Papa
Benedetto XV
(1914-22)
Finanze Vaticane
«segue da 1919»
Febbraio
27-28, l' «Osservatore Romano» si rallegra perché
la più lunga crisi ministeriale che si sia mai avuta in Italia
è stata finalmente conclusa con la formazione di un governo di
coalizione, presieduto dall'on. L.
Facta, dal quale sono esclusi soltanto i socialisti.
In risposta ai giornali che accusano la Santa Sede di essere stata la
principale responsabile della eccezionale lunghezza della crisi, col suo
veto al ritorno di Giolitti al governo,
il giornale del Vaticano ipocritamente afferma che «la
Santa Sede è, vuole e deve rimanere completamente estranea alle
questioni della politica italiana, sia esterna che interna, come ad ogni
partito di ogni colore».
D'altra parte – aggiunge – anche prima della formazione del "ministero
Facta" la nominatività dei titoli non destava più preoccupazioni
serie in Vaticano.
«segue 1929»
Federal
Reserve
«segue da 1920»
1922, la guerra ha segnato la fine del "Gold Standard"; anche
l'oro prende la via delle oreficerie, come era avvenuto per l'argento,
e viene messo a punto il "Gold Exchange Standard", il sistema
a cambio aureo.
Il nuovo sistema pone alla base degli scambi due monete da considerare
sicure come l'oro e quindi di grande valore: il dollaro
e la sterlina, ma solo il dollaro, perdendo il suo "cuore"
aureo, acquista finalmente una dimensione autonoma di moneta forte.
«segue 1929»
Royal
Dutch Shell
«segue
da 1918»
1922, negli USA, costituisce la Shell Oil;
«segue 1941»
Shell Oil
1922,
viene costituita la compagnia petrolifera Shell
Union Oil Corporation allo scopo di gestire gli interessi
negli USA della Royal Dutch Shell di cui
è tuttora consociata;
ottiene le cospicue riserve petrolifere dell'Oklahoma e del Texas, nonché
la raffineria di Wood River (nota per aver ricevuto nel 1943 l'US Army
and Navy Award per il suo contributo allo sforzo bellico);
«segue 1923»
Banca di
Stato dell'URSS
«segue
da 1921»
1922, diventa istituto di emissione;
«segue 1954»
|
fine 1922 – inizio 1923
inizia una notevole ripresa in tutti i principali settori dell'economia
mondiale.
Banche
|
|
Banca
d'Italia
- Direttore generale: B.
Stringher (1900 nov - 1928); -
Governatore: Bonaldo Stringher
- Direttore
generale:
1922,
Banca
Romana
1922,
[nel 1894 le passività della banca sono state assunte dalla
Banca d'Italia; vedi salvataggio
nel 1914]
Banco
di Sicilia
1922,
Banco
di Napoli 1922,
|
|
«segue da 1921»
Federazione
Bancaria Italiana
1922,
Compagnia
della Fede Cattolica
(o di San Paolo)
Presidente:
. nob. gr. uff. ing. Giacomo Salvadori
in Wiesen, dal 1910.
Direttore generale:
. gr. uff. dott. Pier Giuseppe Fabris,
dal 1912.
1922,
Consorzio
delle Banche cattoliche 1922,
Banca
Cattolica Vicentina
- Presidente: conte Alessandro
Zileri-Dal Verme]
[(1863-1937), fratello dell'ex sindaco di Vicenza]
- Vice presidente: ing. Pietro
Sinigaglia,
- 7 Consiglieri:
. Ernesto Azzalin,
. Enrico Marangoni,
. Leonardo Pagello,
. Pietro Rumor,
. don Giuseppe Stocchiero,
. don Vincenzo Strazzari,
. Girolamo Vaccari.
- Sindaci effettivi:
. Giuseppe Gavazzo,
. Giovanni Rossato,
. Girolamo Scimo (o Selmo ?!).
- Sindaci supplenti:
. Marcello Breda,
. Andrea Morucchio.
- Probiviri:
. Marino Breganze,
. don Attilio Caldana,
. don Francesco
Snichelotto.
direttore Nicola
Bevilacqua; Comitato direttivo
- Presidente:
. conte Alessandro Zileri-Dal Verme,
- Componenti:
. comm. Nicola
Bevilacqua,
. Adriano Navarotto,
. Pietro Rumor.
- Segretario generale:
. Ferruccio Gugerotti.
1922
per la banca rimane ancora valida la ragione sociale della beneficienza,
di cui privilegiano gli istituti e le associazioni confessionali,
e che rientra fin dalle origini negli scopi previsti da tutti
gli statuti della banca:
- ricreatori,
- Segretariati del popolo,
- asili infantili,
- patronati,
- scuole di dottrina cristiana,
- scuole di lavoro,
- circoli della gioventù cattolica,
- Unione femminile cattolica,
- conferenze di S. Vincenzo,
- cucine sociali,
- Casa della Provvidenza,
- FUCI,
- Suore Poverelle di S. Lucia,
- Suore della Visitazione,
- istituti di S. Chiara,
- Istituti delle Canossiane,
- Banca per le opere religiose della diocesi;
un'infinità di enti cattolici gode insomma degli aiuti
della banca, peraltro mai sorda agli appelli del vescovo, come
anche dell'arciprete di Schio, Elia Dalla
Costa, il futuro vescovo di Padova e di Firenze, e cardinale,
fra le più nobili e severe figure dell'episcopato italiano
durante il fascismo, insieme con Rodolfi,
Cazzani, Nicola
Monterisi.
Luglio
20, viene approvata la beneficienza alla campagna
di appoggio contro le bestemmie;
27, al Comitato direttivo
il comm. N.
Bevilacqua lamenta il fatto che pervengono continuamente
domande "a favore di enti e istituzioni sorte o che stanno
sorgendo nel campo" e aggiunge che, anche se la banca ha
in passato largheggiato con tutte le istituzioni, tale sistema
non può più continuare;
Novembre
30, al Comitato direttivo il comm. N.
Bevilacqua dà relazione di pratiche svolte dall'Unione
del lavoro di G.
Arena per ottenere dalla banca la liquidazoine dei
suoi debiti, precisando che il presidente conte Alessandro
Zileri-Dal Verme, dopo aver avuto in proposito un
colloquio con il vescovo di Vicenza, ritiene che non crede possa
il Consiglio della banca intervenire, non senza rinunciare alla
possibilità di un'intesa nei riguardi della nuova costituzione
della direzione dell'Azione Cattolica diocesana [così
come voluta da Pio XI], aggiungendo
inoltre che nessun impegno e neppure affidamento è stato
dato dalla banca dovendo ricordare l'azione pubblica e la propaganda
compiuta dall'Unione del lavoro, volte a turbare profondamente
i rapporti che devono correre tra capitale e lavoro.
Il comm. N.
Bevilacqua afferma quindi che la situazione attuale
dell'Unione del lavoro deve essere risolta direttamente da coloro
che hanno detto, approvato e sostenuto il movimento proletario
nelle forma come è stato condotto dall'Unione del lavoro,
che non solo ha turbato i rapporti tra capitale e lavoro ma ha
suscitato odi, violenze e denigrazioni a carico di enti e persone.
Per conto suo dichiara di essere contrario a qualsiasi intervento
della banca la quale non rifiuterà il suo aiuto ovviamente
quando verrà disciplinata l'azione cattolica in base alle
nuove direttive, ma il passato deve prima essere stato completamente
liquidato.
Alle leghe artigiane vicentine, collegate all'Unione del lavoro
fondata nel 1919 da don G.
Arena, partecipano:
- bottonai di Lonigo,
- cappellai di Marostica,
- ceramisti di Nove,
- elettricisti di Valdagno,
- forrnaciai di Chiampo e Villaverla,
- marmisti di Chiampo,
- minatori di Valdagno, e San Giovanni Ilarione,
- mugnai di Noventa,
- muratori di Sarego.
A queste leghe si aggiungono anche le leghe degli impiegati, dei
dipendenti salariati, postali ed esattoriali, dei cantonieri provinciali.
Si vanno diffondendo anche le cooperative di consumo (25.000 soci
azionisti), di lavoro e produzione (60 fra consorziate e aderenti
al Consorzio provinciale, con duemila soci), di assicurazione
del bestiame e di credito.
Il Veneto dell'economia rogazionale, della mutualità cooperativistica,
della beneficienza ai tanti patronati sociali, intitolati ai santi
più vari, il Veneto delle casse rurali e delle società
operaie, con i suoi fittavoli, mezzadri, artigiani sotto la protezione
e la garanzia del parroco, il mondo di L.
Wollemborg, di don Luigi Cerutti
e di Giacomo Rumor, è un mondo
che può ancora nutrire una qualche illusione sulla "fraternità"
del capitale e del lavoro; il mondo degli Arena
e dei Corazzin ha provocato invece
una "rottura" con le vecchie forme del paziente "consociativismo"
clerico-cooperativistico.
Credito
Veneto
- Presidente: Nicola Bevilacqua,
- Consiglieri:
. conte Alessandro Zileri Dal Verme,
. avv. cav. Clodio Pomè Beltrame,
. comm. Giuseppe Cavazzana,
. conte gen. Giorgio Emo Capodilista,
. prof. avv. Carlo Emilio Ferri,
. ing. Ettore Galuppo,
. Giovanni Giusti,
. cav. Pietro Rumor,
- Sindaci effettivi:
. avv. cav. Vincenzo Fontana,
. Giovanni Mauro,
. ing. prof. Sergio Zanarotti.
- Sindaci supplenti:
. avv. Giuseppe Gavazzo,
. Gaetano Martelletto.
1922
Padova,
Comit
(Banca commerciale italiana)
1922,
Banca
Toscana di Anticipazione e Sconto 1922,
Banco
di Roma
1922
- Presidente: sen. conte C.
Santucci (1917 dic-feb 1923)
- Vice presidente: sen. conte G.
Grosoli Pironi (1917-23)
- Amm.re Del.: dr. Giuseppe
Vicentini (1919 - feb 1923)
Roma, dopo la prima guerra mondiale, il banco viene ripetutamente
finanziato dallo Stato.
Intanto «la Società
editrice Romana si trova
in condizioni disastrose, per difetto di controlli, perché
appesantita da debiti personali verso gli stessi amministratori,
e operante con impegni eccedenti le avute autorizzazioni»:
il suo passivo grava direttamente o indirettamente, attraverso
il Credito Nazionale, sul bilancio
del Banco di Roma.
Nello stesso tempo il banco ha finora avuto come beneficiari:
- «Corriere d'Italia», quotidiano del Ppi (Partito
Popolare Italiano);
- Confederazione dei Lavoratori,
- Direzione del Ppi,
a cui devono aggiungersi le spese segrete, amministrate personalmente
dal dr. G.
Vicentini e le sovvenzioni in parte garantite da avalli,
aventi la forma di operazioni di credito.
Oltre alla stampa cattolica, il banco sovvenziona il «Nuovo
Paese», giornale di sinistra, ma «decisamente
ostile ai necessari controlli nell'uso del pubblico denaro».
Novembre
12, due settimane dopo la formazione del suo primo
gabinetto, B.
Mussolini scrive al ministro del Tesoro, Vincenzo
Tangorra (Ppi), un biglietto: «
1) Esigo per ragioni d'ordine altissimo,
economico, nazionale ed internazionale, e ovvie del resto, che
si faccia ogni sforzo per salvare il Banco di Roma.
2) Bisogna che nel più breve termne di tempo possibile,
e con ogni buona volontà, il Banco di Roma dimostri che
merita di essere salvato.»
15, in una «riservatissima»
diretta a B.
Stringher, direttore generale della Banca
d'Italia, il sen. conte C.
Santucci respinge sdegnosamente le condizioni che gli
vengono proposte per la sistemazione del banco, e cioè:
- garanzia solidale e personale di tutti i membri del Consiglio
per i 125 Mni di nuova sovvenzione;
- istituzione di un controllo sul banco da parte degli istituti
d'emissione;
- divieto di distribuire dividendi per tutto il tempo di mora.
24, fra il banco e gli istituti
di emissione viene firmata una convenzione che mentre mette al
sicuro il banco, tramite l'intervento del "Consorzio per
le Sovvenzioni sui Valori Industriali", al tempo stesso salva
i crediti vantati dalla Banca d'Italia
verso la Banca italiana
di sconto e il banco stesso.
Già da questo momento si può prevedere che gli oneri
di salvataggio andranno ben oltre, al netto dei recuperi, il miliardo
di lire [ca 90 Mdi del 1966].
Questa somma enorme viene caricata sul bilancio dello stato senza
chiedere alcuna autorizzazione al Parlamento e senza neppure discutere
la questione in Consiglio dei ministri.
[A. De Stefani,
Baraonda bancaria, 1960.]
Banca
italiana di Sconto
1922
- Presidente: sen. Guglielmo Marconi
(? - ?)
Procedimento
penale |
viene aperto contro 42 persone:
- 12 amministratori membri del Comitato centrale della
Banca, tra cui:
. Mario Perrone, consigliere
delegato dell'Ansaldo, «testa
forte» del gruppo;
- 5 sindaci,
- 7 direttori,
- 1 agente di cambio.
Fra gli imputati si trovano:
. sen. Guglielmo Marconi,
presidente;
. sen. Pasquale Leonardi Cattolica
[collare dell'Annunziata, ammiraglio, ministro della Marina
(1910 mar - mar 1911],
. sen. Enrico Scalini,
. sen. Ludovico Gavassi,
. Pio Perrone (fratello di
Mario),
. comm. Angelo Pogliani,
amm.re delegato della banca (? - ?)
[e finanziatore del Pnf, secondo Cesare
Rossi].
[Ci vorranno quattro anni di interrogatori, perizie, udienze,
comparse, rinvii, eccezioni, decisioni interlocutorie,
requisitorie, arringhe… finché...]
Premesse che renderanno possibile la scandalosa sentenza
finale sono:
I: l'avocazione all'Alta Corte di Giustizia – ai
sensi dell'art. 37
dello Statuto – degli atti processuali concernenti i senatori,
e, per logica conseguenza, anche degli atti che riguardano
gli imputati estranei del Senato: una volta trasferito
il processo a Palazzo Madama, il governo può guidarlo
molto più agevolmente nella direzione corrispodente
ai suoi fini.]
II: il decreto 22 dicembre 1922, n. 1641.
[vedi sotto]
III: la nomina di un magistrato adatto alla funzione
di pubblico ministero in un processo di questo genere:
il comm. Giovanni Santoro.
[Trattasi dello stesso magistrato che assisterà
anche la Commissione senatoriale d'inchiesta nelle indagini
relative alle accuse mosse dal giornalista Donati
contro il sen. E.
De Bono per l'assassinio del deputato socialista
G.
Matteotti.]
La scelta non potrà essere più felice.
IV: la nomina (giugno 1924) di due periti addomesticabili
per l'esame della banca e delle società collegate:
il comm. Angiolo Tifi, presidente
della Camera d commercio di Lecce, e l'ing. Umberto
Savoia.
V: forse la più importante, è la
nomina alla presidenza dell'Alta Corte di Giustizia di
un generale di sicura fede fascista: il gran cordone Vittorio
Zupelli, vicepresidente del Senato, ministro della
Guerra nell'ultimo anno del conflitto mondiale.
[Come presidente della commissione senatoriale d'inchiesta,
egli firmerà pure la sentenza che assolverà
in istruttoria il gen. De Bono
dall'accusa di complicità nel "delitto
Matteotti".
|
[Bartolo Belotti, L'avventura
fascista, Milano 1945;
Ernesto Rossi, Padroni
del vapore e fascismo, G. Laterza
e Figli SpA, Bari 1966.]
|
|
Febbraio
in una circolare in cui illustra ai prefetti la politica del
governo nei confronti della banca, l'on. I.
Bonomi osserva che «si
tratta d'una banca privata e quindi d'un affare privato»;
17, cade il "governo
Bonomi" sul rifiuto di salvare la Banca
Italiana di Sconto;
25, primo ministero
di L.
Facta;
Marzo
allo scopo di finanziare l'esecuzione del concordato tra la Banca
Italiana di Sconto e i suoi creditori, viene costituita
una "Sezione speciale autonoma del consorzio per sovvenzioni
su valori industriali"
[Consorzio già nato nel 1914 da un accordo tra le maggiori
banche per coordinare le loro attività connesse all'industria.]
La "Sezione" viene inizialmente autorizzata a
effettuare operazioni di credito fino alla concorrenza di 1 Mdo
di lire, procurandosi i fondi presso gli Istituti di emissione.
Attraverso la "Sezione" quindi la Banca
Italiana di Sconto riceve dalla Banca
d'Italia i fondi necessari per fronteggiare gli impegni
rimasti scoperti, per un importo di oltre 1.700 Mni di lire, solo
in piccola parte coperti dai successivi realizzi.
Maggio
22, si svolge la discussione alla Camera;
l'ex ministro dell'Industria Bartolo Belotti
(da tre mesi non lo è più) mette bene in chiaro
che gli investimenti della Banca
Italiana di Sconto, durante la guerra, hanno dato lautissimi
profitti di cui non hanno potuto godere gli azionisti; il dissesto
è maturato quando la guerra è già finita;
la banca è caduta perché male amministrata.
Nello stesso suo intervento alla Camera, l'ex ministro precisa
che la Banca Italiana
di Sconto ha immobilizzato: [vedi box]
|
Immobilizzazioni |
Mni di Lire
|
-
Ansaldo |
750 |
- società di navigazione e armatori privati |
450 |
- Banca Italo-Caucasica (tra
azioni e crediti) |
92 |
- aziende cotoniere (per la sola filiale di Busto) |
140 |
- aziende cinematografiche (dei quali 70 per la sola Cito-Cinema) |
130 |
- partecipazioni e crediti azionari, in aziende meccaniche
di trasformazione e in altre aziende. |
ca 420 |
[Bartolo Belotti,
L'avventura fascista, Milano 1945;
Ernesto Rossi, Padroni
del vapore e fascismo, G. Laterza
e Figli SpA, Bari 1966.]
|
Da un primo prospetto riassuntivo (incompleto) risulta che i
creditori sono più di 410.000 per un importo superiore
ai 3,260 Mdi di lire (ca 300 Mdi di lire del 1966);
246.000 sono creditori per somme inferiori alle 2.000 lire ciascuno;
di essi 170.000 sono minuscoli depositanti a risparmio.
Nel suo intervento alla Camera, il deputato liberale Giovanni
Marchi, illustrando alcuni documenti compromettenti che
«sono sfuggiti alla Commissione d'inchiesta»,
conclude il suo discorso affermando che il troppo indulgente trattamento
usato verso gli ex amministratori della banca «offende
i princìpi più elementari della giustizia»:
senza tanti complimenti, i responsabili dovrebbero andare tutti
quanti in gattabuia.
Dicembre
22, viene emesso il decreto 22 dicembre 1922,
n. 1641 che, non solo concede l'amnistia a tutti i criminali
fascisti per i reati commessi con un «fine
nazionale», ma anche a tutti i colpevoli di «reati
colposi, previsti dal codice penale e in qualsiasi altra legge»:
così vengono estinte in istruttoria le imputazioni relative
alla bancarotta semplice, lasciando sotto giudizio soltanto le
imputazioni per reati che risultino manifestamente dolosi.
«segue 1923»
Credito Italiano
1922,
Banco
Ambrosiano
1922,
Banco
Lariano
1922,
Como,
BNL
(Banca nazionale del lavoro) 1922,
Banca
della Venezia Giulia
1922,
Trieste, dal 1921 si è fusa con la Banca
Cooperativa di Trieste e con il Consorzio
Fiumano di Credito e Risparmio di Fiume;
|
Casse
di Risparmio
|
«segue
da 1921»
Cassa
di Risparmio di Venezia
1922,
Cassa
di Risparmio di Vicenza
1922,
Cassa
di Risparmio di Milano 1922,
Cassa
di Risparmio delle Province Lombarde
1922,
Monte
dei Paschi
(Cassa di Risparmio)
1922,
«segue 1923»
|
Banche
Popolari
|
1922 Banca Popolare di Vicenza
- Presidente: Paolo
Sartori ,
- vicepresidente: ?,
- Consiglieri:
. ?,
. ?,
. ?,
. ?,
. ?,
. ?,
. ?,
. ?,
. ?,
. ?,
. ?,
- Collegio Sindacale:
. ?, [effettivo]
. ?, [effettivo]
. ?, [effettivo]
. ?, [supplente]
. ?, [supplente]
Direttore: ? (?-?)
Filiale
Vicenza, Borgo S. Felice (dal 1920).
Banca
Popolare Agricola di Cerea
1922,
«segue 1923»
|
Casse Rurali
|
|
-
|
Prezzi
a confronto
|
(1913=100)
|
1919
|
1920
|
1921
|
1922
|
Italia |
|
|
|
|
Carbone |
1.666
|
-
|
775
|
-
|
Ghisa |
1.036
|
-
|
916
|
-
|
Inghilterra |
|
|
|
|
Carbone |
204
|
-
|
-
|
-
|
Ghisa |
191
|
-
|
-
|
-
|
Gli
alti prezzi dei combustibili stimolano l'attività delle imprese
elettriche per cui… |
Energia elettrica
|
Potenza installata kW |
1.480.000
|
-
|
-
|
2.080.000
|
Produzione energia elettrica
(milioni di kWh) |
-
|
4.690
|
4.540
|
-
|
|
|
|
|
|
Acciaio |
-
|
773.000
|
700.000
|
-
|
Produzione di ghisa (tonnellate) |
-
|
*88.000
|
61.000
|
-
|
Autovetture
(FIAT) |
-
|
14.835
|
10.320
|
-
|
*
La produzione di ghisa era già crollata nel 1920 anche per
gli altissimi prezzi dei noli.
|
Conflitto sociale
|
Scioperanti |
1.050.000
|
1.270.000
|
-
|
-
|
-
|
1919
|
1920
|
1921
|
1922
|
L'atmosfera è percorsa da violenti clamori
contro i profittatori di guerra (per i quali si invocano «tribunali,
tortura, ghigliottina») e anzitutto contro le industrie
belliche.
Ne deriva una serie di rigorose misure governative che vanno dall'imposta
straordinaria sul patrimonio all'avocazione totale allo Stato
dei profitti di guerra, alla nominatività dei titoli.
Questi provvedimenti [qualunque siano le ragioni morali e di giustizia
sociale che li ispirano] contribuiscono ad accrescere le difficoltà
dell'industria, scoraggiandovi l'afflusso di nuovi capitali e
pretendendo l'avocazione di profitti che sono stati largamente
investiti in nuovi impianti, e in parte volatizzati dal crollo
dei prezzi seguito fra 1920-21.
|
|
Imprese
elettriche
(Le 126 maggiori che assorbono la quasi totalità
del settore)
|
(Mni di lire)
|
1918
|
1922
|
Capitale |
912
|
2.133
|
Obbligazioni |
218
|
176
|
Valore impianti |
1.074
|
3.049
|
Indebitamento totale |
601
|
2.402
|
Ammontare dei debiti
|
|
1914
|
1918
|
1922
|
% del capitale |
58%
|
66%
|
113%
|
|
- |
|
|
Questo
rapido incremento degli impianti rispetto a quello del capitale
è indice del largo ricorso a finanziamenti bancari, confermato
dal crescere dell'indebitamento totale delle società considerate.
|
Cotone
|
(tonnellate)
|
1908-09 |
1920
|
1921
|
1922
|
Produzione di filati |
-
|
-
|
-
|
156.000
|
Produzione di tessuti |
-
|
-
|
-
|
101.000
|
Il prodotto rappresenta il 16% delle esportazioni
complessive.
|
Seta
|
(tonnellate)
|
1908-09 |
1920
|
1921
|
1922
|
Produzione di bozzoli
|
53.000
|
28.000
|
-
|
*38.000
|
* cifra raggiunta grazie alla produzione del Trentino.
Cominciano ad apparirele prime fibre artificiali.
|
Porto
di Venezia
o Porto Marghera |
«segue
da 1921»
1922
Porto Marghera è già in grado di ospitare i primi stabilimenti
industriali;
Maggio
17,
ce ne sono già sedici quando il re inaugura a bordo della Pola
il canale navigabile che unisce la stazione marittima alla nuova
zona industriale (4.100 m di lunghezza, 64 m di larghezza);
da questo momento entrano in funzione il porto dei petroli, dove
s'installeranno la Società italo-americana
del petrolio e la Nafta,
e il canale industriale nord;
Giugno
Giuriati, d'intesa con Giuseppe
Volpi (che è già a Tripoli da quasi un anno e i cui rapporti
con i fascisti sono di tipo "giolittiano"), provoca le
dimissioni del primo capo del fascismo veneziano, Marsich;
SADE: superata la crisi di
fine anno, grazie anche all'aiuto del governo, la società riprende
la sua espansione completando la rete di 50.000 volts fino a Bologna;
«segue da 1923»
|
La Lockheed
e il supermercato delle armi |
1922
C.B.
De Mille vende, rimettendoci, gli 8 aerei acquistati
nel 1917 e si dedica al cinema.
Donald Douglas,
arrivato a Los Angeles sette anni prima, impianta una fabbrica
in uno studio cinematografico abbandonato a Santa Monica e comincia
la sua attività costruendo aerosiluranti per la Marina
americana.
«segue 1923»
|
Fonti:
- Anthony Sampson, The arms bazaar/Il
supermercato delle armi - Arnoldo Mondadori Editore 1977. |
– Baumol, William J. (New
York 1922) economista statunitense
Dinamica economica (1951)
Comportamento d'impresa, valore e crescita (1959)
Teoria economica ed analisi operazionale (1961)
Arti dello spettacolo: il dilemma economico (1966, con W.G. Bowen)
Teoria della politica ambientale (1975, con W.E.
Oates)
Principi e politiche dell'economia (1979, con A.S. Blinder)
I mercati contendibili e la teoria della struttura industriale
(1982)
Inflazione e arti dello spettacolo (1984, con H. Baumol).
Superequità: applicazione e teoria (1986)
Microteoria: applicazioni e origini (986).
– Calabria,
Fausto (Roma 1922 – aprile 1995) manager pubblico
italiano.
– Cipolla, Carlo Maria (Pavia 1922-Pavia
2000) storico ed economista italiano, socio dell'Accademia dei Lincei;
Studi di storia della moneta (1948)
Moneta e civiltà mediterranea (1957)
Le avventure della lira (1958)
Uomini, tecniche, economie (1962)
Istruzione e sviluppo. Il declino dell'analfabetismo nel mondo
occidentale (1971)
1972, membro onorario a vita della Società
economica e storica della Gran Bretagna;
Cristofano e la peste (1973)
Storia economica dell'Europa (1973-74, in 4 voll., curatore)
Storia economica dell'Europa pre-industriale (1974)
1980, laurea honoris causa dal
politecnico di Zurigo;
Il fiorino e il quattrino (1982)
Allegro ma non troppo (1988, pamphlet portato pure in teatro)
Il burocrate e il marinaio (1993)
Tre storie extra vaganti (1993)
Contro un nemico invisibile (1995)
1995, premio Balzan.
– Leibenstein, Harvey
(1922) economista statunitense
Oltre l'uomo economico (1976)
Teoria generale dell'efficienza-X e sviluppo economico (1978)
Inflazione, distribuzione del reddito e teoria dell'efficienza-X
(1980).
– Patinkin, Don
(Chicago 1922) economista israeliano, docente di economia politica a
Chicago e in altre università degli USA
1956, insegna all'università di Gerusalemme
Moneta, interesse, prezzi (1956)
Il pensiero monetario di Keynes: uno studio del suo sviluppo
(1976).
– Pritzker, Jay
(Chicago 1922-1999) uomo d'affari e filantropo statunitense,
arricchitosi con la catena di alberghi Hyatt,
da lui fondata;
1979, fonda quello che diventerà il più prestigioso premio mondiale
dedicato ogni anno a un grande architetto, il Pritzker Architectural
Prize, definito il premio Nobel per l'architettura;
tra le altre sue benemerenze figurano il Laboratorio Nancy Friend
Pritzker della Stanford University, così chiamato in nome della figlia
e dedicato allo studio della depressione, e la sua attività di
amministratore dell'università di Chicago.
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Italia
Confindustria
- presidente: E.
Conti (1920-?)
- segr. gen: on. G.
Olivetti (1920-?)
Gennaio
24-25, Bologna, al congresso sindacale fascista, E.
Rossoni viene nominato presidente della Confederazione delle corporazioni sindacali fasciste.
Febbraio
Cade il governo Bonomi sul rifiuto di salvare la Banca
Italiana di Sconto.
Con circolare, emanata dai ministeri del Tesoro e dell'Industria, si raccomanda
a tutte le amministrazioni di dare la preferenza ai produttori nazionali,
sempre entro lo scarto massimo di prezzo del 5%.
[vedi Legge 7 luglio 1907, n. 409]
Marzo
1°, in una seduta pubblica (a cui partecipa anche il dr.
Alberto Pirelli) la Camera di Commercio di
Milano chiede il trasferimento all'iniziativa privata dei telefoni urbani
(si noti bene: non dei telefoni interurbani che hanno una gestione molto
passiva).
La richiesta viene validamente appoggiata dalla Confindustria
in un memoriale a stampa diretto al minisitro delle Poste.
Aprile
2, la Legge 2 aprile 1922, n. 474
obbliga le società commerciali a investire in titoli di Stato la
terza parte delle loro riserve.
Giugno
la Confindustria invita tutte le organizzazioni
dipendenti a dare la maggiore possibile diffusione ad un manifesto dell'
"Alleanza economica parlamentare" appena costituitasi
sotto la presidenza dell'on. , segretario generale della stessa confederazione.
Quest manifesto dichiara che l'Alleanza sarà sempre con le forze
del paese che non vogliono essere uccise dall'azione dello Stato, e reclama
«l'abbandono da parte dello Stato di ogni
funzione non strettamente necessaria».
Tra i firmatari:
- industria -
. A.S. Benni,
. G. Donegani,
. Banelli,
. Olivetti,
. Mazzini,
- proprietà terriera -
. Fontana,
. Marescalchi,
. Mariotti,
- esponenti del Pnf -
. A.
De Stefani,
. Costanzo
Ciano,
. Corgini,
. Gray,
. Giovanni Tofani.
[Un'alleanza fra plutocrati e nullatenenti «rivoluzionari»
non può essere che un'associazione in cui ui plutocrati mettono
i loro quattrini ed i rivoluzionari i loro servigi.]
[Ernesto Rossi, Padroni del vapore e
fascismo, G. Laterza e Figli SpA, Bari
1966.]
Settembre
20, B.
Mussolini afferma: «Basta con lo
Stato ferroviere, lo Stato postino, lo Stato assicuratore».
Ottobre
Il ministro delle Finanze A.
De Stefani inizia a praticare una politica economica liberaleggiante;
[il partito abbandona i programmi economici estremisti e demagogici]
[del 1919]
Livorno, per esercitare una maggiore pressione sul governo circa la vertenza
in atto, la Cantieri Orlando chiude i
propri stabilimenti.
[All'inizio della guerra avevano ottenuto l'ordinazione di sedici cacciatorpediniere.
Dopo la consegna, effettuata con grande ritardo rispetto al capitolato,
i titolari della ditta, avevano chiesto un forte aumento sui prezzi stabiliti
nel contratto e avevano preteso che la vertenza venisse deferita a una
commissione arbitrale. Il ministero della Marina finora ha resistito.
vedi gennaio 1923]
13, per porre fine alla serrata, viene
firmato un concordato tra:
- ingegneri Giuseppe e Luigi
Orlando, titolari della Cantieri Orlando;
- i signori:
. Giuseppe Bastianini, vice segretario del
partito fascista,
. on. C. Ciano,
deputato di Livorno,
. Dino Perrone, commissario straordinario,
. Giuseppe Preziosi.
28/29, la notte le formazioni paramilitari
fasciste eseguono la "marcia su Roma".
29, viene varato il decreto
29 ottobre 1922, n. 1478, [pubblicato sulla G.U. del
29 novembre successivo] col quale vengono abrogate le norme della legge
2 aprile 1922, n. 474 (vedi sopra).
[Nessuno, ovviamente, nella grande buriana della "marcia su Roma"
se n'è accorto!]
31, [Lira Sterlina: quot. media
mensile: 106,4=]
Novembre
8, si runisce il Comitato centrale industriale (l'organo
direttivo in comune della Confindustria e dell'Associazione
fra le società per azioni).
Sono presenti:
. comm. Targetti, presidente di Confindustria
[sic!],
. ing. De Benedetti, (pres. della Lega industriale
di Torino),
. sen. E.
Conti (elettrici),
. ing. Falck (siderurgici),
. on. Olivetti,
. dr. Biancardi,
. dr. Rejna.
Il comitato:
- chiede che l'abolizione della nominatività obbligatoria, annunciata
per i titoli pubblici, venga senz'altro estesa ai titoli privati,
- approva il progetto di massima già concretato per il passaggio
dei telefoni dallo Stato all'esercizio privato,
- decide di «affrettare la compilazione di
altri progetti tecnici per servizi pubblici deficitari, progetti che porterebbero
al governo il contributo dell'esperienza e dello spirito organizzativo
degli industriali».
10, l'«Agenzia Stefani»
comunica che il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge
presentato dai ministri del Tesoro e delle Finanze, col quale è
abrogata la legge 24 settembre 1920, n. 1297,
sulla obbligatorietà della conversione in nominativi dei titoli
al portatore emessi dallo Stato, dalle Province, dai Comuni, dalle società
per azioni e da qualsiasi altro ente, nonché dei depositi vincolati
a termine fisso.
In conformità alle proposte formulate ieri dal Comitato ministeriale,
il Consiglio dei ministri ha deciso il passaggio della rete telefonica
alle società private. Il passaggio sarà graduale, ma
sollecitamente condotto e una commissione, composta dei ministri:
. G.A. Colonna di Cesarò,
. Vincenzo Tangorra,
. A.
De Stefani,
. Teofilo Rossi,
definirà sollecitamente la forma di questo passaggio di gestione.
14, il Consiglio dei ministri prende
decisamente posizione contro il monopolio statale delle assicurazioni
e proroga il regime provvisorio sino al 30 giugno 1930.
[vedi aprile 1923]
Un comunicato dell' «Agenzia Volta» rivendica alla Confindustria
il merito principale della avvenuta soluzione della crisi e prosegue offrendo
a B. Mussolini,
a nome di tutti gli industriali italiani, «la
più aperta e leale collaborazione».
31, [Lira Sterlina: quot. media
mensile: 98,9=]
Dicembre
31, [Lira Sterlina:
quot. media mensile: 91,6=].
I fascisti sbandierano questo miglioramento dei cambi come una grande
vittoria del «governo nazionale»,
ma…
[segue 1923]
Terni
(Saffat: Società degli alti forni, fonderie e acciaierie di Terni)
«segue da 1915»
1922, sotto la presidenza di Arturo Bocciardo,
che succede a G. Orlando, si trasforma in
una grande impresa polisettoriale: accanto al nucleo siderurgico, sviluppa
la produzione idroelettrica per la vendita di energia (6% della quota
nazionale) e quelle elettrochimiche e minerarie;
la Saffat, che assume ora la denominazione
di Terni-Società per l'industria e l'elettricità,
ristruttura inoltre i cantieri, con la costituzione del gruppo Odero-Terni-Orlando
(OTO);
è ancora strettamente legata alla Banca commerciale;
«segue 1930»
Ilva
[Società Ilva, alti forni e acciaierie d'Italia]
«segue da 1921»
1922, riportato il capitale a 150 Mni, riprende il possesso degli stabilimenti
ceduti alla Società Esercizi Siderurgici
e Metallurgici e ha di nuovo in affitto anche l'impianto di
Portoferraio, ancora appartenente alla Elba.
«segue 1923»
Ansaldo
(Nuova)
«segue da 1921»
1922, viene costituita, sotto l'egida della "Sezione speciale
autonoma del consorzio per sovvenzioni su valori industriali"
una nuova società dello stesso nome, con 200 Mni di capitale
alla quale viene affidata però solo una parte delle attività
del vecchio gruppo costituitosi durante la guerra, da cui vengono invece
staccate le aziende minerarie, idroelettriche, siderurgiche, marittime,
ecc., e costituite in società autonome, rimaste per gran parte
nelle mani dello Stato.
Anche gli impianti di Cogne sono ceduti a una società appartenente
allo Stato, mentre le altre attività siderurgiche, e specialmente
la grande acciaieria di Cornigliano, vengono praticamente liquidate.
Riprende a lavorare su scala minore riducendo l'attività al campo navalmeccanico.
Il bilancio rivela una perdita di 331 Mni di lire;
«segue 1923»
SNIA
(Società di Navigazione Industria e Affini)
«segue da 1920»
1922, la SNIA (Società di
Navigazione Industria e Affini) diventa la SNIA
Viscosa (Società nazionale industrie applicazioni viscosa);
«segue 1926»
«Il Legno»
1922, 15
marzo, Milano, nasce questa rivista quindicinale, diretta da Ottorino
Fogli; con sede in Via Amedei, 8 , ha come gerente responsabile
Defendente De Amici, come redattore Giovanni
Ceccon, come amministratore Luigi Viganò.
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