Papa Pio XI
(1922-39)
- segretario di Stato: card. P.
Gasparri.
1922
Dicembre
23, emana la sua prima enciclica Ubi arcano
Dei consilio: programma del suo pontificato peraltro ben
riassunto nel suo motto "pax Christi in regno
Christi", la pace di Cristo nel Regno di Cristo.
[Detto altrimenti, a fronte della tendenza a ridurre la fede a questione
privata, egli pensa invece che i cattolici debbano operare per creare
una società totalmente cristiana, nella quale Cristo regni su ogni
aspetto della vita. Egli intende dunque costruire una nuova cristianità
che, rinunciando alle forme istituzionali dell'Ancien Régime,
si sforzi di muoversi nel seno della società contemporanea.
Nuova cristianità che soltanto la Chiesa cattolica costituita da
Dio e interprete delle verità rivelate è in grado di promuovere.
Wikipedia.]
la sua prima enciclica è dedicata in gran parte all'Azione cattolica,
nella quale tutti i laici «desiderosi di servire
la causa di Cristo» sono invitati a entrare, per collaborare
con i vescovi e i parroci, sotto il loro diretto controllo, al fine di
preparare «sempre più perfetti cittadini,
cioè coscienze che sappiano, in ogni momento della vita privata
e pubblica, trovare, o almeno ben intendere ed applicare, la soluzione
cristiana dei molteplici problemi, che si presentano nell'una e nell'altra
condizione di vita».
Nello stesso documento egli deplora la lotta di classe («che,
quasi piaga mortale, è penetrata in seno alle nazioni»)
e le lotte politiche, «nelle quali le parti
contendenti d'ordinario sogliono osteggiarsi, non mirando sinceramente,
nel dissenso delle opinioni, al pubblico bene, ma al conseguimento di
propri vantaggi, con danno di quelli comuni».
Nell'enciclica egli afferma, tra l'altro, che «l'amore
della patria, quando è regolato secondo le leggi cristiane, è
fonte di molteplici virtù e di atti di eroismo».
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«Il Telegrafo»
«segue da 1877»
1922-43, durante il fascismo diventa l'organo personale della famiglia
Ciano e dopo la liberazione deve cessare
le pubblicazioni;
«segue 1945»
«La Tribuna»
«segue da 1902»
1922, aderisce al movimento fascista;
«segue 1925»
«L'Ordine Nuovo»
«segue 1921»
1922, dicembre, il quotidiano, costretto all'illegalità nel periodo
fascista, cessa le pubblicazioni;
«segue 1924»
UNIONE EDITRICE ROMANA
- Direttore: conte G.
Grosoli.
Strettamente legata al Banco di Roma e al
trust zuccheriero, (cioè l'Eridania)
controlla:
- «Corriere d'Italia» [a.f.: «Il Giornale d'Italia»]
di Roma,
- «Italia»
di Milano,
- «Momento» di Torino,
- «Avvenire d'Italia»
di Bologna,
- «Messaggero Toscano»
di Pisa.
[Come affermerà (nel 1930) uno scrittore cattolico,
«Tanto il Partito popolare quanto l'Azione
Cattolica non hanno altri organi nazionali all'infuori di quelli che mantengono
gli zuccherieri e i trafficatori del Banco di Roma».
[Francesco Luigi Ferrari, L'Azione Cattolica
e il regime (Milano, 1957, p. 23); rimasto inedito per 25 anni, è
l'unico studio serio sull'argomento pubblicato in Italia ed è opera
di un fervente cattolico ma sincero democratico e deciso antifascista.]
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