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ANNO 1976

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Papa Paolo VI
(1963-78)

segretario di Stato: cardinale Jean Villot;

ONU
Organizzazione delle nazioni unite

1976, New York,
segretario generale:
- 1972-81, Kurt Waldheim.

USA

1976, 2 novembre, Jimmy Carter ottiene il 51% dei voti, sconfiggendo Gerard Ford, e viene proclamato presidente degli Stati Uniti.

Mossad
[Istituto per l'intelligence e servizi speciali israeliano]

«segue da 1973»
1976, fa da supporto informativo e logistico per l' "Operazione Entebbe", il blitz con cui le forze israeliane liberano un centinaio di ostaggi israeliani di un volo Air France dirottato da un commando terroristico a Entebbe, in Uganda. Il blitz costa la vita anche a tre ostaggi;
«segue 1986»


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1976
Schweizerische Eidgenossenschaf
Confédération suisse
Confederazione svizzera
[Repubblica federale]
- Presidente
-
- Primo ministro
-
- 40ª LEGISLATURA 1975-1978 -
[governo di coalizione: Partito radicale democratico, Partito cristiano-democratico, Partito socialista e Unione democratica di centro]

1976
In totale si contano in Svizzera 29 partiti.
Circa 3 milioni di cittadini, maschi e femmine, hanno il diritto di voto, soltanto il 10% è iscritto a un partito.
Fra questi partiti 10 hanno dimensioni nazionali, ma soltanto 6 esercitano una vera influenza su tutto il paese: 3 di essi sono presenti in tutti e 22 i Cantoni.
Non esiste un partito di maggioranza nel senso proprio del termine. Ognuno dei tre grandi partiti – democratico cristiano, radicale, social democratico – ottiene regolarmente, a livello federale, circa il 20% dei voti.
La capacità di mobilitazione di questi partiti è praticamente nulla.
In ogni parte del paese delle assemblee generali statutarie, organizzate dai partiti, riuniscono dei gruppi di cinquanta, cento, a volte duecento persone. Salvo qualche pensionato, nessuno sembra più aver voglia di scomodarsi per andare a sentire un discorso politico nel cortile di una scuola.

La partecipazione alle "elezioni" continua ad abbassarsi.
Fino al 1972 il record degli astenuti era del 67,2% e risaliva al 1919, anno in cui soltanto il 32,8% degli iscritti si era scomodato per decidere su certe disposizioni transitorie riuardanti le elezioni al Consiglio nazionale e al Consiglio federale. Questo record è stato superato dalla chiamata alle urne del 1972 e riguardante due decreti, tutt'altro che privi di significato (decreto sull'edilizia e decreto per la salvaguardia della valuta): solo il 25,8% degli aventi diritto al voto si sono scomodati.



La Svizzera vive sotto il regime della "pace del lavoro".
Si tratta di un accordo concluso nel 1939 tra il padronato e i sindacati dei metallurgici. Di fronte alla minaccia hitleriana, i sindacati dei metallurgici e i padroni strinsero un patto di unione sacra; lo sciopero sarebbe stato, da alllora in poi, sottoposto a un arbitrato, in pratica, quindi, bandito dai rapporti di lavoro.
L'oligarchia elvetica è così riuscita non solo ad estendere lo stesso accordo alla quasi totalità dei settori della produzione ma, per di più, a mantenerlo in vigore, per tacita riconduzione, fino ad oggi.
Dal 1939 al 1974 ci sono stati in Svizzera solo tre grandi scioperi. Fino alla recessione del 1975 la classe operaia è rimasta – per oltre 35 anni! – quasi del tutto smobilitata.

Il più potente gruppo farmaceutico del mondo, la Hoffmann-La Roche AG di Basilea (a cui fa capo, tra l'altro, l'Icmesa, responsabile dei fatti di Seveso) si trova concentrato nelle mani di tre famiglie:
- Hoffman,
- Oeri,
- Sacher.
Ogni anno queste tre famiglie incassano, sotto forma di puri e semplici dividendi, 16 Mni di franchi svizzeri.
Non uno dei loro membri ricopre una carica amministrativa all'interno della società. Ma i capi dei tre nuclei familiari siedono nel consiglio di amministrazione. Grazie a questo sistema nessun manager, per quanto ambizizioso potrà mai mettere in discussione la loro onnipotenza. Anche se percepisce uno stipendio astronomico, il manager rimane sempre un semplice impiegato della famiglia dominante.

Un'eccezione che conferma la regola: Philippe de Weck, direttore generale della Société de Banque Suisse, il maggiore organismo bancario del paese, è un salariato. Stipendio annuo: 1,2 Mni di franchi. Al tempo stesso è un azionista relativamente importante della banca che dirige; la banca ha infatti acquistato la Bank de Weck di Friburgo, e Philippe de Weck è sposato con la figlia di un banchiere ginevrino, la quale è a sua volta azionista della Société de Banque Suisse.

È possibile anche un rovesciamento dei rapporti.
Esempio: i Bally di Schoenenwerd possiedono e dirigono una delle più importanti holding europee (calzature, chimica, ecc.). Insieme con altre famiglie zurighesi rientrano tra i fondatori della Société de Banque Suisse.
In seguito a una fulminea espansione, oggi è questa banca, vale a dire la coalizione di oligarchi ostile ai Bally, che domina il gruppo di Schoenenwerd.

Il patrimonio svizzero in Svizzera ammonta a 226 Mdi di franchi. Il 3,3% della popolazione controlla più di metà di queste sostanze.
Tra gli oligarghi elevetici va ricordato Cortésy, ex sultano dell'impero Nestlé.
Un'analisi comparativa degli incarichi dei consigli di amministrazione dà una specie di élite del potere composta da ventisei persone (Revue Focus Zurigo 1974) la cui influenza si estende su tutti i settori chiave della dominazione oligarchica della economia.
Questi uomini controllano ricchezze colossali ed esercitano un potere tanto segreto quanto violento ed efficace.
[Jean Ziegler, Una Svizzera al di sopra di ogni sospetto, Arnoldo Mondadori Editore Milano 1976]
Capitali in fuga

La base legale del "segreto bancario" è l'art. 47 della "Legge federale sulle banche e casse di risparmio" del 1934.

«Chi, in qualità di membro di un ente, procuratore, liquidatore o commissario di banca, osservatore della commissione degli Istituti bancari o ancora facente parte o alle dipendenze di un istituto di revisione di conti qualificato, avrà rivelato un segreto affidatogli o di cui ha avuto conoscenza a motivo della sua carica o impiego, chiunque abbia incitato altri a violare il segreto professionale, sarà passibile di arresto per un massimo di sei mesi o di ammenda fino a 50.000 franchi.
Se il colpevole avrà agito per negligenza, la pena sarà della sola multa fino all'ammontare di 30.000 franchi.
La violazione del segreto è passibile di pena anche quando abbia avuto termine la carica o l'impiego o il detentore del segreto non eserciti più la professione.
Sono riservate le disposizioni della legislazione federale e cantonale che statuiscono in merito all'obbligo di informare l'autorità e di testimoniare in tribunale.».

____________________

Vi sono due categorie di capitali in fuga:
- I Categoria: l'esistenza della prima è connessa al fatto che la bilancia commerciale della Svizzera nei confronti della maggior parte dei suoi partner dell'Europa occidentale è in deficit. L'afflusso dei capitali clandestini in Svizzera funziona come una specie di compensazione.
Se il governo francese (inglese, italiano o tedesco) volesse prendere misure rigorose per porre un freno alla emorragia fiscale del suo paese e in particolare arrestare la fuga dei capitali verso la Svizzera, il governo di Berna replicherebbe immediatamente domandando la rinegoziazione dei contratti commerciali.
- II Categoria: è costituita dai capitali che provengono dalle classi dominanti del capitalismo periferico.



Marzo
«La Suisse» del 15 marzo informa che da un calcolo effettuato dagli specialisti finanziari dell'agenzia «France Presse» e della «Rivista internazionale delle scienze sociali», indica in 2.000 Mdi di lire l'ammontare dei capitali esportati illegalmente dall'Italia durante il 1973 e il 1974.
Secondo questa analisi, la fuga dei capitali avverrebbe per il tramite di una falsa fatturazione delle merci esportate.
[Confrontando le esportazioni italiane verso un determinato paese, che logicamente dovrebbero coincidere con le importazioni di quel paese dalla penisola, il calcolo su citato evidenzia una differenza dell'ordine di 1.200 Mdi di lire nel 1974 e di 900 Mdi nel 1973.]
Viene da chiedersi come mai il governo italiano non faccia nulla per arrestare questa emorragia o, più precisamente, perché questo governo non intervenga presso la Confederazione Elvetica al fine di sollecitare misure che valgano ad arginare la massiccia decapitalizzazione dell'economia italiana, la chiusura di fabbriche, la disoccupazione dei lavoratori, il riflusso degli investimenti nazionali.
La risposta è complessa: si tratta di un semplice fatto psicologico.
La maggior parte dei dirigenti politici sono titolari, in Svizzera, di conti numerai, di investimenti immobiliari, ecc.
[Tra tanti, un solo esempio: il plateau di Montana-Crans (Vallese) è colonizzato da capitale italiano in fuga. L'aristocarzia finanziaria di Roma, Torino, Milano, ecc. vi possiede lussuosi châlets, apartment-houses, campi da golf. Di recente gli speculatori italiani si sono lanciati in una nuova avventura: la costruzione della stazione di Super-Crans. Nell'immensa torre che sovrasta oggi il plateau lo scià di Persia e una primadonna italiana, si vanno spartendo i piani, le lussuose suites.]
Di fronte all'inefficacia – è un eufemismo – degli interventi governativi italiani presso il governo svizzero, le amministrazioni regionali italiane guidate dai comunisti prendono una iniziativa autonoma. Costituiscono una delegazione e si recano a Berna dove pongono un aut-aut: «O voi arrestate la decapitalizzazione dell'economia italiana o le amministrazioni regionali interessate non possono più garantire gli investimenti svizzeri nelle rispettive province
Per la prima volta, dopo la seconda guerra mondiale, il governo della Confederazione adotta una misura:
le lire possono essere cambiate in franchi svizzeri solo fino a un importo non superiore a 20.000 franchi.
A prima vista la misura parrebbe spettacolare, perché restringe la libera convertibilità che rappresenta, con il segreto bancario, il dogma più sacro della Confederazione. In realtà è una misura inefficace, in quanto – l'abbiamo visto – i grandi capitali fuggono dall'Italia attraverso la sottofatturazione, le false compensazioni, i giochi contrattuali.
A parte il dentista torinese o il panettiere di Brindisi, più nessuno sbarca alla dogana di Chiasso con valigie piene di lire.


Maggio
Secondo un'inchiesta recente, circa 400.000 francesi hanno un conto numerato in Svizzera. Mentre in Francia i disoccupati sono più di un milione e molte imprese si trovano in difficoltà per mancanza di investimenti, la ricchezza francese in Svizzera supera la somma di 390 Mdi di nuovi franchi.
Secondo Jacques Attali, consigliere economico di F. Mitterand (vedi «Le Monde diplomatique», maggio 1976) questa somma rappresenta quattro mesi e mezzo della produzione nazionale, pari a circa il 10% del patrimonio nazionale francese.

Giugno
breve terremoto nel sottosuolo delle banche elvetiche.
L'evasione fiscale su scala internazionale ha assunto – grazie alla "piazza finanziaria" svizzera – forme tali per cui a Berna diversi governi compiono passi diplomatici.
Il governo della Confederazione sottopone al Parlamento un disegno di legge tendente all'abolizione del segreto bancario per tutti quei casi in cui il fisco svizzero o straniero è in grado di dimostrare chiaramente che è intervenuta una massiccia evasione.
Contro il progetto, o meglio contro il suo paragrafo realmente fondamentale, quello che prevede l'abolizione del segreto, insorgono le burocrazie chiamate a votare.
21, al mattino si passa alla votazione.
Parlano Richard Mueller e Helmut Hubacher.
È poi il turno dell'oratore che rappresenta gli interessi borghesi: il brioso consigliere nazionale di San Gallo, Rudolf Schatz, socio dell'istituto bancario Wegelin & Co.. E a questo punto avviene un miracolo: si alza Georges-André Chevallaz, ministro delle Finanze della Confederazione. Dice: «Schatz ha ragione, la mia legge è sbagliata, il paragrafo viene cancellato».
Nel corso della votazione per appello nominale, 91 parlamentari si pronunicano contro il paragrafo, 74 a favore.
E gli evasori fiscali di tutto il mondo, in particolare i tedeschi, possono continuare allegramente a ormeggiarsi in Svizzera.

L'organizzazine bancaria elvetica sostiene l'indispensabile ruolo di ricettatore per il sistema imperialista mondiale. Il segreto bancario è solo uno degli aspetti dei meccanismi che le permettono di sostenere questa parte. Bisogna cconsiderarne altri due: gli accomodamenti fiscali (vedi esempio Helmut Horten) e gli ingranaggi del controllo pubblico sulle banche.


«Il denaro è il sangue dei poveri», diceva Léon Bloy. Questo assioma è tanto più vero se lo si applica a un certo sistema bancario il quale, con il plusvalore estorto a uomini affamati accumula tesori incredibili nei mausolei svizzeri della finanza internazionale.

Lo scambio di personale tra l'oligarchia e la Divisione per il commercio è permanente.
Rothenbuehler, segretario esecutivo dell'USCI (Unione Svizzera per il Commercio e l'Industria) è nominato delegato agli accordi del settore America latina.
Nel 1976 un delegato per gli accordi commerciali passa alla banca. Per rimpiazzarlo il Consiglio federale nomina, come se fosse la cosa più naturale, il satrapo della Nestlé in Austria, Peter C. Bettschard.
Non appena lascia l'organizzazione del padronato, un capo sezione della Divisione per il commercio fa la strada opposta: Veyrassat diventa segretario della USCI.

Il più antico impero finanziario è sempre l'ADELA (Atlantic Community Development Group for Latin America).
Fra i suoi membri svizzeri troviamo le tre grandi banche, come pure André SA, Gebr. Volkart, Ciba-Geigy, Elektro-Watt, Motor-Columbus, Nestlé, Bührle, Sulzer, Hoffmann-La Roche e Holderbank.
In sette anni e mezzo l'ADELA ha portato il suo capitale da 16 a 300 Mni di dollari e con i suoi investimenti ha mobilitato parecchie volte questa cifra. Il tasso d'interesse raggiunge nell'ultimo anno commerciale l'8,1% del capitale proprio investito.
Le partecipazioni della ADELA non sono concesse se non a imprese sane che garantisono profitti.
Nel corso dei primi cinque anni e mezzo della sua attività, l'ADELA ha aperto la via e stimolato la partecipazione di almeno 400 Mni di dollari da parte della economia privata nel Terzo Mondo.
Si è rinvigorita con filiali specializzate:
- Adelatec (Technical e Management Service Co. SA),
- Adeltrade (Trade and Development Co. SA),
- AAF (Assessores Financieiros Sa).

[Jean Ziegler, Una Svizzera al di sopra di ogni sospetto, Arnoldo Mondadori Editore Milano 1976]




1976
Fürstentum Liechtenstein
[Monarchia costituzionale]
Francesco Giuseppe II
Albero genealogico
(1906 - 1989)
figlio di
1938-89
, principe di Liechtenstein;



 
- Primo ministro
?
(? - ?)
[]

1976
-


1976
Republik Osterreich
[neutrale da mag 1955]
- Presidente
Rudolf Kirchschläger
(1974 - 1986)
- Cancelliere
Bruno Kreisky [I]
(1970 mar - 1983)
[SPÖ (Partito socialista)]
(governo di minoranza)
- Ministro degli esteri
?
(? - ?)
[]
questione Alto Adige:
- 1969, 1° accordo;
- 1971, 2° accordo;
1976
-

 

1976
Bundesrepublik Deutschland
[Repubblica Federale di Germania (FDR)]
(maggio 1949)
Presidente
Walter Scheel
(1974 - 1979)
[FDP]
VII Legislatura 1972 13 dic - 14 dic 1976
VIII Legislatura
1976 14 dic - 4 nov 1980
Cancelliere
H. Schmidt
I
(1974 16 mag - 14 dic 1976)
[SPD]
H. Schmidt
II
(1976 16 dic - 4 nov 1980)
[SPD]
[Coalizione "giallo-rossa", formata da:
SPD
(Sozialdemokratische Partei Deutschlands - Partito socialdemocratico tedesco)e
FDP (Freie Demokratische Partei - Partito liberaldemocratico).]
Vice-cancelliere
+ Affari esteri
Hans-Dietrich Genscher (FDP)
(1974 16 mag - 17 set 1982)
Interni
Werner Maihofer (FDP)
(1974 16 mag - 8 giu 1978)
Giustizia
Hans-Jochen Vogel (SPD)
(1974 16 mag - 22 gen 1981)
Finanze
Hans Apel (SPD)
(1974 16 mag - 16 feb 1978)
Economia
Hans Friderichs (FDP)
(1974 16 mag - 7 ott 1977)
Agricoltura e Foreste
Josef Ertl (FDP)
(1974 16 mag - 14 dic 1976)
Alimentazione, Agricoltura e Foreste

Josef Ertl (FDP)
(1976 16 dic - 17 set 1982)
Rapporti con la Germania Est
Egon Franke (SPD)
(1974 16 mag - 1° ott 1982)
Lavoro e Solidarietà sociale
Walter Arendt (SPD)
(1974 16 mag - 14 dic 1976)
Herbert Ehrenberg (SPD)
(1976 16 dic - 28 apr 1982)
Difesa
Georg Leber (SPD)
(1974 16 mag - 16 feb 1978)
Famiglia, Gioventù e Sanità
Katharina Focke (SPD)
(1974 16 mag - 14 dic 1976)
Antje Huber (SPD)
(1976 16 dic - 28 apr 1982)
Trasporti
Kurt Gscheidle (SPD)
(1974 16 mag - 4 nov 1980)
Poste e Telecomunicazioni
Territorio e Urbanizzazione
Karl Ravens (SPD)
(1974 16 mag - 14 dic 1976)
Territorio, Genio civile e Urbanizzazione

Karl Ravens (SPD)
(1976 16 dic - 16 feb 1978)
Ricerca e Tecnologia
Hans Matthöfer (SPD)
(1974 16 mag - 16 feb 1978)
Formazione e Scienze
Helmut Rohde (SPD)
(1974 16 mag - 16 feb 1978)
Cooperazione economica
Egon Bahr (SPD)
(1974 9 lug - 14 dic 1976)
Marie Schlei (SPD)
(1976 16 dic - 16 feb 1978)

1976
Dicembre
16
, sostenuto dalla stessa coalizione, si forma il (II "governo Schmidt");

 



1976
Royaume de Belgique
Konikrijk België

Baldovino I

Albero genealogico

(1930 - 1993)
figlio di Leopoldo III e di Astrid di Svezia;
1951-93, re dei Belgi;


 
Primo ministro
?
(? - ?)
Ministro delle finanze
?
(? - ?)
 

1976
-


1976
Koninkrijk der Nederlanden
[Regno dei Paesi Bassi]

Giuliana

Albero genealogico

(l'Aia 1909 - 2004)
figlia di Guglielmina regina dei Paesi Bassi e del principe consorte Enrico di Meclemburgo-Schwerin;
1937, sposa il principe Bernardo di Lippe-Biesterfeld;
1948-80, regina dei Paesi Bassi;
[dopo l'abdicazione della madre]


 
Primo ministro
-
[i socialisti vedono crescere i loro suffragi.]

1976

-


1976
Grousherzogden Lezebuurg
Grand-Duché de Luxemburg
- dal 1919 il paese ha una costituzione democratica e la vita parlamentare è dominata dal Partito cristiano-sociale;
- dal 1948 ha rinunciato alla neutralità,
- dal 1951 fa parte della CECA,
- dal 1954 fa parte della UEO,
- dal 1957 fa parte della CEE che ha sede proprio in Lussemburgo.

Giovanni di Borbone-Parma

Albero genealogico

(1921 - ?)
figlio secondogenito del principe Felice di Borbone-Parma e di Charlotte di Nassau-Weilburg, granduchessa di Lussemburgo e duchessa di Nassau;
1964-?, granduca di Lussemburgo;
[dopo l'abdicazione della madre]


 
- Primo ministro
Gaston Thorn
(1974 - 1979)
[Partito socialista]

1976
-


1976
Kongeriget Danmark
[Regno di Danimarca]
Margherita II
Albero genealogico

(? - ?)
figlia di Federico IX e di Ingrid di Svezia;
dal 1972, regina di Danimarca;

 
Primo ministro
Anker Jorgensen
(1975 - 1982)
[socialdemocratico]
 

1976
Copenaghen,


1976
Repubblica d'Islanda
[dal 17 giugno 1944]
Presidente
-
Primo ministro
-
 

1976
temporanea rottura dei rapporti diplomatici con la Gran Bretagna, in seguito a contrasti sui diritti di pesca;


1976
Kongeriket Norge
[Regno di Norvegia]
[dal 1905]
Olav V
Albero genealogico

(1903 - ?)
figlio di Haakon VII e di Maud di Gran Bretagna;
1957-
, re di Norvegia;

 
- Primo ministro
Odvar Nordli
(1973 - 1981)
[Partito laburista]
[governo laburista, pur senza la maggioranza assoluta]

1976
-


1976
Konungariket Sverige
[Regno di Svezia]
Carlo XVI Gustavo
Albero genealogico

(1946 - ?)
figlio di ? e di ?;
dal 1973, re di Svezia;


 
Primo ministro
Sven Olof Palme II
(1969 - set 1976)
[Partito socialdemocratico]
Thobjörn Fälldin
(1976 - ?)
[Partito di centro]

1976
Settembre
il nuovo governo di centrodestra, emerso dalle elezioni, è guidato da Thobjörn Fälldin del Partito di centro;


1976
Suomen Tasavalta
Republiken Finland
[Repubblica di Finlandia]
[dal 1961 aderisce all'EFTA; dal 1973 accordo di cooperazione con il Comecon.]
Presidente
Urho Kaleva Kekkonen
[Partito agrario]
(1956 feb - 1981)
Primo ministro
?
(? - ?)
[?]
Ministro dell'interno
-
Ministro degli esteri
-
[mentre dal 1958 il Partito comunista ha la maggioranza relativa, al governo continuano ad alternarsi coalizioni di centro-destra e di centro-sinistra piuttosto effimere.]

1976
dopo le elezioni il presidente Urho Kaleva Kekkonen promuove la costituzione di un "governo di emergenza nazionale", basato su un arco di forze che va dai comunisti ai centristi;





1976
Repubblica Popolare Federativa
di Jugoslavia

[Federativna Narodna Republika Jugoslavija]
(dal 29 Novembre 1945)
- Presidente federale [a vita]
Tito (Josip Broz)
(1973-80)

1976
-

6 REPUBBLICHE POPOLARI
SLOVENIA - cap. Lubiana

-

CROAZIA - cap. Zagabria

-

SERBIA - cap. Belgrado

-

Vojvodina (Provincia autonoma) - capol. Novi Sad
[amministrativamente legata alla Serbia dove i serbi rappresentano la metà della popolazione e dove vive una consistente minoranza ungherese] 
-
Kosovo (Provincia autonoma) - capol. Pristina
[amministrativamente legata alla Serbia con la maggior parte dei suoi abitanti albanesi (90%) e la minoranza serba e montenegrina] 
-
BOSNIA-ERZEGOVINA - cap. Sarajevo

-

MONTENEGRO - cap. Podgorica-Titograd

-

MACEDONIA - cap. Skoplje

-

a

1976
Presidente
Enver Hoxha
(1946 - 1982)
segretario del Partito del lavoro
Enver Hoxha
(1954 - 1985)
dal 1961 ha deciso di appoggiare la propria politica a quella della Cina Popolare; dal 1968 si è dissociato dal patto di Varsavia;

1976
una nuova costituzione conferma al Partito del lavoro il ruolo di partito unico;



1976
- Presidente
-
- Primo ministro
K. Karamanlis
(1974 - 1980)
(centrodestra)
[nel luglio 1974 è caduto il regime dei colonnelli]

1976
-



1976

[isola indipendente dal 16 agosto 1960]

- Presidente
-
- Primo ministro
-
[dal 1975 l'isola è di fatto divisa in due formazioni nazionali distinte:
- turca a nord
- greca a sud]

1976
Febbraio
la zona turca si costitusce in Stato turco federato di Cipro, con presidente Rauf Denktas;


1976
Repubblica di Turchia
(seconda repubblica da maggio 1960)
- dal 1952 la Turchia fa parte della NATO,
- dal 1955 è nel "patto di Baghdad".
Presidente
gen. Cemal Gürsel
(1960 mag - ?)
Primo ministro
Ismet Inönü
(1961 - ?)
[Partito repubblicano del popolo]
dal 1965 il sistema politico turco è sprofondato in una fase di crescente instabilità con due forze:
- Partito repubblicano del popolo (centrosinistra) e
- Partito della giustizia (centrodestra);

1976
si aggrava intanto la situazione economica;







1976
U.R.S.S.
(Unione delle repubbliche sovietiche: Russia, Ucraina, Bielorussia e Transcaucasia)
1° segretario
del Comitato centrale del PCUS
L. Breznev
(1964 ott - 1982)
[Il PCUS (Partito comunista dell'Unione Sovietica), partito unico, ha un ruolo dirigente.]
presidente
del Consiglio
dei Soviet
-
vicepresidente
-
capo del governo
Kossighin
(1964 ott - ?)
MVD, [ex NKVD]
[Ministero per gli affari interni]
Ministro
-
KGB
(Komitet Gosudarstvennoi Bezopasnosti – Comitato per la sicurezza dello stato)
Ministro
-
 
RUSSIA
(Repubblica Socialista Federativa Sovietica)
(capitale: Mosca)
Patriarca di Mosca
Pimen
(1971 - ?)
1976
-



Repubblica della Ceceno-Inguscezia

[ricostituita nel 1957 come repubblica autonoma all'interno della Repubblica Russa]

1976
-

BIELORUSSIA
(Repubblica Socialista Federativa Sovietica)
(Beloruskaja SSR - capitale: Minsk)

presidente della repubblica
-
1976
-
UCRAINA
(Repubblica Socialista Federativa Sovietica)
(capitale: Kijev)
presidente della repubblica
-
1976
-
TRANSCAUCASIA
(Repubblica Socialista Federativa Sovietica)
Azerbaigian
(Repubblica federativa - capitale: Baku)
presidente della repubblica
-
1976
-
- Nagorno-Karabah (provincia autonoma)
- Nahicevan (repubblica autonoma)
Repubblica Socialista Georgiana
(Repubblica federativa - capitale: Tbilisi)
presidente della repubblica
Noé Jordania
(1918 - ?)
1976
-
- Adzaristan (repubblica autonoma)
- Abhasia (repubblica autonoma)
- Ossezia Meridionale (provincia autonoma)
Repubblica autonoma di Armenia
(Repubblica socialista - capitale: Jerevan)
presidente della repubblica
-

1976
-

a


1976
Repubblica Socialista Sovietica
di Estonia
Presidente
?
(? - ?)
Primo Ministro
?
(? - ?)
1976
-
 
1976
Repubblica Socialista Sovietica
di Lettonia
Presidente
?
(? - ?)
Primo Ministro
?
(? - ?)
1976
-
 
1976
Repubblica Socialista Sovietica
di Lituania
Presidente
?
(? - ?)
Primo Ministro
?
(? - ?)
1976
-

1976
Repubblica Democratica Tedesca
(DDR)
– dal 13 agosto 1961 esiste il "muro di Berlino" –
[cadrà nel 1989]
[dal 1973 il paese è stato ammesso, come del resto la FDR, l'altra Germania, all'ONU]
- Presidente del consiglio di stato
W. Stoph
(1974 - 1976)
E. Honecker
(1976 - 1989)
- Primo Ministro
Horst Sindermann
(1973 3 ott - 1° nov 1976)
W. Stoph
(1976 1° nov - 7 nov 1989)
- Segretario della SED
E. Honecker
(1971 - 1989)
[SED (Sozialistische Einheitspartei Deutschlands - Partito socialista unificato)]

1976
vengono ora nominati: presidente del consiglio di stato E. Honecker e primo ministro: W. Stoph (1976 1° nov - 7 nov 1989);
ma il dissenso cova sotto la cenere…
il caso Biermann, privato della cittadinanza e costretto all'esilio mentre si trova in tournée in Germania federale, ripropone agli occhi del mondo il carattere oppressivo del regime di Berlino Est;
la polizia comincia a indagare e a punire i membri del Kreis che tengono incontri settimanali per discutere il sistema poltiico del Paese;
[Kreis: circolo di pittori, architetti, insegnanti e altri professionisti, fondato nel negli anni Settanta da Peter Rompf.]
ai suoi membri veng ono proibiti i viaggi, alcuni perdono il lavoro, agli altri vengono precluse le possibilità di carriera. Uno di loro finisce in manicomio.



1976
Governo polacco
in esilio a Londra
Presidente
Stanislaw Ostrowski
(1972 9 apr - 24 mar 1979)
Primo ministro
Alfred Urbanski
(1972 18 lug - 15 lug 1976)
Kazimierz Sabbat
(1976 5 ago - 8 apr 1986)
 
 
1976
Presidente del Consiglio di Stato
H. Jablonski
(1972 - 1985)
Primo ministro
Piotr Jaroszewicz
(1970 23 dic - 18 feb 1980)
Primo segretario del Poup
Edward Gierek
(1970 20 dic - 6 set 1980)
Poup (Partito operaio unificato polacco)
[PZPR (Polska Zjednoczona Partia Robotnicza)]
(1948 15 dic - 29 gen 1990)
1976
-
nasce il KOR (Komitet Obrony Robotników - Il Comitato di difesa degli operai), un movimento politico-sociale;
[Attivo tra il 1976 e il 1981, è nato per sostenere i lavoratori, e le loro famiglie, arrestati durante gli scioperi dello stesso anno; costituisce un riuscito esempio di collaborazione fra intellettuali anti-comunisti, o comunque critici verso il regime, e le masse operaie che soffrono le grandi difficoltà economiche del periodo.
È la prima organizzazione politica contro il socialismo reale in tutta l'Europa orientale.]

1976
REPUBBLICA di CECOSLOVACCHIA
Presidente della repubblica
Gustav Husák
(1975 - ?)
Primo ministro
Lubomir Štrougal
(1970 - 1988)
- Primo segretario del Pcc (Partito comunista cecoslovacco)
Gustav Husák
(1968 - 1987)
- l'ordinamento regionale è stato soppresso -
 
1976
-



1976
[La costituzione adottata nel 1949 viene modificata nel 1972.]
Presidente della repubblica
?
(? - ?)
Primo Ministro
György Lázár
(1975 - ?)
Primo segretario dell'UASP (Partito socialista del lavoro ungherese) il nuovo Partito comunista.
János Kádár
(1957 - 1988)
 
1976
economicamente l'Ungheria è il paese più solido del blocco orientale;



1976
- Presidente della repubblica
N. Ceausescu
(1974 - 1989)
- Segretario del Pcr
N. Ceausescu
(1965 - 1989)
Pcr (Partito comunista rumeno)
1976
-


1976
REPUBBLICA POPOLARE di BULGARIA
(30 dicembre 1947)
[Nel 1971 viene adottata una nuova costituzione di tipo socialista che tiene conto delle trasformazioni economiche e sociali verificatesi dalla fine della guerra.]
Presidente del consiglio di stato
Todor Christov Zivkov
(1971 - 1989)
segretario generale del Partito comunista bulgaro
Todor Christov Zivkov
(1954 - 1989)
1976
- 






1976
Costituzione del 1958
 
V REPUBBLICA
Presidente della Repubblica
V. Giscard d'Estaing
(1974 24 mag - 21 mag 1981)
Presidente del Senato
Alain Poher (UCDP - UC)
(1968 3 ott - 2 ott 1992)
Presidente dell'Assemblea Nazionale
Edgar Faure o E. Sanday
(1973 - 1978)
Presidente del Congresso
(Senato+Camera)

 
[Governo sostenuto da:
]
Primo ministro
J. Chirac
I
(1974 27 mag - 26 ago 1976)
R. Barre
I
(1976 27 ago - 29 mar 1977)
+ Economia e Finanze
Segretari
René Tomasini
(1974 9 giu - 26 ago 1976)
[Relazioni con il Parlamento]
 
Gabriel Péronnet
(1974 29 ott - 26 ago 1976)
[Funzione pubblica]
Maurice Ligot (CNIP)
(1976 27 ago - 31 mar 1978)
[Funzione pubblica]
Paul Granet (UDR)
(1974 9 giu - 12 gen 1976)
[Formazione professionale]
Jean-Pierre Soisson (FNRI)
(12 gen - 26 ago)
Antoine Rufenacht (UDR)
(1976 27 ago - 29 mar 1977)
André Rossi (RAD)
(1974 9 giu - 26 ago 1976)
[Portavoce del governo]
 
Françoise Giroud (RAD)
(1974 16 lug - 26 ago 1976)
[Condizione femminile]
 
Ministri di Stato
Interni
Michel Poniatowski (FNRI)
(1974 29 mag - 29 mar 1977)
Segretari  
Pierre-Christian Taittinger
(12 gen - 26 ago)
Olivier Stirn (UDR)
(1976 27 ago - 31 mar 1978)
[Dipartimenti e territori d'oltre mare]
   
Giustizia

Jean Lecanuet (MR)
(12 gen - 26 ago)
Olivier Guichard (UDR)
(1976 27 ago - 29 mar 1977)
     
Plan et de l’Aménagement du territoire

Jean Lecanuet (CDS)
(1976 27 ago - 29 mar 1977)
Ministri delegati
 
Economia e Finanze

Michel Durafour (RAD)
(1976 27 ago - 29 mar 1977)
Segretari    
Christian Poncelet (UDR)
(1976 27 ago - 29 mar 1977)
[Budget]
   
Christiane Scrivener (FNRI)
(1976 27 ago - 31 mar 1978)
[Consumo]
Ministri
Affari Esteri
Jean Sauvagnargues
(1974 29 mag - 26 ago 1976)
Louis de Guiringaud
(1976 27 ago - 29 nov 1978)
Segretari
Bernard Destremau (FNRI)
(1974 9 giu - 26 ago 1976)
Pierre-Christian Taittinger (FNRI)
(1976 27 ago - 26 set 1977)
 
Jean François-Poncet
(12 gen - 27 lug)
   
Economia e Finanze
Jean-Pierre Fourcade (FNRI)
(1974 29 mag - 26 ago 1976)
Segretari
Christian Poncelet (UDR)
(1974 9 giu - 26 ago 1976)
[Budget]
 
 
Christiane Scrivener
(12 gen - 26 ago)
[Consumo]
 
Attrezzature
Robert Galley (UDR)
(1974 29 mag - 26 ago 1976)
Jean-Pierre Fourcade (FNRI)
(1976 27 ago - 29 mar 1977)
Segretari
Jacques Barrot
(1974 9 giu - 29 mar 1977)
[Logistica]
 
Marcel Cavaillé (FNRI)
(1976 27 ago - 29 mar 1977)
[Trasporti]
Agricoltura
Christian Bonnet (FNRI)
(1974 29 mag - 29 mar 1977)
Segretari
Jean-François Deniau
(1975 31 gen - 12 gen 1976)
Pierre Méhaignerie
(12 gen - 29 mar 1977)
 
Jean Tiberi (UDR)
(12 gen - 26 ago)
[doppio incarico]
 
Giustizia
Jean Lecanuet (MR)
(1974 29 mag - 12 gen 1976)
 
Segretari
Hélène Dorlhac
(1974 9 giu - 26 ago 1976)
[Condizione penitenziaria]
 
Educazione nazionale
René Haby
(1974 29 mag - 31 mar 1978)
Segretari
Annie Lesur
(1974 9 giu - 12 gen 1976)
[Insegnamento prescolare]
   
Industria e Ricerca
Michel d'Ornano (FNRI)
(1974 29 mag - 29 mar 1977)
Segretari  
Jean Tiberi (UDR)
(12 gen - 26 ago)
[Industrie alimentari]
[doppio incarico]
Claude Coulais
(1976 20 dic - 29 mar 1977
Lavoro
Michel Durafour (CR)
(1974 29 mag - 26 ago 1976)
Christian Beullac
(1976 27 ago - 31 mar 1978)
Segretari
Paul Dijoud (FNRI)
(1974 22 lug - 29 mar 1977)
[Lavoratori immigrati]
 
Lionel Stoléru (RAD)
(12 gen - 29 mar 1977)
[Condizione dei lavoratori manuali]
Sanità
Simone Veil
(1974 29 mag - 29 mar 1977)
Segretari
René Lenoir
(1974 9 giu - 29 mar 1977)
[Azione sociale]
Difesa
Yvon Bourges (UDR)
(1975 31 gen - 2 ott 1980)
Segretari
Marcel Bigeard
(1975 31 gen - 4 ago 1976)
 
Cooperazione
Pierre Abelin (MR)
(1974 29 mag - 12 gen 1976)
Jean de Lipkowski (UDR)
(12 gen - 26 ago)
Robert Galley (UDR)
(1976 27 ago - 13 mag 1981)
Qualità della vita
André Jarrot (UDR)
(1974 29 mag - 12 gen 1976)
André Fosset
(12 gen - 26 ago)
Vincent Ansquer (UDR)
(1976 27 ago - 29 mar 1977)
Segretari
Paul Granet (1974 29 ott - 26 ago 1976)
[Environnement]
Paul Granet (en remplacement de Gabriel Péronnet) ??'
 
Pierre Mazeaud (UDR)
(1974 9 giu - 26 ago 1976)
[Gioventù e sport]
 
Gérard Ducray (FNRI)
(1974 9 giu - 12 gen 1976)
[Turismo]
Jacques Médecin (FNRI)
(12 gen - 26 ago)
[Turismo]
 
Commercio e Artigianato
Vincent Ansquer (UDR)
(1974 29 mag - 26 ago 1976)
Pierre Brousse (RAD)
(1976 27 ago - 29 mar 1977)
Commercio estero

Norbert Ségard
(UDR)
(1974 31 gen - 12 gen 1976)
Raymond Barre
(12 gen - 26 ago)
André Rossi (RAD)
(1976 27 ago - 31 mar 1978)
     
Relazioni con il Parlamento

Robert Boulin
(UDR)
(1976 27 ago - 29 mar 1977)
Segretari

Veterani combattenti

André Bord (UDR)
(1974 9 giu - 26 set 1977)
Poste e Telecomunicazioni
Aymar Achille-Fould
(1975 31 gen - 12 gen 1976)
Norbert Ségard (UDR)
(1976 12 gen - 5 nov 1980)
Trasporti
Marcel Cavaillé (FNRI)
(1974 9 giu - 26 ago 1976)
 
Cultura
Michel Guy
(1974 9 giu - 26 ago 1976)
Françoise Giroud (RAD)
(1976 27 ago - 29 mar 1977)
Università
Jean-Pierre Soisson (FNRI)
(1974 9 giu - 12 gen 1976)
Alice Saunier-Seïté (UDR)
(1976 12 gen - 10 gen 1978)
Dipartimenti e territori d'oltre mare
Olivier Stirn (UDR)
(1974 9 giu - 26 ago 1976)
 
-

1976
Gennaio
12
, altro rimpasto di governo;

Luglio
27
, altro rimpasto di governo;

Agosto
4
, altro rimpasto di governo;
26, il (I "governo Chirac") si dimette;

 





Remaniement du 12 janvier 1976
Ministre d’État, garde des Sceaux, ministre de la Justice : Jean Lecanuet (MR) (changement de titre)
Ministre de la Coopération : Jean de Lipkowski (UDR) (en remplacement de Pierre Abelin)
Ministre de la Qualité de la vie : André Fosset (en remplacement d’André Jarrot)
Ministre du Commerce extérieur : Raymond Barre (en remplacement de Norbert Ségard)
Secrétaire d’État aux Postes et télécommunications : Norbert Ségard (UDR) (en remplacement d’Aymar Achille-Fould)
Secrétaire d’État aux Universités : Alice Saunier-Seïté (UDR) (en remplacement de Jean-Pierre Soisson)
Secrétaire d’État auprès du Premier ministre (formation professionnelle) : Jean-Pierre Soisson (FNRI) (en remplacement de Paul Granet)
Secrétaire d’État auprès du ministre d’État, ministre de l’Intérieur : Pierre-Christian Taittinger
Secrétaire d’État auprès du ministre des Affaires étrangères : Jean François-Poncet
Secrétaire d’État auprès du ministre de l’Économie et des Finances (Consommation) : Christiane Scrivener
Suppression du poste de secrétaire d’État auprès du ministre de l’Éducation (Enseignement préscolaire) (Annie Lesur)
Secrétaire d’État auprès du ministre de l’Agriculture : Pierre Méhaignerie (en remplacement de Jean-François Deniau)
Secrétaire d’État auprès du ministre de la Qualité de la vie (environnement) : Paul Granet (en remplacement de Gabriel Péronnet)
Secrétaire d’État auprès du ministre de la Qualité de la vie (tourisme) : Jacques Médecin (FNRI) (chargé du Tourisme) (en remplacement de Gérard Ducray)
Secrétaire d’État auprès du ministre du Travail (condition des travailleurs manuels) : Lionel Stoléru (RAD)
Secrétaire d’État auprès du ministre de l’Agriculture et du ministre de l’Industrie et de la Recherche (Industries alimentaires) : Jean Tiberi (UDR)

Remaniement du 27 juillet 1976
Suppression du poste de Secrétaire d’État auprès du ministre des Affaires étrangères (Jean François-Poncet)

Remaniement du 4 août 1976
Suppression du poste de Secrétaire d’État auprès du ministre de la Défense (Marcel Bigeard)

Démission
La démission de ce gouvernement est publiée au JO du 26 août 1976.

Féminisation du gouvernement
Le gouvernement compte six femmes ministres, dont quatre à sa nomination :

Simone Veil, ministre de la Santé ;
Françoise Giroud, secrétaire d'État chargée de la Condition féminine ;
Hélène Dorlhac, secrétaire d’État à la Condition pénitentiaire ;
Annie Lesur, secrétaire d’État à l'Enseignement périscolaire ;
Puis deux nommées plus tard :

Alice Saunier-Seïté, secrétaire d'État aux Universités ;
Christiane Scrivener, secrétaire d’État à la Consommation.

Governo Barre I, in carica dal 17 agosto 1976 al 29 marzo 1977;
Governo Barre II, in carica dal 29 marzo 1977 al 31 marzo 1978;
Governo Barre III, in carica dal 31 marzo 1978 al 13 maggio 1981.
Cet article présente la composition du gouvernement français sous le Premier ministre Raymond Barre du 25 août 1976 au 29 mars 1977, pendant la présidence de Valéry Giscard d'Estaing (1974-1981). Il s’agit du premier gouvernement de Raymond Barre.

Le premier gouvernement Raymond Barre est le 12e gouvernement de la Ve République française.

Sommaire [masquer]
1 Composition initiale
1.1 Ministres
1.2 Ministre délégué
1.3 Secrétaires d'État
2 Nomination du 20 décembre 1976
3 Démission
4 Féminisation du gouvernement
5 Lien externe
Composition initiale
La nomination du Premier ministre est publiée au J.O. du 26 août 1976 et celles des membres du Gouvernement au J.O. du 28 août 1976.

Ministres
Premier ministre, ministre de l'Économie et des Finances : Raymond Barre
Ministre d’État, Garde des Sceaux, ministre de la Justice : Olivier Guichard (UDR)
Ministre d’État, ministre de l’Intérieur : Michel Poniatowski (FNRI)
Ministre d’État, chargé du Plan et de l’Aménagement du territoire : Jean Lecanuet (CDS)
Ministre des Affaires étrangères : Louis de Guiringaud
Ministre de la Défense : Yvon Bourges (UDR)
Ministre de l'Éducation : René Haby
Ministre de la Coopération : Robert Galley (UDR)
Ministre de l'Équipement : Jean-Pierre Fourcade (FNRI)
Ministre chargé des Relations avec le Parlement : Robert Boulin (UDR)
Ministre de l’Agriculture : Christian Bonnet (FNRI)
Ministre du Travail : Christian Beullac
Ministre de la Santé : Simone Veil
Ministre de l’Industrie et de la Recherche : Michel d'Ornano (FNRI)
Ministre de la Qualité de la vie : Vincent Ansquer (UDR)
Ministre du Commerce et de l’Artisanat : Pierre Brousse (RAD)
Ministre du Commerce extérieur : André Rossi (RAD)

Ministre délégué
Ministre délégué auprès du Premier ministre, chargé de l’Économie et des Finances : Michel Durafour (RAD)

Secrétaires d'État
Secrétaire d’État aux Postes et Télécommunications : Norbert Ségard
Secrétaire d’État aux Anciens combattants : André Bord (UDR)
Secrétaire d’État à la Culture : Françoise Giroud (RAD)
Secrétaire d’État aux Universités : Alice Saunier-Seité
Secrétaire d’État auprès du Premier ministre, chargé de la Fonction publique : Maurice Ligot (CNIP)
Secrétaire d’État auprès du Premier ministre : Antoine Rufenacht (UDR)
Secrétaire d’État auprès du ministre d’État, ministre de l’Intérieur (départements et territoires d’outre-mer) : Olivier Stirn (UDR)
Secrétaire d’État auprès du ministre des Affaires étrangères : Pierre-Christian Taittinger (FNRI)
Secrétaire d’État auprès du ministre délégué à l’Economie et aux Finances, chargé du Budget : Christian Poncelet (UDR)
Secrétaire d’État auprès du ministre délégué à l’Economie et aux Finances, chargé de la Consommation : Christiane Scrivener (FNRI)
Secrétaire d’État auprès du ministre de l’Equipement, chargé des Transports : Marcel Cavaillé (FNRI)
Secrétaire d’État auprès du ministre de l’Equipement, chargé du Logement : Jacques Barrot (CDS)
Secrétaire d’État auprès du ministre de l’Agriculture : Pierre Méhaignerie (CDS)
Secrétaire d’État auprès du ministre du Travail, chargé des Travailleurs immigrés : Paul Dijoud (FNRI)
Secrétaire d’État auprès du ministre du Travail, à Condition des travailleurs manuels : Lionel Stoléru (RAD)
Secrétaire d’État auprès du ministre de la Santé, chargé de l'Action sociale : René Lenoir

Nomination du 20 décembre 1976
Secrétaire d’État auprès du ministre de l’Industrie et de la Recherche : Claude Coulais
Démission
La démission de ce gouvernement est publiée au JO du 30 mars 1977. Raymond Barre est reconduit dans ses fonctions de Premier ministre et forme le gouvernement Raymond Barre 2.

Féminisation du gouvernement
Le gouvernement compte quatre femmes ministres : Simone Veil, ministre de la Santé, Françoise Giroud, secrétaire d'État à la Culture, Alice Saunier-Seité, secrétaire d'État aux Universités et Christiane Scrivener, secrétaire d’État à la Consommation).

 

 






1976
Elisabetta II
Albero genealogico
(n. 1926)
figlia di Giorgio VI e di Elisabeth Bowes-Lyon [Queen Mum];
1947-52, duchessa di Edimburgo;
1953 (2 giugno) regina di Gran Bretagna e d'Irlanda del Nord, capo del Commonwealth;
Primo ministro,
Primo lord del Tesoro
[Prime Minister, First Lord of the Treasury]
H. Wilson laburista
(1974 4 mar - 5 apr 1976)
J. Callaghan laburista
(5 apr - 4 mag 1979)
Cancelliere dello Scacchiere
[Chancellor
of the Exchequer
]
 
Segretari di Stato
 
Affari Esteri e Commonwealth
 
Difesa
Affari Interni
Roy Jenkins
(1974-1976)
 
Giustizia    
Colonie
 
Affari economici
Carburanti
ed Energia
 
Commercio estero
 
Sanità
 
Edilizia
 
[dal novembre del 1974 l'IRA è fuori legge nell'Irlanda del Nord, nella Repubblica d'Irlanda e in Gran Bretagna]

1976
Aprile
J. Callaghan sostituisce H. Wilson nella carica di primo ministro;

ALF
(Animal Liberation Front)

1976, Inghilterra, nasce questo gruppo clandestino che attraverso l'azione diretta pratica la liberazione degli animali ed il sabotaggio di laboratori che utilizzano la vivisezione, di allevamenti intensivi, di pelliccerie. Privo di una qualsiasi organizzazione gerarchica, nei documenti unisce la liberazione animale a quella umana e dell'ambiente. 
Molti saranno i sabotaggi firmati ALF.



1976
-

1976
-

a




1976
- Presidente
gen. Antonio dos Santos Ramalho Eanes
(1975 apr - 1985)
[PRD (Partito rinnovatore democratico)]
- Presidente del consiglio
M. Soares
(1975 apr - 1978)
[Partito socialista]
 

1976
nel corso dell'anno M. Soares limita la portata di talune nazionalizzazioni del periodo gonçalvista, rinsalda i legami con il blocco occidentale e avvia una politica di graduale liberalizzazione interna;
la gestione socialista si dimostra tuttavia incapace di rimediare ai nuovi squilibri economici e sociali maturati nel biennio precedente (in particolar modo l'inflazione e la disoccupazione ora giunta a 400.000 unità e aggravata dall'afflusso dei profughi delle ex colonie africane) e soprattutto di procedere a una decisa riforma agraria;

Febbraio
mezzo milione di coloni (bianchi) profughi dall'Angola e dal Mozambico sono rimpatriati in Portogallo con l'aiuto di aerei sudafricani della RAF, della Germania Occidentale e delle linee scandinave.
[Tutta la sinistra portoghese è colpevole di non essersi opposta al ritorno dei coloni razzisti che sono stati parte integrante della base sociale su cui si è fondato per cinquant'anni il solido regime di Salazar, e sono legati da rapporti sociali o personali a tutte le classi portoghesi.]

Ottobre
il ministro dell'agricoltura L. Cardoso e altri quattro deputati si dimettono dal Partito socialista;

Novembre
alle elezioni amministrative si assiste ad una flessione del Partito socialista;

Dicembre
alle elezioni legislatvie viene confermata la flessione del Partito socialista;

L'Indonesia ha annesso il territorio portoghese di Timor Orientale, facendone una propria provincia; per tutti gli anni '80 Lisbona avrà rapporti tesi con l'Indonesia.


1976
don Juan Carlos
Albero genealogico

(Roma 1938)
figlio di don Juan di Borbone e di Maria Mercedes di Borbone-Napoli;
1969, viene designato dal dittatore F. Franco Bahamonde [el Caudillo] a succedergli "a titolo di re";
- re di Spagna;
[da Novembre 1975]

 
- Primo ministro
Carlos Arias Navarro
(1975 12 dic - 1 lug 1976)
[primo governo pre-costituzionale nominato da Juan Carlos]
Adolfo Suárez González
I
(1976 3 lug - 14 giu 1977)
[UCD (Unión de Centro Democrático)]
Governo di transizione
1976
dopo il referendum che ha approvato a larga maggioranza una riforma politica, il paese si avvia verso la trasformazione delle sue istituzioni in senso democratico e pluralistico;

Aprile
6
, in seguito ad un'evasione con altri 28 detenuti politici dal carcere di Segovia, Oriol Solé Sugranyes, militante libertario del MIL e compagno di Salvador Puig Antich viene ucciso dalla Guardia civil nei pressi della frontiera franco-spagnola;










1976
Repubblica Italiana
Presidente
della Repubblica
Giovanni Leone (Dc)
(1971 29 dic - 15 giu 1978)
VI Legislatura 1972 25 mag - 4 lug 1976
VII Legislatura
1976
5 lug - 19 giu 1979
Presidente
della Camera
S. Pertini (Psi)
(1968 5 giu - 4 lug 1976)
P. Ingrao (Pci)
(1976 5 lug - 19 giu 1979)
Presidente del Senato Giovanni Spagnolli (Dc) 
(1973 27 giu - 4 lug 1976)
A. Fanfani (Dc) 
(1976 5 lug - 1° dic 1982)
Presidenti
del Consiglio
A. Moro (Dc) IV
(1974 23 nov - 12 feb 1976)
A. Moro (Dc) V
(12 feb - 29 lug)
G. Andreotti (Dc) III
(1976 29 lug - 11 mar 1978
Vice-presidente U. La Malfa (Pri)
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
 
Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Angelo Salizzoni (Dc)
(1974 23 nov - 29 lug 1976)

G. Carta (Dc)
(feb - apr 1976)
[sottosegretario]

o

Angelo Salizzoni (Dc)
(1974 23 nov - 29 lug 1976)

F. Evangelisti
(Dc)
(1976 29 lug - 31 mar 1979)
[Segretario]
Interno
L. Gui (Dc)
(1974 23 nov - 12 feb 1976)
F. Cossiga (Dc)
(12 feb - 29 lug)
[il 12 è stato ministro ad interim A. Moro]
F. Cossiga (Dc)
(1976 29 lug - 11 mag 1978)
Sottosegretari G. Zamberletti (Dc)
(1974 23 nov - 15 set 1977)
Girolamo La Penna
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
C. Darida (Dc)
(1976 29 lug - 14 gen 1980)
Decio Scardaccione
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
Nicola Lettieri (Dc)
(1976 29 lug - 14 gen 1980)
Affari
Esteri 
M. Rumor (Dc)
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
A. Forlani (Dc)
(1976 29 lug - 31 mar 1979)
Sottosegretari Adolfo Battaglia
(1974 23 nov - 12 feb 1976)
  F. Foschi (Dc)
(1976 29 lug - 20 mar 1979)
Francesco Cattanei
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
L. Radi (Dc)
(1976 29 lug - 20 mar 1979)
L. Granelli (Dc)
(1973 7 lug - 29 lug 1976)
 
Difesa
A. Forlani (Dc)
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
V. Lattanzio (Dc)
(1976 29 lug - 18 set 1977)
Sottosegretari L. Radi (Dc)
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
Giuseppe Caroli
(1976 29 lug - 31 mar 1979)
Onorio Cengarle
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
Carlo Pastorino
(1976 29 lug - 11 mar 1978)
Luigi Dalvit
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
Amerigo Petrucci
(1976 29 lug - 1° dic 1982)
Marina
mercantile
G. Gioia (Dc)
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
F. Fabbri (Dc)
(1976 29 lug - gen 1977)
Sottosegretari G. Carta (Dc)
(1974 23 nov - 12 feb 1976)
   
Primo Lucchesi
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
 
Finanze
B. Visentini (Pri)
(1974 23 nov - 12 feb 1976)
G. Stammati
(12 feb - 29 lug)
F.M Pandolfi (Dc)
(1976 29 lug - 11 mar 1978)
Sottosegretari Giuseppe Cerami
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
Giuseppe Azzaro
(1976 29 lug - 31 mar 1979)
Luigi Michele Galli
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
Carmelo Santalco
(1976 29 lug - 11 mar 1978)
F.M Pandolfi (Dc)
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
Rodolfo Tambroni Armaroli (Dc)
(1976 29 lug - 31 mar 1979)
Tesoro
E. Colombo (Dc)
(1974 14 mar - 29 lug 1976)
G. Stammati (Dc)
(1976 29 lug - 11 mar 1978)
Sottosegretari L. Abis (Dc)
(1974 23 nov - 11 mar 1978)
F. Fabbri (Dc)
(1972 26 giu - 29 lug 1976)
Renato Corà
(1976 29 lug - 31 mar 1979)
Antonio Mario Mazzarrino
(1974 23 nov - 20 mar 1979)
Bilancio e Programmazione economica
G. Andreotti (Dc)
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
+ Interventi straordinari Mezzogiorno
T. Morlino (Dc)
(1976 29 lug - 20 mar 1979)
[del. Regioni]
Sottosegretari Salvatore Lima (Dc)
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
Vincenzo Scotti
(1976 29 lug - 11 mar 1978)
Industria, Commercio e Artigianato
C. Donat Cattin (Dc)
(1974 23 nov - 25 nov 78)
Sottosegretari Egidio Carenini
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
G. Carta (Dc)
(1976 29 lug - 11 mar 1978)
Adolfo Nino Cristofori
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
Enzo Erminero
(1976 29 lug - 11 mar 1978)
Lavoro e
Previdenza sociale
M. Toros (Dc)
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
Tina Anselmi (Dc)
(1976 29 lug - 11 mar 1978)
[I volta di una donna]
Sottosegretari Tina Anselmi (Dc)
(1974 14 mar - 29 lug 1976)
Adolfo Nino Cristofori
(1976 29 lug - 20 mar 1979)
Manfredi Bosco
(1974 23 nov - 11 mar 1978)
Alberto Del Nero
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
Francesco Smurra
(1976 29 lug - 11 mar 1978)
  Baldassarre Armato
(1976 29 lug - 11 mar 1978)
Manfredi Bosco
(1974 23 nov - 11 mar 1978)
Commercio
estero
C. De Mita (Dc)
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
R. Ossola
(1976 29 lug - 79)
Sottosegretari Ignazio Vincenzo Senese
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
Luigi Michele Galli
(1976 29 lug - 11 mar 1978)
Agricoltura e foreste
G. Marcora (Dc)
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
G. Marcora (Dc)
(1976 29 lug - set 1980)
Sottosegretari Arcangelo Lo Bianco
(1974 14 mar - 11 mar 1978)
Carlo Felici
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
Roberto Mazzotta
(1976 29 lug - 24 feb 77)
Lavori
Pubblici
P. Bucalossi (Pri)
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
P.A. Gullotti (Dc)
(1976 29 lug - 11 mar 1978)
Sottosegretari Gianaldo Arnaud (Dc)
(1973 7 lug - 29 lug 1976)
La Forgia
(1976 29 lug - 11 mar 1978)
  Guglielmo Nucci
(12 feb - 29 lug)
Pietro Padula
(1976 29 lug - 20 mar 1979)
Pubblica Istruzione
F.M. Malfatti (Dc)
(1973 7 lug - 29 lug 1976)
F.M. Malfatti (Dc)
(1976 29 lug - 11 mar 1978)
Sottosegretari Francesco Smurra (Dc)
(1973 7 lug - 29 lug 1976)
Carlo Buzzi
(1976 29 lug - 11 mar 1978)
Giorgio Spitella
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
F. Falcucci (Dc)
(1976 29 lug - 1° dic 1982)
Giacinto Urso
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
Giovanni Del Rio
(1976 29 lug - 11 mar 1978)
Poste e Telecomunicazioni
G. Orlando (Dc)
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
V. Colombo (Dc)
(1976 29 lug - 11 mar 1978)
Sottosegretari Giuseppe Fracassi
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
Giuseppe Antonio Dal Maso
(1976 29 lug - 31 mar 1979)
  Elio Tiriolo
(1976 29 lug - 31 mar 1979)
Partecipazioni statali
A. Bisaglia (Dc)
(1974 23 nov - 4 ago 1979)
 
Sottosegretari A. Gunnella (Pri)
(1974 23 nov - 12 feb 1976)
  Francesco Bova
(1976 29 lug - 11 mar 1978)
Francesco Bova
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
Angelo Castelli
(1976 29 lug - 11 mar 1978)
Trasporti
M. Martinelli (Dc)
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
Trasporti e Marina mercantile

A. Ruffini (Dc)
(1976 29 lug - 18 set 1977)
Sottosegretari Giuseppe Sinesio
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
Franco Fontana
(1976 29 lug - 11 mar 1978)
Costante Degan
(1974 23 nov - 4 apr 1980)
Grazia
e Giustizia
O. Reale (Pri)
(1974 23 nov - 12 feb 1976)
F. P. Bonifacio
(12 feb - 29 lug)
F.P. Bonifacio
(1976 29 lug - 20 mar 1979)
Sottosegretari Renato Dell'Andro
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
Renato Dell'Andro
(1976 29 lug - 20 mar 1979)
    Edoardo Speranza
(1976 29 lug - 31 mar 1979)
Sanità
P.A. Gullotti (Dc)
(1974 23 nov - 12 feb 1976)
L. Dal Falco (Dc)
(1976 12 feb - 11 mar 1978)
Sottosegretari Franco Foschi (Dc)
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
Ferdinando Russo
(1976 29 lug - 11 mar 1978)
Biagio Pinto
(1974 23 nov - 12 feb 1976)
  Giuseppe Zurlo
(1976 29 lug - 24 feb 1977)
Turismo e spettacolo
A. Sarti (Dc)
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
D. Antoniozzi (Dc)
(1976 29 lug - 11 mar 1978)
Sottosegretari Antonino Drago
(1974 23 nov - 29 lug 1976)
Carlo Sangalli
(1976 29 lug - 11 mar 1978)
Beni culturali e ambientali
G. Spadolini (Pri)
(1974 14 dic - 12 feb 1976)
M. Pedini (Dc)
(1976 12 feb - 11 mar 1978)
[del. Ricerca scientifica]
Sottosegretari Alberto Spigaroli
(1974 14 dic - 29 lug 1976)
Giorgio Postal
(1976 29 lug - 31 mar 1979)
  Giorgio Spitella
(1976 29 lug - 31 mar 1979)
Ministri senza portafoglio
Coordinamento delle iniziative per la ricerca scientifica e tecnologica
Mario Pedini (Dc)
(1974 23 nov - 12 feb 1976)
   

Organizzazione della pubblica amministrazione

F. Cossiga (Dc)
(1974 23 nov - 12 feb 1976)

Organizzazione della pubblica amministrazione e delle regioni

T. Morlino (Dc)
(12 feb - 29 lug)

 
Problemi relativi alle regioni
T. Morlino (Dc)
(1974 23 nov - 12 feb 1976)
 
Interventi straordinari
per il Mezzogiorno
   

C. De Mita (Dc)
(1976 29 lug - 20 mar 1979)

 

Repubblica Italiana

Gennaio
5
, dopo aver scelto «una diversa azione sovversiva» – invece del classico golpe militare di destra – gli inglesi cercano alleati negli Usa per la loro offensiva finale.
L'ambasciatore britannico a Washington, sir Peter Ramsbotham, incontra il governatore del Texas, John Connally, per sapere che impressione ha ricavato dal suo recente viaggio in Italia.
[Ex democratico passato ai repubblicani e ora esponente degli ambienti più conservatori americani, John Connally ha appena compiuto un viaggio segreto in Italia.]
John Connally si dice «molto preoccupato» per la crescita del Pci: «Il deterioramento della situazione» a Roma «mette in pericolo tutto il teatro mediterraneo».
Sir Peter Ramsbotham lo invita parlarne con Henry Kissinger, segretario di Stato Usa, e a mettersi in contatto con il ministro degli Esteri inglese Jim Callaghan.
15, a Londra due funzionari del Foreign Office, Bernard Donoughue e Tom McNally, incontrano Helmut Sonnenfeldt – il più stretto collaboratore di Henry Kissinger – consigliere del Dipartimento di Stato. L'americano spiega che il suo governo non ritiene che «il compromesso storico sia inevitabile in Italia ed è totalmente contrario alla partecipazione dei comunisti al governo».
Per evitare che ciò accada, confida nell'intervento del presidente dell'Internazionale socialista, il tedesco W. Brandt, per indurre il Psi a riprendere la collaborazione con la Dc. L'alleanza Dc-Psi è l'unica possibilità di bloccare i comunisti. Gli Usa, aggiunge, stanno facendo tutto il possibile per «influenzare la Dc» e «incoraggiare le nuove personalità del partito».

16 Padova, il ventenne Giuliano Carbone, militante della sinsitra extraparlamentare, viene aggredito e accoltellato da un gruppo di neofascisti.
18, Milano, viene nuovamente arrestato Renato Curcio, capo delle Br, evaso dal carcere di Casale Monferrrato il 18 febbraio 1975, con l'aiuto della moglie Margherita Cagol). Viene arrestata anche Nadia Mantovani, ventisettenne studentessa di medicina, complice delle Br. Lo stesso mese, sul settimanale «L'Espresso» – a firma Roberto Fabiani – si legge che la CIA dispone di un campo di addestramento per agenti speciali situato in Sardegna in un luogo «inviolabile».
23, Roma, in un memorandum per il Foreign Office, l'ambasciatore britannico, Guy Millard, concede a E. Berlinguer l'onore delle armi:
«È una delle migliori carte del Pci. A differenza di molti politici italiani, è una figura attraente. Ispira fiducia con un'oratoria non pretenziosa e con una sincerità evidente. Le cose che dice sono credibili e, come altri leader comunisti italiani, le espone in maniera plausibile».
Tuttavia non si fida:
«Ritengo che non sarebbe difficile dimostrare che molte delle cose affermate dal Pci sono già state dette in passato da altri partiti comunisti, che hanno poi detto e fatto l'esatto contrario».

Febbraio
10
, in un editoriale, intitolato West Europe's Communists, Edward Mortimer, un giornalista del «Times», esprime opinioni positive sul Pci, scatenando la collera dei vertici della politica e della diplomazia britanniche.
11-13, secondo B.G. Cartledge, alto funzionario del Foreign Office, i proclami dei comunisti italiani sul rispetto delle regole del «pluralismo politico» sono «totalmente fraudolenti».
Nello stesso tempo Martin Morland (IRD, Roma) scrive al Foreign Office e all''IRD di Londra lamentando che i giornali italiani «criticano aspramente» e con frequenza crescente i partiti di governo, ma «raramente il Pci».
12, Canazei (Trento), un ordigno a elevato potenziale danneggia la locale caserma dei Carabinieri.
23, John Killick, rappresentante permanente britannico presso la Nato, a Bruxelles, dopo essersi chiesto quali conseguenze comporterebbe per l'Alleanza atlantica un'eventuale ascesa del Pci al potere in Italia, scrive in un memorandum inviato al suo governo che l'Italia partecipa alle strutture di comando, occupa una posizine geostrategica decisamente importante sul fianco Sud e ha un ruolo rilevante nelle consultazioni politiche tra i paesi alleati.
Se l'Italia accogliesse nel governo un partito «che condivide l'ideologia che sta alla base del patto di Varsavia», cioè il nemico diretto, per la Nato si tratterebbe di «una sfida molto grave», e si «creerebbe un immediato problema per la sicurezza». Perchè i segreti sensibili non sarebbero più protetti e finirebbero inevitabilmente per essere rivelati ai sovietici. E poiché E. Berlinguer non punta al ritiro dell'Italia dal Patto atlantico, la presenza all'interno della Nato di una quinta colonna sovietica renderebbe la situazione addirittura «paradossale» e «ancora più spinosa».
L'unico modo per «preservare la sicurezza delle informazioni top secret sarebbe di negarne l'accesso agli italiani in maniera assoluta».
Ancora più efficace sarebbe «una netta amputazione dell'Italia dall'alleanza», cioè l'espulsione dalla Nato dell'Italia «semicomunista».
25, Roma, Peter Nichols, corrispondente del «Times», ha stabilito un buon rapporto personale con E. Berlinguer e ha scritto alcuni articoli tutt'altro che critici sulla sua «diversità».
Il Foreign Office va ovviamente su tutte le furie per l'immagine troppo positiva del Pci da lui descritta.

Marzo
3
, David Goodal (Foreign Office), allarmato per le falle che si stanno aprendo nella stampa, convoca al ministero per una bella strigliata Edward Mortimer, il giornalista del «Times» (vedi febbraio) esortandolo a non dare più «un'immagine di rispettabilità socialdemocratica» del Pci.
Il giornalista si giustifica dicendo di esser stato influenzato dall'idea che il partito di E. Berlinguer «fosse il partito del futuro», e poi dal discorso pronunciato qualche settimana prima alla Chatham House di Londra dal più anglofilo dei dirigenti comunisti italiani, Giorgio Napolitano.
Per il Foreign Office il modello a cui la stampa britannica deve ispirarsi è quello del settimanale «The Economist» che, proprio a ridosso dell'incotnro con l'editorialsta del «Times» pubblica un lungo articolo sulla situazione italiana, in cui il Pci viene dipinto esattamente come vorrebbero gli uffici della propaganda dei servizi inglesi.
E infatti A. Campbell, un alto funzionario del ministero degli Esteri, in un messaggio all'ambasciatore in Italia, Guy Millard, scrive che quell'articolo è in parte «il frutto degli sforzi dell'IRD» di Londra.
3-7, Roma, XL Congresso nazionale del Psi;
5, Roma, l'ambasciatore inglese Guy Millard scrive una lettera ai capi della diplomazia londinese:
«Il tempo ormai scarseggia: gli eventi potrebbero portare i comunisti ad avvicinarsi al governo, se non proprio a entrarvi, prima delle elezioni politiche di giugno. […]
Il Pci desidera arrivare al potere con delicatezza e in modo impercettibile (per quanto possibile). I comunisti sono molto bravi a convincere gli italiani che la conquista del potere sarà indolore nonché inevitabile
».
8, Roma, l'ambasciatore inglese Guy Millard invia a Londra un secondo memorandum:
«Sono sempre meno le persone convinte che il Pci debba rimanere fuori dal governo. […]
L'istinto primordiale della politica italiana, che consiste nell'approdare sempre a una qualche forma di compromesso, sta producendo un effetto dirompente. […]
Di recente, l'influente direttore di un quotidiano ha messo al corrente il console britannico di Firenze della dettagliata discussione, avvenuta lo scorso 22 febbraio fra Andreatta (consigliere eocnomico di Moro) e il sindaco di Bologna
[Renato Zangheri] un comunista di spicco, a proposito delle possibili forme di cooperazione economica tra il Pci e la Dc. […]
Il compromesso storico diventa un'idea più minacciosa
».
[Anche se non si conosce il nome dell' «influente» giornalista che ha consegnato il dettagliato resoconto del colloquio tra B. Andreatta e Renato Zangheri al console di Firenze, non si può fare a meno di notare che a Firenze il quotidiano più importante è «La Nazione» di cui è direttore Domenico Bartoli, vecchio agente della "Franchi", ex firma del «Corriere della Sera».]
9, l'ambasciatore inglese Guy Millard scrive di aver incontrato F.M. Malfatti, ministro della Pubblica Istruzione, il quale gli ha riferito che il compromesso storico «punta segretamente a un solo obiettivo: spaccare la Dc». Questi ha poi stigmatizzato «il deplorevole atteggiamento degli intellettuali, i cui incessanti attacchi alla Dc minacciano di far crollare tutto il il sistema. Si stanno scavando la fossa con le loro mani. Mastronianni [l'attore Marcello Mastroianni] ad esempio, non è comunista ma ha comportamenti da radical chic, come molta gente del mondo del cinema».
Questo stesso giorno, Richard Sykes, del Foreign Office, scrive a Paul Holmer, membro della delegazione inglese alla Nato: «Manteniamo contatti assidui con il nostro minsitero della Difesa». E aggiunge che su esplicita richiesta del suo responsabile, Arthur Hockaday, esaminerà a breve la situazione italiana «in via preliminare».
11, cena fra l'ambasciatore inglese Guy Millard e Fausto de Luca, ex cronista de «La Stampa», ora notista politico del quotidiano «La Repubblica» – appena fondato da Carlo Caracciolo ed Eugenio Scalfari – punto di riferimento dell'intellighenzia radical chic.
Stando al resoconto, poi inviato a Londra, del cronista italiano, i democristiani sono in preda a istinti sia «omicidi» che «suicidi», mentre il governo in carica (presieduto da A. Moro) non è nient'altro che un «cadavare». Quanto al Pci, è terrorizzato dall'idea che la Dc «possa disintegrarsi», perché, se i comunisti dovessere diventare il nuovo perno del sistema politico, ci sarebbe «un golpe di destra». E i comunisti, egli aggiunge, «sono persone intelligenti e ben informate».
12, il secondo segretario dell'ambasciata italiana a Londra, Giuseppe Mistretta, parla al telefono con un funzionario del Foreign Office, M.J. Stoppard. Gli dice, sconsolato, che in Italia c'è un clima di «rassegnazione» e «depressione», perché non sembra esserci alternativa alcuna a questo benedetto compromesso storico.
17, cena fra l'ambasciatore inglese Guy Millard e G. Spadolini, senatore del Pri. Vi partecipa anche Giuseppe Petrilli, presidente dell'IRI.
G. Spadolini dice: «Ora i comunisti fanno virtualmente parte della maggioranza. Moro, di fatto, non è più in carica e lo Stato ha perso autorità. […]
Il sistema politico italiano si sta sbriciolando. Le conseguenze internazionali dell'ingresso del Pci nel governo italiano sarebbero disastrose. Il 40% della polizia sarebbe pronto a partecipare a un golpe di sinistra: è questa una delle principali minacce alla sicurezza dello Stato. I carabinieri, invece, non sono affidabili
».
Nel resoconto inviato a Londra, l'ambasciatore scrive: «Il clima del nostro incontro è stato cupo, quasi senza speranza. Per non dire prossimo al panico».
18-23, Roma, XIII° Congresso nazionale della Dc;

19, Padova, incidenti a conclusione di una manifestazione. Alcune molotov vengono lanciate contro la Polizia.
Cinque le persone arrestate e numerosi feriti.

22, l'ambasciatore inglese negli Stati Uniti, Peter Ramsbotham, scrive a Richard Sykes (Foreign Office): «Qualsiasi iniziativa dovessimo decidere di mettere in campo, è destinata a rivelarsi insoddisfacente. Anche il Dipartimento di Stato Usa è giunto alla medesima conclusione».

Aprile
9, Città del Vaticano, l'ambasciata inglese, dopo aver ricevuto da mons. Ferraioli la conferma che il Vaticano «continua a essere fortemente contrario a un'alleanza tra la Dc e il Pci», sonda anche gli umori della "periferia".
Dugald Malcolm si reca a Venezia per un colloquio con il patriarca Albino Luciani. Il diplomatico riferisce a Londra che l'incontro è stato «interessante e persino alquanto soprendente». Sembra che il patriarca abbia assunto una posizione incline alla catastrofe. Il pariarca è ossessionato dal fatto che i comunisti «continuano a vincere e, dalle sue parole, si capisce che non si fermeranno».
Comunque congeda l'ambasciatore con una nota ottimistica: «Siamo nelle mani di Dio, che sono comunque buone mani».

11-12
, Scandalo delle tangenti pagate da Bp e Shell ad aziende petrolifere e a partiti politici italiani e di molti altri paesi. [vedi]
12, Roma, l'ambasciatore inglese Guy Millard incontra il suo collega Usa, John Volpe. Questi, riferendosi ad A. Moro dice: «È un pessimista troppo incline a dire che il compromesso storico sia un evento inevitabile». È anche convinto però che sarà la stessa Dc a evitare il peggio, «malgrado le ambiguità di Moro».
Ovviamente, occhi e orecchi dell'intelligence britannica sono costantemente puntati su Mosca. Gli inglesi sperano, infatti, che sia proprio l'Urss, contrario alla politica di E. Berlinguer, a bloccare il Pci.
14, a Londra, scartata definitivamente l'ipotesi di un'espulsione dell'Italia dalla Nato – avrebbe come effetto un suo avvicinamento al movimento dei "Non allineati" e alle posizioni della Jugoslavia di Tito, rischiando così che la presenza sovietica nell'area del Mediterraneo diventi insostenibile – si svolge una riunione estremamente delicata e, naturalmente, top secret.
Vi partecipano una quindicina di funzionari di alto rango del Foreign Office e della Difesa ed è presieduta da A. Campbell.
Sul tavolo ci sono due rapporti:
- un aggiornamento del memorandum scritto un paio di settimane prima da David Beattle, «In che misura il Pci è prossimo al potere?»; scontata la risposta: la situazione italiana è ormai prossima alla catastrofe;
- il rapporto elaborato da B. Crowe, del Planning Staff del ministero degli Esteri: «L'Italia e i comunisti: opzioni per l'Occidente». Cioè le azioni concrete per impedire la catastrofe.
[È un documento di 19 pagine, diviso in due sezioni. Nella prima, di 25 paragrafi, – intitolata "Che cosa possiamo fare per impedire al Pci di conquistare una parte del potere politico? – si elencano diverse opzioni:
- finanziare i partiti non comunisti;
- minare la credibilità del Pci;
- allertare l'Italia, l'Europa e la Nato del pericolo incombente;
- ammonire i russi.
Il paragrafo 21 ha un titolo inquietante: Un possibile colpo di stato.
A questo memorandum è allegato anche un altro documento: «Possibili opzioni aperte alla Nato e alla Cee nell'eventualità che il Pci entri nel governo italiano». Le option sono cinque:
1 - ipotesi di lasciare tutto com'é (soluzione impraticabile);
2 - aggiustamenti operativi (misure per salvaguardare i segreti Nato, impedendone l'accesso agli italiani);
3 - persuasione di tipo economico e politico;
4 - intervento sovversivo o militare contro il Pci:
«Questa opzione copre una serie di possibilità: dalle operazioni di basso profilo (come quelle previste dall'IRD) al supporto attivo alle forze democratiche (finanziario o di altro tipo), con l'obiettivo di dirigere l'intervento a sostegno di un colpo di stato incoraggiato dall'esterno».
5 - esplusione dell'Italia dal'Alleanza atlantica (soluzione già scartata).
Nella riunione non viene presa alcuna decisione.
Presto, comunque, A. Campbell sarà nominato ambasciatore a Roma (vi resterà dal dicembre 1976 al 1979).]
15, A. Campbell scrive all'ambasciatore a Roma, Guy Millard, allegando alla lettera i due memorandum (i tempi dell'ascesa al potere da parte del Pci e le opzioni per impedirla). Egli preannuncia un incontro imminente tra il segretario di Stato americano Henry Kissinger e il nuovo ministro degli Esteri britannico Anthony Crosland: «Sarà l'occasione di comunicargli alcune nostre idee sulla situazione italiana». Riferendosi al punto 4 del secondo memorandum scrive, mentendo. «Non ricordo di aver visto alcun rapporto dell'intelligence su questa possibilità, o di aver preso parte ad alcuna discussione in merito».

17, bombe e molotov vengono lanciate contro caserme dei Carabinieri in molte città italiane, tra cui Pordenone.
19, Legnago (Verona), di notte, un gruppo di neofascisti devasta la locale sezione del Pci.
22, dopo che i due memorandum inglesi, inviati nel frattempo all'ambasciata di Washington, sono stati trasmessi al responsabile del desk sull'Europa Occidentale del Dipartimento di Stato Usa, Robert Barbour, questi, a stretto giro, fa sapre che il suo governo ritiene improbabile un ingresso diretto del Pci nel governo italiano dopo le elezioni di giugno. In ogni caso gli Stati Uniti escludono «ogni misura di intervento militare in Italia». E tantomeno puntano su un golpe di destra, che ritengono «improbabile», a meno che non si verifichi un altrettanto improbabile «golpe di sinistra, sullo stile del colpo di stato cecoslovacco del 1948».
[Saliti al potere attraverso libere elezioni, i comunisti cecoslovacchi si sbarazzarono degli alleati di governo e instaurarono una "democrazia popolare". Gli americani sanno bene però, come gli inglesi, del resto, che quel colpo di mano fu possibile perché, durante la conferenza di Jalta fra le potenze vincitrici, la Cecoslovacchia era già stata assegnata alla sfera d'influenza sovietica. Il caso italiano è quindi del tutto diverso.]
Intanto l'ambasciatore a Roma, Guy Millard, risponde ad A. Campbell (Foreign Office) che l'adesione del Pci alle regole democratiche, a suo dire, «è una pura illusione: questo partito sostiene pienamente la politica estera sovietica e non condanna esplicitamente i regimi comunisti dell'Est europeo».
Lo stesso giorno, insieme alla lettera di Guy Millard, al Foreign Office giunge anche un illuminante rapporto dell'ambasciatore inglese a Mosca, Howard Smith, proprio sui pericoli per l'impero sovietico derivanti da un eventuale ingresso del Pci nel governo italiano.
Il diplomatico conferma, senza mezzi termini che E. Berlinguer al governo «metterebbe in difficoltà l'Urss». E ne spiega anche le ragini:
- perché l'adesione dei comunisti italiani al «pluralismo politico» potrebbe indurre altri partiti comunisti a seguire l'esempio del Pci, «indebolendo in tal modo il controllo sovietico sul movimento comunista internazionale»;
- l'Urss teme una crisi nell'equilibrio strategico tra Est e Ovest: «In un mondo destabilizzato, il rischio di un confronto nucleare con gli Usa potrebbe tornare a farsi acuto. Si trattta di un pericolo che assumerebbe una dimensione estrema se il Pci dovesse arrivare a dominare il governo di Roma». Infatti, «i russi non controllano gli eventi italiani.[…] Di conseguenza, è decisamente improbabile che controllino anche le azioni del Pci».
Insomma – miracolo della geopolitica – delusa da Washington, Londra sembra aver trovato una sponda a Mosca confidando nei due interessi vitali per l'Urss: «Mantenere il controllo sull'Europa dell'Est» e, nel contempo, evitare una destabilizzazione degli equilibri internazionali che potrebbe portare a «una guerra nucleare con gli Usa».
24, nella base aeronautica di Waddington, nel Lincolnshire, il ministro degli Esteri inglese Anthony Crosland riceve il segretario di Stato Usa Henry Kissinger.
Ai ragionamenti del suo collega, Henry Kissinger obietta che il problema dell'obbedienza del Pci a Mosca è «secondario». Semmai, «i comunisti come Berlinguer minacciano la coesione dell'Occidente» assai più per esempio, del filosovietico leader comunista portoghese Álvaro Cunhal.
Al contrario di quanto credono gli inglesi, E. Berlinguer è più insidioso proprio perché non è assimilabile al comunismo ortodosso.

Non è un caso che proprio quest'anno – e la tendenza si accentuerà negli anni successivi – diversi intellettuali del Congresso per la libertà della cultura con legami ancora solidi con gli Stati Uniti, vadano a ingrossare le fila della sinistra indipendente.
[Così com'è già avvenuto a cavallo tra gli anni Sessanta e i primissimi anni Settanta con Carlo Levi e Franco Antonicelli, altri azionisti ed ex liberali, per esempio uomini come Altiero Spinelli, Enzo Forcella e tanti altri, diventano validi «compagni di strada» del Pci e contribuisocno a modificarne la cultura e a spostarne la politica sempre più verso l'Occidente.]

Con i voti di Dc e Msi la Camera sancisce che l'aborto è un reato.

25, nell'articolo sul «Tempo», Chi prepara la guerra civile? – a firma Luigi Jannuzzi – si legge della presenza di una base militare a Capo Marrargiu (Sardegna) al cui interno avrebbe operato «una organizzazione segreta costituita da militari e civili facenti capo ai vertici del Sid, preposta alla sicurezza contro eversori interni […]».
Il comandante di questa organizzazione viene identificato nel col. Fernando Pastore-Stocchi (già segretario personale del comandante del Sid, gen. Vito Miceli) assistito da due ufficiali anziani descritti come «vecchi arnesi provenienti dalle fila della Repubblica di Salò».
In questo organismo segreto vengono abitualmente reclutati «giovinastri della manovalanza dei gruppuscoli fascisti, l'Avanguardia Nazionale, Il Fronte di Borghese, l'Ordine Nuovo, il Mar di Fumagalli. Li prendono un po' ovunque ma preferibilmente in cinque regioni cosiddette di frontiera: Friuli Venezia Giulia, Alto Adige, Valle d'Aosta, Sicilia, la stessa Sardegna» ecc.
26, nell'articolo su «Stampa Sera», Un attentato al giorno per creare un clima adatto alla guerra civile?, Fabrizio Carbone riprende le parole di Luigi Jannuzzi ribadendo che in Sardegna sono passati «centinaia di guerriglieri neofascisti».
28, Roma, Martin Morland (IRD, Roma) scrive a Ray Whitney, un funzionario della centrale IRD di Londra:
«È ovviamente interesse della Gran Bretagna fermare l'avanzata comunista in Italia, con ogni mezzo a nostra disposizione». Tuttavia, la strategia di piazzare articoli sulla stampa britannica con l'obiettivo di farli riprendere dai media italiani, «presenta qualche problema».
30, si dimette il "governo Moro".


Maggio
6, ore 21,09, un terremoto distrugge una quindicina di paesi del Friuli e della Carnia, lungo le due sponde del Tagliamento provocando un migliaio di morti. 
Approvata una nuova legge per il Mezzogiorno. 
Lo stesso giorno il governo inglese approva definitivamente i due memorandum sulla situazione italiana a suo tempo esaminati, sotto la supervisione di A. Campbell, da un gruppo di funzionari della Difesa e degli Esteri. Sono stati «riveduti e corretti» in alcuni punti.
Prima che siano discussi (in Lussemburgo e a Oslo), il governo di Londra vuole vederci chiaro nei rapporti tra Usa e Pci.

Roma, Martin Morland (IRD, Roma) informa il Foreign Office che all'ambasciata Usa c'è un funzionario di alto rango autorizzato dal Dipartimento di Stato a mantenere «contatti riservati e permanenti» con i dirigenti del Pci. Il suo nome è Wenwick, ex primo segretario della legazione statunitense a Mosca.
7, Michael Palliser (Foreign Office) invia copia dei due memorandum sulla situazione italiana a Gordon Richardson, governatore della Banca d'Inghilterra, suggerendogli di mettersi in contatto con il presidente della Confindustria, Guido Carli, con il presidente della Fiat, Giovanni Agnelli, e in generale con il mondo del business italiano. Obiettivo: allertarli sul pericolo che correrebbe l'Italia con un governo a partecipazione comunista.
E conclude: «Dobbiamo cercare di potenziare le forze ancicomuniste con ogni mezzo».
12, Roma, l'ambasciatore inglese Guy Millard scrive a Londra che la breve esistenza del "governo Moro" ha coinciso «con l'improvviso, grave deterioramento della situazione politica ed economica dell'Italia, un periodo contrassegnato da sensazionali scandali (Lockheed) e al collasso della lira». E aggiunge:
«La fase della politica italiana che era iniziata nel 1963, con il primo governo di centrosinistra presieduto da Moro, è giunta al capolinea. […]
Ora, gli italiani si avvicinano alle elezioni del prossimo 20 giugno con ansia mista a malinconia
».
13, David Beattle divulga all'interno del Foreing Office le versioni rivedute e corrette dei due memorandum sulla situazione italiana.
[Il secondo documento (datato 6 maggio), L'Italia e i comunisti: opzioni per l'Occidente, è diviso in tre parti:
1ª - indica una serie di possibilità «per un'azione prima dell'ingresso del Pci nel governo»,
2ª - si occupa delle misure da adottare «nell'eventualità che il Pci ottenga una porzione del potere».
Poche e irrilevanti le novità introdotte rispetto alla versione originaria.
3ª - mentre nella prima bozza si parlava di «Un possibile colpo di stato», ora questo punto è formulato così: «Azione a sostegno di un colpo di stato o di una diversa azione sovversiva».
L'idea di un colpo di stato è irrealistica per questa ragione:
«La forza dei comunisti, soprattutto all'interno del movimento sindacale, provocherebbe una resistenza lunga e sanguinosa, e persino una guerra civile. È una situazione dalla quale l'Occidente non avrebbe nulla da guadagnare. Le pressioni per intervenire a favore di una fazione o dell'altra (o di entrambe) sarebbero forti in vari paesi occidentali. L'Urss potrebbe intromettersi. Nella migliore delle ipotesi, le tensioni all'interno dei singoli paesi della Nato o della Cee si farebbero enormi. Agli occhi dell'opinione pubblica democratica del mondo occidentale, un regime autoritario in Italia (coinvolto o meno che sia in una guerra civile) risulterebbe difficilmente più accettabile di un governo a partecipazione comunista».
È del tutto evidente, quindi, che la preferenza britannica va alla seconda opzione.
Questo punto del documento, però, è oscurato. Motivo? «Non è questa la sede per discutere nei dettagli gli scenari sopra descritti. Tuttavia, si raccomanda di tenerne conto sia a Londra, sia nel corso degli incontri con gli americani, i tedeschi e i francesi».
14, Roma, Martin Morland (IRD, Roma) comunica a Londra di essersi incontrato con Sergio Telmon, il "giornalista televisivo del Pri" che gli ha tracciato il quadro della situazione politica italiana. Contemporaneamente altri due funzinati dell'ambasciata britannica, MarK Pellew e Joe Cheyne, si sono consultati con Gianni Letta, direttore de «Il Tempo».

A metà del mese, in Lussemburgo, durante un summit a tre Gran Bretagna-Francia-Germania, sono discussi i due memorandum sulla situazione italiana.

In Italia viene costituita una commissione d'inchiesta, che decide di convocare i dirigenti delle compagnie petrolifere inglesi Bp e Shell per una serie di audizioni.


20, il «Corriere della Sera» scrive che tra gli addestrati di Capo Marrargiu non vi sono solo fascisti italiani, ma persino «guerriglieri arabi al soldo di Gheddafi».
Lo stesso giorno l'addetto militare a Roma, col. Madsen, consegna all'ambasciatore inglese Guy Millard un dettagliato rapporto sui sentimenti delle forze armate italiane in vista della possibile partecipazione del Pci al governo. Scrive:
«Gli ufficiali sono per la maggior parte di destra o di estrema destra. Tuttavia, i soldati di leva riflettono le inclinazioni politiche tipiche dell'Italia attuale. In teoria, se non in pratica, il Pci potrebbe contare sul sostegno di un terzo delle forze armate.
Un'eccezione importante è costituita dai carabinieri (86.000 uomini), tra i quali i comunisti non contano appoggi. Ma l'Arma ha una lunga tradizione di lealtà al governo, qualunque sia il suo colore politico. In conclusione è difficle individuare un gruppo nelle forze armate sufficientemente forte o influente da promuovere un colpo di stato
».
21, l' «Europeo» pubblica un lungo reportage di Corrado Incerti e Sandro Ottolenghi nel quale si sostiene che il campo segreto di Alghero era stato creato nel 1968 e che da alcuni mesi gli addestramenti sono stati interroti. Negli anni precedenti però da quel campo erano transitati «almeno quattromila uomini».
Tra di loro vi erano militari ma anche civili ecc.

In una riunione della Nato a Oslo, sono discussi i due memorandum sulla situazione italiana.

24, Roma, continuando il suo giro di ricognizione negli ambienti politico-diplomatici italiani, l'ambasciatore inglese Guy Millard incontra Raimondo Manzini, segretario generale della Farnesina, un uomo molto vicino al ministro delgi Esteri M. Rumor.
Alle sue richieste in merito agli orientamenti sovietici, in particolare sul fatto che nemmeno loro vogliono il Pci al governo, Raimondo Manzini risponde:
«I comunisti hanno una gran parura di andare al potere, sia a causa dei problemi che attanagliano l'Italia, sia perché temono l'ostilità dell'Urss». I sovietici, infatti, «desiderano la vittoria della Dc».
L'ambasciatore invia a Londra il resoconto del colloquio, ma senza alcun commento.
[La situazione coincide con quanto pubblicato nel 1990, in una monumentale storia del Kgb, da Christopher Andrew, professore di storia a Cambridge e uno dei massimi esperti britannici di intelligence, insieme a Oleg Gordievskij, un ex colonnello del servizio segreto sovietico fuggito a Londra verso la metà degli anni Ottanta.
Da notare, tuttavia, che Oleg Gordievskij è già un agente doppio: lavora anche per l'MI6, lo spionaggio inglese, sin dal 1974.
Dunque, è del tutto improbabile che Londra non conosca quanto siano buoni i rapporti tra A. Moro e Mosca e pessimi quelli tra E. Berlinguer e il Pcus. E, quindi, che i veri problemi per gli interessi britannci e per la Nato non derivino tanto dal Pci, quanto proprio dalla politica di A. Moro e dalla sua influenza all'interno della Dc.
Proprio come ai tempi di E. Mattei.]

27, nell'articolo (senza firma) su «La Nuova Sardegna» si legge che nella base di Alghero si sono svolti addestramenti segreti cui hanno preso parte neofascisti implicati nella strategia della tensione.
29, Trento, un ordigno esplosivo danneggia la caserma dei Carabinieri di Bartacovi.
Padova, un ex militante di "Potere operaio" viene ferito da un colpo di arma da fuoco sparato durante gli scontri alla sezione del Msi.
30, anche «Paese Sera» con l'articolo (senza firma) Le deviazioni del Sid nascono in Sardegna, si sofferma sull'argomento di Capo Marrargiu citando per la prima volta la Torre Marina srl che, secondo il giornale, sarebbe un nome convenzionale usato dai servizi per nascondere una base in Sardegna dove si svolgono «addestramenti ultra-segreti».

Giugno
3
, su «L'Espresso» sull'articolo Il Sifar comprava terreni in Sardegna, – a firma Paolo Ojetti – si legge che Torre Marina srl è una società proprietaria di alcuni terreni in Sardegna dove sono stati addestrati i terroristi responsabili della strategia della tensione.
[Non è vero, tuttavia, (o quantomeno non risulta da nessun documento o testimonianza) che a capo Marrargiu venissero abitualmente addestrati neofascisti di Avanguardia nazionale o di "Ordine Nuovo".
Forse, poiché il caso del "Sid parallelo" è ancora aperto e sulla stampa più volte si parla dell'esistenza di una struttura segreta formata anche da fascisti, alcune «accorte manine» fanno sapientemente giungere ai giornali dei pacchetti controllati d'informazioni per fare in modo che, qualora si fosse costretti a rivelare che un'organizzazione del gegere esiste davvero, fin d'ora si possa fin d'ora dare "Gladio" in pasto all'opinione pubblica.
A risolvere la questione ci penserà comunque la procura di Roma che, una volta divenuta titolare dell'indagine avviata da Tamburino si affretterà a concludere che il "Sid parallelo" è un'invenzione con la quale i vari Amos Spiazzi e Roberto Cavallaro hanno cercato di edulcorare le proprie responsabilità in merito al loro coinvolgimento nell'eversione di destra.
E il caso si chiuderà senza bisogno di "sacrificare" nessuno.]
4, in una nota interna il Foreign Office riferisce che il segretaro di Stato americano, Henry Kissinger, è irritato dal modo in cui gli alleati europei affrontano la questione italiana: troppa indecisione.
16, Trento, Gianni Endici, operaio militante di "Lotta continua", viene ferito dal neofascista Stefano Caracristi.
In un articolo, uscito in questi giorni sul «Corriere della Sera», Giampaolo Pansa scrive che E. Berlinguer ha detto di sentirsi più sicuro sotto l'ombrello Nato che non sotto quello del Patto di Varsavia.
18, commentando l'articolo, Swihart, uno dei responsabili del desk Italia al Dipartimento di Stato americano, in un incontro con un alto funzionario dell'ambasciata britannica a Washington, J. E. Cornish, dichiara che, come dimostrano le parole dell'articolo, «il Pci sarà costretto ad avvicinarsi all'Occidente». Aggiunge anche che non la pensa come lui il governatore del Texas, Connally, il "falco" – che ha creato l' "Alleanza per la libertà mediterranea". «Ha interessi imprenditoriali in Italia» e per queso favorisce una "linea dura".
Negli Usa, quindi, ci sono "falchi e "colombe".

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20, Elezioni politiche anticipate: l'appello di I. Montanelli a votare «turandosi il naso» evita che la Dc sia sorpassata dal Pci

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Il procuratore generale della Repubblica di Genova Francesco Coco, è assassinato dalla Br.

27, in queste condizioni A. Moro (Dc) e M. Rumor (Dc) si recano a Puerto Rico per il Vertice dei Paesi industrializzati delle cinque grandi potenze occidentali: Usa, Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia – con i rispettivi capi di governo accompagnati dai ministri degli Esteri –, all'inizio del quale si ha la colazione a quattro:
. G.R. Ford (Usa), repubblicano,
. J. Callaghan (Gran Bretagna), laburista,
. V. Giscard d'Estaing (Francia), destra,
. H. Schmidt (Germania Federale), esponente della destra della SPD,
. A. Moro (Italia), centrosinistra.
All'inizio dei lavori si assiste però, al Dorado Beach Hotel, ad una "colazione a quattro", esclusi gli italiani che nessuno si preoccupa di avvertire.
Quando A. Moro e M. Rumor si presentano al ristorante dell'albergo vengono cortesemente invitati ad andarsene.
La ragione di questo incredibile sgarbo nei confronti dell'Italia è che che i "quattro " si incontrano per discutere proprio la situazione italiana e le misure da adottare.
Nel resoconto del pranzo si legge:
«I presenti concordano che è necessario fare tutto il possibile perché i comunisti non entrino nel governo».
Fra i "quattro" il più scatenato è V. Giscard d'Estaing, è lui che conduce il gioco e fissa la linea: costringere il futuro governo italiano a inserire nel proprio programma una serie di punti ritenuti irrinunciabili dagli alleati. Questa la condizione indispensabile per poter concedere eventuali aiuti finanziari all'Italia.
Il presidente francese propone infine ai commensali di rivedersi in luglio a Parigi per rifare il punto della situazione.
[Nel pranzo vengono espresse conclusioni del tutto pessimistiche per l'avvenire democratico dell'Italia, rese poi pubbliche da una dichiarazione del cancelliere tedesco.]

Luglio
8-9
, si svolge a Parigi, nel palazzo presidenziale dell'Eliseo, il nuovo vertice segreto deciso dai "quattro" a Puerto Rico, ora così rappresentati:
. Helmut Sonnenfeldt (Usa), braccio destro di Henry Kissinger;
. R. Hibbert (Gran Bretagna), sottosegretario del Foreing Office per le questioni europee;
. Yves Cannac (Francia), segretario generale aggiunto della presidenza della Repubblica,
. Günther van Well (Germania Federale), alto funzionario del ministero degli Esteri.
10, nel resoconto presentato da Reginald Hibbert, di ritorno a Londra, al suo governo, dal titolo Azione quadripartita per l'Italia, si legge che nell'incontro fra i "quattro" – definito da lui stesso sticky, insidioso, molto difficile e alquanto imbarazzante – ci sono stati contrasti molto forti, l'ennesima conferma della mancanza di un punto di vista univoco sulle ricette da applicare al «caso italiano».
Per esempio, americani e tedeschi vogliono un governo di centrosinistra; i francesi puntano a spostare a destra l'asse della politica italiana.
L'unico punto sul quale si trovano d'accordo è che il Pci resti fuori dal governo e che i "quattro" incontrino «uno ad uno i leader italiani» per convincerli a lavorare alla creazione di un «esecutivo genuinamente riformista».
Si dividono anche i nomi delle personalità da contattare, così assegnati:
- ai tedeschi: Giuseppe Saragat, Emilio Colombo, Guido Carli, Gianni Agnelli e A. Moro;
- ai francesi: Giovanni Leone, Amintore Fanfani, Benigno Zaccagnini, neosegretario della Dc, e ancora Gianni Agnelli.
Gli americani, per il momento, si tengono fuori.
E gli inglesi?
12, il rapporto di R. Hibbert finisce sulla scrivania del primo ministro laburista J. Callaghan che, turbato, scrive immediatamente una lettera a V. Giscard d'Estaing e a H. Schmidt:
«Dovremmo usare molta cautela nel trattare questo documento, tenendo conto dell'enorme danno che ne deriverebbe se la sua esistenza diventasse di dominio pubblico: sarebbe considerato un'intrusione diretta negli affari di uno Stato europeo nostro alleato».
Patrick Wright, uno dei collaboratori del premier, comunica al Foregin Office che J. Callaghan ha letto il rapproto di R. Hibbert e aggiunge un commento:
«Ho l'impressione che i più importanti esponenti della Dc vorranno mantenere un canale aperto con il Pci (anche se questo non entrerà nel governo), con l'obiettivo di assicurarsi il suo tacito consenso su alcune decisioni».


Seveso (Milano), stabilimento della Icmesa (Industrie chimiche Meda Società anonima) una piccola ditta appartenente alla società svizzera Givaudan del gruppo Hoffman-La Roche, dove si producono cosmetici e esaclorofene: uno scoppio, avvenuto nel reattore utilizzato per la produzione di triclorofenolo, una sostanza usata per al produzione di erbicidi, fa sprigionare una micidiale nube di diossina. 
I circa cinquemila abitanti di Meda, Seveso, Cesano Maderno e Desio, accusano presto vari sintomi: nausea, alterazioni cutanee, ustioni ecc.
16
,
Pietro Ingrao, comunista, viene eletto presidente della Camera. 
Roma, killers di "ordine nero" assassinano a raffiche di mitra il procuratore della Repubblica Vittorio Occorsio di 47 anni.
G. Carli è eletto presidente della Confindustria. 
24, un medico, rappresentante della Hoffman-La Roche, avverte Vittorio Rivolta, assessore alla Sanità della Regione, che la contaminazione da diossina è così grave da consigliare l'evacuazione della popolazione. Molti sono gli aborti, consentiti e non.
Roma, il giudice Vittorio Occorsio viene ucciso da terroristi di destra.
Verona, vengono arrestati Marco Fasoli, Michele Galati e Luigi Pedilarco.
29, G. Andreotti (Dc) forma il "governo della non sfiducia", un monocolore democristiano nato grazie all'astensione di Pci, Psi, Pri, Psdi e Pli.
È subito chiaro che non potrà durare a lungo.


Agosto
, Trieste, due bottiglie incendiarie vengono scagliate contro la sede di Avanguardia nazionale.
Pergine Valsugana (Trento), due ordigni esplosivi danneggiano gli stand della "Festa dell'Unità". Ferito un militante comunista.
9, Giulio Carlo Argan è il primo sindaco comunista di Roma
[si dimetterà nel 1979].
13, Bassano del Grappa (Vicenza), viene incendiata l'auto del sindaco Sergio Martinelli.
28, Padova, un attentato dinamitardo danneggia la "Libreria Ezzelino" di Franco Freda.
Andreotti viene eletto alla guida del Governo "della non sfiducia". 
[Per la prima volta dal 1947 non avrà il voto contrario dei comunisti]

Settembre
muore Mao Tze Tung
Nuovi terremoti in Friuli.
20, un Boeing 727 si schianta contro una montagna vicino a Isparta (Turchia). Muoiono 155 persone, tra le quali 85 italiani.
29, Roma, il socialista Giorgio Benvenuto succede al repubblicano Raffaele Vanni alla segreteria della Uil;
30, Pier Luigi Romita viene nominato segretario del Psdi.

Ottobre
14
, A. Moro viene proclamato presidente della Dc con 165 su 183 voti e sostituisce nell'incarico Amintore Fanfani.
27
, la polizia è convinta che l'assassino del procuratore dell Repubblica Vittorio Occorsio sia stato Luigi Concutelli;
[sarà arrestato il 13 febbraio 1977 e poi condannato all'ergastolo.]

Novembre
6
, Trapani, a causa delle lunghe piogge che hanno investito la Sicilia, una valanga di fango invade la città.
Muoiono 16 persone e i danni ammontano a oltre 50 miliardi di lire.
13, Herbert Kappler, 71 anni, da oltre 32 anni prigioniero di guerra nel carcere di Gaeta, viene trasferito all'ospedale militare del Celio a Roma perché malato di cancro.
[Il 15 agosto 1977, riuscirà misteriosametne a fuggire dal Celio, a riparare in Germania con la moglie Annelise che ha preparato la fuga. Morirà pochi mesi dopo in Germania].
Muore il celebre chirurgo Pietro Valdoni.

Dicembre
14
, l'ambasciatore inglese Guy Millard torna in patria, sostituito da A. Campbell, il regista dei vertici segreti tra Esteri e Difesa britannici.

15, Trieste, incidenti e sassaiole tra neofascisti e Forze dell'ordine nel corso di una manifestazione indetta per protestare contro la conclusione dei negoziati per il ""trattato di Osimo".

Nel corso dell'anno "Gladio" viene sottoposta a una profonda riorganizzazione.
Determinante è la cosiddetta "Direttiva sulla guerra non ortodossa" elaborata dal gen. Inzerilli.
[A differenza di quanto accaduto finora, in caso di aggressione da parte di un eseercito straniero, la Direttiva prevede che "Gladio", anziché prepararsi alla guerriglia, si preoccupi in primo luogo di assicurare un adeguato flusso d'informazioni di carattere operativo tra i vari settori delle forze armate e sia in grado di garantire l'esfiltrazione dai territori occupati di tutto il personale (militare e non) necessario al successivo sforzo bellico ecc. ecc.]
In ottemperanza a questa Direttiva vengono abolite le "vecchie" Upi (Unità di pronto impiego) e al loro posto sono programmate le cosiddette Udg (Unità di guerriglia) e le Rac (Reti di azione clandestina).
Nella malaugurata ipotesi di un'invasione straniera, però, ad attivarsi per primi sarebbero i "nuovi" Nuclei di "Gladio" che si dovranno specificamente occupare delle attività di informazione ed esfiltrazione, nonché di «creare-fomentare-incrementare la Resistenza contro l'invasore».
Questi Nuclei – come si apprenderà nel 1990 all'atto del disvelamento di "Gladio" – sono composti complessivamente da 196 operativi che, aggiunti ai 426 che compongono le Rac, formano proprio il numero di 622, quella che, secondo la versione ufficiale, sarebbe l'entità della struttura durante tutta la sua esistenza.
In questo periodo però – come si evincerà dalla documentazione fornita in seguito dal Sismi – è sì programmata la creazione di ben 13 Udg per una forza complessiva di almeno 1500 uomini, ma nessuna sarà mai operativa anche perché "Gladio" comincia proprio ora a concentrarsi quasi esclusivamente nel settore della raccolta di informazioni. Le Udg vengono quindi solo programmate senza mai entrare in fuznione. Questi 1500 uomini sono nient'altro che una "'entita virtuale" poichè accanto ai "nuovi" Nuclei operano solo le Rac (nel numero di 61 in luogo delle 105 previste, ognuna delle quali ordinata su un comando di 5 persone che hanno ereditato le funzioni delle "vecchie" Upi.]
1976
PARTITI
Riferimento: Elezioni politiche 1976
Seggi
Camera Senato
Dc (Democrazia cristiana)

- Segretario:
. B. Zaccagnini (25.07.1975 - 24.03.1976)
. B. Zaccagnini (Rieletto il 24.03.1976 - 05.03.1980)
- Capo del gruppo parlamentare: ? (?-?)



Pli (Partito liberale italiano)
5
2
- Segretario: V. Zanone (1976-85)

Arriva all'1,3% dei suffragi per la camera; la rappresentanza parlamentare scende da 20 deputati a 5 e da 8 senatori a 2; 
come segretario arriva A. Zanone che cerca di smussare le punte estreme della polemica liberale contro ogni accordo fra la Dc e i partiti di sinistra.
Pri (Partito repubblicano italiano)
-
Pr (Partito radicale)
4
-
Ottiene l'1,1% dei voti e, per la prima volta, 4 seggi alla camera dei deputati; denuncia le pretese tendenze illiberali dei grandi partiti.
Svp (Südtiroler Volkspartei - Part. popolare sudtirolese)    
-
Totale    
Pci (Partito comunista italiano)    

- Presidente: L. Longo (1973-?)
- Segretario: E. Berlinguer (1973-?)
Può contare sul 34,5% nelle elezioni alla camera (con dodici milioni di voti); anche Piemonte, Liguria e Lazio diventano rosse; i mutati rapporti di forza in parlamento e nelle istituzioni regionali e locali, mettono fine a un trentennio di opposizione: P. Ingrao viene eletto presidente della camera dei deputati e molti deputati e senatori comunisti lavorano alle commissioni; si astiene dall'entrare nel governo monocolore democristiano di G. Andreotti;

Psi (Partito socialista italiano)    

Si ferma al 9,6% dei voti mentre il generale spostamento dell'opinione pubblica  a sinistra va a beneficio del Pci mentre la Dc recupera le posizioni perdute nelle precedenti consultazioni.
Luglio
13-15, Roma, Hotel Midas, al congresso, con le dimissioni di F. De Martino, il comitato centrale elegge segretario Bettino Craxi [il tedesco del Psi], della corrente autonomista, ma alleato con la corrente di sinistra facente capo a R. Lombardi.

Psdi (Partito socialista democratico italiano)    
Ottiene il 3,4% dei voti alla camera.
Pdup (Partito di unità proletaria)    
- Segretario: Lucio Magri (1976 maggio-?) è il primo segretario del partito.
Totale    
Msi (Movimento sociale italiano)    

Ottiene il 6% dei voti. 

Totale    
Totale Seggi    
Note:



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CALABRIA

1976
Agosto
23
, Saro Mammoliti, il play boy di Castellace, capo della nuova mafia calabrese, ricercato dal 1971, sposa la 18enne Maria Caterina Nava; la cerimonia ha luogo nella chiesetta di Castellace, a due passi dalla stazione dei carabinieri… vera e propria sfida alle forze dell'ordine;
[Nel febbraio 1978 darà alla luce una figlia e nel gennaio 1979 darà alla luce il figlio Francesco, nome del nonno, assassinato da Domencio Barbaro.]
È ricercato in quanto ritenuto uno dei cervelli dell'organizzazione internazionale. Implicato nel sequestro di Paul Ghetty III, è stato poi assolto dai giudici di Lagonegro.
Alla macchia dal 13 dicembre 1972, dopo la fuga dal carcere di Nicotera, è sospettato di alcuni delitti legati alla vicenda di faida con i Barbaro di Castellace.
Gli esponenti del "clan Barbaro", di fronte allo strapotere dei Mammoliti sono stati costretti ad abbandonare il paese.
[Nel 1978 sarà eliminato a Perugia Domenico Barbaro.]

Fonti:
-Pino Arlacchi , La Mafia imprenditrice, Il Mulino, 1983


I compari di San Gennaro.
La Lockheed Corporation e il supermercato delle armi.

"scandalo Lockheed" – [giugno 1970]
[segue da 1975 Economia]
1976
Gennaio
2
, Ovidio Lefèbvre [cinque settimane prima della fuga] salda per conto della Beaver Investments Corporation s.a. e la Erdely Investments Corporation s.a. le rate di un mutuo acceso presso il credito fondiario della Cassa di risparmio delle province lombarde [nel documento egli incarica la Banca Nazionale del Lavoro di effettuare quel pagamento… senza far riferimento al sottoscritto].

Febbraio
6
, "rapporto Church": il senatore democratico dell'Idaho, Usa, F.F. Church, in carica dal 1957, legge il suo rapporto (146 pagine) alla "Subcommittee on Multinational Corporations", sottocommissione che dipende dalla Commissione per gli affari bancari (presidente William Proxmite) del Senato statunitense, incaricata di svolgere un'inchiesta sui bilanci e sulle attività delle "multinazionali" negli Stati Uniti e all'estero.
Non è quindi un'inchiesta giudiziaria, non si propone il fine di accertare responsabilità individuali. Poiché l'unico scopo è quello di poter legiferare… dal rapporto vengono tolti nomi e indicazioni perché non esistono prove.
[Il sottocomitato è una emanazione della Commissione per gli affari esteri del Senato statunitense.
Probabilmente, esistono anche scopi elettorali… forse non proprio del sen. F.F. Church, ma certamente in funzione antirepubblicana, perché la Lockheed è legata a R.M. Nixon e rapporti sono intercorsi tra questi e K. Tanaka per la fornitura di aerei al Giappone. Eletto J.E. [Jimmy] Carter (1977-80) alla Casa Bianca, l'indagine si considererà chiusa. Riaprirla non sarà possibile. Starà invece in piedi (in quanto sviluppattasi e quindi proseguita) l'inchiesta da parte della SEC (Security and Exchange Commission) che non è un organo del Senato ma del governo e quindi dipende direttamente dal presidente degli Stati Uniti. I risultati del suo lavoro vanno non solo al parlamento, ma anche al dipartimento della giustizia, per le conseguenze di natura giudiziaria.]

Esplode in Italia lo "scandalo Lockheed" .
Luigi Gui viene accusato di aver intascato 78.000 dollari per aver favorito, mentre era ministro della Difesa (1970), l'acquisto da parte italiana di 14 aerei Hercules C-130 prodotti negli stabilimenti di Marietta, in Georgia, dalla società Lockheed; al suo successore Mario Tanassi sarebbero invece stati dati 1,456 Mni di dollari [ca 1 Mdo di lire].
L'acquisto andò definitivamente in porto nell'estate 1971.
9, John Cappelli, su «Paese Sera», da New York, per la prima volta parla di "Antelope Cobbler" [il calzolaio gazzella, ciabattino dell'antilope, come altri diranno più tardi; nome presente sin dal 5 ottobre 1965 nel libriccino nero di Roger Bixby Smith (agente della Lockheed per le sue operazioni in Europa).
[La caccia all'antilope scatterà più tardi, ma intanto vengono fatti i nomi di G. Leone, A. Moro e M. Rumor, tutti e tre presidenti del consiglio al momento dei fatti. Il sen. F.F. Church, avvicinato dal deputato socialista Ruggero Orlando (ex corrispondente della RAI da New York), afferma categoricamente che nessun documento della sua inchiesta accenna ad eventuali responsabilità del presidente G. Leone. Comincia però ormai l'azione dissacrante che va al di là della stessa persona di G. Leone che al Quirinale rimane solo].

La bomba Lockheed investe altri paesi:
- Giappone,
- Germania Federale,
- Olanda (in particolare);
[In Olanda il trono della regina Giuliana rischia di essere travolto. Il principe consorte Bernardo d'Olanda è sospettato di aver intascato dalla società americana 1,100 Mni di dollari «allo scopo di stimolare la buona disposizione del governo olandese…» in riferimento all'acquisto di 95 caccia Starfighter e di una ventina di bimotori antisommergibili.
[In agosto, dopo le conclusioni di "tre saggi" contenute nel "rapporto Donner" il principe, dopo aver ammesso gli errori commessi:
. riferisce alla "Commissione Donner" che R.E. Gross († 1961) gli aveva fornito in origine l'aereo da un milione di dollari «perché era soddisfatto che la Lockheed avesse potuto assicurarsi il contratto per fornire alla Germania gli Starfighter»,
si dimetterà da tutte le cariche tra cui quella di ispettore generale delle forze armate olandesi: la più prestigiosa. La regina comunque, considerata una delle persone più ricche del mondo, non abdicherà e non si parlerà più di divorzio.]
Lo scandalo tocca quindi:
- Turchia,
- Messico,
- Honduras,
- Canada,
- Corea del Sud,
- Colombia.
Il sostituto procuratore Ilario Martella chiede, per via diplomatica, il "rapporto Church" che lo stesso giorno perviene al ministro dell'interno Luigi Gui.
Intanto nei documenti c'è un conto previsto delle bustarelle:
- "studio legale Lefèbvre d'Ovidio": 210.000 dollari;
- Te.Zo.Re.Fo. : 1,456 Mni di dollari;
- Com.El. Spa: 224.000 dollari;
- Ikaria: 78.000 dollari;
- Ovidio Lefèbvre d'Ovidio: 50.000 dollari.
Presa visione presso la sezione aeronautica del ministero della Difesa di importanti documenti che si riferiscono alle complesse trattative intercorse con la Lockheed, il sostituto procuratore Ilario Martella trova tra le carte una lettera di Luigi Gui alla società. Chiede quindi chiarimenti al riguardo al:
- gen. Bruno Zattoni, piemontese, già direttore dell'ufficio costruzioni ed armamenti (Costarmaereo) è presidente della Ciset Spa, quella stessa società di cui era consulente Vittorio Antonelli, intestatario dello studio presso cui lavorava Maria Fava, amministratrice della Com. El. Spa e destinataria, in Italia, dei dollari della Lockheed, prezzo della corruzione.
[Prima di Bruno Zattoni la Ciset Spa era presieduta da C. Crociani.]
13, Luigi Olivi [fratello dell'on. Marcello Olivi, come Luigi Gui residente a Padova], amm.re del. della Ikaria, società del Liechtenstein, si presenta spontaneamente davanti al magistrato dichiarando che la somma di 78.000 dollari corrisponde al corrispettivo della mediazione spettante alla società; il presidente della Ikaria, Victor Max Melca, dichiara inoltre a «Famiglia cristiana» che la sua società è stata incaricata dalla Lockheed di occuparsi della parte promozionale in occasione della vendita degli Hercules e che, ad affare andato in porto, ha chiesto 100.000 dollari; la Lockheed ne ha corrisposti soltanto 78.000, sufficienti appena a coprire le spese sostenute per la ricerca di mercato.
14, l'«ANSA» trasmette una nota nella quale l'Ikaria precisa che «nessuna somma è stata versata al ministro on. Luigi Gui né a nessun'altra persona estranea alla società».
O. Lefèbvre scrive il suo primo memoriale: un documento manoscritto.
[Arriverà da Londra al giudice Ilario Martella il 16 marzo successivo.]
16, allo scoppio dello scandalo, C. Crociani, che gode all'estero di ingenti conti correnti svizzeri, fa partire la sua famiglia su un aereo noleggiato a Ginevra;
17, Vittorio Zucconi de «La Stampa» telefona da Washington a Torino per informare il proprio direttore di essere riuscito a ricostruire «il mistero delle quattro pagine mancanti» (dall'80 all'83; non pubblicate perché i legali e gli ispettori contabili autori delle note hanno pregato la commissione di soprassedere, e la commissione ha accondisceso) nella collezione di documenti sulla Lockheed in Italia".
Nella notte partono i primi mandati di cattura, ma O. Lefèbvre e Maria Fava accusati di "concorso in corruzione con pubblici ufficiali ignoti" si sono già eclissati.
18, il corrispondente da Washington scrive nel «Corriere della Sera», dopo aver esaminato i verbali del "dossier Church" ed essersi soffermato sulla parte che raccoglie le udienze relative ai casi Exxon, Mobil Oil, Gulf Oil, Northrop e Lockheed, che la Mobil Oil ha versato durante i quattro anni dal 1970 al 1973 un totale di 1,934 Mni di dollari al Psi, alla Dc e al Psdi.
Per ciascun contributo (rivelano i documenti) la Mobil Oil italiana ha ottenuto una fattura o una ricevuta scritta, rilasciata da una delle organizzazioni di partito elencate qui di seguito:
- «Mondo Operaio» (rivista mensile ufficiale del Psi);
- Studio 70 (società editoriale e pubblicitaria del Psi);
- «l'Avanti» (quotidiano ufficiale del Psi)
- Publi Prop Spa (agenzia di stampa di pubbliche relazioni della Dc);
- «L'Umanità» (giornale ufficiale del Psdi).
[Mancano i repubblicani, ma U. La Malfa ammetterà di essere l'unico e diretto responsabile dei "finanziamenti occulti" ricevuti dal proprio partito].
19, M. Tanassi si rivolge al presidente del consiglio A. Moro affinché il ns ambasciatore chieda al senato degli Stati Uniti di inviare al governo italiano copie degli originali di tutto il carteggio del "rapporto Church" o che comunque riguardi la "vicenda Lockheed", documenti che non dovranno ovviamente portare nessuna cancellatura o alterazione di qualsiasi genere…; si rivolge quindi alla Procura della Repubblica di Roma e denuncia per calunnia quanti hanno coinvolto il suo nome nell'affare degli "Hercules d'oro" («in qualsiasi sede ed in maniera diretta o indiretta, velatamente o chiaramente»]. Querela due giornali «Paese Sera» e «Il Messaggero» per quanto hanno pubblicato sulla vicenda.

Lo stesso giorno viene insediata a palazzo Chigi una commissione di esperti [i "tre saggi" per la stampa] nominati direttamente dal presidente del consiglio A. Moro d'intesa col ministro della difesa A. Forlani:
- Antonio Papaldo, ex presidente del consiglio di stato e giudice costituzionale;
- Ferdinando Carbone, ex presidente della Corte dei conti ed ex segretario generale della presidenza della repubblica sotto Luigi Einaudi;
- Corrado Sangiorgi, generale di corpo d'armata a riposo, ex comandante generale dell'Arma dei Carabinieri.
[La commissione presenterà alla fine una relazione di natura amministrativa che documenta tutte le modalità attraverso le quali sono stati acquistati gli Hercules. In essa è detto che sotto il profilo economico-finanziario l'affare fu buono. Censure non mancano invece soprattutto sul mancato rispetto delle procedure che attengono prevalentemente alla gestione di M. Tanassi.]
20, C. Crociani fugge all'estero, destinazione di volo: Zurigo.
Ilario Martella interroga in qualità di testimoni i generali che si occuparono del contratto di acquisto degli Hercules:
- gen. Duilio Fanali;
[ten.col. durante la guerra di liberazione, ispettore delle scuole dell'aeronautica militare, comandante del Nato Defense College, capo di S.M. dell'Aeronautica. Lasciato il servizio attivo, si dedica a studi strategici e sulla difesa, collaborando alla rivista «Politica e Strategia» (edita e diretta da Filippo De Jorio, ex collaboratore di G. Andreotti; il suo nome appare nella lista del governo previsto dal "golpe Borghese"; dirige la rivista quindicinale «Aeronautica» con sede in via Savoia 78, al terzo piano. I suoi uffici sono immediatamente sopra l'alloggio in cui aveva abitato, fino a pochi giorni prima della fuga, Maria Fava]
Nel 1968 acquista a Scauri una villa che paga con cambiali: 40 Mni di lire. Nei dintorni c'è una torre saracena e il generale non se la lascia sfuggire ma nel contratto d'acquisto compare la figlia della moglie Carmen Valcarcel. Tra il suo vasto giro di amicizie c'è anche C. Crociani la cui firma compare in molti assegni da lui incassati. Per la Lockheed egli è [Pun], il capo dell'aeronautica da corrompere.]
- gen. Giuseppe Giraudo ex segretario generale del ministero della difesa-aeronautica;
[già venuto alla ribalta durante le indagini sul "golpe Borghese" e sulle successive trame eversive.]
21, primo arresto: finisce in carcere l'avv. Vittorio Antonelli. Presentatosi spontanemaente a palazzo di giustizia come teste volontario, alla fine della deposizione si sente contestare da Ilario Martella il reato di falsa testimonianza. Appena mezz'ora dopo è a Regina Coeli nonostante le proteste del suo difensore avv. Adolfo Gatti.
Nel pomeriggio si presenta a palazzo di giustizia il prof. A. Lefèbvre, accompagnato dall'avv. prof. Giuliano Vassalli; nel corso della deposizione dice che lui non si occupa di affari del genere e che la compravendita degli Hercules venne trattata dal fratello O. Lefèbvre; due comunicazioni giudiziarie raggiungono intanto anche Max Melca e Luigi Olivi che da "indiziati di reato" diventano presto imputati di "concorso in corruzione".
Sono firmati infatti anche gli ordini di cattura.
[L'on. democristiano Marcello Olivi, fratello di Luig Olivii, che ha già chiesto di essere esonerato da membro della commissione parlamentare inquirente, viene sostituito dall'on. Padula, suo compagno di gruppo].
22, domenica, Vittorio Antonelli viene interrogato e la sua posizione si aggrava. Nei suoi confronti Ilario Martella emette un nuovo ordine di cattura per "concorso in corruzione aggravata"… e, grazie alla sua deposizione, un ordine di cattura questa volta anche per C. Crociani (già fuggito) che si dimette da presidente della Finmeccanica.
A lui faceva capo la Com.El. Spa la società fantasma, con sede a Roma, che incassò la tangente di 224 mila dollari (180 Mni) di lire pagata dalla Lockheed per piazzare i propri aerei.
Vittorio Antonelli comunque nega di sapere a chi C. Crociani abbia girato quella somma.
Ilario Martella convoca come testimone anche Sergio Berlinguer [cugino del segretario del Pci] e poiché le spiegazioni rilasciate da quest'ultimo non lo convincono, mette sotto controllo sia lui che il suo diretto superiore, Rinaldo Petrignani, capo di gabinetto.
Interroga poi Terzo Ulissi e Giovanni Caracciolo della segreteria di M. Rumor.
23, sempre per la "vicenda Lockheed", Ilario Martella interroga Eduardo Ingrosso; ha 84 anni e ribadisce ciò che aveva detto al giudice istruttore Capri qualche anno prima e cioè di non sapere nulla… e che desidera morire in pace.
Le polizie di oltre centoventi paesi cercano un altro fonim [cittadino italiano secondo il codice Interpol formato solo da cinque lettere]: l'ing. C. Crociani. In attesa del fuggitivo il magistrato inquirente interroga il segretario di quest'ultimo S. Salieri.
25, l'ex ministro della Difesa M. Tanassi chiede di essere ascoltato dal magistrato;

Marzo
fine febbraio inizi marzo, viene convocato:
. Bruno Palmiotti
[imposto da M. Tanassi come commissario della federazione giovanile socialdemocratica (posto lasciato vacante dopo che Enrico Manca e Pio Deberti hanno abbandonato il Psdi per entrare nel Psi di Matteo Matteotti), ne diventa poi segretario nonché segretario dello stesso ministro della Difesa]
e nuovamente S. Salieri.
[Salta fuori che i rapporti tra C. Crociani e M. Tanassi avevano avuto inizio già nel 1967.]
Luigi Gui, con un'istanza diretta al giudice Ilario Martella e per conoscenza al procuratore capo Elio Siotto, sollecita un'approfondita indagine negli Stati Uniti.
Ilario Martella si decide di ascoltare, come testimone, l'avvocato californiano ed ex rappresentante della Lockheed, Roger Bixby Smith che risiede a Parigi [17, Quai Voltaire]. Intanto alcuni giornalisti rintracciano l'abitazione [Roma, viale XXX aprile, 10] di John Vassar House, l'amministratore della Te.Zo.Re.Fo., la società che ha incassato la fetta più grossa delle bustarelle.
[L'americano, di professione scultore, prestanome dei f.lli Lefèbvre, da dieci anni a Roma, è già fuggito il 7 febbraio, ma sarà sentito a Parigi da Ilario Martella nella sede dell'ambasciata d'Italia (all'insaputa dei giornalisti)]
11-12, il giudice Ilario Martella riesce ad interrogare Roger Bixby Smith, che ha ora 72 anni, alla presenza del suo legale, l'avv. Sauver Vaisse. Mantenuto lo stretto riserbo sull'interrogatorio, si sa soltanto che è lui l'autore delle famose lettere scritte nel 1968 e 1969 [nelle quali si allude alle trattative in corso con O. Lefèbvre per l'acquisto dei 14 Hercules C-130]. Non viene comunque svelato il mistero di Antelope Cobbler e di Pun.
16, arriva da Londra sul tavolo del giudice Ilario Martella il primo memoriale scritto il 14 febbraio scorso da O. Lefèbvre.
22, viene arrestato A. Lefèbvre [Tannò] e poco dopo anche il gen. D. Fanali, entrambi per "concorso in concussione" [reato più grave della corruzione]: i due, interrogati dal magistrato, si proclamano innocenti.
In loro aiuto arriva, inaspettato, un documento firmato da O. Lefèbvre e consegnato dal noto penalista avv. Giuseppe De Luca il quale si fa garante della sua autenticità.
Nella nota O. Lefèbvre scrive che:
a) poiché gli esponenti della Lockheed gli avevano chiesto quanto fosse l' "onere politico" per la fornitura all'Italia degli aerei, riferì loro di aver saputo da alcune fonti (non avendo alcun conoscimento in merito) che gli oneri avrebbero potuto oscillare dal 3 al 5 per cento della fornitura;
b) la Lockheed quantificò l'onere in 120.000 dollari per aereo;
c) a maggio del 1970 seppe che, per l'approvazione del contratto, prima sarebbe dovuta arrivare la somma quantificata;
d) i due pagamenti avvennero il 3 giugno 1970 e il 18 giugno 1971, in banconote;
e) nella materiale esecuzione delle operazioni di versamento era stato accompagnato e coadiuvato dal sig. William Cowden (colui che ha già reso testimonianza alla SEC (Security and Exchange Commission) alla cui disposizione la Lockheed aveva tempestivamente messo i fondi occorrenti;
[William Cowden stesso, secondo il quale c'è stato forse un terzo versamento, non riesce a precisare l'esatta somma pervenuta a M. Tanassi in quanto le operazioni venivano fatte dai f.lli Lefèbvre. In pratica ai due fratelli sono giunti, meno i 78.000 dollari versati all'Ikaria, 2,018 Mni di dollari più 50.000 dollari di un pagamento straordinario quale compenso per la «preziosa opera svolta…»]
f) risultò a lui e a William Cowden che le somme, senza ombra di dubbio, fossero pervenute direttamente al ministero;
g) quanto alle ricevute a firma società Te.Zo.Re.Fo., esse derivano da mere esigenze burocratiche della Lockheed.

Questo documento importante mette fine, almeno per ora, alla inchiesta giudiziaria.

Fino ad ora si contano 8 mandati di cattura:
. Vittorio Antonelli,
. Maria Fava,
. O. Lefèbvre,
. A. Lefèbvre,
. C. Crociani,
. D. Fanali,
. Victor Max Melca,
. Luigi Olivi,
ma soltanto tre persone in carcere.

Mentre il giudice Ilario Martella porta avanti la sua inchiesta sullo "scandalo Lockheed", il sostituto procuratore Michele Lo Piano viene incaricato di aprire una indagine sulla Selenia, una società dell'IRI Finmeccanica, specializzata in apparecchiature elettroniche di rilevante interesse per la difesa del paese.
Lo stesso Ilario Martella si vede costretto ad aprire un'inchiesta parallela a quella della Lockheed sull'attività della Northrop, una società multinazionale americana che avrebbe versato 700 Mni di lire ad esponenti pubblici di cinque paesi europei, compresa l'Italia. Al momento dell'inchiesta i sindaci di questa società (con sede in via Parigi 11, dove dal 1965 si è trasferita la Page-Europa) sono Bruno Leotta, Mario Pugliese e Guido Guidi che avevano fatto parte del CdA della Com.El. Spa. I primi due li troviamo anche nell'amministrazione di un'altra società, l'Aurora X (compravendita, affitto e conduzione di fondi rustici ed immobili), il cui amm.re unico è l'avv. Vittorio Antonelli. Le azioni dell'Aurora X sono in possesso della Nerina Antalt, con sede a Vaduz, che ha come procuratore Maria Fava. A Vaduz ha sede l'Ikaria, coinvolta anch'essa nell'affare degli Hercules. Controllando tra le ditte assorbite dalla Montedel-Montecatini-Edison si scopre che c'è anche la Gregorini srl il cui fondatore, e successivamente amm.re unico è l'avv. Vittorio Antonelli.
Per saperne di più, il giornalista italiano Furio Colombo de «La Stampa» si reca a Los Angeles nella sede della Northrop al n. 1800 di Century Park East, in Century City, dove lo riceve il vicepresidente della società Delayn a nome del presidente Thomas V. Jones. Lo stesso interpellato dichiara che la società ha versato a Roma ben 861.000 dollari nel periodo 1968-75, per oliare le ruote e favorire la conclusione politica di certi affari. Tale versamento (incassato a Roma) è stato fatto in due parti: per la prima parte, più di 700.000 dollari, la stessa società aveva posto un divieto verbale, una regola interna della compagnia (mai violata tranne che a Roma), per i 129.000 dollari invece (versati dopo l'aprile 1975) era stato emesso un regolamento formale che stabiliva formalmente la proibizione di qualuntue pagamento del genere (la ragione stava nel fatto che la SEC (Security and Exchange Commission) aveva mosso alcune severe osservazioni a questo proposito. Ciò nonostante, il vicepresidente chiarisce che la Northrop, non è responsabile di questi pagamenti avendo essa una società consociata, la Page Engineering, la quale a sua volta ha la consociata italiana, la Page-Europa, con sede a Roma… e l'iniziativa dei pagamenti riguarda esclusivamente quest'ultima con la quale, dopo i fatti, la Northrop ha rotto i legami. Ci tiene inoltre a precisare che la Page-Europa non ha mai trattato affari che avessero relazioni di qualsiasi tipo con il governo degli Stati Uniti e che non è vero che una parte delle somme versate in Italia dalla Page-Europa sia ritornata in America come contributo per l'elezione di qualche uomo politico americano.

L'inchiesta del parlamento durerà esattamente 11 mesi e 10 giorni: dal 1° aprile 1976 al 10 marzo 1977.

Aprile
14
, l'inquirente archivia il "caso Leone" per "manifesta infondatezza". Tutti votano a favore, compreso il socialista Dino Felisetti. Tutti meno l'altro commissario del Psi, Campopiano, che vota contro.
19, Campopiano (Psi) in un'intervista a «Panorama» dichiara che "gli indizi contro il presidente della repubblica sono ben più gravi e consistenti di quelli che hanno colpito M. Rumor".
Intanto G. Leone, che sta firmando la propria lettera di dimissioni, la straccia dietro pressione di due amici fidati: Nino Valentino e Crescenzo Mazza.
[Dei due gli rimarrà vicino soltanto il secondo, napoletano ed ex parlamentare; il primo preferisce il consiglio dell'economia e del lavoro.] Tra gli altri:
- A. Lefèbvre non lo frequenta più per paura di nuocergli;
- Alberto Del Piero, presidente dell'Azienda di Turismo di Napoli, gli esprime solidarietà al telefono…;
- i fratelli Gabriele e Giovanni Benincasa si fanno vedere raramente (…gli devono tutto);
- Lamberto Micangeli, finanziere e dirigente d'industrie, (per anni di casa al Quirinale ed ora malato di cuore) è sempre meno presente;
- G. De Meo, presidente dell'Istat, prende silenziosamente le distanze.

Maggio
30
, un funzionario della Lockheed (in contrasto con la società) dichiara a «Panorama» di essere riuscito a farsi dare da un collega una copia del famoso "libriccino nero".
Lo stesso giorno due funzionari (dr. Damiano Nocilla del Senato e il prof. Mauro Stramacci della Camera) lasciano Roma per gli Stati Uniti con un compito ben preciso: svolgere una pre-indagine, mettersi in contatto sia con le autorità americane che con i dirigenti della Lockheed, sia con i testi eventualmente disposti a deporre. Poco dopo il loro arrivo comunicano che la Lockheed ha fatto sapere di essere disposta a ricevere i parlamentari italiani.

Giugno
4
, venerdi, in un albergo di una capitale europea, attraverso un intermediario e alla presenza di testimoni, avviene la consegna di una copia del famoso "libriccino nero". L'intermediario precisa che l'originale non può essere consegnato: le copie del codice sono infatti numerate e, se ne fosse mancata una, la Lockheed avrebbe immediatamente individuato la fonte di «Panorama». Il libretto viene fotografato nell'albergo; l'intermedario consegna anche una fotografia del codice che, dopo un controllo, risulta identica all'originale.
5, sabato, Fiumicino, la commissione inquirente:
. avv. Angelo Castelli, presidente,
. G. Codacci Pisanelli (Dc), relatore
. Francescopaolo D'Angelosante (Pci) relatore,
parte per Washington;
8, la delegazione inquirente è a Los Angeles dove si incontra con John Martin, consulente e general manager della Lockheed nella sede principale della società a Burbank, sobborgo a settentrione della città.
9, l' «Unità», quando a Washington gli interrogatori previsti non hanno ancora avuto inizio, pubblica "Notizie dagli USA indicano in M. Rumor l'Antelope Cobbler". Mentre la verità è ancora tutta da dimostrare diventa palese il piano preelettorale messo in atto dal Pci.
13, G. Codacci Pisanelli rientra per primo a Roma e ai giornalisti dichiara che non è possibile affermare con certezza l'identità di Antelope Cobbler e che dalla documentazione SEC e dalle altre non è uscito il nome di M. Rumor o di alcun altro.
14, rientra a Roma la delegazione italiana al completo.
16, la commissione inquirente tiene la più lunga delle sue riunioni: 14 ore; Spagnoli riferisce sul lavoro svolto dalla commissione nel corso dei nove giorni che i tre inquisitori hanno trascorso negli Stati Uniti; Francescopaolo D'Angelosante (Pci) e G. Codacci Pisanelli (Dc) sui contenuti della missione americana.
Il relatore comunista elenca i provvedimenti da adottare:
- contestare a Luigi Gui i capi di accusa sulla base degli accertamenti negli Usa;
- inviare una comunicazione giudiziaria a M. Rumor e procedere al suo interrogatorio;
- emettere ordine di cattura nei confronti di M. Tanassi che ha ricevuto dalla Lockheed 1,460 Mni di dollari, più altri 50.000: la prima somma in tre rate di 300-400.000 dollari, rispettivamente versatigli nel giugno del 1970, nel luglio 1971 e nel novembre 1971. I successivi 50.000 dollari sarebbero un extra per non essersi opposto all'aumento del prezzo degli Hercules chiesto dalla società in un secondo tempo.
Gli inquirenti sono chiamati otto volte a votare per sciogliere i molti nodi.
Il relatore democristiano conclude: Luigi Gui, M. Tanassi e M. Rumor devono essere interrogati in seduta pubblica. Ciò succederà il 24 giugno 1976.
Frattanto gli italiani hanno già votato.
20, i risultati elettorali si ripercuotono sulla commissione inquirente:
- G. Codacci Pisanelli (Dc), il sen. Emanuele Lisi (Dc), il deputato Nicola Cataldo (Pci) non sono rieletti;
- i liberali si sono assottigliati e non potranno aspirare ad un proprio aspirante nell'inquirente;
- i missini non ne avranno più due ma uno;
- i repubblicani continueranno a restarne fuori;
- il Psdi perde la vice presidenza che passa ai socialisti.
23, alla vigilia della nuova seduta della commissione inquirente già si sa che sarà impossibile utilizzare alcuni documenti giunti all'ultim'ora dagli Stati Uniti.
24, solo il dubbio sulla seduta segreta accende la discussione nell'ultima riunione della commissione inquirente, priva ormai di potere dinanzi al parlamento della VII legislatura repubblicana. I lavori sono aggiornati quindi a dopo il 5 luglio, quando cioè le camere, una volta insediatesi, avranno provveduto ad eleggere i nuovi rappresentanti in seno all'organo di inchiesta parlamentare.
Per interrogare i politici pertanto si dovrà attendere il 16 dicembre 1976:
- a favore: 4 comunisti, 2 socialisti, due missini, l'indipendente di sinistra senatore Galante Garrone;
- contro: gli otto commissari della Dc e il vicepresidente della commissione Reggiani.
[L'avv. Angelo Castelli, sostituito dal sen. M. Martinazzoli (Dc), entrerà nel nuovo governo come sottosegretario alle partecipazioni statali.]

Luglio
Ai primi del mese il sen. M. Martinazzoli giunge nella commissione inquirente, largamente rinnovata.
30, il governo monocolore fa il suo giuramento;

Agosto
G. Andreotti, tornato a palazzo Chigi, non sfugge all'accusa di corruzione ma riesce a scansare il siluro lanciatogli contro da «L'Espresso».
[Il giornale dichiara di essere in possesso di tre documenti avuti da funzionari ed ex funzionari della Lockheed:
- 1° documento: 8 settembre 1968.
Kotchian
, vicepresidente della Lockheed, scrive da Burbank in California ad A. Lefèbvre [copia della lettera è inviata per conoscenza a Roger Bixby Smith, il primo a parlare di Antelope Cobblere; sentito a Parigi da Ilario Martella ma mai sentito dalla commissione inquirente] che, in riferimento alla lettera di Roger Smith [consulente della Lockheed per l'Europa] del 5 agosto, dei 40.000 dollari (pagamento già autorizzato) 28.000 andranno al sig. G. Andreotti [al tempo ministro dell'Industria e del Commercio] per assicurare la sua preziosa assistenza e quella del suo partito nella vendita di 18 P. 3B Orion alla marina italiana […].
- 2° documento: 20 aprile 1970.
Nella prima pagina del diario di lavoro di un alto funzionario della Lockheed [da un'analisi comparata la calligrafia risulta di Dale H. Daniels in seguito government contractor della Lockheed, che alla fine degli anni '60 si occupava del "programma Starfighter"] è annotato: «Chiamata da Burbank, fissare appuntamento definitivo con Andreotti settimana del 10 maggio […], coordinare con Berry in maniera che anche i dirigenti Fiat siano presenti a Roma qualora ci sia bisogno di loro».
[Berry era l'agente della Lockheed a Torino che dipendeva da Clarence Roha, assistente in Europa di un altro vicepresidente della Lockheed, Archibald Folden; Berry si occupava del programma di vendita degli F 104-Starfighter e manteneva i contatti con la Fiat.]
- 3° documento: 4 marzo 1975.
Il presidente della Lockheed Aircraft del Medio Oriente con sede a Beirut, R.F. Conley invia una lettera al consulente della compagnia per la vendita degli Starfighter in Turchia, C.F. Brubaker. In questa lettera egli fa riferimento all'Altay K.F., la società turca che agiva da intermediaria per la Lockheed nell'incasso e nella distribuzione delle tangenti destinate ad alti ufficiali delle forze armate turche.
Presidente della società era Nezih Dural
[Solo lui incassò 240.000 dollari; nel "dossier Church", con riferimento alla Turchia, esistono indicazioni sull'ammontare delle percentuali pagate a personaggi corrotti in Italia e in Turchia, 20.000 dollari per aereo agli uni e agli altri un ammontare complessivo di 1,440 Mni di dollari.]
«Oggetto: inclusione Andreotti nei finanziamenti Altay F.S. […] ho ricevuto da voi istruzioni di devolvere, dal pagamento n. […] dollari 15 mila a Andreotti, Roma. Voi mi avete assicurato che vi prenderete la responsabilità di informare della questione Dural».
[Dovrebbe riferirsi al ruolo svolto da G. Andreotti, che il 4 marzo 1975 era ministro del bilancio e per il Mezzogiorno, nella vendita alla Turchia di 36 caccia-bombardieri Starfighter del tipo F-104-S fabbricati dall'Aeritalia su licenza della Lockheed.]
Risulterà estraneo allo "scandalo Lockheed".
[Quando si ipotizza che Antelope Cobbler potesse essere lui, dichiara che forse sarebbe stato più facile accusarlo di aver provocato le guerre puniche… trattasi in ogni caso di «pure invenzioni» e di «colpi gobbi».]

Settembre
, Phoenix: Vittorio Zucconi de «La Stampa» ricostruisce tutta la "trattativa" svoltasi per venire in possesso dei documenti. I contatti con Ernest Felix Hauser (nome fattogli da Mario Ciriello corrispondente de «La Stampa» da Londra) ex rappresentante della Lockheed in Europa (colui che ha dato il famoso libriccino nero con i pseudonimi della Lockheed ad un altro settimanale italiano) testimone dinanzi alla "commissione senatoriale americana Church" e alla commissione del ministereo del Tesoro USA (SEC), il quale dichiara di avere le prove… carte che non lasciano dubbi ma che costano però tremila dollari… All'appuntamento fissato, Ernest Felix Hauser afferma che dell'esistenza dei documenti sono a conoscenza, già da due mesi, due giornalisti italiani che stanno negli Stati Uniti e che le trattative in atto per il loro eventuale acquisto si sono arenate. D'accordo con il proprio direttore Arrigo Levi, il giornalista prende un nuovo appuntamento per l'acquisto del materiale e mentre si sta aspettando che arrivino i soldi per lo scambio, arriva pure dall'Italia la notizia che anche l' «Espresso» è in possesso di due dei documenti oggetto della trattativa.
Ernest Felix Hauser
rimane perplesso anche perché, afferma, oltre a non conoscere l' «Espresso» non ha mai incontrato nessuno del giornale. Accusato di essere un truffatore dichiara che capisce Vittorio Zucconi ma che si sbaglia… e che ora, visto che la fonte de l' «Espresso» è un'altra, egli stesso non intende più effettuare lo scambio. La storia è peggio di quello che egli stesso crede. Alla fine gli consegna lo stesso i documenti. Vittorio Zucconi non lo vedrà mai più. L'ultima volta che lo ha sentito per telefono, Ernest Felix Hauser gli ha detto di aver deciso di restar fuori da tutta la faccenda per sempre.
3, Kotchian della Lockheed, fa sapere ai due inviati de «La Repubblica» a Burbank, Corrado Augias e Oliviero Spinelli, che i "nuovi" documenti sono falsi. Che Ernest Felix Hauser era stato per due anni un semplice impiegato in un ufficio periferico, che avrebbe agito legalmente nei suoi confronti… che era in ogni caso al di sotto di ogni credibilità. Ma chi è Ernest Felix Hauser esattamente?
Ernest Felix Hauser [da «Il Manifesto» del 26 settembre]
Emigrato con il padre [diventato professore di chimica al MIT (Massachussetts Institute of Technology)] dall'Austria negli Stati Uniti alla metà degli anni Trenta. Naturalizzato nel 1937, volontario nell'esercito Usa all'inizio del conflitto. Per la sua conoscenza del tedesco, nel 1942 diventa con il grado di tenente un esperto per la Germania nell'US Army, Military intelligence - Europe. Non ha mai lavorato per la CIA, ma nel periodo bellico in Svizzera ha fatto da trait d'union tra la Intelligence dell'esercito e lo OSs (Office of Strategic Services), predecessore della CIA e diretto allora da A.W. Dulles
Il suo rapporto d'affari con la Lockheed, che gli aveva affidato la rappresentanza di pezzi di ricambio dei suoi velivoli, in prevalenza elicotteri, era stato bruscamente interrotto da una banale truffa di cui si era reso responsabile girando sul conte della moglie, a Dusseldorf, dopo aver falsificato delle lettere, alcune somme di danaro versate dall'esercito tedesco per la fornitura di pezzi di ricambio per elicotteri, soldi destinati alla società americana. Arrestato, fu messo poi in libertà provvisoria e quindi espulso dalla Germania federale.
Ha deposto due volte a porte chiuse dinanzi dalla sottocommissione del senato Usa per le multinazionali, ha testimoniato più volte dinanzi alla SEC (Security and Exchange Commission), davanti alla commissione dei tre saggi olandesi, davanti ai funzionari del ministro tedesco della difesa in missione negli Stati Uniti.
Inattendibile?!?!

Il sen. M. Martinazzoli decide di anticipare la riunione della commissione inquirente già fissata per metà settembre, anche perché i nuovi commissari, cioè sedici membri della commissione su venti, si devono ancora studiare il problema. E poi ci sono i nuovi documenti… che però dagli Stati Uniti la Lockheed fa sapere che sono falsi.

20, Ernest Felix Hauser da Parigi si mette a disposizione dell'inquirente;
28, intervistato da Giorgio Fanti per «Paese Sera» egli difende i suoi documenti e dichiara che negli anni '60 alla Lockheed non c'erano dubbi: «Il nostro uomo in Italia era lui». Si riferisce a G. Andreotti.
30, è di nuovo davanti alla commissione inquirente ma i suoi precedenti sono troppo specifici ed eloquenti per non gettare un'ombra su tutto il castello delle sue rivelazioni che egli stesso peraltro, non sa sostenere fino in fondo.
Egli alla fine nega di aver avuto dal settimanale italiano i 3.500 dollari pattuiti per la vendita dei documenti, smentendo persino il direttore de «L'Espresso» che, davanti alla commissione, conferma di avere regolarmente versato il denaro al testimone volontario.
Per salvarsi in extremis dice di chiedere conferma di quanto asserito ad Alfred [Fred] Meuser, l'agente della Lockheed in Germania, che avrebbe molte cose importanti da dire.
Tre ore di interrogatorio servono comunque solo a stabilire:
- la falsità del "supertestimone" e l'infortunio di Patrizia Lombroso giornalista de «L'Espresso».

Ottobre
27
, la commissione inquirente archivia il "caso Andreotti" per "manifestata infondatezza" delle accuse. Alfred [Fred] Meuser non sarà ascoltato.
La falsità dei documenti pubblicati su «L'Espresso» viene ufficialmente sancita
.

Novembre
8
, i rappresentanti della nuova commissione inquirente (M. Martinazzoli, presidente; Pontello e Francescopaolo D'Angelosante (Pci), relatori), si recano negli Stati Uniti dove rimangono fino al giorno 15.

Dicembre
16
, si procede agli interrogatori di Luigi Gui, M. Tanassi e M. Rumor, trasmessi per la televisione a circuito chiuso all'interno del palazzo di Montecitorio.
Le arringhe dei difensori impegnano la commissione per circa una settimana.

«segue 1977»

 

[Fonti:
- Camilla Cederna, Giovanni Leone - Feltrinelli 1978, I ed..
- Nino Piccione, Uragano Lockheed - E.L.V. Roma 1977, I ed..
- Anthony Sampson, The arms bazaar/Il supermercato delle armi - Arnoldo Mondadori Editore 1977.]

 




OVEST
-
-
-
-

1976

-

 


 

DOMINION OF CANADA
[Aggiunta alle altre province britanniche nel 1763, include la regione sulle due rive del fiume San Lorenzo grossolanamente delimitate da Anticosti a est e il Lago Nipissing a ovest.
Dal 7 nov 1763 la provincia (ex Canada francese) è stata divisa formalmente in tre distretti: Québec, Trois-Rivières, Montréal.
Nel 1791 la provincia è stata separata in due parti:
Basso Canada (francofoni) e Alto Canada (lealisti).
Nel 1841, con l'Act of Union sono stati nominati due primi ministri ma Canada Est e Canada Ovest continuano ad andare ognuna per la sua strada. Il sistema dura ben 25 anni (1842-67).
Nel 1867, 1° luglio, nasce ufficialmente la confederazione: Dominion of Canada.]
Dal 1931, nonostante lo «statuto di Westminster», in pratica il Foreing Office britannico continua a rappresentare il Dominion in quasi tutte le nazioni del mondo e formalmente i canadesi continuano ad essere cittadini britannici, fino all'approvazione della legge sulla cittadinanza nel 1946.
Dal 1° gennaio 1947, in base al Canadian Citizenship Act, i canadesi diventano a pieno titolo cittadini del loro paese.
Governatore generale
Jules Léger
(1974 - 1979)
Primo ministro
Pierre E. Trudeau
II
(1974 lug - 1979)
[liberale]
Ministro degli Esteri
-

1976
Gennaio
[La vita politica canadese è caratterizzata da un difficile equilibrio fra il potere centrale e le province, in particolare il Québec, francofono, dove particolarmente vive sono le spinte autonomiste e anche separatiste.]

Vengono raggiunti accordi formali con Europa e Giappone per incrementare la cooperazione commerciale ed economica e aumentare gli investimenti.
La "Terza opzione" di Pierre E. Trudeau sembra quindi aver avuto successo modificando il ruolo del Canada oltreoceano e diminuendo la dipendenza nei confronti degli Stati Uniti.
[In realtà – come osserverà (1990) lo storico Robert Bothwell – si è trattato di "un tentativo di far prevalere la politica sulla geografia", e questa politca, pur intelligente e sensata, ha dovuto fare i conti con lo scarso entusiasmo della burocrazia governativa e della comiunità degli affari.
Nei fatti gli accordi modificano solo marginalmente la bilancia commerciale canadese e alla fine degli anni 1970 gli Stati Uniti continueranno a essere un partner indispensabile.]

Lo stesso anno viene definitivamente abolita la pena di morte.

 

QUÉBEC
Primo ministro della provincia
Robert Bourassa
(1970 - nov 1976)
[liberale]
Renè Lévesque
(1976 nov - ?)
[PQ]
Sindaco di Montréal
-
Arcivescovo di Montréal
Paul-Émile Léger
(? - ?)
Arcivescovo di Québec
-

1976
-

Novembre
15
, si svolgono le elezioni provinciali;

Elezioni provinciali
 
%
seggi
. Renè Lévesque
[PQ (Parti Québécois) - Partito quebecchese]
41.37
71
. Robert Bourassa
[PLQ (Parti libéral du Québec) o Quebec Liberal Party]
33.77
26
. ?
[ - ]
-
?
Totale seggi
 
110
-

Nel Québec i separatisti del PQ (Parti Québécois) di Renè Lévesque vincono le elezioni con un programma che chiede la sovranità per la provincia.
Le prime misure:
- la politica viene morlizzata con una legge che pone un tetto al finanziamento ai partiti,
- vengono introdotte misure a protezione delle aree rurali,
- le tasse universitarie sono fissate a un livello che è il più basso di tutto il Canada,
- è approvata una legge in materia sindacale che proibisce le serrate.


 

 

ONTARIO
-
-

1976

-

 

 


NEW BRUNSWICK
-
-

1976

-

NOVA SCOTIA
-
-

1976

-

MANITOBA [dal 1870]
-
-

1976

-


BRITISH COLUMBIA [dal 1858]
[nel 1866 ha incorporato l'Isola di Vancouver e dal 1871 fa parte della confederazione.]
Primo ministro della provincia
-

1976

-

 

ISOLA DEL PRINCIPE EDOARDO
[Dal 1873 fa parte della confederazione.]
Primo ministro della provincia
-

1976

-

 

TERRITORIO DELLO YUKON [creato nel 1898]
   
1976
-
ALBERTA [creata nel 1905]
Primo ministro della provincia  
1976
-
SASKATCHEWAN [creata nel 1905]
Primo ministro della provincia  
1976
-
TERRANOVA
- 1867-1934, rimane Dominion autonomo.
- 1934-mar 1949, torna allo status di colonia dipendendo interamente dalla Gran Bretagna sul piano politico ed economico;
- 1949, 1 ° aprile, diventa la X provincia del Dominion del Canada.
Primo ministro della provincia
-
1976
-
[Luca Codignola-Luigi Bruti Liberati, Storia del Canada, Bompiani 1999.]

 

UNIONE degli STATI UNITI d'AMERICA
Presidente degli Stati Uniti
G.R. Ford [38°]
(1974 9 ago - 20 gen 1977)
[Pr]
Vicepresidente
N.A. Rockefeller
(1974 9 ago - 20 gen 1977)
Segretario di Stato
[Ministro degli Esteri]
H.A. Kissinger
(1973 ott - 20 gen 1977)
Ministro del Tesoro
-
Ministro della Difesa
-
Ministro della Giustizia
-
Presidente della Corte Suprema
W.Earl. Burger
(1969 23 giu - 26 set 1986)

1976
Gennaio
all'inizio dell'anno G.R. Ford annuncia la sua intenzione di candidarsi alla presidenza;
all'interno del partito però l'ala conservatrice è favorevole a Ronald Reagan, un ex attore cinematografico che si era dedicato alla politica ed era stato eletto due volte governatore della CALIFORNIA;
solo dopo una contesa movimentata e con un margine ristretto G.R. Ford risulta vincitore alla convenzione repubblicana a Kansas City.
La scelta per la nomination democratica è stranamente ampia, ma una buona prova durante le primarie ha fornito un piccolo numero di delegati in più all'ex governatore della GEORGIA, James Earl Carter, o Jimmy Carter come preferirà essere chiamato.


scandalo Watergate
1976
Febbraio
Tom Jones annuncia il massimo risultato ottenuto dalla Northrop in tutta la sua storia, con un reddito netto portato al 37%, per un valore di 25 Mni di dollari e vendite fino a circa un miliardo di dollari. I Tiger escono dai capannoni della Northrop al ritmo di diciotto al mese e quanto al nuovo caccia per la marina, lo F-18, che ora viene sviluppato congiuntamente con la McDonnel Douglas, l'attesa è che rimanga in produzione fino agli anni ottanta.
Tom Jones riottiene il seggio presidenziale della società.
La SEC che nel frattempo ha avuto accesso alla relazione dei revisori dei conti Ernst ed Ernst decide di non rendere pubblica la sezione che fornisce i particolari sui pagamenti eseguiti all'estero, per evitare di mettere in imbarazzo il Dipartimento di Stato. Lo scandalo internazionale rimane in questo modo soffocato.

Dan Haughton, presidente della Lockheed, si dimette tornando nel suo ritiro in Georgia mentre Kotchian pubblicherà la propria versione sulle trattative condotte a Tokyo.
Il Pentagono, sotto la direzione di Donald Rumsfeld, intende tuttavia mantenere in vita la società cercando di rassicurare i governi stranieri. Robert Haack, il nuovo presidente, fa febbrilmente la spola fra Washington, Ottawa, Londra e la California per rassicurare i suoi clienti.

Giugno
le ventiquattro banche creditrici decidono di convertire una parte del debito della Lockheed in azioni ordinarie;

Luglio
il Canada prende la risoluzione di comprare aerei Orion;

Agosto
le British Airways ordinano altri TriStar.

Ancora una volta la società riesce a fermarsi sull'orlo del precipizio.

fine anno, Tom Jones, reintegrato presidente della Northrop che l'anno precedente ha distribuito un utile del 14%, diventa il nuovo eroe dell'industria con la prospettiva di profitti ancora maggiori dalle vendite in Medio Oriente.

Valore delle vendite militari degli Stati Uniti all'Italia nell'anno finanziario 1976: 24,680 Mni di dollari.
[Fonte: Defense Security Assistance Agency, settembre 1976]

[Fonti:
- Anthony Sampson, The arms bazaar/Il supermercato delle armi - Arnoldo Mondadori Editore 1977.]

Novembre
2
, alle presidenziali J.E. [Jimmy] Carter, del Partito democratico, ottiene il 51% dei voti, sconfiggendo G.R. Ford, e viene proclamato 39° presidente degli Stati Uniti.

Elezioni presidenziali
 
voto popolare
voto elettorale
. J.E. [Jimmy] Carter (Democratico)
40.828.587
297
. G.R. Ford (Repubblicano)
39.147.613
241
. altri
1.575.459
-

J.E. [Jimmy] Carter ha vinto di stretta misura, ma uno spostamento di 8000 voti nell'OHIO e alle HAWAII avrebbe potuto capovolgere il risultato delle elezioni.
G.R. Ford avrebbe anche potuto vincere se il senatore progressista Eugene McCarthy, presentatosi come indipendente, fosse riuscito a vincere nello stato di NEW YORK; tuttavia, pur ottenendo solo lo 0,9% dei voti totali, Eugene McCarthy ha sottratto abbastanza voti a J.E. [Jimmy] Carter da togliergli quattro stati molto contesi.
L'elettorato si è suddiviso chiaramente secondo una stratificazione di classe ben precisa:
- gli appartenenti alla classe ricca e colta hanno votato generalmente per G.R. Ford,
- coloro che sono socialmente ed economicamente svantaggiati per J.E. [Jimmy] Carter.
In ultima analisi è stato il voto negro a decidere le elezioni.
Gli americani bianchi hanno dato a G.R. Ford una chiara maggioranza ma i negri hanno dato il 92% dei voti a J.E. [Jimmy] Carter e gli hanno fornito quel margine di vittoria in una mezza dozzina di stati chiave, fra cui NEW YORK, PENNSYLVANIA, LOUISIANA e MISSISSIPPI.

 

 

[Maldwyn A. Jones, Storia degli Stati Uniti, Bompiani 1984.]

 




FBI
(Federal Bureau of Investigation)
- Direttori: C.M. Kelley (1973-?)

1976
-

 

 

 

CIA
(Central Intelligence Agency)
- Agenzia centrale d'informazione -
- Direttore:
. William Colby (1973 set-gen 1976)
. George H. W. Bush (1976 gen-gen 1977)

1976
viene nominata una commissione d'inchiesta per indagare le attività dell'intelligence statunitense circa la penetrazione della CIA nelle fondazioni a metà degl anni Sessanta [vedi 1966];

[William Colby – ispiratore del "Programma Phoenix" che causa la tortura e la morte di olre 20.000 Vietcong – è responsabile del dimissionamento di J.J. Angleton.
Sotto la sua direzione la CIA è passata da un fiasco pubblico all'altro.
Dopo il suo ritiro, continuerà a raccogliere i frutti della sua carriera nello spionaggio vendendo i propri servizi, come consulente, ai capi dei servizi d'intelligence dell'Europa orientale, dopo il collasso dell'Unione Sovietica. Morirà nell'aprile 1996, cadendo nelle acque burrascose del Potomac.]

 


 

 

 

[01] DELAWARE [dal 7 dicembre 1787] - cap. Dover
[Primo stato a ratificare la Costituzione degli Stati Uniti d'America.
Non esistono collegamenti fra chiesa e stato e una grande libertà religiosa si è affermata sin dall'inizio.]
Governatore
-

1976
-

 

[02] PENNSYLVANIA [dal 12 dicembre 1787] - cap. Harrisburg
[Non esistono collegamenti fra chiesa e stato e una grande libertà religiosa si è affermata sin dall'inizio.]
Governatore
-

1976
-

 

[03] NEW JERSEY [dal 18 dicembre 1787] - cap. Trenton
[Non esistono collegamenti fra chiesa e stato e una grande libertà religiosa si è affermata sin dall'inizio.]
Governatore
-

1976
-

 

[04] - [04] GEORGIA [dal 2 gennaio 1788] - cap. Atlanta
[Già ammesso nell'Unione nel 1780 ma ratificato solo il 2 gennaio 1788.
Riammesso al Congresso il 30 marzo 1870.]
Governatore
-
-

1976
-

[05] CONNECTICUT [dal 4 gennaio 1788] - cap. Hartford
Governatore
-

1976
-

[06] MASSACHUSETTS [dal 6 febbraio 1788] - cap. Boston
Governatore
-

1976
-

[07] MARYLAND [dal 28 aprile 1788] - cap. Annapolis
Governatore
-

1976
-

[08] - [01] SOUTH CAROLINA [dal 23 maggio 1788] - cap. Columbia
Governatore
-
-

1976
-

[09] NEW HAMPSHIRE [dal21 giugno 1788] - cap. Concord
Governatore
-

1976
-

[10] - [08] VIRGINIA [dal 26 giugno 1788]- cap. Richmond
[Riammesso al Congresso il 30 marzo 1870]
Governatore
-
-

1976
-

[11] NEW YORK [dal 26 luglio 1788] - cap. Albany
[L'anglicanesimo è la religione di stato in quattro contee.]
Governatore
-

1976
-

[12] - [09] NORTH CAROLINA [dal 21 novembre 1789] - cap. Raleigh
[Tratto di terre immediatamente a sud della Virginia, attorno allo stretto di Albemarle.]
Governatore
-
-

1976
-

[13] RHODE ISLAND [dal 29 maggio 1790] - cap. Providence
Governatore
-

1976
-

[14] VERMONT [dal 4 marzo 1791] - cap. Montpelier
Governatore
-

1976
-

[15] KENTUCKY [dal 1° giugno 1792] - cap. Frankfort
Governatore
-
-

1976
-

[16] - [10] TENNESSEE [dal 1° giugno 1796] - cap. Nashville
[Riammesso all'Unione dall'aprile 1866.]
Governatore
-
-

1976
-


[17] OHIO [dal 1° marzo 1803] - cap. Columbus
Governatore
-
-

1976
-

[18] - [05] LOUISIANA [dal 30 aprile 1812] - cap. Baton Rouge
- 1819, Trattato Adams-Onís: stabilisce il confine con il MESSICO spagnolo: va dal fiume Sabine, nel TEXAS orientale, fino al 42° parallelo (futuro confine settentrionale della CALIFORNIA) e da quel punto, verso ovest, fino al Pacifico.
Governatore
-
-

1976
-

[19] INDIANA [dal 11 dicembre 1816] - cap. Indianapolis
Governatore
-
-

1976
-

[20] - [06] MISSISSIPPI [dal 10 dicembre 1817] cap. Jackson
[Riammesso al Congresso il 30 marzo 1870]
Governatore
-
-

1976
-

[21] ILLINOIS [dal 3 dicembre 1818] - cap. Springfield
-
Governatore
-
-

1976
-

[22] ALABAMA [dal 14 dicembre 1819] - cap. Montgomery
[Dal 18 ottobre 1867 sotto la sovranità degli Stati Uniti.]
Governatore
-

1976
-

[23] MAINE [dal 15 marzo 1820] - cap. Augusta
-
Governatore
-
-

1976
-

[24] MISSOURI [dal 10 agosto 1821] - cap. Jefferson City
Governatore
-
-

1976
-

[25] - [11] ARKANSAS [dal 15 giugno 1836] - cap. Little Rock
Governatore
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-

1976
-

[26] MICHIGAN [dal 26 gennaio 1837] - cap. Lansing
Governatore
-
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1976
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[27] - [03] FLORIDA [dal 3 marzo 1845] - cap. Tallahassee
Tra il 1810 al 1813 gli Stati Uniti hanno inglobato la maggior parte della Florida occidentale, la scia costiera che corre da New Orleans a Mobile, ma una buona parte della colonia, unitamente a tutta la Florida orientale, cioè la penisola, resta ancora sotto il dominio spagnolo.
Nel 1819, con il Trattato Adams-Onís è stata completamente ceduta agli Stati Uniti dalla Spagna.
Nel 1868 è rientrata a far parte dell'Unione.]
Governatore
-
-

1976
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[28] - [07] TEXAS [dal 29 dicembre 1845] - cap. Austin
Governatore
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1976
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[29] IOWA [dal 28 dicembre 1846] - cap. Des Moines
Governatore
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-

1976
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[30] WISCONSIN [dal 29 maggio 1848] - cap. Madison
Governatore
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1976
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[31] CALIFORNIA [dal 9 settembre 1850] - cap. Sacramento
Governatore
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1976
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[32] MINNESOTA [dall'11 maggio 1858] cap. Saint Paul
Governatore
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1976
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[33] OREGON [dal 14 febbraio 1859] - cap. Salem
- 1845, alla fine dell'anno i 5000 coloni americani dell'Oregon organizzano un governo provvisorio e chiedono la fine del regime di occupazione comune e l'esclusiva giurisdizione americana.
- 1848, diventa territorio autonomo.
Governatore
-
-

1976
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[34] KANSAS [dal 28 gennaio 1861] - cap. Topeka
Governatore
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1976
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[35] WEST VIRGINIA [dal 19 giugno 1863] - cap. Charleston
Governatore
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1976
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[36] NEVADA [dal 31 ottobre 1864] - cap. Carson City
[Il 2 marzo 1861 il suo territorio era stato separato da quello dell'UTAH.]
Governatore
-

1976
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[37] NEBRASKA [dal 1° marzo 1867] - cap. Lincoln
Governatore
-
-

1976
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[38] COLORADO [dal 1° agosto 1876] - cap. Denver
[Territorio autonomo dal 28 febbraio 1861.]
Governatore
-

1976
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[39] NORTH DAKOTA [dal 2 novembre 1889] - cap. Bismarck
Governatore
-
-

1976
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[40] SOUTH DAKOTA [dal 2 novembre 1889] - cap. Pierre
Governatore
-
-

1976
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[41] MONTANA [dall'8 novembre 1889] - cap. Helena
[cap.li: fino al 1865 Bannack, fino al 1875 Virginia City.]
Governatore
-
-

1976
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[42] WASHINGTON [dall'11 novembre 1889] - cap. Olympia
Governatore
-
-

1976
-

[43] IDAHO [dal 3 luglio 1890] - cap. Boise
[Territorio autonomo dal 24 marzo 1863 con cap. Boise.
Inizialmente, fino al 7 dicembre 1864, la capitale era Lexinton.]
Governatore
-
-

1976
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[44] WYOMING [dal 10 luglio 1890] - cap. Cheyenne
Governatore
-
-

1976
-

[45] UTAH [dal 4 gennaio 1896] - cap. Salt Lake City
[Territoro annesso nel 1850.
Dal 2 marzo 1861 si è staccato il Territorio del NEVADA.]
Governatore
-
-

1976
-

[46] OKLAHOMA [dal 16 novembre 1907] - cap. Oklahoma City
[Territorio autonomo dal 2 maggio 1890.
Con l'annessione di questo nuovo stato gli indiani sono stati espropriati del loro territorio di riserva "permanente". ]
Governatore
-
-

1976
-

[47] NEW MEXICO [dal 6 gennaio 1912] - cap. Santa Fe
[Territorio autonomo dal 1846.]
Governatore
-
-

1976
-

[48] ARIZONA [dal 14 febbraio 1912] - cap. Phoenix
[Territorio autonomo dal 1863, ma fino al 1886 non ci fu pace con gli Indiani.]
Governatore
-
-

1976
-


[49] ALASKA [dal 3 gennaio 1959] - cap. Juneau
[Territorio autonomo dal 1912.]
Governatore
-
-

1976
-

[50] HAWAII [dal 21 agosto 1959] - cap. Honolulu
[Territorio autonomo dal 7 luglio 1898.]
Governatore
-
-

1976
-


a

 



 
1976
GRANDI ANTILLE
- Presidente del consiglio di stato
Fidel Castro Ruz
(1959 - 2007)
[capo dello stato e primo ministro]
Partito unico: Partito comunista cubano.
1976
Febbraio
l'esperimento di "democrazia di base" iniziato nel 1971 culmina nel varo della costituzione della Repubblica Socialista di Cuba, entrata ora in vigore, che conferma al Partito comunista cubano il ruolo di partito unico;
si svolgono anche le elezioni locali;
il presidente viene confermato nella carica di presidente del consiglio di stato;
Haiti
- Dittatore
Jean-Claude Duvalier [Baby Doc]
(1971 - 1986)
[regime terroristico]
1976
nonostante di idee liberali, assorbite anche durante gli studi negli Stati Uniti, non riesce a introdurre riforme democratiche a causa dell'estrema crisi economica perdurante nel Paese; governa comunque con gli stessi metodi del padre, avvalendosi del suo esercito privato i tontons macoutes (spauracchi) del terrore superstizioso mantenuto con il ricorso al vudu;
- Presidente della repubblica
Joaquín Balaguer
(1966 -1978)
[PRSC (Partido reformista social cristiano), di destra]
[governo dittatoriale]
1976
formalmente nel rispetto della legalità, in realtà facendo ricorso a sistemi polizieschi che svuotano di significato le istituzioni rappresentative, il presidente instaura un governo dittatoriale;
- Primo ministro
Michael Manley
(1972 - 1976) I
[PNP]
[PNP (Partito nazionale del popolo), socialdemocratico;]
1976
il primo ministro viene confermato;

Giugno
constatato che dall'inizio dell'anno 162 persone sono state uccise, viene dichiarato lo stato di emergenza;


1976
Estados Unidos Mexicanos
(Stati Uniti del Messico)
[repubblica federale]
- Presidente della repubblica federale
Luis Echeverría Alvarez
(1970 - 1976)
[PRI (Partido Revolucionario Institucional)]
José Lopez Portillo
(1976 - 1982)
[PRI (Partido Revolucionario Institucional)]
- Ministro dell'interno
?
(? - ?)
[dal 1953 è stato concesso il voto alle donne.]

1976
la scena politica è dominata da due partiti:
- PRI (Partido Revolucionario Institucional);
- PAN (Partido de Acción Nacional);
sale alla presidenza José Lopez Portillo;




1976
Repubblica dell'America centrale
(1921)
- Presidente
-
1976

-



1976
Guatemala
[formalmente indipendente dal 1847]
- Presidente
gen. Kjell Laugerud
(1974 - 1978)
[estrema destra]
1976
-


1976
- Presidente
J.M. Lemus
(1957 - ?)
guerra con l'Honduras: (1969-)
1976
il Partido de Conciliación Nacional (conservatore e strettamente legato ai comandi militari) mantiene ininterrottamente la presidenza e il controllo del paese;
dal 1974 operano nel paese formazioni guerrigliere di estrema sinistra (Ejercito Revolucionario del Pueblo) che effettuano numerose, e anche clamorose, azioni;

1976
Honduras
- Presidente
-
-
[dal 1951 il paese è inserito (carta di San Salvador) nella "Organizzazione degli stati dell'America Centrale".]
1976
-
Belize [Honduras Britannico]
[dal 1964 la colonia britannica gode dell'autonomia interna.]
1976
l'indipendenza, rivendicata dal People's United Party, partito di governo, è ritardata dalle rivendicazioni annessionistiche che sul paese avanzano il Guatemala e il Messico;


1976
- Presidente
Anastasio Somoza [Tachito]
(1967 - ?)
[dal 1937 le forze guerrigliere si oppongono alla dittatura della famiglia Somoza la quale poggia sulla "guardia nacional", una sorta di milizia pretoriana, armata e organizzata dagli Stati Uniti fin dall'insurrezione di A.C. Sandino.]
1976
l'opposizione è rappresentata da una coalizione di partiti clandestini e dal Fronte di liberazione nazionale sandinista, che conduce la lotta armata;

1976
- Presidente della repubblica
D. Oduber Quirós
(1974 - ?)
[riformista]
1976
la vita politica finora non ha conosciuto né violente pressioni dei militari né gravi traumi sociali grazie a uno sviluppo del reddito nazionale a livelli proporzionalmente più elevati che in altri paesi dell'America centrale;

1976
República de Panamá
(indipendente dal 1903)
- Presidente della repubblica
?
(? - ?)
1976

-






1976
- Presidente
J. López Michelsen
(1974 - 1978)
[ala "sinistra" dei liberali]
[dal 1966 è attivo nel paese il movimento armato di sinistra FARC (Fuerzas armadas revolucionarias de Colombia).
dal giugno 1975 il presidente, avvicinatosi bruscamente all'ala più conservatrice, ha dichiarato lo stato d'assedio per combattere la guerriglia.]
1976
-

1976
[dal 1973 il paese è entrato nel "patto andino"]

- Presidente della repubblica

C.A. Pérez
(1974 - 1979)
[AD (Acción democrática)]
1976
-


1976
República del Ecuador

- Presidente della repubblica

gen. G. Rodríguez Lara
(1972 - 1979)
[il protocollo di Rio de Janeiro non ha delimitato con precisione la linea di confine, nella zona della cordigliera del Cóndor;
dalla conferenza di Rio de Janeiro il paese dipende sempre più dagli Stati Uniti che hanno ottenuto anche la cessione di basi militari.
dal 1972 comanda una giunta militare.]
1976
-



1976
(Repubblica indipendente dal 1827)

- Presidente della repubblica

gen. F. Morales Bermúdez
(1975 ago - ?)
1976
-


1976

- Presidente della repubblica

col. H. Banzer Suárez
(1971 ago - lug 1978)
[dittatura reazionaria strettamente legata agli USA e al Brasile ]
1976
Aprile
nelle conversazioni bilaterali tra Perù e Bolivia, la questione dello "sbocco al Pacifico" tramite il corridoio cileno di Arica ottiene ancora conferme in linea di massima positive;

Ottobre
patto di non aggressione cileno-bolivano;

1976

- Capo dello Stato

gen. A. Pinochet Ugarte
(1974 giu - mar 1990)

- Ministro della Difesa

gen. Herman Brady
(? - ?)
[il paese è in stato d'assedio]
1976
Luglio
il gen. Herman Brady decide di arrestare e far scomparire Carmelo Soria, un diplomatico spagnolo che lavora per l'Onu.
Un agente della CIA distaccato in Cile, Michael Townley decide di occuparsi personalmente dell' "obiettivo Soria".
Un gruppo della CNI – la Gestapo cilena – lo intercetta all'uscita dal suo ufficio. Subito gli bendano gli occhi e lo gettano sul fondo di un 'auto senza targa.
[Varie persone assistono al suo arresto e venticinque anni dopo… saranno disposte a comparire davanti ai testimoni.]
Il rapito viene condotto nel seminterrato della casa di Michael Townley; la moglie dell'agente, una scrittrice cilena di nome Mariana Callejas, lo vede mentre lo spogliano e lo legano a una sedia di metallo per iniziare gli "interogatori". La scrittrice chiude la porta del seminterrato, risale le scale e entra in salotto, dove l'aspettano altri scrittori per la conusta riunione letteraria.
Carmelo Soria viene torturato. Il 24 luglio uno dei torturatori decide di sperimentare un nuovo supplizio: gli schiaccia il collo contro lo spigolo di un gradino.
[In seguito Michael Townley lo giustificherà dicendo che la situazione «gli era sfuggita di mano».]
Il corpo di Carmelo Soria viene portato in un terreno abbandonato, cosparso di alcol e messo al volante di un'auto, che poi viene investita e incendiata.
La tesi ufficiale «deprecabile incidente provocato dalla guida in stato di ebbrezza».
Carmelo Soria era sempre stato astemio.
Nel 2001, grazie all'impegno della vedova e dell'avv. Joan Garcés, la giustizia spagnola accetterà di indagare sull'assassinio di uno spagnolo; nel 2003 ca, il giudice Baltasar Garzón invierà all'Interpol un ordine di cattura nei confronti di Herman Brady che, fino agli inizi di giugno, resterà percò latitante, un criminale internazionale in fuga dalla giustizia spagnola.
Senonché è sufficiente un'ordinanza della Corte Suprema, nella quale si indica che gli evviva all'ETA proferiti in Francia da un dirigente Batasuna non possono essere perseguiti penalmente in Spagna, perché i magistrati della Terza Sezione Penale dell'Audiencia Nacional disattendano il mandato internazionale d'arresto contro l'uomo che ha ordinato l'assassinio.
[Luis Sepúlveda, Una sporca storia, Ugo Guanda Editore, Parma 2004.]

Settembre
viene introdotta una nuova unità monetaria, il peso, equivalente a 1000 vecchi escudos, ma nonostante questo espediente finanziario e gli aiuti statunitensi, governativi e privati, l'inflazione non accenna a diminuire in misura sostanziale.

«Der Spiegel (n. 29, 1976) annuncia. «Un milione di bambini cileni rischiano attualmente di morire di fame. Il tasso di mortaltà tra i neonati è salito al 63‰ (Repubblica Federale Tedesca: 21,1‰). Quasi due milioni di bambini soffrono di lesioni cerebrali per effetto della denutrizione. Contemporaneamente il dittatore strangola gli investimenti sociali. Le spese per la salute pubblica, l'educazione, l'assistenza sociale, che nel 1972, sotto Allende, ammontavano al 37% del bilancio statale, sono state compresse a meno del 20%.»

1976
[I conflitti etnico sociali oppongono:
- PPP (People's Progressive Party), maggioranza indiana, marxista;
- PNC (People's National Congress), consistente minoranza nera, socialista, al potere dal 1964
- UF (United Force), minoranza bianca.]

- Presidente della repubblica

Forbes Burnham
(? - 1985)
[PNC]
[PNC (People's National Congress), al potere dal 1964.]
1976
L'opposizione rimprovera al presidente gravi violazioni della democrazia.


1976
Republiek van Suriname
(indipendente dal 1975)
[Contrasti razziali tra:
- NPK (Alleanza nazionale dei partiti), formazione di maggioranza appoggiata dalla popolazione nera e meticcia;
- PRP (Partito riformista progressista), appoggiato dalla popolazione di origine asiatica;
crescente opposizione, anche armata, dei bush-negroes, i discendenti degli schiavi fuggitivi che accusano le nuove autorità di non rispettare i diritti riconosciutigli dall'amministrazione olandese. ]

- Governatore

?
(? - ?)
?
(? - ?)
1976
-



1976
[dal 1946 integrata alla metropoli come dipartimento d'oltremare.]

- Governatore

?
(? - ?)
1976
dal 1966 ha assunto una rilevante importanza strategica in seguito alla creazione di un centro spaziale lungo la fascia litoranea tra Kourou e Sinnamary.


1976

- Presidente

gen. Ernesto Geisel
(1974 nov - 1978)
[quarto presidente militare; dal 1969 vige una nuova costituzione che ha restaurato, del tutto formalmente, i diritti politici e civili;
per darsi una parvenza di legalità il regime ha creato due partiti ufficiali:
- ARENA (Aliança da Renovação Nacional), di governo,
- MDB (Movimento Democratico Brasileiro), di opposizione;
per lo stesso motivo vengono svolte le elezioni; ]
1976
Gennaio
sempre nel quadro della crisi petrolifera mondiale, il paese conclude ora in campo energetico un accordo con la Francia;

Marzo
accordi in campo tessile vengono raggiunti con la CEE;

Maggio
accordi in campo automobilistico vengono raggiunti con la FIAT;

Settembre
il paese è membro fondatore del SELA (Mercato comune latino americano) appena costituito;


1976

- Capo dello stato

gen. Alfredo Stroessner Mattiauda
(1954 - 1989)
[del Partito colorado]
[dopo il golpe, permane lo stato d'assedio;
nuova costituzione dal 1970.]
1976
il ricorso alla tortura è sistematico, gli oppositori sono incarcerati o costretti all'esilio, le epurazioni sono la norma nello stesso partito che sostiene il presidente;



1976

- Presidente

M.E. Martínez Perón
(1974 lug - mar 1976)

Giunta Militare

ten.gen. J.R. Videla
(1976 mar - mar 1981)
- cte Esercito
ten.gen. J.R. Videla
(1975 ago - mar 1976)
- cte Marina

amm. E.E. Massera
(1973 - set 1978)

- cte Aeronautica

brig.gen. O.R. Agosti
(1975 - 1979)

     
1976
all'inizio dell'anno il governo richiede già l'intervento delle forze armate per reprimere i movimenti guerriglieiri, e la spirale di violenza si fa inarrestabile;

Marzo
24
, un colpo di stato militare del gen. Jorge Rafael Videla depone M.E. Martínez Perón [Isabelita] che, arrestata sotto l'accusa di peculato, viene condannata agli arresti domiciliari;
è costretta all'esilio;
la giunta militare, sotto la guida del gen. Jorge Rafael Videla, avvia una durissima repressione che porterà nei sette anni successivi alla "sparizione" di forse 30.000 oppositori.


Da questo momento le relazioni tra Buenos Aires e il Vaticano si rafforzano; molti dei comandanti che fanno parte del triumvirato, come l'ammiraglio Emilio Eduardo Massera, hanno anche importanti relazioni con la Loggia P2 di Licio Gelli;
[Il segretario di Stato americano Henry Kissinger esorta la giunta militare a «portare presto a termine il lavoro» e non si preoccupa dei diritti umani «citati fuori contesto». La Chiesa, come spesso in tali situazioni, mostra due volti: quello indegnamente neutrale o compiacente di una parte della gerarchia – compreso il nunzio apostolico mons. Laghi – e di certi cappellani più benevoli con i torturatori che con i torturati, e quello dell'impavida carità cristiana di altri sacerdoti, fra i quali per esempio padre Longueville e padre de Dios Murias o i vescovi Angelelli o Ponce de Léon, vittime dell'efferata violenza contro cui avevano levata alta la voce, come mons. Romero o i sei gesuiti a San Salvador, in seguito dimenticati nelle beatificazioni ecclesiastiche…
Nei momenti più drammatici della loro protesta le madri argentine di Plaza de Mayo, saranno ascoltate da pochi – perfino Giovanni Paolo II, cui pure la devozione a Maria dovrebbe fargli aprire gli occhi, le riceverà con un'aridità che non sarà ricordata fra i migliori momenti della sua vita. Uno dei pochi a dimostrarsi realmente sensibile, oltre al console italiano Enrico Calamai, sarà il presidente Sandro Pertini […].
- Claudio Magris, Alfabeti - Saggi di letteratura, Garzanti 2008.]



Patagonia
1976
-

1976
- Presidente
J.M. Bordaberry
(1972 - 1976)
[partito conservatore]
A. Méndez
(1976 - 1981)
[partito conservatore]
1976
Montevideo, nel 1973 con un colpo di stato incruento i militari hanno assunto il potere, dapprima con la copertura del presidente della repubblica ed ora direttamente con A. Méndez imponendo una spietata dittatura che provoca l'esilio o l'imprigionamento di centinaia di migliaia di uruguaiani e cruente repressioni degli oppositori, oltre a un netto peggioramento del tenore di vita dei ceti popolari;
isolata sul piano internazionale, con il solo appoggio dei governi fascisti del Cile e dell'Argentina, la giunta di Montevideo tenta nondimeno di darsi una facciata di legittimità, proponendo un referendum per l'approvazione di una nuova costituzione che ripristini parzialmente il regime parlamentare sotto il controllo dei militari;




 
1976
Mongolia
(Repubblica popolare)
-
?
(? - ?)
[dal 1921 la vita politica è dominata dal partito unico comunista, il PRPM (Partito rivoluzionario del popolo)]
1976
-

1976
CINA
Repubblica Popolare Cinese
Grande rivoluzione culturale proletaria
o
Rivoluzione culturale cinese
1966-1976

- Primo ministro

Chou En-lai
(1949 - † 1976)

Deng Xiaoping
(1976 - ?)

- Vice primo ministro

Deng Xiaoping
(1973 -1976)

Hua Kuo-feng
(1976 feb - ?)
- segretario generale del PCC
?
(? - ?)
[Prima costituzione]

1976
Gennaio
dopo la morte di Chou En-lai, Deng Xiaoping assume di fatto la direzione del governo cinese;
la morte di Chou En-lai e l'età avanzata di Mao Tse-tung rendono però improcrastinabile la soluzione di problemi personali e di linea politica;

Febbraio
Hua Kuo-feng diventa capo del governo;

Marzo
primavera, al tentativo di stimolare un nuovo processo della rivoluzione culturale attuato dai dirigenti più vicini alle parole d'ordine di Mao Tse-tung del 1966, segue una violenta repressione che incontra scarse resistenze; 
la debole reazione e l'eliminazione degli stessi artefici di tale tentativo dimostra quanto le prospettive ideologiche e politiche della rivoluzione culturale si siano ormai erose anche presso i giovani;

Settembre
9
, la morte del presidente Mao Tse-tung scatena una lotta di potere che vede la sconfitta dei radicali della cosiddetta "banda dei Quattro", gruppo facente capo, fra gli altri, alla vedova Chiang Ching;

Ottobre
6
, il primo ministro Hua Kuo-feng ordina l'arresto della "banda dei Quattro", ponendo fine alla Rivoluzione culturale; assume la presidenza del Partito comunista;

Dicembre
Deng Xiaoping ritorna al potere.



TIBET [dal 1962 annesso dalla Cina]
1976
-
Repubblica di Cina
(Repubblica nazionalista)

- Presidente della repubblica

Chiang Ching-kuo
(figlio di Chiang Kai-shek)
(1975 - 1987)

- Primo ministro

(1972 - 1987)

- Capo del KMT

(1975 - 1987)

[Cina nazionalista nell'isola di Taiwan (Formosa): capitale Taipei; dal 1971 esclusa dalle Nazioni Unite e disconosciuta dalla maggioranza dei suoi partner politici e commerciali occidentali.]
KMT (Kuomintang), partito nazionalista al potere.
1976
-

a


1976


Choson
(Repubblica Democratica Popolare di Corea – a Nord)
[con capitale Pyongyang, nell'orbita sovietica.]
- Presidente della repubblica
Kim Il Sung
(1972 - lug 1994)
[dal 1948 segretario del Partito dei lavoratori (partito unico).]
Il suo potere è praticamente assoluto.
1976
-
DAE HAN
(Repubblica di Corea – a Sud)
[con capitale Seoul (sotto l'egida statunitense)]
- Presidente
gen. Park Chung Hee
(1963 ott - 1979)
[Partito democratico-repubblicano]
[dal 1972 è in vigore la legge marziale.]
1976
-

a


1976
Pakistan
(repubblica islamica a prevalenza musulmana)
[dal 1971 solo ex Pakistan occidentale]
- Capo del governo e capo dello stato
Z. Ali Bhutto
(1971 - 1977)
[Partito popolare]
privo della parte orientale dal 1972 (Bangladesh), il paese è entrato in una fase di profonda crisi economica nonostante i tentativi di Z. Ali Bhutto di imboccare la strada di un nazionalismo populista e autoritario;
1976
dopo la riforma agraria, si procede alla nazionalizzazione delle più importanti industrie;
Kashmir nord occidentale (capitale Muzaffarabad) [dal 1972]
1976
-

a



1976
Unione Indiana
(repubblica federale a prevalenza indù)
- Primo ministro
Indira Ghandi
(1966 - 1977)
[Partito del Congresso]
dal 1950, staccatosi dalla metropoli, il paese si è dato una costituzione repubblicana e federale a regime parlamentare;
lingua ufficiale: hindi;
dal 1969 il Partito del Congresso è diviso in due tronconi:
- Vecchio Congresso, capeggiato dall'ex vice primo ministro M. Desai;
- Nuovo congresso, capeggiato da Indira Ghandi;
1976
sfortunate annate agrarie fanno ricomparire lo spettro della fame;

Settembre
dopo un nuovo successo alle elezioni politiche, mira ad instaurare un governo presidenziale proponendo degli emendamenti costituzionali;

Kashmir sudorientale o Jammu e Kashmir (con capitali Srinagar e Jammu) [dal 1972]
1976
-
Sikkim [dal 1975]
1976
-

a


1976
Bangladesh
(Repubblica del Bengala Libero)
- Primo ministro
gen. Ziaur Rahman
(1975 - 1981)
[PNB (Partito nazionale)]
[dopo il colpo di stato del 7 novembre 1975]
1976
-

a



1976
Repubblica di Birmania
[regime militare]
- Presidente
gen. Ne Win
(1962 - 1988)
[Partito del programma socialista birmano (partito unico)]
nel paese sono attivi diversi movimenti di guerriglia tra cui quello del Partito comunista (filocinese) e dei separatisti (attivi soprattutto nel Karen e nello Shan, al confine con la Thailandia), ora uniti nel Fronte democratico nazionale;
1976
-


a



1976
Laos
(Repubblica democratica popolare)
- Presidente
principe Souphanouvong
(1975 - 1986)
- Primo ministro
Kaysone Phomvihane
(1975 - 1991)
- Segretario del PPR
Kaysone Phomvihane
(1955 - 1991)
[PPR (Partito popolare rivoluzionario) comunista, partito unico al potere]
1976
il nuovo regime comunista collabora strettamente col Vietnam;

a


1976
Repubblica Democratica di Kampuchea
(Cambogia - repubblica socialista)
- Presidente
Khieu Samphan
(1975 apr - 1979)
[leader dei khmer rossi]
- Primo ministro
Pol Pot
(1976 - 1979)
1976
il principe Norodom Sihanouk si dimette e il suo partito, il FUNK (Front Uni National de Kampuchea - movimento di liberazione nazionale), dotato di proprie forze guerrigliere operanti in Cambogia (khmer rossi) viene sciolto; 
il paese comincia ad essere governato dal primo ministro: Pol Pot;
la Cambogia sta scontando un severissimo "socialismo agrario" che spopola in pratica le città e innesca acute tensioni sociali;
[le deportazioni di massa e le spietate repressioni costano al paese un numero di morti variamente valutato da 1 a 3 milioni (su una popolazione totale che non arriva ai 9 milioni).]

a


1976
Repubblica socialista del Vietnam
- Primo ministro
-
Pham Van Dong
(1976 29 lug - 1987)
1976
Luglio
con la conquista della parte meridionale del paese e la fondazione della Repubblica socialista del Vietnam, Pham Van Dong diventa primo ministro del nuovo stato riunificato;
il potere, di fatto, è nelle mani di Le Duan, segretario generale del Partito comunista;

 



1976
Giappone

Hirohito

(Tokyo 1901 - 1989)
figlio di Yoshihito;
1921-26, reggente;
1926-45, imperatore del Giappone;
[dal 1.1.1946 ha rinunciato alle proprie prerogative divine pur di salvare l'istituto monarchico.]



[Nuova costituzione dal 1° gennaio 1946;
a ricostruzione ormai conclusa, continua (dal 1948) a governare il Partito conservatore al quale si oppongono:
- socialisti (uniti dal 1955 al 1959) che costituiscono lo schieramento egemone dell'opposizione;
- comunisti, con modestissime fortune elettorali;
- buddhisti del komei-to.]
- Primo ministro
Miki
(1974 - 1976)
Takeo Fukuda
(1976 - 1978)

1976
l'ex primo ministro Kakuei Tanaka è implicato in uno scandalo di tangenti;

Dicembre
alle elezioni si assottiglia il predominio elettorale liberaldemocratico e la maggioranza è garantita soltanto dall'appoggio di qualche indipendente; viene eletto primo ministro Takeo Fukuda;

a

1973

Filippine

-
-
l' "Esercito popolare di liberazione" (Huk), duramente represso dalle truppe governative e ridotto a poche sacche di resistenza durante gli anni Cinquanta, riorganizzatosi agli inizi degli anni Sessanta, riprende una forte attività di guerriglia che crea non poche difficoltà al regime di Marcos.
1973
-

a


1973

Indonesia

-
-
1973
la CIA dà l'apporto finanziario, organizzativo e propagandistico nel colpo di stato in Indonesia contro Soekarno;

a

 




1976
[il declino del dominio coloniale spagnolo (ex Sahara Spagnolo), dopo la morte del gen. Francisco Franco, ha determinato nell'area una situazione complessa: il Fronte Polisario (Fronte Popolare di Liberazione di Sagua el Hamra e Rio de Oro) ha proclamato questa nuova repubblica appoggiata dall'Algeria, mentre nello stesso tempo è stato firmato un accordo di spartizione del paese tra Marocco e Mauritania, posto in essere con l'occupazione de facto dell'intera regione, sostenuta essenzialmente dalle forze marocchine.]
-
-
1976
Gennaio
25
, il Fronte Polisario è riconosciuto dall'OUA (Organizzazione dell'Unità Africana) come unico e legittimo rappresentante del popolo Sahraoui;

Febbraio
27
, forte di questa cauzione, il Fronte Polisario proclama unilateralmente nel deserto la Repubblica Araba Sarabui [o Sahraoui] Democratica (RASD) subito riconosciuta dall'Algeria e da altri paesi africani;


1976
MAROCCO
[[indipendente dal 1956, con l'eccezione delle plazas di Ceuta e Melilla, di Ifni e del cosiddetto Sahara spagnolo, ma compresa anche la città di Tangeri.
Nel 1975, dopo lunghe diatribe internazionali, il paese incorpora 180.000 kmq delle regioni settentrionali del Sahara Occidentale (ex Sahara Spagnolo) entrando in contrasto col movimento guerrigliero indipendentista del Fronte Polisario (Fronte Popolare di Liberazione di Sagua el Hamra e Rio de Oro) mentre, nel fronte interno, riesce a tenere sotto controllo i movimenti islamici.]
Hasan o Hassan II
-

(Rabat 1929 - 1999)
figlio di Maometto V [Sidi Muhammad Ibn Yusuf];
1960, nominato dal padre, diventa capo delle forze armate e vice presidente del consiglio;
1961-99, re del Marocco;
in successione al padre;
nel 1962 applica la costituzione parlamentare e una riforma agraria;
nel 1963 è coinvolto nella crisi interna del partito Istiqlal (scissione della destra filomonarchica a lui legata);
nel 1965, implicato nell' "affare Ben Barka" tenta di consolidare l'autorità monarchica appoggiandosi dapprima agli ambienti militari; scioglie il parlamento;

[il parlamento, sciolto nel 1965, è stato ripristinato nel 1975]

1976
-


1976
Repubblica d'Algeria
[indipendente dal 1° luglio 1962]
- Presidente della repubblica
col. H. Boumedienne
(1965 - ?)
- Primo ministro
-
 
1976
Novembre
22
, approvazione della nuova Costituzione;

1976
[indipendente dal marzo 1956, repubblica dal 1957]
- Presidente della repubblica
H. Bourghiba
(1957 - 1987)
[del Neo-Destur]
[eletto presidente a vita nel 1975]
1976
-


1976
Repubblica Araba Libica
(12 settembre 1969)
- Dittatore militare
col. Muammar el-Gheddafi
(1969 - 2011)
[il regime militare, dopo aver nazionalizzato (1971) le riserve petrolifere, ha fatto della Libia uno dei poli di riferimento delle tendenze più radicali del panarabismo ma anche una potenza emergente nello scacchiere africano.]

1976
Dicembre
il col. Muammar el-Gheddafi
(1969 - 2011) riceve il primo ministro della Repubblica Araba Sarabui [o Sahraoui] Democratica (RASD);



1976
Egitto
[repubblica dal 18 giugno 1953]
[1958-61, ha fatto parte della RAU (Repubblica Araba Unita)]
- Presidente
Anwar el Sadat
(1970 ott - 1980)
[il presidente: Anwar el Sadat è entrato subito in urto con la sinistra nasseriana, ma il parziale successo militare conseguito nella guerra con Israele ha rafforzato la sua leadership.]

1976
le elezioni politiche vedono la presenza di un certo pluralismo dei partiti;

 



1976
[indipendente dal 1° gennaio 1956;
aderisce alla Lega araba;
dal 1973 il paese è una repubblica presidenziale a partito unico (Unione socialista sudanese).]
- Presidente della repubblica
col. G.M. Nimeiry
(1969 - ?)
[in politica estera lo stesso governo, orientato nei primi tempi verso il blocco socialista, persegue all'interno della Lega araba un indirizzo di mediazione tra l'Egitto di A. Sadat e il cosiddetto "fronte della fermezza" arabo;
il nuovo governo di Khartum svolge ora un ruolo di cerniera tra mondo arabo e paesi del "Corno d'Africa" dove si trova a ricoprire una posizione strategica di primo piano tramite l'appoggio alla guerriglia eritrea e alle rivendicazioni somale sull'Ogaden in funzione antietiopica.]
1976
repressione della rivolta mahadista;

Regione Meridionale [autonoma dal 1972]
1976
-

1976
[indipendente dal settembre 1973 ma riconosciuta formalmente indipendente dal Portogallo dal settembre 1974.]
- Presidente del Consiglio di Stato
Luis Cabral
(1973 set - ?)
- Presidente del consiglio
Francisco Mendes
(1973 set - ?)
- Segretario del PAIGC
Aristide Pereira
(1973 gen - ?)
PAIGC (Partito africano per l'indipendenza della Guinea-Bissau e del Capo Verde o African Partido Africano para a Independencia de Guiné e Cabo Verde)
1976
-


1976
[indipendente dal 29 novembre 1960, sotto la direzione del Partito del popolo mauritano (ex Partito del raggruppamento mauritano di Ould Daddah) che ha assunto la funzione di "guida del paese" ma non riesce ad eliminare i contrasti interni tra mauri e negri;
dal 1966 ha adottato l'arabo come lingua ufficiale e dal 1968 aderisce all'Organizzazione degli stati rivieraschi del Senegal.
Nel 1975, dopo lunghe diatribe internazionali, incorpora 86.000 kmq dell'ex Sahara Spagnolo (gli altri 180.000 sono andati al Marocco); l'annessione, decisamente contestata dall'Algeria e attivamente contrastata dai guerriglieri del Fronte Polisario (Fronte Popolare di Liberazione di Sagua el Hamra e Rio de Oro) , accentua l'instabilità politica del paese.]
   
1976
-

1976
[indipendente dall'agosto 1960 e promotore dal 1961 del progetto di Unione della Senegambia; costituzione presidenziale dal 1963; scioglimento dell'opposizione in favore del partito unico UPS (Union Progressiste Sénégalaise) dal 1964; associata dall'aprile 1967 con la Gambia, è entrata nel 1968 a far parte dell'Organizzazione degli stati rivieraschi del Senegal, e dal 1972 della CEAO (Comunità economica dell'Africa occidentale);
dal 1975 vige un sistema pluripartitico con l'ingresso del Partito socialista senegalese [ex UPS (Union Progressiste Sénégalaise)] nell'Internazionale socialista.]
- Presidente della repubblica
Léopold Sédar Senghor
(1960 ago - 1980)
- Primo ministro
Abdou Diouf
(1970 - ?)
1976
-

1976
[l'ex Sudan francese è indipendente con la nuova denominazione dal settembre 1960; continua dal 1968 l'Organizzazione degli stati rivieraschi del Senegal, con la Guinea, il Senegal e la Mauritania.]
- Presidente
ten. Moussa Traoré
(1969 set - ?)
[Comitato di liberazione nazionale dell'esercito]
[dopo il colpo di stato militare del 1968; da ottobre 1970 è sciolta l'opposizione sindacale;
dal 1972 aderisce alla CEAO (Comunità economica dell'Africa occidentale) e all'OMVS (Organizzazione per la valorizzazione del fiume Senegal);
dal 1973 persistono i rinnovati accordi di cooperazione con la Francia mentre sono rotte, in appoggio alla causa araba, le relazioni con Israele;
dal 1974 una nuova costituzione, approvata con referendum, prevede l'elezione a suffragio universale del capo dello stato, del governo e dell'assemblea nazionale, ma affida ancora per cinque anni tutti i poteri al Comitato di liberazione nazionale; ]

1976
-


1976
[indipendente dall'agosto 1960]
- Presidente
-
[le elezioni del 1970 hanno decretato la vittoria dell'Union démocratique voltaïque (37 seggi su 57), espressione dell'oligarchia dominante di tendenza filofrancese.]

1976
-


1976
[indipendente dal 3 agosto 1960]
- Presidente
col. Seyni Kountchké
(1974 apr - ?)
[dal 1972 aderisce alla CEAO (Comunità economica dell'Africa occidentale).]
1976
il presidente chiede il ritiro delle forze francesi presenti nel paese;

1976
[indipendente dal settembre 1958;

privata d'ogni appoggio tecnico-finanziario da parte della Francia e degli Stati Uniti, si è accostata all'URSS e al blocco orientale, assumendo una direzione interna di tipo socialista;
dopo aver patrocinato l'OUA (Organizzazione dell'unità africana), abbraccia risolutamente la causa della lotta anticolonialista e antimperialista, dando asilo e sostegno ai principali movimenti di liberazione africani, fra i quali quello della Guinea portoghese (PAIGC).]
- Presidente
Sékou Touré
(1958 - ?)
[leader del PDG]
PDG (Parti dèmocratique de Guinée)
1976
proprio la presenza nel suo territorio delle basi di addestramento del PAIGC è all'origine del tentativo d'invasione del paese da parte del Portogallo, respinto con successo grazie alla mobilitazione armata della popolazione;

1976
[dall'agosto 1958 è indipendente,
dal 1960 fa parte dell'Unione delle repubbliche centroafricane, dal 1962 è una repubblica presidenziale e dal 1963 è associata al MEC;
dal 1966, nel Ciad settentrionale, opera dal 1966 il FROLINAT (Front de Libération National du Tchad), movimento di guerriglia antifrancese delle tribù nomadi musulmane.]
- Presidente
Hussen Habre
(?-1976)
Goukouni Quefi
(1976-?)
1976
Ottobre
il potere passa da Hussen Habre a Goukouni Quefi, amico personale del leader libico col. Muammar el-Gheddafi
(1969 - 2011) .



1976
[indipendente dall'ottobre 1961]
- Presidente
F. Houphouët-Boigny
(1961 - ?)
[RDA]
[RDA (Rassemblement Démocratique Africain)]
1976
il regime di F. Houphouët-Boigny conduce all'interno una politica di accentramento autoritario mentre in politica estera si allinea con i regimi moderati dell'Africa ed apre il paese agli investimenti occidentali;



1976
Benin
[nuovo nome dal 1975]
[l'ex Dahomey è indipendente dal 1° agosto 1960.]
- Presidente
ten. col. M. Kerekou
(1972 - lug 1994)
- Capo dello stato
-
- Primo Ministro
-
[dal 1972 il presidente, secondo un'asserita linea socialista e marxista-leninista, attua una svolta a sinistra impostando una politica di maggiore indipendenza nei confronti della Francia e nazionalizzando i principali settori economici e finanziari e le società petrolifere straniere.]
1976
-



1976
[indipendente da aprile 1960, come dominion del Commonwealth britannico, ma sempre dominata dal Sierra Leone People's Party, partito filobritannico di Albert Margai.]
- Capo di stato
Siaka Stevens
(1968 apr - ?)
[All Congress Party (Congresso del Popolo)]
- Primo ministro
-
1976
dopo il colpo di stato militare del 1968, il potere è passato al All Congress Party (Congresso del Popolo) del premier Siaka Stevens il quale s'impegna a trasformare il paese in repubblica conducendo una dura epurazione contro le forze oligarchiche culminate ora in esecuzioni di esponenti del passato regime;

1976
[ex Monrovia, repubblica presidenziale bicamerale, indipendente dal 1847, con una costituzione modellata su quella statunitense;
dalla fine della seconda guerra mondiale, il paese, dipendenza economica degli Stati Uniti, è diventato uno dei maggiori "paradisi fiscali" del mondo fornendo la propria "bandiera ombra" alle flotte mercantili private di ogni nazionalità;
il presidente della repubblica, che è anche capo del governo, viene eletto a suffragio diretto per un periodo di 8 anni;
il potere legislativo spetta al parlamento formato da due camere: il senato con 18 membri eletti per sei anni, e la camera dei rappresenanti con 65 membri eletti per quattro anni.]
- Presidente della repubblica e capo del governo
-
True Whig Party
[partito di governo, domina la scena politica liberiana da oltre un secolo.]
1976
-






1976
[I repubblica dal luglio 1960; dittatura dal 1966; II repubblica dall'agosto 1969; nuova dittatura da gennaio 1972.]
- Capo dello stato
col. (poi generale) I.K. Acheampong
(1972 - lug 1994)
[presiede il "Consiglio di rinnovamento nazionale" che ha assunto tutti i poteri dopo aver abolito la costituzione.]
1976
-

1976
[già indipendente dall'aprile 1960, è in vigore dal 1963 una costituzione che ha fatto del paese una repubblica presidenziale in cui il potere legislativo è affidato ad un'assemblea nazionale eletta a suffragio universale.]
- Dittatore
ten. col. Eyadéma
(1967 apr - ?)
[dopo il colpo di stato militare nel 1967, ha rovesciato il governo, sospeso la costituzione e sciolta l'assemblea nazionale; tutti i partiti sono stati soppressi e al loro posto costituito il Rassemblement du Peuple Togolais, unico partito legalmente riconosciuto;
dal 1972 è entrato nel Mercato comune dell'Africa occidentale.]
1976
Novembre
entra a far parte della Comunità economica dell'Africa occidentale;


1976
[indipendente dal 1° ottobre 1960, l'ex Federazione della Nigeria ha assunto la forma definitiva di repubblica il 1° ottobre 1963, ma nel settembre 1966 il col. Gowon ha restaurato la Federazione da cui il 27 maggio 1967 il governatore degli stati orientali, col. Ojukwe, ha proclamato la secessione del territorio ibo fondando la Repubblica del Biafra;
dal gennaio 1970, con la resa dei secessionisti e l'impegno, da parte del governo federale, di ristabilire l'amministrazione civile entro il 1976, si conclude il conflitto.]
- Presidente
gen. M.R. Mohammed
(1975 ago - feb 1976)
?
(1975 - ?)
- Primo ministro
-
1976
Febbraio
un nuovo colpo di stato rovescia il gen. M.R. Mohammed;
l'impegno preso dal governo federale nel gennaio 1970, viene rinviato di tre anni;


1976
[indipendente dal 1° gennaio 1960, comprende anche la parte meridionale dell'ex Camerun britannico (quella settentrionale è stata integrata alla Nigeria);
dal maggio 1972, l'ex Repubblica Federale del Camerun si è trasformata in repubblica unitaria.]
- Presidente
Ahmadou Ahidjo
(1960 - ?)
1976
impone al paese un regime autoritario suscitando l'opposizione armata dell'UPC (Union des populations du Cameroun), già alla testa della lotta per l'indipendenza nel decennio 1948-58 ed ora oggetto di pesanti repressioni;
la politica estera, tradizionalmente legata a quella di Parigi che controlla oltre il 54% delle importazioni dell'ex colonia, subisce una parziale revisione con timide aperture verso lo Zambia, le ex colonie portoghesi e la Cina popolare;

1976
[indipendente dall'ottobre 1968]
- Presidente
F. Macías Nguema
(1968 ott - ?)
1976
il presidente stabilisce un regime duramente repressivo e autoritario all'interno;
deve fronteggiare sia il separatismo dell'isola di Fernando Póo, sia le mire annessionistiche degli stati confinanti, Camerun e Gabon, sulla parte continentale del paese;

1976
[repubblica indipendente nell'ambito della Communauté française dal 1958, fa parte dell'Unione delle repubbliche centroafricane e dal 1963 aderisce al MEC e dal 1965 è membro dell'OCAM (Organizzazione comune africana e malgascia).]
- Dittatore
gen. J.B. Bokassa
(1966 - 1979)
[autoproclamatosi dopo il colpo di stato militare, ha abolito il parlamento, le elezioni e la costituzione, assumendo il comando delle forze armate e il controllo personale dei principali ministeri e instaurando un regime di corruzione e di terrore.]

1976
Dicembre
4
, Jean Bedel Bokassa si autonomina imperatore con il titolo di Bokassa I. Al potere dal 1966, è un pazzo e un megalomane scatenato.






1976
[indipendente dall'agosto 1960;
l'Unione economico tecnico-doganale con la Repubblica Centrafricana, il Ciad e il Congo Brazzaville, è stata integrata dal 1961 negli accordi costitutivi dell'UAM (Unione africana e malgascia) diventata nel 1965 OCAM (Organizzazione comune africana e malgascia).]
- Presidente della repubblica
Albert-Bernard Bongo
(1967 - ?)
[Partito democratico gabonese, partito unico]
Nel 1973 il presidente, una volta rieletto, collega strettamente il paese alla Francia.]

1976
-





1976
[stato indipendente dal 15 agosto 1960]
- Presidente
gen. Marien Ngouabi
(1969 dic - ?)
[filocinese]
Nel 1974 il governo congolese, sostenuto dal Partito congolese del lavoro (partito unico), dopo aver nazionalizzato importanti settori dell'attività economica ha assunto anche il controllo delle società distributrici di prodotti petroliferi, ultimo caposaldo degli interessi stranieri nel paese.]

1976
-






1976
Zaire
[dal 27 ott 1971]
[ex Congo Belga, stato indipendente dal 1960; dal 1965 vige il regime dittatoriale del gen. Mobutu che ha ottenuto l'appoggio delle maggiori potenze occidentali; una forma di presidenzialismo autoritario legittimata dal 1967 da una nuova costituzione.]
- Presidente e Primo ministro
gen. Mobutu
(1971 27 ott - ?)
Partito unico (Movimento Popolare Rivoluzionario)
1976
-
Katanga [regione sudorientale]
1976
nonostante i ricorrenti tentativi dei gruppi tribali, appoggiati da mercenari europei, di innescare focolai di guerriglia, il paese conosce una relativa calma;

1976
[protettorato britannico dal 1894, formalmente diviso in quattro regni federati, dal 1955 con uno statuto di parziale autonomia, il paese raggiunge nel 1962 la completa indipendenza nell'ambito del Commonwealth.]
- Presidente
gen. I. Amin Dada
(1971 - 1979)
[dittatura militare]
- Primo ministro
-
[dal 1971 ha instaurato una dittatura militare appoggiandosi alle tribù musulmane del nord e perseguitando le popolazioni del sud.]
1976
per assicurare la sopravvivenza del suo regime, quando la Gran Bretagna gli toglie il suo appoggio, cerca sostegno prima da parte dell'Unione Sovietica, poi da parte della Libia;

Luglio
Israele invade l'Uganda dal cielo, usando il Kenya come base intermedia per liberare gli ostaggi sequestrati dai guerriglieri palestinesi ad Atene.
Gli israeliani uccidono i soldati ugandesi che difendono l'aeroporto di Entebbe.
Moi, vice premier kenyota, chiede all'OUA di condannare la "violazione dello spazio aereo kenyota" da parte di Israele.
L'OUA condanna l'invasione israeliana.

1976
[dal 1962 indipendente nell'ambito del Commonwealth e repubblica dal 1964;
dal 1967, assieme all'Uganda e alla Tanzania il paese ha dato vita all'EAC (East African Community) organizzazione economica regionale.]
- Presidente
Jomo Kenyatta [di etnia kikuyu]
(1964 - 1978)
[KANU]
- vicepresidente
Daniel Arap Moi [di etnia kalenjin]
(1967 - 1978)
[KANU]
- Ministro degli Interni
-
KANU (Kenya African National Union), partito unico.
1976
è in atto un processo di accentramento politico e amministrativo nel potere personale del presidente;


1976
Repubblica del Ruanda
[capitale Kigali]
[indipendente dal 1° Luglio 1962.]
- Presidente e primo ministro
gen. Juvénal Habyarimana
(1973 lug - ?)
[dal 1975 è stato istituito un partito unico, il Movimento rivoluzionario nazionale per lo sviluppo.]
1976
Settembre
Juvénal Habyarimana inserisce il Ruanda nella progettata organizzazione di cooperazione regionale "Comunità economica dei Grandi Laghi" ora istituita fra i tre paesi;

1976
[indipendente dal 1° luglio 1962 e repubblica dal 1966, è sotto la direzione del partito unico (vatussi) UPRONA (Unità e progresso nazionale).]
- Dittatore
?
(? - ?)
col. Jean-Baptiste Bagaza
(1976 - 1987)
[di etnia tutsi (vatussi)]
1976
con un colpo di stato sale al potere il col. Jean-Baptiste Bagaza;

1976
-
ETIOPIA
[Abissinia: con il termine si intende indicare la regione etiopica (comprendente il Tigré, lo Scioà, l'Amara e il Goggiam) che si estende a Nord del fiume Auasc e dello spartiacque tra l'Omo e l'Abbai]
[Da agosto 1975 ha assunto il potere un direttorio militare (Derg) con un indirizzo politico ancora non ben definito; procede ad una vasta riforma agraria ed elimina parte dei vecchi dignitari di corte, senza tuttavia aver ragione dei vari focolai di resistenza interna di alcuni ras locali, né del movimento guerrigliero dei nazionalisti eritrei.]
-
?
(1962 nov - ?)

1976
Aprile
nel corso di un'intervista con il gruppo "Rouge" in Francia, il PREP (Revolutionary Party of Ethiopian People) dichiara di combattere per l'indipendenza dell'Eritrea e di avere dei contatti con i fronti eritrei ELF e EPLF.


Maggio-Giugno
tenta una controffensiva facendo ricorso alla mobilitazione in massa dei contadini ("marcia dei contadini") ma senza risultati concreti;

Luglio
in Etiopia 19 persone vengono giustiziate per corruzione dal col. Atenafu Abatedel Derg; tra di esse è l'ex governatore di Eritrea Getachew Nadew;

Agosto
in Etiopia le piantagioni olandesi e britanniche, dirette secondo principi razziali, continuano la loro attività con contratti modificati.
Tutta la terra è nazionalizzata, viene proclamata l'eguaglianza linguistica delle popolazioni dello Shoan, del Tigré, dell'Etiopia e dell'Eritrea.



ERITREA [annessa come provincia dal novembre 1962]
[è incorporata nell'impero etiope (previa sostituzione del governo autonomo locale con una "amministrazione eritrea" completamente soggetta ad Addis Abeba), mentre continua la guerriglia indipendentistica condotta dal ELF (Eritrean Liberation Front) ]
-
-

1976
dopo l'offensiva dell'anno precedente da parte del ELF (Eritrean Liberation Front) i guerriglieri hanno il controllo di gran parte del paese riducendo l'esercito etiopico a presidiare i maggiori centri urbani della regione;
situazione di stallo.

- l'ELF (Eritrean Liberation Front) costituito al Cairo nel 1962 e guidato da Ahmed Nasser, dichiara di avere 23.000 sostenitori.
- l'EPLF (Eritrean Peoples Liberation Front) è un gruppo scissionista cristiano uscito dall'ELF che provoca anche il successivo distacco degli iscritti musulmani.
Nel 1976 dichiara 17.000 iscritti; ne è capo il "marxista" Ramadan Mohamed Nur.
- l'ELF-PLF (Eritrean Liberation Front-Popular Liberation Forces) nasce da una scissione all'interno dell'EPLF; dispone dell'appoggio dell'Iraq, conta 5000 iscritti nel 1976 ed è guidato da Osman Saleh Sabbe.

Maggio
un esercito di contadini raccolto dal col. Atenafu Abate del Derg raggiunge i 40.000 uomini, molti dei quali vengono massacrati dalle forze "eritree" in una gola.

Luglio
ventimila soldati sono impegnati nella guerra secessionista in Eritrea favorita e finanziata dai paesi della CEE per il tramite di alcuni stati "arabi".




1976
[1961, stato indipendente dal 1° luglio 1960]
- Presidente del consiglio rivoluzionario
gen. Mohammed Siad Barre
(1969 ott - 1976)
- Primo ministro
gen. Mohammed Siad Barre
(1976 - 1987)
- segretario del Partito socialista rivoluzionario
gen. Mohammed Siad Barre
(1976 - 1991)
1976
il presidente del consiglio rivoluzionario diventa ora primo ministro (1976-87) e segretario del Partito socialista rivoluzionario (1976-91);

1976
[territorio d'oltremare dal 1946 e dotato di autonomia interna dal 1957, l'ex Somalia Francese ha mutato il nome con un referendum nel 1967;
pur tuttavia fra gli afar, favorevoli al legame con la Francia e da questa appoggiati, e gli issa (somali) propensi ad un'unione con la Somalia si crea una pericolosa tensione;
[situata in territorio dancalo e non propriamente somalo.]
- Presidente
-
1976
dieci anni dopo le prime promesse di "indipendenza", 7000 soldati francesi continuano a seminare il terrore e a "mantenere l'ordine" nella Somalia Francese; 2000 soldati occupano l'Isola della Riunione e l'Isola di Mayotte.
I francesi usano reticolati ad alta tensione, mine e opere di fortificazione per "controllare" il movimento di indipendenza somalo.
Gli Issa sono espulsi e i funzionari somali destituiti in omaggio alla tattica del "divide et impera".




1976
[repubblica federale nata dall'unione tra Tanganica e Zanzibar il 25 aprile 1964;
con la Carta di Arusha del 1967 la repubblica si è data un indirizzo socialista basato, in politica interna, sull'autogestione in campo agricolo e orientato, in politica internazionale, in senso antimperialista e neutralista.]
- Presidente
J. Nyerere
(1964 - 1985)
[TANU (Tanganyka African National Union)]
- vicepresidente
A. Jumbe
(1972 - lug 1994)
[Afro Shirazy (di Zanzibar)]
1976
Maggio
visita ufficiale di J. Nyerere a Bonn;

1976
Angola
[territorio d'oltremare portoghese dal 1955]
[dal luglio del 1968 la Conferenza dei Ministri dell'OUA (Organizzazione dell'Unità Africana) ha riconosciuto questa volta un "nuovo" "Governo Rivoluzionario dell'Angola" in esilio con a capo Agostinho Neto leader del MPLA (Movimento Popular de Libertaçao de Angola), in antagonismo con:
- FLNA (Frente Nacional de Libertação de Angola) di Holden Roberto, appoggiato dallo Zaire;
- UNITA (União Nacional para a Independencia Total de Angola), di ispirazione moderata, di Jonas Savimbi.
Nel 1975 la dichiarazione d'indipendenza acuisce la guerra civile in atto.]
- Primo ministro
Lopo do Nascimento
(? - ?)
1976
Gennaio
dopo il rifiuto del Congresso americano di rischiare un altro Vietnam nell'Angola, le truppe sudafricane "si ritirano".
Quando le truppe congiunte del MPLA e di Cuba riescono a sconfiggere, con l'ausilio di carri armati russi, l'esercito "bianco" sudafricano, che conosce per la prima volta una sconfitta, il "ripiegamento" diventa una ritirata caotica,
La vittoria del MPLA è accolta con entusiasmo da tutti i movimenti di liberazione in Sudafrica, Rhodesia e Namibia.


Febbraio

I. Amin Dada, presidene dell'Uganda, annuncia che 25 stati dell'OUA hanno riconosciuto il governo del MPLA.
Anche Francia, Gran Bretagna e Germania Occidentale riconoscono la Repubblica Popolare di Angola.
8, il MPLA conquista la capitale dell'UNITA, Huambo, che si trova in una zona controllata economicamente dai coloni tedeschi e dalla Krupp (l'industria che da circa cent'anni finanzia il colonialismo tedesco in Africa).
11, Silva Porto, ultimo quartier generale dell'UNITA cade in mano alle forze combattenti del MPLA;
12, nell'Angola, l'esercito siudafricano è respinto dall'avanzata delle forze congiunte del MPLA e di Cuba.
Secondo informazioni ufficiali, l'esercito sudafricano dispone di:
- 10.000 regolari,
- 50.000 uomini che costituiscono unità di commando paramilitari,
- 3500 coscritti dell'aviazione,
- 30.000 reclute di fanteria,
con carri armati Centurian, carri armati Comet, mezzi corazzati francesi Panhard, mezzi corazzati Saracen, obici e cannoni ATK.
L'aviazione dispone di 108 velivoli, tra cui Mirages francesi e bombardieri Buccaneer, Canberra e Shackleton.
16, anche Saõ Salvador, ultima postazione del FLNA, cade in mano del MPLA;
20, il «Financial Times» riferisce che la Gulf Oil ha iniziato colloqui con il MPLA per trattare dei giacimenti petroliferi di Cabinda.
[Le royalties corrisposte dalla Gulf Oil al Portogallo nel 1975 per lo sfruttamento del giacimento di Cabinda, sono ammontate a 500 milioni di dollari.]
Il MPLA, riconosciuto da 73 paesi, chiede che l'esercito sudafricano abbandoni il suolo angolano, dopo che è già stato costretto, nel mese di gennaio, ad abbandonare la "zona di combattimento".
23, le potenze della CEE condannano l'appoggio di URSS e Cuba all'Angola ma cominciano a inviare delegazioni economiche;
28, Mobutu (Zaire) e Agostinho Neto si incontrano per sistemare la questione del riconoscimento.
In questo stesso periodo, Gizenga, in esilio negli stati socialisti, visita l'Angola;

Marzo
Agostinho Neto stipula un accordo informale sulla questione di confine con il Sudafrica per mezzo dei "contatti" stabiliti dal Regno Unito e dalle Nazioni Unite.
24-31, il primo ministro Lopo do Nascimento visita Mosca e mantiene una posizione di "neutralità positiva".

Luglio
Agostinho Neto visita Cuba, dove è ricevuto calorosamente dalla popolazione.



1976
[l'ex Rhodesia del Nord è diventata indipendente dal 24 ottobre 1964 prendendo il nuovo nome.]
- Primo ministro
K.D. Kaunda
(1964 - ?)
[UNIP]
il partito UNIP ha ora introdotto il concetto di "umanesimo zambiano", un tipo di socialismo africano;
1976
il vicinato con la Rhodesia razzista condiziona però l'economia zambiana e la decisione di ospitare le basi dei movimenti guerriglieri ZANU e ZAPU causa pesanti conseguenze: attacchi ai confini e bombardamenti fin nel cuore del paese;

Aprile
15
, con un ritardo di sei mesi, dovuto alle pressioni anglo-tedesco-sudafricane, riconosce l'Angola;


1976
[l'ex territorio Malawi, protettorato britannico dal 1891, che aveva assunto formalmente il nome British Central Africa nel 1893 e quello di Nyasaland nel 1907, è diventata indipendente dal 6 luglio 1964 assumendo questo nuovo nome, e repubblica dal 1966.]
- Presidente
Hastings Kamuzu Banda
(1966 - ?)
(a vita dal 1971)
[Malawi Congress Party]
- Primo ministro
Hastings Kamuzu Banda
(1964 - ?)
[Malawi Congress Party]
Malawi Congress Party (ex NAC - Nyasaland African Congress), partito unico.
1976
-


1976
[dal 1965 il paese ha proclamato unilateralmente l'indipendenza ed è uscito dal Commonwealth. ]
- Primo ministro
Jan Smith
(? - ?)
[Mentre continua la repressione razziale con l'istituzionalizzazione dell'apartheid e la pressione politico militare dei nazionalisti neri riuniti nei movimenti guerriglieri della ZANU (Zimbabwe African National Union) di R. Mugabe e della ZAPU (Zimbabwe African People's Union) di J. Nkomo e appoggiati ormai apertamente dai cosiddetti "paesi della prima linea del fronte" (Tanzania, Zambia Botswana, Mozambico e Angola), si moltiplicano i tentativi di mediazione verso una soluzione negoziata della "questione rhodesiana" da parte di Gran Bretagna e Stati Uniti.]

1976
ai colloqui di Ginevra, J. Nkomo e R. Mugabe formano un FP (Fronte Patriottico) che ha l'appoggio dei cosiddetti "paesi della prima linea del fronte" (Tanzania, Zambia Botswana, Mozambico e Angola).

Settembre
22, Jan Smith accetta il "governo della maggioranza", secondo il "piano Kissinger", approvato dai "presidenti della prima linea" e da B.J. Vorster (in seguito ripudiato da Machel e dagli altri presidenti dopo le proteste della ZIPA). Il piano prevede "garanzie" per la "minoranza bianca" sia in materia di investimenti sia nel campo dei "diritti speciali".

Ottobre
mentre i movimenti guerriglieri coalizzati nel fronte patriottico (FP) guadagnano terreno, si moltiplicano i tentativi di mediazione verso una soluzione negoziata della "questione rhodesiana" da parte di Gran Bretagna e Stati Uniti;




1976
[provincia d'oltremare del Portogallo dal 1951, nel giugno 1975 ha conseguito l'indipendenza.]
-  
[Governo di democrazia popolare di tipo monopartitico, in stretti rapporti con i paesi socialisti e con i paesi africani della cosiddetta "linea del fronte" (Angola, Tanzania, Zambia e Botswana) che appoggiano la lotta dei guerriglieri zimbabwe contro il regime razzista rhodesiano;
in politica interna adotta un orientamento socialista (ribadito dalla trasformazione del FRELIMO (Frente de Libertaçao de Moçambique) in partito marxista-leninista, procedendo ad una serie di nazionanilizzazioni (compagnie di assicurazione e società petrolifere) e a un vasto piano di alfabetizzazione.]

1976
Samora Machel annuncia i rispetto assoluto delle sanzioni contro la Rhodesia da parte del Mozambico;

Luglio
il FRELIMO annuncia l'attenuazione delle misure contro esponenti di Chiese che si trovano nel Mozambico.
In "accampamenti"-villaggi del nord viene segnalata la presenza di 6000 "Testimoni di Geova".
La Sena Sugar Estates e altre compagnie straniere continuano a operare in Mozambico, ma i trasferimenti di liquidi oltremare vengono molto limitati.

Agosto
12
, i guerriglieri del Mozambico e della ZAPU bombardano la città rhodesiana di Umtali;
20, a Ginevra una Commissione Profughi dell'ONU conferma una relazione del FRELIMO, secondo cui le forze rhodesiane avrebbero assassinato mille persone a Nyazonia, nel Mozambico.
L'osservatore dell'ONU, H. Idoyaga, uruguaiano, riferisce di aver visto dieci fosse comuni e contato cinquecento feriti, tra cui donne e bambini.


Ottobre

il Mozambico offre rifugio e aiuto allo ZIPA e deve subire sanguinose incursioni organizzate dal regine rhodesiano di Ian Smith.

 


1976
[indipendente dal 26 giugno 1960;
dopo il colpo di stato militare dell'ottobre 1972 diretto dal gen. G. Ramantsoa si è ribaltata la collocazione internazionale del paese (uscita dall'area del franco e dall'OCAM (Organizzazione comune africana e malgascia), avvicinamento all'URSS, alla Cina popolare e a Cuba); ]
- Presidente
cap. D. Ratsiraka
(1975 giu - ?)
[dal 1975 viene avviato un vasto programma di nazionalizzazioni inteso a trasformare il paese in senso socialista.]

1976
-




1976
Namibia
[l'Onu adotta questo nuovo nome per il territorio dell'ex Africa del Sud-Ovest dal 1918 in pratica, ma con decisioni unilaterali, annesso dal Sudafrica.]
-
1976
-




1976
[repubblica indipendente dal 1965, membro del Commonwealth, con capitale Gaborone;
s'intende sempre la regione a nord del fiume Malopo mentre la parte meridionale (British Bechuanaland) è colonia, dal 1895 annessa alla Colonia del Capo.]
-
1976
-



1976
[(ex Basutoland) divenuto indipendente nel 1966 all'interno del Commonwealth Britannico.]
- Presidente
?
(?-?)
1976
-



1976
Unione Sudafricana
[dominion britannico a struttura federativa dal 1910 ma indipendente sul piano internazionale (statuto di Westminster, 1931).]
- Primo ministro
B.J. Vorster
(1966 - 1978)
[nazionalista]
dal 1966 l'Onu ha disposto il ritiro del Sudafrica dall'Africa del Sud-Ovest;
ancora scarsa l'incidenza delle forze progressiste bianche (United Party, Progressive Party, sostenuto dal finanziere Oppenheimer, National United Party);
sono in vigore: Mixed Marriages Act, Immorality Act, Suppression of Comunism Act, Group Areas Act, le leggi di polizia e quelle sulle riunioni sovversive, il Sabotage Bill e una serie di disposizioni che costringono alla clandestinità le organizzazioni politiche africane;
ripresa dei movimenti neri radicali (Black Consciounsness Movement, Black People's Convention, Black South Africa Student Organisation) la cui capacità di organizzazione è accresciuta anche dal crollo del regime portoghese.

1976
-
È in atto una violenta lotta tra le imprese multinazionali statunitensi e l'imperialismo secondario elvetico per ottenere il controlo del capitale finanziario.
Conseguenza: si è giunti al punto che gli Stat Uniti denunciano pubblicamente il regime dell'apartheid.
Le imprese multinazionali elvetiche trovano una risposta originale. Trasferiscono dal Sudafrica quelle fasi di produzione che richiedono il più duro sfruttamento dei lavoratori.
Il trasferimento viene fatto verso l'isola Maurizio, a Port-Louis. Qui le multinazionali hanno stabilito una zona franca. Vi rovesciano annualmente migliaia di tonnellate di prodotti semilavoraqti. La lavorazione di questi prodotti viene finita sul posto da una manodopera femminile che lavora a salari e in condizioni di igiene e di sicurezza ancor più scandalosi.
I prodotti finiti sono riesportati verso l'Europa occidentale, soprattutto verso i paesi del Mercato comune, attraverso la Gran Bretagna.
Sono tutte contraddizioni che si trovano nella realtà dei fatti.
In ultima analisi, tuttavia, sono secondarie.
Il fatto che domina tutti i rapporti fra l'oligarchia primaria e quella secondaria è una unità funzionale. L'imperialismo secondario svizzero (francese, giapponese, ecc.) assume, all'interno di un medesimo sistema di dominio mondiale, funzioni indispensabili e precise.
[Jean Ziegler, Una Svizzera al di sopra di ogni sospetto, Arnoldo Mondadori Editore Milano 1976]

Febbraio
il presidente della SASO (South African Students Organisation), Diliza Mji, appoggia il consiglio della Commissione Governativa Snyman di "africanizzare" i Bush Colleges in Sudafrica.
Sull'organo della SASO «Frank Talk» (Discorso schietto), compare un appello ai collaborazionisti Matanzima e Buthelezi affinché si sgancino dal controllo del governo "bianco".
La SASO riprende le posizioni di condanna del NEUM (Non-European Unity Movement) nei confronti dei Bantustan, ma senza una politica di non collaborazione.
Gli studenti del NEUM vedono nella BPC e nella SASO un'espressione "africanista" piccolo borghese: si tratta, essi affermano, di persone strumentalizzate con basse aspirazioni, circoscritte alle "locations" e teoricamente accettabili dal razzismo e dal liberalismo "bianchi", benché il BPC (Black Peoples Convention) e la SASO mostrino di rifiutarli; in realtà, queste due organizzazioni si affidano agli apporti di compagnie multinazionali di "liberali" e missionari per lo sviluppo della "coscienza nera" in Sudafrica e in campo internazionale.

Giugno
sollevazione di massa delle città-ghetto nelle aree di Johannesburg (Soweto) e Città del Capo (Guguleto);

Ottobre
non si rinuncia al piano di formazione dei bantustans e viene proclamata l'indipendenza del primo, il Transkei;

Muore il rev. V. Wessels (ministro moravo, docente); al suo funerale, che si svolge con larga partecipazione popolare, pronunicano orazioni funebri B.M. Kies, R.O. Dudley e altri.

Muore a Londra Dora Taylor dopo una vita dedicata alle lotte di liberazione in Sudafrica.
[Preziosi sono stati i suoi contributi allo studio del "ruolo dei missionari durante la conquista".]

Febbraio
il ministro degli Esteri sudafricano Muller "prende atto" della dichiarazione del ministro degli Esteri del MPLA (Movimento Popular de Libertaçao de Angola), Almeida dos Santos, secondo cui il Sudafrica può salvare i suoi interessi nell'Angola (diamanti ed energia) solo riconoscendo il MPLA.
Pretoria, la Conferenza della Chiesa Cattolica Romana rifiuta di condannare l'invasione sudafricana dell'Angola.

Marzo
25
, il Sudafrica annuncia che tutte le truppe sudafricane lasceranno l'Angola entro il 27 marzo.

Aprile
9
, il «Financial Times» fissa la cifra delgi investimenti totali d' "oltremare" in Sudafrica a 6425 milioni di sterline (pari a 10 miliardi di dollari).
Dal momento che gli effettivi investimenti d'oltremare abbracciano compagnie registrate "in situ", ma anche compagnie con base a Londra, si può affermare che la cifra reale è di circa 30 miliardi di dollari.
Gli investimenti americani sono meno massicci; infatti il 73,7% degli investimenti stranieri in Sudafrica proviene dai paesi della CEE.

Maggio
nel corso di una visita ufficiale di J. Nyerere a Bonn, il governo tedesco-occidentale lo mette in guardia contro una "soluzione violenta" nell'Africa meridionale.
La Germania Occidentale respinge per il Sudafrica la politica di "un uomo-un voto"; anche Kissinger non accetta il "governo della maggioranza nera"
[«German Tribune», 16 maggio 1976].
Callaghan ringrazia Machel, Khama, J. Nyerere e K.D. Kaunda per il "dialogo" con B.J. Vorster sulla Rhodesia.
20, gli studenti di West Orlando pubblicano un "memorandum" di cinque punti contro la lingua "afrikaans" come strumento di istruzione scolastica in Sudafrica;

Giugno
16
, a Soweto e a Johannesburg, studenti e lavoratori chiedono la fine dell'insegnamento scolastico in lingua "afrikaans" e l'abrogazione della "Legge sull'Istruzione dei Bantu".
La polizia scatena un attacco in grande stile contro studenti e lavoratori, provocando numerose vittime. La lotta si propaga da Soweto, sobborgo nero di 1,5 milioni di africani, alle locations di Pretoria. La polizia uccide 172 africani e ne ferisce 1200.
21, la televisione della Germana Occidentale annuncia che la Repubblica Federale ha investito 2 miliardi di dollari in Sudafrica, di cui l'80% a titolo di prestito.
La rivolta nel Sudafrica si estende a Mamelodi, Atteridgeville, Mabopane, Hammanskraal, Pietersberg, Potgietersrust, Luis Trichardt, Sibasa e ad altre locations del Transvaal.
[Ad Hammanskraa,l il regime dà il permesso per un raduno di "Black Consciousness" (Cosceinza Nera) sorto soprattutto nelle università non bianche (Xhosa, Zulu, Sotho, meticci, asiatici – cinque università separate, contro le undici università bianche.]
A Mabopane e altrove i lavoratori proclamano lo sciopero. Scuole, uffici degli Affari Indigeni e chiese missionarie vengono incendiati dalla popolazione.
Nella "patria" Lebowa e nella "patria" Venda sono attaccati edifici di collaborazionisti, del NAD e delle missioni.
Nelle Borse Valori internazionali le azioni delle miniere aurifere registrano un tracollo generale
.
23, a Bonn gli studenti manifestano contro B.J. Vorster atteso in Germania, via Namibia, per incontrarsi con Schmidt e Kissinger. Mentre si svolgono i colloqui tra i socialdemocratici tedeschi e B.J. Vorster, la polizia sudafricana apre il fuoco contro gli studenti a Dubeton, Transvaal, e "conferma" che il bilanco dei "disordini" di Soweto ammonta a 140 morti e 1128 feriti.
Ma all'asseblea dell'ONU, D. Sibeki, membro dell'ANC, afferma che il bilancio reale è almeno "doppio" rispetto a quello ufficiale.
A Maurizio, l'OUA (Organizzazione dell'unità africana) condanna i massacri compiuti dalla polizia sudafricana.

Luglio
22
, nel Transvaal orientale e a sud-ovest di Johannesburg continua la lotta contro la "bantustanizzazione".
Nel sobborgo di Khutsong vieneincendiata una chiesa lueterana (tedesca).
[23 stati africani annunciano il loro ritiro dalle Olimpiadi, che registrano così il più basso numero di partecipanti dai Giochi Olimpici di Melbourne (1956). Il boicottaggio è provocato dalla collaborazione in campo sportivo della Nuova Zelanda e di altri stati con il sudafrica "bianco".]

Agosto
la TLSA (Lega degli Insegnanti del Sudafrica) critica la conferenza di Black Consciousness tenuta ad Hammanskraal con il "permesso" di B.J. Vorster e seguita da Ezechiel Mpahlele, decano degli autori che si oppongono al concetto di negritudine (ma sostenitore di Israele nel 1965, quando si trovava nel Kenya), e da altri autori venuti dall'estero.
I leader studenteschi di Soweto abbandonano il Sudafrica.
3, Pretoria, durante il processo del terrorismo contro la SASO, Absolon Cindi, ex segretario generale della BPC, presenta le prove dell'aiuto finanziario dato dalla Corporazione anglo-americana alla BPC per un progetto sull'educazione.
Nel Natal gli ex membri del Congresso Indiano rifiutano l'invito a partecipare a un raduno della BPC, dichiarando che la BPC ha, in uno dei suoi gruppi, rapporti con la CIA.
4, Soweto, la polizia apre il fuoco contro ventimila studenti, in marcia su Johannesburg. Vengono proibiti i raduni pubblici. Cinquantamila lavoratori di Soweto "stanno a casa" e il 60% della manodopera di Johannesburg è in sciopero.
L'elenco dei morti supera ll numero di duecento.
20, Port Elizabeth, Provincia del Capo, i non-europei dichiarano lo sciopero e incendiano numerose chiese.
Nel Transkei la polizia arresta 266 studenti per aver partecipato a manifestazioni di protesta contro l' "indipendenza". Sono rinchiusi in prigione 76 "leader neri" e duemila altre persone.
24, Port Elizabeth, Provincia del Capo, durante le dimostrazioni di africani e gente di colore, la polizia uccide 14 non-europei e ne ferisce 28.
Il bilancio ufficiale dei morti durante l'insurrezone di studenti e lavoratori a Soweto è di 282, tra cui tre "bianchi". Gli arrestati sono più di duemila.
Il ministro Botha dichiara: «I negri urbani si trovano nelle zone riservate ai "bianchi" solo per vendere il loro lavoro e per niente altro
27, Nimrod Mkele, direttore dell'Institute of Black Studies in Sudafrica, chiede un incontro fra B.J. Vorster e i leader di Black Consciousness rinchiusi in carcere;
29, in Sudafrica, datori di lavoro e polizia annunciano che lo sciopero quasi generale dei non-europei è terminato, mentre continuano e dilagano le dimostrazioni di protesta;

Settembre
dopo aver sostenuto gli studenti contrari all' "indipendenza" del Transkei, aver difeso gli studenti perseguitati dalla polizia nella Provincia del Capo e pubblicato un vecchio programma del NEUM articolato su dieci punti, il numero di settembre del giornale del TLSA è dichiarato fuori legge e ne vengono proibiti la circolazione e il possesso.
Gli insegnanti del Capo condannano la BPC in quanto sospettano che sia legata ai liberali e al "gruppo Oppenheimer".
Il bilancio ufficiale delle vittime della repressione a Soweto è di 400 morti mentre gli arresti sono saliti a 2500 (ma le cifre effettive sarebbero almeno doppie),
6-9, a Città del Capo, Paarl, Manenburg e Huguenot e in altre città, studenti e lavoratori scendono in piazza, mentre la rivolta di Soweto si diffonde in tutta la Provincia del Capo tra gli oppressi "di colore". Ventinove persone sono uccise dalla polizia che si dichiara «impotente a prevenire le esplosioni di violenza» dei lavoratori che attaccano le proprietà dei bianchi e dei collaborazionisti e delle missioni.
Centinaia di persone vengono arrestate.
Ad Alexandria Township, Johannesburg, la polizia è attaccata dagli oppressi delle locations (che hanno già compiuto una lunga serie di azioni di boicottaggio dei mezzi di trasporto dei sobborghi nel 1943 e negli anni cinquanta);
10, dimostrazioni contro la "bantustanizzazione" della popolazione africana e di colore sono registrate in tutte le locations del Capo occidentale.
La polizia spara contro i capi dei dimostranti.
15, Provincia del Capo, in una massiccia azione di solidarietà con gli africani e nella comune battaglia per i diritti democratici, 250.000 lavoratori di colore proclamano lo sciopero generale. Mezzo milione di lavoratori africani scioperano a Soweto e Alexandra.
B.J. Vorster dichiara: «La segregazione continuerà sempre. Non si tratta di disuguaglianza ma del riconoscimento dell' "identità" di ciascun "popolo"».
21, la WTUC (World Trade Union Conference - Conferenza Mondiale ei Sindacai) decide un "parziale boicottaggio" del Sudafrica, da cui sono escluse le vendite di oro.

Ottobre
Tsietse Mashinini, leader studentesco di Soweto, è a Londra dove riceve "aiuto e appoggio" dal Movimento Antisegregazionista, da liberali e "trotzkisti" per una politica di Coscienza Nera che in Sudafrica viene criticata dalla TLSA e da altre organizzazioni.
Il movimento di Soweto entra in una fase di riflessione, senza avere subito sconfitte. Studenti e lavoratori si riuniscono in tutto il paese, in diversi gruppi informali, mentre infuria la repressione, per discutere "sulla linea da seguire".
Coscienza Nea, come il PAC dopo Sharpville, entra in un periodo di crisi generale.
26, nonostante l'opposizione popolare in tutto il Sudafrica, il Bantustan del Transkei diventa un campo "indipendente" di concentramento di manodopera a basso salario. I membri dell'ONU rifiutano in blocco la ricognizione del campo.
28, in seguito all'arresto di 70 studenti a Johannesburg, in tutto il Sudafrica viene lanciata la parola d'ordine «rimanere a casa».
Gli studenti di Città del Capo continuano in massa il boicottaggio della scuola.
L'elenco ufficiale dei morti supera i cinquecento.

Una campagna di boicottaggio del regime segregazionista mette in difficoltà alcuni voli dall'Europa al Sudafrica e alcune esportazioni di poca importanza, senza peraltro raggiungere grossi risultati.
Nella Germania Occidentale i sindacati si oppongono al boicottaggio in quanto "politico"; l'iniziativa viene invece sostenuta dagli studenti di Bonn, Francoforte e di altre città bavaresi.

 



 


 
1976
LEGA ARABA
Il 22 marzo 1945 è nata al Cairo questa lega fondata da Egitto, Libano, Siria, Giordania, Iraq, Arabia Saudita e Yemen;
1953, Libia
1956, Sudan
1958, Tunisia e Marocco
1961, Kuwait
1962, Algeria.
Fa parte anche l'OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina), presieduta da Yasir Arafat.
1976
-






1976

[come membro fondatore, dal 22 marzo 1945 fa parte della "Lega araba".
Dal 1975 è in atto la guerra civile tra cristiani e musulmani;
cristiani e musulmani (appoggiati questi ultimi dai drusi e dai palestinesi presenti in massa nei campi profughi) sono organizzati in varie milizie, dalla Falange di Pierre Gemayel (cristiani maroniti) al Partito socialista progressista di Walid Joumblatt (drusi) al gruppo Amal (musulmani);
la capitale Beirut è divisa dalla "linea verde" in due parti:
- Beirut Ovest (musulmana),
- Beirut Est (cristiana).
Siria e Israele continuano nei loro interventi.]

- Presidente
Suleiman Franjieh
(1970 - 1976)
Elias Sarkis
(1976 dic - 1980)
[filosiriano]
- Primo ministro
?
(? - 1976)
Salim el-Hoss
(1976 - 1980)
[governo "tecnico"]

1976
Gennaio
i leader palestinesi, che inizialmente hanno cercato di tenersi lontani dalla guerra civile, vi vengono ora inesorabilmente coinvolti a fianco dello schieramento di sinistra.

Dopo alcuni successi iniziali, l'alleanza palestinesi-sinistra acquisisce il controllo dell'80% del paese, ma a questo punto la Siria interviene con la forza, temendo che il Libano venga diviso in un minuscolo stato cristiano, alleato di Israele, mentre il rimanente del territorio cadrebbe in mano cristiana e palestinese libanese, fuori dal controllo siriano.
Il presidente Hafez el-Assad, come tutti i leader siriani, considera il Libano di interesse vitale per la Siria. Ritiene altresì che la causa palestinese debba essere responsabilità di tutti gli arabi, e soprattutto della Siria, in quanto paese in prima linea nella lotta contro Israele. Non crede che l'OLP possa agire indipendetemente; inoltre i suoi rapporti personali con Y. 'Arafatsono caratterizzati da una reciproca diffidenza.


Aprile
il governo di Damasco invia un proprio corpo di spedizione nella valle della Beqaa allo scopo ufficiale di evitare la completa disintegrazione dello stato libanese;

L'intervento della Siria porta a una strana alleanza con i cristiani libanesi di destra che, sebbene effimera, è sufficiente a volgere il corso degli eventi contro la coalizione palestinesi-sinistra.


Maggio
alle elezioni presidenziali vince il filosiriano Elias Sarkis (1976-?) mentre primo ministro diventa Salim el-Hoss;
gli stati arabi appoggiano con riluttanza la presenza delle truppe siriane in Libano come parte principale di un contingente di pace arabo;
diversi paesi arabi si accordano per inviare in Libano una forza interaraba di sicurezza che controbilanci la preponderante presenza siriana;

Giugno-Luglio
le destre libanesi, organizzatesi nel KFOUR (Fronte unitario) e appoggiate dai siriani, scatenano una vasta offensiva contro le forze progressiste e in particolar modo contro le postazioni palestinesi;

Agosto
12
: massacro del campo profughi di Tall-el-Zaatar;

Settembre
si insedia il nuovo presidente della repubblica Elias Sarkis;


La guerra civile si spegne, lasciandosi dietro cinquantamila morti e un numero superiore di feriti, mentre circa un milione di libanesi rimangono senza tetto.
Come in tutte le guerre di questo tipo, atroci massacri, rapimenti e assassini sono compiuti da entrambe le parti.



1976

[dall'aprile 1946 il paese ha conseguito la piena indipendenza; da febbraio 1958 federazione della Siria e dell'Egitto nella Repubblica Araba Unita (RAU).
La guerra arabo-israeliana le è costata la perdita delle alture del Golan. Con la guerra del Kippur, impegnata a fianco dell'Egitto, recupera El-Quneitra.]

- Primo ministro e presidente della repubblica
gen. Hafez el-Assad
(1970 - 1979)
[partito Baath, ala progressista moderata]
[attua una cauta liberalizzazione economica pur nel quadro di una stretta collaborazione con l'URSS e di un regime fortemente autoritario.]
1976
nella crisi libanese ha assunto il ruolo di potenza egemone;

1976
[come membro fondatore, dal 22 marzo 1945 fa parte della "Lega araba"; dal 1949, dopo l'annessione della Palestina orientale (Cisgiordania) [40.000 kmq di superficie con poco meno di 1 Mne di abitanti], il Regno hashemita del Giordano viene comunemente chiamato Giordania.]
Hussein
(? - ?)
figlio di Talal;
1952-?, re del Regno hashemita del Giordano;

1976
Novembre
fiero dei successi ottenuti, Settembre Nero mette in atto la sua prima operazione: i terroristi assassinano il primo ministro della Giordania sui gradini dello Sheraton Hotel del Cairo; meno di tre settimane dopo, a Londra, sparano all'ambasciatore giordano, Zaid Rifai, ferendolo;


1976
Gerusalemme, "internazionalizzata" dall'ONU, è divisa in due settori: la città vecchia (assegnata alla Giordania) e la città nuova (assegnata a Israele);

guerra dei sei giorni (1967): ha consegnato di fatto l'intera Palestina storica a Israele;
guerra del Kippur (1973): alla conferenza di Ginevra del 1974:
- un accordo fra Egitto e Israele ha deciso il ritiro delle truppe israeliane dalle posizioni raggiunte a occidente del canale di Suez e la creazione di un'ampia fascia smilitarizzata a oriente, garantita dalle forze di pace dell'ONU;
- un secondo accordo con la Siria ha impegnato gli israeliani a ritirarsi da el-Quneitra, stabilendo un'analoga fascia smilitarizzata sulle alture del Golan; 
Y. 'Arafat, ex leader di al-Fatah, è dal 1969 a capo dell'OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina) che:
- dal 1964, con il suo "Esercito per la liberazione della Palestina" e finanziata dalla Lega araba, lotta contro Israele,
- dal 1974 è stata riconosciuta dal vertice arabo di Algeri quale unico rappresentante del popolo palestinese, e ammessa all'ONU quale entità politica nazionale, in qualità di "osservatore";


 
- Presidente
?
(? - ?)
- Primo ministro
Yitzhak Rabin
(1974 - dic 1976, dim.)
[MAPAL]
-
[MAPAL (Organizzazione sionistica mondiale - Partito laburista)]
1976
è coinvolta nella guerra civile libanese (1976-77);

Agosto  
massacro di Tall-el-Zaatar in Libano;

Dicembre
Yitzhak Rabin si dimette e indice nuove elezioni;


[kibbuz e moshav] i kibbutzim sono oltre 240, per un totale di oltre 100.000 membri (chaverim= compagni): circa il 3% della popolazione israeliana (con influenza politica però da cinque a sette volte superiore a tale percentuale); il loro apporto costituisce il 35% della produzione agricola totale del paese e l'8% di quella industriale; sono raggruppati in tre associazioni: una riunisce le 74 colonie religiose mentre le altre due comprendono le colonie ispirate a principi laburisti o marxisti; 
ora l'evoluzione produttiva ha imposto, insieme all'assunzione di attività industriali (con l'impiego del 25% dei membri) sia il ricorso a salariati esterni, sia la stabilità di alcune mansioni specialistiche;
i moshavim sono invece 370, con 125.000 membri; il moshav shitufi (cooperativo, 30 villaggi circa) ha in comune anche la terra e il lavoro, mentre restano individuali le abitazioni e la struttura sociologica della famiglia.




- Egitto (fascia di Gaza)
1976
-
- Giordania (Cisgiordania)
1976
-


1976
Regno Arabo Saudita
[dal 27 set 1932]
[come membro fondatore, dal 22 marzo 1945 fa parte della "Lega araba".]
Khaled o Halid ibn 'Abd al-Aziz
Albero genealogico
(? - 1982)
figlio di 'Abd al-Aziz III discendente della dinastia wahhabita dei Banu Sa'ud e fratello di Faysal I;
1975-82, re dell'Arabia Saudita;
[ha già designato principe ereditario il fratello Fahd]

La politica saudita rimane essenzialmente immutata.
1976
-

1976
[sceiccato indipendente dal 16 giugno 1961;
la nuova costituzione (1963) prevede la formazione di un'assemblea nazionale con elezioni su base individuale (i partiti sono messi al bando).
Nel 1963 si sono svolte le prime elezioni, su base individuale (i partiti sono messi al bando), per la formazione dell'assemblea nazionale.]
Sabah al-Salim al-Sabah

(? - 1977)
fratello di 'Abd Allah al-Salim al-Sabah;
1965-77, sceicco del Kuwait;



1976
l'assemblea nazionale, eletta l'anno precedente, viene sciolta;

1976
Bahrein
[Monarchia assoluta indipendente dal 1972.]
?  
(?-?)
?-?, emiro del Bahrein;
1976
-

1976
Qatar
[Monarchia assoluta indipendente dal 1972.]
?  
(?-?)
?-?, emiro del Qatar;
1976
-

1976
EMIRATI ARABI UNITI
[capitale: Abu Dhabi]
[confederazione di sette sceiccati, monarchie assolute: Abu Dhabi, Dubai, Sharja, Ajman, Umm al-Qaiwain, Ras al-Khaimah e Fujayrah, noti anche come Stati della Tregua (Trucial States)]
- Presidente
sceicco Šayh Zayd
(? - ?)
[emiro di Abu Dhabi]
- Vicepresidente
sceicco ?
(? - ?)
[emiro di Dubai]
1976
-
 
- Abu Dhabi
?  
(?-?)
?-?, emiro di Abu Dhabi;
1976
-
- Dubai
?  
(?-?)
?-?, emiro di Dubai;
1976
-
- Sharja
?  
(?-?)
?-?, emiro di Sharja;
1976
-
- Ajman
?  
(?-?)
?-?, emiro di Ajman;
1976
-
- Umm al-Qaiwain
?  
(?-?)
?-?, emiro di Umm al-Qaiwain;
1976
-
- Ras al-Khaimah [dal 1972]
?  
(?-?)
?-?, emiro di Ras al-Khaimah;
1976
-
- Fujayrah
?  
(?-?)
?-?, emiro di Fujayrah;
1976
-


1976
Repubblica Araba dello Yemen
[come membro fondatore, dal 22 marzo 1945 fa parte della "Lega araba".
C'è da risolvere il problema del rapporto tra il nuovo governo di San'a, sostanzialmente conservatore e filoccidentale, e il regime comunista della neocostituita Repubblica Democratica Popolare dello Yemen;
col patrocinio della Lega araba viene concluso un accordo di riunificazione per tappe tra i due stati, rimasto tuttavia sulla carta.]
-
-

1976
in un clima di forte instabilità per il succedersi di colpi di stato militari e di assassini politici, i rapporti tra i due stati sono deteriorati sfociando spesso in scontri armati;



1976
Repubblica Democratica Popolare dello Yemen
(già Yemen Meridionale, Asia occidentale)
[dal 1967 ha raggiunto la totale indipendenza dalla Federazione degli Emirati Arabi del Sud;
dal 1970 ha una costituzione ispirata a principi progressisti e si è accostata all'URSS non nascondendo la propria aspirazione ad unificare tutto lo Yemen.]
 

1976
-


1976
[dal 1962 il paese è in rivolta; dal 1965 opera il movimento guerrigliero rivoluzionario sotto la guida del PFLO (Fronte popolare per la liberazione dell'Oman), collegato alla sinistra sud-yemenita.
dal 1972 il trattato di assistenza irano-omanita, con cui la casa regnante ha sostituito alla protezione britannica quella iraniana, è stato sancito dalla cessione di Hormuz all'Iran in cambio di aiuti tecnici e militari contro i guerriglieri.]
Qabus ibn Said
-
(? - ?)
figlio del sultanoTaymoor;
1970-?, sultano di Oman;



1976
Marzo
armistizio tra il PFLO (Fronte popolare per la liberazione dell'Oman), collegato alla sinistra sud-yemenita, e la casa regnante;







1976
[nel 1958, alla guida del movimento clandestino degli "ufficiali liberi", 'Abd al-Karim Kassem ha rovesciato con un colpo di stato la monarchia hascemita di re Faysal instaurando la repubblica; nel 1963 un nuovo colpo di stato militare è promosso dal partito baath iracheno.]
- Presidente del Consiglio del Comando della rivoluzione
gen. Ahmad Hassan Bakr
(1968 lug - 1979)
[partito baath iracheno]
- vicepresidente
[I presidente conferisce al partito maggiori aperture, pur opponendosi a qualsiasi soluzione federativa con l'Egitto.]
1976
-
Kurdistan (iracheno)
1976
nel giugno 1972 Saddam Hussein ha nazionalizzato le multinazionali del petrolio e in particolare l'Iraq Petroleum Corporation (anglo-franco-olandese-americana) operante nei giacimenti della zona di Kirkuk;



1976
Iran
[dal 1951 è stata nazionalizzata l'industria petrolifera;
fautore in politica estera del blocco atlantico, mantiene in politica interna uno stretto controllo del potere con l'appoggio dell'esercito e dei gruppi conservatori; contemporaneamente, grazie agli enormi introiti derivanti dal petrolio, inizia una rapida politica di industrializzazione e di riforme sociali che mutano bruscamente il volto del paese e suscitano lo scontento dei gruppi religiosi più conservatori, promotori di manifestazioni e attentati contro la sua politica;
dal 1959 fa parte della Cento (Central Treaty Organization - Organizzazione del patto centrale), un'alleanza tra Gran Bretagna, Pakistan, Iran e Turchia.
Nnonostante le prime elezioni a sistema bipartitico (1960), la dialettica politica è ancora tutta racchiusa entro la cerchia degli "uomini del re"; la sinistra è discriminata e il Tudeh (Partito comunista) è fuori legge.
Dal gennaio 1963 [rivoluzione bianca] al primo referendum per l'approvazione della legge elettorale, dell'emancipazione della donna, dell'istruzione generalizzata e soprattutto di un'incisiva riforma agraria, seguono altre riforme in campo istituzionale, economico e finanziario.]
Muhammad Reza Pahlavi

(Teheran 1919 - Il Cairo 1980)
primogenito di Reza Khan Pahlavi imperatore (scià) dell'Iran, educato all'occidentale;
1941-79, scià dell'Iran;
sale al trono dopo l'abdicazione del padre;
nel 1955 aderisce al patto di Baghdad;
nel 1967 (26 ottobre) Fara Diba viene incoronata imperatrice di Persia;


- Primo ministro
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Rastakhiz (Partito della resurrezione nazionale)
[partito unico dal 1975, fondato dalla monarchia]
1976
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