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ANNO 1941
APRILE
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Papa Pio XII
(1939-58)

- segretario di Stato: card. L. Maglione
(1939 mar-ago 1944);
- responsabile dell'Entità: card. P. Fumasoni Biondi.

1941
Aprile
Quando la Jugoslavia entra in guerra, il suo rappresentante chiede ospitalità in Vaticano, ma poi lascia la sede ad un addetto, mentre il consultore ecclesiastico, mons. Moscatello, continua a risiedere in territorio italiano.
In seguito ad un colloquio tra A. Hitler e G. Ciano, in Vaticano si comincia a temere per la possibilità di un rapimento del pontefice. 25, la Segreteria di Stato mette in allarme le Nunziature dando istruzioni nel caso che il papa sia impossibilitato ad avere contatti diretti con loro. Analogo preavviso e relative istruzioni appaiono in una riunione di cardinali.

FUCI
(Federazione universitaria cattolica italiana)

«segue da 1940»
1941, nata e sviluppatasi come associazione d'élite, inquadrata nell' "Opera dei congressi",
al suo interno si formano numerosi esponenti cattolici della classe dirigente italiana;
guardata a vista dal regime fascista, si deve occupare solo di religione;
1939-42, presidente Aldo Moro;
«segue 1942»

II GUERRA MONDIALE





1941
Aprile
Austria
(Ostmark - "Marca Orientale" del Terzo Reich)
"Anschluss" [annessione]: l'Austria è stata unita alla Germania.
[Ufficialmente dal 21 Marzo 1938 (sancito dal plebiscito successivo del 10 Aprile).]

1941
Aprile

21-22, Vienna
, nel corso dei colloqui tenutisi tra G. Ciano e il suo omologo tedesco, J. von Ribbentrop, viene stabilito il nuovo assetto del settore balcanico:
- Slovenia: viene divisa tra l’Italia e la Germania;
- viene creato uno Stato indipendente croato, formato dalla Croazia-Slavonia e dalla Bosnia-Erzegovina, affidato alla direzione politica del leader ustaša, Ante Pavelic, ma sottoposto in realtà alla duplice influenza dei governi di Roma e Berlino;
- la costa della Dalmazia da Zara a Spalato, insieme all’area delle Bocche di Cattaro, viene annessa all’Italia (annessione
riconosciuta, poi, anche dal nuovo Stato croato con il trattato firmato a Roma il successivo 18 maggio);
- l’Italia, inoltre, occupa l’intero Montenegro, che diventerà un regno indipendente sotto il controllo italiano;
- la parte occidentale della Macedonia, la maggior parte del Kosovo e una piccola striscia del territorio montenegrino vengono dati all’Albania, legata – va ricordato - al Regno d’Italia in una unione personale;
- la Bulgaria conquista la maggior parte della Macedonia, una parte della Serbia e una piccola porzione del Kosovo;
- le zone a nord della Drava e del Danubio, insieme ai distretti della Backa e della Baranja, vanno all’Ungheria;
- la Germania occupa il resto della Serbia, corrispondente ormai ai vecchi confini serbi antecedenti alle guerre balcaniche, insieme a una parte del Kosovo (la zona di Mitrovica) e del Banato, affidato all’amministrazione del locale gruppo nazionale tedesco.

La spartizione della Jugoslavia consiste essenzialmente nello smembramento politico e territoriale della nazione serba.
[vedi Serbia]



GERMANIA
1941
Aprile
Partito unico: NSDAP (Nationalsozialistische deutsche Arbeiterpartei – Partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori).
- Führer e Cancelliere del Reich
Adolf Hitler
(1934 agosto-aprile 1945)
[In lui sono unificati i poteri di capo dell'esecutivo e di comandante delle forze armate tedesche.]
- Segretario della Cancelleria
H.H. Lammers
(1933 gen-1943)
Propaganda
Joseph Paul Goebbels
(1933 mar-apr 1945)
Interno
Wilhelm Frick
(1933 gen-ago 1943)
Affari Esteri
Joachim von Ribbentrop
(1938 feb-apr 1945)
Armamenti
Fritz Todt
(1940-feb 1942)
OKW
(Oberkommando der Wehrmacht - Comando supremo delle forze armate germaniche)
Wilhelm Keitel
(1938 feb-mag 1945)
[Capo ma senza alcun potere esecutivo, facente funzione anche di ministro della difesa]
Esercito
col.gen. Walter von Brauchitsch
(1938 4 feb - 19 dic 1941)
Marina
amm. Erich Raeder
(1937 - gen 1943)
Aviazione
Hermann Göring
(1933 gen-apr 1945)
Giustizia
Louis Schlegelberger (provv.)
(1941 feb - ago 1942)
Economia
Wirtschaftsbeauftragter
Walther Funk
(1938 feb - apr 1945)
Finanze
conte J.L. Schwerin von Krosigk
(1933 gen-apr 1945)
Alimentazione
e Agricoltura
Walter Darré
(1933 gen-mag 1942)
Lavoro
Franz Seldte
(1933 gen-apr 1945)
Trasporti
Julius Dorpmüller
(1937-apr 1945)
Dal 14 luglio 1933 ufficialmente tutti i partiti sono aboliti.

1941
Nazismo

Aprile
6
, l'ammiraglio W. Canaris non si sorprende nell'apprendere che una massa schiacciante di mezzi blindati attacca la Jugoslavia e la Grecia; non muove un dito per salvare Belgrado, mentre gli aerei della LuftwaffeOperazione Castigo – sorvolano la città sfiorandone i tetti ben sapendo che la contraerea è completamente assente;
[In tre giorni e tre notti il raid farà 17.000 morti tra la popolazione civile.]

 



1941
Aprile
Governo polacco
in esilio a Londra
Presidente
Wladyslaw Raczkiewicz
(1939 30 set - 6 giu 1947)
Primo ministro
W.E. Sikorsky
(1940 18 lug - 4 lug 1943)
Esponente del nazionalismo polacco rifugiatosi in Francia nel 1925 ed ora trasferitosi a Londra, W.E. Sikorsky stringe rapporti di alleanza con l'URSS che permettono la costituzione di un'armata di ex prigionieri polacchi agli ordini del gen. W. Anders.
-
1941
Aprile
Governatorato di Polonia
(dal 1° settembre 1939)
1941
Aprile

viene completato il ghetto di Lublino;


1941
Aprile
Governo cecoslovacco
in esilio a Londra
Capo del governo
E. Beneš
(1939 - 1945)
Ministro degli Esteri
Jan Masaryk
(1939 - 1945)
1941
Aprile
- dal 15 marzo 1939 le truppe naziste
hanno occupato la Boemia e la Moravia
-

1941
Febbraio

-



1941
Aprile
SLOVACCHIA
Presidente del governo regionale
mons. J. Tiso
(1938 - 1945)
[governo orientato in senso fascista]
Ministro degli Interni
Mach
(1940 - 1945)
Ministro degli Esteri
Tuka
(1940 - 1945)
[il presidente è premuto nella sua opera di governo dall'ala destra (rappresentata dai suoi ministri) la quale forma una sorta di gruppo paramilitare modellato sull'esempio delle SS tedesche: le "Guardie di Hlinka"; il governo ha dichiarato guerra all'Unione Sovietica a fianco dei nazisti]
-
1941
Aprile

mons. J. Tiso, ex-arcivescovo di Bratislava, dà un consistente contributo alle deportazioni degli ebrei.
L'atteggiamento di altri tre vescovi slovacchi (processati per alto tradimento a Bratislava nel gennaio 1951) verso il massacro degli ebrei slovacchi è per lo meno sospetto:
. mons. Vojtassak,
[Approva la deportazione degli ebrei e partecipa al saccheggio dei loro beni (in particolare a Baldovce e a Betlanova), arrotondando il proprio patrimonio, dal quale ricava un reddito annuo dai 3 ai 4 milioni di corone.]
. Bulzaka,
. Godjte.





1941
Aprile

FRIULI-VENEZIA GIULIA,
ISTRIA, Fiume e Zara
VENEZIA GIULIA
Trattato di Rapallo: 12 novembre 1920.
- il confine fra l'Italia e lo stato S.H.S. è stabilito al Monte Nevoso in Carniola, con l'Istria, Zara e un perimetro di circa 7 km intorno a questa città, le isole di Cherso, Lussin, Lagosta e Pelagosa con gli isolati adiacenti attribuiti all'Italia.
1941
Aprile

-


ISTRIA
1941
Aprile

-
Fiume
Con questi accordi (Roma 23 ott 1922, gen 1924, feb 1925 e Nettuno 20 lug 1925) lo stato libero di Fiume scompare per essere assorbito nel Regno d'Italia.
[In seguito si avranno vivaci controversie tra l'Italia e la Jugoslavia perché la sistemazione è tutt'altro che esauriente, ma non ci saranno ulteriori modifiche territoriali.]
1941
Aprile

-
Zara [in Dalmazia]
Con questi accordi (Roma 23 ott 1922, gen 1924, feb 1925 e Nettuno 20 lug 1925) la Jugoslavia viene a comprendere tutta la Dalmazia meno Zara.
1941
Aprile

-

 

1941
Aprile

- dal 1918: unificazione di serbi, croati, sloveni, macedoni, montenegrini; regno privo del litorale dalmata (rimasto all'Italia in seguito al trattato di pace) e della Carinzia (rimasta all'Austria);
- dal 1921 monarchia parlamentare ereditaria;
- dal 1929 è sospesa la costituzione del 1921;
- dall'aprile 1937 il governo italofilo di Stojadinovich ha concluso un trattato di amicizia e di strette e intense relazioni commerciali con l'Italia;
- dal 1938 i partiti democratici serbi hanno stipulato un accordo politico con il Partito contadino croato ed ora il principe Pavel realizza un accordo con i croati, concedendo alla Provincia unita di Croazia un'effettiva autonomia di governo.

Petar II Karagjorgjevic
Albero genealogico

( Belgrado 6 settembre 1923 – Denver, USA 3 novembre 1970)
figlio di Alessandro I e della p.ssa Maria di Romania;
1934 9 ott-29 nov 1945, re di Jugoslavia;
[a 11 anni sotto un Consiglio di reggenza presieduto dal principe Pavel Karagjorgjevic, cugino di Alessandro I.]
1941
Aprile
6
, quando A. Hitler aggredisce la Jugoslavia stroncando nel giro di sei giorni la resistenza dell'esercito monarchico, egli č costretto a fuggire, assieme al governo: il gruppo si ritira a Sarajevo, poi in Montenegro, da dove raggiunge in volo una base inglese in Palestina; quindi Gerusalemme, Il Cairo e infine a Londra dove fonda un governo in esilio con a capo il gen. D. Simovic;

 

Primo ministro
gen. Dušan Simovic
(1941 mar - ?)
-
ministro degli Affari Esteri
-
 
 
segretario del Pcj
(Partito comunista jugoslavo)
Tito (Josip Broz)
SLOVENIA
dal 1918 è entrata a far parte del regno con un proprio governo locale;
   
Commissario civile
Emilio Grazioli

(1941 16 apr-3 mag 1941)
[con sede a Lubiana]
 

1941
Aprile
6
, le truppe dell’Asse invadono la Jugoslavia;
[È una guerra preventiva, decisa da A. Hitler, in modo da assicurarsi il fianco meridionale dell’ "Operazione Barbarossa".

I contrasti presenti in seno alla società jugoslava ne causano un rapido collasso militare, che avviene dopo una settimana di combattimenti. Le fratture su base nazionale si manifestano in tutta la loro forza specie in Slovenia e in Croazia, dove le forze di occupazione dell’Asse sono viste (anche dai comunisti!) come forze di liberazione nazionale.
L’incapacità dei comunisti jugoslavi di giungere a una qualche forma di azione unitaria nei confronti del disastro nazionale è sintomatica della crisi del partito, che, oltre a riflettere le fratture etniche che separano i popoli jugoslavi, è talmente abituato a seguire le direttive di Mosca da essere incapace di produrre alcuna strategia autonoma.
Visto che da Mosca d’altronde non arrivano pronunciamenti, a livello locale accade di tutto:
in Slovenia i comunisti sostengono le forze di occupazione italiane e tedesche.
Persino in Serbia i comunisti sparano sui soldati jugoslavi che resistono ai tedeschi.
[In Stiria, nella zona di Maribor, i comunisti sono i primi e i principali sostenitori dei nazisti.]
Al momento dell’attacco Tito (Josip Broz) si trova a Mosca, dove dimostra un notevole coraggio (il "patto Ribentropp-Molotov" è ancora in vigore) quando nella sede del Comintern non esita ad identificare nella minaccia fascista il principale nemico da combattere per i comunisti jugoslavi.
Nei mesi che seguono all’occupazione e precedono l’invasone
dell’URSS il KPJ non produce un solo documento programmatico e non manda una sola comunicazione ufficiale a Mosca!
Tito (Josip Broz) (usando il nome in codice “Walter”) manda telegrammi al nonno (“Djed” – nome in codice per la direzione del Comintern – e quindi a Stalin), chiedendo direttive, ma lo fa a titolo personale e non a nome del Partito.
Lo stesso Edvard Kardelj a capo del KPS (Partito Comunista Sloveno), che ormai agisce in piena autonomia da quello jugoslavo, ne manda un paio per conto suo.

 

11, cade Lubiana: mentre le truppe alpine italiane occupano l'alta valle della Sava, una colonna celere entra a Lubiana; di qui vengono irradiate varie colonne che, da una parte prendono contatto con i tedeschi a Karlovac, dall'altra proseguono rapidamente lungo il litorale per occupare la Dalmazia, portare soccorso a Zara, premuta dagli jugoslavi, e congiungersi con le truppe di Albania che, battuti gli jugoslavi a Scutari, avanzano nel Montenegro e lungo la costa; tutte queste operazioni si compiono trovando solo deboli resistenze;
il presidio di Zara, agli ordini del gen. E. Giglioli, non solo riesce a resistere agli attacchi avversari ma assume l'offensiva spingendo una colonna fino a Knin dove si congiunge alle unità avanzate della II Armata.


L'invasione nazista porta ora alla divisione del paese:
- la parte settentrionale è annessa al Reich tedesco,
- la parte meridionale è annessa all'Italia che la erige in provincia con capitale Lubiana.

[La Slovenia viene divisa in tre e smembrata tra le potenze vicine:
- Ungheria: ottiene la parte più piccola, lungo il fiume Mura;
- Germania: occupa la Stiria meridionale e la Carniola superiore, cioè tre quarti del territorio, quello economicamente più sviluppato;
- Italia: ottiene la città di Lubiana, la Carniola interna e quella inferiore.
[Joze Pirjevec, Serbi, Croati, Sloveni - Storia di tre nazioni, Universale Paperbacks, Il Mulino, Bologna 1995] ]

25, Lubiana, si tiene un primo incontro tra G. Ciano e Ante Pavelic;
[Pochi giorni dopo Ante Pavelic invierà una lettera a B. Mussolini in cui la corona croata è ufficialmente offerta a un principe di casa Savoia che dovrà essere designato dal re d’Italia.]


27, Lubiana, si costituisce l'OF (Osvobodilna Fronta), il fronte di liberazione sloveno, come unica forza organizzata fra quelle disposte a combattere l'occupante.
al fronte aderiscono appartenenti a tutti i ceti della popolazione, gruppi politici di ispirazione cristiano-sociale e liberale, personalità indipendenti, ma il ruolo egemone viene esercitato dal KPS (Partito comunista sloveno).

Il KPS e la resistenza da esso organizzata rimarranno per
anni di fatto indipendenti dal comando di Tito (Josip Broz).
[Nato come apparato di controllo politico del partito comunista, il
servizio informazioni gradualmente si trasforma anche in vero e proprio organo di Stato e di potere pubblico.
Ora che la Slovenia si trova divisa in tre diverse zone di occupazione, questo non fa altro che radicalizzare una situazione preesistente.
Con l’occupazione la situazione peggiora: nel territorio sotto occupazione tedesca, viene subito istituita una fitta rete di centri di polizia politica (SD - Sicherheitsdienst).
A detta degli stessi sloveni, i servizi di informazione italiani non sono “neppure lontanamente paragonabili” a quelli tedeschi per organizzazione e capacità operative.

CROAZIA - [banato autonomo di Croazia]
postasi sin dal 1929 al servizio del fascismo tedesco e italiano, l'organizzazione nazionalista croata (gli ustaša guidati da Ante Pavelic) nel 1939 è riuscita ad ottenere un banato autonomo.

1941
Aprile
armamento degli ustaša: nel giro di dieci giorni (dal 28 marzo precedente) sono mobilitati duecentocinquanta croati provenienti
da Lipari e dagli altri luoghi di confino;
anche Berlino intensifica le relazioni con i separatisti, vedendo nell’ex colonnello dell’esercito austro-ungarico, il mar.llo Slavko Kvaternik, padre di Eugen Dido-Kvaternik, capo della polizia, e di noti sentimenti filo-tedeschi, la personalità tra questi più affidabile: il mar.llo Slavko Kvaternik assicura i tedeschi di poter contare non solo sul sostegno degli ustaša ma anche su quello di molti esponenti del Partito contadino di Macek;

6, quando le truppe dell'Asse piegano la resistenza iugoslava e occupano il paese, gli ustaša ottengono la costituzione di uno Stato croato indipendente, in realtŕ vassallo dei nazifascisti, sotto Aimone di Savoia-Aosta il quale prende il nome di Tomislav, lasciando però il potere effettivo nelle mani di A. Pavelic;
il popolo croato tuttavia non accetta l'occupazione e si schiera in maggioranza con i partigiani organizzati dal Partito comunista jugoslavo;

i croati, istigati al sabotaggio dai proclami di Ante Pavelic, non palesano alcuna volontà di resistere all’invasione;
non si presentano alle armi e in alcuni casi insorgono disarmando le truppe jugoslave;

10, anche grazie alle diserzioni dei croati, le truppe tedesche entrano a Zagabria senza colpo ferire, accolte da applausi e festeggiamenti, e ai microfoni di «Radio Zagabria» il mar.llo Slavko Kvaternik proclama lo NDH (Nezavisna Država Hrvatska - Stato Indipendente Croato);
alla disfatta militare segue quindi la spartizione dei rimanenti territori jugoslavi: Italia, Germania, Ungheria e Bulgaria procedono allo smembramento della Jugoslavia e alla demarcazione delle rispettive zone d’occupazione;

Intanto da Mosca giungono segnali contrastanti, che sembrano
avallare la spartizione della Jugoslavia: Tito (Josip Broz) ha difficoltà anche in Croazia dove il leader Ivan Srebrenjak Antonov e il suo vice Andrija Hebrang mantengono una “linea diretta” con il Comintern, volta (sembra) a fondare un Partito comunista dello NDH (Nezavisna Država Hrvatska - Stato Indipendente di Croazia), completamente svincolato da quello jugoslavo.

 

Slavonia [regione situata tra la Drava e la Sava]
1941-44: il carcere di Stara Gradiska (sta in una fortezza eretta nel 1750 come avamposto contro le truppe musulmane) viene usato come lager dai tedeschi e dagli ustaša croati. Questi ultimi, soprattutto, vi massacrano centinaia di partigiani serbi e croati, e anche tanti ebrei.
1941
Aprile

-

SERBIA

 
-
gen. Milan Nedic
(?-?)

1941
Aprile
4
, Belgrado, Macek accetta la vicepresidenza del governo nel tentativo di garantire l’autonomia croata all’interno dello Stato jugoslavo e rifiuta il ruolo offertogli dai tedeschi di “premier-fantoccio”, dichiarandosi al più disponibile a sostenere l’indipendenza croata senza avervi parte attiva.
Le assicurazioni di Belgrado alle potenze dell’Asse si rivelano vane.
5, il governo jugoslavo stringe un patto di amicizia e non aggressione con l’Unione Sovietica, nella speranza che un avvicinamento a Mosca possa scongiurare l’imminente attacco, ma A. Hitler è ormai convinto che la questione jugoslava non ammetta altra soluzione che quella militare;

6, "Operazione Marita": la Jugoslavia viene attaccata concentricamente da tutte le parti: da tedeschi, italiani, bulgari e ungheresi, sostenuti da bombardamenti aerei;
distruggendo a terra gran parte dell’aviazione jugoslava, i tedeschi s’impossessano del controllo dei cieli, operando indisturbati: sono attaccati gli aeroporti di Sarajevo, Podgorica e
Mostar, quest’ultimo con il concorso delle incursioni italiane sul porto di Spalato (Split) e l’arsenale di Cattaro (Kotor);
Belgrado è distrutta nei primi due giorni di guerra con massicci bombardamenti che paralizzano i centri dell’amministrazione
civile e militare jugoslava.

Contemporaneamente:
- la II Armata italiana, comandata dal gen. V. Ambrosio, muove verso Lubiana partendo dalla Venezia Giulia, e le forze del regio esercito schierate in Albania risalgono verso Ragusa e la costa dalmata;
- gli ungheresi si dirigono verso Osijek e Novi Sad;
- i bulgari puntano da est verso la Macedonia;
l'attacco concentrico porta al collasso immediato dell'esercito e dello stato jugoslavo.

Le truppe del Reich entrano nel paese in tre gruppi:
- il gruppo principale, agli ordini del mar.llo List, deve separare la Jugoslavia dalla Grecia e battere poi quest'ultima in connessione con le truppe italiane in Albania;
l'armata greca della Macedonia orientale o di Salonicco al comando del gen. Bacoculos si arrende il 9 aprile;
ma il grosso del gruppo del mar.llo List avanza invece su Uskub entrando nella valle del Vardar e dando la mano alle truppe italiane del gen. Ugo Cavallero discese a loro volta dalle montagne del Lago di Ochrida;
ottenuto così il congiungimento delle forze italo-tedesche e la separazione di quelle anglo-greche dall'esercito jugoslavo, il gruppo del mar.llo List invia una parte delle proprie truppe in Grecia mentre l'altra parte, volgendo a nord, concorre alle operazioni del gruppo centrale.
- il gruppo centrale, agli ordini del gen. E. von Kleist piomba dalla frontiera bulgara su Nisc e per la valle della Morava - e cioè avanzando da sud a nord - procede sulla capitale, Belgrado, che viene occupata la sera del 13 aprile.
- il gruppo settentrionale, agli ordini del gen. Weichs, dalle frontiere della Stiria e dell'Ungheria, converge su Marburgo e su Zagabria, dove dà la mano alle unità della II Armata italiana e quindi scende la Sava convergendo su Belgrado; il giorno 10 aprile anche le truppe ungheresi entrano in azione occupando i territori etnicametne magiari fra Drava e Tibisco, mentre truppe bulgare entrano nella Tracia occidentale e in Macedonia.
Al confine giulio viene rapidamente raccolta la II Armata italiana, agli ordini del gen. V. Ambrosio; essa comprende 8 div.ni (tre di fanteria, due celeri, due autotrasportabili e una corazzata), oltre a un centinaio di batterie di medio e grosso calbro non indivisionate.

 

9, formazioni di velivoli italiani attaccano la base navale di Sebenico (Šibenik), colpendone gli impianti ferroviari e i fabbricati;
10, truppe jugoslave sono bombardate presso Bencovazzo (Benkovac); le armate tedesche dilagano da nord mentre le truppe ungheresi occupano parte della Vojvodina e della Slovenia; la Romania e la Bulgaria, da cui viene sferrato
parte dell’attacco tedesco, non partecipano all’offensiva, anche se le truppe bulgare, successivamente, concorreranno all’occupazione dei territori macedoni e di parte della Serbia;
lo stesso giorno cade Zagabria;
11, è dato il via all’offensiva delle unità italiane, che avanzano in Slovenia e lungo la costa dalmata senza incontrare particolare
resistenza.
Le truppe italiane operano sul fronte giuliano, zaratino e dal confine albanese-jugoslavo. La frontiera giuliana è affidata alla 2ª Armata, comandata dal gen. V. Ambrosio, con cinque Corpi d’Armata:
- V C. d'A., (zona nord-ovest della Croazia),
- VI C. d'A., (Dalmazia),
- XI C. d'A., (Slovenia occidentale),
- autotrasportabile e celere (sud-ovest della Croazia);
mentre un’altra colonna si muove da Zara.
L’obiettivo è puntare l’allineamento Spalato-Jaice, in concomitanza con l’azione tedesca nella valle della Sava, finalizzata alla presa di Belgrado.
L’offensiva, preceduta da alcune azioni minori in territorio sloveno, ha inizio con la repentina occupazione di Lubiana
da parte dell’XI C. d'A., prevenendo l’occupazione della città da parte tedesca;
lo stesso giorno cade Lubiana;
12, mentre il V C. d'A. da Fiume muove verso Karlovac occupando Sušak, sono avviate anche le operazioni sul fronte di Zara, con puntate verso l’interno – Bencovazzo e di lì fino a Knin (Tenìn nei documenti italiani) – e l’occupazione di alcune isole dinanzi la città costiera;
lo stesso giorno cade Belgrado;
14, la divisione "Torino", partita da Fiume il 12 con l’obiettivo di congiungersi alla colonna proveniente da Zara, prima conquista Gracac, poi l’importante nodo ferroviario di Knin e infine punta su Sebenico;
15, definitivo tracollo jugoslavo: Sebenico cade in mani italiane insieme a Spalato;
il comandante della divisione jugoslava Zeta chiede la sospensione delle ostilità;
16, alla sera, unità italiane raggiungono Mostar;
lo stesso giorno il govenro jugoslavo chiede l'armistizio;
17, unità italiane raggiungono Ragusa (Dubrovnik), mentre viene completata la conquista della Slovenia sud-occidentale e le truppe tedesche, già da qualche giorno, stazionano in ciò che rimane di Belgrado;
l’offensiva a questo punto è terminata; i rappresentanti del governo di Belgrado, che hanno perso rapidamente il controllo di un Paese che va disintegrandosi, intraprendono, insieme al giovane re Petar II Karagjorgjevic, una ritirata che dalla Šumadija si concluderà a Londra;
lo stesso giorno, undici giorni dopo l’aggressione, cessa ogni forma organizzata di resistenza jugoslava; prive di difesa, le principali città cadono una dopo l'altra;
ore 21:00, Belgrado, i plenipotenziari del Comando Supremo Aleksandar Cincar-Markovic e il gen. Radovoje Jankovic firmano la capitolazione delle forze armate jugoslave e sottoscrivono l’atto di resa incondizionata;
la sera stessa, a Belgrado, l'armistizio viene firmato per l’Italia dall’addetto militare italiano, il col. Bonfatti. Proprio dopo il
crollo jugoslavo, Scammacca predispone un definitivo appunto
sulle aspirazioni albanesi, appunto che rappresenta lo sforzo maggiore compiuto dal sottosegretariato di immaginare “un confine soddisfacente della più Grande Albania” e che, insieme a due interessanti allegati, finisce direttamente nelle mani di Luca Pietromarchi.
Quest’ultimo, capo del Gabinetto Armistizio-Pace e uomo di
fiducia di G. Ciano, si sta freneticamente interessando, proprio in
quest giorni, di formulare un piano di riassetto generale dello spazio jugoslavo confacente agli interessi italiani.
18, ore 12:00, entra in vigore l’atto di resa incondizionata;
[La grave sconfitta jugoslava segna, altresì, l’inizio di una guerra altrettanto dura: quella delle forze insurrezionali agli occupanti. La resa dell’esercito regolare alle potenze dell’Asse, infatti, non è completa e alcune sue sparute frange, i serbi monarchico-nazionalisti del col. D. Mihajlovic detti cetnici – da ceta, banda, schiera, un’unità di guerriglieri, della quale il cetnik è appunto un membro – rifugiatisi nelle zone montuose del Paese, avvieranno la resistenza agli invasori.
Bisogna tuttavia distinguere fra:
- cetnik "legali", comandati da Konstantin [Kosta] Milovanovic Pecanac ed allineatisi con il Governo di Salvezza Nazionale allestito dal gen. Milan Nedic a Belgrado sotto il controllo tedesco;
- cetnik propriamente detti, ("Movimento di Ravna Gora") sorti spontaneamente fra le comunità serbe separate dalla madrepatria (Bosnia, Krajine, Montenegro, Kosovo) attorno a capi locali che poi si riconoscono nella guida centrale del col. D. Mihajlovic, scampato all'annientamento dell'esercito jugoslavo;
le due fazioni sono però accomunate dal forte nazionalismo, dall'anticomunismo (che le porterà a collaborare con gli
invasori nell'ambito di una sanguinosa guerra civile), dalla fedeltà
all'idea monarchica ed al sogno della rinascita di una Grande Serbia.]
[a.f.: durante la seconda guerra mondale, in Serbia si formano tre distinti gruppi di cetnici:
- quelli facenti capo a D. Mihajlovic, fedeli al governo monarchico jugoslavo in esilio;
- i cetnici guidati da Kosta Pecanac, già presidente dell’associazione dei cetnici tra le due guerre mondiali, i quali si mettono a disposizione del "governo Nedic" e collaborano con le autorità tedesche d’occupazione;
- i "cetnici legalizzati", che fuoriescono dal gruppo di D. Mihajlovic per entrare a far parte delle forze ausiliare del "governo Nedic".]

Il partito comunista di Tito (Josip Broz) č giŕ pronto per organizzare la resistenza popolare.

[Causa principale del collasso jugoslavo è stata la mancanza di una vera solidità statale sulla quale sono prevalse le rivalità nazionali intestine: i croati in particolare, istigati al sabotaggio dai proclami di Ante Pavelic, non hanno palesato alcuna volontà di
resistere all’invasione. Non si sono presentati alle armi e in alcuni casi sono insorti disarmando le truppe jugoslave.]

21-22, nel corso dei colloqui tenutisi a Vienna tra G. Ciano e il suo omologo tedesco, J. von Ribbentrop, viene stabilito il nuovo assetto del settore balcanico;

23, l’ordine di A. Hitler fissa la linea di demarcazione tra le aree di occupazione italiana e tedesca: da nord-ovest questa scende in direzione sud-est, passando per Samobor, Bosanki Novi, Banja Luka, Sarajevo fino al confine col Montenegro;

B. Mussolini nomina quale alto commissario civile della Dalmazia il federale di Zara Athos Bartolucci che termina il suo compito con l'istituzione del "governatorato di Dalmazia" affidato a Giuseppe Bastianini.


Il col. D. Mihajlovic, a capo del movimento serbo-nazionalista dei cetnik, rifiutandosi di accettare la resa all’invasore avvia fin da ora la resistenza all’occupante rifugiandosi sul Ravna Gora, altopiano della Serbia.
[Devoto alla monarchia, D. Mihajlovic dà al movimento
nazionalista serbo un preciso indirizzo politico-militare: fedeltà al re e al governo jugoslavo in esilio a Londra, liberazione del Paese dall’invasore, ricostituzione su nuove basi della Jugoslavia monarchica nell’orbita delle potenze democratiche occidentali.
[In un proclama del 1942 ai comandi dei reparti cetnici – trovato presso un comandante serbo caduto – D. Mihajlovic annovererà tra gli scopi da perseguire la creazione di una “Grande Serbia” sgombera degli elementi “a-nazionali” musulmani e croati; la punizione di ustaša e musulmani colpevoli della distruzione del popolo serbo; la lotta agli occupanti.
Il governo regio in esilio (riconosciuto come potere ufficiale dagli Alleati fino al marzo del 1945), nominerà il col. D. Mihajlovic, promosso generale, ministro della Guerra e comandante dell’Esercito jugoslavo in Patria, riconoscendolo formalmente leader delle varie bande ribelli sorte nei territori abitati da serbi e montenegrini. Re Petar rivolgerà un appello via radio alla popolazione incoraggiando a una resistenza compatta ai suoi ordini.]
Anche nello Stato Indipendente Croato le bande serbe finiranno con il confluire nel movimento di D. Mihajlovic, rendendosi a loro volta responsabili di efferati crimini contro la popolazione croata e musulmana: alla loro guida s’imporranno ufficiali serbi sopravvissuti allo sbando dell’esercito jugoslavo sconfitto dalle forze dell’Asse così come leader civili, politici e pope ortodossi, che grazie alla loro influenza sulla popolazione opereranno quasi in completa autonomia.
[A differenza di Tito, infatti, D. Mihajlovic non avrà mai l’effettivo controllo su una realtà complessa e indisciplinata. D. Mihajlovic rappresenterà principalmente un riferimento politico-ideologico,
senza essere in grado di costituirsi un ampio seguito personale e una compatta struttura militare. Comanderà le forze serbe grazie a giuramenti di lealtàfacilmente eludibili e trattative con le diverse bande attive nei territori jugoslavi.
L’iniziale obiettivo dei cetnik sarà l’organizzare uno stato di insurrezione generale in sostegno di un eventuale sbarco anglo-americano nei Balcani e in effetti fin dall’ottobre 1942 sarà segnalata la presenza di due ufficiali inglesi presso il quartier
generale di D. Mihajlovic.
Le azioni dei nazionalisti serbi contro le truppe dell’Asse, tuttavia, si limiteranno a piccoli atti di sabotaggio, nell’attesa di un intervento alleato che avverrà tardivamente e con modalità decisamente diverse da quelle da essi immaginate.]
Dopo l’attacco nazista all’Unione Sovietica alla resistenza di D. Mihajlovic si affianca rapidamente quella animata dai comunisti di Tito. Le adesioni che il movimento partigiano incontra soprattutto in Serbia e in Montenegro sono dovute più alla volontà di riscatto dell’orgoglio nazionale ferito e ad un romantico “panslavismo” che alla propaganda comunista strictu sensu.

La spartizione della Jugoslavia consiste essenzialmente nello smembramento politico e territoriale della nazione serba;
la Serbia occupata – vale a dire la Serbia nei vecchi confini del 1912 - viene affidata all’amministrazione del locale Comando militare tedesco, mentre le popolazioni serbe dei restanti territori ex jugoslavi si ritrovano divise all’interno di sei differenti regimi politici e amministrativi, dove diventano minoranze nazionali esposte al rischio di subire la pulizia etnica attuata dalle nuove
maggioranze nazionali, come nel caso dei serbi della Croazia, della Bosnia e del Kosovo.
Sono stati i dirigenti tedeschi – A. Hitler su tutti - a volere la riduzione della Serbia ai “minimi termini”, per impedire che torni ad essere “un centro attivo e temibile di congiure e intrighi”.
A Berlino si ritiene che le promesse fatte dalle potenza dell’Asse abbiano rappresentato per la Jugoslavia una “opportunità unica dal punto di vista storico”, a cui la cricca di cospiratoti serbi aveva dato una risposta “tanto stupida, quanto criminale”; è la stessa cricca politica e militare, imbevuta di nazionalismo e avversa agli interessi del germanesimo, che nel 1903 non aveva esitato a ricorrere al regicidio per abbattere la dinastia serba degli Obrenovic, accusata di essersi troppo legata alla politica austriaca, e che nel 1914 aveva organizzato l’attentato di Sarajevo ai danni di Francesco Ferdinando d’Asburgo, causando la scoppio della prima guerra mondiale: con il colpo di stato del 27 marzo, la Serbia ha svelato ancora una volta il proprio volto antitedesco, schierandosi definitivamente con i nemici della Germania.

Nella Serbia occupata, le autorità militari tedesche attuano un regime amministrativo estremamente rigido, nel tentativo di ottenere il totale controllo delle infrastrutture e delle numerose risorse del paese, di fondamentale importanza per gli interessi
economici e strategici del Terzo Reich.
Le vie di trasporto che attraversano la regione – come il Danubio e le reti ferroviarie serbe – permettono di collegare l’Europa centrale con la Bulgaria e con la Grecia, fino ad arrivare via mare in Nord Africa, dove le truppe tedesche sono impegnate al fianco di quelle italiane contro l’esercito britannico; il sottosuolo, poi, è particolarmente ricco di metalli non ferrosi (cromo, rame, bauxite) indispensabili per l’industria bellica tedesca.
La politica d’occupazione tedesca in Serbia è improntata al principio del massimo vantaggio da ottenere con il minimo sforzo. Tuttavia, il compito della Wehrmacht si rivela ben presto più difficile del previsto.
Per potersi impadronire delle derrate alimentari e delle ricchezze minerarie locali, i responsabili politici e militari tedeschi sanno perfettamente che sarebbe necessario assicurarsi il pieno controllo del paese, imponendo la legge marziale, facendo rispettare l’ordine pubblico e regolando un’ampia gamma di problemi e questioni di natura amministrativa, economica e sociale.
Allo stesso tempo, però, il governo di Berlino intende amministrare la Serbia nel modo meno oneroso possibile, perché, avendo pianificato di invadere l’Unione Sovietica nel giugno del 1941, la maggior parte delle forze armate devono essere impiegate sul fronte russo.
I dirigenti tedeschi, quindi, ritengono necessaria la collaborazione di qualche organo locale incaricato di agire sotto la direzione e il
controllo di Berlino, per coadiuvare le autorità militari nel compito di pacificare la Serbia all’interno del nuovo ordine tedesco, senza dover distogliere altre truppe destinate a combattere in Russia.
Questo è il motivo per cui il Comando tedesco decide di dar vita alla cosiddetta “amministrazione dei commissari”, un organo prettamente tecnico.

MONTENEGRO
1941
Aprile

-
MACEDONIA
dopo la seconda guerra balcanica (1913) il paese era stato diviso tra Serbia e Grecia, a danno della Bulgaria cui era stata riservata una parte minima del territorio;
- 1941, gennaio, la parte jugoslava viene divisa tra Albania, Bulgaria e Serbia;

1941
Aprile
i tedeschi muovono dalla Bulgaria non solo su Skopljie (Macedonia jugoslava) ma anche su Salonicco (Macedonia greca);
9, viene occupata Salonicco;

La "regione dei laghi" è un’antica aspirazione nazionale albanese,
mentre i bulgaro-macedoni ritengono, ovviamente, che l’intera
regione dovrebbe seguire le sorti della Macedonia, sia che
questa, secondo il desiderio di molti sia stata eretta a stato indipendente, sia che sia stata annessa alla Bulgaria.
Ohrid in particolare ha un significato importantissimo religioso e culturale per i bulgari: era stata sede dell’antico vescovato ed era la patria e il luogo dove ora riposano le reliquie di San Clemente, cui è intitolata l’unica università di Sofia.
Ohrid è – scrive Magistrati– la città santa, “La Mecca”, della religiosità bulgara.
Dal punto di vista degli interessi albanesi la situazione a Ohrid
appare presto compromessa.
Fin dall’inizio dell’arrivo delle truppe italiane, i bulgaro-macedoni della cittadina hanno sostituito il podestà albanese, assente al momento dell’occupazione con un podestà bulgaro-macedone e tale iniziativa è stata legittimata dalle stesse autorità militari italiane.
Il comandante del reparto occupante ha stabilito rapporti ufficiali con la nuova amministrazione, recandosi come primo atto a visitarla e mostrando di favorire l’elemento bulgaro rispetto a quello albanese.
La lotta interetnica si manifesta, poi, platealmente con l’esposizione di bandiere bulgare da parte della popolazione bulgaro-macedone, la quale, con il sostegno delle autorità di Sofia, è riuscita a bruciare sul tempo anche le iniziative di Tirana. Jacomoni, infatti, ha disposto l’invio di molte bandiere italiane e di un certo numero di funzionari albanesi, con il fine di abituare lentamente almeno una parte dei bulgaro-macedoni alla prospettiva di una convivenza con gli albanesi nella comunità imperiale di Roma.
È un’idea che comincia a guadagnare terreno e che, secondo il luogotenente, potrebbe sanare i contrasti e addirittura superarli. Nel tentativo di rimediare a questa situazione, d’accordo con i militari, nomina un commissario straordinario italiano al comune di Ohrid, mentre le autorità militari decidono di trasferire da Struga a Ohrid la sede del comando del raggruppamento camicie nere del gen. Biscaccianti, che occupa la "zona dei laghi".

Il quadro generale della Macedonia occidentale si presenta,
tuttavia, ben presto molto complicato.
La propaganda bulgara dilaga con una serie di iniziative tese al risveglio dell’irredentismo bulgaro-macedone e all’unione con la Bulgaria.

19, con il pretesto di rendere omaggio al gen. Biscaccianti, giungono a Struga due ufficiali bulgari, il col. Tremikov e il ten. Bankov, provenienti da Bitolj.
Durante la loro visita un gruppo di circa duecento bulgaro-macedoni si raduna davanti alla sede del comando italiano
sventolando, come atto di omaggio, bandiere italiane, tedesche e bulgare, ma i manifestanti sono invitati a disperdersi per evitare
controdimostrazioni da parte degli albanesi.
I due ufficiali bulgari, poi, attraversano la cittadina tra gli applausi della popolazione e ripartono poco dopo per Ohrid.
Qui si replica la scena. Una folla festante li accoglie e li segue fino al palazzo comunale, dove uno dei due ufficiali, il col. Tremikov, arringa la folla dal balcone, promettendo l’arrivo delle truppe bulgare e l’annessione alla Bulgaria.
I carabinieri lasciano fare, ma poi sono costretti, per timore di violenze, a impedire una controdimostrazione che gli albanesi hanno organizzato a Struga.
20, altri due ufficiali bulgari arrivano in macchina a Ohrid, con un
codazzo di civili e, senza presentarsi ai comandi italiani, distribuiscono volantini di propaganda;
23, manifesti di propaganda, in cui si inneggia alla Germania liberatrice, a A. Hitler, alla Bulgaria e a re Boris, sono diffusi nei principali centri irredenti, quali Kicevo, Gostivar e Tetovo;
24, membri del "Comitato d’azione centrale bulgaro per la Macedonia" provenienti da Skopje sono fermati dai servizi d’ordine italiani e sono loro sequestrate un migliaio di copie del giornale bulgaro «Macedonia», campione d’irredentismo.

La radio ufficiale di Sofia è molto attiva con quotidiani programmi
per pubblicizzare le sue rivendicazioni su Struga, Ohrid, Debar, e su altre località della Macedonia e del Kosovo, che sono
abitate pure da albanesi.
Da parte sua, anche la popolazione bulgaro-macedone si mobilita o è invitata a mobilitarsi nell’opera di sensibilizzazione in favore del programma nazionale bulgaro.

A partire dall’aprile 1941, a causa dei dissidi sulla spartizione
della Macedonia, i rapporti tra Roma e Sofia attraversano un
periodo di forte tensione. Il governo bulgaro, in apparenza, non
biasima mai quella stretta cooperazione con l’alleato italiano che a Roma si auspica, ma in Bulgaria non si può celare il fatto che
l’Italia rappresenti e sostenga la Grande Albania e le sue
aspirazioni su territori rivendicati dall’irredentismo bulgaro. Inevitabili sembrano, dunque, almeno nella fase iniziale, gli attriti con Sofia per via della sistemazione confinaria e le antiche frizioni tra i diversi gruppi etnici in Macedonia.
Gli albanesi ricorrono e ricorreranno alla protezione di Roma, mentre i bulgaro-macedoni a quella di Sofia. Circola ancora una grossa quantità di armi dell’ex esercito jugoslavo e la facilità con cui, per tradizione, quelle popolazioni mettono mano alle armi non rende facile il ritorno alla normalità.

Intanto da Mosca giungono segnali contrastanti, che sembrano
avallare la spartizione della Jugoslavia: in Macedonia il capo comunista locale Metodij Šatorov [Šarlo], assieme al Comitato regionale macedone, passa al Partito comunista bulgaro, sembra con l’avallo del Comintern.

 



1941
Aprile
REGNO di CROAZIA
[NDH
(Nezavisna Drzava Hrvatska - Stato Indipendente di Croazia)]
Tomislav II
Albero genealogico

Aimone di Savoia-Aosta [Boby] (Torino 9.3.1900 -Buenos Aires 29.1.1948)
secondogenito di Emanuele Filiberto di Savoia (2° duca d'Aosta) e di Helene d’Orléans;
1904-48, duca di Spoleto;
- 1939, sposa Irene p.ssa di Grecia e Danimarca;
1941-43, re di Croazia;
[1940, designato da re Vittorio Emanuele III luogotenente della corona nel nuovo regno croato, preferisce rimanere in Italia;
lascia poi l’Italia all’avvento della repubblica]
1941
Aprile

4° duca d’Aosta (1942-48)

 

Poglavnik (duce)
Ante Pavelic
(1941 10 apr-8 mag 1945)
ambasciatore
tedesco
 
Siegfried Kasche
(1941 15 apr - mag 1945)
ambasciatore
[capo dell’Ufficio Croazia al Ministero degli Esteri]
 
Luca Pietromarchi
(?-?)
-

1941
Aprile
10
, anche grazie alle diserzioni dei croati, le truppe tedesche entrano a Zagabria senza colpo ferire, accolte da applausi e festeggiamenti, e ai microfoni di «Radio Zagabria» il mar.llo Slavko Kvaternik proclama lo NDH (Nezavisna Država Hrvatska - Stato Indipendente Croato);
alla disfatta militare segue quindi la spartizione dei rimanenti territori jugoslavi: Italia, Germania, Ungheria e Bulgaria procedono allo smembramento della Jugoslavia e alla demarcazione delle rispettive zone d’occupazione;
[Quella italiana dovrà necessariamente comprendere la costa dalmata, il Montenegro, il Kosovo e, a nord, la conca di Lubiana. Il pericolo dell’allargamento dell’orbita tedesca all’Europa
sud-orientale è una delle principali preoccupazioni di B. Mussolini. J. von Ribbentrop invita G. Ciano a discutere la spartizione dei territori jugoslavi tenendo conto dei “comuni interessi”: il ministro degli Esteri tedesco ha già annunciato la decisione di annettere
al Reich tutto il territorio sloveno a nord di Lubiana e di lasciare all’Italia la Slovenia meridionale.
Su almeno due questioni particolarmente care agli italiani i tedeschi continuano tuttavia ad esprimere riserve e non si impegnano a sostenere apertamente le aspirazioni dell’alleato: la costa dalmata (pur lasciandovi mano libera) e l’unione personale fra Italia e Stato Indipendente Croato.

Zagabria, si costituisce un comitato, diretto dallo spalatino Edo Bulat, ufficialmente per accogliere i profughi croati provenienti dal
litorale, in realtà per sostenere i croati rimasti nei territori annessi all'Italia".
[I comandi italiani si rendono ben presto conto che funzionari, esercito ed ustaša covano odio verso l'Italia in seguito alla mutilazione della Dalmazia e temono eguale sorte per Bosnia ed Erzegovina.]

12, A. Hitler espone il suo piano che prevede uno Stato "ariano" in Croazia guidato da A. Pavelic (che lo stesso giorno parte da Roma);
Da questo momento fino a tutto il 1945, gli ustaša porteranno avanti una vera e propria politica del terrore caratterizzata dall'omicidio sistematico di serbi ortodossi, zingari, ebrei e comunisti; l'idea di A. Pavelic è creare una Croazia cattolica pura ricorrendo alla conversione imposta, alle deportazioni e allo sterminio;
gli stessi membri delle unità tedesche invieranno dei rapporti ai loro superiori a Berlinio denunciando gli eccessi degli ustaša, tanto sono orribili le torture e gli omicidi di massa messi in atto;

15, A. Pavelic, secondo i piani convenuti, costituisce un governo croato;
[Lontano da anni dalla Croazia, nonostante l’accresciuta notorietà degli ultimi anni il Poglavnik rimane in patria un leader poco conosciuto, estraneo a gran parte della società rurale. Il consenso raccolto sul momento è soprattutto dovuto alla proclamata
indipendenza.]
Lo stesso giorno Siegfried Kasche viene nominato ambasciatore del Reich (arriverà a Zagabria il giorno 20).

16, B. Mussolini nomina commissario civile nei territori sloveni il segretario federale di Trieste Emilio Grazioli e per le terre dalmate Athos Bartolucci, segretario federale di Zara;
[I commissari civili, con sede a Lubiana e Spalato, pur trattando direttamente con i vari ministeri per gli affari di propria competenza, vengono sottoposti alle dipendenze dei comandanti dei corpi d’armata di Lubiana (XI CdA) e Sebenico (VI CdA), in materia di ordine pubblico e sicurezza e di attività e compiti delle
truppe d’occupazione. I commissari sono incaricati di provvedere al funzionamento dei servizi civili e esercitare le funzioni di pertinenza delle autorità politiche regionali jugoslave, in attesa della loro abolizione, vigilando sulle pubbliche amministrazioni
locali affinché si attengano alle direttive delle autorità militari.]

17, B. Mussolini suggerisce a Luca Pietromarchi (capo dell'Ufficio Armistizio-Pace e responsabile dei rapporti con la Croazia a Palazzo Chigi, sede del Ministero degli Affari Esteri) un governo autonomo per la Dalmazia (Reggenza della Dalmazia o Regno Illirico, comunque associato all'Italia), dando all'NDH uno sbocco
al mare a Sussak e mettendo Ragusa a disposizione dei serbi.
[Dalla stessa data, giorno dell'armistizio, i comandi del VI C. d'A.
detengono i poteri in Dalmazia, benché affiancati dal Commissario Civile Athos Bartolucci, già Segretario Federale e poi Prefetto di Zara, promosso a tale nuova mansione dal Comando Supremo: questi non si preoccupa solamente di garantire il regolare funzionamento dei servizi, bensì prepara il terreno per l'annessione oramai nell'aria awalendosi del supporto dei Commissari Distrettuali Ildebrando Tacconi a Spalato e
Giuseppe Franchi a Zara.
In effetti, contrariamente alle consuetudini del diritto internazionale, la Dalmazia, al pari della Provincia Autonoma di
Lubiana, viene annessa all'Italia prima che la guerra finisca.]

18, J. von Ribbentrop e G. Ciano s’incontrano a Vienna con tutti gli alleati;
21-22, J. von Ribbentrop e G. Ciano s’incontrano in un colloquio riservato a Vienna; il ministro tedesco conferma l’apparente disinteresse tedesco per le questioni italo-croate, lasciando ai diretti interessati il compito di trovare una soluzione per la definizione del confine e delle questioni ad esso connesse;

l’Italia annette infine la Slovenia meridionale compresa Lubiana, la Dalmazia (destinata a diventare un governatorato italiano) con Cattaro, stabilisce un protettorato – nella forma di governatorato militare – sul Montenegro e amplia l’Albania con il Kosovo, la Ciamuria e alcuni regioni della Macedonia;
[La popolazione dalmata matura fin da subito un forte sentimento irredentista – istigato dagli ustaša ma in realtà comune a tutti i croati – decisamente ostile a qualsiasi concessione all’Italia. La propaganda ustaša adotta fin dai primi giorni un indirizzo particolarmente aggressivo, tendendo a proclamare la Dalmazia parte integrante della nuova compagine statale croata: al gen. V. Ambrosio sono quindi date disposizioni affinché gli ambienti nazionalisti croati più intransigenti siano tenuti strettamente sotto controllo.
23, proprio il gen. V. Ambrosio, comandante della 2ª Armata, delinea così la delicata situazione dei territori d’occupazione italiana: l’azione croata – afferma il generale italiano – prosegue con un carattere spiccatamente “nocivo e grave d’incognite”, soprattutto per il grado di spregiudicata sicurezza con la quale viene affermata, sia da persone che ricoprono incarichi di responsabilità e dovrebbero pertanto agire con un certo riserbo, sia da elementi che palesemente “obbediscono al proprio istinto piuttosto che a una direttiva superiore”.
L’italianità della Dalmazia – continua il gen. V. Ambrosio – è un ricordo che sopravvive nei monumenti e nella tradizione di pochi pastori della Morlacchia, mentre nei centri urbani è decisamente
motivo di reazione a sfondo nazionalista slavo.
L’occupazione italiana, accolta con assai tiepida simpatia nei centri rurali, è “ostentatamente” subita in quelli urbani, dove viene considerata quasi un “male necessario e soprattutto transitorio”. Il malessere croato si manifesta in diverse forme, dall’espressione dell’individuo isolato e di gruppi di persone, alla negata oppure “ostruzionistica” collaborazione delle autorità costituite verso il potere militare italiano. Alla base dello stato d’animo croato non vi sarebbe un sentimento di soggezione nei confronti degli occupanti, bensì una sensazione di assoluta parità con l’alleato italiano e tedesco, determinatasi nella coscienza croato-dalmata con la proclamazione della piena indipendenza
della Croazia promossa da A. Hitler e B. Mussolini.
La sensazione diffusa – conclude il gen. V. Ambrosio – è che le autorità di Zagabria, nonostante la presenza italiana e l’attesa per la preannunciata determinazione dei confini, più che
all’organizzazione dei poteri civili, procedano pienamente sovrane e con deliberato proposito alla creazione di “stati di fatto irrevocabili e di mezzi per potenziarli”.
Il successo militare italiano è sostanzialmente considerato dai croati un fortunato riflesso della potenza e del valore tedesco. Comune e profonda nella popolazione la convinzione che la Dalmazia e il retroterra fiumano appartengano alla Croazia:
alla diffusione di tale opinione concorrono le stesse autorità di Zagabria, con la nomina da parte di A. Pavelic di suoi fiduciari a capo dei principali centri dalmati e fiumani, l’imposizione del giuramento di fedeltà ai funzionari statali e parastatali in loco, l’agitazione propagandistica di alcuni luogotenenti del Poglavnik che non si danno pace e cercano ad ogni occasione di infervorare la coscienza croata a scapito evidente delle iniziative italiane. Questione anche più rilevante l’abusiva detenzione di armi da parte di elementi nazionalisti croati.
[Al momento del dissolvimento dell’esercito jugoslavo, infatti, gli ustaša si sono lanciati sui depositi di armi e munizioni. Molti di questi elementi, nonostante un bando del gen. V. Ambrosio ne abbia imposto il versamento, hanno trattenuto le armi di cui si sono impadroniti, presumibilmente allo scopo di valersene in caso di sommosse.]
il gen. V. Ambrosio dispone quindi che si provveda al rastrellamento delle zone d’occupazione, e dove necessario, a
perquisizioni domiciliari.
Tutto ciò mostra chiaramente – afferma il gen. V. Ambrosio – come a Zagabria, in Dalmazia e a Sušak sia generale e profonda
la convinzione che le regioni occupate dalle truppe italiane siano considerate parte integrante della Croazia, convinzione sostenuta dalle disposizioni di carattere istituzionale ordinate da A. Pavelic.
In tale contesto, il comando militare italiano e le autorità croate in via di formazione mostrano i primi sintomi di conflittualità, in merito alla costituzione – in talune zone del territorio occupato dagli italiani – di formazioni volontarie, che vanno rapidamente assumendo il carattere di veri e propri reparti regolari dell’esercito
croato. Le autorità militari croate procedono infatti al richiamo di smobilitati e giovani reclute, estendendo i provvedimenti anche a zone in cui la formazione di reparti volontari non è consentita (territorio di Sušak e Dalmazia), poiché presumibilmente
destinati a diventare territori italiani.
Al governo di Zagabria ufficialmente non è ancora stato riconosciuto il diritto di riarmare uomini e le truppe italiane sono responsabili dell’ordine pubblico nei territori croati. Il Comando Supremo italiano, interpellato dal capo di S.M. dell’Esercito Mario Roatta, concede tuttavia la costituzione di reparti volontari croati a scopo di collaborazione con le forze regolari italiane e tedesche in eventuali operazioni antiguerriglia: con il cessare della necessità le formazioni sarebbero state sciolte, ma al momento se ne può solamente limitare consistenza e numero.
La 2ª Armata stabilirà per ogni formazione da costituire l’entità del reparto e la sua dislocazione. In tal modo i reparti volontari sorgeranno solamente nelle località in cui l’autorità occupante li considererà utili.
Il Comando Supremo propone quindi di attendere le decisioni in merito alla costituzione dello Stato croato e alla delimitazione dei confini con l’Italia, per il momento limitando “con tatto” l’azione croata, onde evitare che le formazioni volontarie aumentino.
Nel frattempo i territori occupati dalla 2ª Armata, agli effetti dell’amministrazione civile, vengono suddivisi in tre zone:
- Slovenia,
- territori fiumani e della Kupa,
- Dalmazia;
il gen. V. Ambrosio conferisce i poteri per le terre fiumane e i territori della Kupa a Temistocle Testa, prefetto di Fiume alle sue dirette dipendenze, fermo sostenitore di acquisizioni limitate allo stretto necessario (Spalato, Sebenico e le isole), onde procedere facilmente all’italianizzazione delle terre redente espellendo gli allogeni e introducendo “elementi regnicoli”.
Tutte le isole sono ormai presidiate da truppe italiane.
Il gen. V. Ambrosio afferma che esclusi piccoli gruppi di “agitatori intransigenti”, nelle zone occupate il contegno della popolazione croata, seppure molto riservato nei confronti degli italiani, risulta in generale “calmo ed indifferente”, principalmente a causa delle interferenze delle autorità di Zagabria e dei suoi emissari locali, la cui presenza va rafforzando l’opinione che l’occupazione italiana sia solo temporanea.
Spalato, per indebolire il fronte croato, inizia il rientro degli italiani di Dalmazia che hanno abbandonato le città della costa alla deflagrazione del conflitto: elementi croati provenienti dalla capitale continuano infatti a sobillare i connazionali e minacciare coloro che assecondano l’occupazione italiana.
Edo Bulat, spalatino e ministro di A. Pavelic fiduciario per la Dalmazia occupata, svolge propaganda antiitaliana e si rifiuta di consegnare i poteri all’alleato: per tale ragione è strettamente
sorvegliato dalle autorità militari italiane, che cercano di impedire il suo rientro in città dalla capitale croata, mentre il vescovo della città – pur di sentimenti non italiani – invita il clero e i fedeli a consegnare le armi e collaborare.
Nonostante le esortazioni, tuttavia, gran quantità di fucili e mitragliatori sono scoperti in diverse parti della città e in periferia, mentre corrono voci di complotti e tentativi di rivolta.
Le autorità italiane rinforzano i presidi cittadini, aumentano i servizi di controllo e perlustrazione e ordinano il trasferimento a Fiume dei militari croati dell’esercito jugoslavo che fino a quel momento sono stati rimandati – non senza difficoltà – alle
proprie case, provvedimento che segue l’arresto, due settimane prima, di alcuni ustaša trattenuti presso il locale comando dei carabinieri.
Spalato, gli attriti tra italiani e croati preoccupano anche Raffaele Casertano, incaricato d’affari italiano a Zagabria, e il console generale d’Italia Luigi Arduini (giunto in città ad aprile), che palesano al Ministero degli Affari Esteri il timore che rappresaglie e persecuzioni nei confronti della popolazione cittadina croata possano turbare le relazioni italo-croate e la stabilità di A. Pavelic.
Luigi Arduini conferma per la popolazione di Spalato quanto affermato dal gen. V. Ambrosio per l’intera Dalmazia, ovvero che le truppe italiane sono state accolte con generale benevolenza dalla popolazione croata nell’illusione che l’occupazione si riveli provvisoria e non comprometta le sorti dalmate.
Raffaele Casertano
, invece, da subito attento ad un atteggiamento conciliante con il governo di Zagabria – atteggiamento che lo porterà presto ad un aperto contrasto con le autorità militari italiane – chiede l’intervento di Roma presso le autorità italiane sul litorale affinché evitino l’arrivo nella capitale
croata delle personalità politiche ed ecclesiastiche della costa che alimentano l’irredentismo croato. “È fin troppo evidente – afferma Raffaele Casertano come nella capitale croata le indiscrezioni sull’andamento dei negoziati per i confini e l’indecisione sulla sorte di Spalato alimentino dubbi e incertezze che spostano l’opinione pubblica su posizioni filo-tedesche”.
La popolazione, infatti, continua ad apparire “disorientata, diffidente ed incerta” sull’atteggiamento da tenere nei riguardi degli italiani. Se inizialmente le truppe italiane sono state accolte con sollievo per il cessare dei disordini e dei primi eccessi commessi dagli ustaša, anche qui all’entusiasmo è presto subentrata la delusione per un’occupazione che sembra giorno dopo giorno meno provvisoria. Continua ad essere diffusa l’opinione – o meglio la speranza – che gli italiani non rimangano
in città e che Spalato diventi parte dello Stato croato: profonda delusione si avrà nell’apprendere la diversa realtà.
Decise misure sono prese dalle autorità militari italiane per il ritiro delle bandiere croate e lo scioglimento dei gruppi ustaša più ostili, provvedimenti che contribuiscono a disporre gli animi ad una certa apatica rassegnazione.
Risultano in parte favorevoli all’Italia solo i “macekiani”, i “serbofili” e gli “anglofili”, sostanzialmente mossi dalla paura che il potere possa finire nelle mani degli uomini del Poglavnik.

Dubrovnik, non è sottoposta al Commissariato civile e a fianco dell’occupazione italiana i poteri civili sono rimasti in mano agli ex funzionari jugoslavi e al comitato ustaša locale (quest’ultimo
senza aver ottenuto il riconoscimento formale delle autorità militari italiane).
23, un reparto tedesco s’insedia al municipio issando la svastica: invitato al comando italiano per fornire spiegazioni, l’ufficiale alla sua guida si giustifica dicendo di essere arrivato in soccorso ai croati, che vogliono salvare Dubrovnik dall’annessione italiana; [Dichiarando di aver agito impulsivamente acconsentirà poi a ripartire.]
La convinzione diffusa tra le autorità italiane è che non si sia trattato di un’iniziativa personale dell’ufficiale, ma di un’azione provocatoria volta a generare tra i croati l’impressione che la Germania si voglia porre a salvaguardia della loro indipendenza contro le pretese italiane. A Dubrovnik la quasi totalità della popolazione desidera infatti l’annessione alla Croazia e solo la minoranza serba preferisce il “male minore” dell’annessione italiana.
Sebbene nessun atto di aperta ostilità sia compiuto in Dalmazia nei giorni precedenti e in alcune località vada persino accentuandosi una minore riservatezza della popolazione nei riguardi delle truppe italiane, gli agitatori croati sono in continuo
contatto con Zagabria, che ne alimenta le speranze.
La generale situazione di incertezza mantiene distanti gli elementi politici che, sia pure senza eccessivo entusiasmo,
avrebbero potuto accettare la sovranità italiana per interessi economici, ma si astengono da qualsiasi presa di posizione. Conferma si ha in occasione di una visita del gen. V. Ambrosio nelle isole del Carnaro. Se a Veglia il generale è accolto da popolazione inneggiante al re e al Duce, inquadrata nelle organizzazioni fasciste – sull’isola è forte l’elemento italiano, che anche durante il ventennio jugoslavo era stato sostenuto attraverso le istituzioni educative – ad Arbe, invece, ove la popolazione è in gran parte croata e la situazione economico-alimentare di estrema gravità, il gen. V. Ambrosio è accolto con molta circospezione.

l'Italia vede inoltre riconosciuto l’inserimento dello Stato Indipendente Croato nella propria sfera d’interessi, attraverso un’unione personale o un accordo che in ogni caso assicuri all’Italia una speciale posizione in Croazia;
la Germania annette invece la Slovenia settentrionale e impone alla Serbia, ridotta entro i confini precedenti le guerre balcaniche,
un regime militare alle dipendenze dello Stato Maggiore tedesco: l’autorità politica viene inizialmente affidata a Milan Acimovic;
la Macedonia e alcune regioni della Serbia meridionale infine sono annesse dalla Bulgaria e l’Ungheria acquisisce Vojvodina, Baranja, Backa e Banato occidentale; il banato orientale, oltre il Danubio, viene affidato all’amministrazione delle popolazioni di origine tedesca, il Volkdeutsche Verwaltung.

La parte più vasta della smembrata Jugoslavia va a comporre lo Stato Indipendente Croato, comprendente i territori della Croazia-Slavonia, la Bosnia-Erzegovina con le sue numerose comunità musulmane e serbo-ortodosse e una limitata parte
di Dalmazia, per un totale di circa sei milioni e mezzo di abitanti, cos' suddivisi:
- oltre tre milioni e trecentomila croati,
- circa due milioni di serbo-ortodossi,
- trentaseimila ebrei,
- trentamila rom,
- settecentomila musulmani.

Una linea invisibile divide di fatto lo Stato in due zone d’occupazione: ad ovest l’italiana, ad est la tedesca.
La demarcazione stabilita taglia trasversalmente, da nord a sud, lo Stato Indipendente Croato lungo la linea Samobor, Petrinja, Glina, Bosanki Novi, Prijedor, Banja Luka, Jaice, Donji Vakuf, Travnik, Visoko, Sarajevo, Praca, Ustipraca, Rudo.

La parte di Stato croato occupata dall’Italia sarà rogressivamente concepita come divisa in tre zone d’occupazione con diverse condizioni giuridico-amministrative, sulle quali le truppe italiane esercitano un controllo che diminuisce gradualmente
dalla costa verso l’interno:
- “prima zona” (Dalmazia e costa adriatica) è costituita dai territori annessi all’Italia e considerati italiani a tutti gli effetti
(in questo settore le autorità militari si affrettano a completare l’occupazione);
- “seconda zona” (il Gorski Kotar, l’intera Lika, l’entroterra dalmata, buona parte dell’Erzegovina e i territori lungo la costa e le isole formalmente appartenenti allo Stato Indipendente Croato), inizialmente denominata “zona demilitarizzata”, rimane
occupata dalle truppe italiane, che avranno la facoltà di condurvi operazioni militari, nonostante i poteri civili siano affidati alle autorità croate;
- “terza zona” (da Karlovac – incluse Bihac, Bugojno e Prozor – a Bileca e Cajnice sulla Drina) fino alla linea di demarcazione con l’occupazione tedesca, zona posta sotto il controllo civile e militare croato, rimarrà aperta all’eventuale accesso di truppe
italiane o tedesche in caso di necessità.
Le tre diverse condizioni renderanno l’amministrazione militare italiana dei territori dello Stato Indipendente Croato non
poco confusa, creando più di un attrito tra milizie croate ed esercito italiano per le competenze territoriali: nell’immediato, però, consentono all’Italia di mantenere truppe d’occupazione a presidio di vaste zone della Croazia e della Bosnia-Erzegovina,
unico mezzo per tentare di esercitare un’effettiva influenza sull’altra sponda dell’Adriatico.
Le truppe italiane si dispongono in tal modo a presidio di larghe zone della Dalmazia, nonostante il governo croato tenti di estendere l’organizzazione dell’apparato statale dello Stato Indipendente Croato anche a centri costieri come Sebenico e Spalato – obiettivi delle aspirazioni italiane – per legittimare il proprio potere sull’intera costa occupata dall’alleato italiano.
Il comando della 2ª Armata è inizialmente stabilito a Sušak ma il Ante Pavelic, per agevolare i rapporti tra il mar.llo Slavko Kvaternik e il gen. V. Ambrosio, spinge per trasferirlo a Karlovac, meno distante da Zagabria, dove rimarrà fino al settembre del 1941, quando tornerà alla sede iniziale.


Appena qualche giorno dopo A. Pavelic emette un'ordinanza che sancisce la pena di morte per chiunque attenti, «anche solo nelle intenzioni», agli interessi vitali del popolo croato; non solo, ma istituisce le «corti marziali mobili», incaricate di organizzare processi volanti e di pronunciare sentenze «soltanto capitali», da eseguirsi mediante fucilazione entro tre ore dal verdetto.
25, la nuova autorità croata decreta la proibizione di tutte le pubblicazioni in cirillico;
[L'eredità storica su cui si base la formazione della cosiddetta NDH (Nezavisna Drzava Hrvatska = Stato Indipendente di Croazia) è una combinazione di antica lealtà al papato, risalente a tredici secoli prima, e di profondo rancore verso i serbi di religione ortodossa, responsabili di ingiustizie commesse nel passato. Per i cattolici croati, i serbi sono colpevoli di favorire la fede ortodossa, di incoraggiare lo scisma tra cattolici e di colonizzare zone cattoliche per farle diventare aree a maggioranza ortodossa.]

28, uno degli agenti dell'Entità, che si firma L.T., scrive a padre Robert Leiber in Vaticano, che una banda di ustaša ha attaccato sei villaggi nel distretto di Bjelovar e arrestato 250 uomini tra cui un maestro di scuola e un sacerdote ortodosso. Le vittime, legate tra loro con filo spinato, sono state costrette a scavare una grossa buca dove poi sono state gettate e sepolte vive.

Già nel primo mese di governo A. Pavelic [Poglavnik (duce)] inizia la campagna antiebraica: dapprima egli si limita, più che altro, a una specie di censimento e all'obbligo fatto agli israeliti di non mostrarsi in pubblico più di tre ore al giorno e a patto di essere ben riconoscibili grazie a un distintivo giallo;
[Poi, però, passerà alla fase delle deportazioni e alle eliminazioni…
Il capo dei laureati cattolici, Dusan Zanko, pubblicherà un libro per dimostrare che la politica antisemita è conforme alle tradizioni della Chiesa.]
La campagna antiebraica, che mira più che altro a rafforzare le simpatie delle potenze dell'Asse per il nuovo regime, è però di scarsa risonanza all'interno del paese. A ben altra importanza assurge subito, invece, la campagna antiserba!
[Nel 1941 i serbi ortodossi nel nuovo Stato croato sono ca 800.000: A. Pavelic decide di affidare a uno speciale ufficio di epurazione, l'Obnova = Rinnovamento, il compito di eliminarli.]

Già da questo mese, la persecuzione degli ebrei, iniziata come quella della popolazione serba subito dopo la proclamazione dello Stato Indipendente Croato, è spietata, tesa all’annientamento della minoranza ebraica e alla rapina dei suoi beni.
[Gli ebrei jugoslavi sono ora circa 75.000 e vivono soprattutto
nelle grandi città, come Zagabria (12.000) e Sarajevo (8.000): nello Stato Indipendente Croato costituiscono la comunità ebraica jugoslava numericamente più consistente (circa
38.000).]


30, Decreto legge sulla nazionalizzazione dei beni degli Ebrei e delle aziende ebree”: grazie a questo decreto che vieta agli ebrei il possesso di beni mobili e immobili, gli ustaša possono già impadronirsi di patrimoni e proprietà, avviando una vasta operazione di confisca.
Gli ustaša risparmiano solamente coloro che possono pagare a peso d’oro il prezzo della propria vita.
Zagabria, lo stesso mese vengono arrestate influenti personalità ed intellettuali, avvocati e giovani appartenenti alla locale comunità ebraica.
[Alla fine di giugno inizieranno gli arresti di massa…]

Il sistema più pratico e redditizio sembra inizialmente quello di
colpire gli ebrei nei beni, prima di casa in casa privandoli di ogni patrimonio, poi con opportune leggi di prelievo a favore dello Stato. Gli ebrei sono così allontanati dalle proprie famiglie, deportati in luoghi lontani e costretti al lavoro manuale, in
particolare alle pendici del Velebit e sull’isola di Pago.


BOSNIA - inclusa nel Regno di Croazia.

1941
Aprile

nella parte abitata dai serbi si formano gruppi di resistenza capeggiati da ufficiali nazionalisti fedeli al governo in esilio, tra i quali emerge il col. D. Mihajlovic;

Ebrei:
- Mostar, donne ebree sono obbligate a servire le famiglie degli ustaša locali;
- Zagabria, sono estromessi da ogni tipo di attività economica e le loro abitazioni requisite;
- Karlovac, è loro imposto di lasciare entro il 1° luglio le abitazioni del centro della città e di trasferirsi in periferia; [Tuttavia, tenuto conto dell’alto numero di ufficiali italiani che ivi residenti alloggiano nelle loro abitazioni, il gen. V. Ambrosio interverrà presso la locale autorità prefettizia croata… affermando che i militari non avrebbero abbandonato le abitazioni.]


 



1941
Aprile
MONTENEGRO
Commissario civile
 
Serafino Mazzolini
(1941 apr - 19 giu 1941)
-

1941
Aprile

[La lotta di liberazione, iniziata quasi subito, è coronata da immediato, ma passeggero successo: nel giro di una settimana l'intero territorio montenegrino (a parte alcune città) viene liberato, ma gli italiani tornano all'attacco con 5 divisioni e riconquistano il paese.]


17
, dopo la capitolazione della Jugoslavia, le truppe italiane, provenienti dall'Albania, entrano a Cetinje, capitale storica del Montenegro;
[Ha dato i natali a Jelena Petrovic-Njegoš, la regina d’Italia.]

il gen. G. Pafundi, comandante del XVII Corpo d’Armata, scrive: «Cettinje (sic) occupata ore 11 alt Cattaro occupata ore 11.30 alt Entrambi da reparti divisione “Messina” alt […] Popolazione calma ma assolutamente indifferente nostra presenza alt Da ufficiali qui giunti apprendo che C.A. autotrasportabile stà per giungerr (sic) con suoi reparti a Ragusa e Cetinje alt».
[Archivio ufficio storico dello S.M. dell’Esercito.]

In una prima fase dell’occupazione le forze italiane sono dislocate sul territorio montenegrino con una forza di poco superiore a quella di una divisione militare (circa 18.000 tra soldati e ufficiali).
I territori a sud del Paese e le province nordorientali – Dulcigno (Ulcinj) e dintorni, le regioni a maggioranza albanese, i centri di Plav, Gusinje e Rožaje – sono annesse alla neonata creatura fascista, la “Grande Albania”.
Cattaro (la montenegrina Kotor) viene invece staccata dal Montenegro per divenire una provincia italiana come parte integrante del Governatorato della Dalmazia.]

Appena occupato il Montenegro, viene istituito il Commissariato civile italiano con competenze per il Montenegro, subordinato al Sottosegretariato per gli affari albanesi del ministero degli Esteri per questioni politiche, mentre per le necessità di natura militare è sottoposto al Comando superiore delle forze armate in Albania.
L’incarico di Commissario civile viene affidato a Serafino Mazzolini, nazionalista, già vicesegretario del Pnf (Partito nazionale fascista).
In questo frangente gli occupanti italiani considerano con estrema sufficienza la contesa tra montenegrini e albanesi per i territori di confine. In questo agone geopolitico, Roma sostiene gli interessi del Regno d’Albania. L’unica grande richiesta di Tirana rifiutata è la rivendicazione sul centro di Antivari (Bar) ormai unico porto montenegrino dopo la perdita delle Bocche di Cattaro (Kotor).
Alle innumerevoli privazioni territoriali subite dal Montenegro sul litorale adriatico ed al confine con l'Albania, il governo fascista ha contrapposto un piccolo allargamento settentrionale nel Sangiaccato serbo.

Fin dall’ingresso delle truppe del XVII Corpo d’armata a Cetinje – capitale storica del Montenegro – è parso chiaro che un’eventuale unione all’Albania avrebbe gettato il paese nelle rivolta. Il principale responsabile della propaganda del Sottosegretariato per gli affari albanesi, Nicola Lorusso Attoma, si muove a questo punto per cercare interlocutori nel movimento degli zelenaši – federalisti vicini alla dinastia Petrovic – in buoni rapporti con il Commissariato civile italiano.

 

[Federico Goddi, Un'isola di internamento: il campo fascista di Forte Mamula, 2019.]


1941
Aprile
Regno di Albania
- dal 16 aprile 1939 il paese è stato unito al Regno d'Italia -
Luogotenente Regio
F. Jacomoni
marchese di San Savino
(1939 22 apr - 18 mar 1943)
Comandante delle truppe italiane di presidio
gen. Ugo Cavallero
(1941 gen - dic)

1941
Aprile
3
, mentre nel paese stanno giungendo forze aeree sufficienti a garantire il dominio dell'aria italo-tedesco, il gen. von Rintelen è di nuovo a Tirana alla vigilia della comune azione contro jugoslavi e greci;
6, incapaci di contrastare efficacemente l’avvolgente manovra tedesca sviluppatasi sul confine con la Jugoslavia, e temendo una
concomitante offensiva delle armate italiane in Albania, i vertici militari greci ordinano alle forze dell’Epiro di iniziare un progressivo ripiegamento;
l’arretramento nemico spinge i comandi italiani a rompere gli indugi, spronando un’offensiva unitaria;

delle 28 divisioni impegnate contro la Grecia quattro vengono distolte e precisamente la Centauro, la Puglie, la Cuneense e la Firenze; ad esse, oltre ai reggimenti lancieri Aosta e Milano e a due raggruppamenti Camicie Nere (Diamanti e Agostini) si aggiungerebbero prima la div.ne Messina e la div.ne Marche in affluenza dall'Italia. Si conta, in un secondo tempo, di spostare sul teatro di guerra jugoslavo anche la div.ne Pinerolo. A questa si affiderebbe la difesa di un confine misurante circa 450 km di estensione sul quale (secondo il Sim (Servizio informazioni militari)) non meno di 10 divisioni jugoslave (forza doppia di quelle italiane) proietteranno il loro attacco; è ferma intenzione della Jugoslavia, infatti, conseguire ad ogni costo un successo in Albania;

13
, Pasqua, la 9ª armata italiana, al comando del gen. A. Pirzio Biroli, inizia la battaglia risolutiva contro i greci (avrà termine il giorno 22) gravitando con tutte le forze schierate verso la conca di Koriza:
- il III C.A. (div.ni Venezia, Forlì e Taro in prima schiera) lungo l'asse dello Shkumbini;
- il XXVI C.A. (div.ni Tridentina, Piemonte e Parma in prima schiera) per il solco del Devoli.
Lo stesso giorno, arriva anche per la 26ª legione cc.nn. d’assalto l’ordine di movimento.
14, lunedì, con tre battaglioni si intende assalire la quota 802, ossessionante minaccia del saliente di Bubesi-Monastero;
il fronte greco-albanese è ormai rotto a nord, verso Corcia: ma l'Armata dell'Epiro tiene duro contro la XI Armata italiana con disperato orgoglio; i soldati che hanno sospinto indietro gli italiani per tre mesi, e per oltre due mesi hanno resistito agli attacchi italiani senza retrocedere di un palmo non vogliono ritirarsi;

15, martedì, solo la mattina la div.ne Cagliari avanza;
rimpolpata dai nuovi effettivi, la 26ª legione cc.nn. d’assalto giunge a Turano, ponendosi alle dipendenze tattiche del raggruppamento cc.nn. “Galbiati” comandato dall’omonimo luogotenente generale, da poco nominato capo di S.M. della Milizia in sostituzione di Achille Starace;
la stessa notte inizia l’avvicinamento alle prime linee italiane,
attraversando una Tepeleni ormai deserta e ridotta in macerie;
incuneata tra i reparti della divisione “Ferrara”, la 26ª legione cc.nn. d’assalto imbocca la stretta valle del fiume Dhrinos;
16, mercoledì, all'alba, la 26ª legione cc.nn. d’assalto prende contatto con il nemico al «Km. 21» dell’asse viario Tepeleni-Argirocastro, meta dell’offensiva italiana;
nei duri scontri conseguenti, le posizioni greche vengono pian piano espugnate, ma a caro prezzo: della sola 26ª
legione 22 legionari rimangono uccisi e 64 feriti, fra cui 5 ufficiali;
[Tra gli squadristi caduti figura il csq. Giuseppe Colombi, classe 1897, ardito di guerra, partecipe all’adunata in Piazza San Sepolcro […]; dapprima fra i dirigenti degli arditi, chiamato
poi come fiduciario al “gruppo Tonoli”; ha militato durante la guerra d’Etiopia nella 220ª legione cc.nn., impegnata sul fronte somalo.]
a Klisura c'è una vivace resistenza a protezione dell'importante bivio da cui defluiscono verso Premeti i greci in ritirata;
17, giovedì, la div.ne Cagliari aggira la cittadina andando ad accamparsi sulla Vojussa;
constatata la ritirata nemica e libera ormai la strada per Argirocastro, inizia l’inseguimento delle truppe greche;
18, più a destra Argirocastro viene raggiunta e superata dalle div.ni Casale, Lupi di Toscana e Julia;
19, la Cagliari sulla Vojussa attraversa Premeti;
20, la Cagliari arriva a circa 6-8 km dal confine di Ponte Perati dove un'inattesa vivace reazione di fuoco costa dolorose perdite alla Bari;
anche bersaglieri del 4°, lungo la strada Erseke-Leskovikou incontrano dura opposizione e perdono il loro col. Scognamiglio;
i greci firmano (20-21) coi tedeschi due protocolli di resa assicurandosi una pacifica smobilitazione;
21, i greci tentano due volte di offrire la resa anche alle avanzanti truppe italiane, ma ricevono sdegnosi rifiuti perché nel frattempo B. Mussolini fa il duro e vuole un regolare armistizio unico italo-tedesco-greco;
in serata il confine di Kakavia viene superato dalle div.ni Casale, Lupi di Toscana e Julia;
il btg "Vicenza" della div.ne Julia, oltrepassa il confine greco a Sella Radati, dirigendosi a Giannina (dove rimarrà accampata per circa un mese);
[All'accampamento viene dato il nome di "Paradiso Girotti" in omaggio al gen. Girotti, comandante della div.ne Julia,]
[Nella settimana 14-21 l'XI armata conta 1.000 morti e 3.800 feriti.]
lo stesso giorno, la successiva avanzata dell’83° battaglione cc.nn., superando le residue resistenze avversarie, raggiunge Porto Edda;

22, al mattino, sotto il tiro dell’artiglieria e dei mortai nemici, che causano ulteriori lutti alla 26ª legione cc.nn. d’assalto, le camicie nere superano il confine greco, proseguendo poi lungo la direttrice per Gianina;
a poche decine di chilometri di distanza, nel settore del litorale, anche l’83° battaglione cc.nn. partecipa all’offensiva italiana, pur prestando opera essenzialmente di retroguardia;
la battaglia dell'Epiro (l'ultima grande battaglia combattuta dal Regio Esercito Italiano, si conclude vittoriosamente).
23, l'Armata greca depone le armi;
Ponte Perati (varca il Sarandaporos affluente di destra della Vojussa che sfocia sulla Vojussa due km più a valle e nei suoi ultimi 8 km segna il confine greco albanese): due sentinelle italiane vigilano sulla sponda albanese, due tedesche vigilano sulla sponda greca.

24, all'alba la Cagliari entra in territorio greco, accampandosi per venticinque giorni in aperta campagna a 40 km da Giannina.
[In seguito, i greci diranno che la guerra italo-greca è finita il 14 aprile con il loro esercito assestato a Bubesi, Klisura (Kelcyra), Himara; i dieci giorni successivi saranno da loro considerati un rientro forzato in patria, in seguito all'avanzata tedesca in Macedonia, vanamente contrastata dagli inglesi di Wilson.]

all’indomani dell'armistizio,, l’83° battaglione cc.nn. raggiunge il territorio greco ad Arta;
ricongiuntosi con la propria legione divisionale, la 36ª, il battaglione è successivamente impegnato in compiti di presidio ed occupazione;
[Si scioglierà nel settembre dello stesso anno per carenza
di organico; i pochi squadristi toscani ancora in forza al reparto transiteranno quindi tra le fila del 36° battaglione cc.nn., a sua volta dislocato in Epiro.]

giunge invece per la 26ª legione cc.nn. d’assalto immediato ordine di ricongiungimento all’originaria divisione di appartenenza, la “Legnano”, distante ormai circa 200 chilometri, con sede a Kumani;

lo stesso mese, c'è un tentativo inglese di incoraggiare la resistenza albanese, quando ormai i tedeschi sono intervenuti in Jugoslavia e in Grecia in soccorso degli italiani. Esso coinvolge un esiguo numero di appartenenti alle bande di Gjinishi e Abaz Kupi, e dei fratelli Kryeziu, supportati dagli ufficiali inglesi Oakley e Hill, per tentare una sollevazione nel nord e alleviare il peso dell’azione italo-tedesca sulle armate jugoslave;
privi di appoggio logistico e di armi pesanti, i componenti la missione finiscono catturati dai tedeschi;
quanto ai fratelli Kryeziu, essi sono presi prigionieri dagli italiani e inviati in un campo di concentramento; Gjinishi si reca a sud per collaborare con i colleghi di partito nell’area di Korçë e Abaz Kupi si ritira nella zona di Krujë organizzando le prime forze permanenti partigiane albanesi;

 

 

Giovanni Villari, Repressione e resistenze in Albania (in Qualestoria 2, 2015)

 

1941
Aprile
KOSOVO - (Provincia di Pristina)
 
 
-

1941
Aprile

seconda guerra mondiale (1939-45):

Con l’aiuto di albanesi che da sempre hanno collaborato con i serbi, Belgrado sta invitando i kosovari delle 9 sottoprefetture [sindaci] di:
- Senica,
- Novi Pazar, [Aqif Bluta]
- Mitrovica, [Mustafa Shabani]
- Vuciterni,
- Podujevo,
- Pristina,
- Ghilan,
- Ferisovic,
- Kacanik,
ad accettare l’idea di un governatorato autonomo all’interno della Serbia che, insieme a questa, sarebbe posto sotto protettorato tedesco.
I funzionari di questo governatorato sarebbero serbi e albanesi, il governatore albanese, la lingua serba o albanese a secondo della nazionalità dei funzionari.
La propaganda serba è attivissima allo scopo di convincere
gli albanesi a rassegnarsi circa il destino di quelle terre, ma
la maggior parte della comunità albanese resiste nella speranza di un’unione con l’Albania.

21, il gen. di divisione Eberhardt, comandante delle truppe tedesche in Kosovo, organizza un incontro con i notabili albanesi disposti a collaborare, guidati da Xhafer Deva, del quale si dice sia serbofilo e ingaggiato in precedenza dal servizio di spionaggio tedesco.
Durante la riunione, Eberhardt promette l’istituzione di un’amministrazione locale albanese e ampie concessioni riguardo all’insegnamento in lingua albanese.
Si concorda inoltre, la creazione di una gendarmeria albanese, con un migliaio di uomini all’incirca, che
dovranno poi essere aumentati con il reclutamento di altri mille volontari.
Più cautela i tedeschi mostrano, invece, di fronte alle
istanze di espulsione dell’elemento montenegrino e serbo: Eberhardt è d’accordo a interessarsi in futuro della questione purché la cosa venga fatta “in modo ragionevole e pacifico”.

Pochi, tuttavia, nella zona d’occupazione tedesca, sono disposti, al pari di Xhafer Deva, a rassegnarsi all’idea di rimanere dentro i confini della Serbia.

Luca Micheletta, La resa dei conti. Il Kosovo, l’Italia e la dissoluzione della Jugoslavia (1939-41) (2008)

 



1941
Aprile
Regno di Grecia
(1935-47)

Giorgio II

Albero genealogico
(Tatoi, Atene 1890 - Atene 1947)
primogenito di Costantino I re di Grecia e di Sofia di Hohenzollern;
1922-24, 1935-47, re di Grecia;
1941
Aprile
24
, di fronte all'invasione delle truppe tedesche il re lascia ancora la Grecia e ripara dapprima a Creta e poi al Cairo e a Londra, dove forma un governo in esilio;
Dittatura militare
[filofascista]
Koritsis
(1941 gen - † apr)
?
(1941 apr - ?)

1941
Aprile
4
, poco più in basso di qt. 1693 si trova il deposito munizioni della 61ª cia del btg "Vicenza" (ten.col. G. Bottai);
in serata, un colpo da 75/13 della 17ª batteria del gruppo Udine, la cui linea di pezzi è sul Beshishtit, centra in pieno il deposito;
[È purtroppo ceduta una ruota di un obice proprio mentre partiva il colpo.]
È una carneficina: perdono la vita 15 alpini oltre a una ventina di feriti molti dei quali gravi.
La 61ª cia, temendo un attacco ed essendo rimasta senza munizioni, ne viene subito rifornita dalla 59ª cia.
5, i greci, ormai senza tanta convinzione, attaccano mediante alcune pattuglie le postazioni avanzate italiane, ma gli alpini fanno buona guardia;

6, "Operazione Marita":
[In seguito all'inutile e sanguinosa offensiva italiana del marzo 1941, la Grecia aveva ulteriormente sguarnito il confine con la Bulgaria per rinviare tutti i rinforzi contro gli italiani.]
ora, con l'inizio di questa operazione, avviene l'avanzata tedesca in Grecia attraverso la Bulgaria;
i tedeschi si trovano davanti solamente alcune diviisoni inglesi arrivate alla spicciolata e pochi greci addestrati male quindi la vittoria è veloce e schiacciante;

7
, idem com il giorno 5;
9, idem com il giorno 5;

9, [a.f.] i greci impegnati a fondo in Albania con qualche speranza di buttare a mare gli italiani, se la Jugoslavia dal nord desse un efficace contributo, lasciano che contro i tedeschi tenti la resistenza il corpo di spedizione britannico, composto di 24.000 inglesi, 17.000 neozelandesi e 17.000 australiani, col concorso di poche altre forze greche raccogliticce.


11, [a.f.] italiani dall'Albania e tedeschi dalla Macedonia si congiungono a Struga in riva al lago d'Ocrida, e più a nord a Dibra (dove muore il magg. Annoni del btg. alpino "Mondovì";

11, dopo che il ten.col. G. Bottai ha dovuto lasciare il comando del btg "Vicenza" per assumere l'incarico di ispettore delle bande armate albanesi sul fronte jugoslavo, il comando del battaglione viene assunto dal ten.col. Raffaele Marconi;
finalmente i resti del 9° rgt alpini ricevono il cambio dal 3° rgt granatieri; il reparto si porta in seconda schiera in Val Saliari e, in attesa di un nuovo impiego, essendo ormai lontani dalla prima linea, possono pensare con calma alla propria cura personale;
[La seconda fase della campagna di Grecia ha ancora una volta decimato il btg "Vicenza" che, dal 22 febbraio al 23 aprile 1941 ha avuto ben 583 uomini fuori combattimento tra morti , feriti e congelati.
In luglio, la 309ª sezione di sanità sarà inviata nelle zone dove sono avvenuti i combattimenti, fra i monti di Grecia ed Albania, per recuperare i caduti ialiani.
Saranno guidati dal ten.col. Raffaele Marconi e dal sten. Egidio Furlan e dal sten. Alberto Croci.
I poveri resti saranno recuperati e tumulati in piccoli cimiteri nei pressi dei campi di battaglia.]

14, sempre nel settore dell'XI armata, la div.ne Venezia entra in Corcia;
qualche giorno più tardi si muove la XI armata di Geloso;
18, purtroppo l'esercito jugoslavo e costretto alla capitolazione;
lo stesso giorno la div.ne Julia si muove lungo la direttiva Nivice-Kolonja, con obiettivo Paliokastro;
19, il capo del governo greco Koritsis, succeduto a I. Metaxas, si suicida;
20, Larissa, i tedeschi accettano la resa delle forze armate greche e battono gli inglesi alle Termopili;
lo stesso giorno la div.ne Venezia, oltrepassato Passo di Badres, penetra in territorio greco;
Le truppe tedesche del gruppo del mar.llo List (1II Armata - sostanzialmente quattro divisioni, una alpina, due corazzate e una quarta, motorizzata, di volontari SS.) hanno frattanto portato a termine una delle più brillanti operazioni della guerra contro le truppe inglesi in Tessaglia.
Sboccate da Salonicco e dalla Valle del Vardar esse sono avanzate verso sud dove il corpo di spedizione inglese, composto di 50.000 uomini su tre grosse divisioni (una britannica, una australiana e la terza neozelandese), sbarra i passaggi della Tessaglia a destra fra l'Olimpo ghiacciato e il mare, a sinistra fra l'Olimpo e l'aspra catena del Pindo.
La divisione alpina tedesca, scavalcato l'Olimpo a prezzo di perdite non lievi, discende dalle due parti aprendo la porta alle due divisioni corazzate le quali si precipitano all'inseguimento. La divisione SS per il passo del Metzovo si affaccia alle spalle dell'esercito greco di Epiro che, contemporaneamente è attaccato dalle armate italiane 9ª e 11ª.
Alla sera il comando greco chiede un armistizio al comando tedesco.
21, il btg "Vicenza" oltrepassa il confine greco a Sella Radati, dirigendosi a Giannina (dove rimarrà accampata per circa un mese);
22, una delegazione offre la resa a Delvinaki;
23, mercoledì, Salonicco, viene firmato l'armistizio dai rappresentanti italiano (Ferrero), tedesco (gen. A. Jodl) e greco (Tsolakoglou).
24, ore 18:00, vengono chiuse le ostilità.
Le truppe inglesi, rapidamente in fuga, offrono una certa resistenza alle unità tedesche nella posizione delle Termopili ma solo allo scopo di permettere al grosso delle truppe di imbarcarsi;
28, gli inglesi portano a termine le operazioni di imbarco nei porti dell'Attica e della Morea, lasciando sul terreno tutto l'equipaggiamento e imbarcando solo uomini con i loro fucili. Nell'operazione perdono, tuttavia, 4 navi trasporto, 2 cacciatorpediniere e 5 mezzi speciali.
A Creta gli inglesi lasciano 27 mila uomini al comando del gen. neozelandese Fryberg cui si uniscono ca 12 mila uomini di contingenti cretesi, formando una forza equivalente a 3 divisioni.
W. Churchill dichiara solennemente che Creta sarà difesa fino all'ultimo.

all'interno del paese la resistenza antifascista si sta organizzando intorno all'ELAS (Esercito di liberazione nazionale);

[Manuel Grotto, Alpini del Btg. Vicenza, Ass. Naz. Alpini, 2010.]

 



1941
Aprile
REPUBBLICA di TURCHIA
(novembre 1923)
[dal 1925 la shari'a (vecchia legge religiosa islamica) č stata sostituita dai moderni codici, modellati su quelli europei.]
Presidente
della Repubblica
Ismet Inönü
(1938 - 1950)
Primo ministro
?
(1938 - ?)
-
Partito repubblicano del popolo
[partito unico]
1941
Aprile

seconda guerra mondiale (1939-45): la Turchia sposta un po' per volta le proprie simpatie verso gli alleati;




1941
Aprile
U.R.S.S.
(Unione delle repubbliche sovietiche: Russia, Ucraina, Bielorussia e Transcaucasia)
Segretario generale del PCUS
Stalin
(1922 apr - 1953)
[Il PCUS (Partito comunista dell'Unione Sovietica), partito unico, ha un ruolo dirigente.]

Il metropolita Sergej di Novgorod ha assunto nel 1924 la direzione del patriarcato della Chiesa ortodossa, senza però trasferire la propria sede a Mosca. Solo dal 1934 (dopo i due decreti del 1929) le autorità hanno smesso le loro vessazioni contro la Chiesa ortodossa anche se la "Lega dei senza Dio" ha condotto una grande campagna contro la fede religiosa. Risultati vani i tentativi di quest'ultima, nel 1937 lo Stato sovietico ha sferrato un quarto attacco contro la Chiesa ortodossa privandola di ogni appoggio esterno, distruggendo la sua organizzazione, soffocando la sua libertà interna e sottoponendo a controllo statale anche l'esercizio del culto.

NKVD
(Narodnyi Komissariat Vnutrennic Del)
[Commissariato del popolo per gli affari interni]
Presidente
L.P. Berija
(1938 dic - gen 1946)
vice-presidente
Mekhlis
(1938 dic - gen 1946)
[Dal 3 febbraio 1941, l'NKVD (ex polizia politica sovietica), è stato sdoppiato e al suo fianco opera ora l'NKGB»
NKGB
(Narodnyi Komissariat Gosudarstvennoi Bezopasnosti)
[Commissariato del popolo per la sicurezza dello stato]
Commissario politico
V.N. Merkulov
(1941 feb - ?)
[con funzioni specifiche di polizia politica]
RUSSIA
(Repubblica Socialista Federativa Sovietica)
(capitale: Mosca)

1941
Aprile
5
, a Belgrado conclude un accordo di "non aggressione" con la Jugoslavia;

Lo stesso mese viene sottoscritto un trattato di neutralità tra Giappone e Unione Sovietica.

 

Repubblica della Ceceno-Inguscezia
(repubblica autonoma all'interno della Repubblica Russa)
1941
Aprile

-
BIELORUSSIA
(Repubblica Socialista Federativa Sovietica)
(Beloruskaja SSR - capitale: Minsk)
presidente della repubblica
-
1941
Aprile

-
UCRAINA
(Repubblica Socialista Federativa Sovietica)
(capitale: Kijev)
presidente della repubblica
-
1941
Aprile

-
TRANSCAUCASIA
(Repubblica Socialista Federativa Sovietica)
Azerbaigian
(Repubblica federativa - capitale: Baku)
presidente della repubblica
-
1941
Aprile

-
- Nagorno-Karabah (provincia autonoma)
- Nahicevan (repubblica autonoma)
Repubblica Socialista Georgiana
(Repubblica federativa - capitale: Tbilisi)
presidente della repubblica
Noé Jordania
(1918 - ?)

1941
Aprile

-

- Adzaristan (repubblica autonoma)
- Abhasia (repubblica autonoma)
- Ossezia Meridionale (provincia autonoma)
Repubblica autonoma di Armenia
(Repubblica socialista - capitale: Jerevan)
presidente della repubblica
-

1941
Aprile

-



1941
Aprile
REPUBBLICA POPOLARE d'UNGHERIA
(dal 16 novembre 1918)
Dopo il "patto di Monaco l'Ungheria ha ottenuto i distretti meridionali della Slovacchia e della Rutenia.
Dal 1938 ha sempre più peso il partito di estrema destra delle "croci frecciate" diretto da F. Szálasi che ha rivendicato le frontiere storiche anteriori al 1918 ed è vicino alla Germania hitleriana.
Il paese è retto da governi più o meno apertamente reazionari.

Reggente

Miklós Horthy von Nagybánya
(1920 mar - ott 1944)
[dal 1937 ha istituito di fatto una autocrazia conservatrice.]
Primo ministro
Pal Teleki
(1939 feb - apr 1941, suicidio)
Laszlo Bardossy
(1941 apr - ?)
Ministro degli Esteri
Laszlo Bardossy
(1941 gen - mar 1942)

1941
Aprile
3, dopo il suicidio di Pal Teleki, Laszlo Bardossy prende il suo posto;




1941
Aprile
REGNO di ROMANIA

Michele I

Albero genealogico

(Sinaia, Valacchia 1921 - ?)
figlio del principe ereditario Carlo e di Elena di Grecia;
1927-30, 1940-47, re di Romania;
sale al trono (giugno) in seguito alla rinuncia del padre (1926) ai suoi diritti, ma il potere effettivo viene esercitato da un consiglio di reggenza;
dal 1930 è ridiventato principe ereditario;
dal 1940 (settembre) è ridiventato re dopo la nuova rinuncia del padre;


Conducator
mar.llo Jon Antonescu
(1940 4 set - 23 ago 1944)
ministro dell'Interno
-
ministro degli Affari Esteri
-
ministro delle Finanze
-
1941
seconda guerra mondiale (1939-45):
Aprile
allo scoppio della guerra fra la Germania e la Jugoslavia la zona occidentale del Banato è occupata in parte dai tedeschi e in parte dagli ungheresi ma ciò non conceerne la zona romena.

[In seguito alle vittorie delle armi sovietiche la Romania chiederà e otterrà l'armistizio, collaborando alla lotta contro la Germania e l'Ungheria e rioccupando tutta la Transilvania.]

a


1941
Aprile
REGNO di BULGARIA

Boris III

Albero genealogico

(Sofia 1894 - 28 ago 1943)
figlio di Ferdinando di Sassonia-Coburgo-Saalfeld-Koháry e di Maria Luisa di Borbone-Parma;
1918, 3 ottobre, il padre abdica a suo favore;
1918-43, zar dei bulgari;
- dal 1923 ha progressivamente aumentato il proprio potere personale;
- dal 1930 è sposato con Giovanna di Savoia (1907-2000);
- dal 1934 ha sospeso la costituzione e imposto un regime autoritario;
- dal 1937 si è avvicinato alla Jugoslavia alleandosi alle potenze nazifasciste;

Primo ministro
Bogdan Filov
(? - ?)

1941
seconda guerra mondiale (1939-45):
Aprile
dopo la firma del patto di Vienna, formazioni dell'esercito tedesco, in accordo con il governo reale bulgaro, sono entrate in Bulgaria disponendosi lungo i confini greci e jugoslavi;

12, T. Balabanov e G. Kisselov, rispettivamente presidente e segretario generale dell’Associazione amici dell’Italia, inviano direttamente a B. Mussolini un messaggio di auguri e felicitazioni, esaltando il «duce» e l’esercito italiano che restituiscono la libertà alla città bulgara di Ohrid;
ringraziamenti ed esultanza per B. Mussolini vengono anche dagli originari di Ohrid residenti a Sofia;
la popolazione albanese di Struga esprime da parte sua sentimenti di riconoscenza al «duce» e a Vittorio Emanuele III, inneggiando alla liberazione ottenuta dall’Italia;



17, vengono annunciati i limiti della zona di occupazione bulgara

L’occupazione bulgara, iniziata a fine aprile, si estende rapidamente, secondo gli accordi intervenuti con l’alto comando germanico, fino a una linea che partendo da un punto stabilito tra Skopje e Tetovo va verso sud fino alla frontiera ellenica, comprendendo le cittadine di Bitolj e Prilep.

re Boris è tra i primi a visitare le terre irredente e dopo di lui
è la volta del presidente del Consiglio, Bogdan Filov, che si reca a
Skopje e Vels, insieme al ministro degli Interni, Gavrilov, e a
quello delle Comunicazioni, Goranov, al fine di organizzare i centri essenziali dell’amministrazione civile;

24, da parte sua la Germania, con un accordo stipulato ora dal suo commissario per gli affari economici, Clodius, si assicura diritti minerari e diritti di transito sulle ferrovie e sulle zone occupate dalla Bulgaria;
[Il protocollo economico è stato firmato lo stesso giorno da Ribbentrop e Popov.]

 






1941
Aprile
STATO FRANCESE
-
[detto]
Regime di Vichy

(dal 10 Luglio 1940)
[nella zona della Francia non occupata]
Capo di Stato

Ph. Pétain
(1940 11 lug - 19 ago 1944)

[Legge costituzionale del 1940]
Presidente del Senato
Jules Jeanneney
(1932 3 giu - 10 lug 1942)
Presidente della Camera
Presidente dell'Assemblea nazionale
(Senato+Camera)
Presidente del Consiglio
mar.llo Ph. Pétain
(1940 16 giu - 18 apr 1942)
vicepresidente
amm. F. Darlan
(1941 9 feb - 18 apr 1942)
Interni
amm. F. Darlan
(1941 17 feb - 18 lug 1941)
Affari Esteri
amm. F. Darlan
(1941 9 feb - 18 apr 1942)
Informazione
amm. F. Darlan
(1941 10 feb - 18 apr 1942)
Colonie
amm. Charles Platon
(1940 set - apr 1942)
Economia nazionale
e Finanze
Y. Bouthillier
(1941 25 feb - 18 apr 1942)
Difesa nazionale
-
Guerra (Esercito)
gen. Ch. Huntziger
(1940 6 set - 11 ago 1941)
Marina
amm. F. Darlan
(1940 set - 18 apr 1942)
Aviazione
gen. Jean Bergeret
(1940 set - ?)
Giustizia
Joseph Barthélémy
(1941 27 gen - 26 mar 1943)
Agricoltura
P. Caziot
(1940 13 dic - 18 apr 1942)
Comunicazioni
Jean Berthelot
(1940 set - apr 1942)
Lavoro
René Belin
(1941 9 feb - apr 1942)
Pubblica Istruzione e le Belle Arti
-
Famiglia e Gioventù
-
Segretari generali
Giustizia
Georges Dayras
(1940 16 lug -?)
Finanze pubbliche
Henri Deroy
(1940 16 lug -?)
Presidenza del Consiglio
Jean Fernet
(1940 16 lug -?)
Lavori pubblici e Trasporti
Maurice Schwartz
(1940 16 lug -?)
Gioventù
Georges Lamirand
(1940 set - ?)
Capo dello Stato
Auguste Laure
(1940 18 nov - ?)

petainismo: 1940 dicembre-aprile 1942
[II periodo]

1941
Aprile
-

lo stesso mese, quando il nazionalista iracheno Rashid Ali-al-Gailani si rivolta contro le forze inglesi, la Siria francese diventa per il Reich un nodo vitale nello sfruttamento della nuova crisi coloniale; in questo momento, avendo conqjuistato i Balcani e la Grecia, A. Hitler è incline a trarre vantaggio dalle occasioni offerte dallo scacchiere mediterraneo, qualora esse si dimostrino poco onerose;

26, O. Abetz dice all'amm. F. Darlan che A. Hitler in persona lo ricevera agli inizi di maggio a Berchtesgaden;

Legione straniera
Il suo impiego:
1940-45, seconda guerra mondiale

 

Fonti:
. Francois-Georges Dreyfus, Histoire de Vichy (Paris 1990, Perrin);
. R.O. Paxton, Vichy (Milano 1999, Il Saggiatore);


1941
Aprile
REGNO dei PAESI BASSI

Guglielmina

Albero genealogico

(l'Aia 1880 - castello di Het Loo, presso Apeldoorn 1962)
figlia di Guglielmo III re d'Olanda e della sua seconda moglie Emma di Waldeck-Pyrmont;
1890-1948, regina dei Paesi Bassi;
[dal 31 agosto 1898 ha assunto ufficialmente il potere;
dal maggio 1940 il paese è occupato dai tedeschi, e la regina e i suoi ministri si sono trasferiti in Inghilterra.]

Primo ministro
(? - ?)

1941
Febbraio

II guerra mondiale:



1941
Aprile
REGNO del BELGIO

Leopoldo III

Albero genealogico

(1901 - ?)
figlio di Alberto I e di Elisabetta di Baviera;
1934-51, re dei belgi;
[dal maggio 1940 il paese è occupato dai tedeschi, il re è deportato in Germania e il "rexismo di L. Degrelle ha le sue unitŕ paramilitari, sullo stampo delle squadre fasciste, chiamate "Formations de Combat".]

1941
Febbraio

II guerra mondiale:
-



1941
Aprile
Granducato di Lussemburgo
Charlotte di Nassau-Weilburg
Albero genealogico

(1896 - ?)
figlia di Guglielmo IV e di Maria Anna di Portogallo;
1919-64, duchessa di Nassau;
1919-64, granduchessa di Lussemburgo;
[dal maggio 1940 il paese è occupato dai tedeschi, e la sovrana e i ministri si sono rifugiati presso gli Alleati.]


1941
Aprile
II guerra mondiale:
-





1941
Aprile
Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda
Giorgio VI
Albero genealogico

(York Cottage, Sandringham, Norfolk 14.12.1895 - Sandringham House, Norfolk 6.2.1952)
secondogenito di Giorgio V e della p.ssa Vittoria Maria von Teck;
1936-52, re di Gran Bretagna e Irlanda, imperatore delle Indie;

Primo ministro,
Primo lord del Tesoro
[Prime Minister, First Lord of the Treasury]
W. Churchill
conservatore
governo di coalizione
(1940 10 mag - 26 lug 1945)
Cancelliere dello Scacchiere
[Chancellor
of the Exchequer
]
sir Kingsley Wood
(1940 12 mag - 24 set 1943)
Segretari di Stato
Affari Esteri e Commonwealth
A.R. Eden
(1940 dic - lug 1945)
Dominions
-
Guerra
Affari Interni
Informazioni
A. Duff Cooper
visconte di Norwich
(1940 - 1941)
Lavoro
Ernest Bevin
(1940 - 1945)
Giustizia
Colonie
Commercio
Sanità
-
GRAN BRETAGNA

1941
Aprile

-

IRLANDA
Irlanda del Nord
1941
Aprile

-
Eire

1941
Aprile

durante la seconda guerra mondiale l'Eire si mantiene neutrale, anche se molti irlandesi si arruolano nell'esercito britannico;



1941
Aprile
DANIMARCA e ISLANDA
Cristiano X
Albero genealogico

(Charlottenlund 1870 - Copenaghen 1947)
figlio di Federico VIII e di Luisa di Svezia;
1912-47, re di Danimarca;
continua a favorire l'evoluzione democratica del paese;
1919-44, re d'Islanda;
[rimane re dell'isola (fino alla proclamazione della repubblica nel 1944) anche se, staccatasi dalla Danimarca, si è costituita in stato sovrano.]

REGNO di DANIMARCA
1941
Aprile

dal 1915 il paese ha una nuova costituzione che istituisce, fra l'altro, il nuovo sistema bicamerale ed estende il diritto di voto alle donne;
REGNO d'ISLANDA
1941
Aprile

-


1941
Aprile
REGNO DI NORVEGIA
[dal 1905]
Haakon VII
Albero genealogico

principe Carlo (? - ?)
figlio di Federico VIII re di Danimarca e di Luisa di Svezia;
1905-57
, re di Norvegia;

Primo ministro
1941
Aprile

una coalizione governativa tra il Partito laburista e il Partito dei contadini permette di superare le difficoltà economiche;



1941
Aprile
REGNO di SVEZIA
Gustavo V
Albero genealogico

(Stoccolma, castello di Drottningholm 16 giugno 1858 – Stoccolma, 29 ottobre 1950)
figlio di Oscar II e di Sofia di Nassau;
1907-50, re di Svezia;
osserva correttamente le regole del sistema parlamentare;

1941
Aprile

-


1941
Aprile
FINLANDIA
[Repubblica parlamentare]
1941
Aprile
-




1941
Aprile
REPUBLICA PORTÚGUESA
[Estado Novo]
Presidente
del consiglio
Antonio de Oliveira Salazar
(1932-68)
[unico detentore del potere reale]
unico partito legalmente funzionante: Unione nazionale
1941
Aprile

legato al regime di F. Franco Bahamonde [el Caudillo] con il cosiddetto "patto iberico", nonostante le sue simpatie per le potenze dell'asse tiene il paese fuori dalla II guerra mondiale;



1941
Aprile
SPAGNA
Presidente
del Consiglio
F. Franco Bahamonde
[el Caudillo]
(1938 30 gen - 9 giu 1973)
Ministro de la Gubernación
(ex Ordine Pubblico e Interno)
Ministro de Asuntos Exteriores
(Ministro degli Esteri)
R. Serrano Suñer
(1940 17 ott - 3 set 1942)
[di Acción popular, partito cattolico, nonché presidente della giunta politica della Fet y de las Jons (Falange Espańola Tradicionalista y de las Juntas de Ofensiva Nacional Sindicalista);
cognato di F. Franco Bahamonde [el Caudillo]
Ministro del Lavoro
José Antonio Giròn de Velasco
(1941 gen - gen 1957)
1941
Aprile

per quanto riguarda l'entrata in guerra della Spagna, l'incontro di Bordighera con B. Mussolini ratifica, in pratica, il nulla di fatto;
don Juan 
Albero genealogico

(1913 - ?)
terzogenito di Alfonso XIII di Borbone e di Vittoria Eugenia di Battenberg;
conte di Barcellona
dal 1931 pretendente al trono di Spagna;

1941
Aprile

-




1941
Aprile
Regno d'Italia
Fascismo
Vittorio Emanuele III
Albero genealogico

(Napoli 1869 - Alessandria d'Egitto 1947)
figlio di Umberto I e di Margherita di Savoia;
1878-1900, principe di Piemonte;
1900-46, re d'Italia;
dal 1922, è esautorato da qualsiasi esercizio del potere dalla dittatura fascista;
1936-43, imperatore d'Etiopia;
1939-43, re d'Albania;
1940-45, II guerra mondiale;

Umberto di Savoia
Albero genealogico

(Racconigi 1904-Ginevra 1983)
unico figlio maschio e terzogenito di Vittorio Emanuele III e di Elena di Montenegro;
1930, sposa la principessa Maria José, figlia del re Alberto I del Belgio, dalla quale avrà quattro figli;
1936, generale di corpo d'armata;
1938, generale d'armata;
1940-45, II guerra mondiale:
all'atto di dichiarazione di guerra alla Francia (10 giugno 1940) ha assunto il comando del gruppo di armate dell'ovest;

1946, re d'Italia (Umberto II);

 

-
PARLAMENTO
XXX Legislatura
(1934 23 mar - 2 ago 1943)
Presidente del Senato
conte G. Suardo
(1934 23 mar - 28 lug 1943)
Presidente della
Camera dei Fasci e delle Corporazioni
(150+500)
Dino Grandi (Pnf)
(1939 30 nov - 2 ago 1943)
Partito unico: Pnf (Partito nazionale fascista)
Segretario
Adelchi Serena (Pnf)
(1940 31 ott - 26 dic 1941)
Duce cav. B. Mussolini (Pnf)
(1932 22 lug - 25 lug 1943)
Segretario Adelchi Serena (Pnf)
(1940 31 ott - 26 dic 1941)
Sottosegretario Luigi Russo (Pnf)
(1939 31 ott - 5 feb 1943)
Interno
cav. B. Mussolini (Pnf)
(1926 6 nov - 25 lug 1943)
[ad interim]
Sottosegretario G. Buffarini Guidi (Pnf)
toscano
(1933 8 mag - 5 feb 1943)
Affari Esteri
G. Ciano (Pnf)
toscano
(1936 9 giu - 6 feb 1943)
Sottosegretario Zenone Benini
(1939 18 apr - 31 lug 1941)
[Affari albanesi]
Africa Italiana
A. Teruzzi (Pnf)
lombardo (Pnf)
(1939 31 ott - 25 lug 1943)
Sottosegretario  
Guerra
cav. B. Mussolini (Pnf)
(1933 22 lug - 25 lug 1943)
[ad interim]
Sottosegretario gen. A. Guzzoni
(1940 30 nov - 24 mag 1941)
Capo di S.M. Generale mar.llo U. Cavallero
(1940 4 dic - 31 gen 1943)
Marina
cav. B. Mussolini (Pnf)
(1933 6 nov - 25 lug 1943)
[ad interim]
Sottosegretario amm. Arturo Riccardi
(1940 11 dic -25 lug 1943)
Capo di S.M. Marina
amm. Arturo Riccardi
(1940 9 dic - 27 lug 1943)
Aeronautica
cav. B. Mussolini (Pnf)
(1933 6 nov - 25 lug 1943)
[ad interim]
Sottosegretario gen. Francesco Pricolo
(1939 31 ott - 15 nov 1941)
Capo di S.M. Aeronautica gen. Francesco Pricolo
(1939 10 nov - 15 nov 1941)
Esercito
 
Capo di S.M. Esercito gen. M. Roatta
(1941 24 mar - 19 gen 1942)
Corporazioni
R. Ricci (Pnf)
(1939 31 ott - 6 feb 1943)
Sottosegretario Ermanno Amicucci
(1939 4 nov - 25 lug 1943)
Finanze
P. Thaon di Revel (Pnf)
piemontese
(1935 17 gen - 6 feb 1943)
Sottosegretario P. Lissia
sardo
(1941 18 feb -13 feb 1943)
Scambi e valute
R. Riccardi (Pnf)
nato a Mosca
(1939 31 ott - 6 feb 1943)
Agricoltura e foreste
G. Tassinari (Pnf) (Pnf)
(1939 31 ott - 26 dic 1941)
Sottosegretario Sergio Nannini
(1939 31 ott - 13 feb 1943)
[Bonifica Integrale]
Lavori Pubblici
Giuseppe Gorla (Pnf)
(1940 30 ott - 6 febbraio 1943)
Sottosegretario  
Grazia e Giustizia
D. Grandi (Pnf)
(1939 12 lug - 5 feb 1943)
Sottosegretario Antonio Putzolu
(1940 5 mar - 25 lug 1943)
Educazione nazionale
G. Bottai (Pnf)
(1936 15 nov - 5 feb 1943)
Sottosegretario Riccardo Del Giudice
(1939 5 dic - 13 feb 1943)
Comunicazioni
G. Host Venturi (Pnf)
istriano
(1939 31 ott - 6 feb 1943)
Sottosegretari Giovanni Marinelli
(1939 5 nov - 13 feb 1943)
M. Jannelli (Pnf)
lucano
(1935 24 gen - 13 feb 1943)
Cultura popolare
(Minculpop!)
A. Pavolini (Pnf)
(1939 31 ott - 6 feb 1943)
 
 
-
- dal 10 Giugno 1940 l'Italia è entrata in guerra -

1941
Aprile
12
, A. Pavelic parte da Roma diretto a Zagabria;

29, La Spezia, 110 mila abitanti ca, la su aeconomia gravita tutta sull'Arsenale navale e sul porto, lapiù grande base della Marina militare.
Nella notte arriva la prima incursione aerea dell'aviazione alleata, in particolare quella inglese: parecchi i morti.




Partito comunista italiano
(Pci)

1941
Aprile
-

[Stefano Schiapparelli, Ricordi di un fuoruscito, Edizioni del Calendario, Milano 1971; con prefazione di Giorgio Amendola.]

 

Intelligence e repressione politica in Italia

1941
Aprile

«segue da Marzo 1941»



«segue Maggio 1941»


[Carlo Gentile, Intelligence e repressione politica. Appunti per la storia del servizio di informazioni SD in Italia 1940-1945]




OVEST
-
-
-
-

1941
Aprile

-

 


 

DOMINION OF CANADA
[Aggiunta alle altre province britanniche nel 1763, include la regione sulle due rive del fiume San Lorenzo grossolanamente delimitate da Anticosti a est e il Lago Nipissing a ovest.
Dal 7 nov 1763 la provincia (ex Canada francese) è stata divisa formalmente in tre distretti: Québec, Trois-Rivières, Montréal.
Nel 1791 la provincia è stata separata in due parti:
Basso Canada (francofoni) e Alto Canada (lealisti).
Nel 1841, con l'Act of Union sono stati nominati due primi ministri ma Canada Est e Canada Ovest continuano ad andare ognuna per la sua strada. Il sistema dura ben 25 anni (1842-67).
Nel 1867, 1° luglio, nasce ufficialmente la confederazione: Dominion of Canada.]
Dal 1931, nonostante lo «statuto di Westminster», in pratica il Foreing Office britannico continua a rappresentare il Dominion in quasi tutte le nazioni del mondo e formalmente i canadesi continuano ad essere cittadini britannici, fino all'approvazione della legge sulla cittadinanza nel 1946.
Governatore generale
Alexander A.F.W.A.C.G. Athlone
conte di Athlone
(1940 - 1946)
Primo ministro
W.L. Mackenzie King
(1935 23 ott - 15 nov 1948)
[liberale]

1941
Aprile
20
, Dichiarazione di Hyde Park: il presidente americano F.D. Roosevelt e il primo ministro canadese W.L. Mackenzie King sottoscrivono questo accordo che rappresenta una pietra miliare nei rapporti tra Canada e Stati Uniti nel periodo bellico.
L'accordo mira a risolvere una serie di gravi problemi nati dal sempre maggiore aiuto economico che il Canada sta dando alla madrepatria.
[La limitata capacità dell'industria canadese fa sì che materie prime, attrezzature e componenti industriali debbano essere acquistate negli Stati Uniti a un costo che all'inizio di quest'anno è divenuto insostenibile per la bilancia dei pagamenti canadese. W.L. Mackenzie King dichiara che vi è il rischio che il paese si sia assunto un carico superiore alle sue forze.
Inoltre, con l'approvazione il mese precedente negli Stati Uniti del Lend-Lease Act, vi è il rischio che la Gran Bretagna trasferisca i suoi ordini negli Stati Uniti mettendo in crisi l'industria bellica canadese.]
Dopo lunghe discussioni, W.L. Mackenzie King è riuscito ad ottenere una soluzione soddisfacente; gli Stati Uniti si impegnano a continuare e anzi ad aumentare i loro acquisti di prodotti finiti in Canada, nello stesso tempo il Canada otterrà i componenti industriali per la fabbricazione di armamenti destinati alla Gran Bretagna in base al Lend-Lease Act; in tal modo i problemi finanziari del Canada sono completamente risolti.
[Si avrà così un'impressionante espansione dell'economia di guerra con enormi benefici per l'industria e l'agricoltura. Il Canada sarà in grado di fornire alla Gran Bretagna imponenti contributi in materiale bellico e prodotti alimenntari, aiuti che in totale raggiungeranno la cifra di 3,5 Mdi di dollari.]


Il periodo di addestramento previsto dal National Resources Mobilization Act (giugno 1940) viene ora esteso a tutta la durata della guerra.

 


QUÉBEC
Primo ministro
J.-A. Godbout
(1939 nov - ago 1944)
[liberale]
Sindaco di Montréal
Camillien Houde
(1928 - 1954)
[liberale di destra]
Arcivescovo di Montréal
-
Arcivescovo di Quèbec
-

1941
Aprile

-

 


 

 

ONTARIO
-
-

1941
Aprile

-

 

 


NEW BRUNSWICK
-
-

1941
Aprile

-

NOVA SCOTIA
-
-

1941
Aprile

-

MANITOBA [dal 1870]
-
-

1941
Aprile

-


BRITISH COLUMBIA [dal 1858]
[nel 1866 ha incorporato l'Isola di Vancouver e dal 1871 fa parte della confederazione.]
Primo ministro della provincia
-

1941
Aprile

-

 

ISOLA DEL PRINCIPE EDOARDO
[Dal 1873 fa parte della confederazione.]
Primo ministro della provincia
-

1941
Aprile

-

 

TERRITORIO DELLO YUKON [creato nel 1898]
   
1941
Aprile

-
ALBERTA [creata nel 1905]
   
1941
Aprile

-
SASKATCHEWAN [creata nel 1905]
   
1941
Aprile

-
[Luca Codignola-Luigi Bruti Liberati, Storia del Canada, Bompiani 1999.]

 

TERRANOVA
- 1867-1934, rimane Dominion autonomo.
- 1934, torna allo status di colonia dipendendo intieramente dalla Gran Bretagna sul piano politico ed economico.
Governatore
(1934 - 1949)
[governo commissariato]

1941
Aprile

-

 

 

UNIONE degli STATI UNITI d'AMERICA
Presidente degli Stati Uniti
F.D. Roosevelt [32°]
(1933 4 mar - 12 apr 1945)
[Pd]
Vicepresidente
H.A. Walface
(? - ott 1944)
Segretario di Stato
[Ministro degli Esteri]
-
Ministro del Tesoro
-
Ministro della Guerra
-
Presidente della Corte Suprema
C.E. Hughes
(1930 - 1941)

1941
Aprile
il presidente F.D. Roosevelt:
- estende fino a metà dell'Atlantico la zona neutrale del continente americano, proclamata nel 1939 a Panama;
- ordina alle navi da guerra americane di individuare la presenza di sommergibili tedeschi segnalandoli alla marina inglese;
- invia reparti dell'esercito americano in Groenlandia.

Lo stesso mese viene sottoscritto un trattato di neutralità tra Giappone e Unione Sovietica.

Lo stesso mese viene istituito l'OPA (Office of Price Administration) per il controllo dei prezzi.
[All'inizio, tuttavia, il Congresso si rifiuta di concedergli sufficiente autorità per cui i prezzi. specialmente dei prodotti alimentari, aumenteranno in modo preoccupante.]

 

 

[Maldwyn A. Jones, Storia degli Stati Uniti, Bompiani 1984.]

 




FBI
(Federal Bureau of Investigation)
- Direttore: John Edgar Hoover (1924-72)

1941
Aprile

-

 

 

[01] DELAWARE [dal 7 dicembre 1787] - cap. Dover
[Primo stato a ratificare la Costituzione degli Stati Uniti d'America.
Non esistono collegamenti fra chiesa e stato e una grande libertà religiosa si è affermata sin dall'inizio.]
Governatore
-

1941
Aprile

-

 

[02] PENNSYLVANIA [dal 12 dicembre 1787] - cap. Harrisburg
[Non esistono collegamenti fra chiesa e stato e una grande libertà religiosa si è affermata sin dall'inizio.]
Governatore
-

1941
Aprile

-

 

[03] NEW JERSEY [dal 18 dicembre 1787] - cap. Trenton
[Non esistono collegamenti fra chiesa e stato e una grande libertà religiosa si è affermata sin dall'inizio.]
Governatore
-

1941
Aprile

-

 

[04] - [04] GEORGIA [dal 2 gennaio 1788] - cap. Atlanta
[Già ammesso nell'Unione nel 1780 ma ratificato solo il 2 gennaio 1788.
Riammesso al Congresso il 30 marzo 1870.]
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[05] CONNECTICUT [dal 4 gennaio 1788] - cap. Hartford
Governatore
-

1941
Aprile

-

[06] MASSACHUSETTS [dal 6 febbraio 1788] - cap. Boston
Governatore
-

1941
Aprile

-

[07] MARYLAND [dal 28 aprile 1788] - cap. Annapolis
Governatore
-

1941
Aprile

-

[08] - [01] SOUTH CAROLINA [dal 23 maggio 1788] - cap. Columbia
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[09] NEW HAMPSHIRE [dal21 giugno 1788] - cap. Concord
Governatore
-

1941
Aprile

-

[10] - [08] VIRGINIA [dal 26 giugno 1788]- cap. Richmond
[Riammesso al Congresso il 30 marzo 1870]
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[11] NEW YORK [dal 26 luglio 1788] - cap. Albany
[L'anglicanesimo è la religione di stato in quattro contee.]
Governatore
-

1941
Aprile

-

[12] - [09] NORTH CAROLINA [dal 21 novembre 1789] - cap. Raleigh
[Tratto di terre immediatamente a sud della Virginia, attorno allo stretto di Albemarle.]
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[13] RHODE ISLAND [dal 29 maggio 1790] - cap. Providence
Governatore
-

1941
Aprile

-

[14] VERMONT [dal 4 marzo 1791] - cap. Montpelier
Governatore
-

1941
Aprile

-

[15] KENTUCKY [dal 1° giugno 1792] - cap. Frankfort
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[16] - [10] TENNESSEE [dal 1° giugno 1796] - cap. Nashville
[Riammesso all'Unione dall'aprile 1866.]
Governatore
-
-

1941
Aprile

-


[17] OHIO [dal 1° marzo 1803] - cap. Columbus
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[18] - [05] LOUISIANA [dal 30 aprile 1812] - cap. Baton Rouge
- 1819, Trattato Adams-Onís: stabilisce il confine con il MESSICO spagnolo: va dal fiume Sabine, nel TEXAS orientale, fino al 42° parallelo (futuro confine settentrionale della CALIFORNIA) e da quel punto, verso ovest, fino al Pacifico.
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[19] INDIANA [dal 11 dicembre 1816] - cap. Indianapolis
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[20] - [06] MISSISSIPPI [dal 10 dicembre 1817] cap. Jackson
[Riammesso al Congresso il 30 marzo 1870]
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[21] ILLINOIS [dal 3 dicembre 1818] - cap. Springfield
-
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[22] ALABAMA [dal 14 dicembre 1819] - cap. Montgomery
[Dal 18 ottobre 1867 sotto la sovranità degli Stati Uniti.]
Governatore
-

1941
Aprile

-

[23] MAINE [dal 15 marzo 1820] - cap. Augusta
-
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[24] MISSOURI [dal 10 agosto 1821] - cap. Jefferson City
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[25] - [11] ARKANSAS [dal 15 giugno 1836] - cap. Little Rock
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[26] MICHIGAN [dal 26 gennaio 1837] - cap. Lansing
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[27] - [03] FLORIDA [dal 3 marzo 1845] - cap. Tallahassee
Tra il 1810 al 1813 gli Stati Uniti hanno inglobato la maggior parte della Florida occidentale, la scia costiera che corre da New Orleans a Mobile, ma una buona parte della colonia, unitamente a tutta la Florida orientale, cioè la penisola, resta ancora sotto il dominio spagnolo.
Nel 1819, con il Trattato Adams-Onís è stata completamente ceduta agli Stati Uniti dalla Spagna.
Nel 1868 è rientrata a far parte dell'Unione.]
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[28] - [07] TEXAS [dal 29 dicembre 1845] - cap. Austin
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[29] IOWA [dal 28 dicembre 1846] - cap. Des Moines
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[30] WISCONSIN [dal 29 maggio 1848] - cap. Madison
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[31] CALIFORNIA [dal 9 settembre 1850] - cap. Sacramento
Governatore
-

1941
Aprile

-

[32] MINNESOTA [dall'11 maggio 1858] cap. Saint Paul
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[33] OREGON [dal 14 febbraio 1859] - cap. Salem
- 1845, alla fine dell'anno i 5000 coloni americani dell'Oregon organizzano un governo provvisorio e chiedono la fine del regime di occupazione comune e l'esclusiva giurisdizione americana.
- 1848, diventa territorio autonomo.
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[34] KANSAS [dal 28 gennaio 1861] - cap. Topeka
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[35] WEST VIRGINIA [dal 19 giugno 1863] - cap. Charleston
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[36] NEVADA [dal 31 ottobre 1864] - cap. Carson City
[Il 2 marzo 1861 il suo territorio era stato separato da quello dell'UTAH.]
Governatore
-

1941
Aprile

-

[37] NEBRASKA [dal 1° marzo 1867] - cap. Lincoln
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[38] COLORADO [dal 1° agosto 1876] - cap. Denver
[Territorio autonomo dal 28 febbraio 1861.]
Governatore
-

1941
Aprile

-

[39] NORTH DAKOTA [dal 2 novembre 1889] - cap. Bismarck
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[40] SOUTH DAKOTA [dal 2 novembre 1889] - cap. Pierre
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[41] MONTANA [dall'8 novembre 1889] - cap. Helena
[cap.li: fino al 1865 Bannack, fino al 1875 Virginia City.]
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[42] WASHINGTON [dall'11 novembre 1889] - cap. Olympia
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[43] IDAHO [dal 3 luglio 1890] - cap. Boise
[Territorio autonomo dal 24 marzo 1863 con cap. Boise.
Inizialmente, fino al 7 dicembre 1864, la capitale era Lexinton.]
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[44] WYOMING [dal 10 luglio 1890] - cap. Cheyenne
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[45] UTAH [dal 4 gennaio 1896] - cap. Salt Lake City
[Territoro annesso nel 1850.
Dal 2 marzo 1861 si è staccato il Territorio del NEVADA.]
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[-] Territorio delle HAWAII [dal 7 luglio 1898] - cap. Honolulu
 
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[46] OKLAHOMA [dal 16 novembre 1907] - cap. Oklahoma City
[Territorio autonomo dal 2 maggio 1890.
Con l'annessione di questo nuovo stato gli indiani sono stati espropriati del loro territorio di riserva "permanente". ]
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[47] NEW MEXICO [dal 6 gennaio 1912] - cap. Santa Fe
[Territorio autonomo dal 1846.]
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[-] Territorio dell'ALASKA [dal 1912] - cap. Juneau
[1867, 9 aprile, il senato ratifica l'atto d'acquisto del territorio dalla Russia per 7,2 Mni di dollari;
18 ottobre [Alaska day], avviene il passaggio di sovranità;
1884, diviene un distretto dell'Oregon;
1898, viene scoperto l'oro: questo fatto provoca una vera e propria invasione di cercatori d'oro; altro oro viene poi scoperto nel vicino Klondike, territorio canadese, e l'Alaska è utilizzata come base di partenza per i cercatori.]
Governatore
-
-

1941
Aprile

-

[48] ARIZONA [dal 14 febbraio 1912] - cap. Phoenix
[Territorio autonomo dal 1863, ma fino al 1886 non ci fu pace con gli Indiani.]
Governatore
-
-

1941
Aprile

-


a

 

 



1941
Aprile
GRANDI ANTILLE
- Presidente della repubblica
[mentre dal 1903 gli Stati Uniti hanno una loro base militare a Guantánamo, dal 1934 hanno rinunciato al diritto formale d'intervento stabilito dall'emendamento Platt»
1941
Aprile

-
Haiti
-
?
(? - ?)
1941
Aprile

-
- Presidente della repubblica
?
(? - ?)
1941
Aprile

-
- Governatore
?
(?-?)
[colonia britannica dal 1866]
1941
Aprile

-



1941
Aprile
Estados Unidos Mexicanos
(Stati Uniti del Messico)
[repubblica federale]
- Presidente della repubblica federale
Manuel Avila Camacho
(1940 - 1946)
[Partido de la revolución mexicana]

1941
il presidente continua l'opera del suo predecessore e rinsalda i legami con gli Stati Uniti;


1941
Aprile
Repubblica dell'America centrale
(1921)
- Presidente
-
1941
Aprile

-



1941
Aprile
- Capo del governo
-
gen. Jorge Ubico
(1931 - 1944)
(formalmente indipendente dal 1847)
1941
Aprile

-


1941
Aprile
- Presidente
gen. Maximiliano Hernández Martínez
(1931 - ?)
1941
Aprile

nella seconda guerra mondiale il paese si mantiene rigorosamente neutrale;

1941
Aprile
Honduras
- Dittatore
T. Carias Andino
(1932 - 1949)
1941
Aprile

-


1941
Aprile
- Presidente
gen. Anastasio Somoza Debayle
(1937 - 1956)
[dal 1937 le forze guerrigliere si oppongono alla dittatura della famiglia Somoza]
1941
Aprile

-

1941
Aprile
- Presidente della repubblica
?
(? - ?)
[liberale]
1941
Aprile

ritorna ora il regime liberale;

1941
Aprile
República de Panamá
(indipendente dal 1903)
- Presidente della repubblica
?
(1903 - ?)
1941
Aprile

-




1941
Aprile
- Presidente
-
[presidenze di E. Olaya Herrera, di A. López Pumarejo e di altri]
1941
Aprile

ripristinato il regime di separazione fra stato e chiesa, i presidenti liberali tentano, con alterno successo, di avviare il paese verso un regime di democrazia rappresentativa, mentre in politica estera essi si allineano sempre più con gli Stati Uniti (la cui influenza nella vita economica del paese si va sempre più estendendo).

1941
Aprile

- Presidente della repubblica

?
(1936 - ?)
[dal 1903 fino al 1938 decine di migliaia di oppositori vengono incarcerati o esiliati.]
1941
Aprile

Una graduale trasformazione del regime militare condotta tra la fine degli anni Trenta e l'inizio degli anni Quaranta da due generali di origine andina (E.L. Contreras, poi, dal 1941, I. Medina Angarita) consentono un certo sviluppo del movimento sindacale e dell'opposizione non marxista, schierando il Venezuela accanto gli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale.



1941
Aprile
República del Ecuador

- Presidente della repubblica

J.M. Velasco Ibarra
(1934 - ?)
[velasquismo]
1941
Aprile

mentre il presidente continua ad attuare riforme sociali ed economiche nel quadro di un regime autoritario, buona parte del territorio ecuadoriano viene invaso dalle forze peruviane: il protocollo di Rio de Janeiro, firmato ora sotto l'egida degli Stati Uniti, del Brasile, dell'Argentina e del Cile, non delimita con precisione la linea di confine, nella zona della cordigliera del Cóndor;



1941
Aprile

- Presidente della repubblica

O.R. Benavides
(? - 1939)
(Repubblica indipendente dal 1827)
1941
Aprile

la crisi economica del 1929-31 ha causato la restaurazione militare e la messa fuori legge del partito radicalpopulista
APRA (Alianza Popular Revolucionaria Americana), fondato da V.R. Haya de la Torre;


1941
Aprile

- Presidente della repubblica

?
(?-?)
1941
Aprile

la sconfitta nella guerra con il Paraguay, ha messo in luce l'arretratezza sociale e il marasma politico (sotto l'apparenza di successive costituzioni liberali di importaazione europea) in cui si dibatte il paese;
le reazioni della piccola borghesia al disastro del paese a cui si aggiungono le sanguinose lotte dei lavoratori, provocano un forte sviluppo del movimento nazionalista e saldano un nuovo blocco di forze della sinistra (finora caratterizzata da tendenze a ribellioni elementari dell popolazione indigena e da vivaci minoranze anarco-sindacaliste e marxiste) che, raggruppando accanto alla piccola borghesia radicale strati di operai e di contadini danno ora vita al MNR (Movimento nazionalista rivoluzionario) sotto la guida di V. Paz Estenssoro.

1941
Aprile

- Presidente della repubblica

P. Aguirre Cerda
(1938 - 1941)
[Frente Popular]
- Ministro della sanità
S. Allende Gossens
(1938 - 1941)
1941
Aprile

succede alla presidenza J.A. Ríos Morales che attua una politica di riforme sociali ed economiche che consentono una ripresa dello sviluppo a vantaggio specialmente dei ceti medi;

1941
Aprile
dal 1816 divise nelle tre colonie:
Guyana Britannica [dal 1928 ha un proprio governo rappresentativo]

- Governatore

?
(? - ?)
1941
Aprile

-
Suriname (olandese)

- Governatore

?
(? - ?)
1941
Aprile

-
Guyane Française
[già sede di una colonia penitenziaria e poi, dal 1852,
di un bagno penale (fino al 1945)]

- Governatore

?
(? - ?)
1941
Aprile

-


1941
Aprile

- Dittatore

Getulio Dornelles Vargas
(1937 - ott 1945)
[dal 1937 vige il cosiddetto Estado Nôvo, ispirato al modello corporativo-fascista portoghese]
1941
Aprile

rivolta contadina di Caldeirão (1936-38);



1941
Aprile

- Dittatore

gen. H. Morinigo
(1940 - 1948)
1941
Aprile

-


1941
Aprile

- Presidente della repubblica

R. Ortiz Lizardi
(1938 feb - giu 1942)
[conservatore]
- Presidente ad interim
R.S. Castillo
(1940 ago - giu 1942)
[conservatore]
1941
Aprile

Buenos Aires,

 



Patagonia
1941
Aprile

-

1941
Aprile
- capo militare
A. Baldomir
(1938 - 1943)
1941
Aprile

Montevideo,

 



1941
Aprile
CINA
-
Repubblica Cinese

presidente della repubblica

Chiang Kai-shek
(1935 dic - gen 1949)

[i giapponesi hanno già occupato la Manciuria, Jehoi (provincia nordorientale della Cina), Chahar e Sui-yüan;
guerra cino-giapponese (1937-45): col pretesto della situazione bellica, Chiang Kai-shek riDuce al silenzio ogni forma di opposizione interna; il Kuomintang (KMT), di cui è ora diventato presidente, nel giro di un ventennio si è trasformato da forza progressista in baluardo della conservazione.]
1941
Aprile

-
Repubblica sovietica cinese
degli operai e dei contadini

(Repubblica di Kiangsi - Cina meridionale)
presidente del PCC (Partito comunista cinese)
Mao Tse-tung
(1935 - 1949)
1941
Aprile

-

a


1941
Aprile
DAE HAN
(Corea)
[lo stato coreano ha cessato di esistere come entità autonoma nel 1910 essendo stato annesso dal Giappone;
la dominazione di Tokyo è improntata a uno spietato regime poliziesco;
è attivo comunque un movimento di resistenza nazionale che dal 1931 organizza la guerriglia antigiapponese.]
1941
Aprile

-

a





1941
Aprile
(periodo Showa: 1926-45)
Giappone

Hirohito

(Tokyo 1901-1989)
figlio di Yoshihito;
1921-26, reggente;
1926-45, imperatore del Giappone;



1941
Aprile

-

si dimette il governo Konoye e viene sostituito da quello del gen. Tojo Hideki, che prende un atteggiamento molto duro nei negoziati con gli Stati Uniti;

Lo stesso mese viene sottoscritto un trattato di neutralità tra Giappone e Unione Sovietica.

a




1941
Aprile
[colonia spagnola dal 1900, con capitale Villa Cisneros già protettorato dal 1884, le è stata annessa militarmente nel 1934 la regione di Saguia el Hamra]
-
-
1941
Aprile

-


1941
Aprile
Marocco
[dal 1912 è un protettorato della Francia che ha riconosciuto alla Spagna una zona di sua spettanza (Rif, Ifni, Tarfaya) e lasciato sul trono l'ex sultano Mulay 'Abd al-Hafiz;
con la convenzione di Parigi la città di Tangeri è stata internazionalizzata con un proprio statuto autonomo.]
Maometto V  
(Fez 1909 - Rabat 1961)
figlio di Mulay Yusuf;
la rivolta (1920-26) delle popolazioni berbere della regione Rif è stata domata ed il loro leader M. ibn 'Abd el-Krim è stato deportato nell'isola di Réunion;
1927-57, sultano del Marocco;
[alla morte del padre]

1957-61, re del Marocco;

1941
Aprile

mentre il paese continua ad opporre una strenua resistenza alla "pacificazione", il sultano si avvicina decisamente a quei movimenti che reclamano una maggiore autonomia del Marocco, non nascondendo le sue simpatie per l'Istiqlal o Partito dell'indipendenza; dal canto suo la Francia crea una residenza militare che lascia insoddisfatta ogni istanza autonomista;



1941
Aprile
Algeria
-
-
1941
Aprile

agitazione nazionalista dell'emiro Khaled, nipote di 'Abd el-Kader († Damasco 1883);

1941
Aprile
Tunisia
[con il trattato del Bardo del 1881, perfezionato nel 1883 con il trattato della Marsa, la Francia è riuscita a imporvi il suo protettorato.
Il bey conserva formalmente le sue prerogative.]
1941
Aprile

il Neo-Destur (presidente: M. Matari; segretario generale: H. Bourghiba, in carcere 1934-36), che dal 1934 si è posto come obiettivo la fine del protettorato, riceve come risposta una politica forte da parte delle autorità francesi che proibiscono i partiti nazionalisti, ne internano i principali dirigenti senza tuttavia arrestare la crescita del movimento;

1941
Aprile
LIBIA
[nome romano riesumato durante il conflitto per indicare le due regioni della Tripolitania e della Cirenaica]
– dal 1913 l'Italia esercita la sua sovranità sulla Libia;
dagli anni '20 è iniziato un vasto programma di colonizzazione delle terre coltivabili ai margini del deserto, mentre Tripolitania (1925) e Cirenaica sono state ormai "pacificate" (1931)
dal 1934 la Libia è divisa in quattro province:
Tripolitania, Sirtica, Cirenaica, e Fezzan

Governatore
LIBIA
gen. Italo Gariboldi
(1941 mar - gen 1943)

1941
seconda guerra mondiale (1940-45)
Aprile
, con la V div.ne leggera tedesca il gen. E. Rommel attacca per proprio conto le avanguardie inglesi a Marsa Brega;
2, trascinando con sé la div.ne Ariete, che da lui dipende, il gen. E. Rommel si spinge su Zuetina e poi su Agedabia;
3, le colonne del gen. E. Rommel sono già a Ghemines…
4, … e a Bengasi, costringendo le truppe inglesi alla ritirata;
mentre il gen. Italo Gariboldi ha tentato inizialmente con telegrammi disperati di fermare il gen. E. Rommel, ora il Comando Supremo approva l'azione di quest'ultimo e ordina al gen. Italo Gariboldi di appoggiarlo con tutte le forze disponibili;
senza continuare l'inseguimento diretto, il gen. E. Rommel (ammaestrato dalla seconda campagna libica) avanza con quattro colonne che, dal fronte Bengasi-Agedabia puntando al golfo di Bomba, mirano a tagliare la ritirata degli avversari. Raggiunti a Msus e a el-Mechili, gli inglesi sono battuti e si rifugiano a Tobruk ed oltre il confine.
10, le avanguardie italo-tedesche sono davanti a Tobruk dove gli inglesi sono asserragliati con l'appoggio di unità della marina; la piazza,pertanto, viene bloccata mentre reparti italiani di avanguardia procedono su Bardia;
13, viene rioccupata Bardia;
15, viene rioccupata Sollum.
La riconquista della Cirenaica è costata agli inglesi gravi perdite fra cui quasi 3.000 prigionieri con 7 generali:
. gen. O'Connor,
. gen. Neame,
. ecc.
[Intanto il 18 si arrende la Jugoslavia e il 22 la Grecia.]



Muhammad Idris al-Mahdi al-Sanusi
-

(Giarabub 1890 - Il Cairo 1983)
1917-22, capo della confraternita dei Senussi;
1923-48, č costretto all'esilio;


1948, emiro di Cirenaica;
1950-69, re di Libia(Idris I);



1941
Aprile
Faruk  
(Il Cairo 1920 - Roma 1965)
figlio di re Fu'ad I;
1936-52, re d'Egitto;



1951-52, re d'Egitto e del Sudan;
- Primo Ministro
'Ali Mahir
(1939 ago - ?)
- Ambasciatore britannico
sir Miles Lampson
(1936 - 1946)
1941
Aprile

-

1941
Aprile
Sudan
[dalla convenzione del 18 gennaio 1899, il paese è stato costituito in "condominio" anglo-egiziano, di fatto in possedimento britannico;
dal 1924 la White Flag League fondata da Ali Abd al-Latif (condannato a tre anni in carcere lo stesso anno) ha abbandonato il programma unitario della Valle del Nilo e adottato una nuova strategia orientata verso l'obiettivo di una nazione sudanese autonoma.]
-
?
(?-?)
1941
Aprile

-


1941
Aprile
Guinea-Bissau
[colonia autonoma portoghese dal 1879, i suoi confini (rettilinei e artificiosi di evidente origine coloniale) con l'Africa Occidentale Francese sono stati regolati nel 1896.]
-
?
(?-?)
1941
Aprile

-


1941
Aprile
Africa Occidentale Francese
(AOF – 1895-1958)

[possedimenti retti, dal 1895, da un governatore generale, dipendente dal ministero delle colonie, in forma accentuatamente centralizzata]

- Governatore generale
?
(? -?)
Senegal [sotto controllo francese dal 1817, sottomesso e pacificato dal 1865.] cap. Dakar.
1941
Aprile

-
Mauritania [protettorato francese dal 1904, il territorio vi è stato annesso dal 1920 ma le autorità coloniali non verranno mai completamente a capo dello spirito d'indipendenza mauro]
1941
Aprile

-
Sudan francese [ex Senegal-Niger dal 1904, nel 1921 è tornato al suo nome originario.]
1941
Aprile

-
Alto Volta [1932-47, la colonia è soppressa e smembrata tra Costa d'Avorio, Sudan Francese e Niger]
1941
Aprile

-
Niger [completamente colonizzato dal 1920] cap. Zinder.
1941
Aprile

-
Guinea Francese [protettorato francese dal 1889, è sorta la città di Conakry nel 1890; colonia francese dal 1891;
con l'acquisizione dell'isola di Los nel 1904 ha assunto il suo assetto territoriale definitivo.]
1941
Aprile

-
Costa d'Avorio [colonia francese dal 1893.]
1941
Aprile

-
Dahomey [annesso dal 1899 ma, completamente, dal 1916]
1941
Aprile

-

1941
Aprile
Sierra Leone
[colonia inglese dal 1808.]
- Governatore
?
(?-?)
1941
Aprile

-

1941
Aprile
[ex Monrovia, è una repubblica indipendente dal 1847, con una costituzione modellata su quella statunitense ma con il predominio dell'elemento nero-americano su quello autoctono;
nel 1857 al paese si è unita l'ex colonia formatasi a capo delle Palme nel 1833.]
-
-
1941
Aprile

-


1941
Aprile
Costa d'Oro
[colonia della corona britannica dal 1874; nel 1922 si è ingrandita con l'annessione dell'ex Togo tedesco, la parte occidentale (Togoland) del territorio;]
- Governatore
-
1941
Aprile

-

1941
Aprile
Togo
[sotto mandato francese dalla fine della prima guerra mondiale, dal 1922 il territorio comprende solo la parte orientale dell'ex Togo tedesco e mantiene una distinta fisionomia giuridica.]
?
(?-?)
1941
Aprile

-


1941
Aprile
comprende i due ex protettorati britannici;
all'unità amministrativa della federazione non corrisponde tuttavia una reale integrazione etnico-culturale del paese;
Nigeria settentrionale [territori haussa, riuniti dal 1900]
-
-
1941
Aprile

-

Nigeria Meridionale [territori degli Oil Rivers (dal 1849), di Lagos (dal 1861) e Benin (dal 1897), riuniti dal 1906]
-
-
1941
Aprile

all'unità amministrativa della federazione non corrisponde tuttavia una reale integrazione etnico-culturale del paese, resa ora, nel primo dopoguerra, ancora più improbabile dall'accessione, sotto mandato britannico, di un quinto del Camerun tedesco;
ulteriori elementi di divisione si portano avanti dal 1922;






1941
Aprile
Camerun
[dal 1920 l'ex protettorato franco-britannico è diviso in due mandati coloniali previsti dal trattato di Versailles]
Njoya
-
(? - ?) c
1883-1933, re dei bantu;

Mandato (1) [alla Gran Bretagna, la porzione nordorientale, circa un quinto del paese]
1941
Aprile

-
Mandato (2) [alla Francia, il resto (ha recuperato anche i territori ceduti nel 1911)]
1941
Aprile

dal 27 agosto 1940 ha aderito alla Francia libera;

1941
Aprile
Africa Equatoriale Francese
(1910-1958)
1910, la Francia crea questa nuova unità amministrativa che, pur mantenendo a Brazzaville la sede del governatore generale, è divisa in quattro ripartizioni:
Medio Congo [ex Congo Francese»
-
1941
Aprile

André Matsua, fondatore nel 1925 della Société amicale des originaires de l'Afrique Equatoriale Française e finora sopravvissuta nella clandestinità, si trova ora arruolato nell'esercito francese;
nuovamente arrestato sotto l'imputazione di "intelligenza col nemico" è ricondotto a Brazaville. Qui tutti gli esponenti del movimeno amicale, divenuti fautori sempre più decisi delle rivendicazioni autonomiste delle popolazioni Bakongo, sono condannati a morte e fucilati.

Gabon [già assorbito dal Congo Francese nel 1888 e ora separato]
-
1941
Aprile

-
Ubangi Sciari (Oubangui-Chari) [ex Impero Centrafricano, diventato colonia francese dal 1905]
-
1941
Aprile

-
Ciad [pur annesso dalla Francia, la resistenza all'interno continuerà fino al 1917]
-
1941
Aprile

Durante la seconda guerra mondiale la colonia aderisce alla Francia libera.




1941
Aprile
Congo Belga
[colonia dello stato belga dal 1908]
(capitale: Lépoldville)
[il territorio dello Zaire, già sede (ancor prima dell'arrivo dei portoghesi) di importanti regni autoctoni quali quello del Congo, di Kuba, Luba, Lunda:
- nel 1880 è stato posto sotto il controllo dell'Associazione internazionale per il Congo, promossa da Leopoldo II re del Belgio;
- 1885-1908, sotto la sovranità (esercitata a titolo personale) di Leopoldo II re del Belgio.]
Governatore
-
1941
Aprile

Nel periodo tra le due guerre vengono estese le piantagioni ed avviato lo sfruttamento delle ricchissime risorse minerarie, senza che ciò comporti alcun miglioramento del livello di vita delle popolazioni indigene e delle condizioni igienico-sanitarie.
Katanga [regione sudorientale, annessa militarmente dai belgi nel 1891 sotto l'egida della Compagnie du Katanga istituita da re Leopoldo II.]
1941
Aprile

nella zona dell'attuale Jadotville, la Union Minière:
- nel 1917, a Likasi, ha aperto un'altra grande miniera di rame (dopo quella iniziale a Elisabethville);
- nel 1921, a Panda, ha installato un concentratore di minerale;
- nel 1928, a Shituru, ha inaugurato un nuovo complesso industriale, di gran lunga il maggiore del Congo e fra i più imponenti dell'intera Africa.
ll complesso industriale [intitolato a Jean Jadot] forma una delle capitali mondiali del rame.
Ruanda-Urundi [dal 1919 sotto amministrazione belga, nel 1925 è stato annesso alla colonia.]
1941
Aprile

-







1941
Aprile
ETIOPIA
[il paese è annesso all'impero coloniale italiano dal 1936]
[Abissinia: con il termine si intende indicare la regione etiopica (comprendente il Tigré, lo Scioà, l'Amara e il Goggiam) che si estende a Nord del fiume Auasc e dello spartiacque tra l'Omo e l'Abbai]
-

(Harar 1891 - † 1975)
Tafari Makonnen, figlio secondogenito del principe Makonnen e nipote di Menelik II;
1930-75, imperatore di Etiopia;
negus neghesti
(re dei re);
1941
Febbraio

dal 4 Luglio 1940 si trova a Khartum;

Viceré
Governatore Generale
civile e militare

(dal 21 lug 1940)
Amedeo di Savoia
duca d'Aosta
(1937 nov - nov 1941)
vicegovernatore civile
Daodiace
(1940 21 giu - ?)
vicegovernatore militare
gen. Trezzani
(1940 21 giu - ?)
[da agosto 1940, in pratica, il vero comandante in capo delle truppe dell'A.O.I. in guerra.]

1941
seconda guerra mondiale (1940-45)
Aprile
3
, il Vicerè e lo S.M. lasciano Addis Abeba per l'Amba Alagi; viene costituito un comando scacchiere Alagi-Dessié al comando del gen. L. Frusci, reDuce dall'Asmara, il quale si stabilisce a Ualdià; le truppe alle sue dipendenze sono:
- 211° Rgt,
- 1 battaglione di Carabinieri,
- 1 battaglione avieri,
- 1 battaglione del genio,
- alcune batterie;
queste truppe, assieme a qualche profugo da Cheren, raggiungono i 4000 uomini; ne assume il comando il gen. Marino Valletti-Borgnini;
nello Scioà vengono lasciati, per tenere a freno i ribelli che si stanno moltiplicando:
- 10 battaglioni coloniali,
- 4 battaglioni di Camicie Nere,
- 3 squadroni nazionali Neghelli;
a Dessié si trovano alcuni reparti, principalmente due battaglioni di Camicie Nere, il 3° e il 13°, quest'ultimo composto in gran parte di coloni locali.
Occupata Addis Abeba, la 1ª brigata sudafricana al comando superiore del gen. Wetherall muove verso Dessiè preceduta da formazioni motorizzate di briganti abissini raccolti nell'Ancoberino: circa 6.000 uomini ripartiti in tre battaglioni (Campbell Scouts) armati di fucili e mitragliatrici inglesi e inquadrati da ufficiali inglesi;
davanti all'Amba il loro numero si va ingrossando;
il loro movimento viene arrestato dalle forze italiane.

6, il gen. Cunningham riceve l'ordine di occupare Addis Abeba prima che entri in città Hailé Selassiè, che gli inglesi hanno trattenuto prima a Khartum e poi a Debra Markos.
Il gen. Wingate, comandante delle truppe britanniche e sudafricane (bianche) che occupano l'Etiopia, teme che il movimento di resistenza liberi la città prma delle forze alleate.
Il gen. Cunningham permette ai quarantamila italiani residenti in Addis Abeba di conservare le armi. Sudafricani bianchi pattugliano la città per paura dei partigiani etiopici.

20, inizia il combattimento a Combolcià;
27, a causa delle forze impari, il gen. L. Frusci fa ritirare le sue truppe e gli inglesi raggiungono Dessiè;
[Perdite italiane 223 morti, di cui 90 coloniali; perdite inglesi 140 bianchi morti senza contare i molti briganti e i molti feriti sudafricani curati poi dai medici italiani negli ospedali italiani.]
mentre viene fatta saltare la galleria Ualdià, interrompendo così sensibilmente il traffico stradale, una parte dei difensori ripiega sull'Amba-Alagi;
il vicerè, lasciata Mai Ceu, si ritira nel ridotto "Toselli"; contemporaneamente arrivano a Quoram i ca 10.000 uomini di ras Seium Mangascià che iniziano stragi e saccheggi;

- tra il gennaio e il novembre 1941 i territori dell'AOI sono occupati da truppe inglesi, che provocano così lo sfaldamento dell'apparato coloniale italiano. -

ERITREA
[colonia italiana dal 1° gennaio 1890, con il fiume Mareb come confine con l'Etiopia, è integrata nell'AOI dal 1936]

1941
Aprile
, il gen. Platt occupa Asmara; il gen. L. Frusci, comandante dello scacchiere nord, si ritira a Mai Ceu;
le truppe inglesi della 7ª brigata e i mercenari francesi (arrestatisi a nord delle posizioni italiane di Cheren) puntano con la loro colonna di sinistra su Massaua dove rifluiscono parte dei reduci di Cheren, di Ad Teclasan e di Asmara;
la piazza di Massau è agli ordini del contrammiraglio Bonetti che cerca di preparare a difesa la piazza stessa anche se la caduta di Gondar, Cheren e di Asmara ha segnato ormai anche la sorte di Massaua;
si decide pertanto di affondare i piroscafi che si trovano nella rada, di far partire per Bordeaux i 4 S.M.G. superstiti (riforniti poi in mare da navi tedesche) e di inviare al Madagascar e al Giappone i due incrociatori ausiliari (Bananiere Ramb I e II) e le tre motonavi che sono nel porto, nonché la R. Nave coloniale Eritrea.
Tutte le unità si salvano e giungono ai porti prestabiliti tranne il Ramb I fermato da un incrociatore inglese.
Quanto alla squadriglia di C.T., non potendosi salvare, prima di autoaffondarli si decide di inviarli all'attacco di Perim o di Port Sudan.
Da Roma si combina un'azione concorrente di tali navi e di aerei tedeschi, partenti da Rodi, su Suez. Inizialmente accettata, questa operazione subisce delle variazioni in seguito al mancato appoggio degli aerei tedeschi e altri inconvenienti tra cui la distruzione del C.T. Leone dopo aver urtato uno scoglio sconosciuto; rientrati a Massaua si decide che i C.T. portino l'attacco a Port Sudan;
2, nel pomeriggio, mentre le forze inglesi già attaccano la piazza di Massaua, i C.T. partono ma sono subito segnalati subito dall'aviaizone inglese;
3, all'alba, attaccati dall'aviazione inglese, i C.T. Battisti, Pantera e Tigre, più o meno avariati, si dirigono alla costa araba ove si autoaffondano; i due C.T. superstiti Sauro e Manin continuano la rotta sempre sotto gli attacchi aerei inglesi; il Sauro, ripetutamente colpito, si affonda capovolgendosi; il Manin pure affonda: una parte dell'equipaggio con il cap. di fregata Araldo Fadin, comandante della Squadriglia, viene raccolto da una nave inglese dopo tre giorni di atroci peripezie.
3-8, gli inglesi, giunti davanti a Massaua con le truppe anglo-francesi del gen. Briggs (Rgt Royal Sussex, 7ª brigata anglo-indiana, 2 bgl. francesi) intimano la resa col solito sistema del ricatto: non nutriranno i 40.000 italiani dell'Asmara se l'ammiraglio danneggerà le navi e le installazioni; naturalmente il contrammiraglio Bonetti risponde con un rifiuto e distrugge tutto quanto possa servire al nemico;
nel frattempo la piazza è difesa dai reduci dell'Altipiano (500 Granatieri, 700 Guardie ed ascari di Finanza, 320 Camicie Nere, un migliaio di marinai e 200 dispersi di reparti nazionali);






1941
Aprile
SOMALIA
Somalia Francese [colonia francese dal 1896]
il porto di Gibuti (1888) è collegato per ferrovia alla capitale etiopica Addis Abeba (1897-1917);
[situata in territorio dancalo e non propriamente somalo]
1941
Aprile

-
Somalia Britannica
[SOMALILAND - protettorato inglese dal 1884, da marzo 1941 il territorio è integrato alla ex Somalia italiana]

1941
Aprile

-

 

 

Somalia Italiana
[protettorato italiano dal 1889, sotto la piena responsabilità del governo italiano dal 1905, colonia italiana dal 1927, integrata nell'AOI dal 1935,]
[integrato alla Somalia Britannica da marzo 1941»

1941
Aprile

-

 

 


1941
Aprile
Africa Orientale Britannica
(IBEAImperial British East Africa)
Uganda [protettorato britannico dal 1894]
-
-
1941
Aprile

formalmente diviso in quattro regni federati, è uno dei possedimenti più prosperi della Gran Bretagna in Africa;

Kenya [nome ufficiale solo dal 1920]
-
-
1941
Aprile

sono appena arrivate in Kenia la II e la V brigata sudafricana e il gen. Cunningham comincia a costituire la 1ª div.ne sudafricana (gen. Brink);



1941
Aprile
Africa Orientale Tedesca
(Deutsch-Ost-Afrika)
Ruanda-Urundi
-
-
1941
Aprile

[dal 1919 il Burundi con il contiguo regno del Ruanda sono sotto l'amministrazione belga [Mandato B].
il territorio viene annesso al Congo Belga;
Tanganica [dalla fine del primo conflitto mondiale (novembre 1918) il territorio è attribuito dalla Società delle Nazioni in mandato [Mandato B] alla Gran Bretagna che concede una relativa autonomia interna.]
-
-
1941
Aprile

-

1941
Aprile
Zanzibar
[protettorato (assieme all'isola di Pemba) dal 1890 e colonia dal 1913 della corona britannica]
-
-
1941
Aprile

-


1941
Aprile
Angola
- Governatore
?
(? - ?)

1941
Aprile

-


1941
Aprile
Rhodesia
1941
Aprile

ribattezzato Rhodesia dal 1895 in onore di Cecil J. Rhodes;
dal 1890 la British South Africa Chartered Co., società fondata da Cecil J. Rhodes, ha ottenuto da re LoBenguella la concessione esclusiva di sfruttamento venticinquennale del territorio del protettorato sui maTabele;
Rhodesia del Nord-Ovest [protettorato dal 1899, dal 1914, è uno dei più poveri possedimenti britannici]
-
-
1941
Aprile

passata ora sotto il controllo statale, mantiene lo status di protettorato, dipendendo dal Foreign Office e restando in gran parte sotto il controllo della Compagnia ; [vedi 1948»

Rhodesia del Sud [protettorato dal 1911]
-
-
1941
Aprile

passata sotto il controllo statale nel 1923, si è rifiutata d'integrarsi nell'Unione Sudafricana divenendo colonia autonoma della corona e godendo così di maggiore libertà amministrativa; a forte immigrazione bianca, adotta una legislazione razziale analoga a quella sudafricana (apartheid) sancendo la completa esclusione dell'elemento indigeno dalla vita politica del paese;
[la situazione rimarrà così fino al secondo dopoguerra: vedi 1953]

1941
Aprile
[l'ex territorio Malawi, protettorato britannico dal 1891, che aveva assunto formalmente il nome British Central Africa
nel 1893, ha assunto questo nuovo nome nel 1907]
-
-
1941
Aprile

sin dall'inizio del secolo fermenti antibritannici sono già sorti e ora si diffondono a causa dell'indiscriminata diffusione delle piantagioni coloniali a scapito delle colture alimentari per il fabbisogno della popolazione (in costante aumento);
gli inglesi devono far fronte ad una sollevazione popolare guidata dal pastore protestante nero John Chilembwe;
[vedi 1944]


1941
Aprile
Mozambico
[già nel 1891 il Portogallo completava la conquista delle regioni interne ma solo nel 1915 è riuscito a pacificarle;
nel 1923 ha integrato il triangolo di Kionga, già possedimento tedesco sino alla fine della prima guerra mondiale.]
-
?
(? - ?)
1941
Aprile

-


1941
Aprile
Madagascar
(Imérina)
[annesso alla Francia dal 1896]
- Governatore
Cayla
(? - ?)
1941
Aprile

mentre Cayla, governatore del paese, aderisce al governo di Vichy, il VVS, la società segreta organizzata tra i volontari malgasci dell'esercito francese, diretto da J. Ralaimongo assume posizioni più nette rispetto a quelle già tenute durante la prima guerra mondiale;




1941
Aprile
Unione Sudafricana
[dominion britannico a struttura federativa dal 1910 ma indipendente sul piano internazionale (statuto di Westminster, 1931)]
- Primo ministro
J.C. Smuts
(1939 - 1948)
[Partito afrikaner (unionista)]
dal 1912 si è costituito il SANNC (South African Native National Congress) – dal 1925 mutato in ANC (African National Congress) – formazione politica nera;
dal 1913 è in vigore il Native Land Act che consente al primo ministro di coinvolgere l'elemento boero nella prima guerra mondiale a fianco dell'Inghilterra;
dal 1914 è abolita l'imposta discriminatoria nei confronti degli indiani del Natal;
dal 1918 si è annessa con una serie di decisioni unilaterali l'ex colonia tedesca dell'Africa del Sud-Ovest, ricevuta invece in amministr azione fiduciaria dalla Lega delle Nazioni; nel tentativo di diminuire il costo del lavoro nell'industria mineraria colpita da recessione in conseguenza del declino del gold standard, il primo ministro fa ricorso alla manodopera africana semispecializzata;
mentre dal 1925 l'afrikaans ha rimpiazzato l'olandese come seconda lingua ufficiale dell'Unione, sono in vigore: Native Land Act (dal 1913) e Colour Bar Act (dal 1926);
dal 1934 il Partito afrikaner (unionista) di J.C. Smuts e il Nationalist Party (nazionalista) di J.B.M. Hertzog si sono fusi nell'United Party favorendo così l'aggregazione in partito politico della destra ultrarazzista e apertamente filonazista di D.F. Malan (Purified Nationalist Party) a cui nel 1936 Hertzog e Smuts hanno dovuto concedere il Representation of Natives Act che sospende i diritti politici della comunità nera;
grazie alla posizione favorevole all'ingresso del paese nel congflitto a fianco degli alleati (80 voti contro 67)

1941
Aprile

Il CPSA (Communist Party of South Africa) dispone di un giornale di propaganda bellica, il «Guardian» (ora conta su 400 iscritti che saliranno a 1500 nel dicembe 1943);

 




1941
Aprile
Regno Arabo Saudita
[dal 27 set 1932]
'Abd al-'Aziz III o ibn Sa'ud
Albero genealogico
(Riyadh 1887-Taif 1953)
discendente della dinastia wahhabita dei Banu Sa'ud;
1891, la dinastia viene scalzata dalla capitale Riyadh a opera dei rivali Banu Rashid del Gebel Shammar;
1902-13, ristabilisce con una serie di campagne l'unità del Neged, intraprendendo dopo il crollo dell'impero ottomano l'unificazione della penisola arabica;
1915-18, prima guerra mondiale: pur avendo stipulato un accordo di alleanza con la Gran Bretagna (1915), si mantiene neutrale dedicandosi al consolidamento interno dello stato, da lui organizzato sulla base di colonie agricolo-militari di contadini soldati legati al sovrano da un patto ("fratelli fedeli");
1918, approfitta dei contrasti anglo-francesi nel Vicino Oriente per sviluppare una tempestiva politica di annessioni;
1919, si annette il Gebel Shammar;
1924, si annette la Mecca;
1925, si annette Gidda;
1926, re del Higiaz;
1927-32, re del Higiaz e del Neged;
[… e dipendenze];
riconosciuto al congresso musulmano universale della Mecca, ottiene anche il riconoscimento della Gran Bretagna (trattato di Gidda);
1932 (27 settembre) procede alla piena integrazione dei suoi possedimenti dando ad essi il nome di Regno Arabo Saudita;
1932-53, re dell'Arabia Saudita;

1941
Aprile

-


1941
Aprile
Emirato di Transgiordania
Abdullah o 'Abd Allah ibn al-Husayn 
(La Mecca 1882 - Gerusalemme 1951) secondogenito del re del Higiaz Husayn ibn 'Ali, della dinastia degli Hashimiti o Hashemiti;
1920, re dell'Iraq;
[designato dal Congresso panarabo di Damasco]
1921, deve cedere il trono iracheno al fratello maggiore Faysal, espulso dalla Siria dai francesi, ottenendo in cambio l'emirato autonomo di Transgiordania, sotto mandato britannico;
1921-46, emiro di Transgiordania [sotto mandato britannico];
1933, dopo la morte del fratello Faysal, ne riprende il progetto di creazione di una "grande Siria" (Transgiordania, Palestina, Libano e Siria) rinsaldando a tale scopo l'alleanza con la Gran Bretagna;

1946-51, re del Regno hashemita del Giordano;
1941
Aprile

seconda guerra mondiale (1939-1945): a fianco della Gran Bretagna contro la Germania;


1941
Aprile
[nel 1936 i governi di Beirut e di Parigi hanno concluso un trattato che ha posto fine al regime mandatario (dal 1920), non ratificato tuttavia dal governo francese;
dallo stesso periodo il maronita Pierre Gemayel guida le Falangi libanesi]
- Presidente
?
(? - ?)
1941
Aprile

coinvolta nel secondo conflitto mondiale, da luglio 1940 subisce l'occupazione delle forze collaborazioniste francesi di Vichy;



1941
Aprile
[posta dal 1920 sotto mandato francese dalla Società delle Nazioni e poi divisa in tre distretti autonomi;
dal 1930 è una repubblica parlamentare con la Francia quale supervisore degli affari esteri e della sicurezza.]
 

1941
Aprile

coinvolta nel secondo conflitto mondiale, da luglio 1940 subisce l'occupazione delle forze collaborazioniste francesi di Vichy;


1941
Aprile
[dal 1922 la regione è stata attribuita in mandato dalla Società delle Nazioni alla Gran Bretagna, sulla base del piano di spartizione del levante convenuto da inglesi e francesi (accordo Sykes-Picot);
l'orientamento dell'amministrazione britannica, legandosi sin dall'inizio:
- sia agli ambienti sionisti ("dichiarazione Balfour" del 1917),
- sia al movimento nazionalista arabo in funzione antiturca,
ha creato attriti acuti tra le due comunitŕ, che dal 1920 vanno organizzandosi sul piano militare dando vita a violenti scontri.]
 
1941
Aprile

i continui scontri tra palestinesi ed israeliani sfociano, dopo il massiccio afflusso nella regione di ebrei profughi dalla Germania nazista, in guerra aperta (disordini arabi del 1936-39);
l'accresciuta importanza strategica del Vicino Oriente in conseguenza dello sviluppo dell'industria petrolifera, inducono il governo inglese ad un tardivo ripensamento (conferenza della tavola rotonda del febbraio-marzo 1939) e a formulare la proposta, respinta dagli interessati, di istituire uno stato arabo palestinese indipendente, nell'arco di un decennio (libro bianco del maggio 1939);



1941
Aprile
Iraq
[dal 1930 l'Iraq è "formalmente" indipendente e dal 1932 fa parte della Società delle Nazioni;
[rimane infatti ancora legato alla Gran Bretagna da un trattato 25le in base al quale gli inglesi mantengono il controllo degli aeroporti militari, e inglesi rimangono i quadri dell'amministrazione e dell'esercito.]
Ghazi I

(? - ?)

1933-39, re dell'Iraq;


- Primo Ministro
Rashid 'Alì al-Kilani
(apr - giu)
1941
1936-41: sette colpi di stato;

Aprile
3
, dopo il colpo di stato del mese scorso, Rashid 'Alì al-Kilani [o Rašid 'Ali al-Gaylani] diventa primo minisitro in un governo con tendenze favorevoli dell'Asse.
Il reggenre Nuri al-Said e altri politici di spicco devono lasciare il paese.
Il veto posto dal governo a una richiesta britannica di poter far passare le truppe sul territorio iracheno in base alle condizioni del trattato anglo-iracheno porta ad aperte, anche se moderate ostilità. Le truppe irachene circondano la base britannica di Habbaniyyah. Tuttavia l'opinione pubblica irachena è divisa e incerta, e la promessa d'aiuto da parte dell'Asse ai ribelli è troppo modesta e giunge troppo tardi.
Un piccolo corpo indiano viene fatto sbarcare a Bàssora per congiungersi con le truppe arabe provenienti dalla Transgiordania al comando di Glubb Pascià.

Guerra anglo-irachena (apr-giu).
Kurdistan (iracheno)
1941
Aprile

-



1941
Aprile
Iran
[mentre dal 1928 sono state annullate tutte le concessioni di extraterritorialità, dal 1933 è stato rinegoziato l'accordo con la AIOC (Anglo-Iranian Oil Company) che continua a sfruttare (1909-51) gli ingenti giacimenti petroliferi.]
Reza Khan Pahlavi

(Sevad Kuh, Mazandaran 1878 - Johannesburg 1944)
1925, rafforzato il proprio potere personale e deposto l'ultimo sovrano della dinastia Qajar, assume per sé e per la propria famiglia la corona imperiale;
1925-41, sciŕ dell'Iran;
[legittimato dal parlamento e dall'appoggio dell'esercito]
il suo regno segna una tappa cruciale nel processo di trasformazione della Persia dalla monarchia feudale in moderno stato nazionale;
tutti i diritti feudali vengono aboliti;


1941
Aprile

-


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"Operazione Westlichwind"

Aprile
Gabriel [Siegfried] Ascher si riunisce a Berlino con il ten.col. Joachim Rohleder per ricevere il denaro necessario per la sua missione a Roma. Prima di partire telefona al nunzio vaticano, il card. Cesare Orsenigo, affinché gli consegni una lettera di presentazione. La lettera è diretta all'influente sostituto della Segreteria di Stato del Vaticano, mons. Giovanni Battista Montini. In una sola settimana Gabriel [Siegfried] Ascher viene ricevuto da mons. G.B. Montini, da p. Robert Leiber e da mons. Kaas. Grazie alla sua copertura come giornalista specializzato in affari della Chiesa, all'inizio nessuno sospetta di lui.
Ma p. Robert Leiber dubita che una persona di origine ebrea possa muoversi liberamente in Germania, per cui contatta il suo agente Nicola Storzi, "il messaggero", affinché raccolga il maggior numero di informazioni possibili su Gabriel [Siegfried] Ascher.
Alla fine Robert Leiber informa mons. G.B. Montini che il suo agente dell'Entità in Germania gli ha comunicato che Gabriel [Siegfried] Ascher è un pericoloso agente della Gestapo.

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