1942
Agosto
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1942
Nazismo

Agosto
1°, Berlino, da Monaco sono arrivati – come scrive nel suo diario il conte Helmuth James von Moltke – padre Delp e padre König che, passando per Fulda, si sono incontrati con il vescovo di quella città; padre Delp, venuto su incarico dei vescovi Faulhaber, Preysing e Dietz, trasmettono a Karl Miriendorff e a lui l'invito a un incontro.

6, Berlino, a una conferenza sull'approvvigionamento alimentare H. Göring dice che i problemi di inflazione o di penuria dei paesi occupati non gli interessano affatto, anche se il contingente alimentare assegnato alla Francia è definito come straordinariamente elevato;

Per la prima volta, alla fine di un pranzo con H. Himmler, il suo braccio destro politico W. Schellenberg (capo dello spionaggio dopo l'eliminazione di W. Canaris), sostenuto da Kersten (finlandese, massaggiatore del Reichsführer SS dal 1939) gli chiede se ha intravisto tutte le possibilità di mettere fine alla guerra. Dapprima indignato, H. Himmler, dopo una lunga discussione, dà un accordo di principio.
[Gli si presenterà l'occasione quando un inviato speciale del presidente F.D. Roosevelt, Abram Steven Hewit, si trova a Stoccolma.
Ma l'indecisione di H. Himmler e il fatto che Abram Steven Hewit fa sapere che qualsiasi tipo di negoziato comporta la scomparsa del regime nazista e il processo di tutti i criminali di guerra, fanno sì che l'affare non abbia seguito.]

clinica di Hadamar, rimasta inoperosa dall'agosto 1941, e ritornata in luglio sotto l’autorità del Landsrat di Wiesbaden, Bernotat, viene ora riattivata come centro di eliminazione e affidata all’anziano dottor Adolf Wahlmann. Con la sua direzione ha inizio l' “eutanasia selvaggia”.
In altri termini in questa seconda fase non si tratta più di una eliminazione gestita dall’alto ma “diffusa” ed affidata ai medici responsabili degli istituti. Il metodo delle eliminazioni cambia, non si utilizza più il gas ma iniezioni letali. Quando Adolf Wahlmann arriva nella clinica di Hadamar il direttore amministrativo Alphons Klein ha ideato un sistema di eliminazione piramidale. Il primario dovrà coordinare i capi infermieri delle sezioni maschili e femminili di istruire infermieri e infermiere per eliminare i pazienti. Nell’idea di Alphons Klein il procedimento dovrebbe essere automatico ma Adolf Wahlmann impone il suo sistema più “scientifico”.
I pazienti devono venir osservati all’arrivo, si deve consultare la loro cartella medica e devono essere visitati. In una riunione che si tiene tutte le mattine alla luce dei dati si esamina la sorte di ciascun paziente e si decide quale uccidere e con quali dosi di farmaci. Nella stessa riunione si inventano cause di morte plausibili per i pazienti uccisi nei giorni precedenti e si preparano i certificati di decesso. Ogni sera i pazienti condannati a morire vengono eliminati con compresse di Luminal o di altri farmaci. Dopo poco tempo si preferisce l’utilizzo di iniezioni letali di morfina e scopolamina.

Lo stesso mese il col. Kurt Gerstein – che si è arruolato nelle SS per vedere con i propri occhi quel che sta accadendo nei campi di sterminio e avvertirne il mondo – fa di tutto per essere ricevuto dal nunzio a Berlino, volendo consegnargli un suo particolareggiato rapporto da trasmettere a Pio XII, sui massacri degli ebrei effettuati nelle camere a gas.
Mons. Orsenigo lo respinge: non vuole seccature.
[Con questa scena inizia il dramma di Hochhuth, Il Vicario.]
Il col. Kurt Gerstein consegna allora il suo rapporto al consigliere giuridico di mons. Preysing, vescovo di Berlino, pregandolo di mandarlo al papa.
[La Santa sede non smentirà mai di aver ricevuto questo rapporto. Ma nel secondo volume della raccolta degli Actes… i curatori non inseriranno alcun documento al riguardo.]

"progetto Lebensborn": H. Himmler, su ordine di A. Hitler, predispone il ritiro dalla guerra dei figli unici (o di coloro che sono rimasti tali) affinché mettano al mondo nuovi figli "di sangue buono", in modo da impedire l'estinzione delle loro famiglie.

1942
Agosto
6-10, Auschwitz: 6-10 agosto, le ragazze dell'intero campo femminile di Auschwitz, vengono trasferite – dopo una marcia di 3 km – al campo di Birkenau… dove manca tutto;
[La maggior parte del campo di Birkenau deve ancora essere costruita. Il cancello della morte sarà installato solo nel 1943 e non ci saranno ancora binari che portano nel campo o rampe di scaricamento fino al 1944.
Le sue dimensioni, due anni dopo, saranno di 171 ettari (472 acri)… pari a 319 campi da calcio.
Nel 1945 Birkenau sarà ancora in fase di costruzione.]

15, Auschwitz: arrivano 2.505 uomini, donne e bambini provenienti dalla Polonia e dall'Olanda, ma solo 124 uomini e 153 donne vengono registrati nel campo;
[È la prima volta che viene documentato il decesso di così tante donne registrate in un solo giorno. Ed è anche la volta che viene forse costituito il Leichenkommando (dedito al trasporto dei cadaveri).]

20, Auschwitz-Birkenau: la popolazione del campo femminile aumenta di circa 2.000 persone;

"progetto Lebensborn": dapprima si ricercano i bambini negli orfanotrofi polacchi o presso le famiglie che presentano i tratti razziali di appartenenza alla razza nordica. In seguito la ricerca dei bambini da "germanizzare" si estenderà in tutte le direzioni: negli asili, nelle scuole, nelle famiglie di divorziati sino a includervi i bambini di genitori deportati o eliminati nei campi di sterminio oppure presi per strada a caso perché risultano "a occhio", per i loro capelli biondi e gli occhi azzurri, come appartenenti alla "buona razza".
I bambini, dotati di una nuova identità tedesca, obbligati a parlare solo il tedesco e a frequentare scuole tedesche, vengono quindi affidati a nuovi genitori.
Dal 1942 con la collaborazione della NSV (Nationalsozialistische Volkswohlfahrt - Assistenza e salute popolare nazionalsocialista) si opera una cernita per cui i bambini idonei tra i due e i sei anni vengono affidati ai centri di raccolta, mentre quelli "di eccezionale valore razziale" tra i sei e i dodici anni vengono inseriti da Lebensborn in scuole di germanizzazione. Tutti gli altri di razza inferiore sono lasciati morire.
Nelle scuole si dice ai bambini che i genitori sono morti: la madre per tubercolosi o alcolismo, il padre ucciso da un "bandito polacco": devono essere grati ai tedeschi che li hanno resi membri della grande nazione germanica.
[In un paese cattolico come la Polonia, il numero dei figli della guerra è pari a zero, ma – secondo lo storico tedesco Michael Foedrowitz – ammonta a 80.000-100.000.
(Rielaborazione da Wikipedia: segue Germania settembre 1942).]

1942
Agosto
dopo le ulteriori deportazioni, a causa della pressione della Chiesa e dell'opinione pubblica, il presidente vara una legislazione che ammorbidisce relativamente i provvedimenti adottati da Mach e Tuka;

15, festa del raccolto: a Holic, cittadina a 80 km da Bratislava, il presidente J. Tiso, rivolgendosi sul palco ai gentili, appena liberati dai vicini ebrei, dice:
«La gente vuole sapere se quanto sta accadendo adesso sia cristiano. È umano? Non è un semplice saccheggio? Ma io chiedo: non è cristiano che la nazione slovacca voglia sconfiggere un nemico eterno, gli ebrei? Non è cristiano? Ama te stesso è un comandamento divino, e quell'amore mi ordina di rimuovere tutto ciò che mi faccia del male, che minacci la mia vita. E io credo che nessuno abbia bisogno di essere davvero convinto del fatto che l'elemento ebraico slovacco è sempre stato una minaccia per la nostra esistenza e non penso di dover convincere nessuno di questo.
Non sarebbe peggio se non ci fossimo liberati di loro? E l'abbiamo fatto secondo i comandamenti di Dio. Slovacchi, andate e liberatevi del vostro peggior cancro…! Che cosa promisero i britannici agli ebrei prima della prima guerra mondiale, solo per spillargli denaro? Gli promisero uno stato e in cambio non ricevettero nulla. E vedete, Hitler non chiede loro niente e nonostante questo gli sta ora offrendo uno stato!»
La gente del paese esulta e sventola fasci di grano.

Lo stesso giorno, ad Auschwitz, muoiono almeno ventidue donne del primo trasporto slovacco - 999 donne;
[Heather Dune Macadam, Le 999 donne di Auschwitz (Roma 2019, Newton Compton Editori).]

- dal 1918: unificazione di serbi, croati, sloveni, macedoni, montenegrini; regno privo del litorale dalmata (rimasto all'Italia in seguito al trattato di pace) e della Carinzia (rimasta all'Austria);
- dal 1921 monarchia parlamentare ereditaria;
- dal 1929 è sospesa la costituzione del 1921;
- dall'aprile 1937 il governo italofilo di Stojadinovich ha concluso un trattato di amicizia e di strette e intense relazioni commerciali con l'Italia;
- dal 1938 i partiti democratici serbi hanno stipulato un accordo politico con il Partito contadino croato ed ora il principe Pavel realizza un accordo con i croati, concedendo alla Provincia unita di Croazia un'effettiva autonomia di governo.

(Belgrado 6 settembre 1923 – Denver, USA 3 novembre 1970)
figlio di Alessandro I e della p.ssa Maria di Romania;
1934 9 ott-29 nov 1945, re di Jugoslavia;
[a 11 anni sotto un Consiglio di reggenza presieduto dal principe Pavel Karagjorgjevic, cugino di Alessandro I.]
- dal 6 aprile 1941 è in esilio a Londra con il suo governo, con a capo il gen. D. Simovic;
- dal 22 gennaio 1942, il gen. D.D. Mihajlovic è ministro della Guerra del governo jugoslavo in esilio e comandante dell’Esercito
jugoslavo in Patria (Jugoslovenska vojska u otadžbini);

1942
Agosto
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1942
Agosto
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Aimone di Savoia-Aosta [Boby] (Torino 9.3.1900 -Buenos Aires 29.1.1948)
secondogenito di Emanuele Filiberto di Savoia (2° duca d'Aosta) e di Helene d’Orléans;
1904-48, duca di Spoleto;
- 1939, sposa Irene p.ssa di Grecia e Danimarca;
1941-43, re di Croazia;
[1940, designato da re Vittorio Emanuele III luogotenente della corona nel nuovo regno croato, preferisce rimanere in Italia;
lascia poi l’Italia all’avvento della repubblica]
1942-48, 4° duca d’Aosta;
[dal 4 marzo 1942]
1942
Agosto

1942
Agosto
18, in seguito agli accordi tra Berlino e Zagabria, un telegramma a firma di J von Ribbentrop giunge all’ambasciata tedesca a Roma con la richiesta “di provocare istruzioni alle competenti Autorità Militari italiane in Croazia affinché anche nelle zone di nostra occupazione possano essere attuati i provvedimenti divisati da parte germanica e croata per un trasferimento in massa degli ebrei di Croazia nei territori orientali”;
in pratica, Berlino chiede ufficialmente al governo di Roma la consegna alle autorità croate degli ebrei presenti nelle zone controllate dalle truppe italiane;
l’ambasciata tedesca a Roma lascia comprendere come tali provvedimenti tenderebbero alla dispersione e all’eliminazione degli ebrei dello Stato Indipendente Croato;
anche la Legazione italiana a Zagabria, del resto, ha segnalato il desiderio tedesco, che trova consenziente il governo ustaša, di entrare in una “fase risolutiva” della questione della liquidazione degli ebrei dello Stato Indipendente Croato;
[Da almeno un mese i tedeschi hanno richiamato l’attenzione di Casertano e della Legazione Italiana a Zagabria sui numerosi ebrei fuggiti dallo Stato Indipendente Croato e rifugiatisi a Mostar e Cirquenizza, “dove vivono indisturbati: essi, che non sono sottoposti alle leggi razziali croate, ricalcate su quelle germaniche, sono ritenuti nocivi come informatori e conniventi col nemico”.]
Tale interessamento tedesco – sostiene Casertano – che ha già “sentore di ingerenza”, potrebbe preludere a qualche passo ufficiale.
[A giugno indiscrezioni in tal senso erano state raccolte anche dall' XI C. d'A.. Delegati del Ministero Armi e Munizioni tedesco, transitando a Mostar con ingegneri e ufficiali della "Todt", avevano parlato al comando della Divisione "Murge" di un accordo tra i governi tedesco e croato per il trasferimento in territorio russo occupato dai tedeschi di tutti gli ebrei croati, inclusi quelli dell’Erzegovina, tanto che le autorità militari italiane avevano manifestato il parere che fosse preferibile tale accordo non avesse esecuzione nelle zone d’occupazione italiana.]


21, B. Mussolini accorda il nulla osta all’accoglimento della richiesta tedesca, che il Comando della 2ª Armata considera tuttavia un’intromissione alleata nella zona d’occupazione italiana;
[Una delle basi della politica di “pacificazione” faticosamente perseguita nel settore di responsabilità italiano è infatti costituita dalla sospensione di ogni misura drastica contro qualsivoglia comunità etnica e confessionale. Tale criterio, almeno formalmente condiviso dal governo croato, è riaffermato anche nel corso degli accordi di Zagabria del 19 giugno 1942 per l’amministrazione civile dei territori croati occupati dagli italiani. Per tale ragione il Ministero degli Esteri, senza successo, aveva suggerito a B. Mussolini di rispondere all’ambasciata di Germania che sarebbe stata cercata un’intesa diretta italo-croata per chiarire la posizione degli ebrei nella zona d’occupazione italiana, impartendo istruzioni alle autorità militari affinché i cinque-seimila ebrei lì dimoranti fossero più strettamente controllati.]

alla fine del mese, il gen. M. Roatta, alle richieste croate di consegnare gli ebrei ricevute durante un incontro italo-croato a Dubrovnik, risponde che – salvo ordini contrari delle proprie
autorità centrali – non consegnerà persone che si trovano sotto la protezione italiana;

1942
Agosto
i cetnici del gen. D. Mihajlovic, che prima operavano d'intesa con i comunisti di Tito, ora per avversare quest'ultimi finiscono per collaborare prima con gli italiani poi con i tedeschi operando in una ristretta zona della Serbia;

lo stesso mese, nei distretti di Knin, Gracac, Derniš e ancora a Foca, i cetnik massacrano circa tremila musulmani;

[I circa 350 ebrei, rimasti a Dubrovnik e nel retroterra erzegovese, inclusa Mostar, sono ora diventati quasi 900.
Gli ebrei della zona sono nella quasi totalità sefarditi.
L’ipotesi di concessione della cittadinanza italiana è seriamente considerata dal console generale Amedeo Mammella, che va progettando un disegno per realizzare, nell’eventualità di un plebiscito a Dubrovnik, la superiorità numerica delle opzioni per l’Italia aggregando alla popolazione italiana della città quella ebraica.]

1942
Agosto
1°, in un confronto tra il gen. U. Cavallero (capo di S.M. Generale), gen. M. Roatta e G. Bastianini, viene raggiunto l’accordo sulla futura trasformazione delle “Truppe Zara” in una vera e propria divisione – la 158ª divisione fanteria “Zara” – capace da un lato di integrare sotto il proprio comando tutte le truppe operanti in Dalmazia, comprese quelle ancora dipendenti dal Governatorato, dall’altro (e conseguentemente) di risolvere la spinosa questione dei battaglioni squadristi;
G. Bastianini, blandito dalla concreta possibilità di ottenere nuove forze, avalla quindi la decisione che pone di fatto fine alla capacità operative del proprio Gabinetto Militare, pur ottenendo alcune concessioni minori;

2, un convoglio «trasportant[e] 1.132 persone» dirette verso il capoluogo di provincia [Carnaro] per essere internate, cade in
un’imboscata tesa da una consistente banda ribelle lungo il tratto di strada Gerovo–Crni-Lug: tra le circa 100 cc.nn. dell’ “Emiliano” di scorta, 12 rimangono uccise o disperse, compreso lo stesso comandante della colonna (e del plotone comando del battaglione) centurione Dino Guidotti;
[. Dino Guidotti: originario di Riolo Terme (RA), classe 1901,
si iscrisse al P.N.F. nell’ottobre 1920. Squadrista, partecipò alla marcia su Roma, ricoprendo fino al 1939 la carica di segretario del fascio del piccolo paese di origine.]


lo stesso mese, l’attività del gruppo battaglioni squadristi così come dell’intera divisione “Zara”, nonostante i pur numerosi appostamenti e rastrellamenti a corto raggio effettuati dai reparti di cc.nn. nel territorio zaratino, è senza esito, mentre più “movimentata” risultq l’attività del “Toscano” ancora schierato lungo il litorale dei “Castelli;
6, litorale dei “Castelli”: durante una perlustrazione atta a rintracciare gli autori di un omicidio a sfondo politico, cc.nn. e carabinieri uccidono dopo un breve conflitto a fuoco due individui,
incendiando poi le case di alcuni sospettati a loro volta fermati durante l’operazione;

8, alla fine i buoni uffici di G. Bastianini presso B. Mussolini hanno la meglio: Umberto Spigo prende il posto del gen. Q. Armellini anche se contestualmente i battaglioni della Milizia vengono riportati sotto l'autorità del Comando di Corpo d'Armata, al fine di !imitarne gli eccessi.

9, nella notte, due partigiani incappano in uno sbarramento disposto «durante azione rastrellamento eseguita località Sant’Onofrio Comune di Trau [da] due compagnie battaglione
squadristi toscano»: nello scambio di colpi prodottosi una c.n. ha la peggio mentre i ribelli riescono a dileguarsi. La reazione dei militi porta al rinvenimento di un ricovero con alcune armi,
mentre nel pomeriggio seguente «per rappresaglia», vengono «incendia[te] alcune case disabitate predetta località indicati quali punti appoggio ricoveri partigiani»;
10, Carnaro, nella prima mattina, militi della 2ª e 3ª compagnia
ed unità dell’Esercito intervengono in soccorso di un convoglio di
rifornimenti diretto a Gerovo, a sua volta attaccato da un numeroso gruppo di partigiani nei pressi di Mrzla Vodica;
nel conflitto a fuoco, durato alcune ore, gli squadristi lasciano sul terreno due morti e alcuni feriti, mentre diversi ribelli vengono uccisi;
a seguito dell’agguato, costato la vita ad almeno 17 militari, il
gen. Fabbri autorizza un’«azione di rappresaglia sul paese di Mrzla Vodica che, nell’immediato raggio dell’imboscata, era indubbiamente informato dei preparati ribelli». Quattro uomini sono quindi immediatamente fucilati mentre circa 200 persone vengono internate;
[La stessa banda partigiana sarà scoperta e scompaginata cinque giorni più tardi ad opera di una compagnia del battaglione confinario “M”, che ucciderà 40 ribelli (di cui 28 fucilati dopo la cattura).
[Il battaglione confinario “M” era stato organizzato per volontà
dello stesso Testa nella primavera del 1942, attingendo tra i militi della 4ª legione della Milizia Confinaria e volontari. Sottoposto ad uno speciale addestramento, venne spesso impiegato alle dipendenze del V° Raggruppamento G.A.F., dimostrandosi particolarmente efficace (e spietato) nella
lotta anti-partigiana.]
11, un’altra vittima cade a Seghetto Superiore (Seget Gornji) sotto i colpi degli squadristi, per non aver «ottemperato alla
intimazione dello “stoj”», seguita a poco meno di un mese di distanza dalla morte di un contadino ucciso a Seghetto Inferiore (Seget Donji) in situazioni analoghe;

Il previsto passaggio sotto le dipendenze dell’Esercito, accolto con perplessità dal comandante il gruppo battaglioni squadristi, console Ivan Scalchi, coincide inoltre con un generale riordinamento dei reparti squadristi dislocati in Dalmazia: l’impegnativa attività dei mesi precedenti ha infatti «finito col provare la fibra di molti quarantenni», mentre emerge sempre più palese la deficienza di addestramento, materiali ed armamento «di reparti sempre soggetti all’imboscata»; non ultimo, le spesso dure condizioni di
vita patite al fronte dai militi palesano ora non isolati casi di scarso mordente e morale, ancor più preoccupanti vista la particolare natura di queste unità: lo squadrista Salvatore Medici (della 1ª compagnia del “Vespri”), nei giorni del già ricordato “assedio” del presidio di Gacelesi, indirizzava al duce una missiva decisamente polemica, lamentando «anche a nome di altri
Squadristi - di essere stati arruolati con promessa che sarebbero stati adibiti a servizi d’ordine pubblico e di propaganda, in considerazione della loro avanzata età»; invece, precisava il legionario, «dopo 13 giorni di non istruzione [erano] stati trasferiti in linea “al macello”», trovandosi «di fronte ad un nemico bene armato, mentre essi non avrebbero un adeguato armamento e mancherebbero perfino dei medicinali».
Tenendo in debito conto anche segnalazioni di questo tipo – la lettera sarebbe approdata infine sulla scrivania di Galbiati;
[Le dovute precisazioni del capo di S.M. della Milizia non confutano nella sostanza le lamentele mosse dallo squadrista siciliano. Il regolamentare «armamento stabilito[…] per i Btg. cc.nn. impiegati in guerra» non prevede infatti la dotazione di mitragliatrici pesanti, fornite solo a livello di legione divisionale o ad alcuni battaglioni cc.nn. selezionati (cosiddetti “di copertura”). Galbiati riconosce inoltre come, almeno il 170° battaglione cc.nn. squadristi, «lascia ancora a desiderare in alcuni suoi elementi», disponendo «l’allontanamento dal reparto dei malcontenti e dei tiepidi sostituendoli con legionari del continente».
Lo squadrista Salvatore Medici, animato da «sentimenti assolutamente contrari allo spirito di sacrificio che deve animare un fascista che proviene dalle vecchie squadre di azione», viene a
sua volta allontanato dal fronte,]

Il Co.Ge.Mi. provvede nel corso dell’estate alla ristrutturazione dei battaglioni squadristi, sia grazie all’immissione di complementi, sia attraverso l’accorpamento di compagnie mitraglieri ai battaglioni che ne sono sprovvisti:
- al battaglione “Vespri” va affiancandosi la 230ª compagnia mitraglieri cc.nn., costituita il 20 giugno con militi «prevalentemente […] pugliesi, abruzzesi, calabresi, marchigiani e lucani»;
- al “Tevere” i rinforzi arrivano dal centro di mobilitazione della 58ª legione di Trieste, attraverso la mobilitazione della 158ª compagnia mitraglieri cc.nn. “San Giusto”;
- ai battaglioni “Toscano” e “Milano”, le compagnie complementi sono attivate rispettivamente tra maggio e luglio 1942.
L’avvicendamento riguarda inoltre, almeno nel caso del 170° battaglione cc.nn. squadristi, anche il comando, passato in agosto nelle mani del modenese seniore Otello Gaddi, ufficiale della Milizia in S.P.E..

14, Carnaro, seguendo le orme degli squadristi emiliani che vanno a sostituire. dopo il loro spostamento nel Carnaro i militi del 215° battaglione cc.nn. squadristi “Nizza”, sono impegnati fin d'ora in alcune (pressoché infruttuose) operazioni di polizia e rastrellamento nella parte meridionale ed orientale della provincia operando spesso al fianco dei reparti mobili della 59ª legione di Sesana;

21, Carnaro, il 215° battaglione cc.nn. squadristi “Nizza” può dirsi completamente riunito a Sesana ma non tardano a presentarsi i primi, gravissimi, incidenti con la popolazione locale;

1942
Agosto
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dallo stesso mese, i volontari raccolti nella Dalmazia annessa (precipuamente nella provincia di Zara), annoverati nelle BAC (Bande Anti Comuniste) "Zara", entrano sotto l'autorità del "Comando Truppe Zara";

dalla seconda metà del mese, "Operazione Albia": vasto rastrellamento;
i battaglioni cetnici si dimostrano talmente efficienti da preoccupare le autorità di Zagabria, timorose di nuove insorgenze;

1942
Agosto
le forze partigiane continuano a combattere non solo contro i fascisti, ma anche contro i cetnik del gen. D. Mihajlovic e più tardi contro i tedeschi;

22, campo di Mamula: da una comunicazione del comandante del campo, Arturo Gelati, del reggimento fanteria “Emilia”:
"la commissione composta dal Tenente Gelati Arturo comandante del Campo di concentramento internati Politici di Forte Mamula, in contraddittorio con il S.Ten. Donde Mose, ufficiale incaricato dal Comandante di Reggimento, secondo l’art. n. 17 (...) rende noto a chi spetta che addì 21 agosto è deceduto nel Forte Mamula l’internato Cimic Avdija. Per la sepoltura fu necessario avvolgere il cadavere in una fodera per pagliericcio di proprietà dell’Amministrazione Militare ed in carico al sopraddetto Campo. Di quanto sopra è stato redatto il presente verbale per tutte le
conseguenze che ne derivano".

[Federico Goddi, Un'isola di internamento: il campo fascista di Forte Mamula, 2019.]

1942
Agosto
12, viene incendiata la centrale telefonica di Tirana;

Mentre il rinvenimento di numerosi volantini comunisti nelle vie di Tirana impone una più attenta vigilanza per stroncare «manifestazioni di propaganda sovversiva
che assumono forme, di giorno in giorno, più diffuse e sfacciate», tra il 3 aprile e il 15 agosto 1942 gli italiani lamentano una serie di 52 atti di banditismo.
Oltre a rapine e agggressioni a civili, inizianoa contarsi conflitti a fuoco tra "banditi" e forze di polizia o militari.

Giorgio II

1942
all'interno del paese la resistenza antifascista si sta organizzando intorno all'ELAS (Esercito di liberazione nazionale) a maggioranza comunista, cui i filomonarchici contrappongono la formazione minore dell'EAM;;

Solo nel giugno 1941, dopo l'attacco di A. Hitler all'Unione sovietica, è iniziato il dialogo tra Chiesa ortodossa e Stato.

Stalin premia la Chiesa ortodossa per l'aiuto prestato sciogliendo la "Lega dei senza Dio" e mettendo fine ad ogni propaganda ostile alla religione; il metropolita Sergej organizza anche una colletta a favore dell'Armata Rossa e trasmette al governo la notevole somma raccolta come contributo della Chiesa; inizia così il dialogo tra Chiesa e Stato.

1942
Agosto
30 lug-3 ago, [segue - battaglia di Serafimowitsch (Ucraina)]:
1°, ore 00:30, il 3° e 6° Rgt bersaglieri, in cooperazione con il 578° Rgt fanteria tedesco, respingono l'attacco dei russi che ripiegano entro una testa di ponte che conservano oltre il Don;
3, la div.ne Celere attacca la testa di ponte russa oltre il Don eliminando la residua occupazione russa a occidente del fiume;
20, 1ª battaglia del Don: con l'evidente scopo di alleggerire la pressione su Stalingrado, i russi riprendono l'offensiva; nel settore italiano l'azione investe il fronte della div.ne Sforzesca; un contrattacco condotto con la Legione CC.NN. Tagliamento e un gruppo di Savoia Cavalleria riesce a ristabilire solo parzialmente la situazione: l'ansa boscosa di Pleschakowskji resta in mano russa al di qua del fiume;
21, i russi rinnovano l'attacco riuscendo a conquistare la posizione di resistenza della div.ne Sforzesca mentre il gen. G. Messe decide e ordina la costituzione di due pilastri in testata delle valli Kriuscha e Zuzkan per rompere l'offensiva e consentire, appena possibile, la controffensiva;
22, il comando dell'ARMIR invia in rinforzo al XXXV C.d'A. la div.ne Celere, il btg alpini M. Cervino e il 179° Rgt fanteria tedesco;
23, con queste forze il gen. G. Messe passa al contrattacco: non riesce comunque a ricacciare i russi oltre il fiume;
24, nuovi attacchi dei russi e carica del Savoia Cavalleria (col. Bettoni) a Isbuscensk;
25, nuovi attacchi permettono ai russi di consolidarsi su nuove posizioni;
il fronte viene quindi rettificato su una linea raccorciata.
Intanto l'ARMIR ha assunto il proprio schieramento sul Don fra la II Armata ungherese e la 3ª Armata romena.
L'ARMIR - 8ª Armata (gen. Italo Gariboldi) con oltre 220.000 uomini con 7000 ufficiali, comprende (da nord a sud):
- C.d'A. alpino,
. div.ne Tridentina,
. div.ne Julia,
. div.ne Cuneense;
- II C.d'A.,
. div.ne Sforzesca,
. div.ne Ravenna,
. div.ne Cosseria;
- XXXV C.d'A. (ex CSIR) (gen. G. Messe
. div.ne Pasubio,
, div.ne Torino,
. div.ne Celere;
a protezione delle retrovie (quindi senza artiglieria):
. div.ne Vicenza.
Accertato ormai, data la situazione operativa generale, che l'ARMIR resterà per l'inverno in atteggiamento difensivo sul Don, il Comando Supremo italiano si preoccupa che essa vi si fortifichi.

1942
Agosto
agosto-dicembre, Ucraina, "massacro di Gurka Polonka";
attraverso esecuzioni sommarie, circa 26.500 ebrei provenienti dal ghetto di Luck (oggi Luc'k in Ucraina) e dalle zone limitrofe vengono sterminate ad opera dei nazisti e di collaborazionisti locali;
[La località nella foresta è stata scelta per il suo isolamento, ma anche per il suo facile accesso a pochi chilometri dalla città.
- 1939, a Luck (ora in Polonia) vivono 16.000 ebrei, l'equivalente del 40% dell'intera popolazione della città.
Con la spartizione della Polonia, la città viene a trovarsi in territorio sovietico.
Il numero degli ebrei cresce ulteriormente a causa dell'afflusso di rifugiati dalla Polonia occidentale, raggiungendo le 19.500 unità.
Con l'arrivo delle truppe tedesche cominciano subito le intimidazione e le uccisioni in pogrom o in esecuzioni sommarie nel Castello di Lubart.
- 1941, dicembre, 19.000 ebrei sono concentrati nel ghetto della città. Il tasso di mortalità si fa subito molto alto per via della fame, del sovraffollamento e delle malattie.
- 1942,
agosto, le autorità tedesche decidono di liquidare il ghetto, uccidendone tutti gli abitanti.
18 agosto, la sera, uomini della gendarmeria e poliziotti ausiliari ucraini circondano il ghetto;
19 agosto, agli ebrei viene ordinato di riunirsi in piazza Bazarnaya per registrarsi. Dopo che la registrazione è stata completata, viene selezionato un gruppo di lavoratori, mentre a tutti gli altri viene detto di trovarsi la mattina dopo allo stesso punto di raccolta.
Le persone selezionate, insieme ai membri dello staff dell'ospedale ebraico, sono portati nella foresta di Gurka Polonka (in ucraino: Hirka Polonka) a circa 8 chilometri a sud-ovest di Luck. Ad essi si uniscono, nei pressi del villaggio di Polonka, un gruppo di uomini ebrei del campo di lavoro di Krasne, alcuni lavoratori municipali e residenti delle località circostanti. Viene ordinato loro di scavare diverse grandi fosse comuni nel corso di 24 ore.
20-23 agosto, uomini, donne, bambini e anziani ebrei, tutti raccolti in piazza Bazarnaya, vengono caricati in gruppi di 35-40 su diverse dozzine di camion e, sotto la guardia della Gendarmeria e della polizia ausiliaria ucraina, portati a Gurka Polonka. Anche i bambini dell'orfanotrofio ebreo locale sono portati sul sito.
Secondo una testimonianza, alcuni membri dello staff dell'ospedale e membri delle loro famiglie si suicidano. Questa testimonianza affermerà anche che quando gli ebrei venivano caricati su camion e portati dalla città al luogo dell'assassinio, venivano suonati allegri canti dagli altoparlanti posizionati in giro per la città.
Josef Glueck, l'ufficiale della SA che, tra le altre cose, è responsabile degli affari ebraici presso l'ufficio Gebietskommissar, è presente durante la liquidazione del ghetto.
Al loro arrivo a Gurka Polanka, gli ebrei sono costretti a scendere dai camion e a spogliarsi nudi. Coloro che oppongono resistenza sono picchiati dai poliziotti ucraini. Gli anziani e gli infermi sono prelevati dai camion dai poliziotti ucraini e della gendarmeria e gettati direttamente nelle fosse. Gli "abili", in gruppi da 6-8 persone, sono costretti a sdraiarsi anch'essi nelle fosse a faccia in giù, e poi uccisi a colpi di mitragliatrice alla nuca dagli ufficiali di gendarmeria. Quando l'operazione è completata, un altro gruppo di vittime viene fatto sdraiare sopra i cadaveri e ucciso alla stesso modo, finche' la fossa non è completamente riempita.
I lavoratori e gli uomini del comune della zona coprono le vittime con la terra. I poliziotti ausiliari ucraini danno il colpo di grazia a quanti appaiono essere ancora in vita. Gli abiti delle vittime sono portati in camion in città, dove sono selezionati per essere riusati.
Tutte le proprietà e le case delle vittime sono requisite e date a non ebrei, per rafforzare la loro connivenza.
I massacri continueranno anche nei giorni seguenti fino al 3 settembre perché la polizia ucraina continua a trovare centinaia di ebrei nascosti nel ghetto o in città.
Da settembre, il Castello di Lubart viene preferito come luogo di esecuzione dei fuggitivi, ma il 14 settembre un altro gruppo viene condotto a morire a Gurka Polanka. Heinrich Lindner, il Gebietskommissar di Luck, è il coordinatore di queste operazioni di rastrellamento e uccisione.
Un ultimo gruppo di ebrei, proveniente dal campo di lavoro di Boleslaw Chrobry, sarà ucciso a Gurka Polanka il 12 dicembre 1942 ad opera di un'unità delle SS.
Alla fine un totale di 26.500 ebrei sono stati uccisi a Gurka Polonka da Luck e dalle zone limitrofe.
- 1944, quando le truppe sovietiche liberano Luck , vi trovano solo 150 ebrei sopravvissuti in clandestinità.
Lo stesso anno, poco dopo la liberazione di Luck, una targa commemorativa sormontato dalla stella di David viene posta a Gurka Polonka dagli ebrei sopravvissuti in città e nei suoi dintorni. L'iscrizione bilingue in ebraico e in russo ricorda "gli ebrei della città di Luck che furono brutalmente assassinati dai carnefici di Hitler". Seguono le date delle esecuzioni: 20 agosto - 3 settembre 1942, 14 settembre 1942, e 12 dicembre 1942.
- 1986, viene eretto un monumento in cemento nel sito, sempre per iniziativa degli ebrei locali. Durante la sua dedicazione si svolse una cerimonia commemorativa nel sito.]

Reggente

1942
seconda guerra mondiale (1941-45): alleata con le potenze dell'Asse, è entrata nel conflitto.;
Partiti che servono il regime fascista di Miklós Horthy von Nagybánya e collaborano con i nazisti:
- Partito della Vita Ungherese,
- Partito Cristiano Democratico,
- Partito Ungherese Cristiano,
- Partito Popolare Ungherese,
- Campo Nazionale,
- Fronte Cristiano,
- Partito Popolare Cattolico,
- Partito Popolare Cristiano,
- Partito dei Croce-frecciati (nella città di Gyor);

Agosto
-

Boris III

(Sofia 1894 - 28 ago 1943)
figlio di Ferdinando di Sassonia-Coburgo-Saalfeld-Koháry e di Maria Luisa di Borbone-Parma;
1918, 3 ottobre, il padre abdica a suo favore;
1918-43, zar dei bulgari;
- dal 1930 è sposato con Giovanna di Savoia (1907-2000);
- dal 1934 ha sospeso la costituzione e imposto un regime autoritario;
- dal 1937 si è avvicinato alla Jugoslavia alleandosi alle potenze nazifasciste;
- nel dicembre del 1941 ha dichiarato guerra alla Gran Bretagna;

1942
Agosto
6, a una conferenza a Berlino sull'approvvigionamento alimentare H. Göring dice che i problemi di inflazione o di penuria dei paesi occupati non gli interessano affatto, anche se il contingente alimentare assegnato alla Francia è definito come straordinariamente elevato;
dal canto suo O. Abetz sottoscrive comunque la politica di nutrire i francesi meno dei tedeschi e accetta un piano che fa gravare i nuovi contingenti sulla Zona occupata, lasciando la zona di Vichy libera di contribuire all'alimentazione sul resto della Francia come meglio crede;

lo stesso mese, i portavoce di Vichy chiedono agli Stati Uniti di intervenire in Europa, ma come arbitri, non come liberatori;

19, una forza anfibia alleata composta soprattutto di canadesi tenta un'incursione a riva a Dieppe; nel giro di qualche ora questa forza viene distrutta dai tedeschi e la maggior parte dei sopravvissuti viene fatta prigioniera;

21, il mar.llo Ph. Pétain scrive ad A. Hitler:
"Data l'ultima aggressione britannica, che questa volta ha avuto luogo sul nostro suolo […] propongo di considerare la partecipazione della Francia alla propria difesa […] intervento che sarebbe l'espressione sincera della mia volontà di far sì che la Francia conribuisca alla salvaguardia dell'Europa".
[In pratica il mar.llo Ph. Pétain rinnova in maniera più pressante la sua proposta di nove giorni prima per una pianificazione congiunta franco-tedesca della difesa delle coste. Tuttavia, ai vertici tedeschi, un aiuto autonomo dei francesi non appare desiderabile.]

27, per quanto riguarda la richiesta alal Germania di mezzi blindati e aerei, il "governo di Vichy" viene in parte accontentato ma deve concedere in cambio che l'Asse noleggi le navi di paesi neutrali bloccate nei porti mediterranei della Francia;

30, Roger Martin du Gard scrive ad André Gide di non poter concordare con chi pensa che la pace sia vicina; egli prevede due o tre anni di "massacri, sconvolgimenti sociali e penuria materiale", seguiti da un periodo prolungato di disordini e riassestamenti;
[Non si sbaglierà di molto.]

1942
Agosto
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Guglielmina

(l'Aia 1880 - castello di Het Loo, presso Apeldoorn 1962)
figlia di Guglielmo III re d'Olanda e della sua seconda moglie Emma di Waldeck-Pyrmont;
1890-1948, regina dei Paesi Bassi;
[dal maggio 1940 il paese è occupato dai tedeschi, e la regina e i suoi ministri si sono trasferiti in Inghilterra.
Con la conquista dell'Indonesia da parte dei giapponesi l'impero coliniale è stato annientato.]

1942

II guerra mondiale:

Agosto
2, il commissario tedesco Schmidt avanza l'idea di statalizzare tutte le istituzioni caritative della Chiesa; naturalmente cominciano gli arresti di cristiani non ariani: in tutto 722.
9, vengono avviate ai forni crematori di Auschwitz 95 persone;
[Le prime ad essere introdotte al luogo dell'eccidio sono due religiose: le sorelle Stein, una delle quali è la nota scrittrice Edith Stein, che dopo la conversione al cattolicesimo si era fatta monaca di clausura.]

Leopoldo III

(1901 - ?)
figlio di Alberto I e di Elisabetta di Baviera;
1934-51, re dei belgi;
[dal maggio 1940 il paese è occupato dai tedeschi e il re è deportato in Germania; dal novembre 1941 l'unità paramilitare di L. Degrelle, "Legion Wallonie" che ha giurato fedeltà ad A. Hitler, svolge la sua attività contro i partigiani.]

1942
Agosto
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II guerra mondiale:
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Charlotte di Nassau-Weilburg

(1896 - ?)
figlia di Guglielmo IV e di Maria Anna di Portogallo;
1919-64, duchessa di Nassau;
1919-64, granduchessa di Lussemburgo;
[dal maggio 1940 il paese è occupato dai tedeschi, e la sovrana e i ministri si sono rifugiati presso gli Alleati.]

1942
Agosto
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II guerra mondiale:
avviato l'arruolamento dei giovani lussemburghesi nell'esercito tedesco, si sviluppa un forte movimento di resistenza;

(York Cottage, Sandringham, Norfolk 14.12.1895 - Sandringham House, Norfolk 6.2.1952)
secondogenito di Giorgio V e della p.ssa Vittoria Maria von Teck;
1936-52, re di Gran Bretagna e Irlanda, imperatore delle Indie;

1942
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1942
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(Charlottenlund 1870 - Copenaghen 1947)
figlio di Federico VIII e di Luisa di Svezia;
1912-47, re di Danimarca;
continua a favorire l'evoluzione democratica del paese;
1919-44, re d'Islanda;
[rimane re dell'isola (fino alla proclamazione della repubblica nel 1944) anche se, staccatasi dalla Danimarca, si è costituita in stato sovrano.]

principe Carlo (? - ?)
figlio di Federico VIII re di Danimarca e di Luisa di Svezia;
1905-57, re di Norvegia;

(Stoccolma, castello di Drottningholm 16 giugno 1858 – Stoccolma, 29 ottobre 1950)
figlio di Oscar II e di Sofia di Nassau;
1907-50, re di Svezia;
osserva correttamente le regole del sistema parlamentare;

(1913 - ?)
terzogenito di Alfonso XIII di Borbone e di Vittoria Eugenia di Battenberg;
conte di Barcellona
dal 1931 pretendente al trono di Spagna;

(Napoli 1869-Alessandria d'Egitto 1947)
figlio di Umberto I e di Margherita di Savoia;
1878-1900, principe di Piemonte;
1900-46, re d'Italia;
dal 1922, è esautorato da qualsiasi esercizio del potere dalla dittatura fascista;
1936-43, imperatore d'Etiopia;
1939-43, re d'Albania;
1940-45, II guerra mondiale;

(Racconigi 1904-Ginevra 1983)
unico figlio maschio e terzogenito di Vittorio Emanuele III e di Elena di Montenegro;
1930, sposa la principessa Maria José, figlia del re Alberto I del Belgio, dalla quale avrà quattro figli;
1936, generale di corpo d'armata;
1938, generale d'armata;
1940-45, II guerra mondiale:
all'atto di dichiarazione di guerra alla Francia (10 giugno 1940) ha assunto il comando del gruppo di armate dell'ovest;

1946, re d'Italia (Umberto II);

1942
Agosto
1°, viene mobilitato il 215° battaglione cc.nn. squadristi “Nizza”, ultimo tra i reparti squadristi ad essere costituito, agli ordini del modenese primo seniore Giovanni Tebaldi, ufficiale della Milizia in S.P.E.;
[Aiutante maggiore in 2ª (e vicecomandante il reparto) sarà (1942 26 dic-2 gen 1943) il centurione Riccardo Richter.]

4, il Führer risponde alla lettera di B. Mussolini rallegrandosi per prima cosa che sia tornato felicemente e sano in Italia, e chiarendo poi vari punti riguardanti la situazione generale;

5, le camicie nere accampate a Godiasco si trasferiscono a Brescia,
sede della 15ª legione “Leonessa” (centro di mobilitazione del reparto), per iniziare di lì a poco il trasferimento alla spicciolata verso Sesana, sede del comando per circa due mesi;

lo stesso giorno, Pissignano (Campello sul Clitunno, Perugia), paese situato a metà strada tra Trevi e Spoleto, inizia a funzionare, con una popolazione abbastanza limitata, il campo di prigionia (PG 77), istituito a seguito dell’afflusso di prigionieri britannici e del Commonwealth catturati in Africa settentrionale;
[Nei mesi successivi lavoreranno al suo allestimento alcune squadre di prigionieri britannici e sudafricani, distaccati dal campo reatino di Fara Sabina. Le informazioni sulla popolazione del campo durante i primi otto mesi del 1943 non sono molto precise: sembra ospitasse francesi, montenegrini, albanesi e serbi, inviati successivamente
a Colfiorito. I rapporti della Croce Rossa parlano di una popolazione di circa milleduecento prigionieri. Dopo l’armistizio diverrà un campo di transito tedesco, Dulag (Durchgangslager) 226.
A questo punto confluiranno a Pissignano anche prigionieri alleati, tanto che nel dicembre 1943 ve ne saranno circa milleduecento, tra cui anche americani. Alcuni di questi proverranno dalle carceri di Spoleto e Perugia.
Nel febbraio 1944 i prigionieri rimasti saranno inviati al campo di Laterina (PG 82), presso Arezzo, e questo verrà chiuso.]

6, il mar.llo U. Cavallero scrive al gen. Favagrossa, sottosegretario per le fabbricazioni di guerra, circa la situazione del munizionamento per le 20 Div.ni combattenti in Africa e in Russia;
12, dopo vari tentennamenti (come al solito), B. Mussolini dirama le nuove istruzioni e direttive definitive;
16, il mar.llo U. Cavallero si trasferisce a Taormina ove alla sede dell'O.B.S. con il feldmar.llo A. Kesselring, il gen. von Rintelen, e il ministro marchese Giacomo Medici del Vascello viene esaminata la questione dei trasporti e degli sbarchi;
[Ex sottosegretario alla presidenza e tenico esperto di questioni portuarie, il marchese Giacomo Medici del Vascello è stato incaricato dal capo di S.M.G. di organizzare durante la guerra i porti della Tripolitania.]
17, il mar.llo U. Cavallero emana alcune direttive per la ripresa offensiva prevista per il giorno 25;

1942
Agosto
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[Stefano Schiapparelli, Ricordi di un fuoruscito, Edizioni del Calendario, Milano 1971; con prefazione di Giorgio Amendola.]

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«segue da Luglio 1942»



«segue Settembre 1942»


[Carlo Gentile, Intelligence e repressione politica. Appunti per la storia del servizio di informazioni SD in Italia 1940-1945]

1942
Agosto

«segue da Marzo 1941»

Anche il Vaticano è oggetto delle attenzioni del SD (Sicherheitsdienst - Servizio di Sicurezza).
A questo scopo giunge ora Helmut Looss, che nel RSHA era stato a capo della sezione che si occupava dell’ "attività politica delle chiese" e tra i maggiori artefici delle misure repressive contro le organizzazioni cattoliche tedesche. Egli opera a Roma nel periodo agosto-dicembre 1942, ufficialmente come “assistente” di H. Kappler, ma la sua missione non è coronata da successo. Egli non è in grado di prendere contatti negli ambienti del Vaticano, cosa che d’altra parte non può meravigliare, dato che i suoi trascorsi di persecutore dell’ "Azione cattolica" in Germania non possono essere ignoti alla Santa Sede.


«segue Settembre 1942»


[Carlo Gentile, Intelligence e repressione politica. Appunti per la storia del servizio di informazioni SD in Italia 1940-1945]

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19, Europa: i canadesi ricevono un catastrofico battesimo del fuoco durante un'incursione lanciata dagli Alleati sulla costa francese, a Dieppe, a nord di Le Havre.
Nel giro di poche pre più della metà di 5.000 canadesi che partecipano al raid sono uccisi o cadono prigionieri.

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[Maldwyn A. Jones, Storia degli Stati Uniti, Bompiani 1984.]

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il presidente continua l'opera del suo predecessore e rinsalda i legami con gli Stati Uniti impegnando ora il Messico, anche se solo nominalmente, nel secondo conflitto mondiale a fianco degli alleati;

- Presidente della repubblica

- Presidente della repubblica

- Presidente della repubblica

- Presidente della repubblica

- Presidente della repubblica

- Governatore

- Governatore

- Governatore

- Dittatore

- Dittatore

- Presidente della repubblica

presidente della repubblica

Chiang Kai-shek
(1935 dic - gen 1949)

a

a

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Hirohito

(Tokyo 1901-1989)
figlio di Yoshihito;
1921-26, reggente;
1926-45, imperatore del Giappone;

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Dicembre
II Guerra Mondiale (1941-45): verso la seconda metà dell'anno, mentre i giapponesi hanno già occupato gran parte dell'Asia sudorientale, gli Stati Uniti passano al contrattacco;

a

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seconda guerra mondiale (1940-45)
Agosto
4, il Führer risponde alla lettera di B. Mussolini;
11, mentre Malta è in attesa di urgenti rifornimenti, un convoglio partito direttamente dall'Inghilterra cerca di forzare il blocco solo dalla parte di Gibilterra (troppo pericoloso ormai per gli inglesi il Mediterraneo Orientale);
a sud delle Baleari si riunisce la scorta ai 14 piroscafi:
- 2 corazzate,
- 4 portaerei (Furious, Eagle, Indomitable, Victorious…)
- 7 incrociatori (Cairo, Manchester, Nigeria, Kenia…),
- 30 C.T. (Foresight,…).
La mancanza di nafta impedisce l'uscita del naviglio italiano per cui si decide di disporre per l'uscita in mare del naviglio secondario (prevedendo il ritorno a Gibilterra della scorta inglese dopo aver toccato le acque tunisine).
Sommergibili e C.T. vengono dislocati presso le coste della Sardegna e della Tunisia; vengono tenute pronte e raccolte:
- a Messina: 3ª div.ne navale (incrociatori Gorizia, Trieste, Bolzano);
-a Napoli: 7ª div.ne navale (incrociatori Eugenio di Savoia, Montecuccoli , Attendolo, con 11 C.T.);
- a Navarrino: gli incrociatori leggeri dell'8ª div.ne, per opporsi a eventuali sortite da Alessandria;
[più tardi verrano qui trasferiti 3 incorociatori leggeri (Duca degli Abruzzi, Garibaldi, Aosta) e 4 C.T. per proteggere il traffico tra la Grecia e Creta.]
lo stesso giorno un sommergibile italiano silura la portaerei Furious che rientra a Gibilterra gravemente avariata; un sommergibile tedesco affonda invece la portarei Eagle;
11/12, il convoglio inglese viene attaccato da quasi 300 velivoli italiani e tedeschi i quali affondano 4 piroscafi e il C.T. Foresight e danneggiano gravemente la portarei Indomitable;
12, in serata la flotta inglese inverte la rotta tornando a Gibilterra: i 10 piroscafi superstiti continuano a navigare verso Malta scortati da 3 incrociatori e 10 C.T.;
nella notte, 12 sommergibii italiani (impiegati per la prima volta in gruppo) attaccano il convoglio presso la costa tunisina (La Galite), affondano l'incrociatore Cairo e colpiscono 4 piroscafi con la perdita di 1 sommergibile;
13, al mattino la 3ª div.ne viene attaccata da un sommergibile inglese il quale con un fascio di siluri riesce a colpire sia il Bolzano che l'Attendolo danneggiando specialmente il secondo: ambedue sono comunque salvati;
fra Capo Bon e Pantelleria i piroscafi inglesi vengono ancora attaccati da motosiluranti e M.A.S. i quali affondano l'incrociatore Manchester e 3 piroscafi;
nello stesso giorno gli aerei continuano gli attachi infliggendo ulteriori danni agli inglesi;
riescono a raggiungere Malta 3 piroscafi, dei quai 2 danneggiati;
14, altri due piroscafi, pure danneggiati, del convoglio inglese riescono a raggiungere Malta;
la scorta giunta a Malta (2 incrociatori leggeri e 5 C.T.) riparte per l'Inghilterra ove riesce a rientrare; fra le navi ritornate danneggiate a quella base sono da annoverare, oltre a quelle sopra citate, la portaerei Victorious e gli incrociatori Nigeria e Kenia;
in complesso, dei 14 piroscafi partiti, solo 5 giungono a Malta, di cui alcuni con parte del carico danneggiato (sufficiente comunque, almeno per il momento, ad alimentare la resistenza dell'isola).
17, il mar.llo U. Cavallero emana alcune direttive per la ripresa offensiva prevista per il giorno 25;
22, il feldmar.llo E. Rommel chiede improvvisamente di essere sostituito per malattia;
23-24-25, fra il Comando Supremo e l'O.K.W. si decide che, in caso manchi il feldmar.llo E. Rommel, il comando per l'operazione venga assunto dal feldmar.llo A. Kesselring il quale si dichiara deciso e pronto a dirigere l'offensiva;
26, il feldmar.llo A. Kesselring parte dall'Italia per incontrarsi con il feldmar.llo E. Rommel che alla fine, sotto forte pressione superiore, prende la decisione di attaccare il giorno 30;
29, sul fronte di el-Alamein le forze sono così distribuite:

FORZE ITALO-TEDESCHE
ala sinistra dello schieramento (dal mare all'altura di Halum Nayl):
- 67 battaglioni:
. 164ª div.ne tedesca,
. div.ne Trento,
. div.ne Bologna,
. div.ne Brescia,
. div.ne Folgore (in copertura).
ala destra dello schieramento (?-?):
. 90ª div.ne leggera tedesca,
. div.ne corazzata Littorio (gen. Bitossi),
. div.ne corazzata Ariete,
. 21ª div.ne tedesca,
. 1V div.ne tedesca;
. div.ne motorizzata Trieste,
- 6-700 aerei:
. V Squadra italiana,
. due C.A.T., tedeschi;
- 500 carri armati,
- 530 cannoni.

FORZE BRITANNICHE
- 66 battaglioni:
. 9ª div.ne australiana,
. 1ª div.ne sudafricana,
. V div.ne indiana,
in copertura forze inglesi:
. 22ª brigata corazzata (protetta da enormi campi minati),
. 4ª brigata leggera (protetta da enormi campi minati),
massa di manovra:
. 7ª div.ne corazzata indiana,
. 10ª div.ne corazzata indiana;
- 2000 aerei ca (grazie allo sforzo americano),
- 450 carri,
- 580 cannoni.

30, alla sera, dopo alcune puntate dell'ala sinistra al centro, l'ala destra corazzata converge a sinistra, perno la div.ne Brescia;
31-3 set, Seconda battaglia di el-Alamein;
soltanto in serata, a causa dello sgombero dei campi minati, l'ala destra riesce a schierarsi fronte a nord [Tratto da: Andrea David Quinzi] in http://cronologia.leonardo.it/battaglie/batta108.htm]

_______________ [Tragedia del Laconia]
Settembre
12, la notte, in seguito al cambio di destinazione (dalla Gran Bretagna alle coste degli Stati Uniti) il transatlantico Laconia finisce nel periscopio del capitano Werner Hartenstein al comando dell’U-Boot 156. Colpita da due siluri dopo un’ora e mezzo la nave si inabissa.
[Come previsto dalle leggi di guerra osservate dall’Asse e dagli alleati la nave era assolutamente un obiettivo militare: batteva bandiera nemica, zigzagava come di norma a luci spente, e soprattutto era armata, con due cannoni navali da 4.7" pollici, e sei cannoni antiaerei da 3".]
Nel raccontare i circa 60 minuti trascorsi tra il siluramento e l’affondamento della nave, le fonti sono contrastanti. Sembra comunque certo (dai racconti dei sopravvissuti) che i prigionieri italiani siano stati di proposito lasciati rinchiusi nelle stive dagli inglesi, respinti all'interno a colpi di baionetta dalle guardie polacche su ordine dei primi, impedendone di fatto ogni via di fuga e condannandoli così a morte certa.
Una volta emerso, l'U-boot 156 si accorge che tra i naufraghi nelle varie scialuppe di salvataggio e tra le onde ci sono soldati italiani alleati e chiede subito istruzioni al suo comando: l'amm. Dönitz ordina il salvataggio dei naufraghi, con particolare riguardo agli italiani, e dispone che altri due sommergibili in zona, U-506 del cap. Würdemann e U-507 del cap. Schacht, partecipino alle operazioni di salvataggio. Inoltre avvisa il comando italiano che invia sul luogo il sottomarino Cappellini, al comando del ten.vasc. Marco Revedin.
I tedeschi coinvolgono nell’operazione anche i francesi di Vichy, chiedendo loro di inviare sul luogo dell’affondamento le navi di stanza a Dakar e riportare a terra i naufraghi salvati dai sottomarini.

15, all’alba arriva sul luogo del disastro l'U-506 che, raccolti 132 italiani e 10 tra donne e bambini inglesi, prende a rimorchio quattro scialuppe con circa 250 persone;
nel pomeriggio arriva anche l'U-507 che, presi a bordo 129 italiani, 1 ufficiale inglese, 16 bambini e 15 donne, prende a rimorchio 7 lance con 330 superstiti fra cui 35 italiani.
Nel suo U-Boot 156 il cap. Werner Hartenstein rimane con 131 superstiti tra cui cinque donne.

16, l'amm. Dönitz invia un messaggio ai suoi sommergibili informandoli che nella mattinata del giorno 17 arriveranno gli aiuti francesi;
ore 11:25, sull’U-156 appare un aereo, un B-24 ‘Liberator’ americano. A bordo del quadrimotore ci sono:
. ten. pilota James D. Harden,
. ten. Edgar W. Keller,
. uff. di rotta Jerome Periman.
Ai loro occhi appare chiaramente la scena della tragedia: nelle acque circostanti il sottomarino tedesco, sul quale Hartenstein ha fatto stendere un grande telo bianco con una croce rossa, galleggiano centinaia di corpi, in gran parte cadaveri, e diverse scialuppe e zattere di fortuna cariche di naufraghi. Dopo uno scambio di messaggi il bombardiere si allontana.
ore 12:32, l'aereo americano ritorna e bombarda l'U-156 costringenodo il cap. a tagliare le corde di traino ead immergersi il più prestopossibile.
Al mattino arriva intanto anche il sottomarino Cappellini che incontra la prima scialuppa con 50 inglesi ben provvisti di acqua e viveri. Due ore dopo un’altra con uomini donne e bambini inglesi che rifornisce di acqua e viveri. Nel pomeriggio incontra finalmente delle scialuppe con a bordo degli italiani: imbarcati sottocoperta 49 italiani feriti e sistemati sul ponte tutti gli altri naufraghi, cerca per altri quattro giorni le navi francesi di soccorso, che nel frattempo hanno già preso a bordo tutti i superstiti salvati dagli U-Boot 506 e 507: più di 700 inglesi, 373 italiani, e 72 polacchi, che arriveranno a Dakar il 27 settembre.

17, ore 12:22, anche l’U-506 viene attaccato da un idrovolante che sgancia tre bombe sebbene il sottomarino, con i suoi 142 passeggeri a bordo, si sia già immerso avendolo scorto in tempo.

20, ore 08:00, domenica, il sottomarino Cappellini s'incontra con il Dumont d'Urville del cap. Madelin, a cui consegna 42 italiani e 19 inglesi.
Altri 7 italiani e 2 inglesi rimangono a bordo e seguono il Cappellini fino a Bordeaux, sede della base navale italiana nell’Atlantico ‘Betasom’.
[Altri naufraghi del Laconia, un centinaio di sfortunati che hanno trovato rifugio su due canotti, raggiungeranno la costa dell'Africa solo dopo diverse settimane in mare. Solo sei di essi resteranno vivi.]

Il numero dei morti nella tragedia si può stimare tra i 1600 ed i 1700.
Nemmeno un terzo dei 1800 prigionieri di guerra italiani imbarcati a Suez si è salvata dal naufragio. Le perdite inglesi sono minime:
- Morti: 1350 italiani su 1800, contro 11 inglesi su 811.
[Un sito polacco sui disastri navali della seconda guerra mondiale indica un totale di 1649 morti, di cui 31 polacchi su 103 imbarcati.]

EPILOGO
L’attacco americano all’U-156 impegnato nel salvataggio dei naufraghi del transatlantico Laconia avrà una conseguenza che si protrarrà per tutta la durata del conflitto. Da questo momento infatti l'amm. Dönitz ordina ai suoi sommergibili di non occuparsi più dei naufraghi delle navi affondate. Una decisione che diventerà un capo di imputazione contro di lui al processo di Norimberga.
Pochi mesi dopo aver salvato i naufraghi del Laconia, il generoso comandante dell’U-156, cap. Werner Hartenstein, ed il suo equipaggio verranno a loro volta affondati al largo delle isole Barbados l’8 marzo del 1943. Nessuno di essi si salverà.
Il sottomarino italiano Cappellini , trasformato in ‘sommergibile da trasporto’, l’11 maggio del 1943 salperà da Bordeaux per il Giappone, con un carico di tonnellate di metalli destinati dalla Germania al lontano alleato orientale. Il 9 luglio raggiungerà Saipang (o Sabang) e li si troverà quando a Tokio arriverà la notizia dell’armistizio italiano dell’8 settembre. Il Cappellini, comandato dal cap. di corvetta Walter Auconi, pronto per il rientro in Europa, sebbene parte dell’equipaggio manifesti di voler continuare a combattere a fianco della Germania e del Giappone, verrà fatto trasferire dall'ammiraglio Hiroaka a Singapore sotto scorta nipponica e qui fatti arrestare tutti i marinai italiani internandoli in un campo di prigionia.
Successivamente i giapponesi cederanno il Cappellini ai tedeschi che lo ribattezzeranno U-IT-24 (U-Boot Italiano) e, con un equipaggio misto italo-tedesco al comando dell’Oberliutenent Heinrich Pahls, sarà incorporato nella Krigsmarine portando a termine sei successive missioni. Quando a sua volta anche la Germania firmerà l’armistizio con gli alleati il Cappellini entrerà ufficialmente nella flotta imperiale giapponese con la sigla di I-503 e continuerà ad operare fino al termine del conflitto. Dopo la resa del Giappone gli americani lo troveranno ancorato nel porto di Kobe insieme ad un altro sommergibile italiano, il Torelli, anch’esso incorporato prima nella marina tedesca e poi in quella giapponese. Oramai inutilizzabile il Cappellini sarà infine autoaffondato dagli americani a largo di Kobe il 16 aprile del 1946.

[Dell’affondamento della Laconia si tornerà a parlare il 9 maggio del 1946 al processo di Norimberga quando gli alleati processeranno Dönitz per crimini di guerra. L’ammiraglio tedesco, che al termine del processo verrà condannato a 15 anni di carcere, si difenderà proprio con quei documenti che oggi rappresentano le prove della tragedia del Laconia.
L’attacco del Liberator all’U-156 sarà ammesso dagli americani solo molti anni dopo la fine della guerra.
Non risulta che dopo il conflitto il governo italiano abbia mai indagato o richiesto informazioni sulle circostanze che portarono alla morte dei 1400 prigionieri di guerra italiani imbarcati sulla Laconia.]

[Il Dipartimento Storico della «BBC», gloriosa e meritoria istituzione culturale autrice di documentari televisivi di grande valore, in una produzione dedicata alla “Guerra dell’Atlantico”, trasmessa domenica 21 luglio 2002 alle nove di sera, ricorderà l’affondamento del Laconia SENZA FARE ALCUN CENNO ALLA FINE DEGLI ITALIANI.]

[Liberamente tratto da: Andrea David Quinzi in http://cronologia.leonardo.it/battaglie/batta108.htm], che ha attinto a sua volta da:
. Antonino Trizzino, Sopra di noi l’Oceano, Longanesi, Milano, 1968;
. Clay Blair, Hitler's U-Boat War-The Hunted, 1942-1945, Random House, New York, 1998;
. Donatello Bellomo, Prigionieri dell'oceano, Sperling&Kupfer, Milano, 2002.]

(Giarabub 1890 - Il Cairo 1983)
1917-22, capo della confraternita dei Senussi;
1923-48, è costretto all'esilio;


1948, emiro di Cirenaica;
1950-69, re di Libia(Idris I);

[possedimenti retti, dal 1895, da un governatore generale, dipendente dal ministero delle colonie, in forma accentuatamente centralizzata]