Papa Pio XI
(1922-39)
- segretario di Stato:
. card. E.
Pacelli (1929 nov - ?);
- sottosegretari:
. G. Pizzardo,
segretario della Congregazione degli affari ecclesiastici straordinari;
. Alfredo Ottaviani, sostituto segretario
di Stato;
1933
Luglio
20, il Vaticano firma il concordato, rimasto inoperante,
col Reich nazista. Il trattato:
- permette la professione e il pubblico esercizio della religione cattolica;
- riconosce l'indipendenza della Chiesa;
- garantisce la libera comunicazione tra la Santa Sede e i suoi vescovi
in Germania e l'autonomia nella nomina delle cariche ecclesiastiche;
- permette l'insegnamento cattolico nelle scuole pubbliche;
- autorizza il Vaticano a tenere corsi di teologia in tutte le università
tedesche. Ma tutto ciò è possibile a determinate condizioni:
- lo Stato tedesco può esercitare il diritto di veto alle nomine
dei vescovi per ragioni politiche;
- i vescovi già eletti devono prestare giuramento di fedeltà
al Reich e al Führer.
[L'Entità scopre
che all'ultimo momento il card. E.
Pacelli ha deciso di includere nel concordato un punto in cui
si specifica che nessun religioso può appartenere a un'organizzazione
o partito politico e che F.
von Papen non si è opposto.]
H. Brüning,
il leader del Partito di centro, è indignato perché il Vaticano
ha svenduto il partito cattolico per mettersi con A.
Hitler. Ne considera responsabile il card. E.
Pacelli e lo accusa di aver frainteso la natura del nazismo.
Pio XI comprende presto che il "patto
col davolo" non si rivelerà all'altezza delle aspettative.
Mentre infatti stanno firmando gli accordi, i nazisti introducono la legge
sulla prevenzione della nascita di persone affette da malattie ereditarie,
che obbliga la sterilizzazione forzata degli individui considerati minorati,
in aperto contrasto con la dottrina ecclesiastica.
A. Hitler
interviene anche contro la fitta rete di scuole parrocchiali: i nazisti
vogliono una Chiesa da poter controllare pienamente.
Dopo la firma del concordato, i servizi di sicurezza del Reich decidono
di colpire violentemente le basi del cattolicesimo in Germania.
Contrariamente a quanto affermato a febbraio, A.
Hitler promette ora di sradicare completamente il cristianesimo
dalla Germania. «O sei cristiano o sei tedesco.
Non puoi essere entrambe le cose contemporaneamente».
Vengono chiusi tutti i quotidiani e le case editrici cattoliche, e imposte
delle restrizioni alle cerimonie religiose. Il controllo delle attività
dei servizi segreti pontifici viene affidato al Sicherheitsdienst
(SD), il servizio di spionaggio del Partito Nazista. Il suo capo:
R.
Heydrich.
Mentre A.
Deubner, sta tornando a Roma per dare le proprie spiegazioni
a Pio XI, al card. E.
Pacelli e all'Entità,
Michel d'Herbigny viene inviato, per ordine
del papa, in un monastero per riflettere sulle sue azioni e pregare per
il perdono. Ormai però si è fatto troppi nemici tra importanti
personalità di Roma e, peggio ancora, della Curia. Ora il numero
degli oppositori al "Collegium Russicum"
è aumentato pericolosamente e uno dei maggiori avversari è
W. Ledóchowski,
il padre generale dei gesuiti.
FUCI
(Federazione universitaria cattolica italiana)
«segue da 1932»
1933, nata e sviluppatasi come associazione d'élite, inquadrata nell'
"Opera dei congressi",
al suo interno si formano numerosi esponenti cattolici della classe dirigente
italiana:
1925-33, uno dei suoi assistenti ecclesiastici e G.B.
Montini;
guardata a vista dal regime fascista, si deve occupare solo di religione;
«segue 1934»
Internazionale operaia socialista
«segue da 1932»
1933
Conferenza di Parigi.
«segue 1934»
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«segue da 1932»
1933, dopo la vittoria di A.
Hitler in Germania, con la ripresa del dibattito tra le forze
antifasciste europee sulla strategia generale di resistenza e di lotta
contro il totalitarismo dilagante, il movimento arriva a sostenere, come
sbocco della rivoluzione italiana, la costituzione di una "repubblica
socialista antistatalista";
«segue 1934»
«Il Resto
del Carlino»
«segue da 1927»
1933-34, caduto in disgrazia
L. Arpinati, uno dei massimi rappresentanti del fascismo bolognese,
la testata e lo stabilimento tipografico vanno al Partito fascista
e
una piccola quota di minoranza viene acquistata dal gerarca D.
Grandi;
«segue 1940»
«Il Becco Giallo»
«segue da 1927»
1933, cessa le pubblicazioni, dopo che A. Giannini
è passato al fascismo, che lo sostituisce con il «Merlo Giallo»,
organo fiancheggiatore del regime.
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