1943

Parallelamente all'attività per porre in salvo documenti di biblioteche e archivi, si svolge anche una vasta opera di protezione e di salvezza di beni artistici, con un raggio d'intervento esteso praticamente a tutta l'Italia.
L'incarico di dirigere e coordinare questo settore d'intervento viene affidato al prof. Lavagnino, soprintendente alle gallerie e ai musei. Egli si trova a lavorare a fianco a fianco con il prof. Giulio Battelli, dell'Archivio segreto vaticano, – quale delegato della S. Sede per l'attuazione pratica dell'accordo con l'ambasciata di Germania – con il quale organizza anche spedizioni comuni in altre città, condividendone spesso le fatiche e le avventure.
Suo accompagnatore abituale è l' SS- Sturmbannführer dr. P. Scheibert, collaboratore del magg. H.G. Evers.
[Su Nuova Antologia (agosto 1974) egli pubblicherà un succinto diario della sua attività di "salvatore" di opere d'arte.]

Il suo primo viaggio esplorativo ed in parte esecutivo da lui ricordato ha per itinerario Narni-Todi-Perugia-Urbino.
Fra le opere poste in salvo il diario ricorda:
- 13 casse della Galleria Borghese;
- 10 casse della Galleria Corsini;
- 2 casse e un Caravaggio da S. Maria del Popolo;
- 4 casse di quadri dell'ambasciata italiana a Londra della collezione Gualino;
- 88 casse con quadri delle chiese e gallerie di Venezia;
- 3 casse della Galleria di Brera.
In complesso, alla fine del 1943, vengono portate a Roma 120 casse con 300 capolavori, che da Palazzo Venezia e Castel S. Angelo passano in ospitalità e rifugio in Vaticano.
[Carlo Gasbarri, Quando il Vaticano confinava con il Terzo Reich (Padova 1984).]
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