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ANNO 1929 |
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Papa
Pio XI (1922-39) - segretario di Stato: card. P.
Gasparri.
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– Bachmann, Albert [Bert] (Zurigo , 26 novembre 1929 – Irlanda, 12 aprile 2011) ufficiale dell'intelligence militare svizzera. – Balladur, Édouard (Smirne, Turchia 1929) politico francese; 1969, consigliere del primo ministro G. Pompidou; 1974, vicesegretario del presidente e segretario generale durante la presidenza di G. Pompidou; 1977, abbandona il settore pubblico e assume la presidenza della società privata Générale du service informatique; 1986-88, ministro per l'economia, la finanza e le privatizzazioni nel governo di J. Chirac; 1993, è nominato primo ministro da F. Mitterand; 1995, sconfitto alle elezioni presidenziali viene sostituito da A. Juppé. – Balzamo, Vincenzo (Colli a Volturno, Isernia 3 aprile 1929 – Milano, 2 novembre 1992) politico italiano, esponente del PSI (Partito Socialista Italiano). – Benjedid, Chadii (Bouteldja 1929) militare e politico algerino; 1965, partecipa al colpo di stato contro Ben Bella; 1979-1992, alla morte di H. Boumedienne diventa presidente della repubblica algerina e capo dell'esercito; abbandona la carica quando l'avanzata degli integralisti islamici viene bloccata dai militari. – Bisaglia, Antonio [Toni] (Rovigo, 31 marzo 1929 – Santa Margherita Ligure, Genova 24 giugno 1984) politico italiano, esponente della Democrazia cristiana. – Cabral, Luis Almeida (Bafata 1929/31) politico della Guinea-Bissau; [Fratello di Amilcar.] 1956, cofondatore, assieme al fratello, del PAIGCV (Partito africano per l'indipendenza della Guinea-Bissau e del Capo Verde o African Party for the Independence of Guinea-Bissau and Capo Verde Islands); 1973, dopo aver militato nel PAIGCV, diventa presidente del Paese non appena proclamata la sua indipendenza; 1977, marzo, viene riconfermato; 1980, viene deposto da un colpo di stato militare e arrestato; 1981, liberato ed espulso dalla Guinea-Bissau si rifugia a Cuba. – Chamorro, Violeta Barrios de (Rivas 1929) donna politica nicaraguense, moglie del leader Pedro Joaquin Chamorro Cardenal, assassinato nel 1978 per ordine di Somoza, direttrice del quotidiano «La Prensa»; 1979, caduto Somoza, entra nella giunta nazionale sandinista per uscirne subito dopo per dissensi col presidente D. Ortega; 1990, presidente della repubblica, cerca di porre fine al conflitto civile tra i sandinisti e i contras (sostenuti economicamente prima da Somoza e poi dagli Stati Uniti); 1996, fallito il tentativo di mediazione con i sandinisti, e scontratasi con i suoi sostenitori della coalizione UNO, non si ripresenta alle elezioni presidenziali. – Dahl, Harry (Schönebeck, Sassonia-Anhalt 7 agosto 1929) funzionario tedesco-orientale della Stasi. – De Felice, Renzo (Rieti 1929-Roma 1996) storico italiano, allievo di F. Chabod e di D. Cantimori, fondatore/direttore della rivista «Storia contemporanea» nel 1970, collaboratore del «Giornale», premio speciale per la cultura nel 1988 e premio Feltrinelli nel 1995; Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo (1961) Italia giacobina (1965) Mussolini il rivoluzionario (1965) Mussolini fascista: - La conquista del potere (1966) - L'organizzazione dello Stato fascista (1968) Le interpretazioni del fascismo (1969) Rapporti tra fascismo e nazionalsocialismo fino all'andata al potere di Hitler 1922-1933 (1971) Fascismo, democrazia, fronte popolare (1974) Mussolini il Duce: - Gli anni del consenso (1974) Intervista sul fascismo (1975) Le interpretazioni del fascismo (1977) Mussolini il Duce: - Lo stato totalitario 1936-40 (1981) Il triennio giacobino in Italia 1796-1799 (1990) Rosso e nero (1995) Mussolini l'alleato: - Guerra civile (1996, postumo). – Fichera, Massimo (Catania 1929) dirigente italiano, laureato in filosofia, direttore del settimanale «Risorgimento», è entrato nel Partito socialista; 1966, divenuto uno dei più stretti collaboratori di Adriano Olivetti, ritorna alla politica attiva interessandosi alle vicende RAI accanto a E. Manca; diventa consigliere di amministrazione della RAI; 1975-79, direttore di Rete2, da dopo la riforma; 1990, vicedirettore generale della RAI per il settore delle nuove tecnologie e direttore di Euronews, il consorzio europeo che proDuce notiziari in più lingue. – Fiedler, Heinz (Leubnitz, Sassonia 23 aprile 1929 – Berlino 15 dicembre 1993, suicida in carcere) politico tedesco-orientale, funzionario della Stasi. – Forte, Francesco (Busto Arsizio, 11 febbraio 1929) politico italiano, esponente del PSI (Partito Socialista Italiano). – Frank, Anne (Francoforte 1929-Bergen-Belsen 1945, campo di concentramento) ragazzina di famiglia ebrea tedesca rifugiatasi ad Amsterdam; 1942-44, vive nascosta con i suoi in un alloggio murato; scoperta viene deportata a Bergen -Belsen dove muore; Diario di Anna Frank (1947, scoperto e pubblicato). – Galasso, Giuseppe (Napoli, 19 novembre 1929) politico italiano, esponente del PRI (Partito Repubblicano Italiano). – Granelli, Luigi (Lovere, Bergamo 1º marzo 1929 – Lovere, 1º dicembre 1999) politico italiano, esponente della corrente "La Base" della Democrazia Cristiana. – Großmann, Werner (Oberebenheit, Amtshauptmannschaft Pirna, Sassonia 9 marzo 1929) ex agente dei servizi segreti della DDR. – Hasan II o Hassan II (Rabat 1929-1999) 1960, è nominato dal padre Maometto V capo delle forze armate e Vice presidente del consiglio; 1961, re del Marocco in successione al padre; 1962, applica la costituzione parlamentare e una riforma agraria 1963, è coinvolto nella crisi interna del partito Istiqlal (scissione della destra filomonarchica a lui legata); 1965, implicato nell' "affare Ben Barka" tenta di consolidare l'autorità monarchica appoggiandosi dapprima agli ambienti militari; 1971, luglio, fallisce l'attentato di Shiral; 1972, agosto, dopo la scomparsa del suo più stretto collaboratore generale M. Oufkir, fa caute aperture verso l'opposizione e apre, in politica estera, gradualmente verso l'occidente; subisce un secondo attentato e reagisce con durezza; 1975, novembre, guida la "Marcia verde"; 1976, annette le regioni settentrionali del Sahara Occidentale (ex Sahara spagnolo) entrando in contrasto col movimento guerrigliero indipendentista del Fronte Polisario mentre, nel fronte interno, riesce a tenere sotto controllo i movimenti islamici; 1990, avviene lo sciopero generale contro gli aumenti dei prezzi; durante la crisi del Golfo si schiera a fianco della coalizione dell'ONU inviando truppe in Arabia Saudita; 1991, è costretto ad accettare il referendum voluto dall'ONU sul Sahara Occidentale e il cessate il fuoco col Fronte Polisario; 1992, all'interno accelera il processo di democratizzazione delle istituzioni con una riforma costituzionale, approvata mediante un referendum 1993, forma un governo da cui vengono esclusi i partiti. – Karmal, Babrak (Kabul 1929-Mosca 1996) politico afgano; 1949, arrestato per le sue posizioni marxiste, sconta cinque anni di carcere; 1965 e 1969, viene eletto alla camera bassa dell'assemblea nazionale; 1973 e 1977, dopo i due colpi di stato gli viene affidata la vicepresidenza; 1979, viene allontanato con l'incarico di ambasciatore a Praga; 1980, tornato in patria dopo la caduta di Amin, diviene presidente della repubblica afgana e primo ministro, alla guida di un governo appoggiato dall'occupazione militare sovietica; 1981, dà le dimissioni da primo ministro ma continua a imporre un ferreo controllo su tutte le attività del paese; 1986, abbandona la carica di presidente della repubblica, trasferendosi in URSS nel 1987. – King, Martin Luther (Atlanta, Georgia 1929-Memphis, Tennessee 1968, assassinato) ministro battista statunitense; 1955, organizza i movimenti neri nel boicottaggio dei servizi pubblici segregati della città di Montgomery, nell'Alabama; 1957, è tra i fondatori della "Southern Christian Leadership Conference"; 1960, insieme ad altri leaders neri e bianchi fonda una delle più importanti organizzazioni per i diritti civili, lo "Student Non-violent Coordinating Committee" (detto in gergo lo Snick), impegnato soprattutto nella registrazione dei neri nelle liste elettorali; 1963, estate, è tra i promotori della marcia di 200.000 neri su Washington per sollecitare dall'amministrazione Kennedy l'approvazione della legge sui diritti civili; 1964, premio Nobel per la pace; ma il movimento da lui animato si divide e ne escono gli elementi più radicali che criticano la sua pratica non violenta a cui oppongono lo slogan del "potere nero"; Perché non possiamo aspettare (1964) 1966, la battaglia del movimento si sposta al nord e si pone una serie di obiettivi di portata più vasta, investendo il problema delle abitazioni, della lotta alla povertà, della disoccupazione; conDuce una battaglia pacifista contro la guerra in Vietnam; La forza d'amare (1968) 1968, viene assassinato in circostanza ancora oscure, anche se il sicario è stato arrestato. – Le Roy Ladurie, Emmanuel (Moutiers en Cinglais, Calvados 1929), titolare dal 1973 della cattedra di Storia della civiltà moderna al Collège de France, presidente del Comitato scientifico della Biblioteca nazionale di Francia e membro dell'Accademia delle scienze naturali e politiche; L'Etat royal (1987) L'ancien règime (1991) Saint Simon, le système de la Cour (1997). – Muhammad 'Abed 'Ar'uf o Yasir Arafat (Gerusalemme 1929-Parigi 2004) politico palestinese, di nobile famiglia; 1947, combatte contro gli ebrei che stanno per dar vita allo Stato di Israele e si iscrive all'università del Cairo per studiare ingegneria; fonda in seguito l'Associazione studenti palestinesi, la stessa da cui fiorirà poi il nucleo di "Al Fatah"; ottenuta la laurea, va a lavorare in Kuwait dove fonda un giornale che incita alla lotta nazionalista, entrando a far parte del gruppo dei «fratelli musulmani» (vedi dx); 1955, rientra in Egitto per frequentare un corso di ufficiali e specializzarsi in esplosivi; 1965, contribuisce in modo speciale alla nascita di "Al Fatah" assumendo il nome di Abu Ammar (Colui che Costruisce, Padre Costruttore); 1967, viene eletto presidente dell'OLP (Organizzazione di Liberazione Palestinese), movimento di cui fanno ormai parte i membri di Al Fatah, del FPLP di George Habash, di Al Saiqa, ecc.; 1970, comandante in capo di tutte le forze di guerriglia; 1972, Amman, marzo: vedi Intervista con la storia di Oriana Fallaci. 1974, rappresentante del popolo palestinese all'assemblea dell'ONU; 1976, propone il riconoscimento di Israele in cambio di uno stato palestinese da costituire su territori occupati; 1984, presenta un piano per la soluzione del problema palestinese; 1988, nasce lo stato palestinese del quale viene eletto presidente nel 1989; 1994, è premio Nobel per la pace assieme agli israeliani S. Peres e Y. Rabin; 1996, al congresso di Gaza del consiglio nazionale palestinese ottiene l'abolizione degli articoli della Carta nazionale che prevedevano la distruzione di Israele; nei successivi incontri con il premier israeliano B. Netanyahu a Wye, nel Maryland, con la mediazione del presidente statunitense Bill Clinton e di re Husayn di Giordania, si fissa al 2000 il termine per firmare un accordo definitivo di pace; 2000, giugno, partecipa a Camp David, nel Maryland, a un incontro organizzato da Clinton con il premier israeliano Ehud Barak, succeduto a Netanyhahu; nonostante gli sforzi del presidente degli Stati Uniti, giunto quasi al termine del suo secondo mandato, le due parti non riescono ad accordarsi sul problema della sovranità e del controllo di Gerusalemme; gli eventi precipitano: visita di Ariel Sharon sulla spianata delle Moschee (o, per gli israeliani, del Tempio) e il successivo scatenarsi di una "intifada" (rivolta) con conseguente escalation di violenza e di morte; 2001, gennaio, gli sforzi di Clinton a Taba, in Egitto, per far accordare le due parti, risultano vani; febbraio, alle elezioni, Barak viene sconfitto da Sharon con il quale Arafat, ormai indebolito all'interno della propria fazione, deve affrontare la crisi sempre più grave tra israeliani e palestinesi; 2004, novembre, muore in un ospedale di Parigi dopo alcuni giorni di coma. [2012, viene riesumata la salma per appurare se sia stato avvelenato.] – Neiber, Gerhard (Neutitschein 20 aprile 1929 – Berlino 13 febbraio 2008) agente dei servizi segreti tedesco. – Primakov, Evgenij Maksimovic (Kiev 1929) politico russo cresciuto con la madre in Georgia (secondo alcuni, figlio di un ebreo, Finkelstein, scomparso in una delle "purghe" staliniane), ha studiato all'Istituto di studi orientali e all'università Lomonosov di Mosca, specializzandosi in scienze economiche; 1959, entra nel Partito comunista dell'Unione Sovietica; 1962-70, lavora per la «Pravda», il quotidiano del partito, come articolista, esperto del Medio oriente, e caporedattore; 1970, vicedirettore dell' Imemo (Istituto di economia mondiale e relazioni internazionali), il più importante comitato sovietico di esperti per la politica internazionale; 1977, direttore del Centro studi orientali; 1985, assume la direzione dell'Imemo; 1989, tra i principali fautori della perestroika (ristrutturazione), lavora a fianco di M.S. Gorbaciov diventando membro del Politburo; come inviato speciale di M.S. Gorbaciov interviene per far uscire il leader iracheno Saddam Hussein dalla guerra del Golfo; 1991, direttore del Comitato per la sicurezza dello stato, la sezione esteri del KGB; dopo lo scioglimento di quest'ultimo, dirige l'ente successore, il "Servizio segreto estero russo"; 1996, è nominato ministro degli esteri da B.N. Eltsin; 1998, primo ministro, pochi mesi dopo la sua carica viene affidata da B.N. Eltsin a Vladimir Putin. – Prosetzky, Werner (Friedrichsthal, Brandeburgo 21 settembre 1929 – Berlino 24 dicembre 2004) politico tedesco-orientale, funzionario della Stasi. – Schlüter, Poul (Tonder 1929) politico danese, studente in legge alle università di Aarhus e Copenaghen; 1951, leader nazionale del Movimento dei giovani conservatori; 1964, membro del comitato esecutivo del partito conservatore, deputato del Folketing; 1974, leader dei conservatori; 1982-84, primo ministro; 1984-93, vinte le elezioni è alla guida di una coalizione di centro-destra; per la firma dell'Atto unico europeo si scontra con il suo stesso partito; 1986, vinto un referendum su questo tema, perde tuttavia le elezioni anticipate del 1987, del 1988 e del 1990, senza però mai abbandonare la carica di primo ministro alla guida di governi di minoranza; 1993, torna al potere la coalizione guidata dai socialdemocratici. – Torrijos Herrera, Omar Efraín o Omar Torrijos (Santiago, 13 febbraio 1929 – 31 luglio 1981), militare e politico panamense; leader della República de Panamá anche se non vinse mai le elezioni e non fu mai presidente; 1968-81, comandante della Guardia Nazionale di Panamá; 1968, promotore del colpo di Stato, grazie al suo ascendente sulle masse povere e sui contadini; 1977, trattati Torrijos-Carter fra Panamá e Stati Uniti che sanciscono il diritto di controllo per i centramericani del Canale di Panama a partire dal 2000; 1981, 31 luglio, muore a causa di un misterioso incidente aereo. [Versioni non ufficiali affermano che i sistemi di bordo erano controllati da terra, e John Perkins nel suo Confessioni di un sicario dell'economia lascia intendere che fu la CIA ad eliminarlo, perché si era rivelato un personaggio troppo scomodo e difficile da controllare. |
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