Papa
Pio IX
(1846-78)
segretario di Stato e responsabile
del servizio di spionaggio papale: card. G. Antonelli;
1861
Febbraio
15, Gaeta, accoglie sotto la sua protezione Francesco
II di Borbone al quale sono ancora fedeli le guarnigioni della
cittadella di Messina e di Civitella del Tronto, che ancora resistono
ai militari piemontesi;
Marzo
18, nell'allocuzione concistoriale, il papa interrompe
i tentativi di trattativa avviati in precedenza dal conte
di Cavour per una qualche forma di conciliazione.
Nel suo discorso, egli, dopo aver rievocato i torti subiti dalla Chiesa
per causa del Piemonte e del liberalismo, afferma di non poter accettare
«che la cosa ingiustamente e violentemente
rubata [ovvero il territorio appartenuto allo Stato Pontificio,
possa] tranquillamente ed onestamente possedersi
dall'iniquo aggressore».
Aprile
scoppia la guerra civile americana (1861-65) e l'Entità
conta su Louis Binsse, console papale a
New York, i cui rapporti come spia sono piuttosti curiosi e per niente
interessanti; vertono ad es.:
- sullo spionaggio papale delle navi mercantili dirette in qualche porto
dello Stato pontificio;
- su alcuni cittadini con cognome italiano che hanno chiesto il visto;
- ecc.;
(in pratica si tratta di informazioni lette sui giornali più
che un vero lavoro di spia…)
l'agente Louis Binsse, venuto a sapere
dalla moglie di un generale dell'Unione che A.
Lincolnha invitato G.
Garibaldi per istruire i suoi generali sulle tattiche di
guerra, lo comunica all'Entità
e al segretario di Stato G.
Antonelli;
la notizia scatena presso la Santa Sede uno scandalo di grandezza tale
che A. Lincoln è
costretto a ritirare l'offerta e a presentare scuse formali al papa;
ciò nonostante, migliaia di volontari garibaldini che avevano
fatto parte delle famose "camicie rosse" formano la "Garibaldi
American Legion" che combatterà valorosamente diverse battaglie
a fianco delle truppe dell'Unione; |
In Russia viene abolita la servitù
della gleba.
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destra storica
1861
i suoi componenti, pur diversi per formazione ideologica (cattolici-liberali,
hegeliani, positivisti
, ecc.), creano un gruppo socialmente omogeneo
poiché rappresentano l'aristocrazia imborghesita e l'alta borghesia
agraria e finanziaria;
in sostanza due gruppi:
- piemontese:
. Q. Sella,
. G. Lanza,
. G. Ponza di San Martino;
- "consorteria":
- toscani:
. B. Ricasoli,
. U. Peruzzi,
. L.G. Cambray-Digny;
- emiliani:
. M. Minghetti;
- lombardi:
. E. Visconti Venosta,
. S. Jacini;
- meridionali:
. S. Spaventa,
. A. Scialoja,
. R. Bonghi;
governerà l'Italia fino al 1876.
"banda della Cocca"
«segue da 1860»
Aprile
22, Torino, riprende
in Corte di Assise il processo contro la banda;
Agostino Tanino, uno degli imputati, è
stato ucciso in carcere proprio alla vigilia del dibattimento;
lo stesso Vincenzo Cibolla non appare in
gran forma;
a presiedere il giudizio è il conte Mola
di Larissé;
quando arriva il suo turno di parlare, Vincenzo
Cibolla comincia a dire di strane spartizioni dei proventi e
chiede venga a testimoniare nientemeno che Filippo
Curletti, 40enne, uno dei poliziotti più influenti di
Torino; le dichiarazioni rese in aula da Vincenzo
Cibolla suscitano molto clamore nell'opinione pubblica e sulla
stampa cittadina.
Ma Filippo Curletti si trova a Napoli per
aiutare L. Romanoe per questo tarda a rispondere agli invisti pressanti
del presidente della Corte d'Assise conte Mola
di Larissé; in compenso arriva da Parma per testimoniare
il giudice Tommaso Soard; poco dopo pranzo
per un malore di Vincenzo Cibolla il processo
viene rinviato ad alcuni giorni dopo;
quando riprende il processo si presenta in aula Filippo
Curletti;
Settembre
si conclude il processo con ulteriori condanne nei confronti dei membri
della banda ma Filippo Curletti non viene
incriminato; ciò desta un'ondata di indignazione nell'opinione
pubblica rilevabile dai vari giornali «Armonia» (papalina),
«Gazzetta di Torino», «Gazzetta del Popolo»,
«L'Opinione», ecc.;
10, la «Gazzetta del Popolo»
riporta la notizia che Filippo Curletti
ha chiesto al ministero dell'Interno di aprire un'inchiesta nei suoi
confronti;
11, il ministero annuncia che non
ci sarà alcuna inchiesta governativa perché nel frattempo
l'ufficio del procuratore generale del re ha deciso di aprire un procedimento
penale. Nei confronti di Filippo Curletti,
immediatamente sospeso dall'incarico, viene spiccato un mandato di cattura
ma il provvedimento non può essere eseguito perché il
poliziotto è fuggito in Svizzera;
18, la notizia della «Gazzetta
del Popolo» che commenta la "fuga permessa" di Filippo
Curletti, viene ripresa dalla stampa papalina e antipiemontese
che coglie l'occasione per mettere sotto accusa gli uomini politici
che hanno lavorato per l'Unità e chiama in causa i governatori
delle nuove province appena annesse al Regno:
. Massimo
d'Azeglio,
. Luigi Carlo Farini,
. Lionetto Cipriani,
. Bettino Ricasoli,
. Gioacchino Napoleone Pepoli,
. gen. Della Rovere (ha inviato Filippo
Curletti a Palermo per riorganizzare la polizia segreta dopo
lo sbarco dei Mille);
«segue 1862»
[Giovanni Fasanella,
Antonella Grippo, 1861, Sperling
& Kupfer 2010.]
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