Papa
Pio IX
(1846-78)
Il console Mosca, rappresentante simultaneamente
dello Stato della Chiesa e del Piemonte a Corfù, ragguaglia il
card. Antonelli sull'apostasia dell'ex
Preside di Ancona Mattioli, del colonnello
di quella stessa piazza Zambeccari e di
altri, dandola per certa e poi smentendola.
Dallo stesso console sappiamo anche della triste fine (14 novembre)
di don Francesco Luigi Giambastiani, ex
cappellano del I btg della Guardia civica di Lucca, suicidatosi o perché
angustiato dai bisogni o perché fatto segno di accuse infamanti.
[Ersilio Michel, Esuli italiani nelle
isole Ionie (1849, Roma).]
1849
Gennaio
21, si tengono le elezioni – a suffragio universale maschile
diretto – per l'assemblea costituente romana, che si prolungano per
diversi giorni;
Febbraio
5, in Campidoglio, con un discorso dell'abate Ramboldi,
viene proclamata la Costituente ai cui lavori partecipano:
. T. Mamiani
della Rovere,
. Quirico Filopanti,
. Savini,
. P. Sterbini;
allo stesso tempo vengono decise:
- l'abolizione del Tribunale del Sant'Uffizio,
- l'eliminazione della censura sulla stampa,
- la nazionalizzazione di tutte le proprietà degli enti ecclesiastici.
Lo stesso giorno arriva a Roma G.
Mazzini che in un'elezione suppletiva è stato eletto
membro dell'Assemblea; nel suo primo discorso chiede subito che si raccolgano
armi e ci si predisponga a riprendere la guerra contro l'Austria, in
funzione nazionale;
6, l'Assemblea approva
una mozione favorevole all'unificazione con la Toscana;
9, L'Assemblea redige
una costituzione che proclama la nascita della Repubblica romana
sulla base di un decreto redatto da Quirico Filopanti
che dice:
1- Il Papato è decaduto di fatto e di diritto
dal governo temporale dello Stato Romano.
2- Il Pontefice romano avrà tutte le guarentigie
necessarie per l'indipendenza nell'esercizio della sua potestà
spirituale.
3- La forma di governo dello Stato romano sarà
la democrazia pura, e prenderà il glorioso nome di Repubblica
Romana.
4- La Repubblica Romana avrà col resto d'Italia
le relazioni che esige la nazionalità comune.
Gaeta, per iniziativa della Spagna si tiene una conferenza a cui partecipano
le potenze cattoliche:
- Francia,
- Austria,
- Spagna e
- Napoli;
15, l'Assemblea costituente
decide di indire nuove elezioni per scegliere tra i deputati coloro
che rappresenteranno la Repubblica alla futura Assemblea costituente
italiana (elezioni che, tuttavia, non si terranno). Delibera infine
di inviare 10.000 uomini in appoggio al Piemonte che ha riaperto nel
frattempo le ostilità con l'Austria;
18, il card. Antonelli,
a nome del papa, chiede un intervento militare a Francia, Austria, Spagna
e Napoli per ristabilire lo Stato Pontificio;
29, giunge a Roma la notizia
della sconfitta di Novara; riunitasi in comitato segreto, l'Assemblea
affida il potere esecutivo a un triumvirato formato da:
. G. Mazzini,
. Carlo Armellini,
. A. Saffi
a cui concede «poteri illimitati per la
guerra d'indipendenza e per la salvezza della Repubblica».
Aprile
15, il Governo della Repubblica stabilisce che le terre di
proprietà ecclesiastica, ora nazionalizzate, siano divise in
piccoli appezzamenti e date «alle famiglie
del popolo sfornite di altri mezzi» in affitto permanente
contro un modesto canone da pagarsi alle casse dello stato.
[Tale importante normativa, precisata in un successivo provvedimento
del 27 aprile, non entrerà in vigore per il drammatico evolversi
della situazione militare che la Repubblica si trova a dover fronteggiare.]
26, "In
nome di Dio e del Popolo… "
l'Assemblea ordina ai triumviri di respingere la forza con la forza;
gli uomini a disposizione sono 16.000 di cui 8.000 sparsi nelle province;
29, il gen. N.-Ch.-V.
Oudinot, e quello spagnolo Fernando
Fernández de Córdoba y Valcárcel, sbarcano,
con l'aiuto degli agenti dell'Entità,
a Civitavecchia; il generale francese, vinta facilmente la guarnigione
di Civitavecchia, è già a Castel di Guido a cinque leghe
da Roma;
lo stesso giorno entrano a Roma i bersaglieri di L.
Manara e le camicie rosse di G.
Garibaldi;
E. Cernuschi è
incaricato di asserragliare la città mentre padron A.
Brunetti [Ciceruacchio] incita
il popolo alla resistenza;
30, il gen. N.-Ch.-V.
Oudinot ordina ai suoi di entrare in città ma al primo
assalto vengono battuti; si distinguono:
. A. Zamboni, poeta e uff. di cavalleria,
. P. Narducci,
. E. Pollini,
(tutti e tre morti in battaglia)
. Nino Bixio,
. Franchi, di Brescia;
inoltre duecento soldati fuori combattimento e alcuni prigionieri tra
cui:
. Ugo Bassi;
il gen. N.-Ch.-V.
Oudinot, vistosi a malpartito, chiede un armistizio che gli
viene concesso (fino al 4 giugno); ma intanto le altre potenze si sono
messe in moto: gli spagnoli hanno occupato Fiumicino;
Ferdinando II re di Napoli ha occupato
Velletri;
gli austriaci minacciano Bologna;
la Francia invia a Roma il visconte F.-M.
de Lesseps con l'incarico di far comprendere la vera intenzione
del governo francese, l'abbattimento della repubblica romana;
Maggio
9, G. Garibaldi
e Roselli si spingono contro i napoletani
a Palestrina;
14, … e a Velletri, costringendoli
a ritornarsene a casa loro;
17, il Governo repubblicano
stipula una tregua con i francesi fino al 4 giugno; in effetti la tregua
con i francesi serve soprattutto ai francesi per rafforzare il corpo
di spedizione;
alla fine del mese il corpo di spedizione francese è diventato
di circa 35.000 uomini ben equipaggiati e con 75 cannoni; la Repubblica,
invece, dispone di 19.000 soldati, tra cui 1.800 volontari di altri
stati italiani, tutti non troppo ben armati: la sproporzione è
evidente ma le autorità della Repubblica decidono di non cedere.
Giugno
3, un giorno prima del tempo pattuito nell'armistizio (lunedì
4), il gen. N.-Ch.-V.
Oudinot spinge i suoi verso le Ville Panphili, Corsini e
Valentini difese dai patrioti che vengono pure ingannati dal grido Viva
L'Italia!: più che una battaglia diventa un duello corpo
a corpo, una vera e propria strage;
tra i comandanti:
. G. Garibaldi,
. Nino Bixio,
. L. Manara,
. Giacomo Medici,
. Augusto Vecchi,
. col. Masi,
, Rosselli,
. Galletti,
. Milbitz,
. ecc.
9, 13,
15, 27
e 28,
quasi tutti gli ufficiali francesi e romani rimangono uccisi o feriti;
tra i difensori repubblicani:
. col. Angelo Masina,
. col. Daverio, capo di SM,
. magg. Ramorino,
. cap. Enrico Dandolo,
. cap. Luigi Scarano,
. Peralta, aiut. magg.,
. cap. David,
. ten. Bonnet,
. ten. Lonete,
. ten. Gazzaniga,
. col. Mellana,
. G. Mameli, poeta;
. serg. Monfrini,
. soldato Della Longa,
. cap.le Fiorani,
. Emilio Morosini,
. Colomba Antonietti Porzi,
. ecc.
a poco a poco i francesi occupano tutte le posizioni e tutte le mura;
non resta che il "Vascello", raccomandato a Giacomo
Medici; contro il fortissimo edificio i francesi puntano sei
cannoni;
29/30,
su Roma si scatena un fortissimo uragano;
ore 02:00, i francesi cominciano l'attacco della cinta d'Aurelio, seconda
linea di difesa;
ore 03:00, L. Manara
rimasto ferito gravemente a Villa Spada e subito soccorso dal dottor
Bertani, muore;
dopo questo'ultimo assalto l'assemblea decide di trattare la resa con
il generale francese;
Luglio
2, verso sera G.
Garibaldi, riunite le proprie truppe sulla piazza del Vaticano,
in pratica tutto ciò che resta dei difensori della repubblica,
4000 fanti e 500 cavalli, esce per la porta di Tivoli, volge le spalle
a Roma e inizia una leggendaria marcia che lo dovrebbe portare alla
difesa di Venezia assediata dagli austriaci; [vedi Venezia]
3, la capitale viene presa mentre
gli eserciti delle potenze europee occupano il resto dello Stato Pontificio;
12, anche G.
Mazzini, rimasto finora a Roma come privato cittadino, decide
di andarsene in direzione di Marsiglia, e poi a Losanna;
14, entrano a Roma i soldati francesi,
ben diversi da quelli che in nome della libertà avevano combattuto nel
1799. "Così mutevoli sono, per l'ambizione la
cupidigia e il freddo calcolo, le situazioni della storia umana".
Dicembre
8, Pio IX emana l'enciclica
Noscitis et nobiscum: sulla condizione della
Chiesa in Italia e sui tentativi di elementi contrari per minare le
basi della religione cattolica.
Neoguelfismo
1843-48
«segue da 1848»
1849, continua a sfaldarsi in seguito all'offensiva antiliberale;
i neoguelfi confluiscono quindi tra i moderati.
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– Aubry,
Augusto (Napoli 28 aprile 1849 – Taranto 4 marzo 1912)
militare di carriera e politico italiano.
– Aulard, François-Victor-Alphonse
o Alphonse
Aulard (Montbron, Charente 19 luglio 1849 – Parigi
23 ottobre 1928) storico francese;
[Figlio d'Alphonse Aulard,
un professore di filosofia divenuto in seguito ispettore generale. Suo
nonno era stato sindaco di Nohant e amico di George
Sand.]
– Bernhardi, Friedrich Von (Pietroburgo
1849-Kunersdorf, Slesia 1930) militare tedesco;
1900, direttore della sezione storica dello stato maggiore tedesco;
1907, generale
di corpo d'armata;
La Germania e la prossima guerra (1912)
Il nostro avvenire (1913).
–
Bianchi
Emilio (1849-Pisa 3 agosto 1911) politico italiano,
avvocato, docente all'università di Pavia, contrario alla legislazione
sul divorzio;
1892, eletto deputato dal collegio di Lari, siede alla destra.
– Bülow,
Bernhard von (Klein-Flottbek, Amburgo 3 maggio 1849 –
Roma 28 ottobre 1929) politico e ambasciatore tedesco.
– Churchill, Randolph Henry Spencer
(Blenheim Palace, Oxfordshire 1849-Londra 1895) politico britannico;
[Terzo figlio di John,
settimo duca di Marlborough e padre di Winston;
]
1874, entra nel parlamento come deputato conservatore;
1885-86, ministro responsabile per l'India;
1886, agosto, cancelliere dello scacchiere nel governo Salisbury
da cui si dimette dopo cinque mesi.
– De
Martino, Giacomo (Londra 21 settembre 1849 - Bengasi
23 novembre 1921) politico italiano.
[Figlio di Giacomo Ambrogio,
possidente, e di Emé Luisa Carlotta
Roxelane D'Ehrenhoff.]
– Fulci,
Ludovico (S. Lucia del Mela, Messina 31 dicembre
1849 – Messina 28 giugno 1934) politico italiano.
–
Gallieni,
Joseph-Simon (Saint-Béat, alta Garonna 1849-Versailles 1916)
militare francese;
Due campagne nel Sudan francese (1890)
1896-1905, fra gli artefici dell'impero coloniale francese, prende parte
alle campagne nel Senegal e nel Tonchino ed è governatore del Madagascar;
Tre colonne nel Tonchino (1899)
Il Madagascar dal 1896 al 1905 (1905)
1908, membro del consiglio superiore
di guerra;
1914, comandante d'armata allo scoppio della prima guerra mondiale;
agosto, governatore militare
di Parigi, dà un grande contributo alla
manovra del generale C.-J.
Joffre che porterà alla Vittoria della Marna e alla eliminazione
della minaccia tedesca su Parigi;
1915 ottobre-marzo 1916, ministro della guerra;
1921, ha il titolo postumo di maresciallo di Francia;
Diari di Gallieni (1932, postumi, pubblicati dal figlio).
– Gallo,
Nicolò (Agrigento, 10 agosto 1849 – Roma,
7 marzo 1907) politico italiano della Sinistra storica.
– Grandi,
Domenico (Roma 14 novembre 1849 – Corinaldo, Ancona
22 gennaio 1937) militare e politico italiano.
– Langle
de Cary, Fernand Louis Armand Marie de (Pont-Scorff
4 luglio 1849 – Pont-Scorff 19 febbraio 1927) militare francese.
–
Leali,
Pietro conte (Viterbo 1849-Ronciglione 7 agosto 1911) politico italiano, giolittiano;
1867, coi volontari nell'Agro Romano;
1890, eletto deputato dal collegio di Montefiascone.
– Mackensen,
August von (Haus Leipnitz, Wittenberg 1849-Burghorn,
presso Celle 1945) militare tedesco.
– Morelli
Gualtierotti, Gismondo (Borgo San Lorenzo, Firenze
1849 – Pisa, 1923) politico italiano.
–
Pizzi,
Italo (Parma 1849-Torino 1920) orientalista italiano;
1855, professore
di persiano e
di lingue semitiche comparate presso
l'università di Torino;
Libro dei re di Firdusi (1886-88,
in 8 voll, traduzione)
L'epopea persiana e la vita e i costumi dei tempi eroici di Persia
(1888)
Storia della poesia persiana (1894).
– Santucci,
Carlo (Roma 9 febbraio 1849 – Roma 29 luglio 1932)
politico italiano.
– Saporito, Vincenzo -
barone (Castelvetrano, Trapani ? agosto 1849 - Roma 8 novembre 1930)
politico italiano, possidente;
1882, novembre, eletto deputato (XV Legislatura – 1882 22 nov - 27 apr
1886);
[La riforma elettorale del 1882 prevede lo scrutinio
di lista in luogo del sistema uninominale. Sarà in seguito
rieletto fino alla XXIII Legislatura.]
1899, 14 mag-24 giu 1900, sottosegretario al Tesoro ( II
" governo Pelloux").
–
Tirpitz,
Alfred von (Küstrin, Brandeburgo 1849-Ebenhausen, Monaco
1930) militare tedesco.
– Vitte, Sergej Jul'evic (Tiflis
1849-Pietrogrado 1915) politico russo, esperto di questioni ferroviarie;
1892, febbraio, ministro delle comunicazioni; agosto,
ministro delle finanze, commercio e industria; con le sue riforme finanziarie
sottopone i contadini ad una forte pressione tributaria; intensifica
la costruzione della rete ferroviaria (la Transiberiana costruita in
massima parte tra il 1891 e il 1903) e la sua statalizzazione;
1903, si dimette;
1905, è abile negoziatore della pace
di Portsmouth che pone termine
alla guerra russo-giapponese; ottobre, subito dopo la rivoluzione
è nominato presidente del primo governo costituzionale russo e cerca
di controllare la situazione alternando le concessioni (istituzione
della duma, riforma in senso liberale del Consiglio di Stato) alle misure
repressive (arresto dei deputati del Soviet di Pietroburgo, soffocamento
delle rivolte dei marinai di Sebastopoli e Kronštadt);
1906, maggio è costretto a dimettersi per le pressioni degli
ambienti più reazionari di corte;
Memorie.
– Zacharoff, Basileios Zacharias
o Basil
Zaharoff (Mugla, Impero Ottomano 6 ottobre 1849-Montecarlo,
Principato di Monaco 27 novembre 1936) industriale e filantropo greco.
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«La rivista Europea»
«segue da 1845»
1848, durante le cinque giornate di Milano (datato dicembre 1847) esce
l'ultimo numero.
«Il Contemporaneo»
(titolo di vari periodici)
«segue da 1848»
1849, Roma, quotidiano dal 1848, cessa le pubblicazioni.
Altri:
1924 e 1954.
«Gazzetta del Popolo»
1848, Torino 16 giugno, nasce questo quotidiano di tradizioni liberali
e anticlericali;
sostiene le riforme del conte
di Cavour e appoggia il programma del movimento liberale
e nazionale, difendendo la causa degli esuli democratici in Piemonte;
«segue 1864»
«Il Risorgimento»
1848, 3 gennaio, Torino, inizia le pubblicazioni questo quotidiano
dopo due numeri usciti irregolarmente nel dicembre 1847; fondato dal
conte di Cavour,
C. Balbo
e M. Castelli, è diretto prima dal conte
di Cavour (che ha procurato il necessario finanziamento)
poi da Castelli, quindi da P.C.
Boggio; portavoce dei moderati piemontesi, il foglio assume subito
un grande rilievo grazie all'assidua collaborazione del conte
di Cavour (durata fino alla metà del 1849);
dopo alcune vicissitudini interne il giornale si sposta su posizioni
in alcuni casi assai lontane da quelle del leader politico;
«segue 1852
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