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ANNO 1878 |
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Papa
Pio IX - segretario di Stato e responsabile del servizio di spionaggio papale: card. camerlengo Vincenzo Gioacchino Pecci; 1878 Il Vaticano
ha relazioni diplomatiche con quindici paesi: Leone XIII Vincenzo Gioacchino Pecci (Carpineto
Romano 1810 - Roma 1903)
Internazionale "antiautoritaria" «segue da 1877» guerra
russo-turca «segue
da 1877» alleanza dei tre imperatori «segue da 1873»
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'Abd al-'Aziz (Marrakech
1878-Tetuan, Marocco spagnolo 1943) sultano del Marocco;
1894, alla morte del padre, il sultano Mulay al-Hasan, gli succede a quattordici anni, subendo le influenze di personaggi indigeni ed europei, come Walter Harris, corrispondente del «Times»; 1908, la vecchia società araba del Marocco, guidata dal fratello 'Abd al-Hafiz e appoggiata dai francesi, si ribella costringendolo ad abdicare. – Albanese, Giuseppe (Siderno Marina, Reggio Calabria 14 febbraio 1878 – Napoli 8 febbraio 1937) politico italiano. – Bertini, Giovanni (Prato, Firenze 24 maggio 1878 – 29 dicembre 1949) politico italiano. – Bensa, Felice (Genova 22 gennaio 1878 – Geova 20 aprile 1963) industriale e politico italiano; – Bianchi, Vincenzo (Napoli 3 ottobre 1878 – Napoli 18 marzo 1940) politico italiano. – Blomberg, Werner von (Stargard, Pomerania 1878-Norimberga 1946) militare tedesco. – Brezzi, Giuseppe (Alessandria 2 aprile 1878 – Torino 19 agosto 1958) industriale e politico italiano. – Brizi, Alessandro (Poggio Nativo (Umbria) 7.09.1878-?) politico italiano, professore; 1918-28, direttore generale del Ministero dell'Agricoltura; 1943, 5 febbraio, senatore del Regno; nello stesso mese è nominato capo di gabinetto del Ministero delle Finanze; 1943, 27 luglio - 12 aprile 1944, ministro dell'Agricoltura e le Foreste nel I governo Badoglio; – Buresch, Karl (Groß-Enzersdorf, Bassa Austria 12 ottobre 1878 – Vienna 16 settembre 1936) politico austriaco. – Colonna, Giovanni Antonio – duca di Cesarò (Roma 22 gennaio 1878 – Roma 7 novembre 1940) politico italiano. – Febvre, Lucien (Nancy 1878-Saint-Amour, Giura 1956) storico francese fondatore nel 1929 delle «Annales d'Histoire Economique e Sociale» con M. Bloch. – Federzoni, Luigi o Giulio De' Frenzi (Bologna 27 settembre 1878 – Roma 24 gennaio 1967) giornalista e politico italiano. – Giuffrida, Vincenzo (Catania 22 giugno 1878 – Roma 8 marzo 1940) politico italiano. – Hirota, Koki (Fukuoka 1878-Tokyo 1948) politico giapponese; 1930-32, ambasciatore a Mosca, ha un ruolo di primo piano durante la crisi della Manciuria; 1933-36, ministro degli esteri all'epoca del patto anti-Komintern; 1936-37, primo ministro dopo il putsch militare di Tokyo; 1937-38, ministro degli esteri, fa entrare il Giappone in guerra aperta con la Cina dopo alcuni anni di ostilità non dichiarata, innescando una delle principali cause dell'entrata del Giappone nella seconda guerra mondiale; 1945, arrestato, viene condannato a morte come criminale di guerra dalla Corte internazionale di giustizia di Tokyo. – Locatelli, Umberto (Ballabio, Como 16 dicembre 1878 – Lecco 4 ottobre 1958) industriale e politico italiano. – MacDonagh, Thomas Stanislaus (Cloughjordan, contea di Tipperary, Irlanda 1° febbraio 1878 – Kilmainham Gaol, Dublino 3 maggio 1916) poeta e politico repubblicano irlandese. – Marchesi, Concetto (Catania 1878-Roma 1957) latinista e politico italiano, professore nelle università di Messina, Pisa e Padova (dove fu rettore), compì pregevoli lavori su umanisti del sec. XV e un'edizione critica su Arnobio; 1893, entra nel PSI; Profili critici di Marziale (Formiggini editore), Seneca, Giovenale, Fedro, Tacito (1914-24) Il libro di Tersite (1920) 1921, aderisce al Partito comunista; Storia della letteratura latina (1925-27) 1943, novembre, in piena occupazione nazista incita gli studenti padovani alla lotta armata contro il fascismo; 1946, deputato alla costituente; 1948, deputato; 1953, deputato; Il cane di terracotta (1954). – Ponikowski, Antoni (Siedlce, Congresso Polonia 29 maggio 1878 – Varsavia, Repubblica popolare polacca 27 dicembre 1949) accademico e politico polacco. – Quezón y Molina, Manuel Luis (Baler, Tayabas 1878-Saranac Lake, New York 1944) politico filippino; 1899-1901, partecipa alle rivolte contro il dominio americano sulle Filippine; 1905-06, è governatore della provincia di Tayabas; 1907-09, deputato al primo parlamento filippino; si trasferisce poi a Washington dove rimane fino al 1916 con la carica di commissario alle Filippine presso il congresso americano; 1916, con l'approvazione del Jones Act che concede al suo paese una relativa autonomia interna, diventa presidente del senato filippino e, attraverso il Partito nazionalista e con la collaborazione di S. Osmeña lotta costantemente per ottenere la piena indipendenza delle Filippine; 1935, viene eletto presidente della repubblica delle Filippine; pur godendo di grande popolarità è assai autoritario e non sempre rispettoso delle forme costituzionali; non ottiene peraltro una reale indipendenza per il suo paese che rimane sotto lo stretto controllo degli Stati Uniti al quale è demandata l'approvazione definitiva delle stesse leggi fondamentali dello stato filippino; 1941, grazie agli Stati Uniti viene rieletto alla presidenza; 1942, marzo, in seguito all'invasione nipponica è costretto ad esulare e si rifugia negli Stati Uniti dove forma un governo in esilio; 1943, ancora gli Stati Uniti prolungano d'autorità il suo mandato presidenziale. – Reza Khan Pahlavi (Sevad Kuh, Mazandaran 1878-Johannesburg 1944) scià dell'Iran; 1921, capo della brigata dei cosacchi persiani di Qavzin, ascende alla ribalta politica quale braccio armato del colpo di stato nazionalista del febbraio, inteso a scongiurare lo smembramento del paese da parte delle potenze europee; 1923, primo ministro (già ministro della guerra); 1925, rafforza il proprio potere personale allorché, deposto l'ultimo sovrano della dinastia Qajar, assume per sé e per la propria famiglia la corona imperiale; il suo regno, legittimato dal parlamento e dall'appoggio dell'esercito, segna una tappa cruciale nel processo di trasformazione della Persia dalla monarchia feudale in moderno stato nazionale; 1941, la sua folgorante carriera politica ha fine, in seguito all'occupazione alleata dell'Iran, quando il sovrano, considerato di sentimenti filonazisti, è costretto ad abdicare in favore del figlio Muhammad Reza e a esulare. – Stresemann, Gustav (Berlino 1878-1929) politico tedesco. – Trigona, Emanuele (Firenze 16 luglio 1878 – Firenze 1° gennaio 1953) politico italiano. – Venino, Pier Gaetano – conte di Varenna (Milano 22 marzo 1878 – Genova 2 maggio 1955) dirigente d'azienda, banchiere e politico italiano. – Vrangel', Pëtr Nikolaevic (Novo-Aleksandrovsk, Kaunas 1878-Bruxelles 1928) militare russo, di origine svedese e discendente di una famiglia con gloriose tradizioni militari; 1904, diventa ufficiale della guardia imperiale, partecipa alla guerra russo-giapponese e poi alla prima guerra mondiale con il grado di colonnello; 1917, si mette agli ordini del generale A.I. Denikin, in Ucraina, e combatte contro la rivoluzione bolscevica; 1919, gennaio, comandante dell' "armata dei volontari"; 1920, aprile, succede a A.I. Denikin nel comando dell'esercito bianco ed è a capo di un governo controrivoluzionario sostenuto dalla Francia; luglio, partendo dalla Crimea effettua un'offensiva che penetra oltre le linee dell'Armata rossa e raggiunge Ekaterinoslav e Mariupol occupando tutta le regione a nord del mar Nero da Herson a Nogajsk e minacciando il basso Don; settembre, qui l'esercito bianco forte di 270.000 uomini lancia una nuova offensiva e può fare anche affidamento su una flotta di discrete dimensioni; i bolscevichi, impegnati nella guerra contro la Polonia, non controllano bene le sue operazioni ma, terminato il conflitto con la Polonia, effettuano una violenta controffensiva; novembre, dopo una tenace resistenza è costretto a ritirarsi in Crimea e di qui il giorno 16 s'imbarca con i resti dell'esercito controrivoluzionario e circa centomila profughi anticomunisti; la sua sconfitta pone fine alla guerra civile in Russia; riparato prima in Turchia e poi in Iugoslavia, si adopera per continuare la lotta contro i bolscevichi rinunciando ai suoi progetti di rivincita solo nel 1925. – Yoshida, Shigeru (Tokyo 1878-Oiso, Tokyo 1967) politico giapponese; 1928, entrato nella carriera diplomatica, è viceministro degli esteri; 1936-38, ambasciatore a Londra; sino al termine della guerra mondiale si tiene in disparte dalla casta militare che domina il paese ed è perciò gradito agli Stati Uniti, in modo particolare al gen. D.A. MacArthur comandante in capo delle truppe di occupazione; 1946, come capo del Partito liberale ottiene l'incarico di primo ministro; 1947, si ritira dopo una serie di gravi contrasti con i sindacati giapponesi; 1948, ottobre, ritorna alla presidenza del consiglio dedicandosi alla ricostruzione economica del Giappone, mantenendo un atteggiamento assai rigido verso le rivendicazioni operaie; 1951, con il "trattato di San Francisco" ottiene dagli Stati Uniti che il Giappone riacquisti la sovranità internazionale, pur rimanendo strettamente legato, sul piano economico e militare, agli Stati Uniti; 1954, trattato nippo-americano di mutua sicurezza; novembre, a causa della sua politica autoritaria, in seguito alla Vittoria elettorale riportata dal Partito democratico, è costretto a dimettersi; viene sostituito al governo da I. Hatoyama, ma continua ad esercitare una grande influenza all'interno del Partito liberale (dal 1955 Partito liberal-democratico, dopo la fusione con il Partito democratico).
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«segue da 1874» «Il Messaggero» 1878, Roma 8 dicembre, inizia le pubblicazioni questo quotidiano,
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