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Papa
Sisto IV

(1471-84)

1482, è a fianco di Venezia nella guerra di Ferrara, da lui stesso fatta scoppiare; le sue truppe, guidate da R. Malatesta hanno parte nella vittoria di Campomorto sui napoletani.
Con la bolla Gravi nimis disapprova tutti coloro che affermano che la Chiesa non celebra l'Immacolata Concezione di Maria, ma solo la sua Concezione spirituale e al sua santificazione.

Inquisizione spagnola

«segue da 1478»
1483, Tomás de Torquemada (Torquemada o Valladolid 1420-Ávila 1498) religioso spagnolo, domenicano, priore del convento di Santa Cruz di Segovia e confessore di Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia, ha l'incarico dai Re Cattolici, con l'assenso di papa Sisto IV, di organizzatore capillarmente l' "Inquisizione spagnola", già stabilita dal papa nel 1478 ma ancora poco incisiva, con il preciso scopo di espellere gli ebrei dal paese o di indurli alla conversione; con due bolle papali del 2 agosto e del 17 ottobre, viene sancita la sua nomina di inquisitore generale di Castiglia, León, Aragona, Catalogna, Valencia;
Istruzione (1484, programma: la cacciata degli ebrei dovrebbe avvenire gradualmente per ordinanze locali; nel frattempo essi sarebbero tassati pesantemente per far fronte alla conquista di Granada, ultimo baluardo dei Mori in Spagna)
«segue 1492»

ANNO 1483





1483
SACRO ROMANO IMPERO
Friedrich III
Albero genealogico
(Innsbruck 1415 - Linz 1493)
figlio di Ernst I [il Ferreo], duca di Stiria, e di Zimburga di Masovia [Piasti];
[appartiene al ramo leopoldino degli Asburgo.]
1424-93, duca di Stiria, Carinzia, Carniola e Tirolo (Federico V);
[succeduto al padre]
1440-93, re di Germania e dei romani (Federico IV);
alla morte del cugino Alberto II riceve dai principi elettori sia la corona sia la tutela di Ladislao [Postumo] erede di tutti i territori posseduti dal ramo albertino degli Asburgo nonché delle corone di Boemia e d'Ungheria;
nel 1438, con il concordato di Vienna, ottiene da papa Niccolò V una serie di concessioni e di rinunzie a favore della corona e dei principi tedeschi che gli valgono una notevole preponderanza sulla chiesa in Germania;
1452-93, imperatore del Sacro Romano Impero (Federico III);
riceve la corona imperiale a Roma dalle mani di Niccolò V;
dal 1453 arciduca d'Austria;
1457-93, duca d’Austria (Friedrich V);
nel 1457, alla morte di Ladislao [Postumo], rivendica a sé il diritto all'eredità di tutti i possessi territoriali della casata asburgica e, ottenutili dopo non poche lotte, unifica i domini acquistati, costituendo così il più esteso tra gli stati tedeschi:
Austria eretta in arciducato (1453), Stiria, Carinzia, Carniola, Tirolo;
nel 1458 non riesce a salvaguardare i suoi diritti sui regni di Boemia e d'Ungheria;
nel 1477 combina il matrimonio di suo figlio Massimiliano e Maria di Borgogna, figlia di Carlo [il Temerario], ponendo così le basi della futura potenza asburgica;

1483
-


1483
REGNO di BOEMIA
Ladislao II Jagellone III

(n. 1456 - Buda 1516)
figlio di Casimiro IV re di Polonia e di Elisabetta d’Absburgo;
1471-1516, re di Boemia (Ladislao II);
nel 1478, con la pace di Olmütz, conferma a Mattia Corvino il possesso delle terre conquistate a Giorgio Podebrad (Moravia, Slesia e Lusazia);
1483
educato secondo rigidi principi cattolici, si scontra con l'opposizione hussita che crea tumulti a Praga;






1490-1516, re d'Ungheria (Ladislao VII);

 



1483
-



1483
REGNO d'UNGHERIA
Mattia Corvino

(Kolozssvár 1440 - Vienna 1490)
figlio di János Hunyadi;
1458-90, re d'Ungheria;
proclamato grazie alle vaste aderenze e alle ricchezze della sua casata;
nel 1464 attacca il regno di Boemia;
nel 1465, grazie al matrimonio con Beatrice d'Aragona figlia di Ferdinando di Napoli, i contatti con la cultura italiana si fanno più assidui; alla sua corte si costitusce una ricca biblioteca umanistica (Corviniana);
nel 1478, con la pace di Olmütz, Ladislao II Jagellone gli conferma il possesso delle terre conquistate a Giorgio Podebrad (Moravia, Slesia e Lusazia);

 



1483
-



1483
REGNO di POLONIA
Casimiro IV
Albero genealogico

(Cracovia 1424 - Grodno 1492)
figlio di Ladislao II Jagellone e di Edvige d’Angiò;
1440-92, granduca di Lituania (Casimiro II);
eletto dalla nobiltà locale, con la sua nomina rende il paese indipendente di fatto dalla corona polacca;
1445-92, re di Polonia;
1456-66, lunga guerra contro i cavalieri teutonici che, con la pace di Torun, sono costretti a restituire la Pomerania e a rendergli omaggio feudale;
nel 1470 combatte contro Mattia Corvino che contende a suo figlio Ladislao (il futuro Ladislao II) il trono di Boemia;




1483
-

1483
Albero genealogico

(Tangermünde, Magdeburgo 1414 - Francoforte sul Meno 1486)
terzogenito di Federico I;
1440, eredita il principato di Ansbach;
1464, alla morte del fratello Giovanni [l'Alchimista] eredita il principato di Bayreuth;
1470-86, elettore di Brandeburgo;
in seguito all'abdicazione dell'altro fratello Friedrich II [Dente di Ferro];
riuniti così tutti i possedimenti del casato, inizia una politica di consolidamento e di espansione;
nel 1473, per garantire l'indivisibilità della marca, con la Dispositio Achillea stabilisce un nuovo principio di successione basato sulla primogenitura;
nel 1476 abdica conservando il titolo elettorale;

1483
Albero genealogico

(† 1486)
figlio di Friedrich II [il Pacifico] e di Margherita d’Austria;
è l'iniziatore del ramo ernestino della casa di Wettin;
1464-86, duca elettore di Sassonia;





Alberto IV [il Coraggioso]
Albero genealogico

(Grimma, Lipsia 1443 - Emden, Bassa Sassonia 1500)
figlio di Friedrich II [il Pacifico] e di Margherita d’Austria;
è l'iniziatore del ramo albertino della casa di Wettin;
1464-85, duca di Sassonia;
[regge il ducato con il fratello maggiore Ernesto.]
nel 1474, generale tra i più abili del tempo, appoggia la politica imperiale lottando contro Carlo [il Temerario];




1485-1500, margravio di Meissen (Alberto II)
1485-1500, duca elettore di Sassonia;




1483
ducato di Baviera
Georg di Wittelsbach [il Ricco]
Albero genealogico

(Landshut 1455 - Ingolstadt 1503)
figlio di Ludwig IX [il Ricco] e di Amalia di Sassonia;
1479-1503, duca di Baviera in Landshut e Ingolstadt;




Albrecht IV [il Saggio]
Albero genealogico

(Munich 1447 - Munich 1508)
figlio di Albrecht III [il Pio] e di Anna von Braunschweig-Grubenhagen;
1467-1508, duca di Baviera-Monaco;
[con il fratello Sigmund e poi da solo, cercando invano di estendere i confini fino a Ratisbona.]



1504-08, duca di Baviera-Ingolstadt u.Landshut;
1505-08, duca di Baviera;
[dopo aver riunito i domini]







1483
IMPERO OTTOMANO
Bayezid II [il Giusto o il Pio]

(1447-1512)
figlio di Mehmet II;
1481-1512, sultano;
[pur sospettato di parricidio, mediante l'appoggio dei giannizzeri e di una potente fazione di alti funzionari, supera l'opposizione del fratello Cem.]
nel 1482 il fratello Cem, suo oppositore, fugge a Rodi;





1483
riprende, con esito alterno, la politica espansionistica del suo predecessore;
perfeziona la conquista dell'Erzegovina;
proibisce la riproduzione meccanica di qualsiasi testo arabo e turco cso il Corano; il farlo è considerato blasfemo e meritevole della pena capitale; lo scopo, specie per quanto riguarda il Corano, è impedirne la diffusione nonché la libera lettura e interpretazione critica;

1483
REGNO di CIPRO e di GERUSALEMME
 

(Venezia 1454 - 1510)
moglie di Giacomo di Lusignano;
1473-89, regina di Cipro e di Gerusalemme;
[sotto la tutela di un ammiraglio veneziano;
nel 1474 muore il figlio James III, nato postumo nel 1473, estinguendosi così così la dinastia dei Lusignano;
si trova subito inserita in un difficile gioco diplomatico, fra le mire degli Aragonesi di Napoli e le pretese di Carlotta erede legittima dei Lusignano;
ben presto, sottraendosi al ruolo di "strumento" che la Repubblica di Venezia gli ha assegnato, intende fare dell'isola un regno indipendente;


1483
-






1483
RUSSIA
Ivan III [il Grande]
Albero genealogico
(Mosca 1440 - 1505)
figlio di Basilio II [il Cieco] ;
1449, già co-reggente del padre;
1462-1505, gran principe di Mosca;
continua con esito favorevole la politica di unione delle terre russe già iniziata dai suoi predecessori, superando l'ostilità della Lituania e dell'Orda d'Oro;
nel 1474 conclude con Mengli-Ghiray, khan della Crimea, un'alleanza contro l'Orda d'Oro e si volge contro la repubblica di Novgorod [ormai in stato di debolezza cronica, divisa al suo interno tra il partito dell'oligarchia commerciale e aristocratica che si appoggia allo stato polacco-lituano e il popolo che si appoggia alla Russia];
nel 1478 prende possesso di Novgorod incorporandone i territori nello stato moscovita;
nel 1480 respinge un attacco di Ahmat khan dell'Orda d'Oro [sarà definitivamente liquidata da Mengli-Ghiray nel 1502];

 
-
1483
riesce ad annettere Rjazan;


1483
Moldavia
Stefano III [il Grande]
(n. 1433 ca - m.1504)
figlio del principe Bogdan II della stirpe dei Musat;
1451, dopo la morte del padre, ucciso dal fratello Pietro III Aron, intraprende con quest'ultimo una lunga guerra;
1457-1504, voivoda di Moldavia;
grazie anche all'appoggio di Vlad III di Valacchia;
nel 1467, con la battaglia di Baia, ferma l'attacco degli ungheresi;
nel 1469, con la battaglia di Lipnik, ferma l'attacco dei tatari;
nel 1475, con la battaglia di Racova, ferma l'attacco dei turchi; allarga il proprio dominio a spese dell'Ungheria e della Valacchia;

 
-
1483
-



1483
REGNO di FRANCIA
Luigi XI
Albero genealogico
(Bourges 1423 - Plessis-les-Tours 1483)
figlio di Carlo VII [il Vittorioso] e di Maria d'Angiò;
incaricato del governo del Delfinato, agisce con durezza ed energia; per aver poi partecipato ad una rivolta di nobili contro il padre deve esulare per cinque anni alla corte di Federico III [il Buono];
1461-83, re di Francia;
salito al trono, mette da parte i consiglieri del padre e si circonda soltanto di persone fedeli tratte dalla borghesia o dalla piccola nobiltà (Philippe de Commynes e Jean de Balue) trovandosi ovviamente di fronte l'opposizione dei grandi feudatari;
nel 1465, la "Lega del bene pubblico", che vede coalizzati contro di lui il fratello Carlo, i duchi di Borbone e di Bretagna e Carlo [il Temerario], lo costringe ad alcune cessioni, con i trattati di Conflans e di Saint-Maur;
nel 1468 ha ragione del duca di Bretagna ma non di Carlo [il Temerario] che lo obbliga al duro trattato di Péronne;
nel 1474, alla morte del fratello Carlo, la Guienna rientra nella corona; eliminati alcuni feudatari ribelli, i Nemours, gli Armagnac, gli Alençon, avvia una lotta senza quartiere contro Carlo [il Temerario];
nel 1477, grazie agli alleati svizzeri, sconfigge Carlo [il Temerario] a Nancy;
nel 1481 acquista il Rossiglione e la Cerdagna e, con l'estinzione della dinastia d'Angiò, annette ai domini della corona il Maine, l'Angiò, la Provenza con l'importante porto di Marsiglia, oltre ad ereditare i diritti di quella casa su Napoli e Sicilia;
nel 1482, volendo impadronirsi dei domini borgognoni, li occupa assieme alle città della Somme con il trattato di Arras;
primo sovrano francese ad intitolarsi "re cristianissimo", per ricordare la discendenza dal Sacro Romano Impero di Carlo Magno.




Carlo VIII
Albero genealogico
(Amboise 1470 - 1498)
figlio di Luigi XI e di Carlotta di Savoia;
[ultimo sovrano della dinastia dei Valois.]
1483-98, re di Francia;
(1483-91) reggente la sorella Anna di Borbone-Beaujeu, che con il trattato di Arras dell'anno precedente ha assicurato alla Francia il grosso dell'eredità borgognona; essa stessa saprà reprimere con mano ferma le velleità di rivincita della nobiltà feudale;




Primo ministro
[Sovrintendente delle Finanze]
-
Cancelliere-Guardasigilli
-
Segretario di stato agli Affari Esteri
-
 
1483
-



1483
ducato d’Angiò
Renato II
Albero genealogico

(n. 1451 - Fains, Barrois 1508)
figlio di Federico (Ferri) di Lorena conte di Vaudémont e di Iolanda d'Angiò (figlia di Renato I [il Buono]);
1473-1508, duca di Lorena;
ereditato il ducato dal cugino Niccolò d'Angiò, con il trattato di Nancy deve cedere a Carlo [il Temerario] duca di Borgogna le più importanti piazzeforti del paese;
nel 1475 è costretto a rifugiarsi a Lione dove prende il comando di truppe svizzere;
nel 1476 sconfigge Carlo [il Temerario] a Grandson e a Morat;
nel 1477 uccide Carlo [il Temerario] nell'assedio di Nancy;
1480-1508, duca di Bar;
succeduto a Renato I [il Buono], è attratto dalle vicende italiane;





1483
combatte a fianco di Venezia durante la guerra di Ferrara, senza nascondere le sue ambizioni sul regno dell'Italia meridionale su cui vanta i diritti della sua famiglia materna;




1483
ducato di Savoia
Carlo I [il Guerriero]
Albero genealogico
(Carignano 1468 - Pinerolo 1490)
figlio di Amedeo IX [il Beato] e di Yolande di Valois;
1482-90, principe di Piemonte;
1482-90, conte di Aosta, Maurienne e Nizza;
1482-90, duca di Savoia;



1487-90, marchese di Saluzzo;
re di Cipro e Gerusalemme (titolare)
[erede dei regni in seguito alla donazione della zia Carlotta di Lusignano]





 
-
1483
-

 



1483
REGNO d'INGHILTERRA
Edward IV
Albero genealogico

(Rouen 1442 - Westminster 1483)
figlio di Riccardo di York e di Cicely Neville;
1455-85, guerra delle due rose;
1460, alla morte del padre diviene il pretendente degli York al trono;
1461-83, re d'Inghilterra;
grazie all'aiuto del suo valoroso cugino Richard Neville conte di Warwick;
nel 1464 sposa segretamente Elizabeth Woodville;
nel 1470 la sua politica favorevole alla Borgogna e ostile alla Francia provoca il passaggio del conte di Warwick ai Lancaster, per cui è costretto a fuggire in Olanda mentre il potente cugino, alleato con suo fratello Giorgio duca di Clarence, rimette sul trono Enrico VI;
nel 1471 fa ritorno in Inghilterra a capo di un forte esercito;
1483
alla sua morte gli succede per pochi mesi il figlio Edward V,
sotto la tutela di Riccardo di Gloucester (Riccardo III), dal quale viene assassinato insieme con il fratello Riccardo di York.







Edward V
Albero genealogico

Edward Plantageneto
(Westminster 1470 - Torre di Londra lug 1483, forse assassinato dallo zio Riccardo III)
figlio di Edward IV e di Elizabeth Wydeville;
principe di Galles
conte di Pembroke (1479) [9ª creazione]
[contea poi unita ai domini della corona]
1483, re d‘Inghilterra (1483) [Edward V]
[a 13 anni]





Riccardo III
Albero genealogico

(Fotheringay, Castle, Northamptonshire 1452 - Bosworth 1485)
undicesimo figlio di Riccardo di York e di Cicely Neville;
1455-85, guerra delle due rose;
1461-83, duca di Gloucester;
1483
Aprile
morendo il fratello Edward IV gli affida la tutela dei figli Edward e Richard;
Luglio
li fa imprigionare nella Torre di Londra costrigendo un parlamento intimorito e corrotto a proclamarlo re;
1483-85, re d'Inghilterra;









1483
-

«guerra delle due rose»
o
Wars of the Roses
(Guerre delle rose)
1455-1485
Inghilterra:
- Lancaster (rosa rossa)
- York (rosa bianca)

La causa profonda è il dissesto economico e politico dopo la definitiva sconfitta subita nella guerra dei cent'anni.

1483
-




a

1483
REGNO di SCOZIA
James III
Albero genealogico

(Stirling 1453 - Milltown 1488)
figlio di Giacomo II Stuart e di Mary di Guelders;
1460-88, re di Scozia;
succeduto ancora fanciullo al padre;
nel 1469 sposa Margherita di Danimarca ottenendo in dote le Shetland e le Orcadi;
nel 1471 deve affrontare ricorrenti sedizioni e congiure, suscitate dalla nobiltà che lo accusa pretestuosamente di circondarsi di consiglieri mediocri e volgari;
nel 1483, imprigionato dai baroni, viene liberato dal fratello Alessandro duca d'Albany che pure ha in progetto di spodestarlo;

1483
1455-85, guerra delle due rose (schierato con i Lancaster.)

a

1483
REGNO di DANIMARCA, REGNO di NORVEGIA e REGNO di SVEZIA
Johan I
Albero genealogico
(Aalborg 1455 - Aalborg 1513)
figlio di Christian I e di Dorotea di Brandeburgo;
nel 1478 sposa la p.ssa Christine di Sassonia;
1481-1513, re di Danimarca e di Norvegia;
1483-1501, re di Svezia (Johan II);
duca di Schleswig-Holstein

1483
-



1483
REGNO di PORTOGALLO
Giovanni II [il Principe Perfetto]
Albero genealogico
(Lisbona 1455 - Alvôr 1495)
figlio di Alfonso V [l'Africano] e di Isabella di Braganza;
1471, prende parte alla spedizione paterna in Marocco dove è nominato governatore;
1481-95, re di Portogallo;
salito al trono limita i privilegi della nobiltà e dirige mirabilmente le esplorazioni oceaniche dell'Africa, perfezionando un tipo di nave ritenuto da tutti ideale per tali viaggi: la caravella con vela latina;




1483
-


1483
REGNO di NAVARRA e REGNO di ARAGONA
Ferdinando II [il Cattolico]
Albero genealogico

(Sos, Aragona 1452 - Madrigalejo, Estremadura 1516)
figlio di Giovanni II d'Aragona e della sua seconda moglie Giovanna Enriquez;
1469, Valladolid 19 ottobre, sposa Isabella, sorellastra di Enrico IV di Castiglia;
1474, alla morte di Enrico IV, la figlia Giovanna [la Beltraneja], sposa Alfonso V re del Portogallo;
ne segue una lunga e dura lotta di successione tra le due pretendenti e i rispettivi mariti;
1479-1516, re d'Aragona e di Sicilia;
dopo la conclusione di una lunga e dura lotta per la successione;
con la morte di Giovanni II d'Aragona inizia il regno congiunto dei due sovrani: ciascuno figura come principe consorte nel regno dell'altro, e sul piano costituzionale la Castiglia e l'Aragona rimangono due stati separati, ma tra Ferdinando e Isabella regna una piena intesa;




1503-16, re di Napoli (Ferdinando III);
1512-16, re di Spagna (Ferdinando V);





1483
dal 1478 opera il Sant'Uffizio (Inquisizione spagnola);
1481-92, lunga guerra rivolta tutta al regno di Granada l'ultimo caposaldo arabo nella penisola iberica;



1483
REGNO di CASTIGLIA e di LÉON
Isabella I [la Cattolica]
Albero genealogico

(Madrigal de las Altas Torres, Ávila 1451 - Medina del Campo, Valladolid 1504)
figlia di secondo letto di Giovanni II di Castiglia e di Isabella di Portogallo;
1469, 19 ottobre, liberata dal castello di Madrigal dove Enrico la teneva in una velata prigionia, può sposare Ferdinando d'Aragona, re di Sicilia ed erede della corona aragonese: questo matrimonio, atto di volontà della principessa, non è certo gradito ad Enrico IV né negli ambienti diplomatici portoghesi, inglesi e francesi;
a questo punto molti dei grandi di Castiglia, temendo un rafforzamento che alla corona castigliana sarebbe pervenuto dall'unione con quella aragonese il giorno in cui Ferdinando avesse ereditato l'Aragona, oppongono alle sue ragoni quelle di Giovanna la Beltraneja, figlia presunta di Enrico IV;
1474-1504, regina di Castiglia;
dopo la morte del fratello, anche se la lotta per il riconoscimento dei diritti ereditari continua;
nel 1475 la la battaglia di Toro fra portoghesi e castigliani ha esito incerto;
nel 1476, alla morte del gran maestro dell'ordine cavalleresco di Santiago, pretende che questa carica venga assegnata al marito;
nel 1479 viene sottoscritto il trattato di Alcoçobes (o Alcáçovas) con i portoghesi, in base al quale Giovanna [la Beltraneja] e suo marito Alfonso di Portogallo rinunciano all'eredità castigliana;
nel 1481 si assiste ad importanti sconvolgimenti legislativi;


1483
-




1483
Monferrato
Guglielmo VIII Paleologo
Albero genealogico
(† Casale Monferrato 1483)
figlio del marchese Giangiacomo Paleologo e di Giovanna di Savoia;
1448, dopo aver servito Francesco Sforza, riceve in cambio la signoria su Alessandria e su altre città;
1450, il fratello Bonifacio III, premuto dalle mire dei Savoia e da quelle dei duchi di Milano, riconsegna Alessandria a Francesco Sforza;
1452, passato al servizio di Alfonso [il Magnanimo], milita in Lombardia e in Piemonte;
1454, dopo la pace di Lodi si riavvicina allo Sforza, temendone la potenza;
1464-83, marchese di Monferrato;
dopo aver ereditato la marca dal fratello Giovanni IV;
da questo momento pensa solo a garantirsi, mediante l'alleanza con il ducato di Milano, contro l'espansionismo dei Savoia;
nel 1468 è nominato capitano generale delle truppe lombarde da Galeazzo Maria Sforza (che pensa così di ereditare da lui la marca) cerca di garantirsi, mediante l'alleanza con il ducato di Milano, contro l'espansionismo dei Savoia;
nel 1480 ottiene la reggenza e il governo effettivo del ducato di Milano; nei mesi successivi riesce a mettere da parte i rappresentanti di quel partito ghibellino (Borromeo, Pusterla, Marliani) che pure ha favorito il suo ritorno e, sbarazzatosi di Cicco Simonetta (decapitato a Pavia in ottobre), diventa l'incontrastato signore di Milano;
nel 1481, capitano generale delle truppe lombarde, continua a garantirsi, mediante l'alleanza con il ducato di Milano, contro l'espansionismo dei Savoia;
1483
dopo tre matrimoni senza figli, alla sua morte gli succede il fratello Bonifacio III;










Bonifacio III Paleologo
Albero genealogico
(n. 1424 ca - m. 1494)
figlio del marchese Giangiacomo Paleologo e di Giovanna di Savoia;
1450, premuto dalle mire dei Savoia e da quelle dei duchi di Milano riconsegna Alessandria, ricevuta dal fratello Guglielmo VIII, a Francesco Sforza;
1483-94, marchese di Monferrato;










 
1483
-


1483
REPUBBLICA DI GENOVA
"Compagna Communis Ianuensis"
Battista II di Campofregoso
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di
1478 26 nov - 25 nov 1483, doge di Genova;


Paolo di Campofregoso
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di
1462 14-31 maggio, 1463 8 gen - apr 1464,
1483 25 nov - 6 gen 1488, doge di Genova;


1483
-



1483
ducato di Milano
Gian Galeazzo Sforza
Albero genealogico
(Abbiategrasso 1469 - Pavia 1494)
figlio di Galeazzo Maria e di Bona di Savoia;
1476-94, duca di Milano;
sotto la reggenza della madre, assistita dal segretario ducale Cicco Simonetta e appoggiata dal partito guelfo;
nel 1479 Bona di Savoia cede e chiama a Milano il cognato;
dal 1480 reggenza e governo effettivo passano nella mani dello zio Ludovico [il Moro ]; nei mesi successivi Bona di Savoia viene estromessa definitivamente e confinata ad Abbiategrasso;


Ludovico Sforza [il Moro]
Albero genealogico
(Vigevano 1452 - Loches, Turenna 1508)
figlio quartogenito di Francesco Sforza e di Bianca Maria Visconti;
nel 1476 cerca con gli altri fratelli Sforza Maria, Ascanio e Ottaviano di contrastare la successione del nipote Gian Galeazzo Maria;
nel 1477 un suo colpo di mano tentato assieme ai fratelli viene sventato ed i congiurati, banditi dalla città, vengono confinati in diverse città italiane;
da Pisa egli continua la sua azione per scalzare l'autorità di Bona di Savoia e di Cicco Simonetta, contando anche sull'appoggio di Alfonso II d'Aragona (figlio del re di Napoli Ferdinando I) e di Roberto di Sanseverino;
nel 1478 verso la fine dell'anno si porta con i fratelli in Liguria, con l'intenzione di puntare su Milano;
nel 1479, nonostante un nuovo bando per ribellione e nonostante la morte di Sforza Maria, assieme agli altri fratelli prende Tortona; Bona di Savoia cede e lo chiama a Milano;
1479-1500, duca di Bari;
dal 1481 è l'incontrastato signore di Milano;



1494-1500, duca di Milano;






 
1483
1482-84, combatte contro Venezia la guerra di Ferrara;


1483
Mantova
Federico I Gonzaga
Albero genealogico
(n. 1442 - m. 1484)
figlio di Ludovico III e di Barbara del Brandeburgo;
1463, dopo una giovinezza avvolta nella leggenda, sposa Margherita, figlia di Alberto II duca di Baviera;
1478-84, marchese di Mantova;
succeduto al padre;
nel 1479 ottiene dall'imperatore Federico III la regolare investitura; combatte a fianco delle forze del ducato di Milano contro gli svizzeri e al fianco di Firenze nella guerra contro Sisto IV e Ferdinando I d'Aragona;

1483
viene coinvolto nella lega tra Sisto IV, Firenze, il re di Napoli e il duca di Milano contro i veneziani che non intendono deporre le armi nella guerra contro Ferrara, però egli non riceve alcun vantaggio;

1483
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Giovanni Mocenigo
Albero genealogico
(Venezia 1409 – Venezia 14 set 1485)
figlio di Leonardo e di Francesca Molin; fratello del doge Pietro;
1478-85, doge di Venezia; [72°]



- nunzio pontificio: ? (? - ?)
- ambasciatore di Spagna: ? (? - ?)

1483
rinvigorite le milizie, ripresosi il gen. Roberto Sanseverino, affidata la direzione della cosa pubblica a Luca Pisani capitano di Verona, fino all'arrivo del neo eletto provveditore Giovanni Emo, riprende la guerra contro Ferrara.
Mentre Francesco Sanseverino è inviato dal padre a combattere il forte costruito dal duca di Ferrara al Lago scuro, sono assaliti da Sigismondo d'Este, Niccolò Coreggio e Ugo Sanseverino con 3000 soldati, 400 cavalieri e 600 fanti ma assistiti da Vettor Soranzo che con 37 legni batte Graniolo, i ferraresi sono posti in fuga; molti sono uccisi dai cavalieri greci e molti altri fatti prigionieri tra cui anche Ugo Sanseverino che viene inviato sotto scorta a Venezia.
Mentre Ferrara è ormai ad un passo dall'essere conquistata dai veneziani, il pontefice, presa a pretesto l'idea di muovere subito contro i turchi (in realtà perché istigato da Ludovico Sforza [il Moro]) intima a Venezia di desistere immediatamente dalla guerra e di riconsegnare i territori occupati.
Rifiutatasi, Venezia viene colpita dalla scomunica per cui Alfonso avanza con 2000 cavalieri verso Ferrara, passando poi a Casale dove si stanno riunendo gli ambasciatori dei vari principi italiani per firmare una nuova alleanza a cui solo Genova non partecipa rimanendo con Venezia.
Generale della grande alleanza è nominato Federico Gonzaga pur restando la suprema autorità di Alfonso II d'Aragona.
Renato, figlio del duca di Lorena, sollecitato a passare in Italia dal senato veneziano e superate le opposizioni del duca d'Austria e dei principi tedeschi vicini al pontefice, giunge a Trento dove lo incontrano per onorarlo gli ambasciatori Bartolomeo Vitturi e Niccolò Foscari.
Rinvigorito dal nuovo soccorso e da molte squadre di turchi, che hanno scelto di stare al servizio dei veneziani invece che degli aragonesi, l'esercito veneziano viene inviato nel milanese al comando del gen. Roberto Sanseverino. Questi, unitosi a Pietro Priuli e a Marcantonio Morosini, provveditore in campo, gettato un ponte sull'Adda in vicinanza di Trecco entra nel milanese.
Dalla città esce subito Ludovico Sforza [il Moro] che unendosi agli alleati forma un esercito così forte da impensierire il gen. Roberto Sanseverino il quale, presidiata la fortezza degli Orzi Novi, si ritira con le milizie nelle vicinanze di Brescia.
A questo punto Alfonso II d'Aragona passa l'Adda a Cawsciano, s'ipadronisce di Trecco e di altre terre minori ed accresciuto l'esercito con le truppe fiorentine e pontifice oltrpassa l'Oglio tra Quinzano e gli Orzi Novi; occupati quindi tutti i luoghi fino alla Mela ed anche Bagnolo oltre il fiume si ricongiunge col gen. Federico Gonzaga.
I nemici di Venezia aumentano anche perché oltre alle forze terrestri si appresta ad uscire in mare l'armata poderosa del re di Napoli composta di 40 galee.
Il senato elegge allora generale dell'armata veneziana Giacomo Marcello e fa allestire molte galee inviandole per l'armamento in Dalmazia.
Arrivati verso questi lidi, gli aragonesi occupano l'isola di Lissa puntando poi sull'isola di Curzola che però, grazie alla sagacia del comandante della piazza Giorgio Viaro, non riescono a prendere, preferendo ritirarsi.
In Lombardia gli alleati non riescono a prendere Lonato ben protetta dal gen. Roberto Sanseverino che ne ha munito la piazza con un forte presidio e ha sorpreso i Saccomanni impedendo loro il rifornimento di vettovaglie e di munizioni col tagliare gli argini del fiume Serio. In effetti il generale non può fronteggiare il nemico in campo aperto per la disuguaglianza di forze (Renato si è recato col suo esercito in aiuto del re di Francia Carlo VIII, appena succeduto in tenera età a Luigi XI) e preferisce attendere.
Nel ferrarese invece i veneziani sono sconfitti e Tommaso da Imola è fatto prigioniero. Egli ha preso d'assalto la Stellata ma poi, giunte le forze di Ercole d'Este, i veneziani non sono riusciti a resistere e neppure ha potuto portare loro soccorso Giovanni Emo che, caduto assieme al cavallo, è morto poco dopo.
Nel veronese gli alleati hanno conquistato le terre di Villafranca, Visago, Isola della Scala e Sanguenedo terrorizzando gli abitanti di Padova e di Vicenza che, abbandonate le abitazioni, si sono ritirati sui monti, sui colli e nelle paludi circostanti.
Per far fronte agli impegni di cassa, Venezia decreta che coloro che tengono delle cariche dal Golfo del Quarnaro verso Venezia, devono versare all'erario la metà degli utili di cui godono, quelli dal Quarnaro in là, solo un terzo.
A peggiorare le cose arriva anche l'incendio scoppiato nel Palazzo Ducale dove è rischiato di andare a fuoco persino l'archivio di stato se non fosse intervenuta una grande moltitudine di gente a spegnerlo.
Appena partiti gli alleati dal veronese, il gen. Roberto Sanseverino recupera facilmente le terre perdute ma non si spinge oltre, preferendo invece passare verso la terra d'Asola nel bresciano onde impedire al gen. Federico Gonzaga più pericolosi progetti.
Il duca di Ferrara, che non è in condizioni migliori dei veneziani e per di più si lamenta dell'opera del cognato che si dedica ad altre imprese invece di preservargli il territorio del ducato [in effetti era questo lo scopo principale per cui si era costituita la lega], decide di imbarcare la fanteria sul Po e, accompagnadola di persona con la cavalleria lungo le rive, attaccare di sorpresa l'esercito veneziano. Lo stesso ha pensato però di fare con le sue truppe il gen. Roberto Sanseverino, d'accordo con Francesco Diedo e Francesco Marcello, rettori di Verona, per cui la sorpresa svanisce e i due eserciti si incontrano.
Il gen. Roberto Sanseverino torna a Venezia accolto con grandi onori, riceve in feudo le terre di Cittadella nel padovano e di Montorio nel veronese. A Guido e Giacomo Rossi, rifugiatisi a Venezia dopo che la famiglia è stata cacciata dal suo stato per aver parteggiato per la Repubblica, vengono elargiti onorevoli stipendi mentre al terzo fratello viene dato un ricco beneficio ecclesiastico nel veronese.
Il senato fa intanto conoscere il proprio risentimento nei confronti del pontefice, spiegando i fatti alle maggiori corti cristiane europee inviando Sebastiano Badoer all'imperatore Federico, Antonio Loredan al re di Francia, Niccolò Foscarini a Massimiliano nella Bassa Germania, facendo nello stesso tempo grandi preparativi per apprestare milizie. Mentre ordina che siano trasferiti dalla Grecia 1200 Stradiotti (considerati il nervo dell'esercito veneziano), il pontefice fa intendere al provveditore veneziano in Romagna di desiderare sia restituita la pace alla comunità dei cristiani e cessi di conseguenza ogni scontro in atto.
Venezia invia allora a Cesena Zaccaria Barbaro e Federico Contarini per ascoltare le proposte di pace che però si dimostrano così irragionevoli ed esorbitanti da lasciar facilmente capire che non è la pace ciò che cerca il papa bensì soltanto un tentativo di spegnere l'ardore impiegato dal senato veneziano nel raccogliere truppe straniere al suo servizio.
La guerra pertanto continua più ostile che mai.




1483
Firenze
Lorenzo de' Medici [il Magnifico]
Albero genealogico
(Firenze 1449 - 1492)
figlio del banchiere fiorentino Piero e di Lucrezia Tornabuoni;
1466, inizia l' avventura dell'allume che sarà uno dei motivi principali del crollo di casa Medici;
1469-92, signore di Firenze;
alla morte del padre ha solo 21 anni ed è quindi costretto ad affidarsi all'esperienza di Francesco Sassetti che finisce per diventare l'arbitro assoluto dell'impero economico di famiglia;
nel 1475 viene in urto con Sisto IV e ai Medici viene tolto l'incarico di depositari generali della Santa sede, ora affidato al genovese Melladuce Cigala;
nel 1477 si assicura il commercio del ferro stipulando un contratto con il signore di Piombino proprietario delle miniere dell'isola d'Elba;
nel 1478 prende corpo la "congiura dei Pazzi";
il centinaio di esecuzioni che punisce l'assassinio scatena il papa che scomunica Lorenzo e muove guerra; 
le fortune economiche dei Medici sono ormai tramontate e, a catena, il dissesto si propaga a tutte le proprietà dei Medici; ogni intervento, lecito e non, è inutile;
 
1483
-


1483
ducato di Urbino
Guidobaldo I
Albero genealogico
(Urbino 1472 - Fossombrone 1508)
figlio di Federico da Montefeltro e di Battista Sforza;
1482-1508, duca di Urbino;
[sotto la tutela del conte Ottaviano Ubaldini e la raffinata educazione dell'umanista Ludovico Odasio;]
 
1483
-

1483
REGNO di NAPOLI e REGNO di SICILIA
Ferdinando I o Ferrante
Albero genealogico

(1431 ca - Napoli 1494)
figlio naturale di Alfonso V [il Magnanimo];
1443-58, duca di Calabria;
[titolo spettante tradizionalmente agli eredi al trono di Napoli.]
nel 1445 sposa Isabella di Chiaramonte;
1454, con la pace di Lodi egli intende mantenere per la penisola lo status quo consacrato;
1458-94, re di Napoli;
succeduto in base alle disposizioni testamentarie del padre, l'ascesa al trono gli viene contestata da più parti:
- da papa Callisto III, signore feudale del regno di Napoli che si rifiuta di riconoscere i diritti di un bastardo;
- da molti baroni favorevoli ad appoggiare le pretese angioine al trono napoletano;
alla morte di Callisto III viene invece riconosciuto dal successore Pio II, cui sta a cuore la pacificazione dei cristiani per poter rilanciare la crociata contro gli ottomani;
il riconoscimento avviene però previa cessione della città di Benevento e corresponsione puntuale del censo che il regno deve alla curia;
non cessa invece l'opposizione dei nobili filoangioini, appoggiati da Genova, che invitano nel napoletano Giovanni d'Angiò perché vi faccia valere i suoi diritti, e al suo fianco si schierano due codottieri illustri, Iacopo Piccinino e Sigismondo Malatesta;
l'intervento di Francesco Sforza al fianco di Ferdinando, l'appoggio di Pio II, l'aiuto apportato dal principe albanese Giorgio Scanderberg salvano il trono aragonese;
nel 1465 cessa ogni resistenza baronale e angioina;
sua figlia Leonora va in sposa a Ercole I d'Este, duca di Ferrara, mentre una sua figlia naturale sposa Leonardo della Rovere, nipote di Sisto IV;
nel 1467 sottoscrive insieme con Milano, Firenze e il papa una lega difensiva che lo assicura contro Venezia;
nel 1478 l'alleanza con Sisto IV e gli interessi espansionistici verso la Toscana meridionale lo fanno coinvolgere nel complotto contro i Medici e nella guerra che ne segue; nello stesso tempo, temendo il prepotere in Milano del ministro Cicco Simonetta, gli fa appoggiare il colpo di stato di Ludovico [il Moro];
nel 1480 la diplomazia tempestiva di Lorenzo [il Magnifico] lo induce a imporre al papa la pace con Firenze;
nuova lega tra Milano, Firenze e Napoli;





Alfonso II
Albero genealogico

(Napoli 1448 - Mazzara, Messina 1495)
figlio di Ferdinando e di Isabella di Chiaromonte;
1458-94, duca di Calabria;
nel 1465, riprendendo la politica di riavvicinamento ai duchi di Milano, sposa Ippolita Maria figlia di Francesco Sforza;
1478-79, nella guerra che segue alla congiura dei Pazzi, viene inviato come gonfaloniere a combattere contro Firenze;
1480-81, si distingue contro i turchi che hanno occupato Otranto;
1482-84, si distingue nella guerra di Ferrara;



1494-95, re di Napoli;




1483
-

 

La congiura dei baroni

 

 

a




Amsdorf, Nikolaus von (Torgau 1483-Eisenach 1565) riformatore tedesco
Amico e sostenitore di Lutero.

Bomberg, Daniel (1483-1553) stampatore a Venezia;
[Uomo d'affari belga (a.f.: originario di Anversa; tedesco; ecc.) cattolico, appassionato cultore di ebraismo.]
1515, ottiene dal Senato veneziano un privilegio per stampare libri in ebraico (fino al 1549); ciò estromette Gerson Soncino dal mercato e, fino alla fine del Cinquecento, la stampa in ebraico rimarrà in mani cristiane;
1516, fonda una stamperia a Venezia;
Talmud (1519-23)
1540-50, altri seguono la strada da lui additata: Giovanni de Farri e i suoi fratelli, per esempio, e Francesco Brucioli, fratello di Antonio Brucioli;
1548, alla data del suo ritiro dagli affari (il Senato veneziano ha proibito agli ebrei di prender parte all'attività tipografica) ha stampato circa duecento titoli, tra cui pietre miliari nella storia dell'arte tipografica.

Bouelles, Charles de o Carolus Bovillus o Carlo Bovilio (Sancourt, Piccardia 1483-Parigi 1553) filosofo e matematico francese
Geometricum Introductorium (1503)
De sapiente
De intellectu
Ars oppositorum
Liber de sensu
Liber de nichilo
Quaestiones theologicae
(1513)
Dialogi tres de animae immortalitate, de resurrectione, de mundi excidio et illius instauratione (1662).

Cesariano, Cesare (Milano 1483-1543) architetto, pittore e trattatista italiano
De architectura libri dieci traducti de latino in vulgare (Como, 1521, di Vitruvio, prima traduzione a stampa).

Contarini, Gaspare (Venezia 1483-Bologna 1542) erudito e filosofo veneziano;
De officio viri boni ac probi episcopi (1517)
1535, da laico viene eletto cardinale da papa Paolo III;
Partecipò alla stesura del Consilium de emendanda ecclesia (1536-37)
È uno dei più autorevoli rappresentanti e portavoce del papa e della Chiesa romana nelle controversie dottrinarie con i protestanti ed uno dei maggiori personaggi del Concilio di Trento.

Giovanni da Empoli (Firenze 1483-Macao 1518) mercante e viaggiatore fiorentino
Relazioni dei suoi viaggi (Malabar, Goa, Malacca, Sumara, Cina).

Giovio, Paolo(Como 1483-Firenze1552) erudito e storico italiano
Comentario de le cose de' Turchi (1535)
Historiae sui temporis (in 45 libri, narrano la storia di tutto il mondo dal 1494 al1554)
Elogia clarorum virorum (1546)
Vitae (1540-50, molte Vite di uomini illustri)
Comentario de le cose de' Turchi (1535)
Ragionamento sopra le imprese (postumo, 1560)
Lettere volgari (postume, 1560, pubblicate da L. Domenichi).

Guicciardini, Francesco (Firenze 1483-Arcieri 1540) politico e storico italiano;
Ricordi politici e civili (oltre duecento, iniziati nel 1512)
Dialogo sul reggimento di Firenze (1521-25)
Accusatoria, Defensoria, Consolatoria (In seguito alla cacciata dei Medici da Firenze)
Considerazioni intorno ai discorsi del Machiavelli sopra la prima deca di Tito Livio (1529)
[Mentre N. Machiavelli crede di aver trovato le leggi eterne che reggono il corso della storia e determinano l'azione di governo, F. Guicciardini respinge l'idea che si possano formulare leggi universali. La politica è per quest'ultimo la scienza del "caso per caso", affidata all'acutezza di fiuto di chi la pratica.]
Storia d'Italia (1537-40, in 20 libri, il titolo non è dell'autore, dal crollo del felice equilibrio creato da Lorenzo [il Magnifico] alla morte di Clemente VII)
[Sedici libri della edizione fiorentina del 1561 e i quattro pubblicati a Venezia nel 1564.
A Firenze nel 1561 viene ordinata l'espurgazione della prima edizione.]


Luther, Martin o Martin Lutero (Eisleben 1483-1546) riformatore religioso tedesco.

Navagero, Andrea (Venezia 1483-Blois 1529) umanista italiano;
collaboratore di Aldo Manuzio [il Vecchio] e custode della biblioteca del Bessarione in San Marco;
Continuatore della Storia di Venezia del Sabellico, poi portata a termine da P. Bembo.
Opera omnia (1718, tra cui Viaggio in Spagna e in Francia)
5 epistole a G.B. Ramusio;
Orazioni funebri per Caterina Cornaro regina di Cipro (1510), per Bartolomeo d'Alviano (1515) e per il doge L. Loredan (1521), tutte scritte su commissione della Repubblica di Venezia.
Lusus (1530, postuma, Raccolta di poesie latine).

Pazzi, Alessandro de' (Firenze 1483-1530) letterato italiano, nipote di Lorenzo [il Magnifico]
Versioni dell'Edipo re di Sofocle, dell'Ifigenia in Tauride e del Ciclope di Euripide
Dido in Cartagine (1524-25, tragedia derivata dal libro IV dell'Eneide)
Tradusse in latino la Poetica di Aristotele (1524 e pubblicata postuma nel 1536 a cura del figlio Guglielmo; ciò provocò l'inizio delle grandi dispute teoriche della seconda metà del Cinquecento).

Vitoria, Francisco de (Vitoria, Province Basche 1483/1492-Salamanca 1546) religioso e filosofo spagnolo, fece i primi studi a Burgos dove entrò nell'ordine domenicano; non pubblicò mai nulla ma le sue lezioni vennero raccolte dagli studenti;
1522, passato all'università di Parigi, vi consegue il dottorato insegnando nel contempo teologia nel convento di San Giacomo;
1523-26, insegna teologia a Valladolid, poi per vent'anni nell'università di Salamanca
Summa theologiae di Tommaso d'Aquino (pubblicata solo nei primi decenni del Novecento)
Relectiones theologicae XII (Lione 1557, postumo; diviso in sezioni:
- De potestate ecclesiae I e II (1532-33)
- De potestate papae et concilii (1534)
- De Indis recenter inventis (1539)
- De Indis posterior, sive de iure belli (1539) ecc..

Zahir ad-Din Muhammad o Babur o Baber (Fergana 1483-Agra 1530) sovrano turco, fondatore dell'impero moghul dell'Indostan turco, valoroso guerriero e accorto politico; 
Le vicende di Babur (scritta in lingua ciagataica sotto forma di diario minuzioso, è un'opera di grande rilievo dal punto di vista letterario)
Lasciò anche un Canzoniere, due poemetti didascalici e un trattatello sui componimenti poetici.

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«segue da 1481»
1483
Stoccolma, viene fondata una stamperia.
Venezia, esce la prima edizione italiana dell'anonima opera medievale di ascetica De imitatione Christi, attibuita, dopo una secolare controversia a Tommaso da Kempis più che a Giovanni Gersen [Gersenio] abate benedettino in Vercelli.
Joshua Solomon (Giosuè), stampatore ebreo di origine tedesca, apre a Soncino (presso Cremona) (da cui la famiglia Soncino trae il nome) una stamperia.
Anton Sorg pubblica il primo catalogo contenente solo libri in tedesco e ne elenca trentasei.
«segue 1486»

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