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ANNO 1989

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Papa Giovanni Paolo II
(1978-2005)

segretario di Stato: cardinale Agostino Casaroli;

direttore dell'Entità e di Sodalitium Pianum: mons. Luigi Poggi;

ONU
Organizzazione delle nazioni unite

1989, New York,
segretario generale:
- 1981-91, Javier Perez de Cuellar.



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Elezioni Europee.
Referendum consultivo sul mandato costitutente del Parlamento Europeo

in autunno cade il Muro di Berlino



1989
UNIONE EUROPEA
III LEGISLATURA - (1989-1994)
Stati Membri
Seggi
[dal 1952]
       
01
Belgio      
24
02
Francia      
81
03
Germania      
81
04
Italia      
81
05
Lussemburgo      
6
06
Paesi Bassi      
25
[dal 1973]
       
07
Danimarca      
16
08
Regno Unito      
81
09
Irlanda      
15
[dal 1981]
       
10
Grecia      
24
[dal 1987]
       
11
Portogallo      
24
12
Spagna      
60
Totale Deputati
518

 

1989
III LEGISLATURA - (1989-1994)
- Deputati Italiani (81) -
[Elezioni: ]
PPE - Gruppo del Partito Popolare Europeo (Democratici Cristiani)

26
Rosaria Bindi
Andrea Bonetti
Franco Borgo
Carlo Casini
Maria Luisa Cassanmagnago Cerretti
Mauro Chiabrando
Emilio Colombo
(1989 - 1° ago 1992)
Felice Contu
Lorenzo De Vitto
(1989 - 27 apr 1994)
Antonio Fantini
Arnaldo Forlani
Roberto Formigoni
(1989 - 6 mag 1993)
Mario Forte
Gerardo Gaibisso
Giulio Cesare Gallenzi
Giovanni Goria
(1989 - 13 apr 1991)
Francesco Guidolin
Antonio Iodice
Salvatore Lima
(1989 - 12 mar 1992)
Calogero Lo Giudice
Alberto Michelini
Giuseppe Mottola
Ferruccio Pisoni
tesoriere
Nino Pisoni
Mario Giovanni Guerriero Ruffini
(1989 - 15 set 1990)
Gabriele Sboarina
1
Joachim Dalsass
Totale Membri
27
Gruppo per la Sinistra Unitaria Europea
22
Roberto Barzanti
Rinaldo Bontempi
Luciana Castellina
(1989 - 11 gen 1993)
Anna Catasta
Adriana Ceci
Luigi Alberto Colajanni
presidente
Biagio De Giovanni
Cesare De Piccoli
Maurice Duverger
Giulio Fantuzzi
Renzo Imbeni
Pasqualina Napoletano
Giorgio Napolitano
(1989 - 10 giu 1992)
Achille Occhetto
Giacomo Porrazzini
Andrea Raggio
Tullio Regg
Giorgio Rossetti
Roberto Speciale
Renzo Trivelli
Dacia Valent
(1989 - 11 gen 1993)
Luciano Vecchi
Gruppo Socialista
12
Gianni Baget Bozzo
Vincenzo Bettiza
Pierre Carniti
Bettino Craxi
(1989 - 30 apr 1992)
Giuliano Ferrara
(1989 - 11 mag 1994)
Franco Iacono
Lelio Lagorio
vicepresidente
Antonio La Pergola
Nereo Laroni
Vincenzo Mattina
tesoriere
Maria Magnani Noya
Luigi Vertemati
 
2
Antonio Cariglia
Enrico Ferri
Totale Membri
14
Gruppo Verde
3
Gianfranco Amendola
Alexander Langer
vicepresidente
(1989 25 lug - 14 mar 1990)
Enrico Falqui
2
Maria Adelaide Aglietta
Edoardo Ronchi
(1989 - 26 lug 1989)
subentra
Francesco Corleone
(27 lug - 26 ott)
subentra
Virginio Bettini
(1989 26 ott - 1994)
1
Eugenio Melandri
Antiproibizionisti sulla Droga
1
Marco Taradash
Totale Membri
7
Gruppo Liberaldemocratico e Riformista
3
Jas Gawronski
vicepresidente
Giorgio La Malfa
(1989 - 13 mar 1992)
Bruno Visentini
Gruppo Arcobaleno del Parlamento Europeo
2
Luigi Moretti
(1989 - 20 apr 1994)
Francesco Enrico Speroni
(1989 - 20 apr 1994)
1
Mario Melis
Totale Membri
3
Non Iscritti
4
Gianfranco Fini
(1989 - 11 mag 1992)
Antonio Mazzone
Cristiana Muscardini
Giuseppe Rauti
1
Marco Pannella
Totale Membri
5
Totale Deputati Italiani
81

Gruppo del Partito Popolare Europeo (Gruppo Democratico Cristiano)
Rosaria Bindi, Democrazia Cristiana, membro
Andrea Bonetti, DC, membro
Franco Borgo, DC, membro
Carlo Casini, DC, membro
Maria Luisa Cassanmagnago Cerretti, DC, membro
Mauro Chiabrando, DC, membro
Emilio Colombo, DC, membro (in carica fino al 01.08.1992)
Francesco Lamanna, DC, membro (subentrato il 07.09.1992)
Felice Contu, DC, membro
Joachim Dalsass, Südtiroler Volkspartei, membro
Lorenzo De Vitto, DC, membro (in carica fino al 27.04.1994)
Vito Napoli, DC, membro (subentrato il 29.04.1994)
Antonio Fantini, DC, membro
Arnaldo Forlani, DC, membro
Roberto Formigoni, DC, membro (in carica fino al 06.05.1993)
Maria Teresa Coppo Gavazzi, DC, membro (subentrata il 18.05.1993)
Mario Forte, DC, membro
Gerardo Gaibisso, DC, membro
Giulio Cesare Gallenzi, DC, membro
Giovanni Goria, DC, membro (in carica fino al 13.04.1991)
Agostino Mantovani, DC, membro (subentrato il 23.04.1991)
Francesco Guidolin, DC, membro
Antonio Iodice, DC, membro
Salvatore Lima, DC, membro (in carica fino al 12.03.1992)
Aldo De Matteo, DC, membro (subentrato il 17.03.1992)
Calogero Lo Giudice, DC, membro
Alberto Michelini, DC, membro
Giuseppe Mottola, DC, membro
Ferruccio Pisoni, DC, tesoriere
Nino Pisoni, DC, membro
Mario Giovanni Guerriero Ruffini, DC, membro (in carica fino al 15.09.1990)
Eolo Parodi, DC, membro (subentrato il 27.09.1990)
Gabriele Sboarina, DC, membro

Gruppo per la Sinistra Unitaria Europea
Roberto Barzanti, Partito Comunista Italiano, membro
Rinaldo Bontempi, PCI, membro
Luciana Castellina, PCI, membro
il deputato rimane all'interno del gruppo fino all'11.01.1993 per aderire al Gruppo dei Non iscritti.
Anna Catasta, PCI, membro
Adriana Ceci, PCI, membro
Luigi Alberto Colajanni, PCI, presidente del gruppo
Biagio De Giovanni, PCI, membro
Cesare De Piccoli, PCI, membro
Maurice Duverger, PCI, membro
Giulio Fantuzzi, PCI, membro
Renzo Imbeni, PCI, membro
Pasqualina Napoletano, PCI, membro
Giorgio Napolitano, PCI, membro (in carica fino al 10.06.1992)
Gaetano Cingari, PCI, membro (subentrato il 15.06.1992, in carica fino al 09.05.1994)
Andrea Carmine De Simone, PCI, membro (subentrato il 19.05.1994)
Achille Occhetto, PCI, membro
Giacomo Porrazzini, PCI, membro
Andrea Raggio, PCI, membro
Tullio Regge, PCI, membro
Giorgio Rossetti, PCI, membro
Roberto Speciale, PCI, membro
Renzo Trivelli, PCI, membro
Dacia Valent, PCI, membro
il deputato rimane all'interno del gruppo fino all'11.01.1993 per aderire al Gruppo dei Non iscritti.
Luciano Vecchi, PCI, membro

Gruppo del Partito del Socialismo Europeo
Gianni Baget Bozzo, Partito Socialista Italiano, membro
Vincenzo Bettiza, PSI, membro
Antonio Cariglia, Partito Socialista Democratico Italiano, membro
Pierre Carniti, PSI, membro
Bettino Craxi, PSI, membro (in carica fino al 30.04.1992)
Mario Didò, PSI, membro (subentrato il 13.05.1992)
Giuliano Ferrara, PSI, membro (in carica fino all'11.05.1994)
il deputato rimane all'interno del gruppo fino al 17.04.1994 per aderire al Gruppo dei Non iscritti.
Gabriele Panizzi, PSI, membro (subentrato il 19.05.1994)
Enrico Ferri, PSDI, membro
Franco Iacono, PSI, membro
Lelio Lagorio, PSI, vicepresidente del gruppo
Antonio La Pergola, PSI, membro
Nereo Laroni, PSI, membro
Vincenzo Mattina, PSI, tesoriere
Maria Magnani Noya, PSI, membro
Luigi Vertemati, PSI, membro
In data 12.01.1993 i deputati del Partito Democratico della Sinistra, dopo essere stata celebrata l'ammissione del soggetto politico nel Partito del Socialismo Europeo, vengono ammessi a far parte del Gruppo del Partito del Socialismo Europeo. Precedentemente avevano costituito il Gruppo per la Sinistra Unitaria Europea.

Gruppo Verde al Parlamento Europeo
Maria Adelaide Aglietta, Verdi Arcobaleno, presidente del gruppo dal 01.11.1990
Gianfranco Amendola, Liste Verdi, membro
Alexander Langer, Liste Verdi, vicepresidente del gruppo dal 25.07.1989 al 14.03.1990, presidente dal 15.03 al 31.10.1990
Enrico Falqui, Liste Verdi, membro
Eugenio Melandri, Democrazia Proletaria, membro
Edoardo Ronchi, Verdi Arcobaleno, membro (in carica fino al 26.07.1989)
Francesco Corleone, Verdi Arcobaleno, membro (subentrato il 27.07.1989, in carica fino al 26.10.1989)
Virginio Bettini, Verdi Arcobaleno, membro (subentrato il 26.10.1989)
Marco Taradash, Lega Antiproibizionista sulla droga, membro

Gruppo Liberale e Democratico
Jas Gawronski, Partito Repubblicano Italiano, vicepresidente del gruppo
Giorgio La Malfa, PRI, membro (in carica fino al 13.03.1992)
Elda Pucci, PRI, membro (subentrata il 24.03.1992)
Bruno Visentini, PRI, membro

Gruppo Arcobaleno del Parlamento Europeo
Mario Melis, Partito Sardo d'Azione, membro
Luigi Moretti, Lega Lombarda, membro
il deputato rimane all'interno del gruppo fino al 20.04.1994 per poi aderire al Gruppo dei Non iscritti.
Francesco Enrico Speroni, Lega Lombarda, membro
il deputato rimane all'interno del gruppo fino al 20.04.1994 per poi aderire al Gruppo dei Non iscritti.

Non iscritti
Gipo Farassino, Lega Lombarda, membro (subentrato il 19.05.1994 in sostituzione di Francesco Enrico Speroni dimessosi l'11.05.1994)
Gianfranco Fini, Movimento Sociale Italiano, membro (in carica fino all'11.05.1992)
Pietro Mitolo, MSI, membro (subentrato il 25.05.1992)
Antonio Mazzone, MSI, membro
Cristiana Muscardini, MSI, membro
Marco Pannella, Federalisti, membro
Giuseppe Rauti, MSI, membro
In data 12.01.1993 aderiscono al gruppo le deputate Luciana Castellina e Dacia Valent provenienti dal Gruppo per la Sinistra Unitaria Europea
In data 18.04.1994 aderisce al gruppo il deputato Giuliano Ferrara proveniente dal Gruppo del Partito del Socialismo Europeo
In data 21.04.1994 aderiscono al gruppo i deputato Luigi Moretti e Francesco Enrico Speroni provenienti dal Gruppo Arcobaleno del Parlamento Europeo



 



UNIONE EUROPEA
Commissione Delors II
(1989 gen - gen 1993)
Composizione politica
Sinistra / Socialisti: 6 membri
Destra / Conservatori: 6 membri
Liberali: 4 membri
Indipendenti: 1 membro
Jacques Delors*
Presidente
+ Affari Monetari
PSE
FRANCIA
PS Socialisti
Relazioni Esterne
Commercio
Affari Economici e Finanziari
Cooperazione e Sviluppo
Pesca
Frans Andriessen
Vice presidente

Henning Christophersen

Vice presidente
Manuel Marin
Vice presidente
PPE
Liberali, democratici e riformatori
Socialisti
PAESI BASSI
DANIMARCA
SPAGNA
CDA
Venstre
PSOE
Scienza, Ricerca e Sviluppo
Telecomunicazioni, Tecnologia dell'Informazione e Innovazione
Mercato Interno
Affari Industriali
Relazioni con il Parlamento
Concorrenza
Istituzioni Finanziarie
Conservative
5

Filippo Maria Pandolfi

Vice presidente

Martin Bangemann

Vice presidente

Leon Brittan

Vice presidente
PPE
Liberali, democratici e riformatori
PPE
ITALIA
GERMANIA
(FDR)
REGNO UNITO
Democrazia cristiana
FDP
Democratici
Ambiente, Sicurezza Nucleare e Protezione Civile
Personale, Amministrazione e Traduzione
Energia
Piccole Aziende e Turismo
Politica Mediterranea
Relazioni con l'America Latina
Rapporti Nord-Sud del mondo

Carlo Ripa di Meana

Antonio Cardoso y Cunha

Abel Matutes

Socialisti
Liberali, democratici e riformatori
PPE
ITALIA
PORTOGALLO
SPAGNA
PSI
PSD
PP
Bilancio e Controllo Finanziario
Fiscalità e Unione Doganale
Politiche Regionali
Peter Schmidhuber
Christiane Scrivener

Bruce Millan

PPE
Liberali, democratici e riformatori
Socialisti
GERMANIA
(FDR)
FRANCIA
REGNO UNITO
CSU
UDF
Labour
Settore Audiovisivo, Informazione e Comunicazione
Affari Culturali
Agricoltura e Sviluppo Rurale
Trasporti
Credito ed Investimenti
Tutela dei Consumatori

Jean Dondelinger

Ray MacSharry

Karel van Miert

Indipendente
Alleanza Democratica Europea
Socialisti
LUSSEMBURGO
IRLANDA
BELGIO
Indipendente
Fianna Fáil
PS
Occupazione, Relazioni Industriali e Affari Sociali
Risorse Umane, Istruzione e Formazione
   
   

Vasso Papandreou

   
Socialisti
   
GRECIA
       
PASOK
   

Legenda:
- PPE (Partito Popolare Europeo),
- PSE (Partito del Socialismo Europeo)
- ALDE (Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa)

Note
* Jacques Delors, già in carica dal 1985, viene riconfermato per un secondo mandato.

 


La Commissione Delors II è stata la Commissione Europea in carica dal gennaio 1989 al gennaio 1993[1].
Fu la commissione che gestì in particolare l'elaborazione del Trattato di Maastricht e l'istituzione dell'Unione Europea. In vista dell'entrata in vigore del Trattato venne sostituita da una nuova commissione, la Commissione Delors III.

Indice [nascondi]
1 Presidente
1.1 Composizione politica
2 Componenti della Commissione
3 Note
Presidente
Jacques Delors (Francia Francia) — Partito del Socialismo Europeo
Delors era già in carica dal 1985, venne riconfermato per un secondomandato.

Composizione politica
Sinistra / Socialisti: 6 membri
Destra / Conservatori: 6 membri
Liberali: 4 membri
Indipendenti: 1 membro

Componenti della Commissione
Legenda: [ ] Sinistra/Socialisti - [ ] Destra/Conservatori - [ ] Liberali - [ ] Verdi
Commissario Nazionalità Incarico Competenze Partito nazionale Gruppo/Partito europeo
- Jacques Delors Francia Francia Presidente Affari Monetari PS Socialisti
- Frans Andriessen Paesi Bassi Paesi Bassi Vicepresidente
Relazioni Esterne
Commercio
CDA Partito Popolare Europeo
- Henning Christophersen Danimarca Danimarca Vicepresidente Affari Economici e Finanziari Venstre Liberali, democratici e riformatori
- Manuel Marin Spagna Spagna Vicepresidente
Cooperazione e Sviluppo
Pesca
PSOE Socialisti
- Filippo Maria Pandolfi Italia Italia Vicepresidente
Scienza, Ricerca e Sviluppo
Telecomunicazioni, Tecnologia dell'Informazione e Innovazione
DC Partito Popolare Europeo
- Martin Bangemann bandiera Germania Ovest Vicepresidente
Mercato Interno
Affari Industriali
Relazioni con il Parlamento
FDP Liberali, democratici e riformatori
- Leon Brittan Regno Unito Regno Unito Vicepresidente
Concorrenza
Istituzioni Finanziarie
Conservative Democratici/Partito Popolare Europeo[2]
- Carlo Ripa di Meana Italia Italia Commissario Ambiente, Sicurezza Nucleare e Protezione Civile PSI Socialisti
- Antonio Cardoso e Cunha Portogallo Portogallo Commissario
Personale, Amministrazione e Traduzione
Energia
Piccole Aziende e Turismo
PSD Liberali, democratici e riformatori
- Abel Matutes Spagna Spagna Commissario
Politica Mediterranea
Relazioni con l'America Latina
Rapporti Nord-Sud del mondo
PP Partito Popolare Europeo
- Peter Schmidhuber bandiera Germania Ovest Commissario Bilancio e Controllo Finanziario CSU Partito Popolare Europeo
- Christiane Scrivener Francia Francia Commissario Fiscalità e Unione Doganale UDF Liberali, democratici e riformatori
- Bruce Millan Regno Unito Regno Unito Commissario Politiche Regionali Labour Socialisti
- Jean Dondelinger Lussemburgo Lussemburgo Commissario
Settore Audiovisivo, Informazione e Comunicazione
Affari Culturali
indipendente indipendente
- Ray MacSharry Irlanda Irlanda Commissario Agricoltura e Sviluppo Rurale Fianna Fáil Alleanza Democratica Europea
- Karel van Miert Belgio Belgio Commissario
Trasporti
Credito ed Investimenti
Tutela dei Consumatori
PS Socialisti
- Vasso Papandreou Grecia Grecia Commissario
Occupazione, Relazioni Industriali e Affari Sociali
Risorse Umane, Istruzione e Formazione
PASOK Socialisti

Note
^ (EN) Commissione Delors II. URL consultato il 01-05-2011.
^ Dal 1992.





1989
Schweizerische Eidgenossenschaf
Confédération suisse
Confederazione svizzera
[Repubblica federale]
- Presidente
-
- Primo ministro
-
[governo di coalizione: Partito radicale democratico, Partito cristiano-democratico, Partito socialista e Unione democratica di centro]

1989
Febbraio
20
, Losanna, si apre il processo al pirata dell'aria libanese Mohamed Hariri, accusato di aver dirottato sull'aeroporto di Ginevra un aereo dell'Air Afrique nel luglio 1987 e di aver ucciso un passeggero francese;
24
, il pirata dell'aria libanese Mohamed Hariri viene condannato all'ergastolo;

Ottobre
9-20
, Losanna, si svolge la settima conferenza della Convenzione sul commercio internazionale delle specie in pericolo: la maggior parte dei delegati dei 103 paesi chiede la proibizione totale del commercio dell'avorio;

Novembre
26
, un referendum respinge con il 64,4% dei voti la proposta, presentata da un gruppo di pacifisti e di giovani socialisti, di abolire l'esercito; il tasso di partecipazione (68%) è il più alto da 15 anni;




1989
Fürstentum Liechtenstein
[Monarchia costituzionale]
Francesco Giuseppe II
Albero genealogico
(1906 - 1989)
figlio di
1938-89
, principe di Liechtenstein;
1989
Novembre
13
, muore il principe di Liechtenstein e gli succede il figlio Hans Adam;


Hans Adam
Albero genealogico
(? - ?)
figlio di Francesco Giuseppe II;
1989-?, principe di Liechtenstein;
[succeduto al padre]



 
- Primo ministro
Hans Brunhart
(1978 - ?)
[VU (Unione patriottica)]
[la VU (Unione patriottica) ha la maggioranza in parlamento]
1989
Gennaio
alcuni deputati del FBP (Partito borghese per il progresso) rifiutano di approvare i finanziamenti necessari per la costruzione di un nuovo museo in cui ospitare le collezioni reali; l'episodio provoca lo scioglimento della camera ma lascia immutato l'equilibrio tra i due partiti della coalizione al potere;

Marzo
3, le elezioni assegnano 13 seggi su 25 alla VU e 12 al FBP; Hans Brunhart resta primo ministro;



1989
Republik Osterreich
[neutrale da mag 1955]
questione Alto Adige:
– 1° accordo 1969; 2° accordo 1971
- Presidente
Kurt Waldheim
(1986 - 1992)
[ÖVP (Partito popolare)]
- Cancelliere
Franz Vranitzky
(1986 - 1997)
[SPÖ]
- Ministro degli esteri
?
(? - ?)
[]
[governo di coalizione tra SPÖ (Partito socialista) e FPÖ (Partito liberale)]
1989
Marzo
12
, alle elezioni regionali in Carinzia, Salisburgo e Tirolo il FPÖ di Jörg Haider, su posizioni sempre più xenofobe, ottiene un successo (9,7%), mentre il SPÖ (Partito socialista) del cancelliere F. Vranitzky perde la maggioranza assoluta nel suo feudo, la Carinzia, e l'ÖVP (Partito popolare) del vicecancelliere Alois Mock registra un calo generale. I Verdi ottengono per la prima volta una rappresentanza in Tirolo e Salisburgo;

Luglio
17
, l'Austria si candida ufficialmente all'ingresso nella Comunità europea, candidatura che crea qualche imbarazzo a Bruxelles in quanto l'Austria non intende abbandonare la sua posizione di neutralità permanente;

Settembre
10
, l'Ungheria apre le frontiere con l'Austria, e immediatamente più di 10.000 tedeschi orientali ne approfittano per raggiungere la Germania occidentale (alla fine del mese il loro numero sale a 25.000);
«segue 1990 »

 

1989
Bundesrepublik Deutschland
[Repubblica Federale di Germania (FDR)]
(maggio 1949)
Presidente
Richard von Weizsäcker (1984 - 1994)
[CDU]
XI Legislatura 1987 18 feb - 20 dic 1990
Cancelliere
H. Kohl
III
(1987 12 mar - 18 gen 1991)
[CDU]
[Coalizione "giallo-nera" composta da:
- CDU (Christlich Demokratische Union Deutschlands - Unione cristiano-democratica),
- CSU (Christlich-Soziale Union - Unione cristiano-sociale),
- FDP (Freie Demokratische Partei - Partito liberaldemocratico).]
Vice-cancelliere
+ Affari esteri
Hans-Dietrich Genscher (FDP)
(1982 4 ott - 17 mag 1992)
Capo della Cancelleria federale
(Senza portafoglio)
Wolfgang Schäuble (CDU)
(1984 15 nov - 21 apr 1989)
Rudolf Seiters (CDU)
(1989 22 apr - 18 gen 1991)
Interni
Friedrich Zimmermann (CSU)
(1982 4 ott - 21 apr 1989)
Wolfgang Schäuble (CDU)
(1989 22 apr - 21 nov 1991)
Giustizia
Hans A. Engelhard (FDP)
(1982 4 ott - 18 gen 1991)
Finanze
Gerhard Stoltenberg (CDU)
(1982 4 ott - 21 apr 1989)
Theodor Waigel (CSU)
(1989 22 apr - 25 ott 1998)
Economia
Helmut Haussmann (FDP)
(1988 10 dic - 18 gen 1991)
Agricoltura e Foreste
Ignaz Kiechle (CSU)
(1983 30 mar - 21 gen 1993)
Rapporti con la Germania Est
Dorothee Wilms (CDU)
(1987 12 mar - 18 gen 1991)
Lavoro e Solidarietà sociale
Norbert Blüm (CDU)
(1982 4 ott - 25 ott 1998)
Difesa
Rupert Scholz (CDU)
(1988 19 mag - 21 apr 1989)
Gerhard Stoltenberg (CDU)
(1989 22 apr - 31 mar 1992)
Gioventù, Famiglia, Pari opportunità e Sanità
Ursula Lehr (CDU)
(1988 10 dic - - 18 gen 1991)
Trasporti
Jürgen Warnke (CSU)
(1987 12 mar - 21 apr 1989)
Friedrich Zimmermann (CSU)
(1989 22 apr - 18 gen 1991)
Ambiente
Klaus Töpfer (CDU)
(1987 8 mag - 17 nov 1994)
Poste e Telecomunicazioni
Christian Schwarz-Schilling (CDU)
(1982 4 ott - 17 dic 1992)
Urbanizzazione e Territorio
Oscar Schneider (CSU)
(1987 12 mar - 21 apr 1989)
Gerda Hasselfeldt (CSU)
(1989 22 apr - 18 gen 1991)
Ricerca e Tecnologia
Heinz Riesenhuber (CDU)
(1982 4 ott - 21 gen 1993)
Formazione e Scienze
Jürgen W. Möllemann (FDP)
(1987 12 mar - 18 gen 1991)
Cooperazione economica e Sviluppo
Hans Klein (CSU)
(1987 12 mar - 21 apr 1989)
Jürgen Warnke (CSU)
(1989 22 apr - 18 gen 1991)
Ministri senza portafoglio
   
Portavoce del governo federale

Hans Klein
(CSU)
(1989 22 apr - 18 gen 1991)
   
Sabine Bergmann-Pohl (CDU)
(1990 3 ott - - 18 gen 1991)
   
Günther Krause (CDU)
(1990 3 ott - - 18 gen 1991)
   
Lothar de Maizière (CDU)
(1990 3 ott - 19 dic 1990)
   
Rainer Ortleb (FDP)
(1990 3 ott - - 18 gen 1991)
   
Hansjoachim Walther (DSU)
(1990 3 ott - - 18 gen 1991)
     
     
     
-
1989
Giugno
18
, elezioni europee (affluenza alle urne 61,5%):

 
Elezioni europee
 
%
seggi
+/- (*)
- CDU
(Unione cristiano-democratica)
37,7
32
-9
-CSU
(Unione cristiano-sociale)
-SPD
(Partito socialdemocratico)
37,3
31
-2
- Verdi
8,4
8
+1
- Partito repubblicano (estrema destra)
[Franz Schönhuber]
7,1
6
-
- altri
-
4
 
   
81
 
* rispetto al 1984;
 


Agosto-Settembre
il governo deve far fronte all'affusso di profughi dalla Repubblica Democratica Tedesca (DDR) che occupano le ambasciate di Bonn a Budapest, a Berlino Est, a Praga, a Varsavia;

Settembre
10
, viene aperta la frontiera tra DDR e Ungheria;
durante tutto il mese i profughi tedesco orientali ne approfittano per passare all'Ovest;

Novembre
9
, la Repubblica Democratica Tedesca (DDR), da cui già da mesi è in corso un esodo verso la Repubblica di Germania, apre la frontiera tra i due paesi e il muro di Berlino, a 40 anni di distanza dalla creazione di due stati tedeschi;
11/12, fine settimana: due milioni di tedeschi orientali attraversano la frontiera per visitare la parte occidentale;
18/19, fine settimana: tre milioni di tedeschi orientali attraversano la frontiera;
28, il cancelliere H. Kohl presenta al Bundestag un piano per la riunificazione tedesca, accolto favorevolmente da tutte le forze politiche con l'eccezione dei Verdi: il piano suscita imbarazzo tra gli alleati occidentali e critiche all'Est;
30 , Francoforte, Alfred Herrhausen, presidente della Deutsche Bank, viene assassinato; l'attentato è rivendicato dall'organizzazione terroristica RAF (Rote Armee Fraktion);

Dicembre
5, il primo ministro della DDR Hans Modrow e il ministro della cancelleria di Bonn, Rudolf Seiters, concludono a Berlino Est un accordo che stabilisce libertà assoluta di circolazione tra i due paesi;
19-20, in occasione della sua prima visita ufficiale nella DDR, H. Kohl si reca a Dresda, città simbolo della distruzione della Germania nazista da parte degli Alleati;
22, H. Kohl e Hans Modrow assistono all'apertura del passaggio attraverso la porta di Brandeburgo a Berlino, alla presenza di una folla che vede nell'avvenire un simbolo della ritrovata unità della città;

 


Il terzo governo Kohl è stato il tredicesimo governo della Repubblica Federale Tedesca, in carica dal 12 marzo 1987 al 18 gennaio 1991 durante l'11ª legislatura del Bundestag.
Il governo, con Helmut Kohl come cancelliere, era sostenuto da una coalizione "giallo-nera" composta dall'Unione Democratico Cristiana (CDU), dall'Unione cristiano sociale bavarese e dal Partito liberaldemocratico (FDP) e dal 1990 dall'Unione Sociale tedesca (DSU).
Il governo si formò dopo le elezioni del 1987, riconfermano la coalizione del secondo governo Kohl.
Il 3 ottobre 1990, dopo la riunificazione, divenne il governo di tutta la Germania; alcuni dirigenti della DDR entrarono nel governo come ministri senza portafoglio. La coalizione, vincerà le elezioni federali del 1990 formando il quarto governo Kohl

Composizione
Ministero Nome Partito
Cancelliere federale Helmut Kohl CDU
Affari esteri, Vice-cancelliere Hans-Dietrich Genscher FDP
Interni Friedrich Zimmermann
fino al 21/04/1989 CSU
Wolfgang Schäuble CDU
Giustizia Hans A. Engelhard FDP
Finanze Gerhard Stoltenberg
fino al 21/04/1989 CDU
Theodor Waigel CSU
Economia Martin Bangemann
fino al 09/12/1988 FDP
Helmut Haussmann FDP
Agricoltura e foreste Ignaz Kiechle CSU
Rapporti con la Germania Est Dorothee Wilms CDU
Lavoro e solidarietà sociale Norbert Blüm CDU
Difesa Manfred Wörner
fino al 18/05/1988 CDU
Rupert Scholz
fino al 21/04/1989 CDU
Gerhard Stoltenberg CDU
Gioventù, famiglia, parti opportunità e Sanità Rita Süssmuth
fino al 09/12/1988 CDU
Ursula Lehr CDU
Trasporti Jürgen Warnke
fino al 21/04/1989 CSU
Friedrich Zimmermann CSU
Ambiente Walter Wallmann
fino al 07/05/1987 CDU
Klaus Töpfer CDU
Poste e telecomunicazioni Christian Schwarz-Schilling CDU
Ubanizzazione e territorio Oscar Schneider
fino al 21/04/1989 CSU
Gerda Hasselfeldt CSU
Ricerca e Tecnologia Heinz Riesenhuber CDU
Formazione e scienze Jürgen W. Möllemann FDP
Cooperazione economica Hans Klein
fino al 21/04/1989 CSU
Jürgen Warnke CSU

Senza portafoglio Wolfgang Schäuble
Capo della cancelleria federale
fino al 21/04/1989 CDU
Rudolf Seiters
Capo della cancelleria federale CDU

Senza portafoglio
dal 21/04/1989 Hans Klein
Portavoce del governo federale CSU

Senza portafoglio
dal 03/10/1990 Sabine Bergmann-Pohl CDU

Senza portafoglio
dal 03/10/1990 Günther Krause CDU

Senza portafoglio
Dal 03/10/1990 al 19/12/1990 Lothar de Maizière CDU

Senza portafoglio
dal 03/10/1990 Rainer Ortleb FDP

Senza portafoglio
dal 03/10/1990 Hansjoachim Walther DSU



1989
Royaume de Belgique
Konikrijk België

Baldovino I

Albero genealogico

(1930 - 1993)
figlio di Leopoldo III e di Astrid di Svezia;
1951-93, re dei Belgi;


 
- Primo ministro
Wilfried Martens III
(1988 mag - nov 1991)
[cristiano-sociali fiamminghi]
- Ministro dell'interno
?
(? - ?)
[governo di coalizione: cristiano-sociali, socialisti e la Volksunie]
1989
Giugno
18
, si svolgono le elezioni europee; l'obbligatorietà del voto rende l'affluenza alle urne la più alta d'Europa (93%);

 
Elezioni europee
 
%
seggi
+/- (*)
Collegio elettorale fiammingo
[Fiandre]
     
- Cristiano-sociali
[Wilfried Martens ]
-
6
-
- Liberali -
3
-
- Socialisti
-
3
-1
-Volksunie
[nazionalisti fiamminghi]
-
1
-1
  -Vlaams Blok
[fiammingo, estrema destra nazionalista e xenofoba]
-
1
-
Collegio elettorale francofono
[Vallonia]
     
- Socialisti
-
5
-
- Cristiano-sociali
[? ]
-
2
-
- Liberali
-
2
-
- Ecologisti
-
2
-
   
25
 
-
 





1989
Koninkrijk der Nederlanden
[Regno dei Paesi Bassi]

Beatrice I

Albero genealogico

(n. 1938)
figlia di Giuliana regina dei Paesi Bassi e del principe consorte Bernardo di Lippe-Biesterfeld;
principessa dei Paesi Bassi, di Orange-Nassau, di Lippe-Biesterfeld;
1961, si laurea in sociologia all'università di Leida;
1966, sposa Claus von Amsberg, diplomatico tedesco;
dal 1980, regina dei Paesi Bassi;
[dopo l'abdicazione della madre]


 
Primo ministro
Ruud Lubbers
(1982 - mag 1994)
[CDA]
[governo di centrodestra: CDA (democristiani) e VVD (liberali)]
1989
Gennaio
24, l'annuncio che il governo intende concedere la grazia a due criminali di guerra nazisti in carcere dal 1946, Franz Fischer e Ferdinand aus der Fünten, suscita le proteste delle organizzazioni degli ex resistenti e dei movimenti antirazzisti;
27, la grazia viene approvata con 85 voti contro 55, e i due prigionieri sono espulsi nella Repubblica di Germania;

Maggio
2
, il primo ministro Ruud Lubbers presenta alla regina Beatrice I le dimissioni del suo governo, in cui il VVD si oppone alle modalità di finanziamento di un piano nazionale di protezione dell'ambiente;

Giugno
15, si svolgono le elezioni per il rinnovo dei 25 seggi olandesi al parlamento europeo; l'affluenza alle urne è la più bassa mai registrata (47,2%);

 
Elezioni europee
 
%
seggi
+/- (*)
- CDA
[democristiani]
-
10
+2
- PVDA (Partito socialista) -
8
-1
- VVD (Partito popolare per la libertà e la democrazia)
[liberali]
-
3
-2
- Arcobaleno
[ecologisti]
7
2
=
- altri -
2
=
   
25
 
* rispetto al 1984.
 

Settembre
6
, si svolgono le elezioni anticipate rese necessarie dalle dimissioni del governo;

 
Elezioni politiche
 
%
seggi
+/- (*)
- CDA
[democristiani]
35,4
54
=
- PVDA (Partito socialista)
[Wim Kok]
31,0
49
-3
- VVD (Partito popolare per la libertà e la democrazia)
[liberali]
14,7
22
-5
- Democrazia '66
[centrosinistra]
7,0
12
+3
- Centro dei democratici
(estrema destra, orientamento razzista)
[Hans Janmaat]
0,9
1
=
- altri -
-
-
   
?
 
* rispetto al 1986.
 


Novembre
7, Ruud Lubbers forma un nuovo governo di centrosinistra, comprendente CDA e PVDA;






1989
Grousherzogden Lezebuurg
Grand-Duché de Luxemburg
- dal 1919 il paese ha una costituzione democratica e la vita parlamentare è dominata dal Partito cristiano-sociale;
- dal 1948 ha rinunciato alla neutralità,
- dal 1951 fa parte della CECA,
- dal 1954 fa parte della UEO,
- dal 1957 fa parte della CEE che ha sede proprio in Lussemburgo.

Giovanni di Borbone-Parma

Albero genealogico

(1921 - ?)
figlio secondogenito del principe Felice di Borbone-Parma e di Charlotte di Nassau-Weilburg, granduchessa di Lussemburgo e duchessa di Nassau;
1964-?, granduca di Lussemburgo;
[dopo l'abdicazione della madre]


 
- Primo ministro
Jacques Santer
(1984 - 1994)
[]
[governo di coalizione: democristiani e socialisti]
1989
Giugno
18
, alle elezioni il primo ministro Jacques Santer viene riconfermato; la coalizione di governo, nonostante un leggero calo, mantiene 40 seggi su 60 alla camera e 5 seggi su 6 al parlamento europeo;
il granducato festeggia i suoi 150 anni;


1989
Kongeriget Danmark
[Regno di Danimarca]
Margherita II
Albero genealogico

(? - ?)
figlia di Federico IX e di Ingrid di Svezia;
dal 1972, regina di Danimarca;

 
Primo ministro
Poul Schlüter
(1982 - gen 1993)
[Partito conservatore]
[governo di coalizione di centrodestra: conservatori, liberali, cristiano-popolari e democratici di centro]
1989
Giugno
15 , elezioni europee (affluenza alle urne: 46%):

 
Elezioni europee
 
%
seggi
+/- (*)
- Socialdemocratici
-
4
+2
- Movimento anti-CEE
-
4
=
- Partito conservatore
[Poul Schlüter]
-
2
-2
- altri -
6
-
   
16
 
* rispetto al 1984.
 



1989
Repubblica d'Islanda
[dal 17 giugno 1944]
Presidente
Vigdís Finnbogadóttir
(1980 giu - giu 1996) III
- Primo ministro
Steingrímur Hermannsson
(1988 set - apr 1991)
[Partito progressista (riformisti)]
[governo di coalizione di centrosinistra: progressisti, popolari e Alleanza del popolo (comunisti)]
1989
-


1989
Kongeriket Norge
[Regno di Norvegia]
[dal 1905]
Olav V
Albero genealogico

(1903 - ?)
figlio di Haakon VII e di Maud di Gran Bretagna;
1957-
, re di Norvegia;

 
- Primo ministro
signora Gro Harlem Brundtland
(1986 - 1989)
[Partito laburista]
Jan P. Syse
(1989 ott - ott 1990)
[Partito conservatore]
[governo di minoranza]
1989
Giugno
Oslo, papa Giovanni Paolo II conclude una visita di 10 giorni in 5 paesi nordici; in Norvegia, paese protestante, la Chiesa cattolica ha un ruolo marginale; il papa mette l'accento sull'ecumenismo, ma non fa alcuna concessione né sulla revoca della scomunica a M. Lutero né in materia di divorzio e di aborto;

Settembre
si svolgono le elezioni per il rinnovo del parlamento (Storting):

 
Elezioni politiche
 
%
seggi
+/- (*)
- Partito laburista
[Gro Harlem Brundtland ]
36,0
63
-7
- Partito conservatore
[Jan P. Syse]
22,0
37
-13
- Partito del progresso
[Carl I. Hagen]
12,9
22
+19
- Partito socialista di sinistra
[Erik Solheim]
10,1
17
+11
- Partito cristiano-popolare
[?]
8,5
14
-2
- Partito del centro
[?]
6,5
11
-1
- altri
-
1
-
   
165
 
* rispetto al 1985.
 


Ottobre
5
, Oslo, il premio Nobel per la pace viene assegnato dallo Storting al Dalai-lama, capo spirituale del Tibet, in esilio da quando il suo paese è stato occupato dalla Cina nel 1959; la designazione provoca una protesta a Pechino;
16
, l'appoggio di Carl I. Hagen permette la formazione di un governo di coalizione di centrodestra, minoritario come il precedente, formato da conservatori, cristiano-popolari e centristi; Jan P. Syse diventa primo ministro;




1989
Konungariket Sverige
[Regno di Svezia]
Carlo XVI Gustavo
Albero genealogico

(1946 - ?)
figlio di ? e di ?;
dal 1973, re di Svezia;


 
Primo ministro
Ingvar Carlsson
(1986 feb - ott 1991)
[Partito socialdemocratico]
[governo di minoranza con l'appoggio dei comunisti]
1989
-


1989
Suomen Tasavalta
Republiken Finland
[Repubblica di Finlandia]
[dal 1961 aderisce all'EFTA; dal 1973 accordo di cooperazione con il Comecon; nel 1986 diventa membro dell'EFTA.]
Presidente
Mauno Koivisto
(1982 - gen 1994)
[Partito socialdemocratico]
Primo ministro
Kalevi Sorsa
(1982 - mar 1991)
[Partito socialdemocratico]
Ministro dell'interno
-
Ministro degli esteri
-
[governo quadripartito di centrosinistra]
1989
Maggio
5
, la Finlandia aderisce al Consiglio d'Europa;

Giugno
1-10 , papa Giovanni Paolo II visita il paesenel corso del suo primo viaggio nei paesi scandinavi;





1989
Repubblica Popolare Federativa
di Jugoslavia

[Federativna Narodna Republika Jugoslavija]
(dal 29 Novembre 1945)
- Direttore della presidenza collegiale
(a rotazione annuale)
Raif Dizdarevic (1988 mag - apr 1989)
[Bosnia]
Janez Drnovsek (1989 mag - apr 1990)
[Bosnia]
- Primo ministro
-
Ante Markovic
(1989 mar - ?)
- LCJ - Lega dei comunisti jugoslavi [partito unico];

dal 1977 è in vigore il trattato di Osimo (firmato nel 1975);
[i rapporti con l'Italia si sono fatti più cordiali]
nel 1980 è morto Tito (Josip Broz);
nel 1988 (giugno) varie manifestazioni nelle varie città del paese contro l'aumento dei prezzi; (novembre) l'assemblea federale approva una serie di emendamenti costituzionali che, accanto a misure economiche (maggiore apertura agli investimenti stranieri), introducono il diritto di sciopero e il voto diretto e segreto; (dicembre) travolto dalla crisi economica e dalle lacerazioni etniche, si dimette il governo di Branko Mikulic;
1989
Gennaio
19
, Ante Markovic viene incaricato di formare il nuovo governo;
Marzo
16
, si insedia il nuovo governo di Ante Markovic, formato in gran parte da tecnici;

6 REPUBBLICHE POPOLARI
SLOVENIA - cap. Lubiana

1989
Gennaio

viene fondta un'Alleanza democratica slovena, l'embrione di un nuovo partito cui si aggiugono ne mesi successivi altre organizzaizoni politiche.

Luglio
l'attività dell'Alleanza democratica slovena viene riconosciuta legittima e la Lega dei comunisti sloveni rinuncia formalmente al suo ruolo guida nell'ambito della società.

Settembre
27
, il parlamento della Slovenia introduce nella costituzione il diritto alla secessione;

CROAZIA - cap. Zagabria

1989
-

SERBIA - cap. Belgrado

nel 1987 (ottobre), contro il separatismo albanese, si schiera con durezza S. Miloševic, leader della Lega dei comunisti serbi;
nel 1988 (luglio), a Belgrado, i manifestanti riescono a penetrare nel palazzo dell'assemblea federale;
intanto S. Miloševic, leader della Lega dei comunisti serbi, organizza una campagna mediante la quale è deciso a restituire alla Serbia entrambe le regioni autonome: Vojvodina e Kosovo;
(ottobre) a Belgrado una grande manifestazione raccoglie un milione di persone;
1989
la dirigenza comunista, in simbiosi interessata con la compiacente Chiesa ortodossa, decide di riesumare solennemente le spoglie del duca Lazar, l'eroe cristiano ucciso dai turchi nel 1389 a Kosovo Polje, nella battaglia del campo dei Merli. Quando il sarcofago aperto viene portato in giro per il paese, pochi osservatori stranieri sono in grado di vedere nel pellegrinaggio qualcosa di più di una manifestazione di folclore.

[I serbi si dividono in:
- srbijanci, residenti nel territorio della Serbia (uza Srbija);
- precani, gente che vive al di fuori (preko) della Serbia, in Croazia e Bosnia, ovvero ad ovest dei fiumi Drina e Danubio.]

Vojvodina (Provincia autonoma) - capol. Novi Sad
[amministrativamente legata alla Serbia dove i serbi rappresentano la metà della popolazione e dove vive una consistente minoranza ungherese] 
1989
-nel 1988 (ottobre) si dimettono i dirigenti della regione autonoma dopo che oltre 100.000 persone hanno manifestato nel capoluogo Novi Sad chiedendo l'integrazione della regione nella Serbia;
Kosovo (Provincia autonoma) - capol. Pristina
[amministrativamente legata alla Serbia con la maggior parte dei suoi abitanti albanesi (90%) e la minoranza serba e montenegrina] 
[Nel 1989, tornata provincia ordinaria, senza autonomia, riprende il nome ufficiale (avuto fino al 1968): Kosmet (Kosovo-Metohija) - metoh=bene ecclesiastico.
Definizione mai accettata dagli albanesi!.]

1989
Febbraio
20
, circa 1.300 minatori decidono di restare nelle loro gallerie, a 800 metri di profondità. Nel contempo presentano una serie di rivendicazioni politiche, rifiutando sin dall'inizio ogni compromesso e minacciando di continuare lo sciopero ad oltranza nel caso in cui non siano accolte:
- la costituzione deve restare intatta,
- la nuova dirigenza del paritto va allontanata,
- l'atteggiamento della Jugoslavia nei confronti degli albanesi del Kosovo, così come si è sviluppato dal 1981, va profondamente rivisto.
Per discutere le rivendicazioni dei minatori, vengono invitati a recarsi nella miniera di Stari Trg:
. Stipe Suvar, presidente della federazione;
. S. Miloševic, capo de Pc serbo;
. Ali Shukrija, presidente albanese del Kosovo.
Intanto un'ondata di scioperi di solidarietà si leva nel Kosovo
23, si giunge ad uno sciopero generale non dichiarato;
28, dopo cinque giorni di sciopero ci sono centinaia di minatori che hanno bisogno di assistenza medica. All'interno del Pc del Kosovo si produce una nuova scissione: istituzioni ed organzizzazoni regionali si aggregano alle richieste dei minatori, 215 intellettuali albanesi sostengono in una lettera aperta le loro rivendicazioni. Una delegazione della presidenza della Jugoslavia composta da:
. Ralf Dizdarevic,
. Peter Gracanin,
. S. Miloševic,
. Stipe Suvar,
si reca nel Kosovo per incontrare una delegazione dei minatori, ma l'incontro non sortisce alcun effetto, nessuna rivendicazione viene accolta.
Quando si diffonde la voce che Rahman Morina, nuovo capo del Pc del Kosovo, sta per dimettersi, i minatori decidono di porre fine allo sciopero.
Dopo pochi giorni Rahman Morina resta al suo posto e nulla cambia.

Marzo
23
, l'Assemblea del Kosovo, accerchiata dai carri armati dell'esercito jugoslavo, dà a malincuore il proprio assenso alle modifiche costituzionali pretese da Belgrado: con 126 voti su 190 i membri dell'assemblea approvano la riforma della costituzione serba, decisa dal parlamento serbo, che riduce l'autonomia della regione;
27-28, 110.000 albanesi scendono in piazza; violenti scontri, soprattutto nel nord, a Podujeva, oppongono le forze dell'ordine e gli albanesi che protestano per questa rinuncia alla sovranità, provocando 24 morti (ca 200 secondo fonti albanesi), fra cui due membri della polizia, centinaia di feriti e migliaia di arresti;
28, l'Assemblea della Serbia, in una solenne riunione plenaria, promulga le modifiche costituzionali, autorizzando le autorità serbe di Belgrado ad assumere il controllo diretto della polizia, del potere giudiziario e dell'apparato per la difesa territoriale del Kosovo – con l'aggiunta di un emendamento supplementare che autorizza l'Assemblea serba a prendere decisioni riguardanti il Kosovo senza la necessità di chiedere un parere preventivo all'Assemblea di quella stessa provincia.
Di conseguenza l'ex provincia del Kosovo viene suddivisa in due entità amministrative: Kosovo e Metohija.
Il presidente del parlamento constata che con quest'atto viene restituita alla Serbia la sovranità statale e costituzionale.

Aprile
continuano gli arresti di massa; con procedure lampo migliaia di imputati vengono condannati a pene da 20 a 60 giorni di carcere. A Ferizaj 1.032 lavoratori vengono accusati di non essersi presentati al lavoro dopo l'introduzione delle misure speciali: 841 vengono licenziati, espulsi dal partito e condannati a una multa.
La popolazione albanese reagisce con odio, ira e minacce, soprattutto verso i funzionari albanesi ritenuti collaborazionisti.
A Rahman Morina viene inviata a casa una bara vuota.

Viene proclamato lo stato d'assedio.

Maggio
la polizia inizia a colpire gli intellettuali albanesi; sono arrestati 240 fra direttori d'imprese, esperti di economia, scienziati, artisti, funzionari. Nelle carceri vengono brutalmente pestati e torturati, poi segregati in celle d'isolamento senza alcun procedimento penale.
Varie istituzioni straniere protestano vivamente e anche alcune prestigiose associazioni serbe prendono le distanze.

Giugno
28
, a nord di Priština, sul campo di battaglia del Campo o Piana dei Merli (in serbo Kosovo polje; in albanese Gazimesdan), nel giorno fatidico di san Vito (vidov dan), seicento anni esatti dopo la sconfitta ad opera dell'Islam, un milione di serbi acclama S. Miloševic come il nuovo duca Lazar. Tra loro c'è anche l'anziano patriarca serbo-ortodosso German, circondato da metropoliti e vescovi barbuti.
È il giorno di Kosovo Polje ma anche di un'altra inquietante ricorrenza: il 75° anniversario a Sarajevo dell'omicidio del Kronprinz Francesco Ferdinando d'Absburgo, quando fu proprio l'iniziativa di un serbo a dare inizio a una guerra in Europa.

Dicembre
14
, Priština, un numeroso gruppo di personaggi albanesi fonda il Cdhrf (Consiglio per la difesa dei diritti umani e delle libertà).
Ha 29 sezioni sparse in tutto il Kosovo e più di 2.000 collaboratori volontari continuamente in contatto con la centrale.
25, viene fondata la Ldk (Lega Democratica del Kosovo), il partito di raccolta degli albanesi; Ibrahim Rugova ne è il leader indiscusso;

Rapporto pro capite fra il Pil del Kosovo e quello della Slovenia, la repubblica economicamente più avanzata della Jugoslavia.
Anni
Kosovo
Slovenia
1952
1
4,1
1965
1
4,6
1989
1
6,1
[Thomas Benedikter, Il dramma del Kosovo, Datanews Editrice, Roma 1998.]



Il rapporto pro capite fra il Pil del Kosovo e quello della Slovenia, la repubblica economicamente più avanzata della Jugoslavia, è di 1 a 4,6.

BOSNIA-ERZEGOVINA - cap. Sarajevo

1989
-

MONTENEGRO - cap. Podgorica-Titograd
1989
-

MACEDONIA - cap. Skoplje

1989
-

a

1989
- Presidente
Ramiz Alia
(1982 - ?)
- Primo segretario del Partito del lavoro
Ramiz Alia
(1985 - ?)
[dal 1980 ha interrotto ogni rapporto ufficiale cino-albanese.]
1989
-



1989
- Presidente
Christos Sartzetakis
(1985 - 1990)
[PASOK]
- Primo ministro
Andreas Papandreu
(1981 - 1989)
[PASOK (Movimento socialista panellenico)]
Tzannis Tzannetakis
(lug - ott)
[ND (Nuova democrazia)]
Xenophon Zolotas
(1989 nov - apr 1990)
[governo di unione nazionale]
[nel luglio 1974 è caduto il regime dei colonnelli]
1989
Marzo
6
, l'ex presidente del Banco di Creta, George Koskotas [in carcere negli Stati Uniti] dichiara su «Time» di aver versato somme di denaro a Andreas Papandreu e a Agamennon Koutsoyargas, numero due del governo; quest'ultimo si dimette;
17, Atene, il primo ministro procede ad un rimpasto di governo; un milione di persone partecipa alla manifestazione indetta dall'opposizione contro il potere "corrotto" e accoglie con acclamazione il presidente del partito conservatore di ND (Nuova democrazia) Constantin Mitsotakis;

Giugno
18
, elezioni politiche ed elezioni per il parlamento europeo:

 
Elezioni politiche
 
%
seggi
+/-
- ND (Nuova democrazia)
44,25
145
+ 19
- PASOK (Movimento socialista panellenico)
39,15
125
- 36
- Coalizione della sinistra e del progresso
[raggruppata intorno ai comunisti]
13,12
28
-
- Diana
[partito di destra]
-
1
-
- Guven
[ (gruppo musulmano della Tracia)
-
1
-
Totale
 
300
 
 
 


 
Elezioni per il parlamento europeo
 
%
seggi
+/-
- ND (Nuova democrazia)
40,8
10
+ 1
- PASOK (Movimento socialista panellenico)
35,2
9
- 1
- Coalizione della sinistra e del progresso
(raggruppata intorno ai comunisti)
14,5
4
-
- ?
-
?
-
- ?
-
?
-
Totale seggi spettanti
 
24
 
 
 


Luglio
2, Tzannis Tzannetakis, numero due di ND (Nuova democrazia), diventa primo ministro con l'appoggio di Harilaos Florakis, segretario del Partito comunista greco e presidente della Coalizione della sinistra e del progresso; questa insolita alleanza chiude la crisi provocata dalla sconfitta elettorale socialista, in attesa di nuove elezioni previste per novembre;

Settembre
20
, il parlamento decide di chiamare in giudizio davanti ad un tribunale speciale l'ex primo ministro socialista Andreas Papandreu in quanto "istigatore morale" di intercettazioni telefoniche illegali a danno dei suoi avversari politici;
26, il deputato Pavlos Bakoyannis portavoce di ND (Nuova democrazia) viene assassinato da terroristi del gruppo "17 novembre";
28, davanti allo stesso tribunale speciale l'ex primo ministro socialista Andreas Papandreu è chiamato a rispondere anche del suo ruolo nello "scandalo Koskotas";

Ottobre
7
, dopo tre mesi in cui ha cercato di far luce sugli scandali che da due anni agitano la vita politica greca, si dimette il governo di transizione;

Novembre
5
, gli elettori sono chiamati a rinnovare i 300 seggi del parlamento;

 
Elezioni politiche
 
%
seggi
+/-
- ND (Nuova democrazia)
46,28
148
+ 3
- PASOK (Movimento socialista panellenico)
40,70
128
+ 3
- Coalizione della sinistra e del progresso
(raggruppata intorno ai comunisti)
10,87
21
- 7
- Diana (partito di destra)
-
?
-
- Guven (gruppo musulmano della Tracia)
-
?
-
Totale
 
300
 
 
 



Novembre
21, si costituisce un governo di unità nazionale, capeggiato dall'economista Xenophon Zolotas;





1989

CIPRO
(indipendenza: agosto 1960)

[dal 1975 l'isola è di fatto divisa in due formazioni nazionali distinte]
vengono interrotte le trattative in corso tra i due presidenti, con la mediazione del segretario dell'ONU Javier Pérez de Cuéllar, intese a risolvere il problema della coesistenza della comunità greco-cipriota e di quella turco-cipriota.
Giugno
i due presidenti, dopo aver ripreso le trattative interrotte nel 1985, si riuniscono a New York con il segretario dell'ONU Javier Pérez de Cuéllar per tentare di risolvere il problema della coesistenza della comunità greco-cipriota e di quella turco-cipriota;]

Repubblica turca di Cipro del Nord
(Nord, 30% del territorio)
[dal 1983: riconosciuta da Ankara ma da nessun altro paese; nel maggio 1985 un referendum ha approvato la nuova costituzione.]
- Presidente
Rauf Denktas
(1975 - ?)
1989
-

Repubblica di Cipro
(Sud, 70% del territorio)
- Presidente
George Vassiliou
(1988 feb - ?)
[indipendente sostenuto dai comunisti]
1989
Giugno
la camera dei deputati invita il governo a chiedere l'adesione alla CEE con cui nel 1987 è già stato firmato un accordo di unione doganale;


1989
Repubblica di Turchia
(dopo il colpo di stato)
[già nella NATO dal 1952, dal 1955 il paese è nel "patto di Baghdad"; dal 1982 esiste una nuova costituzione che ha conferito consistenti poteri al presidente (oltre alla conferma di un altro mandato settennale).]
- Presidente
gen. Kenan Evren
(1980 - 1989)
Turgut Özal
(1989 - )
[ANAP]
- Primo ministro
Turgut Özal
(1983 - 1989)
[ANAP]
Yldirim Akbulut
(1989 - 1991)
[ANAP]
1989
Marzo
26
, le elezioni amministrative non confermano i risultati delle politiche:

 
Elezioni amministrative
 
%
- SHP
(Partito populista socialdemocratico)
[Erdal Inönu]
28
- DYP
(Partito della giusta via)
[conservatore, sostenitori di Suleyman Demirel]
26
- ANAP
(Partito della madrepatria, destra liberale)
21
 
 


il SHP (Partito populista socialdemocratico) conquista le città maggiori, tra cui Ankara, Istanbul e Smirne;

Ottobre
31, il primo ministro Turgut Özal viene eletto presidente dal parlamento, dominato dal suo partito, l'ANAP (Partito della madrepatria);

Novembre
10, Yldirim Akbulut assume la carica di primo ministro;








1989
U.R.S.S.
(Unione delle repubbliche sovietiche: Russia, Ucraina, Bielorussia e Transcaucasia)
1° segretario
del Comitato centrale del PCUS
M.S. Gorbaciov
(1985 mar - 1991)
[Il PCUS (Partito comunista dell'Unione Sovietica), partito unico, ha un ruolo dirigente.]
presidente
del Consiglio
dei Soviet
M.S. Gorbaciov
(1988 set - dic 1991)
vicepresidente
-
capo del governo
-
MVD, [ex NKVD]
[Ministero per gli affari interni]
Ministro
-
KGB
(Komitet Gosudarstvennoi Bezopasnosti – Comitato per la sicurezza dello stato)
Ministro
-
 
RUSSIA
(Repubblica Socialista Federativa Sovietica)
(capitale: Mosca)
Patriarca di Mosca
-
1989
Marzo
26
, prendono il via le elezioni per il congresso dei deputati del popolo, destinato a diventare il massimo organo dello stato; il congresso nominerà il soviet supremo, il cui presidente sarà il capo dello stato ma con mandato a termine (5 anni, e non sarà possibile esercitare più di due mandati);

Aprile
9
, ancora elezioni;

Maggio
14
, ancora elezioni; a Mosca B.N. Eltsin viene eletto con l'89,44% dei voti;
26, i deputati designano i 542 membri del soviet supremo: si registra un successo dei conservatori;

Ottobre
9
, il soviet supremo approva una legge che introduce, pur con numerose restrizioni, il diritto di sciopero;

Dicembre
14
, muore A.D. Sacharov;






Repubblica della Ceceno-Inguscezia

[ricostituita nel 1957 come repubblica autonoma all'interno della Repubblica Russa]

1989
-

BIELORUSSIA
(Repubblica Socialista Federativa Sovietica)
(Beloruskaja SSR - capitale: Minsk)

presidente della repubblica
-
1989
-
UCRAINA
(Repubblica Socialista Federativa Sovietica)
(capitale: Kijev)
presidente della repubblica
-
1989
-
TRANSCAUCASIA
(Repubblica Socialista Federativa Sovietica)
Azerbaigian
(Repubblica federativa - capitale: Baku)
presidente della repubblica
-
1989
grandi giacimenti di petrolio (fra i più consistenti dell'URSS e del mondo) sulle rive del Caspio, nella penisola di Apšeron e nella zona di Neftecala, e sul fondo del mare;


- Nagorno-Karabah (provincia autonoma)
- Nahicevan (repubblica autonoma, che una porzione di territorio della repubblica armena separa dal resto dell'Azerbaigian)
Repubblica Socialista Georgiana
(Repubblica federativa - capitale: Tbilisi)
presidente della repubblica
Noé Jordania
(1918 - ?)
1989
-
- Adzaristan (repubblica autonoma)
- Abhasia (repubblica autonoma)
- Ossezia Meridionale (provincia autonoma)
Repubblica autonoma di Armenia
(Repubblica socialista - capitale: Jerevan)
presidente della repubblica
-

1989
-

a


1989
Repubblica Socialista Sovietica
di Estonia
Presidente
?
(? - ?)
Primo Ministro
?
(? - ?)
[Nell'ottobre 1988 si ècostituito il Fronte popolare estone; la spinta indipendentistica si fa sempre più marcata.]
1989
-
 
1989
Repubblica Socialista Sovietica
di Lettonia
Presidente
?
(? - ?)
Primo Ministro
?
(? - ?)
[Nell'ottobre 1988 si ècostituito il Fronte popolare lettone; la spinta indipendentistica si fa sempre più marcata.]
1989
-
 
1989
Repubblica Socialista Sovietica
di Lituania
Presidente
?
(? - ?)
Primo Ministro
?
(? - ?)
[Nell'ottobre 1988 si ècostituito il Fronte popolare lituano; la spinta indipendentistica si fa sempre più marcata.]
1989
-

1989
Repubblica Democratica Tedesca
(DDR)
[dal 1973 il paese è stato ammesso, come del resto la FDR, l'altra Germania, all'ONU]
– il "muro di Berlino", esistente dal 13 agosto 1961 viene ora abbattuto –
- Presidente del consiglio di stato
E. Honecker
(1976 - ott 1989)
Egon Krenz
(1989 ott - dic)
- Primo Ministro
W. Stoph
(1976 1° nov - 7 nov 1989)
Hans Modrow
(1989 18 nov - 12 apr 1990)
- Segretario della SED
E. Honecker
(1971 - 1989)
Egon Krenz
(1989 ott - dic)
Gregor Gysi
(1989 dic - ?)
[considerato un riformatore]

[SED (Sozialistische Einheitspartei Deutschlands - Partito socialista unificato)

Ideologo del partito: Kurt Hager.
Il partito conta oltre due milioni di membri su una popolazione di sedici milioni di abitanti;]

[Formalmente la Volkskammer=Camera del popolo promulga le leggi ed elegge i massimi esponenti del governo e dello Stato, ma di fatto viene sempre chiamata solo a ratificare decisioni prese in precedenza dalla SED che ha la rappresentanza più forte.
Nella Volkskammer siedono deputati di cinque partiti e di cinque "organizzazioni di massa" che "esprimono tutti i settori della società". Apparentemente il principio costituzionale per cui ogni classe e ceto sociale ha diritto di essere rappresentato in Parlamento viene fatto salvo.]
Siedono al parlamento (Volkskammer=Camera del popolo) 500 deputati dei seguenti gruppi:
- SED (conta oltre 2 milioni di membri su una popolazione di 16 milioni di abitanti);
- CDU (Unione cristiano-democratica) - (conta 130mila iscritti);
[È composta da credenti che "partecipano consapevolmente allo sviluppo del socialismo".]
- DBD (Partito democratico dei contadini) - ca 100mila membri;
- NDPD (Partito nazionaldemocratico) - ca 100mila membri;
[Raggruppa artigiani ed esercenti.]
- LDPD (Partito liberaldemocratico)
[Raccoglie la tradizione dei borghesi progressisti battutisi contro il fascismo.]
- FDGB (Confederazione nazionale unitaria) - (conta 9 milioni di iscritti);
[Si dice libera ma funziona da cinghia di trasmissione della SED.]
- FDJ (Libera gioventù tedesca)
[Organizza la vita sociale di tutti i ragazzi e le ragazze tra i 14 e i 25 anni; ne fa parte anche l'organizzazione dei pionieri, "Ernst Thaelmann", che inquadra i bambini tra i 6 e i 14 anni.]
- Unione democratica delle donne;
- Lega della Cultura.
Tutti questi partiti e organizzazioni sono riuniti nel Fronte Nazionale l'unico organismo autorizzato a organizzare elezioni nella DDR presentando liste uniche del cosiddetto "Blocco democratico".

1989
solo nei primi sei mesi, altri 49.000 cittadini lasciano legalmente il Paese.
Ma le richieste di espatrio crescono esponenzialmente: altre 300.000 famiglie, ossia un milione di persone, vorrebbero partire e il regime di E. Honecker non può permettere una simile emorragia umana. Perciò inasprisce la persecuzione dei candidati all'espatrio. Chi ha presentato domanda:
- è declassato sul posto di lavoro,
- non gli viene assegnata un'abitazione,
- non può andare all'Università.
La fuga resta una via rischiosa perché le guardie di frontiera in servizio sul Muro di Berlino e lungo tutto il confine tra le due Germanie hanno disposizione di fermare ad ogni costo i "disertori", anche se da qualche anno è stato allentato lo Schiessbefehl, l'ordine di sparare che è costato la vita a 200 persone. Chi viene arrestato per tentata fuga finisce in galera e l'unica speranza che gli rimaneè di venir "comprato" dalla Repubblica Federale.
La Costituzione della FDR impone l'aiuto ai perseguitati e il regime di E. Honecker, pur di procurarsi valuta occidentale, ha accettato l'assurdo giuridico di liberare, per 10.000 marchi ciascuno, i detenuti che peraltro rifiuta di considerare prigionieri politici.

Marzo
esplode la protesta per i brogli elettorali, che hanno trasformato in schede a favore del regime un 20% di astensioni e di voti contrari alla lista unica;

Luglio
alla fine del mese molte persone si rifugiano (altra possibilità utilizzata in passato) nell'ambasciata delal Repubblica Federale a Berlino Est, in Hannoverstrasse, sperando che una trattativa tra Bonn e le autorità comuniste permettano poi loro di espatriare;
questa volta però, mentre sui quattrocento metri quadrati dell'ambasciata si accalcano decine di famiglie costrette a vivere in condizioni penose, l'avv. Wolfgang Vogel, l'amico di E. Honecker che in passato aveva sbrogliato casi simili, non ha avuto dal presidente l'autorizzazione a trattare.
[L'avv. Wolfgang Vogel († 2008) chiamato da H. Schmidt "il nostro postino", autore di molte "missioni impossibili", ha trattato:
- lo scambio tra l'americano Gary Powers, il pilota dell'U-2 abbattuto in perlustrazione sui cieli della Siberia, e Rudolf Abel, l'agente del KGB arrestato per aver passato segreti nucleari ai russi;
- la liberazione dell'agente Günter Guillaume, infiltrato della DDR come consigliere di W. Brandt;
- gli scambi di 150 super spie tra Est e Ovest;
- la liberazione di 34.000 prigionieri politici dell'Est e il passaggio a Ovest di 215.000 tedeschi dell'Est, pagando con sonanti marchi occidentali.
Lo Stato federale sborsava 90.000 marchi per ogni cittadino liberato: nelle casse della DDR sarebbero confluiti in questo modo 3,5 Mdi di marchi!]


Per dare un esempio le autorità decidono di sbarrare l'accesso all'ambasciata.

Agosto
13
, durante una funzione evangelica, il fisico Hans-Juergen Fischbeck lancia l'idea di fondare un movimento che unifichi le esperienze dei gruppi pacifisti, ecologisti e di quelli impegnati per i diritti civili uscendo dall'ombra della Chiesa per operare alla luce del sole; da questo appello nascerà "Democrazia adesso" proclamando l'obiettivo di un socialismo autentico ed ecologista;
19, dopo la fuga dall'Ungheria di altri 660 cittadini tedesco-orientali, la DDR protesta vibratamente;
[Il governo ungherese è legato a Berlino Est da un accordo che l'impegna a non lasciare uscire verso Paesi non socialisti i cittadini tedesco-orientali; ciononostante le guardie di frontiera a volte chiudono un occhio.]

Settembre
10
, l'Ungheria apre le frontiere con l'Austria, e immediatamente più di 10.000 tedeschi orientali ne approfittano per raggiungere la Germania occidentale.
Il primo paese dopo la frontiera austro-bavarese è Passau: il borgomastro e tutta la cittadinanza hanno aspettato tutta la notte per accogliere i "fratelli tedeschi".
Vicino al confine, nei campi tra Tiefenbach e Vielshofen, sono allestite tendopoli militari per alloggiare i profughi fino a che non avranno trovato casa e un lavoro.
I più fortunati viaggiano sulle Lada polacche, sulle Skoda cecoslovacche e sulle Warburg, le berline prodotte nella Germania Est che dispongono di un motore a due tempi con tre cilindri: a pieno regime sviluppano una potenza di cinquanta cavali e una velocità di 125 chilometri orari. Ma la grande maggioranza dei nuovi arrivati, giovani lavoratori che vestono invariabilmente in jeans, giunge a bordo di una Trabant, la vettura più diffusa nella Germania orientale: seicento centimetri cubici, motore bicilindrico a due tempi alimentato a miscela, ventisei cavalli e velocità massima di 100 chilometri orari.
12, il comitato promotore del movimento Neues Forum, sorto quasi spontaneamente, si presenta all'opinione pubblica proponendo il dialogo come metodo per uscire dalla crisi, ma volutamente non indica obiettivi programmatici, ritenendo che gli stessi debbano essere elaborati insieme con tutti i cittadini;
tra i quaranta primi firmatari:
. Baerbel Bohley, la pittrice dissidente già espulsa dalla DDR e poi autorizzata a rientrare nel Paese;
la scelta drastica della democrazia di base e il rifiuto di strutture gerarchiche di partito non impediscono a Neues Forum di raccogliere subito 12mila firme "per i dialogo";
19, il sinodo evangelico si conclude con un documento che sostiene la necessità di cambiamenti profondi nella prassi politica ed economica;
21, le autorità di Berlino Est si rifiutano di legalizzare il movimento di opposizione Neues Forum (Nuovo Forum).
L'ingresso dei giornalisti nella DDR è stato comunque interdetto:
di tutto questo essi vengono a conoscenza solo attraverso le notizie che filtrano in Germania Occidentale e il contatto telefonico con il pastore Rainer Eppelmann a Berlino Est.
[Questi abita davanti alla "sua" chiesa, la comunità evangelica dei Samaritani, nel distretto berlinese di Friedrichshain.]
30, il numero dei tedeschi orientali che raggiungono la Germania occidentale sale a 25.000;

Ottobre
, E. Honecker dà il via libera ai rifugiati di Praga ma quanto è successo nella notte nella stazione di Dresda non dovrà ripetersi: nei prossimi giorni i treni speciali dei profughi verranno deviati su tratte secondarie e la stazione verrà comunque presidiata da ingenti forze di polizia negli orari di partenza dei convogli ordinari per l'Ovest.
Lo stesso giorno nasce Demokratischer Aufbruch [Risveglio democratico] fondato dalla troika dei pastori Rainer Eppelmann, Richter e Schorlemmer: ma questo gruppo politico intende caratterizzarsi anche per il forte impegno cristiano.
2, Lipsia, più di 10.000 persone manifestano, chiedendo riforme, all'uscita dal servizio religioso protestante celebrato nella chiesa di S. Nicola, divenuta un vero e proprio quartier generale dell'opposizione: queste manifestazioni si ripetono ogni lunedì sera, con una partecipazione sempre più numerosa. L'agitazione si estende a tutte le grandi città.
[Lipsia: oltre 500.000 abitanti, seconda città della DDR, polo industriale della Sassonia; Il centro è avvolto nei fumi delle fabbriche chimiche che la circondano.
Il 40% degli appartamenti risale ai primi del secolo e i 3/4 non sono più abitabili. Le cave di lignite a cielo aperto stanno divorando il territorio tutto intorno. La città vive solo due volte all'anno, quando c'è la fiera internazionale.]
4, dopo una lunga convalescenza (seguita all'operazione al fegato), ricompare in pubblico E. Honecker;
6, venerdì, Berlino Est sembra in stato d'assedio; tutte le strade sono pavesate a festa con bandiere rosse e bandiere della DDR, ma ci sono pattuglie di polizia ad ogni incrocio e, oltre agli agenti della Volkspolizei, che si riconoscono, ci sono i poliziotti in borghese della Stasi; corre voce siano stati messi in allerta anche i "gruppi di lotta aziendali", la milizia del partito addestrata ad intervenire con le armi in caso di sommosse; domani ricorre il quarantennale della fondazione della DDR e alla manifestazione prendono parte M.S. Gorbaciov e tutti i capi di stato dei Paesi socialisti; ci sono anche il capo del Nicaragua sandinista Daniel Ortega e il leader palestinese Arafat;
mentre M.S. Gorbaciov si rifiuta di stringere la mano a N. Ceausescu, insignito della massima onorificenza della DDR, l' "ordine di Karl Marx", E. Honecker si rifiuta di accogliere di persona il presidente dell'Ungheria che ha lasciato scappare i "suoi" profughi;
7, ricorre il quarantennale della fondazione della DDR;
al mattino, il «Neues Deutschland», organo ufficiale della SED, riporta a modo suo il discorso tenuto ieri da M.S. Gorbaciov;
nel quartiere di Prenzlauer Berg avvengono dei tumulti [Kravallen]; davanti all'agenzia di regime il corteo si ingrossa scandendo slogan sulla libertà di stampa;
poiché i Vopos, i "poliziotti del popolo" non riescono a bloccare la marcia dei manifestanti, intervengono quelli della Stasi che cominciano a picchiare;
nonostante l'impiego di idranti e le cariche, il corteo riesce a raggiungere a Prenzlauer Berg la chiesa del Getsemani; solo ora la polizia riesce a disperdere la manifestazione; molti riescono a rifugiarsi all'interno del tempio evangelico, alcuni rimangono a terra sanguinanti;
8, i funzionari dell'IPC (Centro Stampa Internazionale) – attraverso il quale si deve passare per poter lavorare a Berlino – comunica ufficialmente che tutti i giornalisti stranieri devono lasciare la DDR;
intanto a Berlino Est è stato fondato un Partito socialdemocratico – si chiamerà SDP per distinguersi dalla SPD della FDR – guidato dallo storico Ibrahim Boehme, ex membro del Partito comunista;
[Ultimo nato, questo partito può però vantare una lunga tradizione che è sopravvissuta, sotterraneamente, nella stessa SED, e sul carisma dell'attuale socialdemocrazia tedesco-occidentale di Willy Brandt e Vogel.]
9, al mattino E. Honecker riceve una delegazione dalla Cina, un segno chiaro per chi pensa che sceglierà la "via cinese", ovvero repressione dura della dissidenza.
10, Lipsia, settantamila persone sfilano per le vie della città;
[Il più grande raduno di protesta nella DDR dopo la rivolta di Berlino nel giugno del 1953.]
11, E. Honecker ha disdetto la visita ufficiale in Danimarca senza dare spiegazioni;
Berlino Est, mentre attorno alla chiesa del Getsemani è stato tolto l'assedio della polizia che impediva l'accesso a chiunque tentava di avvicinarsi, dentro il tempio continua il digiuno di protesta contro la detenzione dei manifestanti arrestati la sera del 7 ottobre e contro i maltrattamenti in atto nei commissariati;
esponenti della SED hanno incontrato il sovrintendente evangelico Krusche che ha chiarito la posizione della chiesa protestante: «Fino ad ora abbiamo fatto da mediatori tra la popolazione e il regime, adesso è tempo che ci ritiriamo e che gli interlocutori dialoghino direttamente»;
il responsabile dell'ideologia del partito Kurt Hager, in un'intervista al settimanale sovietico «Moskovsky Novosty» – secondo la radio di Berlino est – avrebbe dichiarato che è necessartio un piano di riforne sostanziali da discutere apertamente con la popolazione;
giunge anche la notizia che E. Honecker sia stato messo sotto accusa per l'immobilismo politico di fronte ai movimenti sociali che rischiano di far vacillare il Paese: dalle fabbriche si segnalano minacce di scioperi.
Il segretario generale è invitato a presentare un rapporto politico, contenente un'analisi della situazione e delle proposte per uscire dalla crisi entro una settimana.
12, oltre ai capi della SED a Lipsia, Meier, Pommert e Woezel, anche la maggior parte dei dirigenti periferici è convinta che non si possa andare avanti così; l'esodo di massa (da agosto se ne sono andati in 70mila, dall'inizio dell'anno in 100mila) denota il rifiuto da parte della popolazione di un intero sistema di governo;
del resto sono anni che l'economista Hans Modrow, dirigente comunista del distretto di Dresda, predica che solo le riforme possono rivitalizzare il socialismo;
la «Bild Zeitung», il giornale di Springer – pur "sparando" molto le notizie, di solito ha buoni informatori a Berlino Est – dà già la data dell'abdicazione di E. Honecker, il18 ottobre;
14, la stampa della DDR, con l'eccezione del «Neues Deutschland», sta cambiando i toni;
«Junge Welt», Mondo Giovane, il giornale della FDJ, l'organizzazione giovanile del regime, inizia a pubblicare, tra la posta dei lettori, critiche alla dirigenza politica;
l'organo del CDU, il partito cristiano-democratico alleato nel Fronte Nazionale con i comunisti, si rifiuta da oggi di passare tutti i comunicati dell'agenzia ADN che liquidano le manifestazioni con epiteti dal frasario stalinista:"vandali pilotati dall'Ovest";
si profilano come riformisti anche personaggi, che fino ad ora non si sono fatti conoscere per la loro indipendenza di giudizio, come:
. Manfred Gerlach, liberale, che ha condiviso con il suo partito la responsabilità di appiattirsi per anni sulla linea dei comunisti;
. l'avv. Vogel che, a nome dell'Associazione avvocati, definisce "giuridicamente discutibili" gli arresti e le condanne dei manifestanti di Berlino;
in una riunione a Berlino, il movimento Neues Forum che conta ormai 25mila aderenti decide sia necessario eleggere dei portavoce tra le varie organizzazioni regionali e cittadine;
anche "Democrazia adesso" che conta per ora solo 1000 membri decide di darsi un minimo di struttura;
nessuno di questi gruppi è ancora legalizzato ma intanto dalla società civile ne nascono di tutti i tipi.
Omosessuali e lesbiche della Germania Orientale, perseguitati fin dai tempi del nazismo e inesistenti ufficialmente in 40 anni di società socialista, hanno fondato un forum "Lilarosa" per rivendicare il diritto alla loro identità.
16, secondo indiscrezioni, all'ultima riunione del Politburo, conclusasi con l'offerta di dialogo ai cittadini, solo il responsabile dell'Economia Mittag avrebbe difeso la posizione arroccata del vecchio leader E. Honecker;
intanto a Lipsia, confermatasi la città guida della protesta popolare, scendono in piazza 120mila dimostranti; si segnalano inoltre manifestazioni a Dresda, Magdeburgo, Halle e Berlino;
17, grazie alla mediazione della Chiesa evangelica sono stati liberati tutti gli arrestati negli incidenti del 7 e 8 ottobre scorso;
in serata si riunisce il Politburo della SED;
per la successione a E. Honecker circolano due nomi:
. Egon Krenz, 52enne pomerano, ha passato tre anni nell'URSS di L. Breznev, parla perfettamente russo e dopo esser stato a capo della FDJ ha compiuto una cariera travolgente sotto la protezione di E. Honecker; è comunista tutto d'un pezzo, gli si rimprovera solo una debolezza per l'alcool che gli ha causato la cirrosi epatica;
. Hans Modrow, nemmeno membro del Politburo, è però l'unico comunista, oltre a M.S. Gorbaciov, il cui nome è stato invocato dalle piazze in queste settimane; capo del partito a Dresda non vive come i dirigenti di Berlino in una villa, ma in una modesta abitazione di tre stanze, non beve, è un esperto economico la cui carriera si è bloccata negli anni Ottanta quando ha cominciato a criticare la mancanza di programmi riformatori. La sua nomina darebbe la sensazione che si volta pagina e che si va incontro alle rivendicazioni popolari.

18, la riunione del Politburo, iniziata ieri sera, non si è ancora conclusa; si è diffusa la notizia che sono stati convocati a Berlino per una seduta straordinaria i 161 membri e i 50 candidati del Comitato centrale, è dunque passata la richiesta dei segretari regionali della SED;
ore 14:00, l'agenzia ADN conferma l'inizio della seduta e già 15 minuti dopo annuncia le dimissioni di E. Honecker e dei responsabili per l'economia e l'informazione, Mittag e Hermann, e la nomina di Egon Krenz a segretario generale della SED;
19, dopo il discorso alla televisione, nel quale accusa le ingerenze di Bonn che tratta i profughi come cittadini del suo Stato, Egon Krenz incontra, tra gli altri, anche due alti esponenti della Chiesa evangelica, Leich e Manfred Stolpe (presidente del Concistoro delle Chiese del Brandeburgo), che gli consegnano un documento di riflessioni sulla crisi della società.
[Con i suoi otto milioni di membri, la Chiesa evangelica è l'unica istituzione della DDR non sottoposta al controllo della SED. Anche in passato si è permessa "critiche costruttive al governo" opponendosi per esempio al servizio militare obbligatorio.]
21, sul «Wochenpost», un settimanale della DDR, esce un articolo di C. Wolf, la più grande scrittrice tedesca vivente, che riferisce di un incontro letterario svoltosi in una cittadina di provincia del Meclenburgo e sconfinato nella trattazione di temi politici; alla fine delle sue considerazioni la scrittrice si dice convinta che, nonostante vi sia da svolgere un enorme lavoro di "recupero", i giovani stanno mostrando nelle strade anche doti di serietà, di risolutezza, di fantasia, ispirate probabilmente alle esperienze di cambiamento in corso nei Paesi vicini.
Ma il "rinnovamento nella continuità", annunciato da Egon Krenz non sembra per ora frenare l'escalation delle dimostrazioni di protesta in tutto il Paese;
in serata la Tv di Stato, che ha abbandonato i toni insultanti quando parla di raduni popolari, riferisce di una grande manifestazione a Plauen, una cittadina della Turingia;
a Berlino Est i dimostranti formano una catena umana di fronte al Presidium della polizia per le brutalità del 7 e 8 ottobre; il vicecapo della polizia compare davanti alle telecamere per giustificare i propri uomini, mentre il viceprocuratore capo della Repubblica promette di aprire un'inchiesta;
22, Dresda, al sinodo delle comunità evangeliche della Sassonia viene presentata una documentazione su oltre cento casi di violenza dei poliziotti negli scontri con i dimostranti davanti alla stazione della città e poi nei commissariati, nelle caserme e nelle prigioni;
della brutalità poliziesca fanno un cavallo di battaglia i gruppi di opposizione nella Germania Orientale che dirigono la polemica direttamente contro Egon Krenz, allora responsabile del Politburo per l'ordine pubblico; queste accuse rischiano di minare in partenza la campagna "di immagine" che i mass-media del regime svolgono per accreditare il nuovo leader comne autore di una svolta; la stampa di regime vorrebbe far credere che è stato Egon Krenz a bloccare in extremis la decisione già presa da E. Honecker di reprimere nel sangue la dimostrazione del 9 ottobre a Lipsia; anche la stampa occidentale riporta questa interpretazione ma i circoli di opposizione nella DDR non le danno alcun credito.
[A questo punto ci si chiede cosa avrebbe fatto l'Armata Rossa che nella DDR è presente con 380 mila soldati e ha contingenti stanziati anche a Lipsia. Avrebbero permesso i militari sovietici che i panzer della DDR soffocassero l'insurrezione pacifica?
Solo gli storici, quando saranno disponibili i documenti, potranno dare una risposta!]
23, centinaia di migliaia di persone scendono a manifestare nelle piazze: da Dresda a Halle, da Zwickau a Magdeburgo, a Stralsund, Eisenach e Schwerin divampa l'incendio;
questa volta a Lipsia i dimostranti sono trecentomila;
lo stesso giorno un gruppo di operai della fabbrica di strumenti di precisione Wilhelm Pieck di Teltow, usciti dal sindacato del regime, fondano il sindacato indipendente "Riforma"; il rinato Partito socialdemocratico decide di sostenere l'iniziativa, nel rispetto dell'autonomia sindacale;
24, il parlamento (Volkskammer=Camera del popolo), presieduto dal vecchio burocrate Sindermann, elegge Egon Krenz capo dello Stato (presidente del Consiglio di Stato e del Consiglio della Difesa);
[Tra i 500 deputati, 26 parlamentari hanno avuto il coraggio di votare contro e altri 26 di astenersi.]
25, il pastore Erich Busse autorizza un'assemblea politica nella sua chiesa, la Jesu Christi Kirche; la discussione pubblica è stata promossa dai socialdemocratici della neonata SDP; ci sono due dirigenti del partito:
. Ibrahim Boehme, storico;
[1967, entra nella SED con convinzioni di marxismo critico e dialettico vicine a quelle del filosofo Havemann; come storico e drammaturgo si impegna nella Lega della Cultura fino a raggiungere posizioni di responsabilità, ma cade in disgrazia per aver messo in piedi un circolo di discussione filosofica;
1976, dopo la cacciata di Biermann dalla DDR, esce dalla SED;
1977, viene messo in galera, senza accuse precise, e rimane 15 mesi nel carcere giudiziario;
lavora poi ancora come drammaturgo;
1981, la collaborazione con il teatro di Neustrelitz è troncata quando una sua rappresentazione si trasforma in una manifestazione di simaptia per Solidarnosc;
in seguito fa il cuoco, l'operaio in una segheria e l'insegnante di lingua vietnamita.]
. Ulrike Poppe, biologa.
Interpellato dai giornalisti, Ibrahim Boehme dichiara che lui e i suoi compagni della SDP non vogliono copiare il modello economico della FDR. Sono alla ricerca di una concezione diversa che colleghi una economia di mercato con una coerente statualità sociale, e dove vi sia spazio sia per la proprietà privata che per la proprietà collettiva e le cooperative. Non considerano i compagni dell'SPD dei partner privilegiati rispetto, ad esempio, ai verdi o al movimento sindacale della FDR.
Escludono che accetteranno di venire finanziati da loro. Li separano quaranta anni di storia diversa e non possono pensare ad un programma di azione comune.
In particolare, Ibrahim Boehme dice che parlare di unità tedesca apre le porte a fantasie confuse, mentre si dovrebbe pensare a come cambiare veramente le cose nella sua DDR e a rispettarsi reciprocamente.
26, Berlino Est, alla giornalista italiana Lilli Gruber, fermata per 3 ore al Checkpoint Charlie, vengono requisite le pellicole;
[In realtà l'operatore Maurizio Cirilli ha consegnato cassette vuote salvando così il materiale girato in quattro giorni di lavoro.]
27, viene annunciata un'amnistia generale per gli emigrati e per i manifestanti arrestati; prosegue intanto la fuga generalizzata verso l'Ovest;
28, Baerbel Bohley, esponente di Neues Forum, riconosce che l'amnistia viene incontro ad una delle richieste più pressanti dell'opposizone e della chiesa evangelica; i 4000 cittadini detenuti per aver tentato la fuga all'Ovest verranno liberati;
è avvenuto anche un incontro informale tra il capo della SED di Berlino, il 60enne Guenther Schabowski, e i due portavoce del movimento Neues Forum, il biologo Jens Reich e il fisico Sebastian Pflugbeil.
Dopo che Egon Krenz ha escluso nel suo primo discorso da segretario qualsiasi possibilità di creare uno spazio istituzionale per gruppi non compresi nel Fronte Nazionale, il gesto del responsabile della SED nella capitale appare non ancora come un riconoscimento politico, ma come la pragmatica accettazione del fatto che bisogna fare i conti con i movimenti espressi dalla realtà.
All'Università Friedrich Humboldt, Guenther Schabowski incontra gli studenti per discutere assieme al capo della FDJ, Eberhard Aurich.
[Lo storico ateneo berlinese, al momento della divisione della città in settori assegnati alle quattro potenze vincitrici, toccò in sorte all'amministrazione russa.]
30, Berlino Est, durante un incontro tra autorità e cittadinanza davanti al Rathaus (Municipio), dove il borgomastro Erhard Krack e Guenther Schabowski arringano la folla con dichiarazioni accattivanti, Hermann Kant, presidente dell'Unione degli scrittori e membro del Comitato centrale, chiede che la polizia rinunci espressamente all'uso della forza.
Alcuni manifestanti gridano di mandare a casa gli spioni della Stasi. Una delegazione di insegnanti rivendica le dimissoni di Margot Honecker, moglie dell'ex capo-supremo, che da anni ricopre l'incarico di ministro per l'Educazione.
Altri slogan chiedono il pensionamento di Harry Tisch, il capo del sindacato di regime, che ha reagito alla fondazione del sindacato libero "Reform" facendo inviare in missione di lavoro" in Bulgaria l'ingegnere delle officine di Teltow, promotore dell'inziaitiva.
Il momento più drammatico si ha quando i ventimila berlinesi davanti al municipio decidono di osservare un minuto di silenzio, in memoria dei connazionali caduti mentre cercavano di oltrepassare il Muro che divide in due Berlino dal 1961.
È la prima volta osano farlo. La gente di Berlino non vuole sentire ragioni, non vuol più vedere questa barriera chiudere l'orizzonte.
31, in tutta la DDR si svolgono imponenti manifestazioni popolari che dimostrano il coinvolgimento di ormai tutte le regioni del Paese nella rivoluzione pacifica iniziata con la visita di M.S. Gorbaciov.
A Schwerin scendono nelle strade del centro 80mila persone.
A Lipsia sfilano più di 300mila manifestanti.
I nuovi slogan gridati nelle piazze sono "Libere elezioni" e "Via il Muro di Berlino".
Dai teleschermi della Tv di Stato si congeda il conduttore Karl-Eduard von Schnitzer.
[Tutti i lunedì, per trent'anni, ha condotto sul primo programma la trasmissione "Schwarzer Kanal", canale nero.
Da tempo era ormai stata soprannominata il campionario delle bugie, il lavaggio del cervello secondo i "Klassiker" (del marxismo-leninismo!). Con una scelta di filmati della televisione occidentale, egli documentava l'irrimediabile impoverimento della classe lavoratrice nella FDR "smascherando" sistematicamente i giornalisti dell'altra parte come pennivendoli della borghesia.
[La gente era così stanca di ascoltare le litanie di questo acido accusatore che il livello di ascolto era praticamente sceso a zero. Ciononostante ci sono volute 1519 puntate di arroganti invettive, prima di far decidere ai responsabili televisivi che si poteva chiudere con questo relitto della guerra fredda.]
Intanto, ottomila tedesco-orientali approfittano della riapertura della frontiera con la Cecoslovacchia per andarsene.


Novembre
, rassegna le dimissioni il 62enne Harry Tisch, capo del sindacato unico FDGB; al suo posto è nominata una sindacalista, Annelies Kimmel, che nel suo primo discorso si pronuncia per un rinnovamento autentico;
la concorrenza del neonato sindacto libero "Reform" si fa già sentire: l'organo della FDGB «Tribune» pubblica un documento in cui chiede maggiore autonomia dalla SED e più democrazia interna, compreso il diritto di sciopero!
Egon Krenz parte per Mosca per un incontro con M.S. Gorbaciov.
2, «Noi appoggiamo la perestrojca e useremo la sua esperienza positiva nella nostra azione di rinnovamento». Così al Kremlino Egon Krenz dà l'addio al modello di comunismo inculcatogli da E. Honecker per allinearsi con i grandi sorrisi alla politica di M.S. Gorbaciov.
Mentre si sta per recare in visita a Varsavia dove potrà toccare con mano che esistono soluzioni alle crisi politiche dell'Est, in patria perdono il posto Margot Honecker, esonerata dall'incarico di ministro, e i due segretari distrettuali della SED della Turingia.
Anche altre componenti del Fronte Nazionale tentano di rinnovare la propria immagine e i propri vertici per recuperare credibilità: si dimettono il presidente del Partito nazionaldemocratico, Homann, e il capo dei democratico-cristiani, Götting.
3, le autorità danno via libera ai 4500 profughi che si sono rifugiati nell'ambasciata di Bonn a Praga;
Egon Krenz annuncia alla Tv le dimissioni di cinque membri del Politburo:
. Kurt Hager, ideologo della SED,
. Erich Mielke, capo della Stasi,
. Hermann Axen,
. Erich Mueckenberger,
. Alfred Neumann;
scongiura inoltre i cittadini a non abbandonare il Paese;
lasciano inoltre l'incarico:
. Bernd Seidel, borgomastro di Lipsia,
. Herbert Bischoff, presidente del sindacato degli artisti;
si sviluppa intanto la "caccia" ai politici più compromessi con la passata gestione, che vede nella posizione dei moralisti accusatori anche personaggi partecipi del potere: è il caso del presidente dei liberali Manfred Gerlach, che sollecita le dimissioni del presidente della Camera del popolo, Sindermann;
starebbero traballando anche le poltrone di:
. Willy Stoph, capo del governo della DDR,
. Kessler, ministro della Difesa;
in ascesa vengono invece dati Hans Modrow e Wolfgang Berghofer, borgomastro di Dresda: entrambi potrebbero entrare al Politburo;
desta sensazione il fatto che «Neues Deutschland» abbia ospitato un articolo di due economisti, Heinrichs e Krause, che propongono un meccanismo di formazione dei prezzi sulla base di un rapporto chiaro tra i costi e i ricavi;
[Oggi vige invece nella DDR il sistema dei prezzi sovvenzionati, per il quale tutti i prodotti e i servizi di prima necessità vengono offerti a prezzi "politici", che non hanno alcun rapporto con il costo di produzione. Si spiegano così paradossi economici come il fatto che i contadini tedeschi danno da mangiare alle loro bestie il pane, invece delle granaglie. Conviene loro vendere le granaglie allo Stato che le compra a prezzo equo, mentre possono acqusitare il pane a prezzo politico stracciato negli spacci pubblici.]
Intanto, anche se a Mosca Egon Krenz ha ribadito che parlare di riunificazione della Germania è tempo perso, il cancelliere federale Kohl ha ricevuto a Bonn dal presidente francese Mitterand un inaspettato incoraggiamento per i suoi sforzi tesi a realizzare il grande sogno della patria unita.
Il desiderio di unità è legittimo, ha detto Mitterand, se i tedeschi vogliono essere un solo popolo in un solo Stato nessuno può opporsi.
È una svolta storica nella politica estera francese, che si caratterizzava per l'opposizione di principio ad una Germania unita. Oggi Mitterand non può negare ai tedeschi il diritto all'autodeterminazione che ha rivendicato per tutti i popoli oppressi, anche se chiarisce che il processo unitario riguarda anche altri paesi. E per essere assolutamente chiaro, ha respinto con fermezza l'idea che si possa rimettere in discussione la frontiera segnata dai fiumi Oder e Neisse, che segna oggi il confine tra Germania Est e Polonia.
[Prima della guerra il Reich tedesco si estendeva a Est su territori come la Slesia e la Pomerania, che furono annessi alla Polonia, e come la Prussia orientale, regione che oggi fa parte dell'Unione Sovietica. Erano terre colonizzate da secoli dai prussiani; tedesca era Koenigsberg, la città di Immanuel Kant che i russi hanno poi ribattezzato Kaliningrad.]
Astenendosi da qualsiasi tono pantedesco, il cancelliere Kohl ha rassicurato Mitterand dicendosi convinto che l'Europa è la condizione preliminare e decisiva per qualdiasi progresso verso l'unificazione.
Intanto il governo di Berlino Est ha accettato, per la prima volta, di autorizzare una manifestazione nazionale per la libertà di stampa e di opinone che si terrà domani nella capitale: l'ha indetta l'Unione degli artisti. Per l'occasione le autorità riaprono le porte anche alla stampa e alle televisioni straniere.
4, Berlino Est, grande dimostrazione nel centro città organizzata dall'Unione degli artisti; sulla tribuna allestita ad Alexanderplatz, sul cui sfondo si vede la torre della televisione che sta ritrasmettendo in tutto il mondo in diretta le immaggini della dimostrazione, parlano:
. avv. Gregor Gysi,
[Noto per aver difeso ngli anni Settanta alcuni dissidenti famosi, come il fisico e filosofo marxista Robert Havemann, l'economista Rudolf Bahro e il cantautore Biermann, nei processi più sfacciatamente "politici" orchestarti dallo Stato.]
. Marianne Birthler,
[La coraggiosa animatrice del "gruppo di contatto telefonico" che ha raccolto la maggior parte delle testimonianze per il libro bianco sulle violenze della polizia contro i manifestanti del 7 e 8 ottobre.]
. Kurt Demmler,
[Cantautore accolto da un applauso scrosciante.]
. Schabowski,
[Capo del Partito comunista a Berlino, cerca di salvare il salvabile parlando di dialogo e di riforme, ma non viene bene accolto dalla folla che non crede più agli improvvisati paladini della perestroika.]
. Manfred Gerlach,
[Presidente liberale, ha più fortuna di chi l'ha preceduto sul palco; chiede le dimissioni del governo e tocca apertamente la questione dei profughi: lo applaudono, anche se nessuno dimentica che per anni ha retto la coda della SED.]
. Christa Wolf,
[60enne, scrittrice, è un altro simbolo del dissenso intellettuale nella Germania orientale, che continua a credere che il modello occidentale non sia l'unica alternativa ai regimi autoritari dell'Est, che sia tuttora possibile e degno di essere perseguito un socialismo umano.]
. Christoph Hein,
[Drammaturgo, anche lui si è fatto anni di carcere sotto il nazismo in nome del sogno socialista.]
. Stefan Heym,
[Scrittore caduto in disgrazia già negli anni Cinquanta ma che non ha mai abbandonato la sua fede nel socialismo. Egli ammonisce i berlinesi: «Non basta sfogarsi adesso che abbiamo conquistato la libertà di espressione. La parola democrazia significa potere del popolo. Il potere corrompe chiunque lo detenga, l'unico correttivo è il controllo dei cittadini sui governanti».
Altri esponenti della SED che intendono prendere la parola vengono fischiati e zittiti.
Si ascolta invece in silenzio chi parla dei 120.000 profughi che hanno lasciato la DDR. A quelli che sono rimasti il pastore Schorlemmer augura che, risorti dalle rovine, possano presto cantare di nuovo con gioia l'inno della DDR.
[La manifestazione, da molta gete giudicata autentica, in effetti – come si saprà più tardi – è stata pilotata da chi ha in animo di salvare il regime socialista rinnovandolo.]


7-8, Berlino est, sulla piazza del Werderschen Markt, a due passi dal Parlamento, il lugubre palazzone del Comitato centrale della SED sembra una fortezza assediata. Ci sono poliziotti ovunque.
Il governo di W. Stoph si dimette in blocco, crollato sotto la pressione delle proteste popolari. L'annuncio viene dato durante una conferenza stampa improvvisata da Wolfgang Meyer, scelto un'ora prima per la carica finora inesistente di portavoce di un governo che però ora non c'è più.
Nella prima giornata della decima sessione straordinaria del Comitato centrale altre teste di consunti burocrati neo-stalinisti sono cadute: il vecchio Politburo, l'organo direttivo della SED, è uscito di scena per ricomparire poche ore dopo dimezzato e ringiovanito. I membri sono soltanto 11 invece di 21, sette sono stati rieletti mentre quattro sono i cosiddetti volti nuovi:
. Hans Modrow,
[61enne, l' "uomo della speranza", sicuramente il più credibile, designato futuro capo del governo che sembra godere del sicuro appoggio di Mosca.]
. Klaus Hoepke,
[Stimato soprattutto da artisti e intellettuali, prenderà il posto di Kurt Hager.]
[Nel marzo scorso ha rischiato la carriera quando, come vice-ministro della Cultura, ha sottoscritto una risoluzione di protesta contro la persecuzione del dissidente cecoslovacco Vaclav Havel.]
. Wofgang Rauchfuss,
[Per il settore dell'Economia, come successore di Guenter Mittag.
Illustre sconosciuto che, secondo gli esperti, non è certo l'uomo adatto a risollevare le sorti del Paese.
. Wolfgang Herger,
[Dal futuro ancora più incerto del precedente, avrebbe il compito di vigilare per la SED sulla Stasi, la polizia politica controllata prima da Egon Krenz, del quale era già collaboratore ai tempi della repressione delle manfestazioni del 7 ottobre.]
Tra gli anziani spicca il nome di:
. Guenther Schabowski,
[60enne, più volte criticato per il suo passato di direttore dell'organo della SED «Neues Deutschland», è ora responsabile per l'informazione e i rapporti con i media.]
Con questa formazione solo parzialmente svecchiata, Egon Krenz ha l'illusione di poter ricostruire una società, un potere e un regime falliti miseramente nel giro di poche settimane dopo 40 anni di socialismo reale.
Una nuova legge, definita "legge truffa" e bocciata persino dalla Commissione giustizia del parlamento:
- permette un viaggio all'estero di soli 30 giorni l'anno,
- prevede l'obbligatorietà di un visto che verrà concesso entro un mese,
- non fronisce particolari sul finanziamento dei singoli viaggi,
- consente – è questo che più fa indignare la popolazione – alla polizia segreta di negare il visto per motivi connessi alla difesa dell'ordine, della salute, e della morale.
Immediata la risposta delle piazze.
Lunedì, Lipsia, lo stesso giorno della pubblicazione della "legge truffa", 300mila manifestanti si riversano in piazza;
8, nel Tv-notiziario serale la scrittrice C. Wolf si rivolge con un solenne appello ai cittadini della DDR:
« Care concittadine, cari concittadini, noi tutti siamo inquieti. Vediamo migliaia di persone che ogni giorno lasciano la nostra terra. Noi sappiamo che la politica degli ultimi giorni ha rafforzato la sfiducia nel rinnovamento. Noi siamo consapevoli della debolezza delle parole di fronte al movimento di massa, ma non abbiamo nessun altro mezzo che le parole. Che ancora adesso mandano via, mitigano la nostra speranza. Noi vi preghiamo, rimanete nella vostra patria, rimanete da noi. Cosa possiamo promettervi? Niente di facile. Ma una vita utile e interessante. Nessun benessere in breve tempo, ma con azione un grande cambiamento. Vogliamo impegnarci per la democratizzazione, elezioni libere, diritto e sicurezza. »
9, ore 19:00, ancora nessuno può immaginare cosa succederà tra poche ore…
ore 19:30, sul video della Tv parte la sigla dell'Aktuelle Kamera, il telegiornale; l'apertura è sulla conferenza stampa di Guenther Schabowski, il nuovo portavoce della SED, che sta rispondendo a una domanda del corrispondente dell'ANSA, Riccardo Ehrman, sulla nuova regolamentazione dei viaggi; egli legge un foglio che gli hanno appena infilato sotto il naso: « Mi è stato ora comunicato che il consiglio dei ministri della DDR ha deciso che le autorizzazioni per i viaggi all'estero possono essere richieste da ogni cittadino, senza condizione alcuna circa i motivi del viaggio o l'esistenza di rapporti familiari. I permessi verranno rilasciati in breve tempo e potranno essere utilizzati ad ogni posto di frontiera con la Germania Federale e Berlino Ovest. Essi potranno essere rifiutati solo in casi eccezionali».
Alla domanda successiva circa la data di entrata in vigore del provvedimento, Guenther Schabowski risponde un po' titubante: «Per quel che ne so, da subito».
[Nell'aprile 2009, Riccardo Ehrman – quando vivrà in pensione a Madrid e Günter Pötsche sarà già morto – racconterà che è stato quest'ultimo, membro del comitato centrale della SED e direttore dell'ADN, l'agenzia di stampa ufficiale del regime, a chiamarlo al telefono, un'ora prima della conferenza stampa; è stato lui, parlando in codice, a consigliarlo di porre al portavoe Guenther Schabowski quella domanda sulla libertà di spostamento: il corrispondente l'ha formulata scatenando le conseguenze che tutti ben conoscono. Ciò dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che nella DDR, anche quelle che sembrano iniziative spontanee a volte vengono ispirate dall'alto.]

9/10, 40 anni dopo la creazione dei due stati tedeschi, la Repubblica Democratica decide l'apertura della frontiera con la Repubblica Federale e del "Muro di Berlino".
[Dal giorno della costruzione del muro, il 13 agosto 1961, sono morte, tentando di passare nel settore occidentale, 80 persone; l'ultima il 6 febbraio scorso. In 4000 ce l'hanno invece fatta, usando i sistemi più ingegnosi: dai palloni aerostatici, ai tunnel, ai doppifondi ricavati nelle automobili o addirittura nei bauli, oppure più semplicemente attraversando la Sprea, il fiume di Berlino, a nuoto.
Ma il muro non finisce qui: dietro a questa prima barriera [visto da Berlino Ovest] si stende una fascia, in alcuni punti ampia duecento metri, disseminata di reticolati, mine antiuomo, feroci cani alsaziani, bunker, strade di scorrimento per le ronde della polizia, oltre la quale si erge un altro muro che dà su Berlino Est.
Anche per i berlinesi dell'Ovest questo mostro lungo 167 chilometri, che circonda e isola ermeticamente all'interno dellalA DDR la loro città, è stato progressivamente rimosso dai discorsi quotidiani, come se "di là" la città non continui.
Al Muro ci vanno ormai solamente i turisti, con lo stesso spirito con cui si fanno fotografare davanti al Colosseo.]
Per il momento, circa chi abbia preso questa decisione, il fatto cioè di concedere in pochi minuti quello che 16 milioni di tedeschi dell'Est aspettavano da 30 anni, esistono varie tesi, confuse e contraddittorie, che si basano su illazioni e congetture.
Markus Wolf, gorbacioviano di ferro, per 29 anni potente capo dei servizi segreti nella DDR, sostiene: «Sono certo che la decisione è stata presa da Krenz all'ultimo momento. Mosca è stata informata 24, al massimo 48 ore prima. Secondo me, nella confusione totale si è deciso di aprire i confini per arginare l'esodo e recuperare il consenso».
Nelle prime reazioni ufficiali Mosca approva infatti la decisione, ma ammonisce Bonn a non ridiscutere i confini.
Berlino Est, accade intanto un cosa sorprendente: i Grepos (Grenzpolizei), le guardie di confine, scompaiono improvvisamente per ricomparire solo pochi minuti più tardi, senza armi.
10, la SED promette elezioni "libere, democratiche e segrete";
l'annuncio interrompe un esodo che comincia a mettere a repentaglio l'economia del paese;
[In effetti, delle decine di migliaia di berlinesi orientali che hanno trascorso la loro prima notte a Berlino Ovest, solo 2.500 non sono più tornati.]
viene aperta un'inchiesta dalla Procoura generale dello Stato contro Mittag e Hermann, rispettivamente responsabili per l'Economia e per la Propaganda nell'ex regime, accusati di malversazioni e di corruzione;
viene avviata anche un'azione giudiziaria per far luce sulle violenze e sulle sevizie della polizia durante e dopo le manifestazioni dell'ottobre scorso;
pur tuttavvia, nonostante le promesse di libere elezioni, Egon Krenz non molla: «Siamo pronti a cambiare ma non siamo disposti a cedere la nostra responsabilità».
11, due milioni di tedeschi orientali si recano all'Ovest;
la massa umana che ha già superato il controllo si dirige compatta verso gli istituti bancari più vicini, oggi eccezionalmente aperti per versare ai cittadini dell'Est il cosiddetto Begruessungsgeld, il denaro del benvenuto.
[Sono 100 marchi occidentali (73.000 lire) che equivalgono a una cena in ristorante alla moda, all'ovest, ma che per i cittadini della DDR significano una bella somma, se si pensa che al cambio libero oggi valgono 1200 marchi orientali, l'equivalente di un salario mensile;
davanti alla filiale della Dresdner Bank si forma una coda di mezzo chilometro;
i grandi magazzini Bilka (Billig Kaufhaus, supermercato economico) solo letteralmente presi d'assalto;
un'altra voglia repressa a lungo riguarda evidentemente la pornografia: code lunghissime si formano anche davanti ai sex-shop della catena di Beate Uhse, famosi in tutta la FDR e all'estero per offrire, oltre alle riviste e a tutti i gadgets immaginabili la visione di filmini hard.]
12, ore 8:00, con puntualità tutta tedesca i borgomastri dell'Est e dell'Ovest, Erhard Krack e Walter Momper, arrivano in Potsdamerplatz – fino agli anni Trenta contendeva con Piccadilly Circus la palma di incrocio più vivace d'Europa – dove una gru solleva l'ultimo lastrone di cemento;
intanto, secondo un sondaggio dell'Istituto Wickert, pubblicato sul settimanale «Quick», 50 cittadini della DDR su 100 sarebbero favorevoli alla riunificazione delle due Germanie, ma solo il 22% degli interrogati la ritiene possibile entro meno di 10 anni;
13, nel palazzone dorato di Marx-Engelplatz si riunisce la Volkskammer per l'elezione del suo presidente, la prima volta adottando le regole democratiche, la prima volta con il voto segreto;
[Solo il 24 ottobre scorso, l'elezione di Egon Krenz è avvenuta per alzata di mano!]
concorrono alla carica cinque candidati diversi; per la prima volta la SED non presenta un proprio candidato;
il favorito, Manfred Gerlach, leader del Partito liberaldemocratico, viene clamorosamente bocciato: da un emozionante testa a testa esce infine vincitore Guenther Maleuda,
[58enne, dottore in agraria, da quasi tre anni è a capo del Partito dei contadini; viene tuttavia considerato un opportunista dal profilo politico piuttosto grigio: secondo molti osservatori, la SED, che ha contribuito in modo determinante a silurare Manfred Gerlach, trova in lui ancora una volta un fedele alleato.]
batte il professore di giurisprudenza con soli 16 volti: i suoi 246 contro i 230 del rivale;
nel primo dibattimento libero, si alternano:
. Werner Jarowinsky (il primo a rompere il ghiaccio), veterano capogruppo della SED, addossa la colpa della grave crisi ai dirigenti spodestati, alla loro "arroganza dittatoriale", alla loro "indifferenza alle richieste della base". Nel suo intervento egli chiede, a nome del partito, "il rinnovamento totale", proponendo la riforma della Costituzione ed elezioni "veramente libere con candidati e partiti diversi";
. Horst Dinsermann, che come presidente della Volkskammer ha rinviato per settimane la seduta straordinaria per tentare di mantenere la poltrona, dice «Vi chiedo apertamente scusa»;
. Willi Stoph, dal 1953 al Politburo e per 22 anni primo ministro tenta un gran "mea culpa"; per difendersi dice che «è noto che le competenze del Consiglio dei ministri sono da sempre limitate», e solo dopo varie interrogazioni parlamentari indica come colpevoli dello sfacelo del Paese, E. Honecker e il responsabile dell'Economia, Mittag;
. Erich Mielke, 81enne, ex capo della Stasi, che per decenni ha terrorizzato milioni di cittadini della DDR, ha l'ardire quasi ammirevole di prendere il microfono… ;
si tratta ora di eleggere il nuovo capo del governo che, come si sa da giorni, sarà Hans Modrow;
alla fine della seduta se ne vanno tutti per rivedersi venerdì, quando Hans Modrow, dopo tre giorni di consultazioni che si annunciano febbrili, presenterà il suo nuovo governo;
Lipsia, intanto, da due ore, le piazze si sono di nuovo riempite di decine di migliaia di dimostranti che chiedono segnali più tangibili della "Wende", la tanto promessa svolta;
Berlino Est, in tarda serata si viene a sapere che:
- sono stati aperti nuovi passaggi lungo il Muro,
- è stato abrogato ufficialmente il divieto di accedere alla fascia di confine tra le due Germanie e l'ordine di sparare a vista (stranamente, forse per dimenticanza, non ancora revocato!) a chi si avvicini al Muro;
17, alla Volkskammer Hans Modrow, 61enne, presenta la sua compagine ministeriale e il suo programma;
[Nato nel 1928 in Pomerania, arruolato a forza negli ultimi mesi di guerra nella milizia hitleriana, perde per un pelo la nave che lo porterebbe in Svezia e cade prigioniero dei sovietici; dopo aver frequentato una scuola di partito ritorna nel 1949, ormai comunista, nel suo Paese, rifiutandosi di seguire la madre e i fratelli da tempo emigrati in Germania Occidentale.
Inizia così una lenta carriera nella SED che lo porta al posto di responsabilità per la Propaganda nel Comitato centrale. Nel partito ha però qualche importante nemico, soprattutto il capo del settore economico, Guenter Mittag, il quale non gli perdona il suo spirito laico e la sua curiosità intellettuale: viene relegato ai margini del potere centrale come segretario di Dresda; pur non rinnegando le sue convinzioni di comunista aperto, si mantiene in una posizione politicamente defilata all'interno dell'apparato, conquistando allo stesso tempo una grande popolarità anche negli ambeinti esterni al Partito.
Quando sulla scena politica compare M.S. Gorbaciov, egli spera che l'ora sia suonata anche per i riformatori della DDR ma dovrà aspettare quattro anni e la traumatica crisi di questo autunno perché il Partito stesso lo chiami alla guida del governo quale estremo salvatore della patria.]
Per la prima volta Hans Modrow rivela i dati del disastro economico – un deficit di bilancio di 15 miliardi di marchi – ma non rinuncia al principio della pianificazine economica, ancorché promettendo ampi spazi per l'iniziativa privata; ribadisce comunque la sua opposizione alla riunificazione tedesca, in nome della necessaria esistenza di due Stati tedeschi ai fini della stabilità europea;
[Concede solo la prospettiva di una "comunità contrattuale", in sostanza una fitta rete di rapporti economici e culturali di collaborazione che dovrà nel medio-lungo periodo avvicinare progressivamente le due Germanie.]
Hans Modrow legge la sua dettagliata dichiarazione programamtica davanti a un Parlamento purgato, su richiesta dello stesso Egon Krenz, di 27 deputati troppo compromessi col vecchio regime, in testa E. Honecker e sua moglie Margot.
Nel governo entrano solo i partiti della vecchia coalizione, anche se in proporzioni assai diverse dal passato: la SED assume la guida di 16 dicasteri su 27, contro i 39 su 43 della precedente compagine ministeriale.
Contrariamente alle aspettative, non c'è alcun "tecnico" e tantomeno un esponente dell'opposizione.
Una" dimenticanza" che gli potrebbe costare cara.
[In questo stesso periodo, nella DDR, il salario mensile per una donna, in una fabbrica di macchine utensili, è di quasi 700 marchi (per 44 ore settimanali) mentre lo stipendio medio e di 1000 marchi.
L'80% della forza lavoro femminile ha una specializzazione. Nove donne su dieci abili al lavoro esercitano una professione.
La DDR è ai primi posti primi posti nel mondo per numero di divorzi, chiesti per la maggior parte dei casi dalle donne.
La legge sull'interruzione di gravidanza è stata approvata dal Parlamento di Berlino solo il 9 marzo 1972, in netto ritardo rispetto agli altri Paesi dell'Est, tanto che fino ad allora le tedesche orientali dovevano andare nella cattolicissima Polonia o in Ungheria. In quell'occasione per la prima e ultima volta si registrò una "disobbedienza" ai rigidi dettami del regime: 14 deputati democristiani, per motivi di ordine morale, votarono infatti contro la legge e otto si astennero.
Nelle posizioni dirigenti le donne sono le grandi assenti. Era così nel vecchio Politburo ma nulla è cambiato nel nuovo; l'unico ministro donna è stata finora Margot la moglie di E. Honecker.
All'Accademia delle Scienze – secondo i dati pubblicati nel 1988 dalla rivista femminile «Fuer Dich» ci sono solo 6 donne su 200 membri ordinari e supplenti; nelle università il 27% del personale tecnico è composto da donne, ma soltanto il 5% di loro sono docenti e appena il 2,6% sono rettori o direttori di dipartimento.
LaDFD (Lega democratica delle donne tedesche) che conta ancora 1,8 milioni di iscritte è rappresentata in parlamento da 60 donne ribattezzate il "Club dell'uncinetto".]
20, Lipsia, oltre 200.000 manifestanti sfilano con "riunificazione" tra le parole d'ordine;
23, Hans Modrow annuncia il varo di una serie di misure da lui stesso definite impopolari, per impedire la "svendita della DDR.
I prodotti alimentari, i generi di abbigliamento e le merci industriali, i cui prezzi sono fissati politicamente a livelli non economici, potranno essere venduti solo per il consumo interno dei cittadini residenti nella Germania Orientale.
[Dopo l'apertura del Muro, le code davanti alle agenzie di cambio sono diventate chilometriche: la gente dell'Est è corsa a investire i propri risparmi in marchi federali depositando in pochi giorni 3 Mdi in valuta orientale. L'enorme offerta ha fatto precipitare la quotazione: a fine ottobre 1 marco occidentale valeva 8 marchi orientali, dopo la prima grande invasione dei fratelli dell'Est il corso è crollato a 1 contro 20.
Forse perché dopo le spese primarie di alloggio, alimentazione (1 etto di salame costa 1 marco) e vestiario (un paio di scarpe per un bambinio costa 23 marchi) il cittadino orientale nulla aveva che desiderasse acquistare (del resto ogni anno lo Stato pagava 65 Mdi di marchi per le sovvenzioni, quasi un quarto del bilancio complessivo della DDR), fatto sta che nel 1988 nella DDR risultavano depositati risparmi per 152 Mdi di marchi.]

Dicembre
, il parlamento abolisce il ruolo dirigente della SED;
[Con 420 favorevoli e 5 astensioni viene infatti modificato l'art. 1 della Costituzione: «La DDR è uno Stato socialista degli operai e dei contadini. Essa è l'organizzazione politica dei lavoratori nelle città e nelle campagne»; il passo che segue: «…sotto la guida della classe operaia e del suo partito marxista-leninista» viene cancellato.
In realtà il ruolo egemone del Partito era stato in fissato nella Costituzione solo il 6 aprile 1968 (quando di fatto era operante da vent'anni) in piena periodo di W. Ulbricht, negli stessi mesi in cui a Praga fioriva la primavera di A. Dubcek. Il Partito comunista tedesco-orientale ancorava in maniera rigida e inconfutabile alla legle costituzionale il principio del suo monopolio assoluto, mutuando addirittura alla Costituzione di Stalin del 1936.
Come sempre più realisti del re!]
Lo stesso giorno, per la prima volta, Heinrich Toeplitz, presidente della commissione parlamentare d'inchiesta sui misfatti dei massimi gerarchi del Partito e dello Stato, traccia un colorito quadro di truffe, lussi sfrenati, ruberie, furbizie. Egon Krenz non ha scampo e deve difendersi dalle insinuazioni e dagli attacchi diretti: «Non possiedo ville, non ho motoscafi né riserve di caccia, vivo come un normale cittadino di questo Stato».
Continuando nelle sue rivelazioni, Heinrich Toeplitz racconta che E. Honecker possedeva ville e riserve di caccia, un'intera isola di bungalows, con minigolf, miniporto e altro ancora: il rapporto della commissione ha accertato inoltre che i Betonkoepfe (le teste di cemento del Partito), hanno sperperato milioni di denaro pubblico facendosi costruire per due soldi lussuose case di vacanza, per sé e per gli amici. Per i loro viaggi privati avevano a disposizione una squadriglia di aerei speciali.
Pesantissima la denuncia contro Alexander Schalck-Golodkowski,
[Discreto ma potente uomo del regime che ai tempi di E. Honecker aveva l'incarico di procurare valuta pregiata alla DDR.
Procacciatore di affari per conto di un padrone che nel suo caso si chiamava DDR, è riuscito a lucrare in breve tempo, sotto forma di profitti e tangenti, qualcosa come 3500 Mdi di lire (alcuni dicono il doppio) ma anche di costruirsi una notevole fortuna personale, prevalentemente collocata nelle rassicuranti casseforti delle banche occidentali.]
3, al termine di una drammatica riunione, il Comitato centrale e il Politburo (Ufficio politico) della SED decidono di sciogliersi; viene liquidato anche Egon Krenz che ora difficilmente riuscirà a mantenere la posizione di Capo dello stato e delle Forze armate; la notizia ha l'effetto di una bomba su un Paese sempre più sconvolto dove le rivelazioni dei casi di corruzione di questi giorni hanno creato un clima di tensione e di delusione molto forte;
i cinque gerarchi del gruppo di E. Honecker, già sotto inchiesta, vengono arrestati:
. Guenter Mittag, responsabile dell'Economia,
. Harry Tisch, capo del sindacato,
. Gerhard Mueller, primo segretaro del pc di Erfurt,
. Hans Albrecht, primo segretario di Suhl,
. Walter Wolff, direttore del Kombinat di Suhl.
In attesa del congresso straordinario del 15 dicembre si decide di costituire un "Gruppo di salute pubblica" di cui fanno parte quasi tutti uomini nuovi come:
. Gregory Gysi, l'avvocato difensore dei dissidenti,
. Wolfgang Berghofer, l'amato sindaco di Dresda,
. Markus Wolf, l'ex capo del controspionaggio che, pur non essendo nuovo, ha il merito di essersi dichiarato già due anni fa seguace di M.S. Gorbaciov.
5, da oggi E. Honecker è in stato di fermo assieme a tutti i membri del suo Politburo, destituito il 18 ottobre scorso; il quartiere di Wandlitz, il ghetto dorato in cui abita, è bloccato sin dal mattino da decine di poliziotti per impedire, come fa sapere il procuratore dello Stato Harry Harland, che i responsabili dei reati commessi possano sfuggire alla giustizia.
[Il provvedimento è anche una misura di sicurezza nei confronti di chi potrebbe essere preso di mira dall'ira popolare.]
Mentre la stampa chiede di affidare a comitati popolari le indagini sui crimini commessi dai dirigenti dela SED anche la magistratura e la Stasi appaiono travolte dalla grande purga.
Sia il procuratore generale dello Stato, Guenther Wendland, che il suo vice Heinz Borchert hanno rassegnato le dimisssioni.
Il direttivo della polizia segreta si è già arreso dopo una manifestazione di protesta di centinaia di agenti che chiedevano la punizione dei colpevoli.
Nelle fabbriche non ci saranno più le milizie armate del Partito, custodi dell'ortodossia comunista.
In serata, Rudolf Seiters, minsitro della Cancelleria di Bonn, al termine della sua seconda visita a Berlino Est, annuncia che l'atteso incontro fra i due capi di governo, H. Kohl e Hans Modrow, avrà luogo a Dresda il 19 dicembre prossimo.
6, dopo soli 49 giorni, Egon Krenz, il successore di E. Honecker e uomo più potente della Germania comunista getta la spugna, dimettendosi anche da Capo dello Stato e delle Forze armate;
nuovo capo dello stato è Manfred Gerlach, il segretario del Partito liberal-democratico che appena ieri ha rotto l'alleanza pluridecennale con la SED, seguito dal Partito cristiano-democratico e dal Partito dei contadini.
Quelli che erano i tre partiti-satelliti sono ora impegnati a rifarsi un'immagine in vista delle elezioni del prossimo anno, mentre le opposizioni sembrano sempre più divise e prive di dirigenti carismatici.
[Manfred Gerlach: primo presidente non comunista della DDR ha tuttavia alle spalle una lunga storia di complicità con la SED. Anche a lui non vengono risparmiate le accuse di Wendehals (voltagabbana, oppurtunista).
La sua scalata al potere parte da molto lontano. E. Honecker si è sempre rivolto a lui con un: «Il mio caro amico, professor Manfred Gerlach». I due si conoscono dai tempi della fondazione della FDJ (Libera Gioventù Tedesca), della cui direzione il professore fece parte dal 1949 al 1959.
A 26 anni il giovane di Lipsia, nato in una famiglia di operai, diventa segretario generale della LDPD (Partito liberal-democratico); nel 1960, appena 32enne, è stato uno dei sostituti di W. Ulbricht al Consiglio di Stato.
Eppure nei mesi scorsi, in tempi ancora non sospettti, è stato il primo uomo politico della vecchia guardia a esprimere comprensione per i profughi e gli oppositori del Paese.]
La prima decisione di Manfred Gerlach è un'amnistia per i detenuti condannati a meno di tre anni di relcusione.
Nel carcere di Bautzen, il più duro della DDR, vigila da 30 anni sui detenuti l'ormai ten.col. Dieter Sternberg; ce ne sono 1880.
Difficile stabilire tra questi quanti siano i detenuti politici dal momento che i dissidenti vengono classificati ufficialmente come delinqueunti comuni; così ci sono per esempio quelli colpevoli del reato di "fuga dalla Repuibblica", o quelli rei di avere presentato con troppa insistenza una domanda di espatrio che vengono inciriminati per "comportamento asociale" o per "minaccia alla sicurezza e all'ordine dello Stato".
Intanto altri tre massimi esponenti della vecchia dirigenza sono incriminati. Tra di loro:
. Erich Mielke, che per anni ha diretto la Stasi.
A questo punto, con una DDR allo sbando, la SED decide di anticipare a dopodomani il suo congresso straordinario previsto per il 15 dicembre, mentre Hans Modrow fissa per domani la prima riunione della "Tavola rotonda" alla quale parteciperanno, secondo il modello polacco, governo e opposizioni.
7, in questi giorni la tensione in tutta la DDR è altissima; la situazione diventa più chiara dopo la conferenza stampa tenuta da Wolfgang Schwanitz,
[Capo della Nasi (l'Ufficio per la sicurezza nazionale che ha preso il posto della Stasi), ambiguo personaggio non proprio nuovo a questo tipo di incarico, già fortemente contestato dall'opposizione visto che ha diretto per anni, come generale della polizia segreta, il distretto di Berlino.]
Il governo, al quale è stato trasmesso il rapporto sulla situazione, ha già adottato provvedimenti "per il ripristino dell'ordine e della sicirezza" mandando in ciascuna delle 15 province un commissario straordinario con pieni poteri.
Dresda, migliaia di persone sarebbero entrate all'interno della sede della polizia segreta nella Bautzenerstrasse, il cui responsabile Horst Boehm è riuscito a sfuggire a stento al pestaggio solo grazie all'intervento dei rappresentanti di Neues Forum. È stato comunque raggiunto da calci e pugni.
Suhl, Turingia, duemila cittadini hanno marciato in direzione del quartiere genrale della Stasi
Rostock, gli "ispettori del popolo" sarebbero riusciti a mettere al sicuro montagne di carte e documenti segreti…
Attraverso la Tv il governo lancia un appello alla calma; analogamente appelli sono rivolti al Paese dalla direzione provvisoria della SED e dalla Chiesa evangelica.
Il vescovo di Berlino Est, Martin Kruse, rivela che molti funzionari del Partito comunista cheideono aiuto ai parroci «perché non si sentono più sicuri nemmeno in casa propria».
In questo clima si volge la Tavola rotonda che riunisce la SED e i sette movimenti di opposizione:
- Neues Forum,
- Democrazia adesso,
- Demokratischer Aufbruch [Risveglio democratico],
- Partito socialdemocratico,
- Verdi,
- Sinistra unificata,
- Iniziativa di pace e diritti umani.
Le prime elezioni libere sono fissate per il 6 maggio 1990.s
8, intanto a Washington i servizi segreti americani affermano che l'Unione Sovietica ha messo in stato di allarme una parte delle sue truppe nella Germania dell'Est (circa 400 mila uomini).
Si pensa, tuttavia, che non usino la forza.
La televisione tedesca dell'Ovest annuncia che l'esodo dalla DDR è ripreso al ritmo di duemila cittadini al giorno.
L'agenzia di stampa ufficiale di Berlino Est, ADN, denuncia la ripresa di attività neonaziste: almeno 60 militanti di estrema destra sono stati arrestati negli ultimi due anni.
Nel primo pomeriggio giunge una notizia esplosiva: il Procuratore generale ordina l'incriminazione e l'arresto di cinque ex membri del Politburo con l'accusa di abuso di potere, corruzione, grave danneggiamento dello Stato e arricchimento personale.
Tra di loro ci sono:
. E. Honecker, che per motivi di salute viene messo agli arresti domiciliari,
. Erich Mielke, l'odiatissimo capo della Stasi,
. Willi Stoph, che nella carica di primo ministro ha battuto ogni record di durata;
. Guenter Kleiber, ex vicepremier,
. Werner Krolikowski, ex vicepremier,
. Hermann Axen, ex responsabile delle relazioni con l'estero (per il momento a piede libero, trovandosi a Mosca per una operazione agli occhi).
8-9, congresso straordinario della SED; dopo mezzanotte, i 2750 delegati si apprestatno ad eleggere il nuovo leader del partito; verso mezzogiorno, dopo quasi 18 ore di discussione, viene eletto presidente (non più segretario generale) della SED l'avv. Gregor Gysiche ottiene il 95,3% dei voti;
scompaiono anche Comitato centrale e Politburo, sostituiti da una direzione di 101 membri e da una segreteria di dieci persone, tutte dell'ala del rinnovamento, a partire da Hans Modrow e da Berghofer. Due sono le donne.
[Gregor Gysi: 41enne, di origine ebraica, soprannominato "il piccolo Napoleone comunista"; figlio di Klaus Gysy (alto funzionario della SED, ex ambasciatore della DDR a Roma, e ministro della Cultura e segretario di Stato per i rapporti con la Chiesa) si guadagna presto la stima dei dissidenti che da giovane penalista, laureato alla prestigiosa Umboldt Universitaet, non teme di difendere. Ha accettato di fare politica solo una settimana fa, quando ha accettato di essere eletto nella "Commissione dei 25" incaricata di colmare il vuoto di potere creatosi con le dimissioni di tutto il vertice del partito.]
Al tavolo della presidenza della SED siede anche Markus Wolf [Mischa]
[Ex capo del controspionaggio tedesco-orientale, "l'uomo senza volto" di cui per decenni non è esistita alcuna fotografia, il regista del clamoroso "affaire Guillaume" – la spia arrivata fin nel cuore del governo tedesco-federale¸ che nel 1974 costò la Cancelleria a W. Brandt . Ritiratosi nel 1987, dopo quasi 30 anni di attività (si dice per sospetto gorbaciovismo) è da mesi passato nelle file dell'opposizione.]
10, domenica, la corsa sfrenata verso Ovest sembra essersi smorzata; in piazza Alexanderplatz un corteo di dieci-quindicimila persone si muove con striscioni con la scritta "riunificazione";
si nutrono ancora dubbi sul cambiamento della SED; il Partito in effetti non si è sciolto!
11, Berlino, nel settore americano della città si riunisce, la prima volta dopo 18 anni, il Consiglio di controllo quadripartito della città, formato dalle quattro potenze vincitrici della guerra.
L'incontro dei quattro ambasciatori:
. Boidevaix, Francia,
. Mallaby, Regno Unito,
. Walters, Stati Uniti,
. Kocemassov, Urss,
arrivati qui alla spicciolata, non è casuale.
All'uscita dal palazzo nella Potsdamerstrasse dopo tre interminabili ore di incontro, i quattro lasciano uno scarno comunicato in cui praticamente non viene detto nulla se non di trovarsi d'accordo con quanto già stabilito nel 1971.
Lipsia, in serata, circa 200 mila dimostranti si presentano in piazza, per la terza volta, fautori della Germania unita.
Ma stavolta la parola d'ordine è soprattutto "Fuori la Stasi".
Quando le migliaia di cittadini, arrivando davant all'edificio della Stasi sul "Dittrichring", in pieno centro, scorgono sul balcone dell'odiato palazzo una decina di persone che annunciano:«Siamo i rappresentanti dei gruppi democratici di Lipsia e abbiamo occupato la sede mezz'ora fa per sottoporla al nostro controllo».
Quando la gente comincia a circondare l'isolato col fine di penetrare all'interno dell'edificio il responsabile locale della Stasi, Manfred Hummitzsch accetta di far entrare trenta concittadini assieme alla stampa, prima fra tutti la Tv di Stato della DDR per permettere l'ispezione popolare.
L'epilogo violento viene evitato per un soffio.
12, il segretario di Stato degli USA, Baker, compie una visita a sorpresa a Potsdam, dove incontra il premier tedesco-orientale Hans Modrow.
Si tratta del primo contatto ad alto livello fra Washington e il nuovo presidente di Berlino Est ed è in assoluto il primo incontro fra un segretario di Stato americano e un primo ministro della DDR.
[I due Paesi hanno normali relazioni diplomatiche soltanto da quindici anni. Il segnale lanciato da ora da Washington sembra chiaro: gli Stati Uniti danno l'avallo alla svolta di Hans Modrow, il riformista.]
13, purtroppo con la svolta è arrivata anche la libertà e certe tendenze represse, ma presenti anche nella DDR, tornano a galla. La svolta, il crollo del Muro, il risveglio democratico hanno fatto uscire allo scoperto non solo i dissidenti di sinistra ma anche quelli di destra.
Dietro gli slogan, sempre più frequenti, per una riunificazione delle due Germanie si avvertono i sintomi di un nazionalismo tedesco di chiaro segno reazionario e revanscista.
Segnali giungono da tutta la DDR, a cominciare dalle manifestazioni di intolleranza e in alcuni casi anche di violenza nei confronti dei lavoratori stranieri, sono oltre 160 mila che vengono soprattutto dal Vietnam, da Cuba, dall'Angola, dal Mozambico.
La xenofobia non risparmia nemmeno i 30 mila polacchi che vivono e lavorano qui. All'odio storico tra tedeschi e polacchi – questi ultimi accusati ora di "arricchirsi" col contrabbando – si aggiunge la diffusa avversione per chi è diverso.
La Comunità ebraica di Berlino est conta 400 iscritti in rappresentanza di circa duemila ebrei.
[Prima della guerra la comunità di Berlino contava decine di migliaia di membri.]
Uno dei centri per stranieri si trova nella zona di Friedrichshain, a due passi dalla Normannestrasse dove ha sede il mastodontico quartier generale della Stasi a Berlino.
16, in tutta la Germania, a Est come a Ovest, siamo di fatto in piena campagna elettorale (nella FDR si voterà nel dicembre del 1990);
a Berlino Est e a Lipsia tre formazioni politiche sono impegnate nei loro congressi straordinari per prepararsi alle prime elezioni libere dall'avvento del nazismo:
- CDU, i democratici fino all'altro ieri ancora succubi dei comunisti,
- Demokratischer Aufbruch [Risveglio democratico], costituitosi in partito,
- SED, alla "seconda puntata" del suo suo faticoso processo di rinnovamento;
[Tra la "nuova" dirigenza compaiono:
. Egon Krenz,
. Otto Reinhold,
[L'ideologo che ha sempre teorizzato che la DDR aveva una sua ragione di esistere solo in quanto Stato socialista, antifascista, legittimato e guidato dalla SED.]
. Kurt Hager,
[78enne, da 50 anni nel Partito, antigorbacioviano di ferro, chiamato anche il "tappezziere" per il modo sprezzante con cui liquidò la prerestrojka.],
che sembrano più su un banco degli imputati che su una tribuna congressuale e l'imbarazzante votazione che impedisce loro di prendere la parola lo conferma.
Tra gli invitati ci sono:
. Walter Janka
[Invitato come ospite d'onore e riabilitato dopo essere stato una delle vittime più illustri del regime in piena "era Krusciov";
sbattuto in carcere ancora quasi ragazzo dai nazisti per "attività antifascista", diventato poi nel nuovo Stato socialista troppo scomodo per un Partito che vedeva traditori dappertutto. Nel 1957, dopo essere stato responsabile della prestigiosa casa editrice Aufbau-Verlag, fu sottoposto insieme a Harich e altri a un processo-farsa dove le accuse andavano dalle "attività controrivoluzonarie", all' "attentato contro il 'governo Ulbricht' ". Lo condannarono a 5 anni di carcere. Tre mesi fa ha pubblicato le sue memorie Schwierigkeiten mit der Wahrheit (La verità difficile), presso l'editore occidentale Rowohlt,
Adesso, sull'onda della glasnost, verrà stampato anche nella DDR proprio da quella casa editrice che 32 anni fa lo ebbe umiliato e cacciato.]
. Rudolf Bahro,
[Fino al 1977 fu membro del Partito; alla metà degli anni Settanta condensò in un libro, L'alternativa, le sue analisi di marxista critco sulle società dell'Est, rivendicando i propri ideali socialisti contro il burocratismo del socialismo reale. Processato, subì una condanna a 8 anni di detenzione, di cui solo due scontati, poi il regime scelse di sbarazzarsi di lui lasciandolo espatriare nella FDR dove per dieci anni ha militato con i Verdi. Ora, da una settimana tornato a vivere a Berlino Est, vuole dire la sua ai compagni del vecchio Partito al quale, nel bene e nel male, è rimasto legato.]
La base della SED è passata in questi mesi da 2.200.000 a 1.700.000 iscritti.
16-17, viene ufficialmente sciolta la polizia politica, la Stasi;
19, Dresda, arriva H. Kohl che fa un discorso davanti alle rovine della Frauenkirche – chiesa simbolo delle atrocità dell'ultima guerra; all'Hotel Bellevue si svolgono i colloqui ufficiali delle due delegazioni; trattasi del primo incontro al massimo livello fra le due Germanie dopo la "rivoluzione d'autunno" ed è la terza volta in assoluto di un cancelleire federale nella DDR, mai riconosciuta a pieno titolo come Stato sovrano dalla Germania Ovest.
[Prima d H. Kohl erano venuti nella DDR, sull'onda della "Ostpolitik" tesa a normalizzare i rapporti intertedeschi, W. Brandt e H. Schmidt.]
Dopo cinque ore di colloqui, vengono gettate le basi per una "comunità contrattuale". Si tratta, in sostanza, di una fitta rete di rapporti bilaterali istituzionalizzati che, nel rispetto dell'appartenenza alle rispettive alleanze, prevede la creazione di commissioni miste e permanenti in tutti i settori, a cominciare dall'economia.
Bonn apre subito una linea di credito per 10 Mdi di marchi (circa 7.400 Mdi di lire) e dal canto suo Berlino Est accelera le misure liberalizzatrici, scarcerando tutti i detenuti politici;
ma il vero regalo di Natale è il tanto atteso annuncio dell'apertura, il giorno 22, della porta di Brandeburgo;
i tedeschi dell'Ovest la potranno attraversare senza alcun visto e senza il cambio obbligatorio di 25 marchi;
22, Berlino Est, al mattino arriva in città François Mitterand, è il primo capo di Stato delle potenze vincitrici occidentali che si sia mai presentato a Berlino Est;
nel pomeriggio – è giunta anche la notizia della caduta in Romania di CeausescuH. Kohl e Hans Modrow, accompagnati dai due sindaci Momper e Krack, si presentano verso il piccolo palco al centro della piazza della porta di Brandeburgo.
Nei giorni seguenti, tre milioni di tedeschi orientali si recano all'Ovest.

[Lilli Gruber, Paolo Borella, Quei giorni a Berlino, Torino 1990, Nuova ERI.]


 

1989
Governo polacco
in esilio a Londra
Presidente
Kazimierz Sabbat
(1986 8 apr - 19 lug 1989)
Ryszard Kaczorowski
(1989 19 lug - 22 dic 1990)
Primo ministro
Edward Szczepanik
(1986 8 apr - 21 dic 1990)
 
 
1989
REPUBBLICA DI POLONIA
Presidente del Consiglio di Stato
gen. W. Jaruzelski
(1985 nov - 19 lug 1989)
gen. W. Jaruzelski
(19 lug - 30 dic)
gen. W. Jaruzelski
(1989 31 dic - 22 dic 1990)
Primo ministro
Mieczyslaw Rakowski
(1988 27 set - 1° ago 1989)
Czeslaw Kiszczak
(2-24 agosto)
Tadeusz Mazowiecki
(1989 24 ago - 4 gen 1991)
Primo segretario del Poup
gen. W. Jaruzelski
(1981 18 ott - 29 lug 1989)
Mieczyslaw Rakowski
(1989 29 lug - 29 gen 1990)
Poup (Partito operaio unificato polacco)
[PZPR (Polska Zjednoczona Partia Robotnicza)]
(1948 15 dic - 29 gen 1990)

1989
Dicembre
29
, il parlamento polacco vota una serie di emendamenti alla costituzione: 
- il ruolo dirigente del Partito comunista viene abolito,
- scompare ogni riferimento di carattere "popolare" e "socialista" della nazione,
- vengono ripristinati i nomi di Repubblica di Polonia e il simbolo nazionale rappresentato da un'aquila con la testa coronata;


 



1989
REPUBBLICA di CECOSLOVACCHIA
[Praga, nel Gennaio 1979 viene pubblicato il manifesto del dissenso cecoslovacco «Charta 77», a favore dei diritti civili.]
Presidente della repubblica
Gustav Husák
(1975 - dic 1989)
V. Havel
(1989 dic -?)
Primo ministro
L. Adamec
(1988 ott - dic 1989, dim.)
Marian Calfa
(1989 dic - ?)
- Primo segretario del Pcc (Partito comunista cecoslovacco)
M. Jakeš
(1987 dic - nov 1989)
[noto come avversario del riformismo]
Karel Urbanek
(1989 nov -?)
- l'ordinamento regionale è stato soppresso -
 

1989
Gennaio
16
, Praga, durante una dimostrazione non autorizzata viene arrestato V. Havel, uno dei principali esponenti di Charta 77;

Febbraio
21
, Praga, V. Havel viene condannato a 9 mesi di carcere;

Agosto
Praga, alla fine del mese, il palazzo Lobkowitz, sede dell'ambasciata della FDR, è occupato dai "turisti" della DDR;
i diplomatici occidentali decidono di chiuderne l'accesso senza tener conto che in città ci sono le troupes di mezzo mondo per l'anniversario dell'invasione del Patto di Varsavia, celebrato dal regime di M. Jakeš facendo caricare i dimostranti.

Settembre
Praga, a palazzo Lobkowitz i profughi della DDR sono già duemila;

Novembre
17
, 30.000 studenti sfilano per celebrare il 50° anniversario della sollevazione studentesca contro i nazisti; la manifestazione, la più imponente da 20 anni, viene repressa brutalmente dalla polizia;
19, le dimostrazioni si fanno quotidiane e sempre più imponenti, a mano a mano che anche gli operai, gli impiegati  o semplici passanti si uniscono ai giovani e agli intellettuali dissidenti (ora raggruppati in un Forum civico su iniziativa di V. Havel);
il primo ministro L. Adamec accetta di incontrare una delegazione dell'opposizione;
22, la folla scandisce il nome di A. Dubcek, il leader della "primavera di Praga" del 1968;
23, Bratislava, A. Dubcek prende la parola in pubblico per la prima volta in 20 anni;
24, la direzione del Pcc si dimette in blocco, e sono esclusi dall'ufficio politico i sette membri più implicati nella repressione del 1968: alla segreteria del partito M. Jakeš viene sostituito da Karel Urbanek
Praga, a fianco di V. Havel, A. Dubcek si pronuncia a favore di un socialismo riformato;
26, l'opposizione presenta un programma che in particolare chiede una nuova costituzione e libere elezioni;
27, si svolge in tutto il paese uno sciopero generale, accompagnato dal suono delle sirene, delle campane, dei clacson con cui un intero popolo esprime la sua esultanza;
29, l'assemblea federale vota all'unanimità una riforma costituzionale che abolisce il "ruolo dirigente" del Pcc;

Dicembre
3
, L. Adamec presenta il suo governo: su 21 ministri 16 sono comunisti, e l'opposizione – Forum civico in testa – lo rifiuta;
7, il primo ministro si dimette e viene sostituito da Marian Calfa, membro del Pcc;
10, poco dopo la presentazione di un gabinetto d'intesa nazionale in cui i ministri comunisti sono solo 10 su 21, G. Husák rinuncia alla presidenza della repubblica;
11, l'esercito inizia l'abbattimento della cortina di filo spinato che dal 1953 corre lungo il confine con l'Austria;
20-21, il Pcc, riunito in congresso straordinario per cercare di evitare l'annientamento totale, nomina alla Presidenza L. Adamec;
28, A. Dubcek viene eletto all'unanimità presidente dell'assemblea federale;
29, l'assemblea federale elegge alla presidenza della repubblica, sempre all'unanimità, V. Havel .



1989
[La costituzione adottata nel 1949 viene modificata nel 1972.]
- Presidente della repubblica
Brunó Ferenc Strauß
(1988 giu - 1990)
- Presidente del consiglio
Károly Grósz
(1987 giu - 1990)
Primo segretario dell'UASP
Károly Grósz
(1988 mag - ?)
UASP (Partito socialista del lavoro ungherese) il nuovo Partito comunista.

1989
Luglio
6
, nello stesso giorno in cui muore J. Kádár, la corte suprema riabilita ufficialmente I. Nagy, il capo del governo ungherese durante l'insurrezione del 1956, condannato a morte proprio da J. Kádár;

Agosto
19
, si sparge la voce che in occasione del raduno sulla frontiera austro-ungarica del meeting dell'Unione paneuropea di Otto d'Asburgo sarà aperto per qualche ora il confine; i tedeschi orientali che si trovano in Ungheria si recano alla manifestazione con ogni mezzo; sulle ali della folla, 660 persone corrono verso la libertà.
La DDR protesta vibratamente e nei giorni successivi soldati ungheresi caricano con manganelli e lacrimogeni i gruppi di profughi che tentano altre fughe collettive.
31, alla fine del mese la situazione rischia di diventare insostenibile; a Budapest, migliaia di cittadini della DDR che non vogliono rientrare in patria resistono accampati nella tendopoli organizzata dal Soccorso maltese per offrire una alternativa ai profughi che hanno occupato l'ambasciata della Repubblica Federale ormai congestinata a livelli insopportabili;
la Germania Occidentale conduce una febbrile trattativa con le autorità di Budapest che alla fine scelgono la soluzione umanitaria;


Settembre
10
, domenica, alla sera viene annunciato che dalla mezzanotte tutti i tedeschi possono partire senza visto. I passaporti della Germania Federale sono già pronti: Bonn li concede a tutti i tedeschi, non riconoscendo l'esistenza di una "seconda" cittadinanza tedesca, quella della DDR.
Il paese apre quindi le frontiere con l'Austria, e immediatamente più di 10.000 tedeschi orientali ne approfittano per raggiungere la Germania occidentale (alla fine del mese il loro numero sale a 25.000).

Ottobre
7
, il Partito socialista del lavoro ungherese assume la denominazione di Psu (Partito socialista ungherese), abbandona il marxismo-leninismo e aderisce ai principi del pluralismo e dell'economia di mercato;
18, il parlamento adotta una legge fondamentale che riforma la costituzione aprendo la strada al multipartitismo, e la Repubblica socialista e popolare d'Ungheria diventa la Repubblica d'Ungheria, che riconosce "i valori della democrazia borghese e del socialismo democratico";
19, sono legalizzati i partiti di opposizione; la milizia operaia, braccio armato del vecchio partito, viene sciolta;
23, viene proclamata ufficialmente la IV repubblica, nello stesso giorno in cui gli ungheresi celebrano liberamente l'anniversario della rivolta del 1956, schiacciata dai carri armati russi;




1989
- Presidente della repubblica
N. Ceausescu
(1974 - 1989)
Ion Iliescu
1989 dic - 1990)
[Fsn (Fronte di salvezza nazionale)]
[ad interim]
- Primo ministro
-
Petre Roman
(1989 dic - ?)
[senza precedenti politici]
- Segretario del Pcr
N. Ceausescu
(1965 - 1989)
 
Pcr (Partito comunista rumeno)
1989
Novembre
20
, prende il via il XIV congresso del Pcr (Partito comunista rumeno), mentre cresce il malcontento contro N. Ceausescu, sotto accusa per:
- l'assolutismo del suo regime, 
- il nepotismo, 
- i fallimenti economici,
- la politica di urbanizzazione forzata della popolazione rurale;
24, ribadendo che non intende permettere che venga messo in discussone il socialismo, viene rieletto ad unanimità segretario generale del partito;

Dicembre
16
, Timisoara, migliaia di persone radunatesi inizialmente per difendere il pastore Laszlo Tökes minacciato di deportazione per aver preso le difese della minoranza ungherese, manifestano contro il regime;
20, viene imposto a tutta la regione lo "stato di emergenza";
21, Bucarest, durante un discorso di N. Ceausescu la folla rumoreggia contro di lui: gli agenti della Securitate (la polizia segreta) aprono il fuoco uccidendo numerose persone, mentre altre vengono schiacciate dai carri armati;
22, lo stato di emergenza viene esteso a tutto il territorio nazionale; a Bucarest l'esercito fraternizza con i manifestanti che danno l'assalto all'edificio della televisione di stato, da cui il poeta dissidente Mircea Dinescu annuncia che "Nicolae Ceausescu è partito";
al posto del dittatore si insedia un Fsn (Fronte di salvezza nazionale) comprendente dissidenti, militari e diversi membri del partito emarginati da N. Ceausescu, tra cui l'ex segretario del comitato centrale (fino al 1971) Ion Iliescu;
22-25, violenti combattimenti oppongono l'esercito che sostiene il nuovo potere, e la Securitate, fedele al dittatore;
25, N. Ceausescu e sua moglie Elena vengono giustiziati dopo un processo sommario;
26, Petre Roman, un uomo senza precedenti politici, viene nominato primo ministro. I nuovi dirigenti iniziano ad essere criticati per aver mantenuto al loro posto troppi esponenti del vecchio regime. 

[Quanto trasmesso e fotografato dalla stampa occidentale si scoprirà essere un grande falso! Il "grande imbroglio" sta nel fatto che invece di una rivoluzione, si è trattato di una normale congiura di palazzo condotta da agenti della polizia segreta. Eliminato il capro espiatorio, Nicolae Ceausescu, i pretoriani della Securitate sono riusciti a coprire il loro disinvolto passaggio dalla parte del popolo, quel popolo che fino al giorno prima avevano tiranneggiato.
Paolo Rumiz, Maschere per un massacro, Editori Riuniti 1996.]


1989
REPUBBLICA POPOLARE di BULGARIA
(30 dicembre 1947)
[Nel 1971 viene adottata una nuova costituzione di tipo socialista che tiene conto delle trasformazioni economiche e sociali verificatesi dalla fine della guerra.]
- Presidente del consiglio di stato
Todor Christov Zivkov
(1971 - nov 1989, dim.)
Petar Mladenov
(1989 dic - ?)
- Primo ministro
Gheorghi Atanassov
(1986 - 1990)
[gorbacioviano]
segretario generale del Partito comunista bulgaro
Todor Christov Zivkov
(1954 - nov 1989, dim.)
Petar Mladenov
(1989 dic - ?)
Pcb (Partito comunista bulgaro)
1989
Novembre
10
, Todor Christov Zivkov, si dimette da tutte le cariche, sostituito da Petar Mladenov;


 





République Française
1989
Costituzione del 1958
 
V REPUBBLICA
Presidente della Repubblica
F.-M. Mitterand
(1981 21 mag - 17 mag 1995)
Presidente del Senato
Alain Poher (UCDP - UC)
(1968 3 ott - 2 ott 1992)
Presidente dell'Assemblea Nazionale
 
Presidente del Congresso
(Senato+Camera)

 
Primo ministro
Michel Rocard [PS]*
II
(1988 23 giu - 15 mag 1991)
Interni
Pierre Joxe (PS)
(1988 12 mag - 29 gen 1991)
Esteri
Roland Dumas
(1988 12 mag - 29 mar 1993)
Colonie
Regioni liberate
 
Difesa
Guerra
Marina
Aviazione
Economia e Finanze
Pierre Bérégovoy
(1988 23 giu - 15 mag 1991)
anche Ministro di Stato
Agricoltura
Commercio
e Industria
Lavori Pubblici
Lavoro
Giustizia
Pierre Arpaillange
(1988 12 mag - 2 ott 1990)
Educazione Nazionale
Riforme

** [10 mag 1988 - 16 mag 1995] Periodo qualificato di "Seconda coabitazione", terminandosi con l'elezione di J. Chirac alla presidenza della repubblica.

1989
Gennaio
7-11
, Parigi, si svolge la conferenza internazionale sull'interdizione delle armi chimiche;

Giugno
18
, si svolgono le elezioni europee (tasso di astensione 51,19%):

 
Elezioni europee
 
%
seggi
+/- (*)
- RPR (Rassemblemente pour la République) [destra gollista]
28,87
-
-
- UDF (Union pour la démocratie française)
-PS (Partito socialista)
23,61
-
-
- FN (Front National)
11,73
-
-
- Verdi
10,59
-
-
-Partito di centro
8,41
-
-
- PCF (Partito comunista)
7,71
-
-
- altri
-
-
-
   
?
 
* -
 


Luglio
14-16
, Parigi, si svolge il vertice dei paesi del G7, che per la prima volta affrontano il problema dell'ambiente e della lotta alla droga; la CEE viene incaricata di coordinare gli aiuti occidentali a Polonia e Ungheria;
Parigi, si svolge, contemporaneamente, il vertice dei paesi più poveri, che chiedono la convocazione di una conferenza dell'ONU sulla questione del debito del Terzo Mondo;

Ottobre
4
, il rifiuto di quattro allieve musulmane di un collegio di Creil (nell'Oise) di togliere il chador durante le lezioni apre la polemica del "foulard islamico";
25, il governo dà ragione alle quattro studentesse;

Dicembre
25
, viene approvato, dopo sei mesi di polemiche, il testo della legge sul finanziamento dei partiti e delle campagne elettorali, che prevede un'amnistia per le irregolarità anteriori al 15 giugno 1989 (da cui sono esclusi i parlamentari);

Corsica [dal 1982 l'isola ha ottenuto una certa autonomia ma le principali organizzazioni separatiste sono messe fuori legge.]
1989
-
Polinesia Francese [territorio d'oltremare]
1989
-
Nuova Caledonia [territorio d'oltremare]
1989
Maggio
4
, il leader moderato del FLNKS (Front de libération national Kanake socialiste), Jean-Marie Tjibaou, viene assassinato da frange estremiste della sua organizzazione;




1989
Elisabetta II
Albero genealogico
(n. 1926)
figlia di Giorgio VI e di Elisabeth Bowes-Lyon [Queen Mum];
1947-52, duchessa di Edimburgo;
1953 (2 giugno) regina di Gran Bretagna e d'Irlanda del Nord, capo del Commonwealth;
Primo ministro,
Primo lord del Tesoro
[Prime Minister, First Lord of the Treasury]
M. Thatcher
conservatore
(1979 4 mag - 28 nov 1990)
Cancelliere dello Scacchiere
[Chancellor
of the Exchequer
]
Nigel Lawson
(1983 11 giu - 26 ott 1989) (dimessosi)
J. Major
(1989 26 ott - 28 nov 1990)
Segretari di Stato
Affari Esteri e Commonwealth
John Major
(1987 - 1989)
Difesa
Affari Interni
 
Giustizia  
Colonie
 
Affari economici
Carburanti
ed Energia
 
Commercio estero
 
Sanità
 
Edilizia
 
[dal novembre del 1974 l'IRA è fuori legge nell'Irlanda del Nord, nella Repubblica d'Irlanda e in Gran Bretagna]
1989
Marzo
7
, l'Iran rompe i rapporti diplomatici con la Gran Bretagna che ha assunto decisamente la difesa dello scrittore musulmano di origine indiana Salman Rushdie, condannato a morte dall'imam Khomeini come "apostata" per aver pubblicato (febbraio) in Gran Bretagna il romanzo "blasfemo" The Satanic Verses;

Aprile
15
, Sheffield, nello stadio 95 persone muoiono nella calca prima di una partita di calcio: viene immediatamente aperta, oltre a quella della polizia, anche un'inchiesta parlamentare;

Maggio
9
, il comitato esecutivo nazionale laburista approva a grande maggioranza un cambiamneto di linea su due punti importanti:
- abbandono della ormai trentennale dottrina del disarmo nucleare unilaterale;
- limitazione del programma di rinazionalizzazione ai settori dei servizi telefonici e dell'acqua potabile;
in questo modo il partito di Neil Kinnock dà un'immagine più moderna;

Giugno
15
, si svolgono le elezioni europee (affluenza: 36%):

 
Elezioni europee
 
%
seggi +/- (*)
- Partito laburista
[Neil Kinnock]
40,23
45
+13
- Partito conservatore
(M. Thatcher)
34,15
32
-13
- Verdi
14,99
-
-
- altri  
4
-
Totale
 
81
 
* rispetto al 1984.
** a causa del sistema elettorale i Verdi non ottengono alcun seggio;
 


Settembre
22
, Deal (Kent), una bomba devasta la scuola di musica dei Royal Marines uccidendo 10 militari e ferendone 22: l'attentato avviene il giorno del 20° anniversario dell'invio di truppe britanniche nell'Ulster;

Ottobre
12-13 , Blackpool, si tiene il congresso del Partito conservatore: il primo ministro M. Thatcher , la cui popolarità secondo i sondaggi è in forte ribasso, ottiene l'appoggio del partito;
26, il cancelliere dello scacchiere Nigel Lawson si dimette per divergenze sulla questione dello SME con il consigliere economico personale di M. Thatcher , che allo SME è contrario;


1989
-

1989
Maggio
25
, su richiesta del primo ministro Charles Haughey, viene sciolto il Dáil;

Giugno
15, alle elezioni per il suo rinnovo:

 
Rinnovo del Dáil
(15 giugno 1989)
Fianna Fáil
77
Fine Gael
55
Partito laburista
15
Democratici progressisti
6
Partito dei lavoratori
7
Altri
6
Totale
166
 
 


Luglio
12
, C. Haughey forma un nuovo governo di cui fanno parte anche i Democratici progressisti;
contemporaneamente alle elezioni politiche si svolgono anche quelle europee (affluenza 68,3%):

 
Elezioni europee
(1989)
Fianna Fáil
6
Fine Gael
4
Partito laburista
1
Democratici progressisti
1
Partito dei lavoratori
1
Altri
0
Totale
13
 
 



a



1989
- Presidente
M. Soares
(1986 - 1995)
[PS (Partito socialista)]
- Presidente del consiglio
Aníbal Cavaco Silva
(1985 - 1995)
[PSD (Partito socialdemocratico)]
 
1989
Giugno
18
, si svolgono le elezioni per la nomina dei 24 deputati portoghesi al parlamento della Comunità europea; in rapporto al 1987 la partecipazione al voto è meno ampia (51,2% contro il 72,42%);



Elezioni europee
 
%
seggi
+/-
- PSD (Partito socialdemocratico)
51,2
9
-1
- PS (Partito socialista)   28,5
7
+1
- altri -
8
-
   
24
 
 




1989
don Juan Carlos
Albero genealogico

(Roma 1938)
figlio di don Juan di Borbone e di Maria Mercedes di Borbone-Napoli;
1969, viene designato dal dittatore F. Franco Bahamonde [el Caudillo] a succedergli "a titolo di re";
- re di Spagna;
[da Novembre 1975]

 
 
III Legislatura
IV Legislatura
Primo ministro
Felipe González Márquez
II
(1986 22 giu - 29 ott 1989)
[PSOE (Partito socialista operaio spagnolo)]
Felipe González Márquez
III
(29 ott - 6 giu 1993)
[PSOE (Partito socialista operaio spagnolo)]
Difesa
Narcis Serra
(1983 - 1993)
Interno
   
Affari Esteri
   
Economia
Carlos Solchaga
(1983 - 1993)
[PSOE]
Finanze
   
Lavori pubblici
   
Industria
   
Commercio
   
Istruzione e Scienze
Javier Solana Madariaga
(1987-89)
[PSOE]
Lavoro
   
Informazioni
   
Affari sociali
-
 

1989
Gennaio
11
, la polizia francese arresta a Bayonne José Antonio Urrutikoetxea alias Josu Ternera, uno dei principali dirigenti dell'
Eta;
l'Eta annuncia una tregua;
Aprile
4
, l'Eta dichiara chiusa la tregua; la decisione che interviene mentre ad Algeri sonoin corso colloqui fra rappresentanti del governo e dell'organizzazione basca, viene attribuita ai contrasti interni tra fazioni rivali;
Giugno
15
, si svolgono le elezioni per il parlamento europeo:

Elezioni europee
 
%
seggi
+/-
- PSOE
(Partito socialista operaio spagnolo)
[Felipe González Márquez]
39,60
28
-1
- PP
(Partito popolare), centro-destra
[Manuel Fraga Iribarne]
-
15
-2
- CDS
(Centro democratico e sociale)
[Adolfo Suárez González]
-
5
-2
- Sinistra unitaria
-
4
+1
- altre liste regionali (baschi, andalusi)  
8
+3
   
60
 
 


Giugno
26
, Madrid, si riunisce il Consiglio d'Europa che vede Felipe González Márquez impegnato nel compito di evitare una rottura fra Margaret Thatcher e i suoi undici partner sul calendario dell'Unione economica e monetaria proposta da Jacques Delors: infine viene raggiunto un compromesso.
La riunione chiude il semestre di presidenza spagnola.
Ottobre
29
, si svolgono le elezioni politiche anticipate per il rinnovo dei 350 seggi delle cortes;
[tasso di partecipazione: ca 70%]

Elezioni politiche
 
%
seggi
+/-
- PSOE
(Partito socialista operaio spagnolo)
[Felipe González Márquez]
39,50
176
-8
- PP
(Partito popolare), centro-destra
[Manuel Fraga Iribarne]  
25,80
106
+1
- Sinistra unitaria
[coalizione guidata dal PCE (Partito comunista spagnolo) di Julio Anguita]
9,05
17
+7
- CDS
(Centro democratico e sociale)
[Adolfo Suárez González]
7,90
14
-5
- altre liste regionali (baschi, andalusi) -
-
rafforzate
   
350
 
 


Novembre
20
, un attentato contro i membri del gruppo parlamentare della coalizione basca Herri Batasuna, che hanno deciso di partecipare l'indomani per la prima volta ai lavori del parlamento, provoca la morte del deputato Josu Muguruza;







1989
Repubblica Italiana
Presidente
della Repubblica
Francesco Cossiga (Dc)
(1985 3 lug - 28 apr 1992)

X Legislatura 1987 2 lug - 22 apr 1992

Presidente
della Camera
L. Jotti (Pci)
(1979 20 giu - 22 apr 1992)
Presidente
del Senato
G. Spadolini (Pri)
(1987 2 lug - 14 apr 1994)
Presidenti
del Consiglio
C. De Mita (Dc) (1988 13 apr - 22 lug 1989) G. Andreotti (Dc) VI
(1989 22 lug - 12 apr 1991)
vicepresidenti del Consiglio G. De Michelis (Psi)
(1988 13 apr - 22 lug 1989)
C. Martelli (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio R. Misasi (Dc)
(1988 13 apr - 22 lug 1989)
Adolfo Nino Cristofori (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Giuseppe Lelio Petronio (Psi)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
[Interventi nel Mezzogiorno]
Filippo Fiorino (Psi)
(1989 22 lug - mar 91)
[del. Interventi nel Mezzogiorno]
Giuseppe Galasso (Pri)
(1988 13 apr - 12 apr 1991)
[Interventi nel Mezzogiorno]
Learco Saporito (Dc)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
[Ricerca scientifica]
 
Emilio Rubbi (Dc)
(1989 5 gen - 22 lug 1989)
 
Interno
A. Gava (Dc)
(1988 13 apr - 16 ott 1990)
Sottosegretari Saverio D'Aquino (Pli)
(1987 28 lug - 24 apr 1992)
Franco Fausti (Dc)
(1988 13 apr - 22 lug 1989)
Franco Fausti (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Giorgio Postal (Dc)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
Giancarlo Ruffino (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
V. Spini (Psi)
(1987 lug - apr 1992)
Esteri
G. Andreotti (Dc) 
(1983 4 ago - 22 lug 1989)
G. De Michelis (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Sottosegretari Susanna Agnelli (Pri)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
 
Gilberto Bonalumi (Dc)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
Ivo Butini (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Giovanni Manzolini (Psi)
(1988 13 apr - 22 lug 1989)
Claudio Lenoci (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Mario Raffaelli (Psi)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
Claudio Vitalone (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Difesa
V. Zanone (Pli)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
M. Martinazzoli (Dc)
(1989 22 lug - 27 lug 1990)
Sottosegretari Gaetano Gorgoni (Pri)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
Stelio De Carolis (Pri)
(1989 22 lug - 12 apr 1991)
Mauro Bubbico (Dc)
(1988 13 apr - 22 lug 1989)
Giuseppe Fassino (Pli)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Giuseppe Pisanu (Dc)
(1986 1° ago - 22 lug 1989)
C. Mastella (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Delio Meoli (Psi)
(1987 28 lug - 24 apr 1992)
Marina mercantile
G. Prandini (Dc)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
C.M. Vizzini (Psdi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Sottosegretari Filippo Fiorino (Psi)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
Giuseppe Demitry (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
  Giovanni Mongiello (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Tesoro
G. Amato (Psi)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
G. Carli (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Sottosegretari Tarcisio Gitti (Dc)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
Mauro Bubbico (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Carmelo Pujia (Dc)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
Luigi Foti (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Angelo Pavan (Dc)
(1988 13 apr - 24 apr 1992)
  Emilio Rubbi (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
M. Sacconi (Psi)
(1987 lug - mag 1994)
Finanze
E. Colombo (Dc)
(1988 13 apr - 22 lug 1989)
R. Formica (Psi) 
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Sottosegretari Stefano De Luca (Pli)
(1988 13 apr - 24 apr 1992)
  Dino Madaudo (Psdi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Carlo Merolli (Dc)
(1986 1° ago - 24 apr 1992)
C. Senaldi (Dc)
(1988 13 apr - 24 apr 1992)
Domenico Susi (Psi)
(1987 28 lug - 24 apr 1992)
Bilancio e Programmazione economica
A. Fanfani (Dc) 
(1988 13 apr - 22 lug 1989)
P.C. Pomicino (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Sottosegretari Giuseppe Demitry (Psi)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
Marte Ferrari (Psi)
(1989 22 lug - 12 apr 1991)
Emilio Rubbi (Dc)
(1988 13 apr - 5 gen 1989)
Angelo Picano (Dc)
(1989 5 gen - 24 apr 1992)
Partecipazioni statali
C. Fracanzani (Dc)
(1988 13 apr - 27 lug 1990)
Sottosegretari Giulio Santarelli (Psi)
(1987 28 lug - 2 mar 1989)
Sebastiano Montali (Psi)
(1989 2 mar - 24 apr 1992)
Commercio estero
R. Ruggiero (Psi)
(1987 28 lug - 12 apr 1991)
Sottosegretari Enrico Ermelli Cupelli (Pri)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
Paolo Del Mese (Dc)
(1987 lug - 12 apr 1991) ?
Alberto Rossi (Dc)
(1986 1° ago - 24 apr 1992)
  Claudio Lenoci (Psi)
(1988 13 apr - 22 lug 1989)
 
Agricoltura e foreste
C.A. Mannino (Dc)
(1988 13 apr - 27 lug 1990)
Sottosegretari Francesco Cimino (Psi)
(1987 28 lug - 12 apr 1991)
Giovanni Zarro (Dc)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
Alessandro Ghinami (Psdi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
  Romeo Ricciuti (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Industria, Commercio e Artigianato
A. Battaglia (Pri)
(1987 28 lug - 12 apr 1991)
Sottosegretari Paolo Babbini (Psi)
(1987 28 lug - giu 1992)
 
Ivo Butini (Dc)
(1988 13 apr - 22 lug 1989)
Franco Bonferroni (Dc)
(1989 22 lug - 12 apr 1991)
Gianni Ravaglia (Pri)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
Guglielmo Castagnetti (Pri)
(1989 22 lug - 12 apr 1991)
Nicola Sanese (DC)
(1988 13 apr - 22 lug 1989)
Giuseppe Fornasari (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Lavori Pubblici
E. Ferri (Psdi)
(1988 13 apr - 22 lug 1989)
G. Prandini (Dc)
(1989 22 lug 89 - 24 apr 1992)
Sottosegretari R. Costa (Pli)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
Francesco Curci (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Silvestro Ferrari (Dc)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
Francesco Nucara (Pri)
(1989 22 lug - 12 apr 1991)
Gualtiero Nepi (Dc)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
Ettore Paganelli (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Trasporti
G. Santuz (Dc)
(1988 13 apr - 22 lug 1989)
C. Bernini (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Sottosegretari Piergiovanni Malvestio (Dc)
(1988 13 apr - 22 lug 1989)
Gualtiero Nepi (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Angelo Gaetano Cresco (Psi)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
Giuseppe Lelio Petronio (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Alessandro Ghinami (Psdi)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
Giuseppe Santonastaso (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Lavoro e
Previdenza sociale
R. Formica (Psi)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
C. Donat Cattin (Dc)
(1989 22 lug - 12 apr 1991)
Sottosegretari Silvano Costi (Psdi)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
Gianpaolo Bissi (Psdi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Natale Carlotto (Dc)
(1988 13 apr - 22 lug 1989)
Graziano Ciocia (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Elio Fontana (Dc)
(1988 13 apr - 22 lug 1989)
Ugo Grippo (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Grazia e Giustizia
G. Vassalli (Psi)
(1987 lug - 2 feb 1991)
Sottosegretari Franco Castiglione (Psi)
(1987 28 lug - 24 apr 1992)
Francesco Cattanei (Dc)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
Giovanni Coco (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Mario D'Acquisto (Dc)
(1988 13 apr - 22 lug 1989)
Vincenzo Sorice (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Pubblica Istruzione
G. Galloni (Dc)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
S. Mattarella (Dc)
(1989 22 lug - 27 lug 1990)
Sottosegretari Beniamino Brocca (Dc)
(1987 28 lug - 24 apr 1992)
Giuliano Zoso (Dc)
(1988 13 apr - 22 lug 1989)
Saverio D'Amelio (Dc)
(1989 22 lug - mar 91)
Luigi Covatta (Psi)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
L. Fincato (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Savino Melillo (Pli)
(1987 28 lug - apr 1993)
Poste e Telecomunicazioni
O. Mammi (Pri)
(1987 mar - 12 apr 1991)
Sottosegretari Giuseppe Astone (Dc)
(1987 28 lug - giu 1992)
Vincenzo Sorice (Dc)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
Raffaele Russo (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
  Francesco Tempestini (Psi)
(1987 28 lug - 24 apr 1992)
Sanità
C. Donat Cattin (Dc)
(1986 1° ago - 22 lug 1989)
F. De Lorenzo (Pli)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Sottosegretari Mariapia Garavaglia (Dc)
(1988 13 apr - 24 apr 1992)
Elena Marinucci (Psi)
(1987 28 lug - 24 apr 1992)
Felice Contu (Dc)
(1988 13 apr - 22 lug 1989)
Paolo Bruno (Psdi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Turismo e spettacolo
F. Carraro (Psi)
(1987 lug - feb 1990)
Sottosegretari Antonio Muratore (Psi)
(1987 28 lug - 24 apr 1992)
Luigi Rossi di Montelera (Dc)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
Luciano Rebulla (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Beni culturali
V. Bono Parrino (Psdi)
(1988 13 apr - 22 lug 1989)
F. Facchiano (Psdi)
(1989 22 lug - 12 apr 1991)
Sottosegretari
Gianfranco Astori (Dc)
(1987 28 lug - giu 1992)
  Luigi Covatta (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Ambiente
G. Ruffolo (Psi)
(1987 28 lug - giu 1992)
Sottosegretari Anna Gabriella Ceccatelli (Dc)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
Piero Mario Angelini (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Università
e Ricerca Scientifica
A. Ruberti (Ds)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
[ad interim]
A. Ruberti (Ds)
(1988 apr - 24 apr 1992)
Sottosegretari   Learco Saporito (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
  Giuliano Zoso (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Ministri senza portafoglio
Affari regionali
e Problemi istituzionali
A. Maccanico (Pri)
(1988 13 apr - 12 apr 1991)
Affari speciali
R. Russo Jervolino
(1987 28 lug - 24 apr 1992)
Coordinamento Politiche comunitarie
A. La Pergola (Indip. area Psi-Psdi)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
P.L. Romita (Uds)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Coordinamento della Protezione Civile
V. Lattanzio (Dc)
(1988 13 apr - 12 apr 1991)
Ricerca scientifica
A. Ruberti (Ds)
(1988 13 apr - 22 lug 1989)
 
Funzione pubblica
P.C. Pomicino 
(1988 13 apr - 22 lug 1989)
R. Gaspari (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Interventi straordinari per il Mezzogiorno
R. Gaspari (Dc)
(1988 13 apr - 22 lug 1989)
R. Misasi (Dc)
(1989 22 lug - 26 lug 90)
Problemi delle Aree Urbane
C. Tognoli (Psi)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
Carmelo Conte (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Rapporti con il Parlamento
S. Mattarella (Dc)
(1987 28 lug - 22 lug 1989)
E. Sterpa (Pli)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
 

Repubblica Italiana

1989
Gennaio
3
, Venezia, G.I. dr. Felice Casson (RG. 347/87) sentenza ordinanza contro Morin Marco + 29.
[Strage di Peteano (31 maggio 1972).]

Febbraio
18-22
, Roma, XVIII° Congresso nazionale della Dc: A. Forlani viene eletto segretario del partito;

Marzo 

Aprile
22
, Vicenza, parte la prima inchiesta della magistratura contro il VFS.

Maggio
13
-16, Milano, XLV Congresso nazionale del Psi;

Giugno
18
, Elezioni Europee.

Luglio
cade il "governo De Mita", travolto dai contrasti tra le correnti interne democristiane e da un elevato tasso di conflittualità tra la Dc il Psi;
dopo 66 giorni di crisi,il nuovo "governo Andreotti", ancora di pentapartito [con una sfilza di sottosegretari iscritti alla P2],  si fonda sul reciproco accordo tra B. Craxi e A. Forlani, il nuovo segretario della Dc;

Agosto

Settembre

Ottobre

Novembre

Dicembre
6
, nell'ambito dell'indagine sui depistaggi successivi alla strage di Peteano, il magistrato padovano Felice Casson ha in calendario l'audizione del gen. Pasquale Notarnicola, ex capo della I Divisione del Sismi (Il vecchio Reparto D del gen. Maletti).
Quello che dovrebbe essere un interrogatorio di prassi in vista della chiusura dell'inchiesta, si trasforma nell'innesco che porterà all'esplosione del caso "Gladio". Che nel 1978 ecc.
Felice Casson convoca quindi l'amm. Fulvio Martini, capo del Sismi, per chiedergli delucidazioni sull'esistenza di nascondigli segreti di armi nella disponibilità del Sid (ex Sifar).

Lega Lombarda: al parlamento europeo sono eletti altri due rappresentanti leghisti e la Lega ottiene l'8% dei voti.

Bolzano, nella pubblica amministrazione entrano in vigore le norme circa la parificazione delle lingue tedesca, italiana e ladina.

Elezioni regionali in Sardegna.
1989
PARTITI
Riferimento: Elezioni politiche 1987
Seggi
Camera Senato
Dc (Democrazia cristiana)

- Segretario:
. C. De Mita (30.06.1986 - 22.02.1989)
. A. Forlani (22.02.1989 - 12.10.1992)
- Capo del gruppo parlamentare: ? (?-?)


Pli (Partito liberale italiano)    
-
Pri (Partito repubblicano italiano)
-
Pr (Partito radicale)
-
-
Svp (Südtiroler Volkspartei - Part. popolare sudtirolese)
-
Totale
Pci (Partito comunista italiano)

- Presidente: L. Longo (1973-?)
- Segretario: E. Berlinguer (1973-?)





Psi (Partito socialista italiano)


Psdi (Partito socialista democratico italiano)
-
Totale
Msi (Movimento sociale italiano)

-

Democrazia nazionale    

-

Totale
Totale Seggi
Note:

 

VFS
(Veneto Fronte Skinheads)

«segue da 1986»

1989
con fortune alterne, del gruppo comincia ad occuparsi anche la magistratura;
«segue 1990»

 

 



 


CAMPANIA (Camorra)

1989

Gennaio
6
, Sarno, sulconfine delle province di Napoli e Salerno, sono assassinati due cuginialla lontana delnuovo sindaco di Quindici, Mario (28enne) e Valentino (21enne) Graziano;
9, Trecase, un killer uccide Raffaele Di Costanzo, il costruttore edile di Torre Annunziata che a novembre aveva raccontato agli inquirenti storie di estorsioni e di tangenti;

Febbraio
congresso nazionale democristiano;

Aprile
si stanno per spendere 400 Mdi di lire per la costruzione della Disneyland di Afragola e quasi 10.000 Mdi di lire per le grandi infrastrutture che, con la legislazione straordinaria del terremoto, la Regione Campania ha appaltato nell'area metropolitana.
La camorra, che secondo il giudice istruttore Paolo Mancuso non conosce gerarchie verticali, né strutture articolate, assedia gli Enti locali, se ne impossessa, controlla ogni flusso finanziario, ogni rivolo di spesa, è pronta ad affrontare la sua terza guerra in dieci anni.
Più di 60 omicidi solo nei primi quattro mesi.

Fonti:
Giampaolo Pansa, Il Malloppo, Rizzoli 1989.



CALABRIA ('ndrangheta o mafia calabrese)

1989

Unico deputato repubblicano, da giugno 1983, della Calabria: Francesco Nucara (Pri);

Gennaio
14
, durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario, il nuovo procuratore generale della Corte d'Appello di Catanzaro, Saverio Cavalcanti, dichiara che è ormai risaputo che gli organici dell'amministrazione giudiziaria sono uguali a quelli esistenti nella regione al tempo dei Borboni, nel Regno delle Due Sicilie (come del resto lo aveva ribadito l'anno precedente il suo predecessore) ma ora queste misere forze si sono ulteriormente ridotte:
- 35 giudici,
- 93 cancellieri,
- 30 ufficiali giudiziari,
- 15 tra commessi e autisti.

Processi pendenti:
- penali: 42.457 (+ 2336 rispetto al 1987)
- civili: 84.443 (+ 3093 rispetto al 1987)

Alla fine del mese, il presidente della Commissione Antimafia Gerardo Chiaromonte, il suo vice Maurizio Calvi (Psi), senatore di Latina, e altri commissari scendono a Reggio Calabria.

Febbraio
2
, nel rione Gallico, mentre la Commissione Antimafia sta incontrando i giudici di Reggio, Palmi e Locri, avviene un primo delitto, con due morti, nel rione Gallico;
3, un secondo delitto avviene nel quartiere di Mosorrofa, mentre la Commissione Antimafia sta ascoltando la giunta e il consiglio regionale; si tratta di un impresario edile, Demetrio Sorgonà (34 enne), con precedenti per abusivismo edilizio ma non compreso tra i mafiosi schedati;
[forse colpevole di aver sposato la nipote di un presunto boss mafioso, Sebastiano Nicolò, al momento in carcere con una condanna per omicidio.]
in tutto gli assassini sono, compresi questi ultimi tre, già 19.
Al suo ritorno a Roma, la Commissione Antimafia rileva come almeno l'80% delle attività economiche della provincia di Reggio possa considerarsi "sottomesso al dominio e allo sfruttamento della delinquenza organizzata"; non si tratta di semplici tangenti ma del controllo strategico delle aziende;

Aprile
24
, Reggio Calabria, viene arrestato, su mandato di cattura del giudice istruttore di Locri, Nicola Gratteri, l'avv. Giovanni Palamara (Psi), ex sindaco socialista di Reggio (fino all'autunno del 1985), assessore regionale alla forestazione nella giunta di sinistra calabrese;
l'accusa è di concorso in peculato, interesse privato ed omissione d'atti d'ufficio… per un semplice appalto da circa 800 Mni di lire per la costruzione di un laghetto artificiale a Sant'Agata del Bianco, un paese dell'Aspromonte non lontano da Locri; un appalto che la giunta precedente, di centrosinistra, aveva concesso nel 1986 all'impresa di Giuseppe Galluccio;
25, la giunta rossa regionale calabrese cade travolta dall'arresto dell'avv. Giovanni Palamara;
[la stessa giunta di sinistra aveva inviato un ricco dossier alla Procura delal Repubblica di Catanzaro, all'Alto Commissario antimafia Domenico Sica e al presidente della Commissione Antimafia Gerardo Chiaromonte, sollecitando una task-force di inquirenti per poter eliminare il marcio nel settore della forestazione, puntanto la propria attenzione sugli uffici e sugli enti della provincia di Reggio e sollecitando indagini su lavori senza rendiconto per circa 1500 Mdi di lire, quasi certamente finiti nelle casse della mafia.]

Maggio
Reggio Calabria, in attesa delle elezioni comunali, al Palazzo di giustizia il giudice istruttore Vincenzo Macrì che ha condotto con Antonio Lombardo un'inchiesta contro le cosche, ha sul suo tavolo copia della sentenza di rinvio a giudizio di 191 uomini della 'ndrangheta;
da tredici anni monsignor Aurelio Sorrentino (autore di del libro Del mio popolo non tacerò) è l'arcivescovo di Reggio Calabria;
18
, viene ucciso Bruno Fortugno, consigliere circoscrizionale del Pri (incensurato nipote di don Ciccio Serraino, detto il "re dell'Aspromonte");
28/29
, rinnovo del Consiglio Comunale di Reggio Calabria;
ad Archi (30 persone assassinate negli ultimi dodici mesi):
- il Pli passa dall'1,6% dei voti al 7,3% [media cittadina: 5,4%],
- il Pri passa dal 6,4% al 10,8% [media cittadina: 8,9%];

Giugno
2
, il deputato Francesco Nucara (Pri), sdegnato per un rapporto dei carabinieri, finito sulle pagine di «Repubblica» (Giuseppe D'Avanzo), che lo indica come il candidato d'un gruppo di cosche, dichiara che farà denuncia contro ignoti;

Fonti:
Giampaolo Pansa, Il Malloppo, Rizzoli 1989.






 


OVEST
-
-
-
-

1989

-

 


 

DOMINION OF CANADA
[Aggiunta alle altre province britanniche nel 1763, include la regione sulle due rive del fiume San Lorenzo grossolanamente delimitate da Anticosti a est e il Lago Nipissing a ovest.
Dal 7 nov 1763 la provincia (ex Canada francese) è stata divisa formalmente in tre distretti: Québec, Trois-Rivières, Montréal.
Nel 1791 la provincia è stata separata in due parti:
Basso Canada (francofoni) e Alto Canada (lealisti).
Nel 1841, con l'Act of Union sono stati nominati due primi ministri ma Canada Est e Canada Ovest continuano ad andare ognuna per la sua strada. Il sistema dura ben 25 anni (1842-67).
Nel 1867, 1° luglio, nasce ufficialmente la confederazione: Dominion of Canada.]
Dal 1931, nonostante lo «statuto di Westminster», in pratica il Foreing Office britannico continua a rappresentare il Dominion in quasi tutte le nazioni del mondo e formalmente i canadesi continuano ad essere cittadini britannici, fino all'approvazione della legge sulla cittadinanza nel 1946.
Dal 1° gennaio 1947, in base al Canadian Citizenship Act, i canadesi diventano a pieno titolo cittadini del loro paese.
Governatore generale
Jeanne-Mathilde Sauvé
(1984 - 1989)
Ramon J. Hnatyshyn
(1989 - 1994)
Primo ministro
Martin Brian Mulroney
I
(1984 - 1989)
[conservatore]
Martin Brian Mulroney
II
(1989 - giu 1993)
[conservatore]
Ministro degli Esteri
-

1989
Marzo
31
, Francia e Canada raggiungono un accordo sui diritti di pesca al largo di Terranova e di Saint-Pierre e Miquelon, fissando la quota che i pescherecci francesi possono pescare in acque canadesi e affidando a un tribunale internazionale l'incarico di stabilire entro tre anni i confini marittimi tra i due paesi;

Novembre
la caduta del muro di Berlino segna la fine della Guerra Fredda.

QUÉBEC
Primo ministro della provincia
Robert Bourassa
(1985 - 1994)
[PLQ (Parti libéral du Québec)]
Sindaco di Montréal
-
Arcivescovo di Montréal
Paul-Émile Léger
(? - ?)
Arcivescovo di Québec
-

1989
Settembre
25
, si svolgono le elezioni provinciali;

Elezioni provinciali
 
%
seggi
. Robert Bourassa
[PLQ (Parti libéral du Québec) o Quebec Liberal Party]
49.95
92
. Renè Lévesque
[PQ (Parti Québécois) - Partito quebecchese]
40,16
29
. Robert Libman
[EP (Equality Party) - ]
-
4
Totale seggi
 
125
- Una nuova formazione, l'EP (Equality Party) di Robert Libman, ottiene 4 seggi canalizzando il malcontento della minoranza anglofona, il cui voto era sempre stato appannaggio dei liberali.

 

 

 

 


 

 

ONTARIO
-
-

1989

-

 

 


NEW BRUNSWICK
-
-

1989

-

NOVA SCOTIA
-
-

1989

-

MANITOBA [dal 1870]
-
-

1989

-


BRITISH COLUMBIA [dal 1858]
[nel 1866 ha incorporato l'Isola di Vancouver e dal 1871 fa parte della confederazione.]
Primo ministro della provincia
-

1989

-

 

ISOLA DEL PRINCIPE EDOARDO
[Dal 1873 fa parte della confederazione.]
Primo ministro della provincia
-

1989

-

 

TERRITORIO DELLO YUKON [creato nel 1898]
   
1989
-
ALBERTA [creata nel 1905]
Primo ministro della provincia  
1989
-
SASKATCHEWAN [creata nel 1905]
Primo ministro della provincia  
1989
-
TERRANOVA
- 1867-1934, rimane Dominion autonomo.
- 1934-mar 1949, torna allo status di colonia dipendendo interamente dalla Gran Bretagna sul piano politico ed economico;
- 1949, 1 ° aprile, diventa la X provincia del Dominion del Canada.
Primo ministro della provincia
-

1989
-
Il nuovo primo ministro liberale Clyde Wells ritira la ratifica all' "accordo di Meech Lake" firmato dal suo predecessore.

 

[Luca Codignola-Luigi Bruti Liberati, Storia del Canada, Bompiani 1999.]

 

 
1989
U.S.A.
(Stati Uniti d'America)
- Presidente
G.H.W. Bush
(1989 - 1992)
- 41° -

- Vicepresidente

?
(
1989 - ?)

- Segretario di Stato

?
(1989 - ?)
[Partito repubblicano]
1989
-


FBI
(Federal Bureau of Investigation)
- Direttore: C.M. Kelley (1973-?)
1989
-
CIA
(Central Intelligence Agency)
- Agenzia centrale d'informazione -
- Direttore: ? (?-?)
1989
-





1989
GRANDI ANTILLE
- Presidente del consiglio di stato
Fidel Castro Ruz
(1959 - 2007)
[capo dello stato e primo ministro]
Partito unico: Partito comunista cubano.
[confermato dalla nuova costituzione in vigore dal 1976, e poi nel 1981;
nel febbraio 1986 viene effettuato un grande rinnovamento del comitato centrale del partito ma il presidente viene confermato nella sua carica.]
1989
Luglio
13
, il gen. Arnaldo Ochoa, accusato di traffico di droga con destinazione gli Stati Uniti, viene condannato a morte dalla corte marziale e giustiziato insieme con diversi altri ufficiali; il fatto si inserisce in un contesto caratterizzato dalla volontà del presidente di opporsi alla linea riformista patrocinata da M.S. Gorbaciov;
- Capo del consiglio di governo
gen. Prosper Avril
(1988 set - mar 1990)
[una nuova costituzione (approvata il 29 marzo 1987, abrogata e poi ripristinata nel 1988) ha istituito una repubblica di tipo presidenziale]
1989
Aprile
2
, in seguito a un tentato colpo di stato militare, il presidente proclama lo stato d'emergenza;
8, la ribellione viene stroncata;

- Presidente della repubblica
Joaquín Balaguer
(1986 - 1990)
[PRSC]
PRSC (Partido reformista social cristiano)
[di destra]
1989
[Inflazione galoppante (55%), disoccupazione in aumento (29%), crisi finanziaria, frequenti interruzioni nell'erogazione dell'acqua e dell'energia elettrica]

Settembre
viene sospeso il pagamento del debito commerciale;
- Primo ministro
Edward Seaga II
(1983 - feb 1989)
[JLP]
Michael Manley
(1989 feb - mar 1992)
[PNP]
[JLP (Partito laburista della Jamaica), conservatore.]
1989
Febbraio
le elezioni vedono la sconfitta di Edward Seaga che viene sostituito da Michael Manley del PNP (Partito nazionale del popolo), socialdemocratico;
non muta tuttavia la politica economica che prevede tra l'altro lo sviluppo del settore privato;

Luglio
il FIM (Fondo monetario internazionale) avvia un nuovo piano economico (il precedente, firmato nel 1988, non ha potuto essere realizzato a causa dell'uragano Gilbert);

Settembre
il dollaro giamaicano viene svalutato;


1989
Estados Unidos Mexicanos
(Stati Uniti del Messico)
[repubblica federale]
- Presidente della repubblica federale
Carlos Salinas de Gortari
(1988 dic - 1994)
[PRI (Partido Revolucionario Institucional)]
- Ministro dell'interno
?
(? - ?)
[dal 1953 è stato concesso il voto alle donne;
la scena politica è dominata da due partiti:
- PRI (Partido Revolucionario Institucional);
- PAN (Partido de Acción Nacional);
una nuova legge elettorale, in vigore dal 1979, permette anche ai partiti di sinistra di partecipare alle elezioni legislative.]

1989
Luglio
il PRI viene sconfitto per la prima volta in 60 anni in un'elezione regionale, nello stato della Baja California Norte;

Agosto
il PRI propone un programma di riforma elettorale;

Ottobre
17
, la Camera approva il programma di riforma elettorale;






1989
Repubblica dell'America centrale
(1921)
- Presidente
-
1989

-



1989
República de Guatemala
[formalmente indipendente dal 1847]
- Presidente
Mario Vinicio Cerezo Arevalo
(1985 - 1990)
[PDCG]
[PDCG (Partido democracia cristiana guatemalteca), riformista.]
nuova costituzione dal 1985
1989
mentre continuano le azioni di guerriglia dell'URNG (Unidad revolucionaria nacional guatemalteca), una coalizione comprendente sostenitori della democrazia, dei diritti dell'uomo e dei sindacati, così come l'attività degli squadroni della morte, di estrema destra, tutt'altro che tranquillo appare l'esercito: tre tentativi di colpo di stato nel 1987 e 1988; la violenza aumenta in vista delle elezioni presidenziali del 1990;


1989
- Presidente
José Napoleón Duarte
(1984 - mag 1989)
[PDC]
Alfredo Cristiani
(1989 giu - apr 1994)
[ARENA]
PDC (Partido Democráta Cristiano)
1989
Marzo
19, le elezioni presidenziali vengono boicottate dal FMNL (Frente Farabundo Martí de Liberación Nacional) che impone uno sciopero dei trasporti impedendo a quasi metà della popolazione di recarsi alle urne e prosegue intanto nelle operazioni contro obiettivi militari: il bilancio degli scontri avvenuti nel corso della giornata è di 43 morti;

 
Elezioni presidenziali
 
%
. Alfredo Cristiani
ARENA (Alianza republicana nacionalista)
[estrema destra ]
53,82
. ? *
PDC (Partido Democráta Cristiano)
36,03
. ?
Convergencia democratica
[coalizione dei tre partiti della sinistra non comunista]
3,88
* José Napoleón Duarte non si è candidato in quanto gravemente ammalato;



Giugno
, entra in carica il nuovo presidente Alfredo Cristiani;

Settembre
15
, i rappresentanti del governo e del FMLN firmano un accordo a Città del Messico che fissa un calendario di incontri "in vista di un cessate il fuoco";

Ottobre
31
, una bomba distrugge la sede della Federazione nazionale dei lavoratori, un sindacato considerato vicino alla guerriglia, uccidendo 10 persone;

Novembre
2
, il FMLN sospende i colloqui con il governo;
11, il FMLN lancia un'offensiva generale;
12, viene proclamato lo stato d'assedio; i ribelli resistono alla controffensiva lanciata dall'esercito, i cui aerei bombardano le posizioni tenute dai guerriglieri nella capitale e nei suoi sobborghi popolari;
16, San Salvador, l'uccisione di sei gesuiti provoca una profonda emozione nel paese e all'estero; la responsabilità è attribuita agli "squadroni della morte" gruppi paramilitari legati agli ambienti di estrema destra dell'esercito e del partito ARENA al potere;
22, il FMLN chiede che venga dichiarato un cessate il fuoco sotto la supervisione dell'ONU – proposta rifiutata dal presidente Alfredo Cristiani – e la ripresa dei negoziati;
i combattimenti provocano più di 2000 vittime, tra cui centinaia di civili;


1989
Honduras
- Presidente
-
-
[dal 1951 il paese è inserito (carta di San Salvador) nella "Organizzazione degli stati dell'America Centrale".]
1989
-
Belize [Honduras Britannico]
[dal 1964 la colonia britannica gode dell'autonomia interna.]
1989
l'indipendenza, rivendicata dal People's United Party, partito di governo, è ritardata dalle rivendicazioni annessionistiche che sul paese avanzano il Guatemala e il Messico;


1989
- Presidente
Anastasio Somoza [Tachito]
(1967 - ?)
[dal 1937 le forze guerrigliere si oppongono alla dittatura della famiglia Somoza la quale poggia sulla "guardia nacional", una sorta di milizia pretoriana, armata e organizzata dagli Stati Uniti fin dall'insurrezione di A.C. Sandino.]
1989
l'opposizione è rappresentata da una coalizione di partiti clandestini e dal Fronte di liberazione nazionale sandinista, che conduce la lotta armata;

1989
- Presidente della repubblica
D. Oduber Quirós
(1974 - ?)
[riformista]
1989
la vita politica finora non ha conosciuto né violente pressioni dei militari né gravi traumi sociali grazie a uno sviluppo del reddito nazionale a livelli proporzionalmente più elevati che in altri paesi dell'America centrale;

1989
República de Panamá
(indipendente dal 1903)
- Presidente della repubblica
Manuel Solís Palma
(1988 feb - 1989)
[ad interim]
Guillermo Endara
(1989 dic - ?)
- Capo del governo
-
Manuel Antonio Noriega Morena
(1989 dic - ?)
[dal giugno 1983 il potere reale continua ad essere esercitato dalle forze armate, sotto il comando di Manuel Antonio Noriega Morena.]
1989
Maggio
7
, le elezioni si svolgono in un clima di violenza e quando si profila la vittoria di Guillermo Endara, leader dell'opposizione sostenuto dagli Stati Uniti, vengono annullate;
mentre l'OAS (Organizzazione degli Stati Americani) si impegna in una difficile opera di mediazione, Manuel Antonio Noriega Morena forma un governo di transizione;
la tensione con gli Stati Uniti cresce;

Dicembre
15
, l'assemblea nomina Manuel Antonio Noriega Morena capo del governo e dichiara il paese in stato di guerra con gli Stati Uniti;
20, gli Stati Uniti intervengono con 24.000 uomini impegnati nell'operazione battezzata "Giusta causa", mentre Guillermo Endara presta giuramento come capo dello stato;
Manuel Antonio Noriega Morena si rifugia nell'ambasciata vaticana;

 



1989
- Presidente
Virgilio Barco Vargas
(1986 - 1990)
[Partido liberal]
[dopo l'accordo di pace, nel 1984 il FARC (Fuerzas armadas revolucionarias de Colombia) ha fondato un suo partito, UP (Unión patriótica), la guerriglia invece continua ancora ad opera di altri gruppi, in particolare quello noto come M-19 (estremisti populisti).
Due rimangono i gravi problemi del paese:
- la violenza politica: continuano gli attacchi della guerriglia, in particolare del gruppo M-19 (estremisti populisti), e le violenze degli squadroni della morte;
- il narcotraffico: la lotta contro il narcotraffico si svolge tra molte contraddizioni: viene creato un corpo di guardie speciali.]
1989
Agosto
18
, i sicari dei narcotrafficanti uccidono il senatore Luis Carlos Galán, grande favorito per le elezioni presidenziali del 1990;
il presidente annuncia il ripristino del trattato di estradizione con gli Stati Uniti per i narcotrafficanti;
19, la polizia arresta più di 10.000 persone;
24, i "signori della droga" dichiarano "guerra totale" al governo;
il presidente raccoglie la sfida, sostenuto dagli Stati Uniti che stanziano un aiuto di 65 milioni di dollari;

1989
[dal 1973 il paese è entrato nel "patto andino" e dal 1978 nel patto amazzonico.]

- Presidente della repubblica

Carlos Andrés Pérez
(1989 feb - ago 1993)
[AD (Acción democrática)]
1989
Febbraio
2
, il neoeletto presidente, il socialdemocratico Carlos Andrés Pérez, entra ufficialmente in carica;
27, la decisione del governo di aumentare il prezzo del carburante e di altri generi provoca gravissimi disordini in tutto il paese. Viene imposto il coprifuoco, e i morti sono da 300 a 500 (246 secondo le fonti ufficiali).
Intanto le difficoltà legate all'applicazione di un programma economico di stampo liberale suscitano un profondo malessere sociale che si diffonde anche negli ambienti militari.


1989
República del Ecuador

- Presidente della repubblica

Rodrigo Borja Cevallos
(1988 - 1992)
[ID (Izquierda democrática)]
[il protocollo di Rio de Janeiro non ha delimitato con precisione la linea di confine, nella zona della cordigliera del Cóndor;
dalla conferenza di Rio de Janeiro il paese dipende sempre più dagli Stati Uniti che hanno ottenuto anche la cessione di basi militari.]
1989
Settembre
viene firmato un accordo con il FMI (Fondo monetario internazionale);


1989
(Repubblica indipendente dal 1827)

- Presidente della repubblica

gen. F. Morales Bermúdez
(1975 ago - ?)
1989
-


1989

- Presidente della repubblica

Víctor Paz Estenssoro
(1985 - 1989)
[MNR]
Jaime Paz Zamora
(1989 - 1993)
[MIR]
MNR (Movimento nazionalista rivoluzionario)
1989
Maggio
7
, si svolgono le elezioni presidenziali, e poiché nessun candidato ottiene la maggioranza richiesta, il presidente deve essere designato dal congresso fra i tre candidati che hanno ottenuto più voti:

 
 
%
. Gonzalo Sánchez de Lozada
[MNR (Movimento nazionalista rivoluzionario) ]
23,07
. Hugo Bánzer Suárez
[ADN (Azione democratica nazionalista)]
22,70
. Jaime Paz Zamora
[MIR (Movimento della sinistra rivoluzionaria)]
19,64
 
 


Agosto
5
, viene nominato presidente Jaime Paz Zamora, grazie a un'alleanza senza precedenti tra il MIR e l'estrema destra di Hugo Bánzer Suárez.



1989

- Capo dello Stato

gen. A. Pinochet Ugarte
(1974 giu - mar 1990)
[una nuova costituzione fissa al 1989 il ritorno a un governo civile; intanto nel 1986 è stato reintrodotto lo stato d'assedio.]
1989
Ottobre
si svolge il plebiscito con cui i cileni sono chiamati a decidere se rinnovare la carica al gen. A. Pinochet Ugarte per altri 8 anni o se indire le elezioni per il 1989: il 54% degli elettori sceglie le elezioni contro un 43% favorevole al generale;


1989
[I conflitti etnico sociali oppongono:
- PPP (People's Progressive Party), maggioranza indiana, marxista;
- PNC (People's National Congress), consistente minoranza nera, socialista, al potere dal 1964
- UF (United Force), minoranza bianca.]

- Presidente della repubblica

Desmond Hoyte
(1985 - 1992)
[PNC]

- Primo ministro

Hamilton Green
(1985 - 1992)
[PNC]
[PNC (People's National Congress), al potere dal 1964.]
1989
Sono riprese dall'anno precedente le trattative con il FMI (Fondo monetario internazionale).


 



1989
Republiek van Suriname
(indipendente dal 1975)
[Contrasti razziali tra:
- NPK (Alleanza nazionale dei partiti), formazione di maggioranza appoggiata dalla popolazione nera e meticcia;
- PRP (Partito riformista progressista), appoggiato dalla popolazione di origine asiatica;
crescente opposizione, anche armata, dei bush-negroes, i discendenti degli schiavi fuggitivi che accusano le nuove autorità di non rispettare i diritti riconosciutigli dall'amministrazione olandese.]

- Presidente

Ramsewak Shankar
(1988 - 1991)

- Primo ministro

Henck Harron
(1988 - 1991)
[il col. Dési Bouterse ha assunto la guida di un consiglio militare incaricato di garantire il passaggio alla democrazia.]
1989
Luglio
21
, a Kourou (Guyane Française) il governo conclude un accordo con la resistenza dei bush-negroes guidati da Ronnie Brunswijk; l'accordo, che garantisce a costoro la gestione dell'ordine pubblico nel loro territorio, che verrà abbandonato dall'esercito, suscita preoccupazione tra le popolazioni indiane, che si sentono minaccciate dal riavvicinameto e compiono atti di terrorismo.
La pace di Kourou del resto viene rifiutata dall'esercito.



1989
[dal 1946 integrata alla metropoli come dipartimento d'oltremare;
dal 1966 ha assunto una rilevante importanza strategica in seguito alla creazione di un centro spaziale lungo la fascia litoranea tra Kourou e Sinnamary. ]

- Governatore

?
(? - ?)
1989
-


1989

- Presidente

José Sarney
(1985 - feb 1990)
[PMDB]
[PMDB (Partito del movimento democratico brasiliano)]
1989
Dicembre
17
, si svolgono le elezioni presidenziali, le prime a suffragio diretto che vedono in lizza al primo turno 21 candidati;
al secondo turno vince, col 53% dei voti, il candidato populista di destra Fernando Collor de Mello, superando il candidato del Partito dei lavoratori Luiz Inacio da Silva [Lula], il cui 47% dà comunque la misura del peso dell'opposizione di sinistra;


1989

- Capo dello stato

gen. Alfredo Stroessner Mattiauda
(1954 - 1989)
[Partido colorado]
gen. Andrés Rodríguez
(1989 mag - ?)
[Partido colorado]
[nominato presidente a vita con la nuova costituzione del 1978, pur perseguendo la repressione dei partiti d'opposizione, i privilegi per i ceti più ricchi ed enormi spese militari, si impegna in importanti riforme rivolte alle classi povere rurali, nella diffusione dei servizi pubblici e nella stabilizzazione dell'economia.]
[dopo il golpe, solo nel 1987 ha posto fine allo stato d'assedio.]
1989
Febbraio
2
, il presidente viene rovesciato da un sollevamento armato guidato dal suo ex braccio destro, il gen. Andrés Rodríguez;

Maggio
, si svolgono le prime elezioni libere dal 1925: il gen. Andrés Rodríguez viene eletto alla presidenza per quattro anni con il 74,18% dei voti, contro poco più del 18% del suo avversario Domingo Laino, candidato del PLRA (Partido liberal radical auténtico), centrosinistra;
il Partito colorado conserva la maggioranza dei seggi sia alla camera sia al senato;


1989

- Presidente

Raúl Alfonsin
(1983 - lug 1989, dim.)
[UCR (Unión Civica Radical)]
Carlos Saúl Menem
(1989 lug - 1999)
[Partito giustizialista]
[continua il suo lavoro la commissione d'inchiesta sui desaparecidos: dal 1976 al 1983, le tre giunte militari hanno fatto "sparire" forse 30.000 oppositori.]
1989
Gennaio
23
, un gruppo armato di estrema sinistra attacca una caserma nei dintorni di Buenos Aires: nei combattimenti perdono la vita 37 persone, tra cui 28 dei 40 membri del commando;
il presidente annuncia la creazione di un consiglio di sicurezza nazionale destinato a lottare contro la sovversione;

Maggio
14
, si svolgono le elezioni presidenziali vinte dal candidato giustizialista Carlos Saúl Menem col 49,2% dei voti contro il 36,9% del suo principale avversario Eduardo Angeloz, candidato dell'UCR (Unión Civica Radical);
quest'ultima perde anche le contemporanee elezioni per il rinnovo della camera: tornano al potere i peronisti del Partito giustizialista;

Luglio
8
, Raúl Alfonsin passa i poteri a Carlos Saúl Menem con cinque mesi di anticipo rispetto alla scadenza del suo mandato;

Ottobre
7
, Carlos Saúl Menem concede l'amnistia ai militari e ai civili accusati di violazione dei diritti dell'uomo durante la dittatura, nonché ai guerriglieri d'estrema sinistra: ne fruiscono:
- 39 militari (tra cui i tre comandanti in capo della guerra delle Malvine),
- 64 guerriglieri,
- 174 persone implicate negli ammutinamenti del 1987 e del 1988;
ne restano invece esclusi i generali già condannati e il capo dei Montoneros (guerriglieri di ispirazione peronista) Mario Firmenich;



Patagonia
1989
-

1989
- Presidente
Julio María Sanguinetti
(1985 - 1989)
[Partido colorado]
[Partido colorado, centrosinistra.]
1989
Aprile
16
, il referendum respinge con il 53% dei voti l'abrogazione della legge di amnistia voluta dal presidente nel 1986 in nome della riconciliazione nazionale;
il risultato porta all'abbandono definitivo di ogni azione giudiziaria contro circa 200 poliziotti e militari;

Novembre
26
, si svolgono le prime elezioni completamente libere dopo la fine della dittatura;
il candidato del Partito blanco Luis Alberto Lacalle vince le presidenziali superando Jorge Battle del Partido colorado al potere;
le contemporanee elezioni politiche non gli assegnano però la maggioranza in parlamento;




 
1989
Mongolia
(Repubblica popolare)
- Capo dello stato e Segretario del PRPM
Jambyn Batmönh
(1985 - 1990)
[dal 1921 la vita politica è dominata dal partito unico comunista, il PRPM (Partito rivoluzionario del popolo)]
1989
-

1989
CINA
Repubblica Popolare Cinese

- Capo dello stato

Li Xiannan
(1982 - 1993)

- Primo ministro

Li Peng
(1987 nov - ?)
[ad interim]
- presidente del PCC
Yang Shangkun
(1988 -?)
- segretario generale del PCC
Zhao Ziyang
(1987 gen - giu 1989)
Jiang Zemin
(1989 giu - ?)
- presidente della commissione militare centrale del governo
Deng Xiaoping
(1981 - nov 1989)
Jiang Zemin
(1989 nov - ?)
[dal 1977 Deng Xiaoping ha avviato un moderno socialismo, indirizzato verso lo sviluppo economico;
nel 1982 ha lanciato la sua politica di "rivoluzione, svecchiamento, intellettualizzazione, professionalizzazione" del partito.]
Nuova costituzione dal 1982.

1989
Aprile
15
, la morte del riformatore Hu Yaobang provoca a Pechino una mobilitazione degli studenti;
17, gli studenti si riuniscono in piazza Tien An Men per chiedere la sua riabilitazione postuma e un'accelerazione delle riforme;
27, il centro della città è invaso da centinaia di migliaia di manifestanti che scandiscono slogan a favore della democrazia.
È la più grande manifestazione antigovernativa degli ultimi 40 anni.

Maggio
13
, gli studenti iniziano uno sciopero della fame, sostenuti da centinaia di migliaia di cittadini;
15
, Michail Gorbacev giunge in visita a Pechino;
17-18, la folla, che supera ormai il milione di persone, ostacola il regolare svolgimento della storica visita del presidente sovietico; compaiono striscioni che chiedono il ritiro di Deng Xiaoping e la rimozione del primo ministro Li Peng;
19, Zhao Ziyang si presenta agli studenti con proposte di dialogo;
20, Li Peng proclama la legge marziale, ma molti cittadini si schierano per impedire l'entrata dell'esercito nella capitale;
23, dopo un'ultima grande manifestazione la mobilitazione degli studenti sembra indebolirsi; i partigiani della linea dura sostengono Deng Xiaoping e Li Peng; secondo informazioni non confermate Zhao Ziyang sarebbe agli arresti domiciliari;
29, piazza Tien An Men (Tiananmen), gli studenti innalzano una statua della Libertà in polistirolo, ribattezzata Dea della Democrazia.
Inizia una dura repressione.

Giugno
3/4
, nella notte l'esercito interviene duramente con mitragliatrici e carri armati, sparando sulla folla. I carri armati del 27° corpo d'armata entrano nella piazza Tien An Men travolgendo tutto ciò che trovano sulla loro strada. Le raffiche di mitragliatrice falciano i manifestanti che tentano di avvicinarsi alla piazza. La violenza della repressione contro una folla disarmata provoca grandi manifestazioni anche in altre città cinesi, in particolare a Shanghai, e la protesta del mondo intero. Li Peng appare in televisione in appoggio all'esercito;
9, dopo i sanguinosi incidenti di piazza Tien An Men Deng Xiaoping appare in pubblico pronunciando un importante discorso (pubblicato interamente il giorno 28 dalla stampa): elogia l'esercito che ha soffocato questi disordini "rivoluzionari" e raccomanda per il futuro la repressione di ogni dissidenza politica, pur senza abbandonare la politica di riforme economiche e di apertura all'esterno;
10, comincia l'ondata di arresti che si abbatte sulla Cina;
21 e 22, vengono condannate a morte e giustiziate 10 persone; il Comitato centrale ratifica la destituzione di Zhao Ziyang per "errori gravi";
24, Zhao Ziyang viene sostituito nella carica con il capo del PC di Shanghai Jiang Zemin;

Luglio
il fronte democratico formato a Parigi da dissidenti cinesi dichiara che dopo il 4 giugno 100 persone sono state giustiziate e 120.000 arrestate;

Agosto
Amnesty International valuta a 1300 il numero dei morti nella repressione;

Luglio
6
, l'ANP (Assemblea nazionale popolare) approva il rapporto del sindaco di Pechino Chen Xitong che spiega la crisi insistendo sulla rottura fra Li Peng e Zhao Ziyang e accusa quest'ultimo di aver voluto rovesciare il regime;

Novembre
9
, Deng Xiaoping, che pur nell'isolamento politico della Cina è finora riuscito a mantenere la leadership, nonostante la tarda età e la sempre più malferma salute, dà le dimissioni dalla carica che ricopre ed è sostituito da Jiang Zemin.



TIBET [dal 1962 annesso dalla Cina]
1989
Marzo
5
, vengono represse duramente nuove manifestazioni anticinesi;
10, cade il trentesimo anniversario del sollevamento che nel 1959 si concluse con la fuga e l'esilio in India del Dalai-Lama;

Ottobre
5
, il Dalai-lama, capo spirituale del Tibet, riceve il premio Nobel per la pace, e dichiara che "i tibetani si trovano oggi di fronte a una reale possibilità di annientamento, come popolo e come nazione"; Pechino esprime la "massima indignazione";
Repubblica di Cina
(Repubblica nazionalista)

- Presidente della repubblica

Lee Teng hui
(1988 gen - ?)

- Vicepresidente

-

- Primo ministro

Lee Teng hui
(1988 gen - ?)

- Capo del KMT

Lee Teng hui
(1988 gen - ?)

[Cina nazionalista nell'isola di Taiwan (Formosa): capitale Taipei; dal 1971 esclusa dalle Nazioni Unite e disconosciuta dalla maggioranza dei suoi partner politici e commerciali occidentali.
Dal 1987 è stata abrogata la legge marziale, sostituita da una legge per la sicurezza nazionale che autorizza l'esistenza di partiti politici diversi dal KMT, riconosce il diritto di sciopero e sottrae i civili alla giurisdizione dei tribunali militari.
L'opposizione si è da poco coalizzata in un nuovo partito, il Partito democratico del progresso.]
KMT (Kuomintang), partito nazionalista al potere.
1989
Gennaio
13
, muore Chiang Ching-kuo; come prevede la costituzione gli succede il vicepresidente Lee Teng hui;
27, Lee Teng hui diventa anche presidente del Kuomintang (KMT); egli forma un governo in cui trovano posto diversi esponenti della tendenza riformatrice;

Aprile
22
, Lee Teng hui, proseguendo sulla strada della liberalizzazione politica imboccata dal paese nel 1987, proclama un'amnistia che permette la liberazione immediata di oltre 7000 detenuti. Dall'amnistia sono però esclusi i comunisti.
Il permesso per le le visite "umanitarie" nella Cina continentale, già concesso l'anno precedente ai cittadini di Taiwan, viene ora esteso anche ai cittadini cinesi;

a


1989


Choson
(Repubblica Democratica Popolare di Corea – a Nord)
[con capitale Pyongyang, nell'orbita sovietica.]
- Presidente della repubblica
Kim Il Sung
(1972 - lug 1994)
[dal 1948 segretario del Partito dei lavoratori (partito unico).]
Il suo potere è praticamente assoluto;
"successore" designato, ufficialmente dal 1984, suo figlio Kim Jong Il;
1989
-
DAE HAN
(Repubblica di Corea – a Sud)
[con capitale Seoul (sotto l'egida statunitense)]
- Presidente
gen. Roh Tae Wo
(1987 - 1993)
[PDG (Partito della democrazia e della giustizia)]
1989
-

a


1989
Pakistan
(repubblica islamica a prevalenza musulmana)
[dal 1971 solo ex Pakistan occidentale]
- Capo dello stato
Ghulam Ishaq Khan
(1988 dic - 1993)
- Primo ministro
Benazir Bhutto
(1988 dic - 1990)
[PPP]
[dal 1986 Benazir Bhutto, figlia di Z. Ali Bhutto, ha assunto la presidenza del PPP (Partito del Popolo).]
1989
-


Kashmir nord occidentale (capitale Muzaffarabad) [dal 1972]
1989
-

a



1989
Unione Indiana
(repubblica federale a prevalenza indù)
[dal 1950, staccatosi dalla metropoli, il paese si è dato una costituzione repubblicana e federale a regime parlamentare;
lingua ufficiale: hindi; dal 1987 comprende 25 stati.]
- Primo ministro
Rajiv Gandhi
(1984 nov - 1989)
[Nuovo congresso]
Vishwanath Pratap Singh
(1989 dic - nov 1990)
[Janata Dal]
Nel 1988 sette partiti dell'opposizione riuniti a New Delhi hanno formato un fronte nazionale da contrapporre al Partito del Congresso alle imminenti elezioni, e quattro di essi (Lok Dal, Janata, Jan Morcha e Congresso "S") si sono fusi in un nuovo partito, il Janata Dal.
1989
Gennaio
6
, vengono impiccati due sikh condannati a morte per l'assassinio di Indira Ghandi;

Febbraio
14
, la corte suprema di New Delhi condanna la compagnia americana Union Carbide a risarcire con 470 Mni di dollari le vittime della nube tossica;
[oltre alle 1745 persone morte subito dopo l'incidente, altre 500 ne muoiono ogni anno in seguito all'intossicazione e gli abitanti di Bhopal che ne hanno riportato un'invalidità permanente sono circa 50.000.]

Novembre
22-26
, elezioni politiche:

Elezioni politiche
 
seggi
+/-
- Partito del Congresso
(Rajiv Gandhi)
193 -222
- Fronte nazionale
(141 seggi solo al Janata Dal)
145
-
- BJP ( Bharatiya Janata)
[partito di destra che propugna il rinnovamento dell'induismo]
86 +84
- due partiti comunisti 44
-
- altri 43
-
Totale
511
 
 


Il Fronte nazionale ottiene l'appoggio del BJP e dei due partiti comunisti che hanno 44 seggi;

Dicembre
, il leader del Janata Dal, Vishwanath Pratap Singh, è incaricato di formare il nuovo governo;
Kashmir sudorientale o Jammu e Kashmir (con capitali Srinagar e Jammu) [dal 1972]
1989
-
Sikkim [dal 1975]
1989
-

a


1989
Bangladesh
(Repubblica del Bengala Libero)
[dal 1988 l'Islam è religione di stato]
- Presidente della repubblica e primo ministro
Hossain Mohammad Ershad
(1982 - 1989 dim.)
[Jana Dal]
-
- Vicepresidente
-
Shahabuddin Ahmed
(1989 dic - ?)
[ad interim]
[la coalizione Jatiyo comprende cinque partiti filogovernativi fra cui lo Jana Dal.]
1989
Dicembre
4
, sempre più esposto agli attacchi delle opposizioni, il presidente rassegna le dimissioni;
5, l'opposizione nomina vice presidente ad interim il presidente della corte suprema Shahabuddin Ahmed;
6, viene sciolto il parlamento in vista di nuove elezioni;
12, il vecchio presidente viene posto agli arresti domiciliari con accuse di traffico di oro e di concussione;

a



1989
Repubblica di Birmania
[regime militare]
- Presidente
gen. Saw Maung
(1988 - 1992)
[SLORC]
SLORC (Consiglio per il ripristino della legge e dell'ordine)
[dopo un colpo di stato militare]
nel paese sono attivi diversi movimenti di guerriglia tra cui quello del Partito comunista (filocinese) e dei separatisti (attivi soprattutto nel Karen e nello Shan, al confine con la Thailandia), ora uniti nel Fronte democratico nazionale;
dal 1982 il Partito comunista, che nel 1980 aveva dichiarato una tregua, ha ripreso la lotta armata;
di fronte alla crisi economica, cresce la protesta soprattutto studentesca, repressa duramente;
1989
Banca mondiale, Fondo monetario internazionale, Repubblica di Germania e Giappone rifiutano ogni aiuto economico al paese, accusato di violazione dei diritti dell'uomo;

Aprile
14
,dagli Stati Uniti il paese viene escluso dal sistema preferenziale;

Giugno
18
, il paese assume la denominazione ufficiale di Myanmar, priva, a differenza della precedente, di connotazione etnica;
Aung San Suu Kyi, dirigente dell'opposizione e figlia dell'eroe dell'indipendenza birmana Aung San viene segregata in casa dalla giunta militare;

a


1989
Thailandia
- Primo ministro
Chatihai Choonhavan
(1988 ago - 1991
[Chart Thai]
[è a capo di un governo che alla coalizione uscente ha associato il Partito democratico unito e il Muan Chon.]
1989
-


1989
Laos
(Repubblica democratica popolare)
- Presidente
Phoumi Vongvichit
(1986 - ?)
- Primo ministro
Kaysone Phomvihane
(1975 - 1991)
- Segretario del PPR
Kaysone Phomvihane
(1955 - 1991)
[PPR (Partito popolare rivoluzionario) comunista, partito unico al potere dal 1975.].
Il regime comunista collabora ancora strettamente col Vietnam e dal 1987 ha normalizzato i rapporti con la Cina;
dall'anno precedente il paese porta avanti una politica di privatizzazione e di liberalizzazione economica allo scopo di ottenere aiuti internazionali;.]
1989
Marzo
26
, le elezioni per il rinnovo dell'assemblea suprema del popolo (prime elezioni politiche dal 1975) vedono affrontarsi solo candidati governativi o appartenenti al PPR;

a


1989
Repubblica Democratica di Kampuchea
(Cambogia - repubblica socialista)
- Capo del governo filovietnamita
Hun Sen
(1985 - 1989)
[riconosciuto dall'Unione Sovietica.]
- capo del governo in esilio
[vacante]
-
[comprendente anche i khmer rossi, rappresentati da Khieu Samphan, e il Fronte di liberazione nazionale dell'ex primo ministro Son Sann, è sostenuto dalla Cina (che rifornisce i movimenti di guerriglia) e riconosciuto dall'ONU.
Dall'agosto precedente un rimpasto in seno al governo di Phnom Penh ha portato alla ribalta uomini meno legati al Vietnam.]
1989
Aprile
29-30
, il regime filovietnamita adotta una nuova costituzione: la repubblica popolare di Kampuchea diventa stato di Cambogia, "neutrale, pacifico e non allineato", e il buddhismo torna ad essere religione di stato;

Luglio
30
, conferenza di Parigi: sotto la presidenza di Francia e Indonesia si apre la conferenza internazionale sulla Cambogia, a cui partecipano, oltre ai capi delle quattro fazioni cambogiane (il principe N. Sihanouk, il nazionalista Son Sann, Khieu Samphan per i khmer rossi e il primo ministro Hun Sen), i ministri di 19 paesi e il segretario generale dell'ONU;

Agosto
30
, la conferenza sospende i lavori poiché le fazioni non hanno raggiunto un accordo sulla partecipazione dei khmer rossi a un governo di transizione;

Settembre
26
, dopo il completo ritiro delle truppe vietnamite dal paese, i khmer rossi di Khieu Samphan, armati da Pechino, e le altre fazioni della resistenza antigovernativa (partigiani di N. Sihanouk e nazionalisti di Son Sann) passano all'offensiva;

a


1989
- Primo ministro
Do Muoi
(1988 giu - 1991)
- segretario generale del Partito comunista
Nguyen Van Linh
(1986 dic - 1991)
1989
Gennaio
14-20
, il viceministro degli affari esteri Dinh Nho Liem visita Pechino: la Cina si impegna ad interrompere gli aiuti alla resistenza cambogiana in cambio della conclusione entro settembre del ritiro delle truppe vietnamite;

Marzo
6
, un rimpasto di governo rafforza l'ala riformista, guidata da Nguyen Van Linh;

Settembre
26
, Hanoi ritira dalla Cambogia tutti i suoi soldati;

Dicembre
12
, 51 vietnamiti rifugiati a Hong Kong vengono rimpatriati dalle autorità britanniche; la decisione suscita proteste internazionali;





1989
Giappone

Hirohito

(Tokyo 1901 - 1989)
figlio di Yoshihito;
1921-26, reggente;
1926-45, imperatore del Giappone;
[dal 1.1.1946 ha rinunciato alle proprie prerogative divine pur di salvare l'istituto monarchico.]
1989
Gennaio
7
, muore e gli succede il figlio Akihito: si apre l'era Heisei ("della pace universale");



Akihito

(Tokyo ? - ?)
figlio di Hirohito;
dal 1989, imperatore del Giappone;
si apre l'era Heisei ("della pace universale");



[Nuova costituzione dal 1° gennaio 1946;
a ricostruzione ormai conclusa, continua (dal 1948) a governare il Partito conservatore al quale si oppongono:
- socialisti (uniti dal 1955 al 1959) che costituiscono lo schieramento egemone dell'opposizione;
- comunisti, con modestissime fortune elettorali;
- buddhisti del komei-to.]
- Primo ministro
Noboru Takeshita
(1987 nov - 1989)
[PLD]
Sosuke Uno
(giu - lug)
[PLD]
Toshiki Kaifu
(1989 giu - 1991)
[PLD]
[PLD (Partito liberaldemocratico)]
1989
Aprile
11
, il primo ministro riconosce davanti alla dieta di aver ricevuto denaro dalla Recruit Cosmos;

Giugno
2
, Sosuke Uno viene nominato presidente del PLD e primo ministro;

Luglio
24
, il neoeletto primo ministro si dimette dopo la grave sconfitta del partito allo scrutinio per il rinnovo parziale del senato;

Agosto
9
, diventa primo ministro il nuovo presidente del PLD Toshiki Kaifu;

a


1989

Filippine

-
-
l' "Esercito popolare di liberazione" (Huk), duramente represso dalle truppe governative e ridotto a poche sacche di resistenza durante gli anni Cinquanta, riorganizzatosi agli inizi degli anni Sessanta, riprende una forte attività di guerriglia che crea non poche difficoltà al regime di Marcos.
1989
-

a


1989

Indonesia

-
-
1989
-

a

 



 
1989
MAROCCO
[[indipendente dal 1956, con l'eccezione delle plazas di Ceuta e Melilla, di Ifni e del cosiddetto Sahara spagnolo, ma compresa anche la città di Tangeri.
Nel 1975, dopo lunghe diatribe internazionali, il paese incorpora 180.000 kmq delle regioni settentrionali del Sahara Occidentale (ex Sahara Spagnolo) entrando in contrasto col movimento guerrigliero indipendentista del Fronte Polisario (Fronte Popolare di Liberazione di Sagua el Hamra e Rio de Oro) mentre, nel fronte interno, riesce a tenere sotto controllo i movimenti islamici.]
Hasan o Hassan II
-

(Rabat 1929 - 1999)
figlio di Maometto V [Sidi Muhammad Ibn Yusuf];
1960, nominato dal padre, diventa capo delle forze armate e vice presidente del consiglio;
1961-99, re del Marocco;
in successione al padre;
nel 1962 applica la costituzione parlamentare e una riforma agraria;
nel 1963 è coinvolto nella crisi interna del partito Istiqlal (scissione della destra filomonarchica a lui legata);
nel 1965, implicato nell' "affare Ben Barka" tenta di consolidare l'autorità monarchica appoggiandosi dapprima agli ambienti militari; scioglie il parlamento;

[il parlamento, sciolto nel 1965, è stato ripristinato nel 1975]

1989
-



1989
[legge coranica e potere direttamente al popolo tramite un congresso generale del popolo.]
- Dittatore militare
col. Muammar el-Gheddafi
(1969 - 2011)
(1971 - ?)
[il regime militare, dopo aver nazionalizzato (1971) le riserve petrolifere, ha fatto della Libia uno dei poli di riferimento delle tendenze più radicali del panarabismo ma anche una potenza emergente nello scacchiere africano.
Dalla prima metà degli anni '80 opera il gruppo di opposizione Fronte nazionale per la salvezza della Libia;
dal 1988 il colonnello ha promesso una serie di riforme:
- della giustizia: introduzione dell'habeas corpus e forse abolizione della pena di morte;
- dell'esercito e della polizia: abolizione e, al loro posto, una milizia popolare,
… senza tuttavia precisare le tappe della riforma; ]

1989
-




 
1989
[dal 1962 indipendente nell'ambito del Commonwealth e repubblica dal 1964;
dal 1967, assieme all'Uganda e alla Tanzania il paese ha dato vita all'EAC (East African Community) organizzazione economica regionale.]
- Presidente
Daniel Arap Moi [di etnia kalenjin] III
(1978 - ?)
[KANU]
- vicepresidente
-
- Ministro degli Interni
-
KANU (Kenya African National Union), partito unico.
1989
-


1989
Repubblica del Ruanda
[capitale Kigali]
[indipendente dal 1° Luglio 1962; nel 1976 il presidente ha inserito il paese nella progettata organizzazione di cooperazione regionale "Comunità economica dei Grandi Laghi" ora istituita fra i tre paesi.
Dal 1978 vige una nuova costituzione che apre la strada al ritorno dei civili al governo.]
- Presidente e primo ministro
gen. Juvénal Habyarimana
(1973 lug - ?)
[dal 1975 è stato istituito un partito unico, il Movimento rivoluzionario nazionale per lo sviluppo.]
1989
-

1989
[indipendente dal 1° luglio 1962 e repubblica dal 1966, è sotto la direzione del partito unico (vatussi) UPRONA (Unità e progresso nazionale).]
- Dittatore
magg. Pierre Buyoya
(1987 set - ?)
[di etnia tutsi (vatussi)]
[salito al potere nel 1987 con un colpo di stato incruento.]
1989
quando il presidente adotta una politica di riconciliazione nei confronti degli hutu (maggioranza), che vengono ammessi nell'esercito, i rifugiati in Ruanda rientrano nel paese;




 
1989
LEGA ARABA
Il 22 marzo 1945 è nata al Cairo questa lega fondata da Egitto, Libano, Siria, Giordania, Iraq, Arabia Saudita e Yemen;
1953, Libia
1956, Sudan
1958, Tunisia e Marocco
1961, Kuwait
1962, Algeria.
Fa parte anche l'OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina), presieduta da Yasir Arafat.
1989
-






1989

[da febbraio 1945 i leader libanesi hanno inserito il Libano nella Lega araba;
dal 1975 è in atto la guerra civile tra cristiani e musulmani;
cristiani e musulmani (appoggiati questi ultimi dai drusi e dai palestinesi presenti in massa nei campi profughi) sono organizzati in varie milizie, dalla Falange di Pierre Gemayel (cristiani maroniti) al Partito socialista progressista di Walid Joumblatt (drusi) al gruppo Amal (musulmani);
dal 1982 opera "Hezbollah" (partito di Dio), il maggior movimento fondamentalista sciita del Libano, su diretto influsso dell'IRAN che finanzia la sua attività nonché l'addestramento e l'armamento dei suoi adepti inquadrati nella sua ala militare, la "Resistenza islamica";
permane una tensione ai confini con Israele a causa dell'azione dei guerriglieri palestinesi e le conseguenti incursioni di rappresaglia israeliana.
Dal 1988 il paese ha di fatto due governi:
- Beirut Est (cristiana): governo militare (non riconosciuto dalle fazioni musulmane) di Michel Aoun (1988-?), (eletto dal presidente uscente Amin Gemayel);
- Beirut Ovest (musulmana): governo civile di Salim el-Hoss (1987-?) sunnita; ]

- Presidente
Amin Gemayel
(1980 - 1989)
[?]
René Moawad
(† nov )
[cristiano maronita]
Elias Hrawi
(1989 nov - 1998)
[cristiano maronita]
- Primo ministro
Salim el-Hoss
(1987 - 1989)
[sunnita]
Salim el-Hoss
(1989 nov - ?)
[sunnita]
1989
Settembre
16
, il Comitato arabo tripartito (Algeria, Arabia Saudita e Marocco) presenta un piano di pace per porre fine alla guerra civile, approvato da Damasco e dai suoi alleati libanesi;
22, il piano di pace viene approvato anche dal gen. Michel Aoun;

Ottobre
22
, i 62 deputati libanesi riuniti a Ta'if in Arabia Saudita accettano il piano di pace del Comitato arabo tripartito;

Novembre
5
, il deputato maronita René Moawad o Mu'awwad viene eletto alla presidenza della repubblica;
in segno di sfida il gen. Michel Aoun dichiara l'elezione illegale, sostenendo di essere ancora il leader costituzionale del Libano;
13, René Moawad incarica Salim el-Hoss di formare il governo;
22, il nuovo presidente René Moawad viene assassinato da un'autobomba a Beirut Ovest;
24, il parlamento elegge un nuovo presidente cristiano, il deputato maronita Elias Hrawi che il gen. Michel Aoun giudica parimenti inaccettabile, sebbene sia riconosciuto dagli stati arabi e dal resto del mondo;
Salim el-Hoss presenta un governo di unità nazionale;
28, Salim el-Hoss destituisce dalle sue funzioni il gen. Michel Aoun, che si è rifiutato di riconoscere le nuove autorità, sostituendolo con il gen. cristiano Émile Lahoud;


1989

[dall'aprile 1946 il paese ha conseguito la piena indipendenza; da febbraio 1958 federazione della Siria e dell'Egitto nella Repubblica Araba Unita (RAU).
La guerra arabo-israeliana le è costata la perdita delle alture del Golan. Con la guerra del Kippur, impegnata a fianco dell'Egitto, recupera El-Quneitra.]

- Presidente
gen. Hafez el-Assad
(1980 - ?)
[ala progressista moderata del partito Baath]
- Primo ministro
Mahmud al-Zub
(1987 - ?)
1989
-

1989
[come membro fondatore, dal 22 marzo 1945 fa parte della "Lega araba"; dal 1949, dopo l'annessione della Palestina orientale (Cisgiordania) [40.000 kmq di superficie con poco meno di 1 Mne di abitanti], il Regno hashemita del Giordano viene comunemente chiamato Giordania.]
Hussein
(? - ?)
figlio di Talal;
1952-?, re del Regno hashemita del Giordano;

1989
-


1989
Gerusalemme, "internazionalizzata" dall'ONU, è divisa in due settori: la città vecchia (assegnata alla Giordania) e la città nuova (assegnata a Israele);

guerra dei sei giorni (1967): ha consegnato di fatto l'intera Palestina storica a Israele;
guerra del Kippur (1973): alla conferenza di Ginevra del 1974:
- un accordo fra Egitto e Israele ha deciso il ritiro delle truppe israeliane dalle posizioni raggiunte a occidente del canale di Suez e la creazione di un'ampia fascia smilitarizzata a oriente, garantita dalle forze di pace dell'ONU;
- un secondo accordo con la Siria ha impegnato gli israeliani a ritirarsi da el-Quneitra, stabilendo un'analoga fascia smilitarizzata sulle alture del Golan; 
Y. 'Arafat, ex leader di al-Fatah, è dal 1969 a capo dell'OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina) che:
- dal 1964, con il suo "Esercito per la liberazione della Palestina" e finanziata dalla Lega araba, lotta contro Israele,
- dal 1974 è stata riconosciuta dal vertice arabo di Algeri quale unico rappresentante del popolo palestinese, e ammessa all'ONU quale entità politica nazionale, in qualità di "osservatore";
dopo il riavvicinamento israelo-egiziano [accordi di Camp David] l'OLP registra difficoltà diplomatiche nei confronti di taluni stati arabi sostenitori; 
dal 1982 il quartier generale dell'OLP è stato trasferito in Tunisia;

[Gerusalemme viene formalmente indicata come capitale dello stato.]
- Presidente
Chaim Herzog
(1983 - 1993)
- Primo ministro
Yitzhak Shamir
(1986 - 1992)
[Likud (coalizione di centro destra)]
- Ministro della difesa
Yitzhak Rabin
(1986 - ?)
[laburista]
- Ministro delle finanze
Shimon Peres
(1986 - ?)
[laburista]
[governo di coalizione con la maggior parte dei partiti religiosi ortodossi e delle piccole formazioni dell'estrema destra nazionalista]

1989
Maggio
14
, il governo adotta il piano del primo ministro che prevede elezioni nei territori occupati;

Agosto
27
, l'espulsione di cinque palestinesi provoca proteste internazionali;


- Egitto (fascia di Gaza)

1989
Dicembre
8
, II anniversario dell'intifadah


Hamas «zelo, fervore»
["Harakat Al-Muqawanat Al-Islamiya"]


dichiarato illegale, questo "Movimento di resistenza islamica" che opera nei territori palestinesi occupati da Israele ed è la maggiore fonte propulsiva dell' "intifadah palestinese", si oppone con durezza al processo di pace israelo-palestinese e lotta per scalzare l'OLP quale unico portavoce della causa palestinese;
particolarmente attivo nella Striscia di Gaza cuore della "guerra delle pietre" iniziata nel 1987 svolge sia un'intensa attività sociale, sia una campagna terroristica contro obiettivi civili e militari israeliani per mezzo della sua componente armata, i battaglioni Izz-al Din Qassam;
formalmente autonomi, questi ultimi operano sotto il coordinamento di una direzione generale;


- Giordania (Cisgiordania)
1989
Dicembre
8
, II anniversario dell'intifadah
il bilancio delle violenze quasi quotidiane è ormai di 750 morti palestinesi (tra cui molti "collaborazionisti" uccisi dall'OLP), da 15.000 a 20.000 feriti e 14.000 imprigionati). I morti israeliani nello stesso periodo sono 52, di cui 15 soldati.


1989
Regno Arabo Saudita
[dal 27 set 1932]
[come membro fondatore, dal 22 marzo 1945 fa parte della "Lega araba".]
Fahd ibn 'Abd al-Aziz
Albero genealogico
(ar-Riyadh 1922 - ?)
figlio di 'Abd al-Aziz III discendente della dinastia wahhabita dei Banu Sa'ud;
1975-80, designato principe ereditario, promuove il secondo piano quinquennale di sviluppo saudita, impegnandosi in prima persona per l'industrializzazione del paese;
1981, suggerisce un piano di pace per la Palestina che prevede, accanto al riconoscimento di Israele, il ritiro di quest'ultimo da Gerusalemme e dai territori occupati;
1982-?, re dell'Arabia Saudita;
appena nominato re, riafferma con forza il suo ruolo diprotettore e custode dei luoghi santi dell'Islam, applicando in maniera alquanto rigida la legge coranica, pur favorendo la "modernizzazione" del processo educativo del popolo;
acerrimo avversario del khomeinismo sciita, impone il numero chiuso ai pellegrini alla Mecca; negli anni '80 sostiene con armi e denaro Saddam Hussein e offre più volte la sua mediazione per risolvere i conflitti arabo-israeliani e libanese;
1989
Settembre
21
, vengono giustiziati 16 sciiti kuwaitiani arrestati dopo gli attentati che in luglio, durante il pellegrinaggio alla Mecca, hanno provocato un morto; benché il processo non ne abbia dimostrato la colpevolezza, la televisione diffonde le loro "confessioni": queste indicano una responsabilità dell'Iran, che protesta duramente;
ospita i parlamentari libanesi che devono accordarsi sulla nomina del nuovo capo dello stato, successore di A. Gemayel;

1989
[sceiccato indipendente dal 16 giugno 1961;
la nuova costituzione (1963) prevede la formazione di un'assemblea nazionale con elezioni su base individuale (i partiti sono messi al bando).
Nel 1963 si sono svolte le prime elezioni, su base individuale (i partiti sono messi al bando), per la formazione dell'assemblea nazionale.]
Jaber al-Ahmed al-Sabah

(? - ?)
cugino di Sabah al-Salim al-Sabah;
1977-?, sceicco del Kuwait;



[la popolazione è composta per più della metà da stranieri; dal 1986 è sciolta l'assemblea nazionale e sospesa la costituzione del 1962.]
1989
-

1989
Bahrein
[Monarchia assoluta indipendente dal 1972.]
?  
(?-?)
?-?, emiro del Bahrein;
1989
-

1989
Qatar
[Monarchia assoluta indipendente dal 1972.]
?  
(?-?)
?-?, emiro del Qatar;
1989
-

1989
EMIRATI ARABI UNITI
[capitale: Abu Dhabi]
[confederazione di sette sceiccati, monarchie assolute: Abu Dhabi, Dubai, Sharja, Ajman, Umm al-Qaiwain, Ras al-Khaimah e Fujayrah, noti anche come Stati della Tregua (Trucial States);
dal 1985 sono stati allacciati rapporti diplomatici con l'Unione Sovietica;
dal 1986 hanno riallacciato i rapporti con Il Cairo interrotti nel 1979 (quando l'Egitto è stato espulso dalla lega in seguto agli accordi con Israele).]
- Presidente
sceicco Šayh Zayd
(? - ?)
[emiro di Abu Dhabi]
- Vicepresidente
sceicco Maktum
(? - ?)
[emiro di Dubai]
1989
Agosto
2
, dopo l'invasione del Kuwait da parte dell'Iraq, il paese decreta la mobilitazione di tutti gli uomini e le donne di età compresa fra i 15 e i 40 anni; una parte consistente delle forze alleate è stanziata negli Emirati, che inoltre versano oltre 3,3 miliardi dollari a Gran Bretagna e Stati Uniti a titolo di contributo allo sforzo bellico;
 
- Abu Dhabi
?  
(?-?)
?-?, emiro di Abu Dhabi;
1989
-
- Dubai
?  
(?-?)
?-?, emiro di Dubai;
1989
-
- Sharja
?  
(?-?)
?-?, emiro di Sharja;
1989
-
- Ajman
?  
(?-?)
?-?, emiro di Ajman;
1989
-
- Umm al-Qaiwain
?  
(?-?)
?-?, emiro di Umm al-Qaiwain;
1989
-
- Ras al-Khaimah [dal 1972]
?  
(?-?)
?-?, emiro di Ras al-Khaimah;
1989
-
- Fujayrah
?  
(?-?)
?-?, emiro di Fujayrah;
1989
-


1989
Repubblica Araba dello Yemen
[come membro fondatore, dal 22 marzo 1945 fa parte della "Lega araba".
C'è da risolvere il problema del rapporto tra il nuovo governo di San'a, sostanzialmente conservatore e filoccidentale, e il regime comunista della neocostituita Repubblica Democratica Popolare dello Yemen;
col patrocinio della Lega araba viene concluso un accordo di riunificazione per tappe tra i due stati, rimasto tuttavia sulla carta.
Nel 1981 ha presentato un progetto di costituzione che prevede uno Yemen unito… proseguono le trattative. ]
- Presidente
Abdullah Saleh-
(? - ?)
[CPG (Congresso generale del popolo), partito unico.]

1989
viene confermato dall'assemblea per un altro mandato quinquennale;



1989
Repubblica Democratica Popolare dello Yemen
(già Yemen Meridionale, Asia occidentale)
[dal 1967 ha raggiunto la totale indipendenza dalla Federazione degli Emirati Arabi del Sud;
dal 1970 ha una costituzione ispirata a principi progressisti e si è accostata all'URSS non nascondendo la propria aspirazione ad unificare tutto lo Yemen.
Nel 1981 ha presentato un progetto di costituzione che prevede uno Yemen unito… proseguono le trattative.]
- Presidente
Haider Abu Bakr al Attas
(1986 - ?)
- Primo ministro
Haider Abu Bakr al Attas
(1985 - ?)
[PSY (Partito socialista), partito unico]

1989
-


1989
[dal 1972 il trattato di assistenza irano-omanita, con cui la casa regnante ha sostituito alla protezione britannica quella iraniana, è stato sancito dalla cessione di Hormuz all'Iran;
apertura dei rapporti diplomatici con la Repubblica Democratica Popolare dello Yemen (1977) e con la Repubblica Popolare Cinese (1978); patto di difesa stipulato con gli Stati Uniti (1980).]
Qabus ibn Said
-
(? - ?)
figlio del sultanoTaymoor;
1970-?, sultano di Oman;



1989
-







1989
[dall'agosto 1988 a Ginevra si incontrano le due delegazioni guidate da:
- Tarek Aziz (Iraq),
- Velayati (Iran)
con il segretario delle Nazioni Unite Perez De Cuellar come moderatore, ma i negoziati non progrediscono.]
- Presidente del Consiglio del Comando della rivoluzione
1989
-




Kurdistan (iracheno)
[le multinazionali del petrolio e in particolare l'Iraq Petroleum Corporation (anglo-franco-olandese-americana) operano nei giacimenti della zona di Kirkuk.]
1989
circa 3 milioni di curdi conducono una dura lotta per l'indipendenza guidata dall'UPK (Unione patriottica del Kurdistan) di Jalal Talibani e dal PDK (Partito democratico del Kurdistan) di Massud Barzani;




1989
[la nuova costituzione assegna la direzione del paese a una guida spirituale (il faqih), cioè allo stesso Ruhollah Khomeini mentre il potere esecutivo spetta a un presidente.
Successore designato (1985) nel ruolo di "guida della rivoluzione" è l'ayatollah Hossein Ali Montazeri, che però ha perso potere dopo l'esecuzione del suo collaboratore;
il presidente del parlamento (Majlis), Hashemi Ali Akbar Rafsanjani, ha assunto la direzione del consiglio dei guardiani della rivoluzione.]
- Capo e guardiano supremo della nazione
imám Ruhollah Khomeini
(1979 - giu 1989)
[religioso sciita]
ayatollah Ali Khamenei
(1989 - ?)
[PRI]
- Presidente
ayatollah Ali Khamenei
(1981 ott - 1989)
[PRI]
Hashemi Ali Akbar Rafsanjani
(1989 lug - ?)
[PRI]
- Primo ministro
Hossein Moussavi
(1981 ott - ?)
[PRI]
PRI (Partito della repubblica islamica, khomeinista)
1989
Marzo
29,
seppur ammalato dal 1987, Ruhollah Khomeini (conserverà ogni potere fino alla morte) accetta le "dimissioni" del suo successore designato Hossein Ali Montazeri che recentemente aveva protestato contro l'eliminazione sistematica dei prigioneri politici, facendo un bilancio catastrofico di dieci anni di rivoluzione e auspicando una certa liberalizzazione della vita politica;
la sua caduta politica è un nuovo capitolo dello scontro fra i "radicali" sostenuti da Ruhollah Khomeini e i "pragmatici" o moderati;

Maggio
5
, il presidente del Maglis Hashemi Ali Akbar Rafsanjani con una mossa propagandistica in vista delle prossime elezioni presidenziali, invita i palestinesi a compiere rappresaglie contro la "brutalità sionista in Palestina" uccidendo americani, inglesi e francesi e attaccando i loro interessi nel mondo;

Giugno
3
, l'imam Ruhollah Khomeini muore;
4, il consiglio degli esperti nomina suo successore il presidente Ali Khamenei;
6, milioni di fedeli partecipano al suo funerale;

Luglio
28
, il presidente del Maglis Hashemi Ali Akbar Rafsanjani o Rafsangani viene eletto presidente della repubblica con il 94,51%; l'astensione è del 31,5%; le riforme costituzionali miranti a rafforzare i poteri del capo dello stato sono approvate dal 97,38%;

Agosto
17
, davanti al Majlis, Hashemi Ali Akbar Rafsanjani indica come priorità il risanamento dell'economia evitando una linea ideologica pura e dura;
19, presenta un governo di tecnici;










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