©

Il Viandante

in rete dal 1996


Se ti siamo stati utili effettua una

Nuova Ricerca

ANNO 1990

STORIA e POLITICA RELIGIONE e FILOSOFIA ARTE

Bancarella Libri usati

Cosa Nostra
SCIENZE ECONOMIA LETTERE e TEATRO CINEMA
Radio-TV

Papa Giovanni Paolo II
(1978-2005)

segretario di Stato: cardinale Agostino Casaroli;

direttore dell'Entità e di Sodalitium Pianum: mons. Luigi Poggi;

ONU
Organizzazione delle nazioni unite

1990, New York,
segretario generale:
- 1981-91, Javier Perez de Cuellar.

accordo di Schengen

«segue da 1985»
1990, 19 giugno, l'accordo del 1985 tra i rappresentanti di alcuni stati membri dell'Unione europea:
- Belgio,
- Francia,
- Germania,
- Lussemburgo,
- Paesi Bassi,
viene formalizzato in una Convenzione alla quale aderisce anche:
- Italia (1990)
«segue 1991»


Torna su



1990
UNIONE EUROPEA
III LEGISLATURA - (1989-1994)
Stati Membri
Seggi
[dal 1952]
       
01
Belgio      
24
02
Francia      
81
03
Germania      
81
04
Italia      
81
05
Lussemburgo      
6
06
Paesi Bassi      
25
[dal 1973]
       
07
Danimarca      
16
08
Regno Unito      
81
09
Irlanda      
15
[dal 1981]
       
10
Grecia      
24
[dal 1987]
       
11
Portogallo      
24
12
Spagna      
60
Totale Deputati
518

 

1990
III LEGISLATURA - (1989-1994)
- Deputati Italiani (81) -
[Elezioni: ]
PPE - Gruppo del Partito Popolare Europeo (Democratici Cristiani)

26
Rosaria Bindi
Andrea Bonetti
Franco Borgo
Carlo Casini
Maria Luisa Cassanmagnago Cerretti
Mauro Chiabrando
Emilio Colombo
(1989 - 1° ago 1992)
Felice Contu
Lorenzo De Vitto
(1989 - 27 apr 1994)
Antonio Fantini
Arnaldo Forlani
Roberto Formigoni
(1989 - 6 mag 1993)
Mario Forte
Gerardo Gaibisso
Giulio Cesare Gallenzi
Giovanni Goria
(1989 - 13 apr 1991)
Francesco Guidolin
Antonio Iodice
Salvatore Lima
(1989 - 12 mar 1992)
Calogero Lo Giudice
Alberto Michelini
Giuseppe Mottola
Ferruccio Pisoni
tesoriere
Nino Pisoni
Mario Giovanni Guerriero Ruffini
(1989 - 15 set 1990)
subentra
Eolo Parodi
(1990 27 set - 1994)
Gabriele Sboarina
1
Joachim Dalsass
Totale Membri
27
Gruppo per la Sinistra Unitaria Europea
22
Roberto Barzanti
Rinaldo Bontempi
Luciana Castellina
(1989 - 11 gen 1993)
Anna Catasta
Adriana Ceci
Luigi Alberto Colajanni
presidente
Biagio De Giovanni
Cesare De Piccoli
Maurice Duverger
Giulio Fantuzzi
Renzo Imbeni
Pasqualina Napoletano
Giorgio Napolitano
(1989 - 10 giu 1992)
Achille Occhetto
Giacomo Porrazzini
Andrea Raggio
Tullio Regge
Giorgio Rossetti
Roberto Speciale
Renzo Trivelli
Dacia Valent
(1989 - 11 gen 1993)
Luciano Vecchi
Gruppo Socialista
12
Gianni Baget Bozzo
Vincenzo Bettiza
Pierre Carniti
Bettino Craxi
(1989 - 30 apr 1992)
Giuliano Ferrara
(1989 - 11 mag 1994)
Franco Iacono
Lelio Lagorio
vicepresidente
Antonio La Pergola
Nereo Laroni
Vincenzo Mattina
tesoriere
Maria Magnani Noya
Luigi Vertemati
2
Antonio Cariglia
Enrico Ferri
Totale Membri
14
Gruppo Verde
3
Gianfranco Amendola
Alexander Langer
vicepresidente
(1989 25 lug - 14 mar 1990) presidente
(15 mar - 31 ott)
Enrico Falqui
2
Maria Adelaide Aglietta
presidente
(1990 1° nov - 1994)
Virginio Bettini
(1989 26 ott - 1994)
[subentrato a Francesco Corleone]
1
Eugenio Melandri
Antiproibizionisti sulla Droga
1
Marco Taradash
Totale Membri
7
Gruppo Liberaldemocratico e Riformista
3
Jas Gawronski
vicepresidente
Giorgio La Malfa
(1989 - 13 mar 1992)
Bruno Visentini
Gruppo Arcobaleno del Parlamento Europeo
2
Luigi Moretti
(1989 - 20 apr 1994)
Francesco Enrico Speroni
(1989 - 20 apr 1994)
1
Mario Melis
Totale Membri
3
Non Iscritti
4
Gianfranco Fini
(1989 - 11 mag 1992)
Antonio Mazzone
Cristiana Muscardini
Giuseppe Rauti
1
Marco Pannella
Totale Membri
5
Totale Deputati Italiani
81

Gruppo del Partito Popolare Europeo (Gruppo Democratico Cristiano)
Rosaria Bindi, Democrazia Cristiana, membro
Andrea Bonetti, DC, membro
Franco Borgo, DC, membro
Carlo Casini, DC, membro
Maria Luisa Cassanmagnago Cerretti, DC, membro
Mauro Chiabrando, DC, membro
Emilio Colombo, DC, membro (in carica fino al 01.08.1992)
Francesco Lamanna, DC, membro (subentrato il 07.09.1992)
Felice Contu, DC, membro
Joachim Dalsass, Südtiroler Volkspartei, membro
Lorenzo De Vitto, DC, membro (in carica fino al 27.04.1994)
Vito Napoli, DC, membro (subentrato il 29.04.1994)
Antonio Fantini, DC, membro
Arnaldo Forlani, DC, membro
Roberto Formigoni, DC, membro (in carica fino al 06.05.1993)
Maria Teresa Coppo Gavazzi, DC, membro (subentrata il 18.05.1993)
Mario Forte, DC, membro
Gerardo Gaibisso, DC, membro
Giulio Cesare Gallenzi, DC, membro
Giovanni Goria, DC, membro (in carica fino al 13.04.1991)
Agostino Mantovani, DC, membro (subentrato il 23.04.1991)
Francesco Guidolin, DC, membro
Antonio Iodice, DC, membro
Salvatore Lima, DC, membro (in carica fino al 12.03.1992)
Aldo De Matteo, DC, membro (subentrato il 17.03.1992)
Calogero Lo Giudice, DC, membro
Alberto Michelini, DC, membro
Giuseppe Mottola, DC, membro
Ferruccio Pisoni, DC, tesoriere
Nino Pisoni, DC, membro
Mario Giovanni Guerriero Ruffini, DC, membro (in carica fino al 15.09.1990)
Eolo Parodi, DC, membro (subentrato il 27.09.1990)
Gabriele Sboarina, DC, membro

Gruppo per la Sinistra Unitaria Europea
Roberto Barzanti, Partito Comunista Italiano, membro
Rinaldo Bontempi, PCI, membro
Luciana Castellina, PCI, membro
il deputato rimane all'interno del gruppo fino all'11.01.1993 per aderire al Gruppo dei Non iscritti.
Anna Catasta, PCI, membro
Adriana Ceci, PCI, membro
Luigi Alberto Colajanni, PCI, presidente del gruppo
Biagio De Giovanni, PCI, membro
Cesare De Piccoli, PCI, membro
Maurice Duverger, PCI, membro
Giulio Fantuzzi, PCI, membro
Renzo Imbeni, PCI, membro
Pasqualina Napoletano, PCI, membro
Giorgio Napolitano, PCI, membro (in carica fino al 10.06.1992)
Gaetano Cingari, PCI, membro (subentrato il 15.06.1992, in carica fino al 09.05.1994)
Andrea Carmine De Simone, PCI, membro (subentrato il 19.05.1994)
Achille Occhetto, PCI, membro
Giacomo Porrazzini, PCI, membro
Andrea Raggio, PCI, membro
Tullio Regge, PCI, membro
Giorgio Rossetti, PCI, membro
Roberto Speciale, PCI, membro
Renzo Trivelli, PCI, membro
Dacia Valent, PCI, membro
il deputato rimane all'interno del gruppo fino all'11.01.1993 per aderire al Gruppo dei Non iscritti.
Luciano Vecchi, PCI, membro

Gruppo del Partito del Socialismo Europeo
Gianni Baget Bozzo, Partito Socialista Italiano, membro
Vincenzo Bettiza, PSI, membro
Antonio Cariglia, Partito Socialista Democratico Italiano, membro
Pierre Carniti, PSI, membro
Bettino Craxi, PSI, membro (in carica fino al 30.04.1992)
Mario Didò, PSI, membro (subentrato il 13.05.1992)
Giuliano Ferrara, PSI, membro (in carica fino all'11.05.1994)
il deputato rimane all'interno del gruppo fino al 17.04.1994 per aderire al Gruppo dei Non iscritti.
Gabriele Panizzi, PSI, membro (subentrato il 19.05.1994)
Enrico Ferri, PSDI, membro
Franco Iacono, PSI, membro
Lelio Lagorio, PSI, vicepresidente del gruppo
Antonio La Pergola, PSI, membro
Nereo Laroni, PSI, membro
Vincenzo Mattina, PSI, tesoriere
Maria Magnani Noya, PSI, membro
Luigi Vertemati, PSI, membro
In data 12.01.1993 i deputati del Partito Democratico della Sinistra, dopo essere stata celebrata l'ammissione del soggetto politico nel Partito del Socialismo Europeo, vengono ammessi a far parte del Gruppo del Partito del Socialismo Europeo. Precedentemente avevano costituito il Gruppo per la Sinistra Unitaria Europea.

Gruppo Verde al Parlamento Europeo
Maria Adelaide Aglietta, Verdi Arcobaleno, presidente del gruppo dal 01.11.1990
Gianfranco Amendola, Liste Verdi, membro
Alexander Langer, Liste Verdi, vicepresidente del gruppo dal 25.07.1989 al 14.03.1990, presidente dal 15.03 al 31.10.1990
Enrico Falqui, Liste Verdi, membro
Eugenio Melandri, Democrazia Proletaria, membro
Edoardo Ronchi, Verdi Arcobaleno, membro (in carica fino al 26.07.1989)
Francesco Corleone, Verdi Arcobaleno, membro (subentrato il 27.07.1989, in carica fino al 26.10.1989)
Virginio Bettini, Verdi Arcobaleno, membro (subentrato il 26.10.1989)
Marco Taradash, Lega Antiproibizionista sulla droga, membro

Gruppo Liberale e Democratico
Jas Gawronski, Partito Repubblicano Italiano, vicepresidente del gruppo
Giorgio La Malfa, PRI, membro (in carica fino al 13.03.1992)
Elda Pucci, PRI, membro (subentrata il 24.03.1992)
Bruno Visentini, PRI, membro

Gruppo Arcobaleno del Parlamento Europeo
Mario Melis, Partito Sardo d'Azione, membro
Luigi Moretti, Lega Lombarda, membro
il deputato rimane all'interno del gruppo fino al 20.04.1994 per poi aderire al Gruppo dei Non iscritti.
Francesco Enrico Speroni, Lega Lombarda, membro
il deputato rimane all'interno del gruppo fino al 20.04.1994 per poi aderire al Gruppo dei Non iscritti.

Non iscritti
Gipo Farassino, Lega Lombarda, membro (subentrato il 19.05.1994 in sostituzione di Francesco Enrico Speroni dimessosi l'11.05.1994)
Gianfranco Fini, Movimento Sociale Italiano, membro (in carica fino all'11.05.1992)
Pietro Mitolo, MSI, membro (subentrato il 25.05.1992)
Antonio Mazzone, MSI, membro
Cristiana Muscardini, MSI, membro
Marco Pannella, Federalisti, membro
Giuseppe Rauti, MSI, membro
In data 12.01.1993 aderiscono al gruppo le deputate Luciana Castellina e Dacia Valent provenienti dal Gruppo per la Sinistra Unitaria Europea
In data 18.04.1994 aderisce al gruppo il deputato Giuliano Ferrara proveniente dal Gruppo del Partito del Socialismo Europeo
In data 21.04.1994 aderiscono al gruppo i deputato Luigi Moretti e Francesco Enrico Speroni provenienti dal Gruppo Arcobaleno del Parlamento Europeo



 

 


UNIONE EUROPEA
Commissione Delors II
(1989 gen - gen 1993)
Composizione politica
Sinistra / Socialisti: 6 membri
Destra / Conservatori: 6 membri
Liberali: 4 membri
Indipendenti: 1 membro
Jacques Delors*
Presidente
+ Affari Monetari
PSE
FRANCIA
PS Socialisti
Relazioni Esterne
Commercio
Affari Economici e Finanziari
Cooperazione e Sviluppo
Pesca
Frans Andriessen
Vice presidente

Henning Christophersen

Vice presidente
Manuel Marin
Vice presidente
PPE
Liberali, democratici e riformatori
Socialisti
PAESI BASSI
DANIMARCA
SPAGNA
CDA
Venstre
PSOE
Scienza, Ricerca e Sviluppo
Telecomunicazioni, Tecnologia dell'Informazione e Innovazione
Mercato Interno
Affari Industriali
Relazioni con il Parlamento
Concorrenza
Istituzioni Finanziarie
Conservative
5

Filippo Maria Pandolfi

Vice presidente

Martin Bangemann

Vice presidente

Leon Brittan

Vice presidente
PPE
Liberali, democratici e riformatori
PPE
ITALIA
GERMANIA
(FDR)
REGNO UNITO
Democrazia cristiana
FDP
Democratici
Ambiente, Sicurezza Nucleare e Protezione Civile
Personale, Amministrazione e Traduzione
Energia
Piccole Aziende e Turismo
Politica Mediterranea
Relazioni con l'America Latina
Rapporti Nord-Sud del mondo

Carlo Ripa di Meana

Antonio Cardoso y Cunha

Abel Matutes

Socialisti
Liberali, democratici e riformatori
PPE
ITALIA
PORTOGALLO
SPAGNA
PSI
PSD
PP
Bilancio e Controllo Finanziario
Fiscalità e Unione Doganale
Politiche Regionali
Peter Schmidhuber
Christiane Scrivener

Bruce Millan

PPE
Liberali, democratici e riformatori
Socialisti
GERMANIA
(FDR)
FRANCIA
REGNO UNITO
CSU
UDF
Labour
Settore Audiovisivo, Informazione e Comunicazione
Affari Culturali
Agricoltura e Sviluppo Rurale
Trasporti
Credito ed Investimenti
Tutela dei Consumatori

Jean Dondelinger

Ray MacSharry

Karel van Miert

Indipendente
Alleanza Democratica Europea
Socialisti
LUSSEMBURGO
IRLANDA
BELGIO
Indipendente
Fianna Fáil
PS
Occupazione, Relazioni Industriali e Affari Sociali
Risorse Umane, Istruzione e Formazione
   
   

Vasso Papandreou

   
Socialisti
   
GRECIA
       
PASOK
   

Legenda:
- PPE (Partito Popolare Europeo),
- PSE (Partito del Socialismo Europeo)
- ALDE (Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa)

Note
* Jacques Delors, già in carica dal 1985, viene riconfermato per un secondo mandato.

 


La Commissione Delors II è stata la Commissione Europea in carica dal gennaio 1989 al gennaio 1993[1].
Fu la commissione che gestì in particolare l'elaborazione del Trattato di Maastricht e l'istituzione dell'Unione Europea. In vista dell'entrata in vigore del Trattato venne sostituita da una nuova commissione, la Commissione Delors III.

Indice [nascondi]
1 Presidente
1.1 Composizione politica
2 Componenti della Commissione
3 Note
Presidente
Jacques Delors (Francia Francia) — Partito del Socialismo Europeo
Delors era già in carica dal 1985, venne riconfermato per un secondomandato.

Composizione politica
Sinistra / Socialisti: 6 membri
Destra / Conservatori: 6 membri
Liberali: 4 membri
Indipendenti: 1 membro

Componenti della Commissione
Legenda: [ ] Sinistra/Socialisti - [ ] Destra/Conservatori - [ ] Liberali - [ ] Verdi
Commissario Nazionalità Incarico Competenze Partito nazionale Gruppo/Partito europeo
- Jacques Delors Francia Francia Presidente Affari Monetari PS Socialisti
- Frans Andriessen Paesi Bassi Paesi Bassi Vicepresidente
Relazioni Esterne
Commercio
CDA Partito Popolare Europeo
- Henning Christophersen Danimarca Danimarca Vicepresidente Affari Economici e Finanziari Venstre Liberali, democratici e riformatori
- Manuel Marin Spagna Spagna Vicepresidente
Cooperazione e Sviluppo
Pesca
PSOE Socialisti
- Filippo Maria Pandolfi Italia Italia Vicepresidente
Scienza, Ricerca e Sviluppo
Telecomunicazioni, Tecnologia dell'Informazione e Innovazione
DC Partito Popolare Europeo
- Martin Bangemann bandiera Germania Ovest Vicepresidente
Mercato Interno
Affari Industriali
Relazioni con il Parlamento
FDP Liberali, democratici e riformatori
- Leon Brittan Regno Unito Regno Unito Vicepresidente
Concorrenza
Istituzioni Finanziarie
Conservative Democratici/Partito Popolare Europeo[2]
- Carlo Ripa di Meana Italia Italia Commissario Ambiente, Sicurezza Nucleare e Protezione Civile PSI Socialisti
- Antonio Cardoso e Cunha Portogallo Portogallo Commissario
Personale, Amministrazione e Traduzione
Energia
Piccole Aziende e Turismo
PSD Liberali, democratici e riformatori
- Abel Matutes Spagna Spagna Commissario
Politica Mediterranea
Relazioni con l'America Latina
Rapporti Nord-Sud del mondo
PP Partito Popolare Europeo
- Peter Schmidhuber bandiera Germania Ovest Commissario Bilancio e Controllo Finanziario CSU Partito Popolare Europeo
- Christiane Scrivener Francia Francia Commissario Fiscalità e Unione Doganale UDF Liberali, democratici e riformatori
- Bruce Millan Regno Unito Regno Unito Commissario Politiche Regionali Labour Socialisti
- Jean Dondelinger Lussemburgo Lussemburgo Commissario
Settore Audiovisivo, Informazione e Comunicazione
Affari Culturali
indipendente indipendente
- Ray MacSharry Irlanda Irlanda Commissario Agricoltura e Sviluppo Rurale Fianna Fáil Alleanza Democratica Europea
- Karel van Miert Belgio Belgio Commissario
Trasporti
Credito ed Investimenti
Tutela dei Consumatori
PS Socialisti
- Vasso Papandreou Grecia Grecia Commissario
Occupazione, Relazioni Industriali e Affari Sociali
Risorse Umane, Istruzione e Formazione
PASOK Socialisti

Note
^ (EN) Commissione Delors II. URL consultato il 01-05-2011.
^ Dal 1992.

 



1990
Schweizerische Eidgenossenschaf
Confédération suisse
Confederazione svizzera
[Repubblica federale]
- Presidente
-
- Primo ministro
-
[governo di coalizione: Partito radicale democratico, Partito cristiano-democratico, Partito socialista e Unione democratica di centro]

1990
Ottobre
29
, Ginevra, si apre la II Conferenza mondiale sul clima, che riunisce 500 esperti in rappresentanza di 137 stati;

Novembre
6, ai lavori ministeriali che si aprono (II Conferenza mondiale sul clima) sono presenti 70 capi di stato o di governo, tra cui Margaret Thatcher e re Hussein di Giordania; viene adottata una dichiarazione comune contro il riscaldamento dell'atmosfera provocato dall'effetto serra: i firmatari si impegnano a ridurre le emissioni di anidride carbonica;




1990
Fürstentum Liechtenstein
[Monarchia costituzionale]
Hans Adam
Albero genealogico
(? - ?)
figlio di Francesco Giuseppe II;
1989-?, principe di Liechtenstein;
[succeduto al padre]



 
- Primo ministro
Hans Brunhart
(1978 - ?)
[VU (Unione patriottica)]
[in parlamento (25 seggi) la VU (Unione patriottica) ha 13 seggi mentre il FBP (Partito borghese per il progresso) ne ha 12]
1990
-



1990
Republik Osterreich
[neutrale da mag 1955]
questione Alto Adige:
– 1° accordo 1969; 2° accordo 1971
- Presidente
Kurt Waldheim
(1986 - 1992)
[ÖVP (Partito popolare)]
- Cancelliere
Franz Vranitzky
(1986 - 1997)
[SPÖ]
- Ministro degli esteri
?
(? - ?)
[]
[governo di coalizione tra SPÖ (Partito socialista) e FPÖ (Partito liberale)]
1989
Ottobre
7
, elezioni politiche:

 
Elezioni politiche
 
%
seggi
+/-
- SPÖ
(Partito socialista)
[F. Vranitzky]
43,00
81
 
-ÖVP
(Partito popolare)
[Alois Mock]
34,14
60
-17
- FPÖ
[Jörg Haider]
16,60
33
+15
- Verdi
4,50
9
+1
 
 


 

1990
Bundesrepublik Deutschland
[Repubblica Federale di Germania (FDR)]
(maggio 1949)
Presidente
Richard von Weizsäcker (1984 - 1994)
[CDU]
XI Legislatura 1987 18 feb - 20 dic 1990
XII Legislatura 1990 20 dic - 10 nov 1994
Cancelliere
H. Kohl
III
(1987 12 mar - 18 gen 1991)
[CDU]
[Coalizione "giallo-nera" composta da:
- CDU (Christlich Demokratische Union Deutschlands - Unione cristiano-democratica),
- CSU (Christlich-Soziale Union - Unione cristiano-sociale),
- FDP (Freie Demokratische Partei - Partito liberaldemocratico).]
Vice-cancelliere
+ Affari esteri
Hans-Dietrich Genscher (FDP)
(1982 4 ott - 17 mag 1992)
Capo della Cancelleria federale
(Senza portafoglio)
Rudolf Seiters (CDU)
(1989 22 apr - 18 gen 1991)
Interni
Wolfgang Schäuble (CDU)
(1989 22 apr - 21 nov 1991)
Giustizia
Hans A. Engelhard (FDP)
(1982 4 ott - 18 gen 1991)
Finanze
Theodor Waigel (CSU)
(1989 22 apr - 25 ott 1998)
Economia
Helmut Haussmann (FDP)
(1988 10 dic - 18 gen 1991)
Agricoltura e Foreste
Ignaz Kiechle (CSU)
(1983 30 mar - 21 gen 1993)
Rapporti con la Germania Est
Dorothee Wilms (CDU)
(1987 12 mar - 18 gen 1991)
Lavoro e Solidarietà sociale
Norbert Blüm (CDU)
(1982 4 ott - 25 ott 1998)
Difesa
Gerhard Stoltenberg (CDU)
(1989 22 apr - 31 mar 1992)
Gioventù, Famiglia, Pari opportunità e Sanità
Ursula Lehr (CDU)
(1988 10 dic - - 18 gen 1991)
Trasporti
Friedrich Zimmermann (CSU)
(1989 22 apr - 18 gen 1991)
Ambiente
Klaus Töpfer (CDU)
(1987 8 mag - 17 nov 1994)
Poste e Telecomunicazioni
Christian Schwarz-Schilling (CDU)
(1982 4 ott - 17 dic 1992)
Urbanizzazione e Territorio
Gerda Hasselfeldt (CSU)
(1989 22 apr - 18 gen 1991)
Ricerca e Tecnologia
Heinz Riesenhuber (CDU)
(1982 4 ott - 21 gen 1993)
Formazione e Scienze
Jürgen W. Möllemann (FDP)
(1987 12 mar - 18 gen 1991)
Cooperazione economica e Sviluppo
Jürgen Warnke (CSU)
(1989 22 apr - 18 gen 1991)
Ministri senza portafoglio
Portavoce del governo federale
Hans Klein (CSU)
(1989 22 apr - 18 gen 1991)
 
Sabine Bergmann-Pohl (CDU)
(1990 3 ott - - 18 gen 1991)
 
Günther Krause (CDU)
(1990 3 ott - - 18 gen 1991)
   
Lothar de Maizière (CDU)
(1990 3 ott - 19 dic 1990)
 
   
Rainer Ortleb (FDP)
(1990 3 ott - - 18 gen 1991)
   
Hansjoachim Walther (DSU)
(1990 3 ott - - 18 gen 1991)
-
1990
Febbraio
20, i Dodici [dell'istituenda Unione Europea] approvano la riunificazione tedesca;
21
, il primo ministro polacco chiede che questa riunificazione sia preceduta da un trattato di pace;

Maggio
5
, Bonn, si aprono i negoziati internazionali sull'unificazione tedesca, detti «2+4» in quanto riuniscono i ministri degli esteri delle due Germanie e dei quattro paesi vincitori della seconda guerra mondiale; la questione dell'adesione alla NATO del futuro stato unificato oppone l'URSS agli altri partecipanti;
18, Bonn, viene sottoscritto il trattato che istituisce l'unione monetaria, economica e sociale fa le due Germanie; il SPD esprime riserve, preoccupato del costo dell'unificazione;

Giugno
21
, il Bundestag occidentale con 445 voti contro 60, e la camera del popolo orientale, con 302 voti contro 82, ratificano il trattato; le due camere approvano inoltre quasi all'unanimità una risoluzione che propone di adottare definitivamente - mediante un trattato con la Polonia - la linea Oder-Neisse come confine orientale del paese;

Luglio
, viene attuata l'unione economica, monetaria e sociale tra le due Germanie;
16, H. Kohl e M. Gorbacëv firmano un accordo con cui l'URSS accetta l'adesione alla NATO della futura Germania unita;

Settembre
12
, i due parlamenti tedeschi ratificano separatamente il trattato di unione concluso il 31 agosto, aprendo la strada all'unificazione, fissata per il 3 ottobre;

Ottobre
3
, entra in vigore il trattato di riunificazione: la Germania ritrova la sua unità dopo più di 40 anni di divisione;

Novembre
9-10
, M. Gorbacëv si reca in Germania per firmare un trattato che definisce i futuri rapporti fra Germania e Unione Sovietica;
14, Varsavia, Germania e Polonia firmano il trattato che definisce il confine tra i due paesi, che è - irrevocabilmente - la linea Oder-Neisse;

Dicembre
2
, 60 milioni di elettori tedeschi sono chiamati a designare, congiuntamente e liberamente per la prima volta dal 1932, i loro rappresentanti al Bundestag:

 
Bundestag
 
%
seggi
- CDU
(Christlich Demokratische Union Deutschlands)
(Unione cristiano-democratica)
54,8
398

- CSU
(Christlich-Soziale Union)
(Unione cristiano-sociale)

- SPD
(Sozialdemokratische Partei Deutschlands)
(Partito socialdemocratico)
33,5
239
- Verdi
3,8
?
- PDS
(Partei des Demokratischen Sozialismus)
(Partito del socialismo democratico)
[ex comunisti orientali]*
2,4
27
- altri
-
?
   
662
 
* nei Länder dell'ex RDT ottengono il 9,9%.
 


Nel 1990 vengono disciolti i distretti sul territorio della DDR e vengono ricreati i cinque Stati tradizionali:
- Sassonia,
- Sassonia-Anhalt,
- Turingia,
- Brandeburgo,
- Meclemburgo (rinominato Meclemburgo-Pomerania Anteriore),
in parte con i confini ridisegnati e diventano Stati della Repubblica Federale.

Da questo momento, e per lungo tempo, tutti i cittadini della ex Germania Est, saranno sospettati di aver collaborato con il regime. Un po' come i loro genitori e nonni che dovevano giustificare l'appoggio al nazismo.
Negli ospedali si troveranno solo il 10% di Ossis nei ruoli dirigenti. Questo perché tutti quelli che nel 1990-91 vogliono andarsene sono sostituiti da persone dell'Ovest, che portano la propria squadra, e gli aspiranti dell'Est non hanno più chance.

Lo stesso anno, nel rifugio anticarro di Erich Mielke, ministro della Sicurezza nonché co-fondatore della Stasi, viene trovata una valigetta rossa contenente le prove documentarie di gravi compromissioni con il regime nazista del segretario generale E. Honecker e del suo predecessore W. Ulbricht.
[Lo spionaggio evidentemente funzionava anche, e soprattutto, per i ricatti politici interni.]

 

Storia dei Länder
Gli Stati attuali sono il risultato della suddivisione del territorio tedesco avvenuta nel 1945. Entro le 4 zone di occupazione si trovavano inizialmente 17 Stati:
Zona d'occupazione USA: Baviera, Assia, Württemberg-Baden, Brema (dal 1/4/1947)
Zona d'occupazione britannica: Renania Settentrionale-Vestfalia, Bassa Sassonia, Schleswig-Holstein, Amburgo, Brema (sino al 1/4/1947)
Zona d'occupazione francese: Württemberg-Hohenzollern, Renania-Palatinato, Baden
Zona d'occupazione sovietica: Sassonia, Sassonia-Anhalt, Turingia, Brandeburgo, Meclemburgo
Berlino inizialmente era sottoposta ad uno statuto speciale.
Nel 1952 gli Stati di Baden, Württemberg-Baden e Württemberg-Hohenzollern vennero fusi nell'unico Stato Baden-Württemberg. Nello stesso anno gli Stati appartenenti alla DDR non vennero formalmente disciolti ma venne tolta loro qualunque funzione amministrativa, cosa che di fatto equivalse ad una dissoluzione; al loro posto vennero creati 14 distretti e Berlino Est che divenne capitale della DDR. Nel 1957 il Saarland entrò a far parte, come decimo Stato, della Repubblica Federale di Germania anche se economicamente rimase legato alla Francia fino al 1959. Nel 1990 vennero disciolti i distretti sul territorio della DDR e vennero ricreati i cinque Stati tradizionali (il Meclemburgo venne rinominato Meclemburgo-Pomerania Anteriore) in parte con i confini ridisegnati e divennero Stati della Repubblica Federale.

 

 




1990
Royaume de Belgique
Konikrijk België

Baldovino I

Albero genealogico

(1930 - 1993)
figlio di Leopoldo III e di Astrid di Svezia;
1951-93, re dei Belgi;


 
- Primo ministro
Wilfried Martens III
(1988 mag - nov 1991)
[cristiano-sociali fiamminghi]
- Ministro dell'interno
?
(? - ?)
[governo di coalizione: cristiano-sociali, socialisti e la Volksunie]
1990
Aprile
3
, viene promulgata la legge che depenalizza l'aborto; poiché re Baldovino si rifiuta di firmarla, il consiglio dei ministri dichiara "l'impossibilità a regnare", così sollevandolo dalla sgradita incombenza;
5, il parlamento revoca la misura chiudendo una parentesi costituzionale che ha provocato un certo disagio;





1990
Koninkrijk der Nederlanden
[Regno dei Paesi Bassi]

Beatrice I

Albero genealogico

(n. 1938)
figlia di Giuliana regina dei Paesi Bassi e del principe consorte Bernardo di Lippe-Biesterfeld;
principessa dei Paesi Bassi, di Orange-Nassau, di Lippe-Biesterfeld;
1961, si laurea in sociologia all'università di Leida;
1966, sposa Claus von Amsberg, diplomatico tedesco;
dal 1980, regina dei Paesi Bassi;
[dopo l'abdicazione della madre]


 
Primo ministro
Ruud Lubbers
(1982 - mag 1994)
[CDA]
[governo di centrosinistra, comprendente CDA e PVDA.]
1990
-




1990
Grousherzogden Lezebuurg
Grand-Duché de Luxemburg
- dal 1919 il paese ha una costituzione democratica e la vita parlamentare è dominata dal Partito cristiano-sociale;
- dal 1948 ha rinunciato alla neutralità,
- dal 1951 fa parte della CECA,
- dal 1954 fa parte della UEO,
- dal 1957 fa parte della CEE che ha sede proprio in Lussemburgo.

Giovanni di Borbone-Parma

Albero genealogico

(1921 - ?)
figlio secondogenito del principe Felice di Borbone-Parma e di Charlotte di Nassau-Weilburg, granduchessa di Lussemburgo e duchessa di Nassau;
1964-?, granduca di Lussemburgo;
[dopo l'abdicazione della madre]


 
- Primo ministro
Jacques Santer
(1984 - 1994)
[]
[governo di coalizione: democristiani e socialisti]
1990
-


1990
Kongeriget Danmark
[Regno di Danimarca]
Margherita II
Albero genealogico

(? - ?)
figlia di Federico IX e di Ingrid di Svezia;
dal 1972, regina di Danimarca;

 
Primo ministro
Poul Schlüter
(1982 - gen 1993)
[Partito conservatore]
[governo di coalizione di minoranza: conservatori, radicali e liberali]
1990
Aprile
6 , un incendio si sviluppa a bordo del traghetto danese (con bandiera delle Bahama) Scandinavian Star che collega Oslo e Frederikshavn; il drammatico bilancio (158 morti) ripropone il problema della sicurezza delle navi che battono bandiere ombra;

Novembre
22
, al termine di una crisi politica che ha opposto governo e opposizione socialdemocratica sulla questione degli sgravi fiscali previsti dal bilancio per il 1991, il primo ministro Poul Schlüter scioglie il Folketing e indice elezioni anticipate;

Dicembre
12
, si svolgono le elezioni:

 
Elezioni anticipate
 
%
seggi
+/- (*)
- Socialdemocratici
37,5
69
+15
- coalizione governativa
35,2
66
-4
- Radicali -
17
=
- Partito del progresso
[estrema destra]
-
12
=
- Cristiano-popolari -
9
=
- altri -
6
=
   
179
 
* rispetto al 1987.
 


Dicembre
18, il primo ministro Poul Schlüter è in grado di formare un nuovo governo grazie all'appoggio del Partito del progresso, dei radicali e dei cristiano-popolari;




1990
Repubblica d'Islanda
[dal 17 giugno 1944]
Presidente
Vigdís Finnbogadóttir
(1980 giu - giu 1996) III
- Primo ministro
Steingrímur Hermannsson
(1988 set - apr 1991)
[Partito progressista (riformisti)]
[governo di coalizione di centrosinistra: progressisti, popolari e Alleanza del popolo (comunisti)]
1990
-


1990
Kongeriket Norge
[Regno di Norvegia]
[dal 1905]
Olav V
Albero genealogico

(1903 - ?)
figlio di Haakon VII e di Maud di Gran Bretagna;
1957-
, re di Norvegia;

 
- Primo ministro
Jan P. Syse
(1989 ott - ott 1990, dimiss.)
[Partito conservatore]
signora Gro Harlem Brundtland
(1990 nov - ott 1996)
[Partito laburista]
[governo di coalizione di centrodestra, minoritario: conservatori, cristiano-popolari e centristi]
1990
Ottobre
29
, il primo ministro Jan P. Syse si dimette in seguito alle divergenze sulla politica europea in seno alla coalizione di governo, in cui centristi e cristiano-popolari si oppongono all'adesione alla Comunità europea [una questione che divide il paese dal 1973];

Novembre
3
, la signora Gro Harlem Brundtland forma un governo laburista di minoranza;


1990
Konungariket Sverige
[Regno di Svezia]
Carlo XVI Gustavo
Albero genealogico

(1946 - ?)
figlio di ? e di ?;
dal 1973, re di Svezia;


 
Primo ministro
Ingvar Carlsson
(1986 feb - ott 1991)
[Partito socialdemocratico]
[governo di minoranza con l'appoggio dei comunisti]
1990
-


1990
Suomen Tasavalta
Republiken Finland
[Repubblica di Finlandia]
[dal 1961 aderisce all'EFTA; dal 1973 accordo di cooperazione con il Comecon; nel 1986 diventa membro dell'EFTA.]
Presidente
Mauno Koivisto
(1982 - gen 1994)
[Partito socialdemocratico]
Primo ministro
Kalevi Sorsa
(1982 - mar 1991)
[Partito socialdemocratico]
Ministro dell'interno
-
Ministro degli esteri
-
[governo quadripartito di centrosinistra]
1990
i due partiti comunisti si riunificano, formando l'Alleanza di sinistra;
il Partito rurale abbandona la coalizione governativa in seguito a contrasti sulla politica pensionistica;





1990
Repubblica Popolare Federativa
di Jugoslavia

[Federativna Narodna Republika Jugoslavija]
(dal 29 Novembre 1945)
- Direttore della presidenza collegiale
(a rotazione annuale)
Janez Drnovsek
(1989 mag - apr 1990)
[Bosnia]
Borisav Jovic
(1990 mag - 15 mar 1991)
[Serbia]
- Primo ministro
Ante Markovic
(1989 mar - ?)
- LCJ - Lega dei comunisti jugoslavi [partito unico];

dal 1977 è in vigore il trattato di Osimo (firmato nel 1975);
[i rapporti con l'Italia si sono fatti più cordiali]
nel 1980 è morto Tito (Josip Broz);
nel 1988 (giugno) varie manifestazioni nelle varie città del paese contro l'aumento dei prezzi; (novembre) l'assemblea federale approva una serie di emendamenti costituzionali che, accanto a misure economiche (maggiore apertura agli investimenti stranieri), introducono il diritto di sciopero e il voto diretto e segreto; (dicembre) travolto dalla crisi economica e dalle lacerazioni etniche, si dimette il governo di Branko Mikulic;
nel 1989 (gennaio) Ante Markovic viene incaricato di formare il nuovo governo; (marzo) si insedia il nuovo governo di Ante Markovic, formato in gran parte da tecnici;
1990
Gennaio
20
, Belgrado, si apre il congresso della LCJ;
22, i delegati sloveni abbandonano il congresso della LCJ, dopo che è stata respinta la loro proposta di introdurre il pluralismo;


Maggio
alla carica di Direttore della presidenza collegiale subentra Borisav Jovic, della Serbia;
26, la LCJ chiude, pronunciandosi per il pluralismo, il congresso interrotto in gennaio per l'abbandono dei delegati sloveni, croati e macedoni;

6 REPUBBLICHE POPOLARI
SLOVENIA - cap. Lubiana
[nel 1989 (settembre) il parlamento della Slovenia ha introdotto nella costituzione il diritto alla secessione.]

990
Febbraio
4
, la Lega dei comunisti della Slovenia rompe con la LCJ e si trasforma in PRD (Partito del rinnovamento democratico);

Aprile
8
, si svolgono le elezioni, vinte dalla Demos, coalizione di opposizione non comunista;
22, viene eletto presidente il comunista riformista Milan Kucan;

Dicembre
23
, al plebiscito cui prende parte il 93,3% degli aventi diritto, l'88,2% degli elettori si pronuncia con un referendum a favore dell'autonomia e dell'indipendenza;
26, la Repubblica di Slovenia proclama la propria indipendenza; la secessione scatterà entro sei mesi in caso di fallimento delle trattative con le altre repubbliche.



CROAZIA - cap. Zagabria

1990
Maggio
6/7
, il secondo turno delle elezioni in Croazia vede il successo dell' HDZ (Unione democratica croata), il partito di opposizione guidato da Franjo Tudjman;

Dicembre
21
, la Croazia adotta una nuova costituzione che prevede la possibilità della secessione;


Krajina [da kraj=confine; regione croata, a maggioranza serba]
1990
Dicembre
la regione proclama la propria autonomia;

i serbi di Croazia, guidati dal dottor Jovan Raskovic, scelgono come loro capitale Knin mentre i serbi di Bosnia, guidati dallo psichiatra Radovan Karadzic, scelgono come loro roccaforte Pale;
[Knin e Pale, due cittadine ideali come detonatori di rivolta ma inutili alla fine della guerra: Knin, la prima di tutte le krajne, cadrà in un giorno e mezzo, Pale sarà letteralmente regalata dalla presidenza serba al governo di Sarajevo, durante i colloqui di Dayton nel novembre del 1995.]
SERBIA - cap. Belgrado

nel 1987 (ottobre), contro il separatismo albanese, si schiera con durezza S. Miloševic, leader della Lega dei comunisti serbi;
nel 1988 (luglio), a Belgrado, i manifestanti riescono a penetrare nel palazzo dell'assemblea federale;
intanto S. Miloševic, leader della Lega dei comunisti serbi, organizza una campagna mediante la quale è deciso a restituire alla Serbia entrambe le regioni autonome: Vojvodina e Kosovo;
(ottobre) a Belgrado una grande manifestazione raccoglie un milione di persone;

1990
Luglio
5
, il parlamento serbo decide di sciogliere il parlamento del Kosovo e di destituire il governo della regione;

Settembre
28
, viene proclamata la nuova costituzione della repubblica serba che non cambia le cose perché mantiene le modifiche costituzionali della primavera del 1989.
Degli ampi diritti di autonomia codifcati nela costituzione del 1974 non si parla più.

Dicembre
9
e 23, alle elezioni vince il Partito socialista (ex comunista) di S. Miloševic;


Vojvodina (Provincia autonoma) - capol. Novi Sad
[amministrativamente legata alla Serbia dove i serbi rappresentano la metà della popolazione e dove vive una consistente minoranza ungherese] 
1990
-nel 1988 (ottobre) si dimettono i dirigenti della regione autonoma dopo che oltre 100.000 persone hanno manifestato nel capoluogo Novi Sad chiedendo l'integrazione della regione nella Serbia;
Kosovo (Provincia autonoma) - capol. Pristina
[amministrativamente legata alla Serbia con la maggior parte dei suoi abitanti albanesi (90%) e la minoranza serba e montenegrina] 

1990
-nel 1981 chiede lo status di repubblica federata (anche se non mancano le tendenze secessioniste); l'agitazione viene repressa con numerosi arresti; da allora molti abitanti serbi e montenegrini abbandonano la regione;
nel 1987 (ottobre) reparti speciali della polizia federale vengono inviati nel Kosovo, dove resta alta la tensione fra i suoi abitanti;
nel 1988 (novembre), a Priština, si verificano incidenti tra dimostranti albanesi e polizia; è la risposta alla campagna orchestrata da S. Miloševic;
nel 1989 (marzo) il parlamento del Kosovo approva una riforma della costituzione serba che riduce l'autonomia della regione; contro questa riforma da un mese i minatori hanno iniziato uno sciopero che ha indotto le autorità ad adottare misure d'emergenza e ad inviare unità dell'esercito; violenti scontri oppongono le forze dell'ordine e gli albanesi che protestano per questa rinuncia alla sovranità;

1990
Aprile
18
, le autorità federali tolgono lo stato di emergenza in Kosovo e liberano 108 prigionieri politici;

Giugno
il governo di Belgrado toglie ogni potere al parlamento provinciale del Kosovo;


Luglio
2
, una mattina i deputati arrivano e trovano il parlamento di Priština sbarrato dalla polizia. Viene impedito loro l'ingresso.
Si riuniscono allora in assemblea sui gradini del parlamento e approvano una costituzione della regione che ne sancisce l'uguaglianza rispetto alle altre sei repubbliche e sostituisce lo status di minoranza etnica finora assegnato agli albanesi con quello di popolo-nazione; proclamano quindi la "Repubblica del Kosova" nel quadro della Jugoslavia e la sua immediata secessione dalla federazione jugoslava.
5, il parlamento serbo decide di sciogliere il parlamento del Kosovo. Anche il governo provinciale viene deposto in base ad una legge speciale emessa dal parlamento serbo. Il potere esecutivo passa ad una sorta di direttorio composto da funzionari serbi sotto la presidenza del vicepresidente del parlamento serbo Momcilo Trajlovic.
Lo stesso giorno la polizia occupa i locali della radiotelevisione di Priština e 1.300 giornalisti e tecnici perdono il lavoro.
Sei canali della radiotelevisione pubblica e cinque emittenti minori passano sotto la gestione diretta di Belgrado.
Sono occupati anche gli uffici dell'unico quotidiano in lingua albanese, «Rilindja», e i 250 giornalisti licenziati.
È l'inizio di una campagna persecutoria che colpisce anche i corrispondenti albanesi delle grandi testate serbe di Belgrado.
Da questo momento il Kosovo viene sottoposto ad un regime d'occupazione e torna a chiamarsi "Kosovo-Metohija" nome poco gradito agli albanesi.

Settembre
3
, allo sciopero generale partecipa pacificamente quasi tutta la provincia;circa 30.000 piccoli imprenditori, commercianti e artigiani avranno multe attorno alle 500.000 lire per avervi partecipato; molti albanesi del Kosovo, estromessi dal posto di lavoro, perderanno anche l'abitazione che spesso, come nel resto della Jugoslavia, appartiene alla ditta.
7, Kacanik, frontiera con la Macedonia, si riuniscno i rappresetanti politici albanesi, uniti nel cosniglio dei coordinamento dei partiti del Ksoovo, rifiutano questa nuova autonomia e proclamnao la cstituzione della "Repubblica del Kosova":
- art. 1 - «La "Repubblica del Kosova" è uno stato democratico della nazione albanese e delle nazionalità, delle minoranze e dei cittadini: dei serbi, musulmani, montenegrini, croati, turchi, rom, e altri che vivono nel Kosova».
- art. 2 - «La "Repubblica del Kosova" è uno stato sovrano e indipendente.»

BOSNIA-ERZEGOVINA - cap. Sarajevo

1990
Dicembre
2
, si svolge il secondo turno delle elezioni, con una netta vittoria dei partiti nazionalisti sui comunisti;

MONTENEGRO - cap. Podgorica-Titograd
nel 1988 (ottobre), a Podgorica-Titograd, un tentativo di organizzare una manifestazione simile a quella in Vojvodina sfocia in violenti scontri con la polizia;
1990
Dicembre
9
, le elezioni confermano al potere il Partito comunista;

MACEDONIA - cap. Skoplje

dal 1981 arresti di attivisti nazionalisti;

a

1990
- Presidente
Ramiz Alia
(1982 - ?)
- Primo segretario del Partito del lavoro
Ramiz Alia
(1985 - ?)
[dal 1980 ha interrotto ogni rapporto ufficiale cino-albanese.]
1990
il decimo plenum del Pla (Partito del lavoro) rafforza la posizione dell'ala riformista di Ramiz Alia contro quella del gruppo conservatore guidato dalla vedova di Enver Hoxha; Ramiz Alia prosegue quindi con la sua politica di riforme;

Luglio
in seguito alla concessione del passaporto agli albanesi che vogliono espatriare, una prima ondata di profughi passa le frontiere;

Dicembre
9 e 10
, nella capitale manifestazioni studentesche chiedono riforme;
11, Ramiz Alia riunisce un plenum straordinario del Pla (Partito del lavoro) che accetta il multipartitismo;
12, viene creato ufficialmente il Pda (Partito democratico albanese);
21, il governo proclama la destalinizzazione;



1990
- Presidente
Christos Sartzetakis
(1985 - 1990)
[PASOK (Movimento socialista panellenico)]
K. Karamanlis
(1990 - 1995)
[ND (Nuova democrazia)]
- Primo ministro
Xenophon Zolotas
(1989 nov - apr 1990)
[governo di unione nazionale]
Constantin Mitsotakis
(1990 apr - 1993)
[ND (Nuova democrazia)]
[nel luglio 1974 è caduto il regime dei colonnelli]
1990
Aprile
8
, nuove elezioni politiche:

 
Elezioni politiche
 
%
seggi
+/-
- ND (Nuova democrazia)
49,?
150
+ 2
- PASOK (Movimento socialista panellenico)
38,61
123
- 5
- Coalizione della sinistra e del progresso
(raggruppata intorno ai comunisti)
10,23
19
- 2
- altri di sinistra
-
4
 
- Diana (partito di destra)
-
1
-
- Guven (gruppo musulmano della Tracia)
-
?
-
Totale
 
300
 
 
 


il presidente della repubblica incarica Constantin Mitsotakis di ND (Nuova democrazia) di formare il nuovo governo;

Aprile
11
, si insedia il nuovo governo di Constantin Mitsotakis;

Maggio
4, il parlamento elegge presidente della repubblica l'ottantatreenne K. Karamanlis (1990-95);

Ottobre
14 e 21
, i conservatori vincono le elezioni municipali. Il candidato di ND (Nuova democrazia) Antonis Tritsis conquista il comune di Atene con il 50,15% dei voti contro il 45,94% della candidata della sinistra unitaria, l'attrice Melina Mercouri;

Dicembre
28
, il governo conservatore di Constantin Mitsotakis annuncia la prossima liberazione dei capi della Giunta militare; la notizia provoca una levata di scudi generale;
30, il governo torna sui suoi passi;





1990

CIPRO
(indipendenza: agosto 1960)

[dal 1975 l'isola è di fatto divisa in due formazioni nazionali distinte]
vengono interrotte le trattative in corso tra i due presidenti, con la mediazione del segretario dell'ONU Javier Pérez de Cuéllar, intese a risolvere il problema della coesistenza della comunità greco-cipriota e di quella turco-cipriota.
- giugno 1989, i due presidenti, dopo aver ripreso le trattative interrotte nel 1985, si riuniscono a New York con il segretario dell'ONU Javier Pérez de Cuéllar per tentare di risolvere il problema della coesistenza della comunità greco-cipriota e di quella turco-cipriota;
Febbraio
i due presidenti si riuniscono nuovamente a New York con il segretario dell'ONU Javier Pérez de Cuéllar per tentare di risolvere il problema della coesistenza della comunità greco-cipriota e di quella turco-cipriota… ma nulla viene risolto.]

Repubblica turca di Cipro del Nord
(Nord, 30% del territorio)
[dal 1983: riconosciuta da Ankara ma da nessun altro paese; nel maggio 1985 un referendum ha approvato la nuova costituzione.]
- Presidente
Rauf Denktas
(1975 - ?)
[economicamente sopravvive grazie all'aiuto turco]
1990
Aprile
22 , il presidente viene rieletto con il 67% dei voti;

Repubblica di Cipro
(Sud, 70% del territorio)
- Presidente
George Vassiliou
(1988 feb - ?)
[indipendente sostenuto dai comunisti]
1990
Luglio
4, economicamente in buona salute, deposita ufficialmente la sua candidatura alla CEE;


1990
Repubblica di Turchia
(dopo il colpo di stato)
[già nella NATO dal 1952, dal 1955 il paese è nel "patto di Baghdad"; dal 1982 esiste una nuova costituzione che ha conferito consistenti poteri al presidente (oltre alla conferma di un altro mandato settennale).]
- Presidente
Turgut Özal
(1989 - )
[ANAP (Partito della madrepatria)]
- Primo ministro
Yldirim Akbulut
(1989 - 1991)
[ANAP]
1990
-






1990
U.R.S.S.
(Unione delle repubbliche sovietiche: Russia, Ucraina, Bielorussia e Transcaucasia)
1° segretario
del Comitato centrale del PCUS
M.S. Gorbaciov
(1985 mar - dic 1991)
[Il PCUS (Partito comunista dell'Unione Sovietica), partito unico, ha un ruolo dirigente.]
presidente
del Consiglio
dei Soviet
M.S. Gorbaciov
(1988 set - dic 1991)
vicepresidente
-
capo del governo
Nikolaj Ryzkov
(? - 1990)
MVD, [ex NKVD]
[Ministero per gli affari interni]
Ministro
-
KGB
(Komitet Gosudarstvennoi Bezopasnosti – Comitato per la sicurezza dello stato)
Ministro
-
 
RUSSIA
(Repubblica Socialista Federativa Sovietica)
(capitale: Mosca)
Patriarca di Mosca
-
1990
Marzo
12
, il congresso dei deputati del popolo approva gli emendamenti costituzionali che introducono un regime presidenziale, la proprietà privata e il pluralismo politico;
15, M.S. Gorbaciov già presidente del soviet supremo e segretario generale del comitato centrale del Partito comunista, viene proclamato presidente dell'Unione Sovietica;

Aprile
3
, il parlamento sovietico adotta una legge che regolamenta le modalità di secessione di una repubblica federativa;
17, L'URSS mette in pratica le minacce di blocco con una riduzione dell'85% della fornitura di gas alla Lituania;
19, interruzione del rifornimento di petrolio alla Lituania;

Maggio
29
, B.N. Eltsin viene eletto presidente del parlamento della Federazione di Russia;

Giugno
12, Federazione di Russia, il parlamento proclama la "sovranità" della repubblica;
29, i deputati lituani votano la sospensione della dichiarazione di indipendenza, e Mosca abolisce l'embargo;

Luglio
2
, Mosca, si apre il XXVIII congresso del Partito comunista;
10, M.S. Gorbaciov viene rieletto segretario generale;
12, B.N. Eltsin annuncia le proprie dimissioni dal partito;
16, Ucraina, il parlamento proclama la sovranità della repubblica;
27, Bielorussia, il parlamento dichiara la sovranità della repubblica;

Agosto
13
, un decreto di M.S. Gorbaciov riabilita tutte le vittime delle repressioni politiche verificatesi fra la metà degli anni Venti e gli anni Cinquanta;
15, un altro decreto annulla tutte le misure con cui tra il 1966 e il 1988 numerose persone sono state private della cittadinanza sovietica;
23, Armenia, il parlamento proclama la sovranità della repubblica;
Turkmenistan,  il parlamento proclama la sovranità della repubblica;
24, Tadzikistan,  il parlamento proclama la sovranità della repubblica;

Settembre
3
, Mosca, c'è penuria di pane, la prima volta in 25 anni;
24, i deputati autorizzano M.S. Gorbaciov a legiferare per decreto allo scopo di introdurre, nell'arco di 18 mesi, l'economia di mercato;



Repubblica della Ceceno-Inguscezia

[ricostituita nel 1957 come repubblica autonoma all'interno della Repubblica Russa]

1990
-
Novembre
l'ex comandante della base sovietica di Tartu, Estonia, Džokhar Dudaev, viene eletto a capo del Comitato Esecutivo del movimento indipendentista ceceno "Congresso Nazionale del Popolo Ceceno" che avoca a sé l'autonomia della Ichkeria (Cecenia) come repubblica separata dall'Unione Sovietica.

BIELORUSSIA
(Repubblica Socialista Federativa Sovietica)
(Beloruskaja SSR - capitale: Minsk)

presidente della repubblica
-
1990
Luglio
27, Bielorussia, il parlamento dichiara la sovranità della repubblica;

UCRAINA
(Repubblica Socialista Federativa Sovietica)
(capitale: Kijev)
presidente della repubblica
-
1990
Luglio
16, Ucraina, il parlamento proclama la sovranità della repubblica;


TRANSCAUCASIA
(Repubblica Socialista Federativa Sovietica)
Azerbaigian
(Repubblica federativa - capitale: Baku)
presidente della repubblica
-
1990
grandi giacimenti di petrolio (fra i più consistenti dell'URSS e del mondo) sulle rive del Caspio, nella penisola di Apšeron e nella zona di Neftecala, e sul fondo del mare;


- Nagorno-Karabah (provincia autonoma)
- Nahicevan (repubblica autonoma, che una porzione di territorio della repubblica armena separa dal resto dell'Azerbaigian)
Repubblica Socialista Georgiana
(Repubblica federativa - capitale: Tbilisi)
presidente della repubblica
Noé Jordania
(1918 - ?)
1990
-
- Adzaristan (repubblica autonoma)
- Abhasia (repubblica autonoma)
- Ossezia Meridionale (provincia autonoma)
Repubblica autonoma di Armenia
(Repubblica socialista - capitale: Jerevan)
presidente della repubblica
-

1990
Agosto
23, il parlamento proclama la sovranità della repubblica;
[su un totale di quindici repubbliche sovietiche, cinque si sono già dichiarate indipendenti e otto hanno proclamato la sovranità]

a


   
1990
Repubblica Socialista Sovietica
di Estonia
Presidente
?
(? - ?)
Primo Ministro
?
(? - ?)
[Nell'ottobre 1988 si ècostituito il Fronte popolare estone; la spinta indipendentistica si fa sempre più marcata.]
1990
Maggio
12
, i presidenti delle tre repubbliche baltiche ricostituiscono il Consiglio baltico, al quale avevano preso parte tra il 1934 e il 1940;
 
1990
Repubblica Socialista Sovietica
di Lettonia
Presidente
?
(? - ?)
Primo Ministro
?
(? - ?)
[Nell'ottobre 1988 si ècostituito il Fronte popolare lettone; la spinta indipendentistica si fa sempre più marcata.]
1990
Maggio
12
, i presidenti delle tre repubbliche baltiche ricostituiscono il Consiglio baltico, al quale avevano preso parte tra il 1934 e il 1940;
 
1990
Repubblica Socialista Sovietica
di Lituania
- Presidente del parlamento
-
Vytautas Landsbergis
(1990 mar - ?)
[movimento indipendentista Sajùdis]
- Presidente della repubblica
?
(? - ?)
?
(? - ?)
- Primo Ministro
?
(? - ?)
Kazimera Prunksene
(1990 - gen 1991)
[Nell'ottobre 1988 si è costituito il Fronte popolare lituano; la spinta indipendentistica si fa sempre più marcata.]
1990
Febbraio
24
-1° Marzo
, si svolgono le prime elezioni democratiche dal dopoguerra, vinte dal movimento indipendentista Sajùdis che ottiene una maggioranza pari a due terzi dei seggi in parlamento;

Marzo
11
, Vilnius, il parlamento elegge alla sua presidenza Vytautas Landsbergis, presidente del Sajùdis, e proclama l'indipendenza della repubblica;
15, Mosca, il congresso dei deputati adotta una risoluzione che conferma la sovranità dell'URSS sulla Lituania;
23, Vilnius, un centinaio di carri armati sovietici entrano nella capitale;
31, i militari sovietici occupano alcuni edifici pubblici;

Aprile
13
, Michail Gorbacëv lancia un ultimatum alla Lituania;
17, l'Unione Sovietica decide di ridurre dell'85% le sue forniture di gas naturale, e due giorni dopo interrompe gli approvvigionamenti di petrolio;

Maggio
12
, i presidenti delle tre repubbliche baltiche ricostituiscono il Consiglio baltico, al quale avevano preso parte tra il 1934 e il 1940;

Giugno
26, François Mitterand e Helmut Kohl lanciano un appello a Vytautas Landsbergis affinché sospenda gli effetti della dichiarazione di indipendenza, «agevolando l'apertura delle trattative con Mosca»;
29
, i deputati votano la "sospensione" della dichiarazione di indipendenza per 100 giorni a partire dalla data di apertura dei negoziati con Mosca;

Ottobre
2
, iniziano i colloqui con Mosca e lo stesso giorno Mosca sospende l'embargo ai danni di Vilnius;

1990
Repubblica Democratica Tedesca
(DDR)

[dal 1973 il paese è stato ammesso, come del resto la FDR, l'altra Germania, all'ONU]
– il "muro di Berlino", esistente dal 13 agosto 1961 è stato abbattuto il 9 novembre 1989 –

- Presidente del consiglio di stato
-
-
- Primo Ministro
Hans Modrow
(1989 18 nov - 12 apr 1990)
Lothar de Maizière
(1990 apr - ott)
- Segretario della SED
Gregor Gysi
(1989 dic - feb 1990)
[considerato un riformatore]
 
[SED (Sozialistische Einheitspartei Deutschlands - Partito socialista unificato)]

1990
Gennaio
15
, i berlinesi danno l'assato al palazzo sulla Normannenstrasse, sede della Stasi; fanno irruzione nelle stanze dove gli agenti, intuendo che il regime sta per crollare, hanno ammassato i documenti accumulati in quarant'anni di spionaggo e tentano freneticamente di distruggerli;
[Solo gli atti che riescono a salvare messi l'uno accanto all'altro coprirebbero 180 chilometri.
La DDR contava 91.000 spie, ovvero un agente ogni 180 abitanti: per avere un termine di paragone, è in media il triplo del famigerato KGB russo.
A questi vanno aggiunti più di 100.000 informatori, cioè coloro che hanno accettato almeno una volta di collaborare con gli spioni fornendo informazioni su un vicino o un collega: così si arriva, tra dipendenti e informatori, all'armante dato secondo cui il 2% della popolazione della DDR faceva la spia.]
Non manca certo una visita alla prigione di Hohenschönhausen, creata dai russi nell'ottobre 1945 in un quartiere di Berlino Est sfruttando la presenza di un Lager nazista: la prigione per gli oppositori, poi passata alla Stasi.
[Nel 1960 accanto a questa prigione venne creato un edificio utilizzato come carcere giudiziario per gli oppositori, ma per "i più ostinati" restarono in uso le fosse di uno scantinato "il sottomarino" fino alla caduta del Muro.
Già dal 1990 si inizia a trasformarlo nel luogo della memoria.]

Febbraio
1
, il capo del governo Hans Modrow, due giorni dopo una visita a Mosca nel corso della quale è stato a colloquio con Michail Gorbacëv, presenta un piano che prevede la riunificazione delle due Germanie;
4, Berlino, il FDP (Partito liberale) della Germania orientale tiene il suo congresso costituente, alla presenza del partito fratello tedesco-occidentale;
23, Lipsia, Ibrahim Böhme è confermato alla presidenza del SPD (Partito socialdemocratico);

Marzo
18
, si tengono le prime elezioni politiche libere dall'avvento del nazismo, vi partecipano 24 partiti, tra cui emergono quelli sostenuti dai partiti fratelli della Germania occidentale.

 
Elezioni politiche
 
%
seggi
- Cdu
(cristiano democratici)
[Lothar de Maizière]
40,9 164
- Dsu 
(unione sociale tedesca)
-
25
- Spd (21,8%)
(Partito socialdemocratico)
21,8 87
- Pds (16,33%)
(Partito del socialismo democratico - ex comunisti)
16,3 65
- Fdp (5,2%)
(Partito liberale)
5,2 21
- Alleanza '90
(gruppo di piccoli partiti dissidenti) 
-
12
- Verdi 
-
8
- Demokratischer Aufbruch
(Risveglio democratico)
- 4
     
 



Alleanza per la Germania unita: Cdu, Dsu e Demokratischer Aufbruch, supera il 48% dei voti;

Aprile
12
, Lothar de Maizière forma un governo di coalizione comprendente
- Alleanza per la Germania,
- Spd
- Fdp;
il primo ministro si impegna a realizzare la riunificazione tedesca in una Germania membro della NATO e della Cee
Il parlamento presenta le sue scuse alla Cecoslovacchia per la partecipazione della DDR all'invasione operata dalle forze del patto di Varsavia nel 1968, e riconosce la propria responsabilità nella persecuzione degli ebrei durante il nazismo. 

Luglio
1
, entra in vigore l'unione economica, monetaria e sociale tra le due Germanie; 

Ottobre
3
, l'unificazione diventa effettiva: la Repubblica Democratica Tedesca non esiste più e la Germania ritrova la sua unità dopo 40 anni di divisione.


?????? 15 novembre, Berlino Est, dopo tre ore di scontri, decine di feriti e oltre 300 arresti la polizia, forte di 1500 uomini, riesce a sgomberare 12 edifici occupati in Mainzerstraße.


 

1990
Governo polacco
in esilio a Londra
Presidente
Ryszard Kaczorowski
(1989 19 lug - 22 dic 1990)
 
Primo ministro
Edward Szczepanik
(1986 8 apr - 21 dic 1990)
 
 
 
1990
Presidente del Consiglio di Stato
gen. W. Jaruzelski
(1989 31 dic - 22 dic 1990)
 
Primo ministro
Tadeusz Mazowiecki
(1989 24 ago - 4 gen 1991)
Primo segretario del Poup
Mieczyslaw Rakowski
(1989 29 lug - 29 gen 1990)
 
- Presidente della Sdrp
Aleksander Kwasniewski
(1990 gen - 1995)
Poup (Partito operaio unificato polacco)
[PZPR (Polska Zjednoczona Partia Robotnicza)]
(1948 15 dic - 29 gen 1990)
Sdrp (Socialdemocrazia della Repubblica di Polonia)
[SdRP (Socjaldemokracja Rzeczypospolitej Polskiej)
(1990 30 gen - 1999)

1990
Gennaio
29
, il Poup (Partito operaio unificato polacco) vota la propria dissoluzione e assume la nuova denominazione di Sdrp (Socialdemocrazia della Repubblica di Polonia); 
una corrente riformatrice si scinde dando vita all'Unione socialdemocratica;
Aleksander Kwasniewski viene eletto presidente della Sdrp;

Aprile
21 , Lech Walesa è trionfalmente rieletto capo di Solidarnosc;

Luglio
16
, la nascita della corrente di Azione democratica, che difende l'operato del primo ministro, ufficializza la rottura in seno a Solidarnosc tra i partigiani del primo ministro e i fautori di Lech Walesa, sostenuto da un'Alleanza di centro di orientamento populista-nazionalista;

Novembre
25
, elezioni: dopo il primo turno si ritira Tadeusz Mazowiecki;

Dicembre
9
, al secondo turno delle consultazioni L. Walesaviene eletto presidente della repubblica con il 74,25% dei voti; l'uomo d'affari polacco-canadese-peruviano Stanislaw Tyminski ottiene il 25,75%; 
L. Walesa nomina alla carica di primo ministro Jan Krzysztof Bielecki


 


1990
- Presidente
gen. W. Jaruzelski
(1989 31 dic - 22 dic 1990)
L. Walesa
(1990 22 dic - 22 dic 1995)
[leader di Solidarnosc]
- Primo ministro
Tadeusz Mazowiecki
(1989 24 ago - 4 gen 1991)
- Presidente della Sdrp
Aleksander Kwasniewski
(1990 gen - ?)
Sdrp (Socialdemocrazia della Repubblica di Polonia)
1990
Gennaio
29
, il Poup (Partito operaio unificato polacco) vota la propria dissoluzione e assume la nuova denominazione di Sdrp (Socialdemocrazia della Repubblica di Polonia); 
una corrente riformatrice si scinde dando vita all'Unione socialdemocratica;
Aleksander Kwasniewski viene eletto presidente della Sdrp;

Aprile
21 , L. Walesa è trionfalmente rieletto capo di Solidarnosc;

Luglio
16
, la nascita della corrente di Azione democratica, che difende l'operato del primo ministro, ufficializza la rottura in seno a Solidarnosc tra i partigiani del primo ministro e i fautori di Lech Walesa, sostenuto da un'Alleanza di centro di orientamento populista-nazionalista;

Novembre
25
, elezioni: dopo il primo turno si ritira Tadeusz Mazowiecki;

Dicembre
9
, al secondo turno delle consultazioni L. Walesaviene eletto presidente della repubblica con il 74,25% dei voti; l'uomo d'affari polacco-canadese-peruviano Stanislaw Tyminski ottiene il 25,75%; 
L. Walesa nomina alla carica di primo ministro Jan Krzysztof Bielecki

1990
REPUBBLICA di CECOSLOVACCHIA
[Praga, nel Gennaio 1979 viene pubblicato il manifesto del dissenso cecoslovacco «Charta 77», a favore dei diritti civili.]
Presidente della repubblica
Václav Havel
(1989 dic - 1990)
Václav Havel
(1990 lug -?)
Primo ministro
Marian Calfa
(1989 dic - 1990)
Marian Calfa
(1990 lug - ?)
- Primo segretario del Pcc
Karel Urbanek
(1989 nov - ?)
Pcc (Partito comunista cecoslovacco)
[non ha più un ruolo dirigente]
 
1990
Gennaio
30
, il parlamento coopta 120 nuovi membri, in sostituzione dei parlamentari comunisti che si sono dimessi: è la fine di 40 anni di controllo del parlamento da parte del Pcc (Partito comunista cecoslovacco);

Aprile
20
, assume il nome di Repubblica Federativa Ceca e Slovacca;

Giugno
8-9
, prime elezioni politiche libere dal 1946; l'affluenza alle urne è altissima (96%);

 
Elezioni politiche
- Forum civico (ceco)
(V. Havel) e
- Pubblico contro la violenza (slovacco)
46,25%
(maggioranza assoluta)
- Pcc
(Partito comunista cecoslovacco)
13,6%
- Unione cristiano democratica
11,65%
 
 



Giugno
27
, la nuova assemblea rielegge alla sua presidenza A. Dubcek;
Marian Calfa (slovacco) presenta un nuovo governo;

Luglio
5 , V. Havel (ceco) viene confermato alla presidenza della repubblica dall'assemblea federale.





1990
Repubblica d'Ungheria
(IV Repubblica 1989)
- Presidente della repubblica
Brunó Ferenc Strauß
(1988 giu - 1990)
Árpad Góncz
(mag - giu)
[ad interim]
Árpad Góncz
(1990 ago - ?)
[Sds (Alleanza dei liberi democratici)]
- Presidente del consiglio
Károly Grósz
(1987 giu - 1990)
József Antall
(1990 mag - ?)
[Forum democratico]
Primo segretario del Psu
Károly Grósz
(1988 mag - ?)
Psu (Partito socialista ungherese)
1990
Marzo
25
-8 aprile, si svolgono le elezioni legislative:

 
Elezioni legislative
- Forum democratico  164
- Partito dei piccoli proprietari 44
- Partito popolare democristiano 21
- Alleanza dei liberi democratici (Sds 92
- Federazione dei giovani democratici  21
- Partito socialista ungherese (Psu) 33
- Altri 11
Totale seggi

386

 
 


Maggio
16
, il primo ministro designato József Antall (Forum democratico) forma un governo di coalizione senza comunisti;

Agosto
3 , Árpad Góncz, presidente ad interim dal 2 maggio, viene confermato in carica dal parlamento: fondatore del Sds, Árpad Góncz, può vantare un passato esente da ogni compromesso con il regime comunista.






1990
- Presidente della repubblica
Ion Iliescu
1989 dic - 1990)
[Fsn (Fronte di salvezza nazionale)]
[ad interim]
Ion Iliescu
(1990 mag - 1996)
[Fsn (Fronte di salvezza nazionale)]
- Primo ministro
Petre Roman
(1989 dic - 1990)
[senza precedenti politici]
Petre Roman
(1990 giu - set 1991)
[senza precedenti politici]
-
-
 
Fsn (Fronte di salvezza nazionale) comprendente dissidenti, militari e diversi membri del partito emarginati da N. Ceausescu, tra cui l'ex segretario del comitato centrale (fino al 1971) Ion Iliescu;
1990
Gennaio
23
, il Fsn (Fronte di salvezza nazionale) annuncia che si presenterà alle elezioni in quanto tale; il dissidente Doina Cornea rassegna immediatamente le dimissioni;
27, l'atto di accusa letto al processo contro quattro ex dignitari del regime di N. Ceausescu fornisce un bilancio preciso delle vittime dell'insurrezione di dicembre: 689 morti e 1200 feriti, cifre che contraddicono la versione del "genocidio" emersa mentre i fatti erano ancora in corso (60.000 morti);
28, una grande manifestazione dell'opposizione chiede al Fsn di ritirarsi;

Marzo
20
, Tîrgu Mures, Transilvania, una manifestazione cui  partecipano circa 5000 rumeni di stirpe ungherese si scontra con 2000 nazionalisti rumeni: questi ultimi aggrediscono i manifestanti e saccheggiano i negozi di proprietà dei magiari, che rappresentano il 50% circa della popolazione cittadina; diverse persone vengono uccise; l'ordine viene stabilito soltanto con l'intervento degli automezzi blindati;

Aprile
22
, la televisione mostra una nuova versione del processo a N. Ceausescu e alla moglie, più completa rispetto a quella mandata in onda nel dicembre 1989. Il filmato, che mostra gli ultimi istanti di vita della coppia, contribuisce ad offuscare l'immagine del nuovo regime; nel frattempo si intensificano le manifestazioni di protesta contro il Fsn (Fronte di salvezza nazionale) e il capo dello stato ad interim Ion Iliescu, per chiedere l'allontanamento degli ex comunisti ancora al potere;
nella piazza dell'Università si accampano molti contestatori;

Maggio
20
, si svolgono le prime elezioni democratiche da oltre cinquant'anni:
- Ion Iliescu viene eletto presidente della repubblica con l'85,07% dei voti; 
- Radu Campeanu, nazional-liberale, 10,64%; 
- Ion Ratiu, Alleanza nazional-contadina, 4,29%;
camera dei deputati:

 
Camera dei deputati
- Fsn (Fronte di salvezza nazionale) 233
- Partito nazional-liberale 29
- Unità democratica magiara 29
- Partito nazional-contadino 12
 
 


Giugno
13
, mentre le forze dell'ordine allontanano brutalmente  i contestatori, nuovi gruppi di manifestanti invadono la piazza, mentre diverse migliaia di persone assaltano il palazzo della televisione;
14, circa 7000 minatori della valle dell'Jiu rispondono all'appello lanciato il giorno precedente da Ion Iliescu e, viaggiando a bordo di convogli speciali, giungono a Bucarest dove seminano il terrore per due giorni;
15, l'ordine viene ristabilito nella capitale; il presidente Ion Iliescu ringrazia i minatori per aver represso i disordini fomentati dalle "forze della destra straniera";
28, il primo ministro uscente Petre Roman presenta il suo nuovo governo, composto da giovani tecnocrati non compromessi con il vecchio regime; enunciando il suo programma di fronte al parlamento, mette l'accento sulla liberalizzazione della politica economica.




1990
REPUBBLICA POPOLARE di BULGARIA
(30 dicembre 1947)
[Nel 1971 viene adottata una nuova costituzione di tipo socialista che tiene conto delle trasformazioni economiche e sociali verificatesi dalla fine della guerra.]
- Presidente del consiglio di stato
Petar Mladenov
(1989 dic - mar 1990)
Petar Mladenov
(apr - lug, dim.)
Želio Želev
(1990 ago - ?)
[Ufd (Unione forze democratiche)]
- Primo ministro
Gheorghi Atanassov
(1986 - gen 1990)
[gorbacioviano]
Andrei Lukanov
(1990 feb - nov, dim.)
Dimitar Popov
(1990 dic - ?9
[verno di coalizione]
segretario generale del Pcb
Petar Mladenov
(1989 dic - gen 1990)
Aleksander Lilov
(1990 - ?)
 
Pcb (Partito comunista bulgaro)
[non ha più il ruolo guida]
1990
Gennaio
15
, il parlamento abroga l'articolo 1 della costituzione, che sanciva il ruolo guida del Pcb (Partito comunista bulgaro);
20, Todor Christov Zivkov, viene accusato di "istigazione all'odio etnico", concussione e abuso di potere;
30-.2 feb, al XIV congresso del Pcb Aleksander Lilov viene eletto segretario generale al posto di Petar Mladenov, che resta capo dello stato;

Febbraio
3
, Andrei Lukanov viene nominato primo ministro (1990);
8, il suo gabinetto appena formato è composto unicamente da comunisti in quanto gli altri partiti si sono rifiutati di parteciparvi;
25-27, Sofia, si svolgono grandi manifestazioni anticomuniste; decine di migliaia di persone chiedono democrazia;

Aprile
3
, il parlamento elegge Petar Mladenov presidente della repubblica; il Pcb si trasforma in Psb (Partito socialista bulgaro);

Giugno
17
, secondo turno delle prime elezioni libere: 

 
Prime Elezioni libere
(secondo turno)
 
seggi
- Psb (Partito socialista bulgaro) 211
- Ufd (Želio Želev)
(Unione forze democratiche)
144
- Dps
(Movimento per i diritti e le libertà) (minoranza turca)
23
- Partito agrario 
(Viktor Valkov)
16
 
 


Luglio
6
, Petar Mladenov rassegna le dimissioni, richieste da due partiti di opposizione che hanno unito la loro voce alle manifestazioni studentesche [compare una videocassetta in cui egli chiede l'intervento dei carri armati contro gli studenti nel dicembre 1989];

Agosto
1
, il parlamento elegge Želio Želev presidente della repubblica;

Novembre
15
, un emendamento costituzionale abolisce il carattere "popolare" della Repubblica di Bulgaria;
29, il primo ministro Andrei Lukanov si dimette [sarà assassinato il 2 ottobre 1996, in circostanze misteriose], sotto la spinta delle manifestazioni che si sono succedute per tutto il mese e dopo 4 giorni di sciopero generale;

Dicembre
7
, Andrei Lukanov viene sostituito da Dimitar Popov a capo di un governo di coalizione;




 




République Française
1990
Costituzione del 1958
 
V REPUBBLICA
Presidente della Repubblica
F.-M. Mitterand
(1981 21 mag - 17 mag 1995)
Presidente del Senato
Alain Poher (UCDP - UC)
(1968 3 ott - 2 ott 1992)
Presidente dell'Assemblea Nazionale
 
Presidente del Congresso
(Senato+Camera)

 
Primo ministro
Michel Rocard [PS]*
II
(1988 23 giu - 15 mag 1991)
Interni
Pierre Joxe (PS)
(1988 12 mag - 29 gen 1991)
Esteri
Roland Dumas
(1988 12 mag - 29 mar 1993)
Colonie
Regioni liberate
 
Difesa
Guerra
Marina
Aviazione
Economia e Finanze
Pierre Bérégovoy
(1988 23 giu - 15 mag 1991)
anche Ministro di Stato
Agricoltura
Commercio
e Industria
Lavori Pubblici
Lavoro
Giustizia
Pierre Arpaillange
(1988 12 mag - 2 ott 1990)
Henri Nallet
(2 ott - 2 apr 1992)
Educazione Nazionale
Riforme

** [10 mag 1988 - 16 mag 1995] Periodo qualificato di "Seconda coabitazione", terminandosi con l'elezione di J. Chirac alla presidenza della repubblica.

1990
Febbraio
11 , Jacques Chirac viene confermato alla presidenza di un RPR (Rassemblemente pour la République) [destra gollista] ormai diviso tra la linea "unionista" del presidente e quella "militante" di Charles Pasqua e Philippe Séguin;

Marzo
15-18
, Rennes, si tiene il congresso socialista, che non approva alcuna mozione di sintesi: è sempre più viva la rivalità fra Laurent Fabius e Lionel Jospin;
21, Pierre Mauroy viene rieletto primo segretario del PS (Partito socialista);

Maggio
9/10
, Carpentras, nella notte vengono profanate 34 tombe nel cimitero ebraico;
14, Parigi, manifestano il loro sdegno oltre 200.000 persone di ogni tendenza, tra cui il presidente F.-M. Mitterand , ma non il FN (Front National), che molti accusano della diffusione dell'antisemitismo;

Agosto
2, la Francia condanna l'invasione del Kuwait da parte dell'Iraq;

Settembre
14
, l'ambasciata francese in Kuwait viene violata e 4 francesi arrestati: il giorno dopo la Francia rafforza il suo dispositivo militare nel Golfo;

Ottobre
29
, Rambouillet, F.-M. Mitterand e Michail Gorbacëv firmano un trattato d'intesa e di cooperazione;
30, tornano i 262 ostaggi francesi detenuti in Iraq e in Kuwait;

Novembre
19-21
, Parigi, si svolge il secondo vertice della CSCE, 15 anni dopo quello di Helsinki; viene firmato il primo accordo per la riduzione delle armi convenzionali in Europa; il vertice si chiude cn la firma della Carta di Parigi, con cui finisce "l'era del confronto e della divisione" in un 'Europa in cui cooperazione e sicurezza dovranno ora essere fondate su valori di democrazia e di libertà;

Dicembre
18-22
, Saint-Quen, si tiene il congresso del PCF (Partito comunista francese), che conferma Georges Marchais segretario generale;
Corsica [dal 1982 l'isola ha ottenuto una certa autonomia ma le principali organizzazioni separatiste sono messe fuori legge.]
1990
-
Polinesia Francese [territorio d'oltremare]
1990
-
Nuova Caledonia [territorio d'oltremare]
1990
-


 



1990
Elisabetta II
Albero genealogico
(n. 1926)
figlia di Giorgio VI e di Elisabeth Bowes-Lyon [Queen Mum];
1947-52, duchessa di Edimburgo;
1953 (2 giugno) regina di Gran Bretagna e d'Irlanda del Nord, capo del Commonwealth;
Primo ministro,
Primo lord del Tesoro
[Prime Minister, First Lord of the Treasury]
M. Thatcher
conservatore
(1979 4 mag - 28 nov 1990)
J. Major
conservatore
(28 nov - 2 mag 1997)
Cancelliere dello Scacchiere
[Chancellor
of the Exchequer
]
J. Major
(1989 26 ott - 28 nov 1990)
Norman Lamont
(28 nov - 27 mag 1993)
Segretari di Stato
Affari Esteri e Commonwealth
Difesa
Affari Interni
 
Giustizia  
Colonie
 
Affari economici
Carburanti
ed Energia
 
Commercio estero
 
Sanità
 
Edilizia
 
[dal novembre del 1974 l'IRA è fuori legge nell'Irlanda del Nord, nella Repubblica d'Irlanda e in Gran Bretagna]

1990
Febbraio
15
, riprendono i rapporti diplomatici tra Argentina e Gran Bretagna, interrotti in occasione della guerra delle Falkland (Malvine);

Marzo
10
, Farzad Bazoft, giornalista inglese di origine iraniana, viene condannato a morte in Iraq per spionaggio (impiccato il 15 marzo); il governo di Londra richiama per consultazioni l'ambasciatore a Baghdad;
31
, Londra, al termine della più grande manifestazione della campagna contro la Poll Tax in Inghilterra, la polizia carica il corteo, che risponde dando luogo alla "battaglia di Trafalgar Square". 
Il bilancio dopo 10 ore di scontri sarà di decine di feriti da entrambe le parti e 341 manifestanti arrestati.

Giugno
Londra, una bomba devasta il Carlton Club;

Luglio
20
, Londra, un'altra bomba esplode senza fare vittime alla Borsa;
30, il deputato conservatore Ian Gow muore nell'esplosione di una bomba posta sotto la sua automobile;
l'IRA dimostra di non voler colpire soltanto obiettivi militari;

Settembre
27
, riprendono i rapporti diplomatici tra Gran Bretagna e Iran;

Novembre
, sir Geoffrey Howe si dimette dalla vicepresidenza del governo e dalla presidenza del gruppo conservatore alla camera dei comuni; le sue dimissioni, provocate dall'intransigenza di M. Thatcher sulla questione europea, confermano che cresce all'interno del partito l'opposizione al primo ministro;
l'ex ministro della difesa Michael Heseltine annuncia la propria candidatura alla direzione del Partito conservatore;
20, M. Thatcher è costretta al ballottaggio;
22, prima del secondo turno, fissato per il giorno 27, M. Thatcher annuncia a sorpresa le dimissioni;
27, i 372 deputati conservatori chiamano a sostituirla il cancelliere dello scacchiere J. Major che ottiene 185 voti contro i 131 di Michael Heseltine e i 56 del segretario al Foreign Office Douglas Hurd;
28, Londra riallaccia i rapporti diplomatici con la Siria, interrotti nell'ottobre 1986 in seguito a un attentato;

Distribuzione della Ricchezza
Anno
Ricchezza
Popolazione
1911
60%
1%
1990
20%
1%
Tra i dieci uomini più ricchi del Regno Unito solo il duca di Westminster appartiene alla grande nobiltà terriera.
Secondo uno studio «sui molto ricchi» condotto dall'Università di Essex, dopo i primi dieci risultano:
n. persone
Patrimonio
1.000
> 4 Mni di sterline
(ca 9 Mdi di lire)
20.000
> 1 Mne di sterline
(ca 2,25 Mdi di lire)
[Secondo lo studio del sociologo americano prof. Bill Rubinstein della Deakin University, esaminando i patrimoni di tutti coloro che sono morti nel 1985 e hanno lasciato agli eredi almeno due miliardi di lire, il 42% dei miliardari aveva un padre miliardario mentre un altro 29% era figlio di grossi professionisti o commercianti.]
[Beppe Severgnini, Inglesi, Rizzoli Libri SpA Milano 1990.]
 



1990
-

1990
Novembre
9
, Mary Robinson viene eletta presidente della repubblica [succede a Patrick Hillery, in carica da 14 anni], prima donna a ricoprire tale carica; sostenuta dal Partito laburista e dal Partito dei lavoratori, ottiene al secondo turno il 51,9% dei voti, contro il 46,4% del candidato del Fianna Fáil Brian Lenihan;



a





1990
- Presidente
M. Soares
(1986 - 1995)
[PS (Partito socialista)]
- Presidente del consiglio
Aníbal Cavaco Silva
(1985 - 1995)
[PSD (Partito socialdemocratico)]
 
1990
-




1990
don Juan Carlos
Albero genealogico

(Roma 1938)
figlio di don Juan di Borbone e di Maria Mercedes di Borbone-Napoli;
1969, viene designato dal dittatore F. Franco Bahamonde [el Caudillo] a succedergli "a titolo di re";
- re di Spagna;
[da Novembre 1975]

 
 
IV Legislatura
Primo ministro
Felipe González Márquez
III
(1989 29 ott - 6 giu 1993)
[PSOE (Partito socialista operaio spagnolo)]
Difesa
Narcis Serra
(1983 - 1993)
Interno
   
Affari Esteri
   
Economia
Carlos Solchaga
(1983 - 1993)
[PSOE]
Finanze
   
Lavori pubblici
   
Industria
   
Commercio
   
Istruzione e Scienze
-
Lavoro
   
Informazioni
   
Affari sociali
-
 

1990
Gennaio
-
Aprile
un commando francese dell' Eta viene smantellato nel corso di un'operazione congiunta della polizia francese e spagnola;

Ottobre
26-29
, Michail Gorbacëv visita la Spagna; il presidente sovietico ottiene 1,5 Mdi di dollari sotto forma di crediti all'importazione;







1990
Repubblica Italiana
Presidente
della Repubblica
Francesco Cossiga (Dc)
(1985 3 lug - 28 apr 1992)

X Legislatura 1987 2 lug - 22 apr 1992

Presidente
della Camera
L. Jotti (Pci)
(1979 20 giu - 22 apr 1992)
Presidente
del Senato
G. Spadolini (Pri)
(1987 2 lug - 14 apr 1994)
Presidente
del Consiglio
G. Andreotti (Dc) VI
(1989 22 lug - 12 apr 1991)
vicepresidenti del Consiglio C. Martelli (Psi)
1989 22 lug - 24 apr 1992)
Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio Adolfo Nino Cristofori (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Filippo Fiorino (Psi)
(1989 22 lug - mar 91)
[del. Interventi nel Mezzogiorno]
Giuseppe Galasso (Pri)
(1988 13 apr - 12 apr 1991)
[Interventi nel Mezzogiorno]
Interno
A. Gava (Dc)
(1988 13 apr - 16 ott 1990)
mot. salute
V. Scotti (Dc)
(1990 16 ott - 24 apr 1992)
Sottosegretari Saverio D'Aquino (Pli)
(1987 28 lug - 24 apr 1992)
Franco Fausti (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Giancarlo Ruffino (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
V. Spini (Psi)
(1987 22 lug - 24 apr 1992)
Affari Esteri
G. De Michelis (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Sottosegretari Susanna Agnelli (Pri)
(1989 22 lug - 12 apr 1991)
Ivo Butini (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Claudio Lenoci (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Claudio Vitalone (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Difesa
M. Martinazzoli (Dc)
(1989 22 lug - 27 lug 1990) dimiss.
V. Rognoni (Dc)
(1990 27 lug - 24 apr 1992)
Sottosegretari Stelio De Carolis (Pri)
(1989 22 lug - 12 apr 1991)
Giuseppe Fassino (Pli)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
C. Mastella (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Delio Meoli (Psi)
(1987 28 lug - 24 apr 1992)
Marina mercantile
C.M. Vizzini (Psdi)
(1989 lug - 24 apr 1992)
Sottosegretari Giuseppe Demitry (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Giovanni Mongiello (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Tesoro
G. Carli (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Sottosegretari Mauro Bubbico (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Luigi Foti (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Angelo Pavan (Dc)
(1988 13 apr - 24 apr 1992)
Emilio Rubbi (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
M. Sacconi (Psi)
(1987 lug - mag 1994)
Finanze
R. Formica (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Sottosegretari Stefano De Luca (Pli)
(1988 13 apr - 24 apr 1992)
  Dino Madaudo (Psdi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
  Carlo Merolli (Dc)
(1986 1° ago - 24 apr 1992)
  C. Senaldi (Dc)
(1988 13 apr - 24 apr 1992)
  Domenico Susi (Psi)
(1987 28 lug - 24 apr 1992)
Bilancio e Programmazione economica
P.C. Pomicino (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Sottosegretari Marte Ferrari (Psi)
(1989 22 lug - 12 apr 1991)
Angelo Picano (Dc)
(1989 5 gen - 24 apr 1992)
Partecipazioni statali
C. Fracanzani (Dc)
(1988 13 apr - 27 lug 1990)
dimiss.
F. Piga (Dc)
(27 lug 90 - † 26 dic 1990)
G. Andreotti (Dc)
(26 dic - 12 apr 1991)
[ad interim]
Sottosegretari Sebastiano Montali (Psi)
(1989 2 mar - 24 apr 1992)
Affari regionali
A. Maccanico
(apr 88 - 24 apr 1992)
Commercio estero
R. Ruggiero (Psi)
(1987 lug - 12 apr 1991)
Sottosegretari Paolo Del Mese (Dc)
(1987 lug - 12 apr 1991)
Alberto Rossi (Dc)
(1986 1° ago - 24 apr 1992)
Agricoltura e foreste
C.A. Mannino (Dc)
(1988 13 apr - 27 lug 1990) dimiss.
V. Saccomandi (Dc)
(1990 27 lug - 12 apr 1991)
Sottosegretari Francesco Cimino (Psi)
(1987 28 lug - 12 apr 1991)
Alessandro Ghinami (Psdi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Romeo Ricciuti (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Industria, Commercio e Artigianato
A. Battaglia (Pri)
(1987 lug - 12 apr 1991)
Sottosegretari Paolo Babbini (Psi)
(1987 28 lug - 24 apr 1992)
Franco Bonferroni (Dc)
(1989 22 lug - 12 apr 1991)
Guglielmo Castagnetti (Pri)
(1989 22 lug - 12 apr 1991)
Giuseppe Fornasari (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Lavori Pubblici
G. Prandini (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Sottosegretari Francesco Curci (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Francesco Nucara (Pri)
(1989 22 lug - 12 apr 1991)
Ettore Paganelli (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Trasporti
C. Bernini (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Sottosegretari Gualtiero Nepi (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Giuseppe Lelio Petronio (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Giuseppe Santonastaso (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Lavoro e
Previdenza sociale
C. Donat Cattin (Dc)
(1989 22 lug - 12 apr 1991)
Sottosegretari Gianpaolo Bissi (Psdi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Graziano Ciocia (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Ugo Grippo (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Grazia e Giustizia
G. Vassalli (Psi)
(1987 lug - 2 feb 1991)
Sottosegretari Franco Castiglione (Psi)
(1987 28 lug - 24 apr 1992)
Giovanni Coco (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Vincenzo Sorice (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Pubblica Istruzione
S. Mattarella (Dc)
(1989 22 lug - 27 lug 1990)  dimiss.
G. Bianco (Dc)
(1990 27 lug - 12 apr 1991)
Sottosegretari Beniamino Brocca (Dc)
(1987 28 lug - 24 apr 1992)
Saverio D'Amelio (Dc)
(1989 22 lug - mar 91)
L. Fincato (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Savino Melillo (Pli)
(1987 28 lug - apr 1993)
Poste e Telecomunicazioni
O. Mammi (Pri)
(1987 mar - 12 apr 1991)
Sottosegretari Giuseppe Astone (Dc)
(1987 28 lug - 24 apr 1992)
Raffaele Russo (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Francesco Tempestini (Psi)
(1987 28 lug - 24 apr 1992)
Sanità
F. De Lorenzo (Pli)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Sottosegretari Mariapia Garavaglia (Dc)
(1988 13 apr - 24 apr 1992)
Elena Marinucci (Psi)
(1987 28 lug - 24 apr 1992)
Paolo Bruno (Psdi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Turismo e spettacolo
F. Carraro (Psi)
(1987 lug - 6 feb 1990)
C. Tognoli (Psi)
(1990 6 feb - 24 apr 1992)
Sottosegretari Antonio Muratore (Psi)
(1987 28 lug - 24 apr 1992)
Luciano Rebulla (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Beni culturali
F. Facchiano (Psdi)
(1989 22 lug - 12 apr 1991)
Sottosegretari Gianfranco Astori (Dc)
(1987 28 lug - 24 apr 1992)
Luigi Covatta (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Ambiente
G. Ruffolo (Psi)
(1987 28 lug - 24 apr 1992)
Sottosegretari
Piero Mario Angelini (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Università
e Ricerca Scientifica
A. Ruberti (Ds)
(1988 22 lug - 24 apr 1992)
Sottosegretari Learco Saporito (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Giuliano Zoso (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Ministri senza portafoglio
Affari regionali
e Problemi istituzionali
A. Maccanico (Pri)
(1988 13 apr - 12 apr 1991)
Affari sociali
R. Russo Jervolino
(1987 28 lug - 24 apr 1992)
Coordinamento Politiche comunitarie
P.L. Romita (Psdi)
(lug 89 - 24 apr 1992)
Coordinamento della Protezione Civile
V. Lattanzio (Dc)
(1988 13 apr - 12 apr 1991)
Funzione pubblica
R. Gaspari (Dc)
(lug 89 - 24 apr 1992)
Interventi straordinari per il Mezzogiorno
R. Misasi (Dc)
(lug 89 - 26 lug 90) dimiss.
Antonio Marongiu
(26 lug - 12 apr 1991)
G. Galasso (Pri)
(apr 88 - mar 91)
[sottosegretario]
Problemi delle Aree Urbane
Carmelo Conte (Psi)
(lug 89 - 24 apr 1992)
Rapporti con il Parlamento
E. Sterpa (Pli)
(lug 89 - 24 apr 1992)
 

Repubblica Italiana

Elezioni nelle Regioni a statuto ordinario

1990
Gennaio
15
, convocato dal magistrato Felice Casson, per avere delucidazioni sull'esistenza di nascondigli segreti di armi nella disponibilità del Sid (ex Sifar), l'amm. Fulvio Martini, capo del Sismi, ne conferma l'esistenza ma nega che abbiano avuto a che fare con la strage di Peteano. Dichiara inoltre, che diversamente da quanto asserito dal gen. Pasquale Notarnicola, i materiali non vennero spostati nel 1972 ma nel corso del 1976 a causa del terremoto che aveva colpito il Friuli.
Raccolta la sua deposizione, il magistrato Felice Casson invia una richiesta formale al presidente del Consiglio G. Andreotti per prendere visione dei documenti riservati dell'archivio del Sismi e accertare se davvero nel periodo 1972-74 il Servizio effettuò spostamenti di depositi segreti di armi.
[Il magistrato solleciterà per ben due volte, invano, Palazzo Chigi. Finché, il 15 aprile…]

Febbraio

Marzo
l'amm. Fulvio Martini, capo del Sismi, denuncia alla procura militare di Roma il gen. Pasquale Notarnicola con l'accusa di violazione del segreto militare.
[La vicenda si chiuderà con un "non luogo a procedere".]
15, G. Andreotti – come si saprà alcuni mesi dopo – chiede in forma riservata al capo di S.M. Difesa, amm. Mario Porta, di predisporre una relazione inerente l'operazione Stand Behind.
[La relazione, elaborata sulla base di informazioni fornite dal Sismi – l'autore materiale è l'amm. di vascello Gianantonio Invernizzi, ultimo responsabile della VII Divisione del Sismi – sarà tramessa il 15 maggio successivo alla Presidenza del Consiglio dal nuovo capo di S.M. Difesa, gen. Domenico Corcione.]

Aprile
15
, su «Panorama» compare un articolo – a firma Marcella Andreoli – nel quale viene citata la deposizione del gen. Pasquale Notarnicola lo scorso dicembre 1989 e si sostine che quegli arsenali erano nella disponibilità di una struttura segreta riconducibile alla Nato.
[Si tratta del primo esplicito riferimento a "Gladio" comparso quest'anno sulla stampa.]


G. Andreotti
forma un nuovo governo di quadripartito (manca il sostegno del Pri);

Maggio
6
, nelle Regioni a statuto ordinario si svolgono le elezioni.
17, finalmente la Presidenza del Consiglio risponde al magistrato Felice Casson.
G. Andreotti
conferma l'esistenza dei depositi di armi sostenendo che essi erano dislocati «a suo tempo» lungo il confine orientale, in quelle che definisce «zone di possibile occupazione nemica». Riferisce che nel 1972 effettivamente cominciò il ritiro delle armi ma non fornisce alcuna spiegazione su chi avrebbe dovuto utilizzarle.
Egli nega comunque al magistrato la possibilità di prendere visione dei documenti riservati del Sismi e gli ricorda che oltre un anno prima un'analoga richiesta, non accolta, di accesso agli archivi del Servizio era giunta dal magistrato Carlo Mastelloni nell'ambito dell'indagine sull'incidente del cosiddetto Argo 16 precipitato il 23 novembre 1973 presso Marghera mentre era diretto a Capo Marrargiu.
Insoddisfatto della risposta ricevuta, il magistrato Felice Casson scrive di nuovo alla Presidneza del Consiglio chiedendo venga fatta maggiore chiarezza sia sui nascondigli di armi sia su un eventuale ruolo avuto nel loro ritiro dall'amm. Fulvio Martini.
Inoltra poi al Sismi una formale richiesta per prendere visione di tutti i documenti di cui i servizi dispongono in realzione a vicende quali:
- "golpe Borghese",
- "La Rosa dei venti",
- Dossier San Marco (un elaborato prodotto nel corso degli anni Settanta dal giornalista neofascista, nonché collaboratore del Sid, Guido Giannettini.

Giugno
4
, Referendum:
- nella disciplina della caccia,
- accesso ai fondi privati
- uso dei pesticidi in agricoltura.
7, il magistrato Felice Casson chiede un incontro direttamente con G. Andreotti sempre per ottenere delucidazioni sull'effettivo utilizzo dele armi di cui aveva parlato il gen. Pasquale Notarnicola nella deposizione del dicembre scorso.

Luglio
2
, G. Andreotti informa il magistrato Felice Casson che, per ragioni inerenti la sicurezza nazionale, non è possibile prendere visione dei documenti del Sismi relativi a quei depositi di armi e aggiunge altre informazioni (invero piuttoste confuse)…
20, G. Andreotti accetta di incontrare personalmente il magistrato Felice Casson nei locali della Presidenza del Consiglio e lo autorizza ad effettuare un accesso in quel di Forte Boccea negli archivi della VII Divisione del Sismi (Il "vecchio" Ufficio R del Sifar).
Lo stesso giorno invia una lettera al Cesis (l'organismo di coordinamento fra Sisde e Sismi) per informare il suo direttore, gen. Giuseppe Richero, del fatto che ha autorizzato il magistrato veneziano a prendere visione di documenti riservati inerenti «una struttura particolare di emergenza impiantata nel quadro Nato».
25, il gen. Ambrogio Viviani, deputato del Partitio radicale (ma, soprattutto, ex funzionario del Reparto D che nel luglio 1991 aderirà al Msi) rilascia una intervista radiofonica «rivelando» che a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta il governo Usa temette seriamente che la situazione politica in Italia potesse precipitare e temeva un cedimento da parte della Dc. Fu allora che fu deciso di applicare un trattato segreto della Nato che prevedeva l'attivazione di una rete occulta di resistenza ecc. ecc.
27, il magistrato Felice Casson può finalmente entrare nei locali del Sismi di Forte Boccea dove, alla presenza del gen. Giuseppe Richero, e del gen. Paolo Inzerilli, ma soprattutto con l'autorizzazione del Presidente del Consiglio, prende per la prima volta visione dei documenti dell'archivio della VII Divisione del Sismi (solo questa).

Agosto
2
, nel giorno del decimo anniversario della strage di Bologna, allcuni deputati del Pci presentano una interrogazione parlamentare al presidnete del Consiglio per chiedere che venga fatta al più presto chiarezza sull'operato di questa struttura occulta a carattere armato di cui avrebberoo fatto parte personaggi convolti nelle vicende della strategia della tensione e le cui tracce erano affiorate a metà anni Settanta durante l'inchiesta sul cosiddetto "Sid Parallelo".
G. Andreotti promette che entro 60 giorni fornirà alla Commissione Stragi una relazione esaustiva sulle attività della struttura segreta citata nell'interrogazione comunista.
[Il destinatario naturale di un documento del genere dovrebbe, comunque, essere il Copasis (Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti) ma egli giustifica questa scelta sostenendo che la vicenda è molto delicata e deve essere trattata con la riservatezza che solo una commissione parlamentare d'inchiesta come le Stragi può garantire.
È da ricordare, a questo punto, che mentre l'attività dei Nds (Nuclei per la difesa dello Stato) è durata fino al 1972, "Gladio" esiste ancora.]

Settembre

Ottobre
9
, Milano, durante i lavori di ristrutturazione dell'ex covo brigatista di via Montenevoso, vengono alla luce i documenti inediti scritti da A. Moro durante i 55 giorni di prigionia nelle mani della Br.
Si tratta di 418 fotocopie manoscritte contenenti lettere, disposizioni testamentarie e, soprattutto, una nuova e più ampia versione (anch'essa fotocopia manoscritta) del memoriale redatto dallo statista democristiano, finora conosciuto soltanto attraverso i 49 fogli dattiloscritti che erano stati sequestrati nell'ottobre 1978 dai carabinieri di Carlo Alberto Dalla Chiesa in seguito all'irruzione nel covo brigatista.
[Non sapremo mai se c'è stata una «manina» – come sostenne B. Craxi – dietro il ritrovamento di quelle carte.]
18, la Commissione Stragi acquisisce dalla procura di Milano i documenti inediti, scritti da A. Moro durante i 55 giorni di prigionia nelle mani della Br, recuperati l'ottobre scorso.
Lo stesso giorno G. Andreotti invia alla "Commissione parlamentare sulle stragi" una relazione intitolata Il cosiddetto Sid Parallelo - Operazione Gladio. Le reti clandestine a livello internazionale, con le quali rivela che per quasi quarant'anni in Italia è esistita una struttura armata composta da civili e militari con il compito di difendere il territorio nazionale in caso di aggressione da parte di un esercito straniero.
Si viene così a conoscenza per la prima volta dell'esistenza di un'organizzazione segreta chiamata "Gladio" o Stay Behind italiana.
Per la stampa di sinistra, in particolare, la rivelazione dell'esistenza di questa struttura è la prova palese della veridicità della teoria del cosiddetto "doppio Stato", ossia di come, parallelamente alle istituzioni legalmente costituite, abbiano operato forze oscure, identificabili con i servizi segreti, con spezzoni del mondo industriale o con aree deviate della massoneria, con il compito di impedire in ogni modo che il Pci potesse andare al potere.
Sono in molti a ritenere che "Gladio" coincida con il famigerato "Sid parallelo".
[Organizzazione eversiva contingua ai servizi segreti le cui tracce erano emerse per la prima volta negli anni Settanta nell'ambito dell'inchiesta del giudice padovano Giovanni Tamburino sulla cosiddetta "Rosa dei venti".]
In realtà da nessun documento è mai emerso che la sezione italiana di Stay Behind abbia vuto il nome di "Sid parallelo" e, dunque, non vi è alcuna ragione per questo titolo se non – come ha fatto G. Andreotti –, voler suggerire che "Gladio" e il "Sid parallelo" coincidevano.
Da qui derivò il fatto di attribuire a "Gladio" la pressoché totale responsabilità di ogni atto terroristico di matrice neofascista avvenuto in Italia e di ritenere che i componenti di detta struttura non fossero altro che pericolosi sovversivi.
Si saprà invece che la realtà era molto diversa.
[Vedi anche luglio 1997 audizione in Commissione Stragi di P.E. Taviani.]

Nello stesso tempo, non appena quella parte del memoriale di A. Moro viene rese nota, tutti i commentatori sono concordi nel sostenere che A. Moro abbia rivelato ai brigatisti l'esistenza dell'operazione Stay Behind. Le Br sanno di "Gladio" e allora – viene scritto – chissà quali oscure trame, quali torbide trattative vi devono essere state fra terroristi e uomini dello Stato affinché l'esistenza di una simile struttura non venisse alla luce già in quel 1978.
È solo l'inizio di una campagna di stampa che nei mesi a venire finirà per mettere in relazione la Stay Behind italiana con praticamente tutti i cosiddetti misteri d'Italia:
- morte di E. Mattei († 27 ottobre 1962),
- "Piano Solo" (1964),
- terrorismo altoatesino,
- strage di piazza Fontana (12 dicembre 1969),
- "golpe Borghese" (dicembre 1970),
- strage alla stazione di Bologna (2 agosto 1980),
- P2 (1965),
- omicidi mafiosi di Piersanti Mattarella o Pio La Torre,
e altro ancora.
[Nel 1992, con lo scoppio di "Tangentopoli", il caso "Gladio" comincerà ad uscire dalle prme pagine dei giornali.
La vicenda giudiziaria, invece, si trascinerà stancamente fino al luglio 2001, quando il gen. Paolo Inzerilli (assieme all'amm. Fulvio Martini (ex capo del Sismi) e all'amm. Gianantonio Invernizzi (ultimo responsabile della VII Divisione del Sismi), sarà definitivamente assolto dalle ultime accuse rimaste ancora in piedi e relative a una presunta soppressione di documentazione segrreta.
La notizia sulla stampa dell'assoluzione del gen. Paolo Inzerilli verrà in massima parte ignorata o riportata in poche righe nelle pagine interne.]

Per mesi la vicenda riempirà le prime pagine dei giornali, alimentando innumerevoli dibattiti e veementi scontri politici che culmineranno in una richiesta di impeachment contro il presidente della Repubblica F. Cossiga (che fin da subito è stato uno strenuo sostenitore della legittimità della struttura).



Novembre
23
, poco dopo l'audizione del gen. Gerardo Serravalle in Commissione Stragi, G. Andreotti, in una criptica lettera al ministro della Difesa V. Rognoni, chiede «se è possibile che in qualche deposito vi sia più materiale di quello ufficialmente previsto. In particolare ad Aurisina».
Nella sua breve risposta V. Rognoni scrive che il capo del Sismi, amm. Fulvio Martini, gli ha assicurato che una cosa del genere non è mai accaduta.
[In realtà, come si saprà più tardi, non è proprio così.]
27, il ministro della Difesa V. Rognoni, anche in conseguenza della campagna condotta in modo particolarmente acceso dalla stampa di sinistra – decreta lo scioglimento di "Gladio".
Da questo momento sulla struttura indagheranno anche cinque procure diverse: Venezia, Roma, Bologna, Palermo e la procura militare di Padova, saranno istituiti procedimenti giudiziari in relazione a presunte deviazioni eversive di cui i responsabili della struttura si sarebbero resi colpevoli (le accuse più gravi sono cospirazione politica e costituzione di banda armata).
Tuttavia, nessuna di queste inchieste sfocerà mai in condanna e nel procedimento che si aprirà presso la procura di Roma (laddove a metà degli anni Novanta confluiranno le istruttorie ancora in corso) saranno gli stessi pubblici ministeri a scagionare gli imputati da qualunque ipotesi inerente un loro coinvolgimento in fatti di tipo eversivo.
Così, a inizio degli anni Duemila, l'unica imputazione rimasta in ancora in piedi riguarderà una presunta e indebita soppressione di documenti che, secondo la tesi dei pubblici ministeri, potrebbe essere stata finalizzata a occultare prove di connessioni tra la Stay Behind italiana e movimenti di estrema destra.
Nel luglio del 2001, però, anche su questo capo d'accusa giungerà in primo grado una sentenza di assoluzione. Questa sentenza non sarà appellata dai Pm e passerà dunque in giudicato, precludendo ogni sostegno giudiziario alle teorie secondo le quali la struttura era un'organizzazione illegale, nonché pronta a compiere eccidi in nome dell'anticomunismo.]
[Giacomo Pacini, Le altre Gladio, Einaudi 2013.]

Lo stesso mese il magistrato Mastelloni, nell'ambito dell'inchiesta sul caso (1973) della caduta dell'aereo Argo, incarica i comandanti dei carabinieri competenti per territorio di ricercare e dissotterrare i "Nasco" rimanenti.
Le operazioni si concludono nel giro di due settimane, fatta eccezione per i "Nasco" interrati nel cimitero di Brusuglio (Mi) e nel paese di Crescentino (Vc). Il loro recupero non avviene perché vi è il rischio di causare danni agli edifici che nel corso degli anni sono stati costruiti nella zona.

Dicembre

«segue da 1956»
1990, l'esistenza di «Gladio» è ancora segreta quando il presidente del consiglio italiano G. Andreotti invia al presidente della commissione parlamentare sulle stragi un documento dal titolo Le reti clandestine a livello internazionale che ne rivela l'esistenza e contiene alcuni dati sommari sulla sua organizzazione e sulla sua attività; 
nello stesso anno essa viene ufficialmente sciolta; 
un'inchiesta della commissione stragi conferma la sua appartenenza funzionale alla NATO, ma la descrive in realtà come una banda armata illegale, che ha avuto implicazioni nella strategia della tensione degli anni '70 e che ha deviato dalle sue finalità originarie per svolgere attività segrete volte ad impedire che la sinistra prenda il potere;
queste circostanze sono respinte dai responsabili della struttura clandestina la cui "legittimità" viene confermata e difesa dal presidente A. Cossiga;
Gladio dipendeva  dal Sismi e reclutava i suoi appartenenti tra i civili che avevano prestato servizio militare e che non svolgevano attività politica;
i "gladiatori" erano addestrati presso una base segreta in Sardegna per poi ritornare alla vita civile;
secondo i dati emersi ne facevano parte 622 membri (i cui nomi sono stati resi pubblici) organizzati in quaranta nuclei e cinque unità di guerriglia di pronto impiego;
si ritiene che l'organico fosse di oltre 3500 tra uomini e donne, solo 900 dei quali sono stati identificati con certezza.

Referendum sulla caccia.
1990
PARTITI
Riferimento: Elezioni politiche 1987
Seggi
Camera Senato
Dc (Democrazia cristiana)

- Segretario:
. A. Forlani (22.02.1989 - 12.10.1992)
- Capo del gruppo parlamentare: ? (?-?)


Pli (Partito liberale italiano)    
-
Pri (Partito repubblicano italiano)
-
Pr (Partito radicale)
-
-
Svp (Südtiroler Volkspartei - Part. popolare sudtirolese)
-
Totale
Pci (Partito comunista italiano)

- Presidente: L. Longo (1973-?)
- Segretario: E. Berlinguer (1973-?)





Psi (Partito socialista italiano)


Psdi (Partito socialista democratico italiano)
-
Totale
Msi (Movimento sociale italiano)

-

Democrazia nazionale    

-

Totale
Totale Seggi
Note:

 

VFS
(Veneto Fronte Skinheads)

«segue da 1989»

1990
il gruppo si costituisce in associazione culturale davanti a un notaio di Roma;
«segue 1992»





CAMPANIA

1990

Giugno
25
, Giuseppe Olivieri, legato al clan di Carmine Alfieri, viene ucciso nell'ospedale di Cava dei Tirreni;

Settembre
mentre sta uscendo dall'autostrada al casello di Nola, proveniente dalla Germania, viene fermato un camion che trasporta un ingente carico di esemplari di armi: lanciarazzi, cannoncini, puntatori laser, 20 mitra UZI, parte di uno stock che avrebbe compreso anche 50 kalashnikoff, poi fermati alla frontiera italo-svizzera. Guidato da un sicliano abitante in Germania, il camion era diretto al clan di Carmine Alfieri.
30, viene ucciso Antonio Sale, legato al clan di Carmine Alfieri;

Dicembre
16
, viene ucciso Gennaro Citarella, legato al clan di Carmine Alfieri;

Napoli, nello stesso anno un armiere del centro, con la collusione del commisario locale di PS, riesce a fornire alcune decine di pistole al clan Mariano.

Fonti:
- Fabrizio Calvi, La Vita quotidiana della Mafia dal 1950 a oggi, 1986.



PUGLIA

1990

Brindisi.
Omicidi registrati nella provincia: 21.

Fonti:
- Nicola Tranfaglia, Mafia, Politica e Affari 1943-2000, Editori Laterza, 2001.



1990



 



OVEST
-
-
-
-

1990

-

 


 

DOMINION OF CANADA
[Aggiunta alle altre province britanniche nel 1763, include la regione sulle due rive del fiume San Lorenzo grossolanamente delimitate da Anticosti a est e il Lago Nipissing a ovest.
Dal 7 nov 1763 la provincia (ex Canada francese) è stata divisa formalmente in tre distretti: Québec, Trois-Rivières, Montréal.
Nel 1791 la provincia è stata separata in due parti:
Basso Canada (francofoni) e Alto Canada (lealisti).
Nel 1841, con l'Act of Union sono stati nominati due primi ministri ma Canada Est e Canada Ovest continuano ad andare ognuna per la sua strada. Il sistema dura ben 25 anni (1842-67).
Nel 1867, 1° luglio, nasce ufficialmente la confederazione: Dominion of Canada.]
Dal 1931, nonostante lo «statuto di Westminster», in pratica il Foreing Office britannico continua a rappresentare il Dominion in quasi tutte le nazioni del mondo e formalmente i canadesi continuano ad essere cittadini britannici, fino all'approvazione della legge sulla cittadinanza nel 1946.
Dal 1° gennaio 1947, in base al Canadian Citizenship Act, i canadesi diventano a pieno titolo cittadini del loro paese.
Governatore generale
Ramon J. Hnatyshyn
(1989 - 1994)
Primo ministro
Martin Brian Mulroney
II
(1989 - giu 1993)
[conservatore]
Ministro degli Esteri
-

1990
Marzo
presso il villaggio di Oka, vicino a Montréal, gli amerindi mohawk occupano una pineta che considerano sacra perché vi sono sepolti alcuni dei loro antenati e che è ora minacciata da un progetto di estensione del campo comunale di golf;

Giugno
3
, il primo ministro Martin Brian Mulroney riunisce i dieci premier provinciali e li tiene per sette giorni attorno a un tavolo fino a quando non convince i leader delle due province riluttanti (Manitoba e di Terranova) a presentare l'accordo di fronte alle loro assemblee legislative;
pochi giorni dopo un solitario membro dell'assemblea Legislativa del Manitoba, l'indiano cree Elijah Harper, dichiara che non voterà un accordo che ignora i diritti degli indiani, e così facendo impedisce che la discussione possa essere conclusa in tempo utile;
22, la legislatura del Manitoba si aggiorna;
23, alla scadenza del termine fissato per la ratifica, l' "accordo di Meech Lake" è ufficialmente morto.

Luglio
11
, quando un poliziotto perde la vita negli scontri verificatesi nella pineta sacra del villaggio di Oka, il conflitto degli amerindi mohawk assume dimensioni nazionali;

Agosto
Saddam Hussein invade il Kuwait;
il presidente degli Stati Uniti G.H.W. Bush decide immediatamente di reagire all'aggressione irachena e inizia a concentrare truppe nell'Arabia Saudita;
seconda Guerra del Golfo (1990-91):
al contempo il il governo statunitense si assicura l'appoggio dell'Unione Sovietica di M.S. Gorbaciov e l'acquiescenza della Cina per una iniziativa delle Nazioni Unite.
Il consiglio di Sicurezza dell'ONU decide dunque l'applicazione di sanzioni economiche contro l'Iraq con la minaccia di un intervento militare se questo non si ritirerà dal Kuwait.

In Canada le opinioni sulla questione sono fortemente divise.
10, in seguito a una richiesta d'appoggio del presidente G.H.W. Bush, il primo ministro canadese denuncia l'azione irachena come una palese violazione della legge internazionale; aggiunge anche che il Canada, pur basando il suo prestigio nel mondo soprattutto sull'esperineza di "peacekeeping" non rinnega la responsabilità di rispondere militarmente a un'aggressione contro un paese indifeso.
L'appello di G.H.W. Bush in nome della "moralità internazionale" sembra però inficiato dal fatto che l'Iraq, tra il 1980 e il 1988, ha condotto una guerra sanguinosa contro l'Iran, fondamentalista e antiamericano, e pertanto è divenuto nei fatti un alleato degli Stati Uniti. Inoltre la liberazione del Kuwait, con il suo apparato statale semifeudale, non appare certo una causa tale da mobilitare gli animi.
Vi sono pochi dubbi, come osserva la stampa canadese, che la vera questione sia quella del petrolio, di cui il paese invaso è ricchissimo. Il Canada, però, non importa petrolio dal Kuwait e quindi non è direttamente coinvolto.
Martin Brian Mulroney non può peraltro sottrarsi alla chiamata alle armi da parte di G.H.W. Bush, il quale proclama che gli Stati Uniti si rendono garanti di un "nuovo ordine mondiale" contro i paesi aggressori.
Pertanto il Canada contribuisce alla poderosa forza multinazionale schierata sul Golfo Persico con l'invio di tre navi da guerra e di una squadriglia di aerei da caccia appoggiata da un piccolo contingente di truppe.
Mentre dunque il governo di Martin Brian Mulroney sostiene chiaramente la posizione americana all'interno dell'ONU di arrivare sino all'uso delle armi per cacciare l'Iraq dal Kuwait, l'opposizione liberale e il NDP (New Democratic Party) si oppongono duramente alla soluzione militare, sostenendo di doversi limitare alle sanzioni economiche.

Settembre
26
, gli ultimi amerindi mohawk assediati presso il villaggio di Oka si arrendono;

Martin Brian Mulroney con il suo governo da questo momento pianifica drastiche riduzioni della presenza militare in Germania.

Lo stesso anno, grazie all'attività dello NCIC (National Congress of Italian-Canadians), Martin Brian Mulroney presenta scuse ufficiali per il trattamento inflitto ai canadesi di origine italiana durante la II Guerra mondiale e si impegna a un risarcimento finanziario a favore di coloro che sono stati internati nel periodo bellico.

 

QUÉBEC
Primo ministro della provincia
Robert Bourassa
(1985 - 1994)
[PLQ (Parti libéral du Québec)]
Sindaco di Montréal
-
Arcivescovo di Montréal
Paul-Émile Léger
(? - ?)
Arcivescovo di Québec
-

1990
"affare di Oka", il comune di Oka intende costruire un campo da golf su un pezzo di terreno rivendicato dai Mohawk della vicina riserva di Kanesatake.

Giugno
sull'onda del fallimento dell' "accordo di Meech Lake" il governo del Québec annuncia che entro l'autunno 1992 terrà un referendum sull'indipendenza o su eventuali "offerte dal resto del Canada".
In tal modo costringe il primo ministro Martin Brian Mulroney a riprendere l'iniziativa.

In estate segue un lungo e durissimoo scontro armato tra la polizia di Québec e i militanti mohawk organizzati nella Warrior Society.
L' "affare di Oka" solleva una vasta eco in Québec e in tutto il Canada tra i militanti indiani che in molti luoghi scendono in piazza e organizzano blocchi stradali e ferroviari.

Settembre
26
, alla fine, dopo che la polizia ha lasciato un morto sul terreno, l il governo di Québec chiede l'intervento federale e l'esercito canadese costringe i Mohawk alla resa chiudendo così una crisi durata più di tre mesi;

 


 

 

ONTARIO
-
-

1990
-

Nelle elezioni provinciali trionfa lo NDP (New Democratic Party) con un sostanziale appoggio della comunità di origine italiana, al cui interno vengono eletti 11 rappresentanti all'Assemblea Provinciale.

 


NEW BRUNSWICK
-
-

1990

-

NOVA SCOTIA
-
-

1990

-

MANITOBA [dal 1870]
-
-

1990

-


BRITISH COLUMBIA [dal 1858]
[nel 1866 ha incorporato l'Isola di Vancouver e dal 1871 fa parte della confederazione.]
Primo ministro della provincia
-

1990

-

 

ISOLA DEL PRINCIPE EDOARDO
[Dal 1873 fa parte della confederazione.]
Primo ministro della provincia
-

1990

-

 

TERRITORIO DELLO YUKON [creato nel 1898]
   
1990
-
ALBERTA [creata nel 1905]
Primo ministro della provincia  
1990
-
SASKATCHEWAN [creata nel 1905]
Primo ministro della provincia  
1990
-
TERRANOVA
- 1867-1934, rimane Dominion autonomo.
- 1934-mar 1949, torna allo status di colonia dipendendo interamente dalla Gran Bretagna sul piano politico ed economico;
- 1949, 1 ° aprile, diventa la X provincia del Dominion del Canada.
Primo ministro della provincia
-
1990
-
[Luca Codignola-Luigi Bruti Liberati, Storia del Canada, Bompiani 1999.]

 

 

1990
U.S.A.
(Stati Uniti d'America)
- Presidente
G.H.W. Bush
(1989 - 1992)
- 41° -

- Vicepresidente

?
(
1989 - ?)

- Segretario di Stato

?
(1989 - ?)
[Partito repubblicano]
1990
-


FBI
(Federal Bureau of Investigation)
- Direttore: C.M. Kelley (1973-?)
1990
-
CIA
(Central Intelligence Agency)
- Agenzia centrale d'informazione -
- Direttore: ? (?-?)
1990
-

 


 



1990
GRANDI ANTILLE
- Presidente del consiglio di stato
Fidel Castro Ruz
(1959 - 2007)
[capo dello stato e primo ministro]
Partito unico: Partito comunista cubano.
[confermato dalla nuova costituzione in vigore dal 1976, e poi nel 1981;
nel febbraio 1986 viene effettuato un grande rinnovamento del comitato centrale del partito ma il presidente viene confermato nella sua carica.]
1990
la volontà del presidente è di opporsi alla linea riformista patrocinata da M.S. Gorbaciov;
- Capo del consiglio di governo
gen. Prosper Avril
(1988 set - mar 1990, dim.)
signora Ertha Pascal Trouillot
(1989 mar - feb 1991)
[ad interim]
[una nuova costituzione (approvata il 29 marzo 1987, abrogata e poi ripristinata nel 1988) ha istituito una repubblica di tipo presidenziale]
1990
Gennaio
20
, viene nuovamente instaurato lo stato d'emergenza;
29, in seguito alla protesta della Chiesa e alle pressioni economiche dei paesi occidentali, lo stato d'emergenza viene revocato;

Marzo
10
, dopo violente manifestazioni convocate dall'Assemblea della concertazione, che raggruppa i 12 principali partiti del paese, il presidente rassegna le dimissioni e abbandona il paese,
13, l'Assemblea della concertazione, nomina presidente civile provvisorio la signora Ertha Pascal Trouillot;

Dicembre
16
, si svolgono in modo regolare le elezioni presidenziali e quelle politiche, sotto la sorveglianza di osservatori stranieri;
al primo turno, con il 66,7% dei voti, viene eletto Jean Bertrand Aristide, un sacerdote esponente della "Teologia della liberazione" e fautore della massima giustizia sociale, sostenuto dal Fronte nazionale per il cambiamento e la democrazia; il suo insediamente è previsto per il 7 febbraio 1991;

- Presidente della repubblica
Joaquín Balaguer, V,
(1986 - 1990)
[PRSC]
Joaquín Balaguer, VI,
(1990 mag - 1994)
[PRSC]
PRSC (Partido reformista social cristiano)
[di destra]
1990
Maggio
16
, in occasione delle elezioni presidenziali, Joaquín Balaguer supera di poco (35,1% contro 33,8%) il candidato del PLD (Partido de la liberación dominicana), di sinistra, Juan Bosch, ottenendo così il suo VI mandato;
- Primo ministro
Michael Manley
(1989 feb - mar 1992)
[PNP]
[PNP (Partito nazionale del popolo), socialdemocratico;]
1990
Gennaio
come da accordi con il FIM (Fondo monetario internazionale) il dollaro giamaicano viene ancora svalutato;

Giugno
il governo presenta un piano quinquennale di sviluppo;

Settembre
abbandono del controllo sui cambi;

Novembre
avvengono nuove privatizzazioni;


1990
Estados Unidos Mexicanos
(Stati Uniti del Messico)
[repubblica federale]
- Presidente della repubblica federale
Carlos Salinas de Gortari
(1988 dic - 1994)
[PRI (Partido Revolucionario Institucional)]
- Ministro dell'interno
?
(? - ?)
[dal 1953 è stato concesso il voto alle donne;
la scena politica è dominata da due partiti:
- PRI (Partido Revolucionario Institucional);
- PAN (Partido de Acción Nacional);
una nuova legge elettorale, in vigore dal 1979, permette anche ai partiti di sinistra di partecipare alle elezioni legislative.]

1990
Giugno
il presidente istituisce una commissione nazionale dei diritti dell'uomo, in risposta alle critiche all'operato della polizia;






1990
Repubblica dell'America centrale
(1921)
- Presidente
-
1990

-



1990
República de Guatemala
[formalmente indipendente dal 1847]
- Presidente
Mario Vinicio Cerezo Arevalo
(1985 - 1990)
[PDCG]
[PDCG (Partido democracia cristiana guatemalteca), riformista.]
nuova costituzione dal 1985
1990
Ottobre
la corte costituzionale esclude la candidatura del gen. Efraín Ríos Montt;

Dicembre
elezioni presidenziali, primo turno;


1990
- Presidente
Alfredo Cristiani
(1989 giu - apr 1994)
[ARENA]
[ARENA (Alianza republicana nacionalista), estrema destra.]
1990
-

1990
Honduras
- Presidente
-
-
[dal 1951 il paese è inserito (carta di San Salvador) nella "Organizzazione degli stati dell'America Centrale".]
1990
-
Belize [Honduras Britannico]
[dal 1964 la colonia britannica gode dell'autonomia interna.]
1990
l'indipendenza, rivendicata dal People's United Party, partito di governo, è ritardata dalle rivendicazioni annessionistiche che sul paese avanzano il Guatemala e il Messico;


1990
- Presidente
Anastasio Somoza [Tachito]
(1967 - ?)
[dal 1937 le forze guerrigliere si oppongono alla dittatura della famiglia Somoza la quale poggia sulla "guardia nacional", una sorta di milizia pretoriana, armata e organizzata dagli Stati Uniti fin dall'insurrezione di A.C. Sandino.]
1990
l'opposizione è rappresentata da una coalizione di partiti clandestini e dal Fronte di liberazione nazionale sandinista, che conduce la lotta armata;

1990
- Presidente della repubblica
D. Oduber Quirós
(1974 - ?)
[riformista]
1990
la vita politica finora non ha conosciuto né violente pressioni dei militari né gravi traumi sociali grazie a uno sviluppo del reddito nazionale a livelli proporzionalmente più elevati che in altri paesi dell'America centrale;

1990
República de Panamá
(indipendente dal 1903)
- Presidente della repubblica
Guillermo Endara
(1989 dic - ?)
1990
Gennaio
3
, Manuel Antonio Noriega Morena, rifugiatosi nell'ambasciata vaticana, si arrende dichiarandosi prigioniero politico; viene accusato di traffico di droga e deferito davanti a un tribunale americano;
nel corso dell'anno il congresso americano approva una serie di aiuti al paese a condizione che questo giunga a un accordo con i suoi creditori;
gli Stati Uniti rivendicano inoltre un più facile accesso all'informazione bancaria nell'ambito della lotta contro il narcotraffico;



 
1990
- Presidente
Virgilio Barco Vargas
(1986 - 1990)
[Partido liberal]
César Gaviria Trujillo
(1990 - 1994)
[Partido liberal]
[dopo l'accordo di pace, nel 1984 il FARC (Fuerzas armadas revolucionarias de Colombia) ha fondato un suo partito, UP (Unión patriótica), la guerriglia invece continua ancora ad opera di altri gruppi, in particolare quello noto come M-19 (estremisti populisti).
Due rimangono i gravi problemi del paese:
- la violenza politica: continuano gli attacchi della guerriglia, in particolare del gruppo M-19 (estremisti populisti), e le violenze degli squadroni della morte;
- il narcotraffico: la lotta contro il narcotraffico si svolge tra molte contraddizioni: viene creato un corpo di guardie speciali.]
1990
Marzo
22
, viene assassinato il candidato di UP (Unión patriótica) alle presidenziali, Bernardo Jaramillo;

Aprile
11
, un'autobomba uccide 16 persone nei pressi di Medellín;
26, viene assassinato un altro candidato alle presidenziali, Carlos Pizarro, leader del movimento M-19 (già di guerriglia e ora trasformatosi in partito legale);

Maggio
27
, le elezioni presidenziali si svolgono in una relativa calma, ma il tasso di astensione è del 55%.
Viene eletto, con il 47% dei voti, il liberale César Gaviria Trujillo; notevole il risultato del M-19 (12%);

Dicembre
viene eletta l'assemblea costituente, autorità suprema del paese, in cui sono rappresentati anche i movimenti di guerriglia passati alla legalità;

1990
[dal 1973 il paese è entrato nel "patto andino" e dal 1978 nel patto amazzonico.]

- Presidente della repubblica

Carlos Andrés Pérez
(1989 feb - ago 1993)
[AD (Acción democrática)]
1990
Le difficoltà legate all'applicazione di un programma economico di stampo liberale suscitano un profondo malessere sociale che si diffonde anche negli ambienti militari.


1990
República del Ecuador

- Presidente della repubblica

Rodrigo Borja Cevallos
(1988 - 1992)
[ID (Izquierda democrática)]
[il protocollo di Rio de Janeiro non ha delimitato con precisione la linea di confine, nella zona della cordigliera del Cóndor;
dalla conferenza di Rio de Janeiro il paese dipende sempre più dagli Stati Uniti che hanno ottenuto anche la cessione di basi militari.]
1990
Giugno
alle elezioni il partito del presidente ottiene solo 14 dei 72 seggi del congresso contro i 16 del PSC (Partido social cristiano) (destra);
il presidente persegue una politica di progressiva liberalizzazione dell'economia: il sistema fiscale viene semplificato, le tariffe doganali abbassate.
La guerra del Golfo spinge il paese a sfruttare al massimo i suoi depositi petroliferi.


1990
(Repubblica indipendente dal 1827)

- Presidente della repubblica

gen. F. Morales Bermúdez
(1975 ago - ?)
1990
-


1990

- Presidente della repubblica

Jaime Paz Zamora
(1989 - 1993)
[MIR]
MIR (Movimento della sinistra rivoluzionaria)
1990
-

1990

- Capo dello Stato

gen. A. Pinochet Ugarte
(1974 giu - mar 1990)
P. Aylwin Azócar
(1990 mar - 1994)
[democristiano]

- Comandante delle forze armate

gen. A. Pinochet Ugarte
(1974 giu - ?)

1990
Marzo
11
, avviene il passaggio delle consegne fra il nuovo presidente democristiano P. Aylwin Azócar e il gen. A. Pinochet Ugarte, che conserva, come la costituzione gli concede, la carica di comandante delle forze armate;

Settembre
4
, le ceneri di S. Allende Gossens vengono solennemente trasferite a Santiago; viene confermato che lo stesso si è suicidato nel corso dell'attacco al palazzo della Moneda l'11 settembre 1973;


1990
[I conflitti etnico sociali oppongono:
- PPP (People's Progressive Party), maggioranza indiana, marxista;
- PNC (People's National Congress), consistente minoranza nera, socialista, al potere dal 1964
- UF (United Force), minoranza bianca.]

- Presidente della repubblica

Desmond Hoyte
(1985 - 1992)
[PNC]

- Primo ministro

Hamilton Green
(1985 - 1992)
[PNC]
[PNC (People's National Congress), al potere dal 1964.]
1990
Il FMI (Fondo monetario internazionale), che l'anno precedente ha concesso una rinegoziazione del debito estero, concede ora al paese nuovi crediti.


 



1990
Republiek van Suriname
(indipendente dal 1975)
[Contrasti razziali tra:
- NPK (Alleanza nazionale dei partiti), formazione di maggioranza appoggiata dalla popolazione nera e meticcia;
- PRP (Partito riformista progressista), appoggiato dalla popolazione di origine asiatica;
crescente opposizione, anche armata, dei bush-negroes, i discendenti degli schiavi fuggitivi che accusano le nuove autorità di non rispettare i diritti riconosciutigli dall'amministrazione olandese.]

- Presidente

Ramsewak Shankar
(1988 - 1991)

- Primo ministro

Henck Harron
(1988 - 1991)
[il col. Dési Bouterse ha assunto la guida di un consiglio militare incaricato di garantire il passaggio alla democrazia.
La pace di Kourou (Guyane Française) è stata rifiutata dall'esercito. ]
1990
Marzo
indebolitosi il movimento di resistenza dei bush-negroes, il loro leader Ronnie Brunswijk, che sostiene di avere le prove di un coinvolgimento dell'esercito nel traffico di cocaina, viene arrestato (ma subito rilasciato);

Giugno
l'esercito si impadronisce di Moengo e dei suoi giacimenti di bauxite;

Settembre
l'esercito strappa alla resistenza l'isola di Langatabbetje;

Dicembre
il col. Dési Bouterse viene destituito ma un colpo di stato lo rimette immediatamente al suo posto.
Stati Uniti e Paesi Bassi sospendono ogni aiuto fino al ritorno della democrazia.



1990
[dal 1946 integrata alla metropoli come dipartimento d'oltremare;
dal 1966 ha assunto una rilevante importanza strategica in seguito alla creazione di un centro spaziale lungo la fascia litoranea tra Kourou e Sinnamary. ]

- Governatore

?
(? - ?)
1990
-


1990

- Presidente

José Sarney
(1985 - feb 1990)
[PMDB]
Fernando Collor de Mello
(1990 mar - dic 1992)
[populista di destra]
[PMDB (Partito del movimento democratico brasiliano)]
1990
Marzo
15
, Fernando Collor de Mello succede a José Sarney;
le elezioni regionali e federali sono caratterizzate da una forte astensione, e confermano il potere delle oligarchie locali conservatrici, favorevoli al capo dello stato;

Ottobre
3
, all'elezione di 27 governatori il leader del Partito democratico laburista Lionel Brizola, eletto a Rio de Janeiro, è l'unico esponente dell'opposizione eletto al primo turno;

Dicembre
25
, al secondo turno i 15 governatori eletti sono in maggioranza oppositori dichiarati del presidente Fernando Collor de Mello;


1990

- Capo dello stato

gen. Andrés Rodríguez
(1989 mag - lug 1993)
[Partido colorado]
[esponente dell' "ala tradizionalista" del Partido colorado che conserva la maggioranza dei seggi sia alla camera sia al senato.]
1990
-


1990

- Presidente

Carlos Saúl Menem
(1989 lug - 1999)
[Partito giustizialista]
[Partito giustizialista (peronisti)]
1990
Dicembre
3
, Buenos Aires, si ribellano i militari ultranazionalisti che fanno capo al col. Mohamed Alì Seineldin, e si arrendono dopo violenti combattimenti che provocano almeno 13 vittime: 600 ribelli, militari e civili, vengono arrestati;
29, il presidente della repubblica concede la grazia ai principali capi militari condannati nel 1985 per l'uccisione dei desaparecidos (tra cui il gen. Jorge Rafael Videla);
l'indomani 40.000 persone manifestano nella capitale portando un bracciale nero in segno di lutto e di protesta per il provvedimento di grazia;



Patagonia
1990
-

1990
- Presidente
Luis Alberto Lacalle
(1990 - ?)
[Partito blanco]
1990
Marzo
, il nuovo presidente assume ufficialmente le sue funzioni;
il Partido blanco torna al potere dopo 23 anni, e deve allearsi con il Partido colorado, a cui lascia 4 ministeri, per garantirsi il sostegno del parlamento;




1990
Mongolia
(Repubblica popolare)
- Capo dello stato e Segretario del PRPM
Jambyn Batmönh
(1985 - 1990)
Presidente
Punsalmaguiin Ochirbat
(1990 -?)
[PRPM]
- Primo ministro
?
(? - 1990, dim.)
Dachyn Byambasuren
(1990 - 1996)
[PRPM]
[dal 1921 la vita politica è dominata dal partito unico comunista, il PRPM (Partito rivoluzionario del popolo)]
1990
Febbraio
18
, Ulan Bator, alla presenza dei rappresentanti del potere, si tiene il congresso costitutivo dell'Unione democratica mongola;
i delegati denunciano la politica di collettivizzazione seguita dal PRPM;
nascono i primi quattro partiti di opposizione;

Marzo
14
, dopo che si sono dimessi in massa l'ufficio politico e la segreteria del comitato centrale, un riformatore, Gomboshavyi Ochirbat, assume la direzione del PRPM;
15, si dimettono il capo dello stato e il primo ministro;
23, il parlamento (Grande Hural) vota la fine del monopolio del PRPM;

Luglio
29
, prime elezioni libere:

 
Elezioni politiche
 
seggi
+/-
- PRPM (Partito rivoluzionario del popolo)
(Gomboshavyi Ochirbat)
357  
- Quattro partiti di opposizione 35  
- altri 38  
Totale
430
 
 
 


1990
CINA
Repubblica Popolare Cinese

- Capo dello stato

Li Xiannan
(1982 - 1993)

- Primo ministro

Li Peng
(1987 nov - ?)
[ad interim]
- presidente del PCC
Yang Shangkun
(1988 -?)
- segretario generale del PCC
Jiang Zemin
(1989 giu - ?)
- presidente della commissione militare centrale del governo
Jiang Zemin
(1989 nov - ?)
[Nuova costituzione dal 1982.]

1990
Gennaio
10
, Li Peng revoca la legge marziale;

Giugno
3
, manifestazioni studentesche si svolgono all'università di Pechino in occasione del primo anniversario della strage di piazza Tien An Men e vengono duramente represse;
6, Pechino, nel tentativo di ottenere l'abolizione delle sanzioni economiche internazionali, libera 97 prigionieri politici;
25, il più noto dissidente cinese, il professor Fang Lizhi, rifugiato nell'ambasciata americana, viene autorizzato a partire per l'estero.



TIBET [dal 1962 annesso dalla Cina]
1990
-
Repubblica di Cina
(Repubblica nazionalista)

- Presidente della repubblica

Lee Teng hui
(1988 gen - ?)

- Vicepresidente

-

- Primo ministro

Lee Teng hui
(1988 gen - ?)

- Capo del KMT

Lee Teng hui
(1988 gen - ?)

[Cina nazionalista nell'isola di Taiwan (Formosa): capitale Taipei; dal 1971 esclusa dalle Nazioni Unite e disconosciuta dalla maggioranza dei suoi partner politici e commerciali occidentali.
Dal 1987 è stata abrogata la legge marziale, sostituita da una legge per la sicurezza nazionale che autorizza l'esistenza di partiti politici diversi dal KMT, riconosce il diritto di sciopero e sottrae i civili alla giurisdizione dei tribunali militari.
L'opposizione si è da poco coalizzata in un nuovo partito, il Partito democratico del progresso.
Nel 1988 è stata proclamata un'amnistia dalla quale sono esclusi però i comunisti; nel 1989 si sono svolte le prime elezioni politiche veramente libere. ]
KMT (Kuomintang), partito nazionalista al potere.
1990
Marzo
21
, il presidente uscente Lee Teng hui, candidato unico, viene confermato dai deputati alla presidenza della repubblica;

a


1990


Choson
(Repubblica Democratica Popolare di Corea – a Nord)
[con capitale Pyongyang, nell'orbita sovietica.]
- Presidente della repubblica
Kim Il Sung
(1972 - lug 1994)
[dal 1948 segretario del Partito dei lavoratori (partito unico).]
Il suo potere è praticamente assoluto;
"successore" designato, ufficialmente dal 1984, suo figlio Kim Jong Il;
1990
viene rieletto capo dello stato;
DAE HAN
(Repubblica di Corea – a Sud)
[con capitale Seoul (sotto l'egida statunitense)]
- Presidente
gen. Roh Tae Wo
(1987 - 1993)
[PDG (Partito della democrazia e della giustizia)]
1990
Febbraio
9
, il PDG, il PDR (Partito democratico per la riunificazione) e il NPDR (Nuovo partito democratico repubblicano) si fondono e costituiscono un nuovo partito conservatore, il PDL (Partito democratico liberale);

a


1990
Pakistan
(repubblica islamica a prevalenza musulmana)
[dal 1971 solo ex Pakistan occidentale]
- Capo dello stato
Ghulam Ishaq Khan
(1988 dic - 1993)
- Primo ministro
Benazir Bhutto
(1988 dic - 1990)
[PPP]
Ghulam Mustapha Jatoi
(ago - ott)
[ad interim]
Mian Mohammad Nawaz Sharif
(1990 nov - 1993)
[JDA]
[dal 1986 Benazir Bhutto, figlia di Z. Ali Bhutto, ha assunto la presidenza del PPP (Partito del Popolo).]
1990
Agosto
6
, il presidente annuncia la destituzione del primo ministro accusandola di "corruzione e nepotismo", e nomina primo ministro ad interim Ghulam Mustapha Jatoi, divenuto oppositore di B. Bhutto dopo essere stato il braccio destro del padre di lei;

Ottobre
24
, elezioni politiche:

 
Elezioni politiche
 
seggi
+/-
- JDA (Alleanza democratica islamica)
[coalizione di 9 partiti conservatori, compresa la Lega musulmana])
105 +51
- PPP (Partito del Popolo)
(Benazir Bhutto)
45
-47
- altri 67
+6
Totale
217
 
 
 



Novembre
primo ministro diventa Mian Mohammad Nawaz Sharif di JDA (Alleanza democratica islamica);


Kashmir nord occidentale (capitale Muzaffarabad) [dal 1972]
1990
-

a



1990
Unione Indiana
(repubblica federale a prevalenza indù)
[dal 1950, staccatosi dalla metropoli, il paese si è dato una costituzione repubblicana e federale a regime parlamentare;
lingua ufficiale: hindi; dal 1987 comprende 25 stati.]
- Primo ministro
Vishwanath Pratap Singh
(1989 dic - nov 1990)
[Janata Dal]
Chandra Shekhar
(1990 nov - ?)
[Janata Dal]
Nel 1988 sette partiti dell'opposizione riuniti a New Delhi hanno formato un fronte nazionale da contrapporre al Partito del Congresso alle imminenti elezioni, e quattro di essi (Lok Dal, Janata, Jan Morcha e Congresso "S") si sono fusi in un nuovo partito, il Janata Dal.
1990
Gennaio
19
, in seguito alla crescente agitazione degli indipendentisti musulmani, il primo ministro pone il Kashmir (il 95% della popolazione è musulmana) sotto il controllo diretto del governo centrale;
25, l'esercito occupa Srinagar e spara sulla folla uccidendo non meno di 24 persone;

Maggio
21
, Srinagar, viene assassinato Maulvi Farooq, massima autorità religiosa della comunità musulmana del Kashmir, e mentre i suoi fedeli ne trasportano la salma, truppe paramilitari aprono improvvisamente il fuoco sulla folla, uccidendo un centinaio di persone;

Settembre
il BJP (Bharatiya Janata) (partito di destra che propugna il rinnovamento dell'induismo) lancia una crociata induista contro la moschea di Babur ad Ayodhya;

Novembre
5
, circa la metà dei deputati del Janata Dal si stacca dal partito: alla loro testa è Chandra Shekhar;
7, il primo ministro chiede il voto di fiducia e viene sconfitto;
9, Chandra Shekhar diventa primo ministro;
Kashmir sudorientale o Jammu e Kashmir (con capitali Srinagar e Jammu) [dal 1972]
1990
-
Sikkim [dal 1975]
1990
-

a


1990
Bangladesh
(Repubblica del Bengala Libero)
[dal 1988 l'Islam è religione di stato]
- Presidente della repubblica e primo ministro
-
- Vicepresidente
Shahabuddin Ahmed;
(1989 dic - 1991)
[ad interim]
[la coalizione Jatiyo comprende cinque partiti filogovernativi fra cui lo Jana Dal.]
1990
-

a



1990
Unione di Myanmar
[ex Birmania, regime militare]
- Presidente
gen. Saw Maung
(1988 - 1992)
[SLORC]
SLORC (Consiglio per il ripristino della legge e dell'ordine)
[dopo un colpo di stato militare]
[dal 1989 Aung San Suu Kyi, dirigente dell'opposizione e figlia dell'eroe dell'indipendenza birmana Aung San, viene tenuta segregata in casa dalla giunta militare.]
1990
il governo tenta di stimolare gli investimenti stranieri facendo importanti concessioni, in particolare consentendo a società thailandesi di sfruttare le foreste ricche di legno di tek;

Maggio
il senato degli Stati Uniti approva un blocco sulle importazioni provenienti dal paese, sospettato di ricavare profitti dalla droga prodotta nel "Triangolo d'oro";
prima delle previste elezioni (prime elezioni multipartitiche dal 1962) lo SLORC procede a numerosi arresti e mette agli arresti domiciliari i principali leader dell'opposizione, impedendogli di candidarsi;
27, si svolgono le elezioni, vinte a sorpresa dalla Lega nazionale per la democrazia, principale gruppo di opposizione, che ottiene 396 seggi su 485;
il gen. Saw Maung dichiara comunque che l'esercito resterà al potere fino all'adozione di una nuova costituzione e alla formazione di un governo legale;

a


1990
Thailandia
Bhumibol Adulyadej Rama IX  
(? - ?)
figlio di ?
1946-?, re di Thailandia;

- Primo ministro
Chatihai Choonhavan
(1988 ago - 1991
[Chart Thai]
[è a capo di un governo che alla coalizione uscente ha associato il Partito democratico unito e il Muan Chon.]
1990
-


1990
Laos
(Repubblica democratica popolare)
- Presidente
Phoumi Vongvichit
(1986 - ?)
- Primo ministro
Kaysone Phomvihane
(1975 - 1991)
- Segretario del PPR
Kaysone Phomvihane
(1955 - 1991)
[PPR (Partito popolare rivoluzionario) comunista, partito unico al potere dal 1975.].
Il regime comunista collabora ancora strettamente col Vietnam e dal 1987 ha normalizzato i rapporti con la Cina;
dall'anno precedente il paese porta avanti una politica di privatizzazione e di liberalizzazione economica allo scopo di ottenere aiuti internazionali.]
1990
ora stipula con la Cina un accordo di cooperazione riguardante lo sfruttamento forestale e l'agricoltura unito alla promessa di un prestito senza interessi,
migliorano anche i rapporti con la Thailandia: aumentano gli investimenti thailandesi in Laos (che rappresentano il 50% del totale) e i due paesi si sforzano di ridurre gli incidenti di frontiera, di impedire alla resistenza laotiana di rifugiarsi in Thailandia e di agevolare il rimpatrio entro il 1994 delle decine di migliaia di laotiani ancora rifugiati in Thailandia;

Ottobre
alcuni sostenitori del pluralismo (tra cui due viceministri) vengono arrestati;

a


1990
[dal 1989 l'ex Repubblica Democratica di Kampuchea si è trasformata in questo nuovo stato "neutrale, pacifico e non allineato";
il buddhismo è tornato ad essere religione di stato.]
- Capo dello stato
-
 
[Pur tuttavia, dopo il ritiro delle truppe vietnamite, i Khmer rossi, armati da Pechino, e le altre fazioni della resistenza antigovernativa (partigiani di N. Sihanouk e nazionalisti di Son Sann) sono passati all'offensiva.]
1990
Luglio
18
, il segretario di stato americano Baker annuncia che gli Stati Uniti ritirano il loro appoggio alle due formazioni non comuniste di N. Sihanouk e di Son Sann che occupano il seggio della Cambogia all'ONU al fianco dei khmer rossi come coalizione antigovernativa, e dichiara che il suo governo è pronto a concordare direttamente con Hanoi una soluzione del problema cambogiano;

Agosto
28
, l'ONU presenta un piano di pace che prevede un cessate il fuoco, l'istituzione di un consiglio nazionale supremo (CNS) e l'organizzazione di elezioni sotto la sua egida;

Settembre
9
, il piano viene accettato dalle quattro fazioni cambogiane riunite a Jakarta;

a


1990
- Primo ministro
Do Muoi
(1988 giu - 1991)
- segretario generale del Partito comunista
Nguyen Van Linh
(1986 dic - 1991)
1990
Marzo
l'VIII plenum del comitato centrale del Partito comunista, riunito a Ho Chi Minh, esclude tassativamente l'opzione del pluralismo; un riformatore moderato viene espulso per aver violato la regola del partito che proibisce ogni contestazione politica;




1990
Giappone

Akihito

(Tokyo ? - ?)
figlio di Hirohito;
dal 1989, imperatore del Giappone;
si apre l'era Heisei ("della pace universale");



[Nuova costituzione dal 1° gennaio 1946;
a ricostruzione ormai conclusa, continua (dal 1948) a governare il Partito conservatore al quale si oppongono:
- socialisti (uniti dal 1955 al 1959) che costituiscono lo schieramento egemone dell'opposizione;
- comunisti, con modestissime fortune elettorali;
- buddhisti del komei-to.]
- Primo ministro
Toshiki Kaifu
(1989 giu - 1991)
[PLD]
[PLD (Partito liberaldemocratico)]
1990
Febbraio
18
, elezioni anticipate:

 
Elezioni anticipate
 
seggi
+/-
- PLD (Partito liberaldemocratico)
275
-25
- Partito socialista
[di Doi Takako, posto a capo del partito nel 1986]
136
+51
- Altri
100
-
 
511
 
Il PLD conserva la maggioranza assoluta.
 


Febbraio
27
, il primo ministro viene riconfermato nelle sue funzioni;

a


1990

Filippine

-
-
l' "Esercito popolare di liberazione" (Huk), duramente represso dalle truppe governative e ridotto a poche sacche di resistenza durante gli anni Cinquanta, riorganizzatosi agli inizi degli anni Sessanta, riprende una forte attività di guerriglia che crea non poche difficoltà al regime di Marcos.
1990
-

a


1990

Indonesia

-
-
1990
-

a





 
1990
MAROCCO
[[indipendente dal 1956, con l'eccezione delle plazas di Ceuta e Melilla, di Ifni e del cosiddetto Sahara spagnolo, ma compresa anche la città di Tangeri.
Nel 1975, dopo lunghe diatribe internazionali, il paese incorpora 180.000 kmq delle regioni settentrionali del Sahara Occidentale (ex Sahara Spagnolo) entrando in contrasto col movimento guerrigliero indipendentista del Fronte Polisario (Fronte Popolare di Liberazione di Sagua el Hamra e Rio de Oro) mentre, nel fronte interno, riesce a tenere sotto controllo i movimenti islamici.]
Hasan o Hassan II
-

(Rabat 1929 - 1999)
figlio di Maometto V [Sidi Muhammad Ibn Yusuf];
1960, nominato dal padre, diventa capo delle forze armate e vice presidente del consiglio;
1961-99, re del Marocco;
in successione al padre;
nel 1962 applica la costituzione parlamentare e una riforma agraria;
nel 1963 è coinvolto nella crisi interna del partito Istiqlal (scissione della destra filomonarchica a lui legata);
nel 1965, implicato nell' "affare Ben Barka" tenta di consolidare l'autorità monarchica appoggiandosi dapprima agli ambienti militari; scioglie il parlamento;

[il parlamento, sciolto nel 1965, è stato ripristinato nel 1975]

1990
avviene lo sciopero generale contro gli aumenti dei prezzi; durante la crisi del Golfo si schiera a fianco della coalizione dell'ONU inviando truppe in Arabia Saudita;



1990
[legge coranica e potere direttamente al popolo tramite un congresso generale del popolo.]
- Dittatore militare
col. Muammar el-Gheddafi
(1969 - 2011)
(1971 - ?)
[il regime militare, dopo aver nazionalizzato (1971) le riserve petrolifere, ha fatto della Libia uno dei poli di riferimento delle tendenze più radicali del panarabismo ma anche una potenza emergente nello scacchiere africano.
Dalla prima metà degli anni '80 opera il gruppo di opposizione Fronte nazionale per la salvezza della Libia;
dal 1988 il colonnello ha promesso una serie di riforme:
- della giustizia: introduzione dell'habeas corpus e forse abolizione della pena di morte;
- dell'esercito e della polizia: abolizione e, al loro posto, una milizia popolare,
… senza tuttavia precisare le tappe della riforma; ]

1990
-





1990
[dal 1962 indipendente nell'ambito del Commonwealth e repubblica dal 1964;
dal 1967, assieme all'Uganda e alla Tanzania il paese ha dato vita all'EAC (East African Community) organizzazione economica regionale.]
- Presidente
Daniel Arap Moi [di etnia kalenjin] III
(1978 - ?)
[KANU]
- vicepresidente
-
- Ministro degli Interni
-
KANU (Kenya African National Union), partito unico.
1990
Luglio
4
, Nairobi, i due più noti oppositori del presidente, Kenneth Matiba e Charles Rubia, sono arrestati;
7-12
, Nairobi, si susseguono gli scontri fra la polizia e manifestanti che chiedono l'adozione del pluralismo e protestano contro l'arresto dei due oppositori al regime; i morti sono almeno 22, a cui si aggiungono 60 feriti e 1500 arrestati;



 
1990
Repubblica del Ruanda
[capitale Kigali]
[indipendente dal 1° Luglio 1962; nel 1976 il presidente ha inserito il paese nella progettata organizzazione di cooperazione regionale "Comunità economica dei Grandi Laghi" ora istituita fra i tre paesi.
Dal 1978 vige una nuova costituzione che apre la strada al ritorno dei civili al governo.]
- Presidente e primo ministro
gen. Juvénal Habyarimana
(1973 lug - ?)
[dal 1975 opera un partito unico, il Movimento rivoluzionario nazionale per lo sviluppo.]
1990
Ottobre
, i ribelli del FPR (Fronte patriottico del Ruanda), da anni rifugiati in Uganda, attraversano il confine e invadono la parte nordorientale del paese: appartenenti alla minoranza tutsi, cercano di togliere alla maggioranza hutu il potere perduto nel 1959 in seguito a un vero e proprio massacro etnico;
4-5, su richiesta del presidente ruandese, Francia e Belgio inviano contingenti di paracadutisti per garantire la sicurezza;
26, Gbadolite (Zaire), i presidenti di Ruanda, Zaire, Uganda e Burundi decidono di creare una forza d'interposizione incaricata di garantire l'applicazione del cessate il fuoco, accettato nel frattempo dalle due parti in lotta;

1990
[indipendente dal 1° luglio 1962 e repubblica dal 1966, è sotto la direzione del partito unico (vatussi) UPRONA (Unità e progresso nazionale).]
- Dittatore
magg. Pierre Buyoya
(1987 set - ?)
[di etnia tutsi (vatussi)]
[salito al potere nel 1987 con un colpo di stato incruento.]
1990
mentre il presidente sta adottando una politica di riconciliazione nei confronti degli hutu (maggioranza), che vengono ammessi nell'esercito, i rifugiati in Ruanda rientrano nel paese;


 


 
1990
LEGA ARABA
Il 22 marzo 1945 è nata al Cairo questa lega fondata da Egitto, Libano, Siria, Giordania, Iraq, Arabia Saudita e Yemen;
1953, Libia
1956, Sudan
1958, Tunisia e Marocco
1961, Kuwait
1962, Algeria.
Fa parte anche l'OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina), presieduta da Yasir Arafat.
1990
-






1990

[da febbraio 1945 i leader libanesi hanno inserito il Libano nella Lega araba;
dal 1975 è in atto la guerra civile tra cristiani e musulmani;
cristiani e musulmani (appoggiati questi ultimi dai drusi e dai palestinesi presenti in massa nei campi profughi) sono organizzati in varie milizie, dalla Falange di Pierre Gemayel (cristiani maroniti) al Partito socialista progressista di Walid Joumblatt (drusi) al gruppo Amal (musulmani);
dal 1982 opera "Hezbollah" (partito di Dio), il maggior movimento fondamentalista sciita del Libano, su diretto influsso dell'IRAN che finanzia la sua attività nonché l'addestramento e l'armamento dei suoi adepti inquadrati nella sua ala militare, la "Resistenza islamica";
permane una tensione ai confini con Israele a causa dell'azione dei guerriglieri palestinesi e le conseguenti incursioni di rappresaglia israeliana.]

- Presidente
Elias Hrawi
(1989 nov - 1998)
[cristiano maronita]
- Primo ministro
Salim el-Hoss
(1989 nov - ?)
[sunnita]
1990
Gennaio
31
, riprendono i combattimenti tra le truppe del gen. Michel Aoun e le Forze libanesi di Samir Geagea, entrambi cristiani;

Marzo
2
, termina lo scontro dopo che alle minacce di scomunica rivolte alle due parti dal patriarca maronita Nasrallah Sfeir si sono aggiunte le pressioni della Francia e del Vaticano;

Luglio
16
, riprendono, nel Sud del Libano, i combattimenti tra i gruppi sciiti di Amal e Hezbollah;

Settembre
21
, il presidente Elias Hrawi firma gli emendamenti costituzionali approvati dal parlamento il 21 agosto, con i quali si instaura una seconda repubblica libanese, retta collegialmente da:
- presidente della repubblica (cristiano maronita),
- capo del governo (musulmano sunnita),
- presidente del parlamento (musulmano sciita),
con un riequilibrio dei poteri favorevole ai musulmani;

Ottobre
13
, l'esercito libanese e quello siriano scatenano un'offensiva contro il ridotto cristiano di Beirut, dopo due settimane di blocco; il gen. Michel Aoun si rifugia nell'ambasciata di Francia, che gli accorda asilo politico: di lì chiede invano un cessate il fuoco e invita i suoi soldati a porsi agli ordini del gen. Émile Lahoud;
21, Dany Chamoun, figlio dell'ex presidente Camille Chamoun e leader del movimento politico che appoggia il gen. Michel Aoun, viene assassinato a Beirut con la moglie e due dei suoi figli;
24, il governo ordina l'evacuazione di tutte le milizie da tutti i settori di Beirut che passeranno sotto il controllo dell'esercito libanese appoggiato da quello siriano;

Dicembre
3
, per la prima volta dal 1975, lo stato ha il pieno controllo della capitale;
20, su indicazione delle autorità siriane, Elias Hrawi incarica Omar Karamé di formare un governo di unità nazionale;


1990

[dall'aprile 1946 il paese ha conseguito la piena indipendenza; da febbraio 1958 federazione della Siria e dell'Egitto nella Repubblica Araba Unita (RAU).
La guerra arabo-israeliana le è costata la perdita delle alture del Golan. Con la guerra del Kippur, impegnata a fianco dell'Egitto, recupera El-Quneitra.]

- Presidente
gen. Hafez el-Assad
(1980 - ?)
[ala progressista moderata del partito Baath]
- Primo ministro e presidente della repubblica
Mahmud al-Zub
(1987 - ?)
1990
-

1990
[come membro fondatore, dal 22 marzo 1945 fa parte della "Lega araba"; dal 1949, dopo l'annessione della Palestina orientale (Cisgiordania) [40.000 kmq di superficie con poco meno di 1 Mne di abitanti], il Regno hashemita del Giordano viene comunemente chiamato Giordania.]
Hussein
(? - ?)
figlio di Talal;
1952-?, re del Regno hashemita del Giordano;

1990
-


1990
Gerusalemme, "internazionalizzata" dall'ONU, è divisa in due settori: la città vecchia (assegnata alla Giordania) e la città nuova (assegnata a Israele);

guerra dei sei giorni (1967): ha consegnato di fatto l'intera Palestina storica a Israele;
guerra del Kippur (1973): alla conferenza di Ginevra del 1974:
- un accordo fra Egitto e Israele ha deciso il ritiro delle truppe israeliane dalle posizioni raggiunte a occidente del canale di Suez e la creazione di un'ampia fascia smilitarizzata a oriente, garantita dalle forze di pace dell'ONU;
- un secondo accordo con la Siria ha impegnato gli israeliani a ritirarsi da el-Quneitra, stabilendo un'analoga fascia smilitarizzata sulle alture del Golan; 
Y. 'Arafat, ex leader di al-Fatah, è dal 1969 a capo dell'OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina) che:
- dal 1964, con il suo "Esercito per la liberazione della Palestina" e finanziata dalla Lega araba, lotta contro Israele,
- dal 1974 è stata riconosciuta dal vertice arabo di Algeri quale unico rappresentante del popolo palestinese, e ammessa all'ONU quale entità politica nazionale, in qualità di "osservatore";
dopo il riavvicinamento israelo-egiziano [accordi di Camp David] l'OLP registra difficoltà diplomatiche nei confronti di taluni stati arabi sostenitori; 
dal 1982 il quartier generale dell'OLP è stato trasferito in Tunisia;

[Gerusalemme viene formalmente indicata come capitale dello stato.]
- Presidente
Chaim Herzog
(1983 - 1993)
- Primo ministro
Yitzhak Shamir
(1986 - 1992)
[Likud (coalizione di centro destra)]
- Ministro della difesa
Yitzhak Rabin
(1986 - ?)
[laburista]
- Ministro delle finanze
Shimon Peres
(1986 - ?)
[laburista]
[governo di coalizione con la maggior parte dei partiti religiosi ortodossi e delle piccole formazioni dell'estrema destra nazionalista]

1990
Febbraio
12
, Ariel Sharon, leader dell'ala dura del Likud esce dal governo;

Marzo
13
, entra in crisi la coalizione governativa di unità nazionale al potere dal 1984, quando il primo ministro Yitzhak Shamir liquida i leader laburista Shimon Peres per divergenze sull'avvio di un dialogo israeliano-palestinese preliminare all'organizzazione di elezioni nei territori occupati;
15, il governo Shamir viene messo in minoranza alla Knesset;
20, il presidente Chaim Herzog affida l'incarico di formare il nuovo governo a Shimon Peres;

Aprile
26
, Shimon Peres deve riconoscere il proprio fallimento;

Giugno
8
, Yitzhak Shamir firma un accordo di coalizione con la maggior parte dei partiti religiosi ortodossi e delle piccole formazioni dell'estrema destra nazionalista;
11, il suo nuovo governo ottiene l'investitura della Knesset;

Ottobre
8
, 22 palestinesi muoiono sulla spianata delle moschee a Gerusalemme nel corso di scontri fra musulmani ed ebrei di estrema desta;

Novembre
3
, il governo respinge il rapporto del segretario generale dell'ONU Javier Pérez de Cuéllar che raccomanda l'adozione di misure destinate a "garantire ai palestinesi una migliore protezione";
5, il rabbino Meir Kahana, leader del movimento sionista di estrema destra Kach, viene assassinato negli Stati Uniti, dove ha fondato la Lega per la difesa ebraica;


- Egitto (fascia di Gaza)

1990
Dicembre
8
, III anniversario dell'intifadah


Hamas «zelo, fervore»
["Harakat Al-Muqawanat Al-Islamiya"]


dichiarato illegale, questo "Movimento di resistenza islamica" che opera nei territori palestinesi occupati da Israele ed è la maggiore fonte propulsiva dell' "intifadah palestinese", si oppone con durezza al processo di pace israelo-palestinese e lotta per scalzare l'OLP quale unico portavoce della causa palestinese;
particolarmente attivo nella Striscia di Gaza cuore della "guerra delle pietre" iniziata nel 1987 svolge sia un'intensa attività sociale, sia una campagna terroristica contro obiettivi civili e militari israeliani per mezzo della sua componente armata, i battaglioni Izz-al Din Qassam;
formalmente autonomi, questi ultimi operano sotto il coordinamento di una direzione generale;


- Giordania (Cisgiordania)
1990
Dicembre
8
, III anniversario dell'intifadah


1990
Regno Arabo Saudita
[dal 27 set 1932]
[come membro fondatore, dal 22 marzo 1945 fa parte della "Lega araba".]
Fahd ibn 'Abd al-Aziz
Albero genealogico
(ar-Riyadh 1922 - ?)
figlio di 'Abd al-Aziz III discendente della dinastia wahhabita dei Banu Sa'ud;
1975-80, designato principe ereditario, promuove il secondo piano quinquennale di sviluppo saudita, impegnandosi in prima persona per l'industrializzazione del paese;
1981, suggerisce un piano di pace per la Palestina che prevede, accanto al riconoscimento di Israele, il ritiro di quest'ultimo da Gerusalemme e dai territori occupati;
1982-?, re dell'Arabia Saudita;
appena nominato re, riafferma con forza il suo ruolo diprotettore e custode dei luoghi santi dell'Islam, applicando in maniera alquanto rigida la legge coranica, pur favorendo la "modernizzazione" del processo educativo del popolo;
acerrimo avversario del khomeinismo sciita, impone il numero chiuso ai pellegrini alla Mecca; negli anni '80 sostiene con armi e denaro Saddam Hussein e offre più volte la sua mediazione per risolvere i conflitti arabo-israeliani e libanese;
1990
Luglio
2
, ultimo giorno del pellegrinaggio alla Mecca, il panico si diffonde tra la folla: i morti sono 1426;

Agosto
assume una posizione di netta intransigenza nei confronti dell'Iraq, invasore del Kuwait, per il quale, opponendosi a una soluzione pacifica del conflitto, invoca l'aiuto armato degli Stati Uniti e autorizza anche la diretta partecipazione al conflitto delle forze armate saudite;

1990
[sceiccato indipendente dal 16 giugno 1961;
la nuova costituzione (1963) prevede la formazione di un'assemblea nazionale con elezioni su base individuale (i partiti sono messi al bando).
Nel 1963 si sono svolte le prime elezioni, su base individuale (i partiti sono messi al bando), per la formazione dell'assemblea nazionale.]
Jaber al-Ahmed al-Sabah

(? - ?)
cugino di Sabah al-Salim al-Sabah;
1977-?, sceicco del Kuwait;



[la popolazione è composta per più della metà da stranieri; dal 1986 è sciolta l'assemblea nazionale e sospesa la costituzione del 1962.]
1990
Giugno
10
, si svolgono le elezioni per la formazione di un consiglio nazionale di transizione, un organo consultivo destinato a sostituire l'assemblea nazionale sciolta nel 1986;
la repressione del movimento che chiede la democratizzazione del paese si è inasprita nei mesi precedenti;

1990
Bahrein
[Monarchia assoluta indipendente dal 1972.]
?  
(?-?)
?-?, emiro del Bahrein;
1990
-

1990
Qatar
[Monarchia assoluta indipendente dal 1972.]
?  
(?-?)
?-?, emiro del Qatar;
1990
-

1990
EMIRATI ARABI UNITI
[capitale: Abu Dhabi]
[confederazione di sette sceiccati, monarchie assolute: Abu Dhabi, Dubai, Sharja, Ajman, Umm al-Qaiwain, Ras al-Khaimah e Fujayrah, noti anche come Stati della Tregua (Trucial States);
dal 1985 sono stati allacciati rapporti diplomatici con l'Unione Sovietica;
dal 1986 hanno riallacciato i rapporti con Il Cairo interrotti nel 1979 (quando l'Egitto è stato espulso dalla lega in seguto agli accordi con Israele).]
- Presidente
sceicco Šayh Zayd
(? - ?)
[emiro di Abu Dhabi]
- Vicepresidente
sceicco Maktum
(? - ?)
[emiro di Dubai]
1990
dopo l'invasione del Kuwait da parte dell'Iraq, una parte consistente delle forze alleate è stata stanziata negli Emirati;
 
- Abu Dhabi
?  
(?-?)
?-?, emiro di Abu Dhabi;
1990
-
- Dubai
?  
(?-?)
?-?, emiro di Dubai;
1990
-
- Sharja
?  
(?-?)
?-?, emiro di Sharja;
1990
-
- Ajman
?  
(?-?)
?-?, emiro di Ajman;
1990
-
- Umm al-Qaiwain
?  
(?-?)
?-?, emiro di Umm al-Qaiwain;
1990
-
- Ras al-Khaimah [dal 1972]
?  
(?-?)
?-?, emiro di Ras al-Khaimah;
1990
-
- Fujayrah
?  
(?-?)
?-?, emiro di Fujayrah;
1990
-


1990
Repubblica Araba dello Yemen
[come membro fondatore, dal 22 marzo 1945 fa parte della "Lega araba".
C'è da risolvere il problema del rapporto tra il nuovo governo di San'a, sostanzialmente conservatore e filoccidentale, e il regime comunista della neocostituita Repubblica Democratica Popolare dello Yemen;
col patrocinio della Lega araba viene concluso un accordo di riunificazione per tappe tra i due stati, rimasto tuttavia sulla carta.
Nel 1981 ha presentato un progetto di costituzione che prevede uno Yemen unito… proseguono le trattative. ]
- Presidente
Abdullah Saleh-
(? - 1990)
[CPG (Congresso generale del popolo), partito unico.]

1990
Maggio
21
, i parlamenti dei due stati ratificano il progetto di costituzione comune approvato nel 1981;
22, i due paesi si fondono a formare la Repubblica dello Yemen; la capitale è la vecchia capitale del Nord, San'a; il consiglio presidenziale posto a capo del paese è diretto dal presidente del Nord Abdullah Saleh;
24, il presidente del Sud Haider Abu Bakr al Attas forma un governo di composizione equilibrata;



1990
Repubblica Democratica Popolare dello Yemen
(già Yemen Meridionale, Asia occidentale)
[dal 1967 ha raggiunto la totale indipendenza dalla Federazione degli Emirati Arabi del Sud;
dal 1970 ha una costituzione ispirata a principi progressisti e si è accostata all'URSS non nascondendo la propria aspirazione ad unificare tutto lo Yemen.
Nel 1981 ha presentato un progetto di costituzione che prevede uno Yemen unito… proseguono le trattative.]
- Presidente
Haider Abu Bakr al Attas
(1986 - ?)
- Primo ministro
Haider Abu Bakr al Attas
(1985 - ?)
[PSY (Partito socialista), partito unico]

1990
Maggio
21
, i parlamenti dei due stati ratificano il progetto di costituzione comune approvato nel 1981;
22, i due paesi si fondono a formare la Repubblica dello Yemen; la capitale è la vecchia capitale del Nord, San'a; il consiglio presidenziale posto a capo del paese è diretto dal presidente del Nord Abdullah Saleh;
24, il presidente del Sud Haider Abu Bakr al Attas forma un governo di composizione equilibrata;


1990
[dal 1972 il trattato di assistenza irano-omanita, con cui la casa regnante ha sostituito alla protezione britannica quella iraniana, è stato sancito dalla cessione di Hormuz all'Iran;
apertura dei rapporti diplomatici con la Repubblica Democratica Popolare dello Yemen (1977) e con la Repubblica Popolare Cinese (1978); patto di difesa stipulato con gli Stati Uniti (1980).]
Qabus ibn Said
-
(? - ?)
figlio del sultanoTaymoor;
1970-?, sultano di Oman;



1990
Novembre
il sultano annuncia la formazione di un nuovo consiglio consultivo che esclude i funzionari e che dovrebbe essere quindi più rappresentativo;
solo ora viene aperta la prima università del sultanato;
accetta di aprire le sue basi aeree alle forze occidentali ma evita ogni forma di impegno esplicito;







1990
[dall'agosto 1988 a Ginevra si incontrano le due delegazioni guidate da:
- Tarek Aziz (Iraq),
- Velayati (Iran)
con il segretario delle Nazioni Unite Perez De Cuellar come moderatore, ma i negoziati non progrediscono.]
- Presidente del Consiglio del Comando della rivoluzione
1990
Saddam Hussein invade il Kuwait; seconda Guerra del Golfo (1990-91):
Agosto
15
, dopo l'invasione del Kuwait Saddam Hussein si vede costretto ad accettare tutte le condizioni iraniane, nell'impossibilità di tenere aperti due fronti insieme.
L'Iraq conclude la lunga guerra contro l'Iran con un pareggio, con un cessate il fuoco che lascia di fatto i due eserciti sulle posizioni di partenza. Ma un'abile propaganda, alimentata anche dai paesi occidentali, trasforma questo pareggio nell' "immagine" della vittoria. Il prestigio di Saddam Hussein, in sostanza, è alto, benché dopo aver attaccato per primo il suo merito militare sia stato non quello di sfondare, ma solo di resistere. Ma questa "immagine" politica e militare creata ad arte non muta gli impietosi dati del bilancio economico. Entrato in guerra con un attivo di 30 Mdi di dollari, l'Iraq ne esce con un passivo di oltre 100. Le previsioni delle banche internazionali nei confronti dell'Iraq sono quanto mai negative. Un paese senza speranza allo stato attuale dei prezzi petroliferi. Secondo un rapporto attendibile non è nemmeno in grado di pagare gli interessi passivi sui debiti contratti.
[da Bagdad di F. Del Noce, 04/1991]



Kurdistan (iracheno)
[le multinazionali del petrolio e in particolare l'Iraq Petroleum Corporation (anglo-franco-olandese-americana) operano nei giacimenti della zona di Kirkuk.]
1990
circa 3 milioni di curdi conducono una dura lotta per l'indipendenza guidata dall'UPK (Unione patriottica del Kurdistan) di Jalal Talibani e dal PDK (Partito democratico del Kurdistan) di Massud Barzani;




1990
[la nuova costituzione assegna la direzione del paese a una guida spirituale (il faqih), cioè allo stesso Ruhollah Khomeini mentre il potere esecutivo spetta a un presidente.
Successore designato (1985) nel ruolo di "guida della rivoluzione" è l'ayatollah Hossein Ali Montazeri, che però ha perso potere dopo l'esecuzione del suo collaboratore;
il presidente del parlamento (Majlis), Hashemi Ali Akbar Rafsanjani, ha assunto la direzione del consiglio dei guardiani della rivoluzione.
Dopo il cessate il fuoco, dall'agosto 1988 a Ginevra si incontrano le due delegazioni guidate da:
- Tarek Aziz (Iraq),
- Velayati (Iran)
con il segretario delle Nazioni Unite Perez De Cuellar come moderatore; ]
- Capo e guardiano supremo della nazione
ayatollah Ali Khamenei
(1989 - ?)
[PRI]
- Presidente della repubblica (potere esecutivo)
Hashemi Ali Akbar Rafsanjani
(1989 lug - ?)
[PRI]
- Presidente del parlamento (Majlis)
Mehdi Karoubi
(1989 - ?)
[PRI]
- Primo ministro
?
(? - ?)
[PRI]
PRI (Partito della repubblica islamica, khomeinista)
[davanti al Majlis Hashemi Ali Akbar Rafsanjani ha presentato un governo di tecnici]
1990
-


 
seconda Guerra del Golfo

I guerra del Golfo: i Paesi arabi moderati finanziano l'Iraq che considerano una barriera contro l'integralismo religioso iraniano;
alla fine della guerra l'Iraq si trova in bilancio un passivo di oltre 100 Mdi di dollari.

1990

Febbraio

Amman, nel Consiglio della cooperazione araba, il dittatore iracheno Saddam Hussein lancia il primo aut-aut a Kuwait e Arabia Saudita esigendo la cancellazione dei miliardi di dollari di debiti più altri 30 Mdi di dollari; in un discorso infuocato minaccia pure di distruggere Israele con le armi chimiche: le masse arabe cominciano a vedere in lui un nuovo Nasser;

Maggio
Bagdad, in occasione del vertice araboSaddam Hussein accusa esplicitamente re Fahd e i vari sceicchi ed emiri presenti di essere agenti dell'imperialismo americano;
mentre rapporti dettagliati di associazioni attendibili come Amnesty International avvalorano la campagna di stampa in atto che lancia grida di allarme per la sistematica violazione dei diritti umani in atto nel paese, l'Iraq preme ormai direttamente sul Kuwait accusando l'emirato non solo di sovrapproduzione ma anche di violazioni di frontiera e di aver artatamente prelevato petrolio in eccesso dai pozzi di Rumalia, in condominio tra i due paesi: Saddam Hussein chiede 2,4 Mdi di dollari di danni;
17, [22° annniversario della rivoluzione irachena e l'11° dell'ascesa di Saddam Hussein al potere assoluto], il rais arriva alle minacce dirette; vengono segnalati i primi movimenti di truppe irachene verso il Kuwait;
25, due gaffe americane:
l'ambasciatore americano a Bagdad, April Glaspie, viene convocata da Saddam Hussein per un colloquio politico riservato, alla presenza del ministro degli esteri iracheno Tarek Aziz; il resoconto stenografico dell'incontro, reso pubblico dalla rete televisiva americana ABC, è ripreso dalla stampa di tutto il mondo; contiene alcune dichiarazioni dell'ambasciatore che suonano come "disco verde" all'azione del rais:
- dice di condividere le richieste irachene per un aumento del prezzo del petrolio, aggiungendo addirittura che i produttori texani sognano che il greggio salga a 25 $ al barile;
- sul problema delle frontiere con il Kuwait dice che la linea del Dipartimento di Stato, confermata poi da Baker, è di considerarlo un problema arabo e come tale, da risolversi in un contesto arabo;
dal canto suo John Kelly, il vice segretario di stato per il Medio Oriente, rispondendo in Campidoglio a domande di alcuni deputati, sottolinea come non essendo in vigore nessun trattato difensivo con i paesi del Golfo, gli Stati Uniti non sarebbero tenuti ad impiegare forze americane anche nel caso di un'aggressione irachena; anche se ineccepibile sul piano formale, viene di certo interpretata da Saddam Hussein come una decisione preventiva di non intervento da parte degli Stati Uniti;
30, Gedda (Arabia Saudita), è in programma un vertice tra Saddam Hussein e l'emiro del Kuwait, con re Fahd nelle vesti di mediatore; poiché già alla vigilia l'emiro ha deciso di farsi rappresentare dal principe della corona, il rais si fa rappresentare dal suo "vice" Izat Ibrahim; anche se le fonti kuwaitiane e irachene divergono su molti punti circa quanto è successo a Gedda, due fatti sono certi:
1) alla richiesta irachena di 10 Mdi di dollari, che Ibrahim si dichiara disposto ad accettare anche a titolo di prestito, la controfferta di 9 Mdi ha un chiaro intento offensivo tanto che re Fahd offre a titolo gratuito il miliardo mancante;
2) quando il principe ereditario condiziona il versamento del denaro ad un accordo generale sui problemi di frontiera, compresi i contestati pozzi di Rumalia, Ibrahim contesta che tale richiesta non è stata avanzata in apertura di seduta, nell'ambito della discussione generale, ma presentata quando ormai un accordo sulla parte economica è già stato raggiunto;
le parti si separano;

Agosto
, le delegazioni tornano in patria;
2, il dittatore iracheno invade e si annette il Kuwait, cercando così di cancellare l'immenso debito accumulato con esso durante la guerra con l'Iran e per impadronirsi dei suoi immensi campi petroliferi; fissa il 24 agosto come termine ultimo per la chiusura delle ambasciate nell'ex emirato; da questa data i diplomatici avrebbero perso tutte le guarentigie e i loro privilegi, sarebbero diventati in pratica dei cittadini qualunque;
scopo finale è quello di far diventare l'Iraq la potenza regionale egemone del Medio Oriente, ma i conti sono errati: non solo l'Iraq viola il diritto internazionale sopprimendo uno stato indipendente membro dell'ONU, ma la stessa logica del sistema internazionale, in fase di trasformazione, impone che siano puniti sia lo Stato aggressore, che sta assumendo il controllo del 19% delle risorse petrolifere mondiali (con possibili ricatti ai danni dei paesi occidentali), sia soprattutto la minaccia che esso porta alla stabilità internazionale; 
non punire l'Iraq significherebbe scatenare ambizioni analoghe in altri Paesi con mire imperialistiche a livello regionale e innescare una lunga serie di crisi, la prima delle quali investirebbe Israele;
la risoluzione 660 del Consiglio di sicurezza dell'ONU chiede il ritorno allo status quo e l'immediato ritiro delle truppe d'invasione irachene e innesca la cosiddetta crisi del Golfo;
sanzioni economiche sempre più dure contro l'Iraq culminano in un vero e proprio embargo e l'inadempienza irachena agli ordini dell'ONU rende inevitabile il ricorso alla forza che può essere resa efficace solo con l'intervento degli Stati Uniti;
9, le avanguardie americane entrano in Arabia Saudita schierandosi a difesa della frontiera settentrionale del Paese (una forza di spiegamento rapido degli USA in Medio Oriente era già pronta dal 1980);
10, la riunione araba al Cairo è come un atto scontato; in pratica non c'è più nulla da negoziare e sotto gli auspici di Mubarak la risoluzone finale, da porre ai voti, è già preparata prima che inizi la discussione; le delegazioni irachena e kuwaitiana si insultano a vicenda [al pranzo ufficiale volano persino i piatti]; il vertice segna definitivamente lo spartiacque delle alleanze. Y. Arafat tenta in extremis di inviare una delegazione ristretta a Bagdad per un'ultima pressione su Saddam Hussein, ma la sua proposta viene bocciata dal presidente Mubarak senza nemmeno porla in discussione.
La mozione finale che condanna l'Iraq viene approvata a larga magioranza, con i soli voti contrati dell'Olp, della Libia, e appunto dell'Iraq. Astenuti Algeria e Yemen.
Saddam Hussein è solo contro il mondo.
15, Saddam Hussein invia al presidente iraniano Rafsanjani [Khomeini è morto nel giugno 1989] una lettera con cui accetta tutte le richieste dell'Iran avanzate a Ginevra due anni prima;
nello stesso tempo annuncia che gli stranieri non possono lasciare né il Kuwait né l'Iraq, e che alcuni di loro saranno usati come scudi umani presso i punti strategici del paese;
ministro dell'informazione è Latif Jassim; vari i erosnaggi politici intenazionali che tentano di portare in patria gli ostaggi (Waldheim, 22 ostaggi austriaci; Jesse Jackson, alcuni malati americani ecc);
28, il Kuwait viene proclamato diciannovesima provincia dell'Iraq;

Settembre
21
, mentre Gorbaciov invia a più riprese il suo emissario Primakov a Baghdad, all'assemblea generale delle Nazioni Unite lancia l'idea di un piano di pace per tutto il Medio Oriente;
25, il Consiglio di sicurezza dell'ONU delibera l'embargo aereo rendendo così totale l'isolamento di Saddam Hussein;

Ottobre
21
, il gen. Power, vola in Arabia Saudita per verficare l'attuabilità del piano di guerra messo a punto al Pentagono;
30, il piano è pronto: approvato dallo stato maggiore delle tre armi e dal segretario alla difesa Cheney, viene portato alla Casa Bianca all'esame del presidente;

Novembre
9
, viene annunciata la creazione della forza multinazionale guidata dagli Stati Uniti e comandata dal generale americano Norman Schwarzkopf [morirà nel 2012]; 
il suo nome in codice è Desert Shield (Scudo del deserto)
29, con la risoluzione 678 l'ONU impone un ultimatum all'Iraq: se non adempirà alle precedenti risoluzioni entro il 15 gennaio 1991, l'ONU potrà usare la forza per ristabilire l'ordine legittimo.
«segue 1991»





Nuova Ricerca