Papa Pio XI
(1922-39)
- segretario di Stato: card. P.
Gasparri.
1925
Novembre
-
Massoneria
[moderna]
«segue da mag 1925»
1925
Novembre
22, viene approvata dal Senato la legge sulle società occulte (con
ovvio riferimento alla Massoneria); lo stesso giorno una balaustra di
Domizio Torrigiani scioglie tutte le logge aderenti
al GOI – solo le logge italiane, non le
logge del GOI operanti all’estero – ma non scioglie il GOI,
che continua la sua opera. Certamente quella della ricerca esoterica. E, forse,
anche quella
“esterna”,
soprattutto di collegamento tra “fratelli”.
Raoul Palermi, nel frattempo, scioglie l’obbedienza
di piazza del Gesù e
comincia una peregrinazione “elemosinando” benemerenze
al Regime,
dopo di che, sparisce nel nulla, vivacchiando con un vitalizio assegnatogli
da Costanzo Ciano, vecchio massone “in sonno” fin
dalla sancita incompatibilità tra iscrizione al PNF ed
affiliazione alla
Massoneria.
La Massoneria di piazza del Gesù è scomparsa.
[Da notare: ci sia o no Luigi Capello (alto dignitario
del GOI)
dietro
la preparazione dell’attentato di Tito Zaniboni (altro
affiliato al GOI –
l’attentato è sventato in via preventiva da un’operazione di polizia),
ci
sia o no Colonna di Cesarò (teosofo, massone
dell’obbedienza di piazza del Gesù) dietro l’attentato di Violet
Gibson,
non significa che “la massoneria”
abbia organizzato gli attentati al Duce.
Con la recrudescenza delle manifestazioni ostili della polizia nei confronti
dei Massoni, molti “fratelli” riparano all’estero, soprattutto in
Francia, dove è ancora vivo il ricordo dell’opera del GOI in
favore dell’entrata in guerra dell’Italia a fianco dell’Intesa.
Sospettato di
aver contatti
con i fuoriusciti, a loro volta sospettati di “tramare” contro il Regime,
Domizio Torrigiani viene inviato al confino a Lipari, e lascia la reggenza della
Gran Maestranza al Gran Maestro Aggiunto Giuseppe Meoni.
Ma all’estero è già riparato Giuseppe Leti,
gran segretario cancelliere del Supremo consiglio del Rito Scozzese Antico e
Accettato all’interno
del GOI. A Parigi – dove morirà nel 1939 – riorganizza
le fila del GOI tramite
i massoni fuoriusciti e tende all’ingresso della Massoneria come
Istituzione nella “Concentrazione di azione antifascista” promossa
dal
“Fratello” Alceste De Ambris.
Le funzioni del GOI in questo periodo sono svolte, però,
dalle logge argentine, coordinate da Alessandro Tedeschi.
«segue gen 1930»
FUCI
(Federazione universitaria cattolica italiana)
«segue da 1896»
1925, nata e sviluppatasi come associazione d'élite, inquadrata nell'
"Opera dei congressi",
al suo interno si formano numerosi esponenti cattolici della classe dirigente
italiana:
1925-33, uno dei suoi assistenti ecclesiastici e G.B.
Montini;
«segue 1926»
Internazionale operaia socialista
«segue da 1924»
1925
Congresso di Marsiglia.
«segue 1926»
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«segue da 1920»
1925, inizialmente critico nei confronti del fascismo, passa poi a sostenerlo
dopo il ritiro forzato di L.
Albertini dal giornale, divenuto proprietà esclusiva dei fratelli
Crespi, i quali pur tuttavia guardano il
dittatore dall'alto in basso, come si fa con un tribuno di passaggio;
1925-27, direttore è U. Ojetti;
«segue 1929»
«La Tribuna»
«segue da 1922»
1925, assorbe la nazionalista «Idea Nazionale»;
«segue da 1944»
«La Giustizia»
«segue da 1904»
1925, 5 novembre, più volte oggetto di violenze e di devastazioni
da parte dello squadrismo fascista, per la sua continua battaglia a favore
delle libertà costituzionali, viene soppresso con decreto dal governo;
«segue 1950»
«segue da 1920»
1925, 9 novembre, dopo boicottaggi e sospensioni il direttore A.
Frassati viene estromesso dal giornale (giunto a una tiratura
di 176.000 copie) la cui proprietà è interamente rilevata da G.
Agnelli;
corrispondente da Berlino è Paolo Monelli;
«segue 1945»
«La Critica»
«segue da 1918»
1925, assume una decisa posizione politica contro il socialismo e il comunismo
da una parte, e il reazionarismo e fascismo dall'altra, in favore della
tradizione liberale;
«segue 1945»
«Il Popolo»
«segue da 1923»
1925, 19 novembre, è costretto a sospendere le pubblicazioni;
il direttore G.
Donati morirà in esilio a Parigi nel 1931.
«segue 1943»
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