Papa Pio XI
(1922-39)
- segretario di Stato: card. P.
Gasparri.
1922
Ottobre
28, il giorno della "marcia su Roma", il papa
indirizza ai vescovi una lettera, in cui li invita a raddoppiare di zelo
nell'opera santa di pacificazione:
«Esortate tutti quelli che sono affidati alle
vostre cure a limitare, e, se occorre, a sacrificare pel pubblico bene
i propri desideri, ispirandosi ai principii cristiani dell'ordine, ed
a quei sentimenti di carità, di mansuetudine e di perdono dei quali
il Divino Maestro ha fatto ai suoi fedeli legge suprema».
[Secondo Tasca, in Nascita e avvento
del fascismo, questo non è altro che un appello al disarmo
e alla tolleranza verso la sedizione fascista».]
Lo stesso mese, quando Enrico Rosa, direttore
de «La Civiltà Cattolica» attacca il fascismo in un
articolo, p. W.
Ledóchowski manifesta il proprio scontento.
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«Il Telegrafo»
«segue da 1877»
1922-43, durante il fascismo diventa l'organo personale della famiglia
Ciano e dopo la liberazione deve cessare
le pubblicazioni;
«segue 1945»
«La Tribuna»
«segue da 1902»
1922, aderisce al movimento fascista;
«segue 1925»
UNIONE EDITRICE ROMANA
- Direttore: conte G.
Grosoli.
Strettamente legata al Banco di Roma e al
trust zuccheriero, (cioè l'Eridania)
controlla:
- «Corriere d'Italia» [a.f.: «Il Giornale d'Italia»]
di Roma,
- «Italia»
di Milano,
- «Momento» di Torino,
- «Avvenire d'Italia»
di Bologna,
- «Messaggero Toscano»
di Pisa.
[Come affermerà (nel 1930) uno scrittore cattolico,
«Tanto il Partito popolare quanto l'Azione
Cattolica non hanno altri organi nazionali all'infuori di quelli che mantengono
gli zuccherieri e i trafficatori del Banco di Roma».
[Francesco Luigi Ferrari, L'Azione Cattolica
e il regime (Milano, 1957, p. 23); rimasto inedito per 25 anni, è
l'unico studio serio sull'argomento pubblicato in Italia ed è opera
di un fervente cattolico ma sincero democratico e deciso antifascista.]
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