
[Milano]
1943 set - apr 1945,
. direttore:
. Ermanno Amicucci.
«Il Giorno»
direttore:
. Italo Pietra.
«L'Arena»
[Verona]
direttore:
. Giuseppe Castelletti.
[Trieste]
direttore:
.
[Modena]
direttore:
.
«Il
Resto del Carlino»
[Bologna]
direttore:
. Giorgio Pini, poi sottosegretario
agli Interni.
«La Nazione»
[Firenze]
direttore:
. Mirko Giobbe.
«Rivoluzione»
[organo del GUF di Firenze]
direttore:
. Guido Giglioli.
[Roma]
direttore:
. I. Pietra,
. Bruno Spampanato.
[Roma]
direttore:
. R. Manzini
(1927-59).
[Roma]
direttore:
.
[Edizione romana]
direttore:
.
«La Voce Repubblicana»
[clandestino]
nell'ottobre 1943 ha ripreso clandestinamente le pubblicazioni;
direttore:
.
«Il Popolo»
(clandestino)
1943-44, appare con alcuni numeri clandestini;
direttore:
.
[mensile dell'Unione italiana per il Rinnovamento sociale]
[Roma (dal n. 4)]
direttore:
. P.
Togliatti [Ercoli];
diretto e curato personalmente dal leader del Pci, mira a
fornire ai militanti una guida ideologica.
(clandestino)
direttore:
.
[organo clandestino del Psiup]
. E. Colorni
(1943 lug-1944);
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