Papa Pio XII
(1939-58)
- segretario di Stato: card. L. Maglione
(1939 mar-ago 1944);
- responsabile dell'Entità:
card. P.
Fumasoni Biondi.
1944
Febbraio
1°, il ministro polacco Romer
manifesta al delegato apostolico a Londra mons. Godfrey
la propria fiducia agli Alleati; sentimento ricambiato dal popolo inglese
nei confronti dell'URSS; il ministro esprime poi il proprio ossequio alla
S. Sede; il parere del diplomatico pontificio non è però
identico;
non è intanto possibile avere dei contatti con l'Insulindia ex-olandese,
occupata dai giapponesi;
di fronte alla prospettiva di una conferenza pan-araba per il dopoguerra,
il card. L.
Maglione in un dispaccio a mons. Cicognani
a Washington esprime forti preoccupazioni per il pericolo che tale conferenza
imponga la legislazione musulmana a tutti i popoli sotto dominazione islamica;
2, in una nota il nunzio a Bucarest
descrive la situazione degli ebrei romeni a Tulcin, oltre il Bug, sotto
controllo tedesco.
6, il nunzio a Budapest informa di
un memoriale inviatogli dalla "Società della S. Croce"
– organizzazione dell'episcopato ungherese per la difesa e l'aiuto dei
cattolici contro le leggi razziali – e invia una nota sulle persecuzioni
che si preparano contro gli ebrei in Slovacchia.
Il governo cecoslovacco in esilio a Londra appoggia questa azione e conferma
che nel 1942 l'intervento della S. Sede ha ottenuto effetti positivi per
gli ebrei slovacchi.
7, una nota del card. L.
Maglione informa che il Congresso ebraico mondiale a Washington
supplica la S. Sede di intervenire presso il governo ungherese perché
si mostri comprensivo nei confronti degli ebrei slovacchi, per i quali,
d'altronde, un apposito comitato americano sta raccogliendo fondi.
L'arcivescovo di Chicago comunica che è stata raccolta la somma
di 120 mila dollari per i soccorsi ai perseguitati, senza distinzione
di razza o di religione.
8, la Segreteria di Stato comunica
alla "Mission Catholique Suisse" che sono giunte alla
S. Sede numerose richieste di notizie di ebrei arrestati, specie a Roma,
in ottobre e deportati in Germania. Si sollecita l'organizzazione svizzera
ad interessarsi di questi casi.
Mons. G.B. Montini
annota che l'appello natalizio per aiuti alle vittime della guerra ha
fatto giungere molte offerte al Vaticano. Esse sono state così
distribuite:
- 40.000 dollari alla "Raphaësverein" di Amburgo;
- 3.000 dollari alla "Caritasverband" di Lucerna;
- 7.000 dollari al Comitato cattolico olandese;
- 50.000 dollari ai Comitati americani;
- 35.000 dollari a disposizione della Segreteria di Stato;
- 35.000 dollari per sussidi di viaggi e per rifugiati in Italia.
Mons. Sheil ha dato un resoconto di tutto
al delegato apostolico a Washington. Gli ebrei americani, cone segno di
riconoscenza, hanno inviato altro denaro per i bambini ebrei italiani.
10, mons. Valeri
comunica al card. L.
Maglione che non vi sono difficoltà per gli aiuti ai
prigionieri di altre nazioni in Germania; ma per gli italiani gli aiuti
sono proibiti. Si tenterà quindi il tramite della Svizzera. Nella
risposta a talòe missiva si comunica che il papa aveva messo a
disposizione 500 mila franchi.
12, il card. L.
Maglione informa il Congresso ebraico mondiale a Washington
che, dopo l'appello natalizio a favore delle vittime della guerra, sono
giunte molte offerte: parte di esse sarà destinata ai non ariani.
13, l' "Agudas Israel Worl
Organization" interviene presso mons. Godfrey
per aiutare gli ebrei in Slovacchia.
14, al card. L.
Maglione giunge un promemoria del delegato speciale del Giappone,
Ken Harada, in cui si afferma che l'accusa
di usare gas tossici in Cina è assolutamente infondata; i giapponesi,
asserisce, non faranno mai simile cosa, supponendo anche altrettanto facciano
gli avversari; il delegato speciale prega quindi di far conoscere la nota
al rappresentante americano Tittmann;
[Il card. L.
Maglione sa di un analogo comportamento americano; nutre perciò
la fiducia che si continuerà su tale linea.]
Da Washington mons. Cicognani informa che
il gen. Eisenhower ha impartito disposizioni
ai propri comandanti per la protezione dei monumenti artistici e religiosi
italiani in particolare per Montecassino (14 feb), per Palestrina (15
feb) e per Ascoli Piceno (15 feb) da dichiararsi "città
aperta" mutabile in "città
ospedaliera".
Da Washington mons. Cicognani informa il
card. L.
Maglione che la stampa americana insiste sulla necessità
di bombardare l'abbazia di Montecassino, ritenuta osservatorio e fortezza
tedesca.
[Il delegato apostolico era intervenuto presso le Autorità facendo
notare che la distruzione del celebre monumento sarebbe stata un grave
errore e motivo di eterno disonore nella Storia. La risposta era stata
cortese ma non dava adito a speranze.]
15, distruzione di Montecassino.
L'incaricato d'affari mons Taffi, a Managua,
comunica che il Panama per legge non permetterà l'ingresso di ebrei
polacchi.
La Segreteria di Stato comunica al p. P.
Pfeiffer che Ascoli Piceno potrebbe essere dichiarata "città
aperta" e basta poco tempo per attrezzare i locali necessari
per i servizi sanitari. Il risconoscimento aspetta però il consenso
del mar.lo Kesselring; si invita quindi il
religioso tedesco ad agire in tal senso.
Il vescovo di Chieti, recatosi in Vaticano, ha raccomandato la sua città
al papa. Questi lo conforta e gli dice: «Vada
dal padre Pancrazio Pfeiffer, che può tutto e farà tutto».
E così avviene.
16, l'ambasciatore
tedesco garantisce che né all'interno né vicino all'abbazia
vi sono posizioni militari germaniche.
17, nuovo ringraziamento del Congresso
ebraico mondiale a Washington alla S. Sede e nuove pressanti richieste
d'intervento.
18, una nota informa che
mons. Cassulo si è lamentato con il
minsitro Antonescu per il rifiuto delle autorità
di Cernauti di riconoscere gli ebrei cristiani; ha ricordato in proposito
gli impegni presi con il concordato del 1927.
Il sig. Ken Harada conferma che i giapponesi
mai hanno usato i gas contro gli americani;
dalla Francia il nunzio mons. Valeri comunica
che si vanno diffondendo voci denigratorie sul conto del papa per indebolire
la fedeltà del clero e cercare di legarlo al nuovo regime;
lo stesso giorno il card. L.
Maglione comunica al nunzio mons. Valeri
che è giunta notizia della requisizione delle scuole cattoliche
in Indocina e dell'evacuazione forzata del seminario di Hanoi;
il ministro Osborne fa notare che a Roma
passano ancora truppe tedesche, il che smentisce il carattere e la qualifica
di "città aperta";
lo stesso giorno la Segreteria di Stato segnala che lo scoppio di una
bomba antiaerea in via del Pellegrino ha causato 5 feriti, due dei quali
gravi; la stessa segreteria avverte quindi l'ambasciata germanica di non
meravigliarsi della protesta che sarà pubblicata su «l'Osservatore
Romano».
Il delegato apostolico a Washington dà alcune notizie sulla situazione
al sud dell'Italia: sotto l'aspetto alimentare essa migliora ma a Napoli
si registrano malattie e si ripetono disordini; il mercato nero sta mettendo
in difficoltà quello regolare; gli americani, nonostante le promesse,
stanno diffondendo la prostituzione; si intensifica anche la propaganda
protestante; specie tra le classi povere; le condizioni degli istituti
religiosi sono sempre più difficili. A Pozzuoli gli inglesi asportano
materiali mettendo in difficoltà l'occupazione.
La Segreteria di Stato segnala ai belligeranti le città di Orvieto,
Spoleto, Siena, Fermo, L'Aquila e Chieti, pregando di dichiararle "città
aperte"; l'ambasciatore germanico giudica la proposta "accettabile".
19, in una nota di mons.
Tardini al card. L.
Maglione si legge che purtroppo simili misfatti [la distruzione
di Montecassino] hanno avuto un avallo anche da due prelati, dom Alfred
Kock (americano) e l'abate David Knowles
(inglese)… Occorre perciò chiarire tutti gli aspetti della vicenda.
Sarà necessario interrogare l'abate, mons. Diamare,
e qualche monaco che si trovi a Roma.
Se fosse confermata la presenza di soldati tedeschi, ciò verrebbe
reso noto al momento e nel modo più opportuni; ma se l'indagine
escludesse tale presenza, la S. Sede dovrà provvedere, in modo
da impedire nuove distruzioni. Che fare, concretamente, se l'inchiesta
dovesse escludere la presenza di militari o di armi nell'abbazia?
Una protesta pubblica; forse non immediatamente, perché sarebbe
inopportuno. Si potrebbe però inviare una nota segreta, tramite
i delegati apostolici a Londra e Washington, ai governi alleati.
In una nota le autorità alleate fanno osservare alla S. Sede di
essere piuttosto seccate dell'atteggiamento dell'on. Sforza
e del prof. Croce e che preferirebbero aver
come interlocutore l'on. De Gasperi;
lo stesso giorno si svolge un colloquio tra p. Otto
Faller e l'ambasciatore E.H
von Weizsäcker: costui si lamenta della polemica sorta
per i fatti successi a S. Paolo, arrivando a minacciare altre incursioni
in luoghi extraterritoriali, se nascono sospetti di casi di spionaggio;
a tal proposito l'ambasciatore accenna a mons. G.B.
Montini la possibilità (o il sospetto) che nella valigia
diplomatica fosse nascosta la corrispondenza con il sig. Paolucci,
ambasciatore a Madrid del "governo Badoglio"; p. Otto
Faller accenna poi alle sentenze di morte per don Morosini
e per un tal Celano, ma l'ambasciatore dichiara
che è inutile intercedere.
La nunziatura in Italia invia una nota al vicario apostolico in Svezia,
mons. Müller, che occorrono novemila
dollari per portare soccorso ai ragazzi finlandesi. I vestiti dovrebbero
essere acquistati in Svezia e spediti a mons. Cobben,
vicario apostolico in Finlandia. La nunziatura prega i diplomatici svedesi
di ottenere i necessari permessi dal loro governo.
L'ambascaita germanica comunica alla Segreteria di Stato che p. Hiemer,
gesuita, avverte che sono pronti gli approvvigionamenti per la zona di
Frosinone, chiede però mezzi di trasporto.
21, tramite il nunzio in
Svizzera, la Croce rossa internazionale comunica che il ten. Mast
ha avuto la sospensione della pena di morte (l'ufficiale ha potuto fornire
motivi validi per la propria evasione ed è stato graziato).
21, il card. L.
Maglione segnala al nunzio a Berlino che venticinque cappellani
dell'esercito italiano, internati nel carcere di via Backy a Leopoli,
sono quasi privi di nutrimento. Segnala pure le miserrime condizioni dei
prigionieri italiani. (L'autorità tedesca non ha dato risposta).
25, il nunzio mons. Burzio
comunica una notizia giunta da Bratislava che riferisce della situazione
degli ebrei slovacchi: essa rimane penosa, ma degli ebrei viene stilato
un elenco limitato (solo alcuni "sospetti") e il Presidente
della Repubblica dà assicurazione che non saranno perseguitati
ma, caso mai, agevolati per l'espatrio.
26, intanto la sorte degli
ebrei slovacchi continua ad oscillare tra speranze e delusioni. Si tratta
di circa diciottomila persone emigrate dalla Polonia; l'incaricato d'affari
a Presburgo, se ne interessa assiduamente, ma senza risultati.
Il rabbino Hertzog, di Gerusalemme, ringrazia
la S. Sede per l'opera a favore dei non ariani della Transnistria (circa
55.000); osserva nel contempo che essi ora si trovano in maggior pericolo
per l'avanzata dei tedeschi.
27, il card. L.
Maglione prega mons. Cicognani
di informare l'opinione pubblica americana che l'atteggiamento degli Stati
Uniti verso la Polonia potrebbe avere pericolosi riflessi per questo Paese;
da Parigi mons. Valeri fa sapere al card.
L. Maglione
che il "governo Laval" come contropartita della libertà
per le scuole religiose, chiede libertà nella nomina dei vescovi;
il nunzio fa presente al ministro che tale facoltà è un
diritto personale del papa.
28, incontro tra mons. Tardini
e l'ambasciatore E.H
von Weizsäcker; torna la preoccupazione per l'incolumità
di Roma. Il diplomatico assicura di non nutrire timori, perché
si prospettano trattative di pace. Gli si obietta che le dichiarazioni
di W. Churchill
non fanno posto a speranze: gli Alleati rifiutano di trattare con i nazisti;
vogliono invece dividere la Germania. Favorevole ad una trattativa potrebbe
essere l'Urss, per aver libero un fronte. L'Inghilterra poi dovrà
ricordare di essere una potenza europea.
FUCI
(Federazione universitaria cattolica italiana)
«segue da 1943»
1943, nata e sviluppatasi come associazione d'élite, inquadrata nell'
"Opera dei congressi",
al suo interno si formano numerosi esponenti cattolici della classe dirigente
italiana;
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1942-44, presidente Giulio Andreotti;
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