Papa Pio XI
(1922-39)
- segretario di Stato: card. P.
Gasparri.
1925
Maggio
-
Massoneria
[moderna]
«segue da apr 1925»
1925
Maggio
16, discussione alla Camera della Circolare
n. 4, emanata ad aprile.
Relatore è il nazionalista Emilio
Bodrero, uno dei protagonisti della
“guerra alla massoneria” condotta dal suo partito nel 1912, conclusa con
la sanzione dell’incompatibilità.
Nella relazione, si legge: «Qualsiasi specie di
società occulta,
anche se,
per ipotesi, il suo fine sia eticamente e giuridicamente lecito, è da
ritenersi,
pel fatto stesso della segretezza, incompatibile con la sovranità dello Stato», ed è chiarissimo il riferimento alla Massoneria,
anche per
il successivo “passaggio” sull’obbligo del segreto.
Il primo a prendere la
parola nel dibattito è Gioacchino Volpe –
illustre storico, è il
redattore della relazione finale dei lavori della Commissione
dei quindici (presieduta da Giovanni Gentile)
su “Le
origini e l’opera della Massoneria”, che accompagna la presentazione del
disegno di legge –, il quale toglie
ogni dubbio sul riferimento alla Massoneria:
«… quando si dice società segrete, si dice
massoneria» e
sulla Massoneria ed il suo ruolo storico incentra tutto l’intervento: ne sminuisce
il ruolo nel processo risorgimentale,
ricorda la posizione antimassonica di varie organizzazioni e
partiti che nella Massoneria vedono «… l’equivoco
politico, la degenerazione
della vita pubblica, il confusionismo delle idee, la sopravvivenza
di illuminismo e di ideologie settecentesche, il pacifismo spappolato, l’internazionalismo,
la disorganizzazione dello Stato, lo strumento di stranieri
interessi a danno del Paese, il vecchio e vacuo anticlericalesimo,
specialmente l’intrigo e la camorra».
La stragrande maggioranza annuncia il voto favorevole.
Il “fascista anarchico” Massimo Rocca, dal
canto suo, annuncia il voto
contrario, assumendo l’attuale “irrilevanza” della Massoneria, che egli
rivendica di aver combattuto «allorché la
massoneria era veramente una
casta dirigente, tanto che soltanto i massoni potevano riuscire nella vita
pubblica, aprirsi una carriera intellettuale, e trovare degli editori per
stampare i loro libri e divulgare le loro idee». Egli teme che
la legge sia
una sorta di “grimaldello” per la «fascistizzazione
che si vuol fare della
nostra burocrazia».
Massimo Rocca, tra i primi a seguire B.
Mussolini dopo l’uscita dal Partito Socialista, eletto
nelle file fasciste, ed espulso subito dopo dal PNF, dichiara
di parlare da “oppositore”
(sarà dichiarato decaduto dalla carica parlamentare nel 1926).
Violenta è la posizione, contraria all’approvazione della legge, di Antonio
Gramsci, ma questi vota
contro la legge, non per difendere la Libera Muratoria ma perché essa
fa presagire lo scioglimento coatto dei partiti di opposizione ma il suo voto
non può essere frainteso sino a farne un difensore della Libera
Muratoria.
[In proposito sarà eseguito un vero atto di mistificazione storica isolando
dal contesto la frase di Antonio Gramsci “la
Massoneria è stata
l’unico partito reale ed efficiente che la classe borghese ha avuto per lungo
tempo”, operazione poi reiterata nella trasmissione televisiva “La storia
siamo noi”, che andrà in onda su Rai3 il 13 luglio 2018.
(Luigi
Morrone,
Fascismo e massoneria
Storia di rapporti complessi).]
Chiusa la discussione, al momento della votazione manca
il numero legale, la seduta viene aggiornata;
19,
la proposta di legge viene ora
approvata con 289 voti contro 4.
[La legge diverrà definitiva dopo l’approvazione da parte del Senato nella
seduta del 22 novembre successivo.]
«segue nov 1925»
FUCI
(Federazione universitaria cattolica italiana)
«segue da 1896»
1925, nata e sviluppatasi come associazione d'élite, inquadrata nell'
"Opera dei congressi",
al suo interno si formano numerosi esponenti cattolici della classe dirigente
italiana:
1925-33, uno dei suoi assistenti ecclesiastici e G.B.
Montini;
«segue 1926»
Internazionale operaia socialista
«segue da 1924»
1925
Congresso di Marsiglia.
«segue 1926»
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«segue da 1920»
1925, inizialmente critico nei confronti del fascismo, passa poi a sostenerlo
dopo il ritiro forzato di L.
Albertini dal giornale, divenuto proprietà esclusiva dei fratelli
Crespi, i quali pur tuttavia guardano il
dittatore dall'alto in basso, come si fa con un tribuno di passaggio;
1925-27, direttore è U. Ojetti;
«segue 1929»
«La Tribuna»
«segue da 1922»
1925, assorbe la nazionalista «Idea Nazionale»;
«segue da 1944»
«La Critica»
«segue da 1918»
1925, assume una decisa posizione politica contro il socialismo e il comunismo
da una parte, e il reazionarismo e fascismo dall'altra, in favore della
tradizione liberale;
«segue 1945»
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