Papa Pio XII
(1939-58)
- segretario di Stato: card. L. Maglione
(1939 mar-ago 1944);
- responsabile dell'Entità:
card. P.
Fumasoni Biondi.
1940
Marzo
9, sabato, mons. Domenico Tardini
scrive in una nota:
«Lunedì 11, von
Ribbentrop si recherà dal S. Padre. L'udienza è stata
preparata segretamente da parecchio tempo, tramite il principe
d'Assia [Filippo d'Assia marito
di Mafalda di Savoia, che ha fatto spesso
da intermediario fra Berlino e Roma], credo, e a
mezzo X.
Il Santo Padre consegnò 5 punti quali desiderata della Santa sede
(tutti preparati da Lui personalmente e finora ignoti all'ufficio). Il
Governo tedesco dichiarò che potevano costituire una base.
Ieri l'ambasciatore è andato (dopo tanti mesi) personalmente dal
cardinale a chiedere la udienza. Ha detto che si tratta di una visita
di cortesia senza éclat, ma… con gli onori dovuti.
Il Santo Padre, che aveva saputo tutto da X, si è molto angustiato.
Non spera molto da questa visita.
Oggi il cardinale (dopo essersi inteso con me) ha consigliato di dare
a Ribbentrop un appunto scritto come sunto
della conversazione. Ciò per impedire uno sfruttamento dell'udienza
da parte dei tedeschi – cosa più che possibile – e per pubblicare
un giorno, a prova di quello che il S. Padre ha deplorato, ha chiesto
per il bene delle anime e per il compimento del suo dovere apostolico».
11, lunedì, Pio XII rassicura
J. von Ribbentrop,
ministro degli Esteri tedesco, sul fatto che la Chiesa non ha alcuna obiezione
da muovere al regime nazista: desidera soltanto che rispetti il concordato
del 1933.
Lo stesso giorno mons. Domenico Tardini stende
una nota sulla conversazione.
18, quando, B.
Mussolini si incontra al Brennero con A.
Hitler, G. Ciano sul suo diario annota: «Per
quanto ci riguarda, l'incontro
non ha sostanzialmente alterato la nostra posizione», e
lo comunica al
Vaticano, agli SUA ed al Regno Unito (Diario del 19 marzo 1940) ma, successivamente
(una parte del colloquio non ha avuto testimoni), ha l’impressione
che il suocero si sia ormai “compromesso” con l’alleato tedesco, e si
precipita ad
informarne il Nunzio apostolico in Italia, Borgognoni
Duca, come apprendiamo
dalla nota 27 marzo 1940 di quest’ultimo al card. L.
Maglione.
FUCI
(Federazione universitaria cattolica italiana)
«segue da 1939»
1940, nata e sviluppatasi come associazione d'élite, inquadrata nell'
"Opera dei congressi",
al suo interno si formano numerosi esponenti cattolici della classe dirigente
italiana;
guardata a vista dal regime fascista, si deve occupare solo di religione;
1939-42, presidente Aldo Moro;
1940, giugno, Giulio Andreotti è direttore
del periodico «Azione Fucina»;
assistenti ecclesiastici:
. mons. Guido Anichini,
. don Emilio Guano,
. don Franco Costa;
«segue 1941»
|
Torna su |
Operazione
Amtlich Vatikanische
1940
Marzo
il gesuita Robert Leiber, decide di comunicare
a Joseph Müller che Pio
XII ha deciso di riceverlo nei suoi appartamenti privati al Palazzo
Apostolico; alla riunione assiste anche sir D'Arcy
Osborne, l'ambasciatore britannico presso la Santa Sede.
Il tedesco racconta tutta la storia al papa e all'ambasciatore e racconta
come è stata organizzata l'operazione;
dopo che sir D'Arcy Osborne ha informato
il Foreign Office, il governo britannico si dimostra scettico sulla credibilità
e sulle motivazioni dei cospiratori; Winston Churchill
crede che non abbiano abbastanza appoggio tra i militari e la popolazione
civile per realizzare con successo un colpo di stato contro A. Hitler e gli eventi gli danno ragione.
Per dimostrare la buona fede dei cospiratori Joseph
Müller si reca in tutta fretta a Roma per informare il papa
che A. Hitler
si prepara a intraprendere una campagna militare contro la Francia, passando
attraverso il territorio olandese e quello belga; il papa ordina allora
di mettere in allerta la sua nunziatura a Bruxelles e all'Aia, nonché
i governi di entrambe le nazioni.
«segue maggio 1940» |