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ANNO 1981

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Papa Giovanni Paolo II
(1978-2005)

segretario di Stato: cardinale Agostino Casaroli;

direttore dell'Entità e di Sodalitium Pianum: mons. Luigi Poggi;

1981
Gennaio
20
, USA: R.W. Reagan inizia ll suo mandato come presidente degli Stati Uniti; figlio di un lavoratore cattolico irlandese, la sua visione della Chiesa cattolica [l'antidoto al comunismo] e del Vaticano è molto diversa da quella dei suoi predecessori, anche da quella di J.F. Kennedy, l'unico presidente cattolico degli Stati Uniti;
insediatasi la nuova amministrazione nordamericana, il Vaticano ha due nuovi interlocutori con cui discutere della questione polacca:
. Richard Allen, consigliere dell'Agenzia per la Sicurezza Nazionale;
. William Casey, direttore della CIA;
Zbigniew Brzezinski continua a fare da collegamento tra la Casa Bianca e l'Entità di mons. Luigi Poggi;
quando il presidente R.W. Reagan decide di inviare aiuti economici a "Solidarnosc", il collegamento per le nuove operazioni congiunte della CIA e dell'Entità in Polonia è Jan Nowak, presidente del Polish American Congress; la sua funzione è di mantenere costante il flusso di informazioni tra Varsavia e il Vaticano, e tra il Vaticano e Washington; si deve occupare anche della raccolta di fondi e dell'invio di denaro in Polonia per finanziare la stampa clandestina;
Aprile
L. Gelli mostra a un membro del PSI (Partito Socialista Italiano) alcune fotografie che ritraggono il papa completamente nudo nella piscina di Castelgandolfo, aggiungendo che, se si è potuto scattare quelle foto con un teleobiettivo, si potrebbe facilmente sparare al Santo Padre con un fucile munito di mirino tlescopico;
mons. Luigi Poggi mette all'opera gli agenti dell'Entità per recuperare i negativi scomparsi, sapendo che la maggior parte delle fotografie, passate dalle mani della Rizzoli a L. Gelli e poi a G. Andreotti, erano state consegnate in sua presenza al papa;
presto gli agenti scoprono i negativi in una casa di Roma; distrutti i negativi, l' "operazione immagine" non ha più inizio;
Maggio
13
, piazza San Pietro: il papa, seguito da vicino da Camillo Cibin, ispettore del Corpo di Vigilanza, da due agenti in abito blu, da due uomini dell'Entità e da quattro guardie svizzere, subisce un attentato; l'autore materiale è il giovane turco Mehmet Ali Agca;
ore 17:18, risuona il primo sparo (una Browning automatica calibro 9 mm) e il papa, colpito all'addome, comincia a vacillare; pochi secondi dopo, un secondo colpo lo colpisce alla mano destra e un terzo al braccio; a sirene spiegate viene condotto al policlinico Gemelli, dove subisce nove ore di intervento;
il papa è convinto: si è salvato grazie all'intervento della Madonna di Fatima ma non sa ancora chi abbia dato l'ordine di ucciderlo;
Luglio
Mehmet Ali Agca viene condannato all'ergastolo dal tribunale di Roma;
[nato a Yesiltepe, un paese nell'est della Turchia, si era unito appena 19enne ai "Lupi Grigi" un'organizzazione terroristica filoiraniana finanziata da Teheran; nel febbraio 1979 aveva assassinato l'editore di un famoso giornale per le sue posizioni filoccidentali.]

"operazione Polonia"

1981, primavera, i seguenti protagonisti:
- per gli USA
. William Casey, direttore della CIA;
. Vernon Walters, ambasciatore speciale di R.W. Reagan a Roma;
. William Clark, consigliere presidenziale;
. Zbigniew Brzezinski;
- per il Vaticano
. mons. Luigi Poggi;
. arcivescovo Pio Laghi, delegato apostolico del papa a Washington;
. cardinale John Krol di Filadelfia, "il complice del papa", che si occupa di tenere informata la Casa Bianca sulla situazione del sindacato polacco;
. cardinale Agostino Casaroli,
diventano una specie di forza d'attacco la cui unica missione è appoggiare il sindacato "Solidarnosc" nella sua lotta contro il governo comunista di Varsavia.
Aprile
23
, William Casey arriva a Roma per confermare il sostegno della CIA e dell'Entità a "Solidarnosc", ben sapendo che l'obiettivo da raggiungere è allontanare il paese dall'orbita sovietica;
William Casey consegna al papa anche un rapporto "segretissimo", trasmesso dallo spionaggio italiano alla CIA, in cui si dice che a gennaio, durante il viaggio a Roma per incontrare il papa, L. Walesa si è riunito anche con Luigi Scricciolo, della UIL (Unione Italiana del Lavoro); poiché quest'ultimo, secondo il controspionaggio italiano, sarebbe in realtà un agente dei servizi segreti bulgari, si teme che i piani di L. Walesa possano essere svelati e che il sindacalista polacco possa venire assassinato;
Novembre
l'Entità informa Giovanni Paolo II, ancora convalescente, il cardinale Agostino Casaroli e mons. Luigi Poggi dell'esistenza di una lettera scritta da Breznev a W. Jaruzelski intercettata dall'agente dello spionaggio pontificio e aiutante di W. Jaruzelski, il colonnello Ryszard Kuklinski [Gull] in cui il leader sovietico, a conclusione del suo scritto, avverte il generale polacco che se si concedono a "Solidarnosc" e alla Chiesa ruoli importanti nell'esercizio del potere, il socialismo verrà smantellato.
30, Vernon Walters, ambasciatore speciale di R.W. Reagan, s'incontra con il papa a cui mostra alcune foto, scattate da satelliti spia, che evidenziano la presenza di carri armati sovietici che si stanno avvicinando alle installazioni navali di Danzica;
l'agente Ryszard Kuklinski [Gull] informa il contatto dell'Entità che il generale W. Jaruzelski e lo Stato maggiore polacco stanno preparando un'operazione militare per poter imporre la legge marziale, pure non sapendo né quando né come avrà luogo;
quando allo Stato maggiore polacco risulta evidente esserci una talpa, il colonnello Ryszard Kuklinski [Gull] e la sua famiglia vengono messi in salvo da agenti dell'Entità;


ONU
Organizzazione delle nazioni unite

1981, New York,
segretario generale:
- 1972-81, Kurt Waldheim;
- 1981-91, Javier Perez de Cuellar.




 


 

1981
UNIONE EUROPEA
I LEGISLATURA - (1979-1984)
Stati Membri
Seggi
[dal 1952]
       
01
Belgio      
24
02
Francia      
81
03
Germania      
81
04
Italia      
81
05
Lussemburgo      
6
06
Paesi Bassi      
25
[dal 1973]
       
07
Danimarca      
16
08
Regno Unito      
81
09
Irlanda      
15
[dal 1981]
       
10
Grecia Adesione: 1º gen 1981
Elezioni: 18 ott 1981
24
Totale Deputati
434


UNIONE EUROPEA
Commissione Santer (1995 al 15 marzo 1999,
Jean-Claude
Juncker
Presidente
PPE
LUSSEMBURGO
Partito Popolare Cristiano Sociale
Alto rappr. Affari Esteri
-
-
Federica
Mogherini
Vice presidente

Frans
Timmermans

1° Vice presidente
Kristalina
Georgieva
Vice presidente
PSE
PSE
PPE
ITALIA
PAESI BASSI
BULGARIA
Partito Democratico
Partito del Lavoro
Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria
Agenda Digitale
Energia
Euro e dialogo sociale
5

Andus
Ansip

Maroš Šefcovic

Valdis
Dombrovskis

ALDEu
PSE
PPE
ESTONIA
SLOVACCHIA
LETTONIA
Partito Riformatore Estone
Direzione - Socialdemocrazia
Unità
Occupazione, Crescita, Competitività
Economia digitale e Società
Politiche di allargamento

Jyrki
Katainen

Günther
Oettinger

Johannes
Hahn

PPE
PPE
PPE
FINLANDIA
GERMANIA
AUSTRIA
Coalizione Nazionale
Unione Cristiano-Democratica di Germania
Partito Popolare Austriaco
Commercio
Cooperazione internazionale
Azione per il clima
Cecilia
Malmstrom
Neven
Mimica

Miguel
Arias Canete

ALDEu
PSE
PPE
SVEZIA
CROAZIA
SPAGNA
Partito Popolare Liberale
Partito Socialdemocratico di Croazia
Partito Popolare
Affari marittimi e pesca
Alimenti e salute
Affari interni e cittadinanza

Karmenu
Vella

Vytenis
Andriukaitis

Dimitris
Avramopoulos

PSE
PSE
PPE
MALTA
LITUANIA
GRECIA
Partito Laburista
Partito Socialdemocratico di Lituania
Nuova Democrazia
Occupazione, Affari sociali e mobilità
Affari economici
e finanziari
Aiuti umanitari

Marianne
Thyssen

Pierre
Moscovici

Christos
Stylianides

PPE
PSE
PPE
BELGIO
FRANCIA
CIPRO
Cristiano-Democratici e Fiamminghi
Partito Socialista
Raggruppamento Democratico
Agricoltura
Stabilità
e Servizi finanziari
Trasporti

Phil
Hogan

Jonathan
Hill
Violeta
Bulc
PPE
Conservatori e Riformisti Europei
ALDEu
IRLANDA
REGNO UNITO
SLOVENIA
Fine Gael
Partito Conservatore
Partito di Miro Cerar
Mercatointerno, Industria, Imprenditoria
Giustizia, Consumatori e Uuguaglianza di genere
Educazione, Cultura, Sport

Elzbieta
Bienkowska

Vera
Jourova

Tibor
Navracsics

PPE
ALDEu
PPE
POLONIA
REP. CECA
UNGHERIA
Piattaforma Civica
ANO 2011
Fidesz

Legenda:
- PPE (Partito Popolare Europeo),
- PSE (Partito del Socialismo Europeo)
- ALDEu (Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa)


La Commissione Thorn è stata la Commissione Europea in carica dal 6 gennaio 1981 al 5 gennaio 1985, presieduta dal lussemburghese Gaston Thorn; succedette alla Commissione Jenkins, e fu seguita dalla Commissione Delors I.
Indice [nascondi]
1 Presidente
2 Composizione politica
3 Componenti della Commissione
4 Note
Presidente
Gaston Thorn (Lussemburgo Lussemburgo) — Partito Democratico
Nel 1980 il governo tedesco prese in considerazione Filippo Maria Pandolfi come possibile presidente della Commissione, ma il governo italiano non appoggiò la candidatura con convinzione[1].
Composizione politica
Sinistra / Socialisti: 4 membri
Destra / Conservatori: 7 membri
Liberali: un membro
Indipendenti: 5 membri
Componenti della Commissione
Legenda: [ ] Sinistra/Socialisti [ ] Destra/Conservatori [ ] Liberali
Commissario Nazionalità Incarico Competenze Partito nazionale Gruppo europeo
Gaston Thorn Lussemburgo Lussemburgo Presidente PD Liberali e democratici
François-Xavier Ortoli Francia Francia Vicepresidente Affari economici e finanziari RPR Democratici progressisti/Alleanza Democratica Europea
Wilhelm Haferkamp bandiera Germania Ovest Vicepresidente Relazioni esterne SPD Socialisti
Christopher Tugendhat Regno Unito Regno Unito Vicepresidente
Bilancio e controllo finanziario
Fiscalità
Conservatori Democratici
Étienne Davignon Belgio Belgio Vicepresidente Affari industriali ed energia indipendente[2] indipendente
Lorenzo Natali Italia Italia Vicepresidente Politiche mediterranee ed allargamento DC Partito Popolare Europeo
Antonio Giolitti Italia Italia Commissario Politiche regionali e coordinamento dei fondi comunitari PSI Socialisti
Finn Olav Gundelach[3] Danimarca Danimarca Commissario Agricoltura indipendente indipendente
Poul Dalsager[4] Socialisti
Claude Cheysson[5] Francia Francia Commissario Sviluppo PS Socialisti
Edgard Pisani[6]
Karl-Heinz Narjes bandiera Germania Ovest Commissario
Mercato interno
Innovazione industriale
Unione doganale
Ambiente
Tutela dei consumatori
Sicurezza nucleare
CDU Partito Popolare Europeo
Giorgios Contogeorgis Grecia Grecia Commissario
Trasporti
Pesca
Coordinamento delle problematiche del turismo
Partito Popolare Europeo
Michael O'Kennedy[7] Irlanda Irlanda Commissario Personale ed amministrazione Fianna Fáil Democratici progressisti/Alleanza Democratica Europea
Richard Burke[8] Fine Gael Partito Popolare Europeo
Ivor Richard Regno Unito Regno Unito Commissario
Occupazione ed affari sociali
Istruzione e formazione professionale
Laburisti Socialisti
Frans Andriessen Paesi Bassi Paesi Bassi Commissario
Concorrenza
Relazioni con il Parlamento europeo
KVP Partito Popolare Europeo
Note
^ Luca Guzzetti, Intervista a Filippo Maria Pandolfi, Archivi Storici dell'Unione Europea, 24 giugno 1998. URL consultato il 17 agosto 2011.
^ Vicino al Partito Sociale Cristiano - Partito Popolare Cristiano.
^ Morì il 13 gennaio 1981.
^ Entrò in carica il 20 gennaio 1981 dopo la morte di Gundelach.
^ Cheysson di dimise il 21 maggio 1981 e divenne ministro degli esteri della Francia.
^ Dal 22 maggio 1981.
^ O'Kennedy si dimise dopo le elezioni parlamentari irlandesi del febbraio 1982.
^ Burke subentrò a O'Kennedy il 1º aprile 1982.



1981
Schweizerische Eidgenossenschaf
Confédération suisse
Confederazione svizzera
[Repubblica federale]
- Presidente
-
- Primo ministro
-
[governo di coalizione: Partito radicale democratico, Partito cristiano-democratico, Partito socialista e Unione democratica di centro]

1981
il paese negli anni Settanta ha mantenuto la sua posizione di rigida neutralità decidendo di non aderire all'ONU, pur ospitandone la seconda sede a Ginevra; ora il governo decide di chiedere l'adesione all'ONU;


1981
Fürstentum Liechtenstein
[Monarchia costituzionale]
Francesco Giuseppe II
Albero genealogico
(1906 - 1989)
figlio di
1938-89
, principe di Liechtenstein;



 
- Primo ministro
Hans Brunhart
(1978 - ?)
[VU (Unione patriottica)]
[la VU (Unione patriottica) ha la maggioranza in parlamento]
1981
-


1981
Republik Osterreich
[neutrale da mag 1955]
questione Alto Adige:
– 1° accordo 1969; 2° accordo 1971
- Presidente
Rudolf Kirchschläger
(1974 - 1986)
- Cancelliere
Bruno Kreisky [I]
(1970 mar - 1983)
[SPÖ (Partito socialista)]
- Ministro degli esteri
?
(? - ?)
[]
[governo di minoranza]
1981
-


1981
Bundesrepublik Deutschland
[Repubblica Federale di Germania (FDR)]
(maggio 1949)
Presidente
K. Carstens
(1979 - 1984)
[CDU]
IX Legislatura 1980 4 nov - 29 mar 1983
Cancelliere
H. Schmidt
III
(1980 6 nov - 1° ott 1982)
[SPD]
[Coalizione "giallo-rossa", formata da:
SPD
(Sozialdemokratische Partei Deutschlands - Partito socialdemocratico tedesco)e
FDP (Freie Demokratische Partei - Partito liberaldemocratico).]
Vice-cancelliere
+ Affari esteri
Hans-Dietrich Genscher (FDP)
(1974 16 mag - 17 set 1982)
Interni
Gerhart Rudolf Baum (FDP)
(1978 8 giu - 17 set 1982)
Giustizia
Hans-Jochen Vogel (SPD)
(1974 16 mag - 22 gen 1981)
Dr. Jürgen Schmude (SPD)
(1981 22 gen - 1° ott 1982)
Finanze
Hans Matthöfer (SPD)
(1978 16 feb - 28 apr 1982)
Economia
Otto Lambsdorff (FDP)
(1977 7 ott - 17 set 1982)
Alimentazione, Agricoltura e Foreste
Josef Ertl (FDP)
(1976 16 dic - 17 set 1982)
Rapporti con la Germania Est
Egon Franke (SPD)
(1974 16 mag - 1° ott 1982)
Lavoro e Solidarietà sociale
Herbert Ehrenberg (SPD)
(1976 16 dic - 28 apr 1982)
Difesa
Hans Apel (SPD)
(1978 16 feb - 1° ott 1982)
Famiglia, Gioventù e Sanità
Antje Huber (SPD)
(1976 16 dic - 28 apr 1982)
Trasporti
Volker Hauff (SPD)
(1980 6 nov - 1° ott 1982)
Poste e Telecomunicazioni
Kurt Gscheidle (SPD)
(1980 6 nov - 28 apr 1982)
Trasporti ed urbanizzazione
Dieter Haack (SPD)
(1980 6 nov - 1° ott 1982)
Ricerca e Tecnologia
Andreas von Bülow (SPD)
(1980 6 nov - 1° ott 1982)
Formazione e Scienze
Jürgen Schmude (SPD)
(1978 16 feb - 28 gen 1981)
Björn Engholm (SPD)
(1981 28 gen - 1° ott 1982)
Cooperazione economica
Rainer Offergeld (SPD)
(1978 16 feb - 1° ott 1982)

1981
-

 


1981
Royaume de Belgique
Konikrijk België

Baldovino I

Albero genealogico

(1930 - 1993)
figlio di Leopoldo III e di Astrid di Svezia;
1951-93, re dei Belgi;


 
Primo ministro
Wilfried Martens
(1979 - ott 1987)
[cristiano-sociali fiamminghi]
Ministro delle finanze
?
(? - ?)
[governo di coalizione: cristiano-sociali e liberali]

1981
poiché la vita politica belga continua ad essere dominata dalla difficile convivenza tra le due comunità linguistiche dei fiamminghi e dei valloni, il governo decide di dare maggiore autonomia alle due regioni;


1981
Koninkrijk der Nederlanden
[Regno dei Paesi Bassi]

Beatrice I

Albero genealogico

(n. 1938)
figlia di Giuliana regina dei Paesi Bassi e del principe consorte Bernardo di Lippe-Biesterfeld;
principessa dei Paesi Bassi, di Orange-Nassau, di Lippe-Biesterfeld;
1961, si laurea in sociologia all'università di Leida;
1966, sposa Claus von Amsberg, diplomatico tedesco;
dal 1980, regina dei Paesi Bassi;
[dopo l'abdicazione della madre]


 
Primo ministro
?
(? - ?)
Andreas van Agt
(1981 - 1982)
[CDA]
[governo di coalizione: democristiani e liberali]
1981
elezioni politiche:

 
Elezioni politiche
%
seggi
+/- (*)
- CDA
[democristiani]
-
48
-1
- PVDA (Partito socialista) -
44
-19
- VVD (Partito popolare per la libertà e la democrazia)
[liberali]
-
26
-2
- Democrazia '66
[centrosinistra]
-
17
+9
- altri -
-
-
   
?
* rispetto al 1977;
 

il democristiano Andreas van Agt forma un governo di centrosinistra (CDA, PVDA e Democrazia '66);


1981
Grousherzogden Lezebuurg
Grand-Duché de Luxemburg
- dal 1919 il paese ha una costituzione democratica e la vita parlamentare è dominata dal Partito cristiano-sociale;
- dal 1948 ha rinunciato alla neutralità,
- dal 1951 fa parte della CECA,
- dal 1954 fa parte della UEO,
- dal 1957 fa parte della CEE che ha sede proprio in Lussemburgo.

Giovanni di Borbone-Parma

Albero genealogico

(1921 - ?)
figlio secondogenito del principe Felice di Borbone-Parma e di Charlotte di Nassau-Weilburg, granduchessa di Lussemburgo e duchessa di Nassau;
1964-?, granduca di Lussemburgo;
[dopo l'abdicazione della madre]


 
- Primo ministro
Pierre Werner
(1979 - 1984)
[Partito cristiano-sociale]
[governo di coalizione: Partito cristiano-sociale e del Partito democratico]
1981
-


1981
Kongeriget Danmark
[Regno di Danimarca]
Margherita II
Albero genealogico

(? - ?)
figlia di Federico IX e di Ingrid di Svezia;
dal 1972, regina di Danimarca;

 
Primo ministro
Anker Jorgensen III
(1975 - 1982)
[socialdemocratico]
 
1981
Copenaghen, alle elezioni il governo viene confermato;


1981
Repubblica d'Islanda
[dal 17 giugno 1944]
Presidente
Vigdís Finnbogadóttir
(1980 giu - giu 1996)
- Primo ministro
Gunnar Thoroddsen
(1980 feb - 1983)
[Partito dell'indipendenza (di destra)]
1981
-


1981
Kongeriket Norge
[Regno di Norvegia]
[dal 1905]
Olav V
Albero genealogico

(1903 - ?)
figlio di Haakon VII e di Maud di Gran Bretagna;
1957-
, re di Norvegia;

 
- Primo ministro
Odvar Nordli
(1973 - 1981, dimiss.)
[Partito laburista]
Gro Harlem Brundtland
(1981)
[]
Kare Willoch
(1981 - 1986)
[Partito conservatore]
[dal 1977 il governo laburista è appoggiato dal Partito socialista di sinistra: insieme hanno la maggioranza per un solo seggio]
1981
il primo ministro si dimette: il suo posto è preso da Gro Harlem Brundtland, prima donna ad assumere la carica di primo ministro;
le elezioni vedono però la sconfitta dei laburisti: il governo diretto da Kare Willoch è il primo governo conservatore dal 1928;


1981
Konungariket Sverige
[Regno di Svezia]
Carlo XVI Gustavo
Albero genealogico

(1946 - ?)
figlio di ? e di ?;
dal 1973, re di Svezia;


 
Primo ministro
Ola Ullsten
(1978 - 1982)
[Partito liberale]
[governo di coalizione di centro]
1981
-


1981
Suomen Tasavalta
Republiken Finland
[Repubblica di Finlandia]
[dal 1961 aderisce all'EFTA; dal 1973 accordo di cooperazione con il Comecon.]
Presidente
Urho Kaleva Kekkonen
[Partito agrario]
(1956 feb - 1981, dimiss.)
-
Primo ministro
Mauno Koivisto
(1979 - 1981)
[Partito socialdemocratico]
Ministro dell'interno
-
Ministro degli esteri
-
[governo quadripartito di centrosinistra comprendente anche i comunisti]
1981
si dimette il presidente della repubblica;




1981
Repubblica Popolare Federativa
di Jugoslavia

[Federativna Narodna Republika Jugoslavija]
(dal 29 Novembre 1945)
- Direttore della presidenza collegiale
(a rotazione annuale)
?
(?-?)
- Lega dei comunisti jugoslavi [partito unico];

1981
dal 1977 è in vigore il trattato di Osimo (firmato nel 1975);
[i rapporti con l'Italia si sono fatti più cordiali]
nel 1980 è morto Tito (Josip Broz);

6 REPUBBLICHE POPOLARI
SLOVENIA - cap. Lubiana

1981
-

CROAZIA - cap. Zagabria

1981
arresti di attivisti nazionalisti;

SERBIA - cap. Belgrado

1981
-

Vojvodina (Provincia autonoma) - capol. Novi Sad
[amministrativamente legata alla Serbia dove i serbi rappresentano la metà della popolazione e dove vive una consistente minoranza ungherese] 
1981
-
Kosovo (Provincia autonoma) - capol. Pristina
[amministrativamente legata alla Serbia con la maggior parte dei suoi abitanti albanesi (90%) e la minoranza serba e montenegrina] 

1981
[Totale abitanti: 1.680.000]
In primavera, chiede lo status di repubblica federata (anche se non mancano le tendenze secessioniste).
Nasce intanto il "Movimento popolare del Kosovo".

Marzo
11
, Priština, si assiste ad una manifestazione di poche centinaia studenti universitari che protestano per le loro condizioni di vita e di studio e attaccano la sede del partito. Gli scontri che seguono provocano 20 feriti di cui 2 gravi;
26, Priština, gli studenti organizzano un sit-in per chiedere la liberazione dei loro compagni incarcerati in seguito ai fatti dell'11 marzo.
Per le strade gli studenti in corteo si scontrano con le unità speciali della polizia serba. Tutte le strade sono bloccate e si apre una caccia ai manifestanti che nel frattempo si sono rifugiati all'interno della casa dello studente.
I poliziotti entrano e li pestano brutalmente e la notizia si diffonde nel giro di pochi minuti.
Il bilancio ufficiale è di 23 studenti e 14 miliziani feriti oltre a 21 persone arrestate, fra queste i capi della rivolta.
[Questo giorno e anche il successivo nulla sa la popolazione di questi fatti]
Il Pcj definisce i fatti dell'11 e del 26 marzo sommosse organzzate da «forze nemiche» col pretesto delle difficoltà economiche, in realtà tese a «destabilizzare la Jugoslavia e a distruggere la sua unità statuale».
[Il sospetto è che la polizia segreta jugoslava (KOS) e quella albanese (Segurimi) siano interessate ad una destabilizzazione del Kosovo.]
31, a Priština e in altri centri minori si arriva a scontri con la polizia ancor più gravi e sanguinosi. Stavolta agli studenti si aggiungono anche lavoratori, contadini, le famiglie dei maltrattati.

Aprile
2
, Priština, viene proclamato lo stato d'assedio; carri armati bloccano le vie d'accesso, elicotteri girano sulla città e l'esercito federale invade le strade di Podujeva e Ferizaj.
Bilancio ufficiale della repressione: 11 morti, di cui due appartenenti alla forza pubblica, e 57 feriti.
Ma si tratta di cifre false… sia i serbi che gli albanesi parlano di un centinaio di morti solo fra i civili.

L'agitazione viene repressa con numerosi arresti.
In base agli articoli 133 del codice penale (delitto di opinione) e 144 (associazione controrivoluzionaria), 2.300 manifestanti vengono condannati. Alla repressione si accompagna una micidiale campagna che definisce «il nazionalismo controrivoluzionario albanese» il nemico più pericoloso della Jugoslavia.
Contro i manifestanti e i loro mandanti si protrarrà per anni una serie di processi penali non accessibili al pubblico.
Nel partito si procede alla cosiddetta "differenziazione", voluta dal comitato centrale del Pc serbo in una "Rivoluzione sugli sviluppi del Kosovo": il primo colpo di scena sono le dimissioni del capo del partito comunista del Kosovo, Mahmut Bakalli; le epurazioni successivie non colpisono solo alcuni dirigenti ma centinaia di semplici iscritti al partito.
La parola chiave è controrivoluzione, un reato da pena capitale.

Molti abitanti serbi e montenegrini abbandonano la regione.

La riduzione graduale della popolazione slava nel Kosovo – dal 18,4% del 1971 al 13,25 nel 1981 – rafforza i il timore che la serbità del Kosovo sia davvero in pericolo a causa dell' "autonomia" concessa da Tito. Inoltre, dopo l'estromissione di A. Rankovic, i serbi hanno perso la loro posizione privilegiata nell'amministrazione, nell'economia e nella polizia.
Nel mondo del lavoro si richiede sempre più la conoscenza della lingua albanese, prima pressoché ignorata dai serbi. Gli operai albanesi rifiutano di seguire ordini dati in serbo, lingua obbligatoria in Kosovo anche nelle scuole albanesi. La poliiza, la giustizia e altri settori della vita pubblica diventano rapidamente bilingui.
Ma un'analisi realistica della situazione dimostra che sono soprattutto i motivi economici a spingere le famiglie serbe a lasciare il Kosovo, tant'è vero che emigrano anche dai comuni a maggioranza serba.
A partire dagli anni '80 viene avanzata, soprattutto da alcuni intellettuali e dalla chiesa serbo-ortodossa, la tesi del "genocidio dei serbi del Kosovo".
Centinaia di migliaia di serbi avrebbero lasciato il Kosovo a partire dal 1966 e nel contempo centinaia di migliaia di albanesi si sarebbero infiltrati dalla vicina Albania. Non si conosce il numero di questi emigranti, le stime serbe oscillano fra i 200.000 e i 400.000. Cifre inventate ma regolarmente evocate dai mezzi d'informazione e nei discorsi bellicosi dei dirigenti populisti.
Il noto scrittore e leader politico Vuk Draskovic afferma che negli anni della Jugoslavia socialista più di un milione di serbi avrebbero lasciato la Bosnia e più di mezzo milione il Kosovo.
I dati statistici ufficiali smentiscono queste cifre.
I serbi del Kosovo non hanno mai superato le 230.000 unità e la causa principale dell'emigrazione verso i grandi centri della Serbia è stato il processo di industralizzazione della Jugoslavia. Proprio nello stesso periodo infatti 140.000 serbi lasciarono la Vojvodina, zona molto più sviluppata e senza pressione demografica, e più di 300.000 albanesi emigrarono in Europa occidentale. Il Kosovo, regione sottosviluppata, densamente abitata e ad alto tasso di crescita demografica non poteva che produrre emigrazione.
Nonostante la propaganda serba, ricerche serie di sociologi e politologi serbi di Belgrado dimostrano chiaramente la falsità delle tesi dell'esodo e del genocidio.

BOSNIA-ERZEGOVINA - cap. Sarajevo

1981
arresti di attivisti nazionalisti;

Giugno
24
, Medjugorje, uno sperduto paesino croato dell'Erzegovina: a sei ragazzini "appare" la Madonna!, esattamente dieci anni prima dell'inizio del conflitto armato in Jugoslavia; da questo momento continuerà ad apparire quasi giornalmente!!!
Migliaia di fedeli giungono da tutta l'Europa.
È un tipico "miracolo" da cultura popolare ancor legata a ritmi rurali che, abilmente gestito dai francescani del posto, rafforza in maniera notevole, per quanto insondabile, il sentimento cattolico e la consapevolezza di sè del popolo croato, favorendo in tal guisa il manifestarsi di quello che era stato per dieci anni il tabù per eccellenza: la coscienza nazionale!
A nulla valgono i tentativi delle autorità di reprimere il fenomeno religioso e colpire, anche duramente, coloro che si fanno portavoce del rinato patriottismo.

MONTENEGRO - cap. Podgorica-Titograd

1981
-

MACEDONIA - cap. Skoplje

1981
arresti di attivisti nazionalisti;

a

1981
Presidente
Enver Hoxha
(1946 - 1982)
segretario del Partito del lavoro
Enver Hoxha
(1954 - 1985)
[dal 1980 ha interrotto ogni rapporto ufficiale cino-albanese.]
1981
-



1981
- Presidente
K. Karamanlis
(1980 - 1985)
[ND (Nuova democrazia)]
- Primo ministro
George Rallis
(1980 - 1981)
[ND (Nuova democrazia)]
Andreas Papandreu
(1981 - 1989)
[PASOK (Movimento socialista panellenico)]
[nel luglio 1974 è caduto il regime dei colonnelli]
1981
la Grecia entra ufficialmente a far parte della CEE;
alle elezioni il PASOK (Movimento socialista panellenico) di Andreas Papandreu conquista la maggioranza assoluta per cui si forma il primo governo socialista nella storia del paese;



1981

[indipendente dal 16 agosto 1960, dal 1975 l'isola è di fatto divisa in due formazioni nazionali distinte]

Stato turco federato di Cipro
(Nord, 30% del territorio)
- Presidente
Rauf Denktas
(1975 - ?)
1981
-

Repubblica di Cipro
(Sud, 70% del territorio)
- Presidente
Spyros Kyprianou
(1977 - 1988)
1981
-


1981
Repubblica di Turchia
(dopo il colpo di stato)
[già nella NATO dal 1952, dal 1955 il paese è nel "patto di Baghdad".]
- Presidente
gen. Kenan Evren
(1980 - 1989)
- Primo ministro
-
[dopo il colpo di stato del 1980 vige la legge marziale, continua l'arresto degli oppositori, messa al bando dei partiti politici.]
1981
-







1981
U.R.S.S.
(Unione delle repubbliche sovietiche: Russia, Ucraina, Bielorussia e Transcaucasia)
1° segretario
del Comitato centrale del PCUS
L. Breznev
(1964 ott - 1982)
[Il PCUS (Partito comunista dell'Unione Sovietica), partito unico, ha un ruolo dirigente.]
presidente
del Consiglio
dei Soviet
-
vicepresidente
-
capo del governo
Kossighin
(1964 ott - ?)
MVD, [ex NKVD]
[Ministero per gli affari interni]
Ministro
-
KGB
(Komitet Gosudarstvennoi Bezopasnosti – Comitato per la sicurezza dello stato)
Ministro
-
 
RUSSIA
(Repubblica Socialista Federativa Sovietica)
(capitale: Mosca)
Patriarca di Mosca
Pimen
(1971 - ?)
1981
-



Repubblica della Ceceno-Inguscezia

[ricostituita nel 1957 come repubblica autonoma all'interno della Repubblica Russa]

1981
-

BIELORUSSIA
(Repubblica Socialista Federativa Sovietica)
(Beloruskaja SSR - capitale: Minsk)

presidente della repubblica
-
1981
-
UCRAINA
(Repubblica Socialista Federativa Sovietica)
(capitale: Kijev)
presidente della repubblica
-
1981
-
TRANSCAUCASIA
(Repubblica Socialista Federativa Sovietica)
Azerbaigian
(Repubblica federativa - capitale: Baku)
presidente della repubblica
-
1981
-
- Nagorno-Karabah (provincia autonoma)
- Nahicevan (repubblica autonoma)
Repubblica Socialista Georgiana
(Repubblica federativa - capitale: Tbilisi)
presidente della repubblica
Noé Jordania
(1918 - ?)
1981
-
- Adzaristan (repubblica autonoma)
- Abhasia (repubblica autonoma)
- Ossezia Meridionale (provincia autonoma)
Repubblica autonoma di Armenia
(Repubblica socialista - capitale: Jerevan)
presidente della repubblica
-

1981
-

a


1981
Repubblica Socialista Sovietica
di Estonia
Presidente
?
(? - ?)
Primo Ministro
?
(? - ?)
1981
-
 
1981
Repubblica Socialista Sovietica
di Lettonia
Presidente
?
(? - ?)
Primo Ministro
?
(? - ?)
1981
-
 
1981
Repubblica Socialista Sovietica
di Lituania
Presidente
?
(? - ?)
Primo Ministro
?
(? - ?)
1981
-

1981
Repubblica Democratica Tedesca
(DDR)
– dal 13 agosto 1961 esiste il "muro di Berlino" –
[cadrà nel 1989]
[dal 1973 il paese è stato ammesso, come del resto la FDR, l'altra Germania, all'ONU]
- Presidente del consiglio di stato
E. Honecker
(1976 - 1989)
- Primo Ministro
W. Stoph
(1976 1° nov - 7 nov 1989)
- Segretario della SED
E. Honecker
(1971 - 1989)
[SED (Sozialistische Einheitspartei Deutschlands - Partito socialista unificato)]
1981
-

 

1981
Governo polacco
in esilio a Londra
Primo ministro
Kazimierz Sabbat
(1976 5 ago - 8 apr 1986)
 
 
1981
Presidente del Consiglio di Stato
H. Jablonski
(1972 - 1985)
Primo ministro
Józef Pinkowski
(1980 24 ago - 11 feb 1981)
gen. W. Jaruzelski
(1981 11 feb - 6 nov 1985)
Primo segretario del Poup
Stanislaw Kania
(1980 6 set - 18 ott 1981)
gen. W. Jaruzelski
(1981 18 ott - 29 lug 1989)
Poup (Partito operaio unificato polacco)
[PZPR (Polska Zjednoczona Partia Robotnicza)]
(1948 15 dic - 29 gen 1990)

1981
sono nati nel frattempo numerosi sindacati liberi;


Agosto
31
, con la firma degli "accordi di Danzica" nasce il sindacato "Solidarnosc", guidato da Lech Walesa; è il primo sindacato indipendente in un paese della cortina di ferro;

Settembre
con l'appoggio politico del Vaticano e di Giovanni Paolo II, e grazie agli aiuti economici che arrivano attraverso l'Entità, "Solidarnosc" comincia ad estendersi in tutta la Polonia;
E. Gierek perde il potere e viene sostituito da Stanislaw Kania (?-?);

Ottobre
29
, si riunisce, in una sessione straordinaria, il Politbjuro, a cui partecipano Yuri Andropov, capo del KGB, Gorbacev, Kirilenko, Cernenko, Rusakov e gli altri membri per parlare della situazione in Polonia;
Andrej Gromiko, il ministro degli Esteri, precisa che l'Unione Sovietica, dopo aver perso seicentomila soldati per liberare la Polonia dal giogo nazista, non può permettere una controrivoluzione; nessuno tuttavia vuole vedere ripetersi l'esperienza ungherese del 1956 o la "primavera di Praga";
31, il col. Ryszard Kuklinski [Gull], aiutante del gen. Wojcieh Jaruzelski nonché spia dell'Entità, trasmette al papa e al suo segretario di Stato tutti i documenti giunti da Mosca a Varsavia;

Dicembre
13
, domenica, una maxiretata di cinquemila persone, da parte dei militari su ordine del gen. W. Jaruzelski, spegne la prima fiammata di Solidarnosc;

 


1981
Governo polacco
in esilio a Londra
Presidente
Edward Raczynski
(1979 8 apr - 8 apr 1986)
Primo ministro
Kazimierz Sabbat
(1976 5 ago - 8 apr 1986)
 
1981
- Presidente
Henryk Jablonski
(1972 - 1985)
- Primo ministro
Stanislaw Kania
(1980 - ?)
gen. W. Jaruzelski
(1981 18 ott - 29 lug 1989)
- Segretario del Poup
Stanislaw Kania
(1980 - ?)
gen. W. Jaruzelski
(1981 18 ott - 29 lug 1989)
Poup (Partito operaio unificato polacco)
1981
Gennaio
Il gen. W. Jaruzelski, temendo che l'Armata Rossa possa entrare a Varsavia, chiede al cardinale Wyszynski di aiutarlo a convincere L. Walesa, guida di "Solidarnosc", a sospendere lo sciopero generale; il ricatto "emotivo" funziona e L. Walesa ordina la fine dello sciopero permettendo al generale polacco di comunicare a Mosca che la situazione è sotto controllo;

Febbraio
9
, dopo un colpo di stato e le dimissioni di Jozef Pinkowski, il gen. W. Jaruzelski è nominato primo ministro nonché primo segretario del Poup (Partito operaio unificato polacco);

Novembre
4
, il gen. W. Jaruzelski propone a L. Walesa e al cardinale primate di Polonia, Jozef Glemp, la creazione del "Fronte d'accordo nazionale" che dovrebbe negoziare per mettere fine al caos che regna nel paese; L. Walesa rifiuta, ritenendo che l'unico scopo del generale sia quello di ridurre il peso di "Solidarnosc", circondandolo di numerosi sindacati ufficiali;

Dicembre
12
, di fronte all'intensificarsi degli scioperi il gen. W. Jaruzelski  dichiara il paese in "stato di guerra" e instaura la legge marziale, ordinando l'immediato arresto di numerosi esponenti sindacali tra cui L. Walesa, guida di "Solidarnosc";

1981
REPUBBLICA di CECOSLOVACCHIA
[Praga, nel Gennaio 1979 viene pubblicato il manifesto del dissenso cecoslovacco «Charta 77», a favore dei diritti civili.]
Presidente della repubblica
Gustav Husák
(1975 - ?)
Primo ministro
Lubomir Štrougal
(1970 - 1988)
- Primo segretario del Pcc (Partito comunista cecoslovacco)
Gustav Husák
(1968 - 1987)
- l'ordinamento regionale è stato soppresso -
 
1981
-



1981
[La costituzione adottata nel 1949 viene modificata nel 1972.]
Presidente della repubblica
?
(? - ?)
Primo Ministro
György Lázár
(1975 - ?)
Primo segretario dell'UASP (Partito socialista del lavoro ungherese) il nuovo Partito comunista.
János Kádár
(1957 - 1988)
 
1981
economicamente l'Ungheria è il paese più solido del blocco orientale;



1981
- Presidente della repubblica
N. Ceausescu
(1974 - 1989)
- Segretario del Pcr
N. Ceausescu
(1965 - 1989)
Pcr (Partito comunista rumeno)
1981
-


1981
REPUBBLICA POPOLARE di BULGARIA
(30 dicembre 1947)
[Nel 1971 viene adottata una nuova costituzione di tipo socialista che tiene conto delle trasformazioni economiche e sociali verificatesi dalla fine della guerra.]
Presidente del consiglio di stato
Todor Christov Zivkov
(1971 - 1989)
segretario generale del Partito comunista bulgaro
Todor Christov Zivkov
(1954 - 1989)
1981
- 






1981
Costituzione del 1958
 
V REPUBBLICA
Presidente della Repubblica
V. Giscard d'Estaing
(1974 24 mag - 21 mag 1981)
F.-M. Mitterand
(1981 21 mag - 17 mag 1995)
Presidente del Senato
Alain Poher (UCDP - UC)
(1968 3 ott - 2 ott 1992)
Presidente dell'Assemblea Nazionale
Edgar Faure o E. Sanday
(1973 - 1978)
Presidente del Congresso
(Senato+Camera)

 
[Governo sostenuto da:
]
[Governo sostenuto da una coalizione di sinistra:
- PS (Partito Socialista),
- MRG (Movimento dei Radicali di Sinistra),
- PCF (Partito Comunista Francese),
- MD (Movimento dei Democratici).]
Primo ministro
R. Barre
III
(1978 31 mar - 13 mag 1981)
Pierre Mauroy
I
* (22 mag - 23 giu)
Pierre Mauroy
II
(23 giu - 23 mar 1983)
Segretari
Jacques Dominati (FNRI) - (UDF-PR)
(1977 29 mar - 13 mag 1981)
 
Jacques Limouzy (RPR)
(1978 31 mar - 13 mag 1981)
[Rapporti con il Parlamento]
 
Pierre Aigrain
(1978 31 mar - 13 mag 1981)
[Ricerca]
 
Michel Debatisse
(1979 22 ott - 13 mag 1981)
[Industrie agricole e alimentari]
 
Jean-François Deniau (UDF-PR)
(1980 2 ott - 4 mar 1981)
[Riforme amministrative]
Raymond Barre
(4 mar - 13 mag)
 
Jacques Legendre
(1980 2 ott - 13 mag 1981)
[Formazione professionale]
 
Ministri di Stato
[nessuno]
-
Ministri delegati
Famiglia e Condizione femminile

Monique Pelletier (UDF-PR)
(1980 18 feb - 4 mar 1981)
Alice Saunier-Seité
(4 mar - 13 mag)
-
Norbert Ségard
(1980 5 nov - † 1° feb 1981)
 
Ministri
Interni
Christian Bonnet (FNRI) - (UDF-PR)
(1977 29 mar - 13 mag 1981)
Gaston Defferre (PS)
(22 mag - 19 lug 1984
Segretari
Paul Dijoud (UDF-PR)
(1978 31 mar - 13 mag 1981)
[Dipartimenti e territori d'oltre mare]
 
Affari Esteri
Jean François-Poncet
(1978 29 nov - 13 mag 1981)
Claude Cheysson
(22 mag - 7 dic 1984)
Segretari
Olivier Stirn (UDF-RAD)
(1978 31 mar - 13 mag 1981)
 
Pierre Bernard-Reymond (UDF-CDS)
(1978 11 set - 13 mag 1981)
 
Agricoltura
Pierre Méhaignerie (CDS) - (UDF-CDS)
(1977 29 mar - 13 mag 1981)
 
Segretari
Jacques Fouchier (CNIP)
(1978 31 mar - 13 mag 1981)
 
Giustizia
Alain Peyrefitte (RPR)
(1977 29 mar - 13 mag 1981)
Maurice Faure
(22 mag - 23 giu)
Robert Badinter
(23 giu - 19 feb 1986)
[Presenta la legge sull'abolizione della pena dii morte in Francia.]
Segretari
Jean-Paul Mourot
(1978 11 set - 13 mag 1981)
 
Educazione nazionale
Christian Beullac
(1978 31 mar - 13 mag 1981)
 
Segretari
 
Industria
André Giraud (UDF-PR)
(1978 31 mar - 13 mag 1981)
 
Segretari
Jean-Pierre Prouteau (UDF-RAD)
(1978 31 mar - 13 mag 1981)
[Piccola e media industria]
 
Lavoro e Partecipazione
Jean Mattéoli (FT)
(1979 31 ott - 13 mag 1981)
 
Segretari
Jacques Legendre (UDF-PR)
(1978 31 mar - 13 mag 1981)
[Formazione professionale]
 
Lionel Stoléru (UDF-RAD)
(1978 31 mar - 13 mag 1981)
[Lavoratori manuali e Immigrati]
 
Nicole Pasquier (FNRI)
(1978 10 gen - 13 mag 1981)
[Impiego femminile]
 
Sanità e Sicurezza sociale
Jacques Barrot (UDF-CDS)
(1979 4 lug - 13 mag 1981)
 
Segretari
Rémy Montagne
(1980 2 ott - 13 mag 1981)
Jean Farge
(1979 4 lug - 12 mag 1981, dim.)
   
Difesa
Robert Galley
(1980 14 dic - 13 mag 1981)
 
Cooperazione
Robert Galley (UDR) - (RPR)
(1976 27 ago - 13 mag 1981)
 
Commercio estero
Michel Cointat
(1980 2 ott - 13 mag 1981)
Cultura e Comunicazione
Jean-Philippe Lecat
(1978 31 mar - 4 mar 1981)
Michel d'Ornano
(4 mar - 13 mag)
 
Università
Alice Saunier-Seïté (UDR) - (UDF-PR)
(1978 10 gen - 13 mag 1981)
 
Economia e Finanze
René Monory (UDF-CDS)
(1978 31 mar - 13 mag 1981)
Jacques Delors (PS)
(22 mag - 23 giu)
Jacques Delors
(PS)
(23 giu - 23 mar 1983)
Budget
Maurice Papon (RPR)
(1978 31 mar - 13 mag 1981)
 
Environnement et du Cadre de vie
Michel d'Ornano (UDF-PR)
(1978 31 mar - 13 mag 1981)
 
Segretari
François Delmas (UDF-PR)
(1978 31 mar - 13 mag 1981)
[Environnement]
 
Trasporti
Daniel Hoeffel (UDF-CDS)
(1980 2 ott - 13 mag 1981)
Commercio e Artigianato
Maurice Charretier
(1979 4 lug - 13 mag 1981)
 
Jeunesse, des Sports et des Loisirs
Jean-Pierre Soisson (UDF-PR)
(1978 31 mar - 13 mag 1981)
 
Segretari

Veterani combattenti

Maurice Plantier (RPR)
(1978 31 mar - 13 mag 1981)
 
Poste e Telecomunicazioni, e Telediffusionei

Pierre Ribes
(1980 5 nov - 13 mag 1981)
-
* [22 mag 1981 - 10mag 1988] Periodo qualificato di "Prima coabitazione", terminandosi con la rielezione del presidente uscente.

1981
Marzo
4
, altro rimpasto di governo;

 

le elezioni presidenziali sono vinte dal candidato socialista F.-M. Mitterand che supera il presidente uscente V. Giscard d'Estaing, candidato dell'UDF (Union pour la démocratie française); l'incarico di formare il nuovo governo è affidato al socialista Pierre Mauroy;

Maggio
14
, in seguito alla vittoria di F.-M. Mitterand alle elezioni presidenziali, si dimette il (III "governo Barre");

Giugno
le elezioni legislative confermano la vittoria delle sinistre;

[problemi di ordine pubblico nascono dall'indipendentismo corso e, oltre manica, della Nuova Caledonia, oltre che dal terrorismo basco e islamico]


 

 



Governo Barre I, in carica dal 17 agosto 1976 al 29 marzo 1977;
Governo Barre II, in carica dal 29 marzo 1977 al 31 marzo 1978;
Governo Barre III, in carica dal 31 marzo 1978 al 13 maggio 1981.


 


Suppression de poste du 1er février 1981
Ministre délégué auprès du Premier ministre (à la suite du décès de Norbert Ségard)

Remaniement du 4 mars 1981
Ministre de la Culture et de la Communication : Michel d'Ornano (à la suite de la démission de Jean-Philippe Lecat)
Ministre délégué auprès du Premier ministre, chargé de la Condition féminine : Alice Saunier-Seité (à la suite de la démission de Monique Pelletier)
Ministre délégué auprès du Premier ministre, chargé des Réformes administratives : Raymond Barre (à la suite de la démission du poste de Jean-François Deniau)

Remaniement du 12 mai 1981
Démission de Jean Farge et suppression du poste de Secrétaire d’État auprès du ministre de la Santé et de la Sécurité sociale
Démission
La démission de ce Gouvernement est publiée au JO du 14 mai 1981, à la suite de la victoire de François Mitterrand à l'élection présidentielle de la même année. Le successeur de Raymond Barre, Pierre Mauroy forme alors le Gouvernement Pierre Mauroy 1.

Féminisation du gouvernement
Le gouvernement compte quatre femmes ministres : Simone Veil, ministre de la Santé, Alice Saunier-Seité, ministre aux Universités puis ministre déléguée à la Famille, Nicole Pasquier, secrétaire d’État à l'Emploi féminin et Monique Pelletier, secrétaire d’État auprès du ministre de la Justice puis ministre déléguée chargée de la Famille et de la Condition féminine).

Liens externes
« Présidents de la République et Gouvernements sous la Ve République », sur www.assemblee-nationale.fr

Il primo governo Mauroy è stato il sedicesimo governo francese durante la Quinta Repubblica, in carica dal 22 maggio 1981 al 23 giugno 1981, durante la settima legislatura dell'Assemblée Nationale.
La coalizioni di sinistra che appoggiava il governo, era così rappresentata nell'esecutivo:
Partito Socialista (PS): 26 ministri, 12 segretari di Stato
Movimento dei Radicali di Sinistra (MRG): 2 ministri, un segretario di Stato
Partito Comunista Francese (PCF): un ministro
Movimento dei Democratici (MD): un ministro
Indice [nascondi]
1 Composizione
1.1 Primo ministro
1.2 Ministri di Stato
1.3 Ministri
1.4 Ministri delegati
1.5 Segretari di Stato

Composizione
Primo ministro
Nome Partito
Pierre Mauroy Partito Socialista
Ministri di Stato
Ministero Nome Partito
Commercio estero Michel Jobert MD
Interni e decentralizzazione Gaston Defferre PS
Pianificazione territoriale Michel Rocard PS
Solidarietà nazionale Nicole Questiaux PS
Ricerca e tecnologia Jean-Pierre Chevènement PS

Ministri
Ministero Nome Partito
Relazioni estere Claude Cheysson PS
Giustizia, Guardasigilli Maurice Faure MRG
Difesa Charles Hernu PS
Economia e finanze Jacques Delors PS
Educazione nazionale Alain Savary PS
Agricoltura Édith Cresson PS
Industria Pierre Joxe PS
Commercio ed artigianato André Delelis PS
Lavoro Jean Auroux PS
Sanità Edmond Hervé PS
Trasporti Louis Mermaz PS
Tempo libero André Henry PS
Cultura Jack Lang PS
Comunicazione Georges Fillioud PS
Mare Louis Le Pensec PS
Alloggi Roger Quilliot PS
Ambiente Michel Crépeau MRG
Mare Louis Le Pensec PS
Veterani Jean Laurain PS
Poste e telecomunicazioni Louis Mexandeau PCF

Ministri delegati
Ministero Nome Partito
Diritti delle donne Yvette Roudy PS
Rapporti con il Parlamento André Labarrère PS
Affari europei André Chandernagor PS
Cooperazione e sviluppo Jean-Pierre Cot PS
Gioventù e sport Edwige Avice PS
Budget Laurent Fabius PS

Segretari di Stato
Ministero Delega Nome Partito
Primo ministro Jean Le Garrec PS
Primo ministro Rimpatriati Raymond Courrière PS
Primo ministro Funzione pubblica e riforme Catherine Lalumière PS
Interni e decentralizzazione Dipartimenti e territori d'oltremare Henri Emmanuelli PS
Solidarietà nazionale Sicurezza sociale François Autain PS
Solidarietà nazionale Anziani Joseph Franceschi PS
Solidarietà nazionale Famiglia Georgina Dufoix PS
Educazione nazionale Formazione professionale Marcel Debarge PS
Agricoltura André Cellard PS
Industria Energia Georges Lemoine PS
Ambiente Alain Bombard PS
Tempo libero Turismo François Abadie MRG

Il secondo governo Mauroy è stato il diciassettesimo governo francese durante la Quinta Repubblica. Il governo Mauroy è stato in carica dal 23 giugno 1981 al 23 marzo 1983, durante la settima legislatura dell'Assemblée Nationale.
La coalizioni di sinistra che appoggiava il governo, era così rappresentata nell'esecutivo:
Partito Socialista (PS): 23 ministri, 18 segretari di stato
Partito Comunista Francese (PCF): 3 ministri
Movimento dei Radicali di Sinistra (MRG): un ministro, un segretario di Stato
Movimento dei Democratici (MD): un ministro
Indice [nascondi]
1 Composizione
1.1 Primo ministro
1.2 Ministri di Stato
1.3 Ministri
1.4 Ministri delegati
1.5 Segretari di Stato

Composizione
Primo ministro
Nome Partito
Pierre Mauroy Partito Socialista
Ministri di Stato
Ministero Nome Partito
Commercio estero Michel Jobert MD
Interni e decentralizzazione Gaston Defferre PS
Pianificazione territoriale Michel Rocard PS
Trasporti Charles Fiterman PCF
Ricerca e tecnologia Jean-Pierre Chevènement PS
Ministri
Ministero Nome Partito
Relazioni estere Claude Cheysson PS
Giustizia, Guardasigilli Robert Badinter PS
Solidarietà nazionale Nicole Questiaux fino al 29 giugno 1982 PS
Pierre Bérégovoy dal 29 giugno 1982 PS
Economia e finanze Jacques Delors PS
Educazione nazionale Alain Savary PS
Agricoltura Édith Cresson PS
Industria Pierre Dreyfus fino al 29 giugno 1982 PS
Cultura Jack Lang PS
Lavoro Jean Auroux PS
Sanità Jack Ralite PCF
Commercio ed artigianato Edmond Hervé PS
Tempo libero André Henry PS
Urbanizzazione e alloggi Roger Quilliot PS
Ambiente Michel Crépeau MRG
Mare Louis Le Pensec PS
Comunicazione Georges Fillioud PS
Poste e Telecomunicazioni Louis Mexandeau PS
Veterani Jean Laurain PS
Consumatori Catherine Lalumière PS
Formazione professionale Marcel Rigout PCF
Ministri delegati
Ministero Nome Partito
Diritti delle donne Yvette Roudy PS
Affari europei André Chandernagor PS
Rapporti con il Parlamento André Labarrère PS
Funzione pubblica e riforme Anicet Le Pors PCF
Budget Laurent Fabius PS
Energia Edmond Hervé PS
Gioventù e sport Edwige Avice PS
Impiego Jean Le Garrec PS
Cooperazione e sviluppo Jean-Pierre Cot fino all'8 dicembre 1982 PS
Christian Nucci dall'8 dicembre 1982 PS
Segretari di Stato
Ministero Delega Nome Partito
Primo ministro Estensione del settore pubblico Jean Le Garrec fino al 29 giugno 1982 PS
Primo ministro Rimpatriati Raymond Courrière PS
Interni Dipartimenti e territori d'oltremare Henri Emmanuelli PS
Interni e decentralizzazione Sicurezza pubblica Joseph Franceschi dal 17 agosto 1982 PS
Solidarietà nazionale Famiglia e degli anziani dal 17 agosto all'8 dicembre 1982 Georgina Dufoix PS
Solidarietà nazionale Anziani Joseph Franceschi fino al 17 agosto 1982 PS
Economia, Finanze e Budget Consumatori Catherine Lalumière PS
Interni e decentralizzazione Dipartimenti e territori d'oltre mare Georges Lemoine PS
Solidarietà nazionale Anziani Daniel Benoîst dall'8 dicembre 1982 PS
Solidarietà nazionale Immigrati François Autain PS
Tempo libero Turismo François Abadie MRG
Agricoltura André Cellard PS
Difesa Georges Lemoine PS

 







1981
Elisabetta II
Albero genealogico
(n. 1926)
figlia di Giorgio VI e di Elisabeth Bowes-Lyon [Queen Mum];
1947-52, duchessa di Edimburgo;
1953 (2 giugno) regina di Gran Bretagna e d'Irlanda del Nord, capo del Commonwealth;
Primo ministro,
Primo lord del Tesoro
[Prime Minister, First Lord of the Treasury]
M. Thatcher
conservatore
(1979 4 mag - 28 nov 1990)
Cancelliere dello Scacchiere
[Chancellor
of the Exchequer
]
sir Geoffrey Howe
(1979 5 mag - 11 giu 1983)
Segretari di Stato
 
Affari Esteri e Commonwealth
 
Difesa
Affari Interni
 
Giustizia    
Colonie
 
Affari economici
Carburanti
ed Energia
 
Commercio estero
 
Sanità
 
Edilizia
 
[dal novembre del 1974 l'IRA è fuori legge nell'Irlanda del Nord, nella Repubblica d'Irlanda e in Gran Bretagna]

1981
-

Immigrati concentrati a Londra
Paese d'origine
Popolazione
- Caraibi e Africa
5%
- India e Pakistan
4%
- altroce (Portogallo, Italia, Hong Kong, Cipro)
6%
 
[Censimento 1981]
 

 

1981
Maggio
5
, Belfast, carcere di Maze, blocco H4: al secondo sciopero della fame [seguito a quello nel 1980 e ad altre contestazioni], dopo 66 giorni senza cibo, muore di fame il rivoluzionario cattolico Bobby Sands, 26 anni, condannato a 14 anni di carcere, un terzo di vita spesa in galera;
è il primo dei dieci militanti dell'Ira che hanno fatto lo sciopero della fame… e che fanno la stessa fine;
[solo Lawrence Mc Keown viene salvato in extremis dalla madre.]

1981
in occasione delle elezioni anticipate, il Fianna Fáil perde la maggioranza, e il leader del Fine Gael Garrett Fitz-Gerald forma un governo di coalizione con i laburisti;

a





1981
- Presidente
gen. Antonio dos Santos Ramalho Eanes
(1975 apr - 1985)
[PRD (Partito rinnovatore democratico)]
- Presidente del consiglio
Francisco Pinto Balsemão
(1980 - 1983)
[PSD (Partito socialdemocratico)]
 

1981
-



1981
don Juan Carlos
Albero genealogico

(Roma 1938)
figlio di don Juan di Borbone e di Maria Mercedes di Borbone-Napoli;
1969, viene designato dal dittatore F. Franco Bahamonde [el Caudillo] a succedergli "a titolo di re";
- re di Spagna;
[da Novembre 1975]

 
 
I Legislatura
Primo ministro
Adolfo Suárez González
III
(1979 1° mar - 25 feb)
[UCD (Unión de Centro Democrático)]
Leopoldo Calvo Sotelo
(25 feb - 2 dic 1982)
[UCD]
Marina
   
Interno
   
Affari Esteri
   
Casa
   
Finanze
   
Lavori pubblici
   
Industria
   
Commercio
   
Educazione
   
Lavoro
   
Informazioni
   
 

1981
un gruppo di militari guidati dal tenente colonnello Antonio Tejero occupa le cortes prendendo in ostaggio i parlamentari, mentre il comandante militare di Valencia Jaime Milans del Bosch dichiara lo stato d'emergenza e occupa militarmente la città;
l'intervento del re presso gli alti comandi dell'esercito sventa il tentato colpo di stato;
le divisioni interne all' UCD (Unión de Centro Democrático ) portano alla sostituzione del primo ministro con Leopoldo Calvo Sotelo;





1981
Repubblica Italiana
Presidente
della Repubblica
Alessandro [Sandro] Pertini (Psi)
(1978 9 lug - 29 giu 1985)
VIII Legislatura 1979 20 giu - 11 lug 1983
Presidente
della Camera
L. Jotti (Pci)
(1979 20 giu - 22 apr 1992)
Presidente
del Senato
A. Fanfani (Dc) 
(1976 5 lug - 1° dic 1982)
Presidente
del Consiglio
A. Forlani (Dc) G. Spadolini (Pri) I
(1980 18 - 28 giu 1981) (1981 28 giu - 23 ago 1982)
Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio
L. Radi (Dc)
(1980 18 - 28 giu 1981)
F. Compagna (Pri)
(1981 28 giu - † 24 lug 1982)
[segretario]
  Francesco Quattrone (Dc)
(1981 28 giu - 1° dic 1982)
[Funzione pubblica]
  Giacinto Urso (Dc)
(1981 28 giu - 1° dic 1982)
[Interventi nel Mezzogiorno)
Interno
V. Rognoni (Dc)
(1978 13 giu - 4 ago 1983)
Sottosegretari Marino Corder (Dc)
(1980 14 gen - 1º ago 1986)
Angelo Maria Sanza (Dc)
(1980 4 apr - 4 ago 1983)
Giuseppe Di Vagno (Psi)
(1980 4 apr - 18 ott 1981)
Francesco Spinelli (Psi)
(1981 28 giu - 4 ago 1983)
Affari Esteri 
E. Colombo (Dc)
(1980 4 apr - 4 ago 1983)
Sottosegretari Costantino Bellusci
(1980 18 ott - 28 giu 1981)
R. Costa (Pli)
(1981 28 giu - 4 ago 1983)
A. Gunnella (Pri)
(1980 4 apr 80 - 28 giu 1981)
Bruno Corti (Psdi)
(1981 28 giu - 17 apr 1987)
Libero Della Briotta (Psi)
(1980 4 apr - 28 giu 1981)
Marino Fioret (Dc)
(1981 28 giu - 17 apr 1987)
Edoardo Speranza
(1980 18 ott - 28 giu 1981)
Roberto Palleschi (Psi)
(1981 28 giu - 4 ago 1983)
Difesa
L. Lagorio (Psi)
(1980 4 apr - 4 ago 1983)
Sottosegretari Pasquale Bandiera
(4 apr - 28 giu 1981)
Bartolomeo Ciccardini (Dc)
(1981 28 giu - 1º ago 1986)
Amerigo Petrucci
(1976 lug - 1° dic 1982)
Martino Scovacricchi (Psdi)
(1980 18 ott - 4 ago 1983)
Marina mercantile
F. Compagna (Pri)
(1980 18 ott - 28 giu 1981)
C.A. Mannino
(1981 28 giu - apr 1983)
Sottosegretari Giovanni Nonne (Ppsi)
(1980 4 apr - 4 ago 1983)
Giuseppe Caroli
(1980 18 ott - 28 giu 1981)
Francesco Patriarca (Dc)
(1981 28 giu - 4 ago 1983)
Tesoro
B. Andreatta (Dc)
(1980 18 ott - 1° dic 1982)
Sottosegretari Carlo Fracanzani (Dc)
(1980 4 apr - 28 lug 1987)
Angelo Tiraboschi (Psi)
(1980 4 apr - 4 ago 1983)
Claudio Venanzetti (Pri)
(1980 4 apr - 1° dic 1982)
Giuseppe Pisanu
(1980 18 ott - 4 ago 1983)
Eugenio Tarabini
(1980 18 ott - 1° dic 1982)
Finanze
F. Reviglio (Indip., Psi)
(1979 4 ago - mag 1981)
R. Formica (Psi)
(1981 28 giu - 1° dic 1982)
G. Amadei (Psdi)
(1980 18 ott - 1° dic 1982)
Sottosegretari Francesco Colucci (Psi)
(1979 4 ago - 1° dic 1982)
Mario Gargano
(1980 18 ott - 28 giu 1981)
Paolo Enrico Moro (Dc)
(1981 28 giu - 4 ago 1983)
  Rodolfo Tambroni Armaroli (Dc)
(1981 28 giu - 1° dic 1982)
Bilancio e Programmazione Economica
G. La Malfa (Pri)
(1980 4 apr - 1° dic 1982)
Sottosegretari L.G. Abis (Dc)
(1978 11 mar - 28 giu 1981)
Giovanni Goria (Dc)
(1981 28 giu - 3 giu 1982)
Partecipazioni statali
G. De Michelis (Psi)
(1980 4 apr - 4 ago 1983)
Sottosegretari Giuseppe Antonio Dal Maso (Dc)
(1979 4 ago - 28 giu 1981)
Silvestro Ferrari (Pli)
(1981 28 giu - 4 ago 1983)
Giuseppe Tocco (Psi)
(1980 4 apr - 28 giu 1981)
Delio Giacometti (Dc)
(1981 28 giu - 1º ago 1986)
Commercio estero
E. Manca (Psi)
(1980 4 apr - 28 giu 1981)
N. Capria (Psi)
(1981 28 giu - 1º ago 1986)
Sottosegretari Baldassarre Armato
(1980 18 ott - 1° dic 1982)
Roberto Palleschi (Psi)
(1980 4 apr - 28 giu 1981)
Enrico Rizzi (Psdi)
(1981 28 giu - 1° dic 1982)
Agricoltura e foreste
G. Bartolomei (Dc)
(1980 18 ott - 1° dic 1982)
Sottosegretari F. Fabbri (Psi)
(1980 4 apr - 1° dic 1982)
Mario Campagnoli (Dc)
(1980 18 ott - 4 ago 1983)
Anselmo Martoni
(1980 18 ott - 28 giu 1981)
 
Industria, Commercio e Artigianato
F.M Pandolfi (Dc)
(1980 20 dic - 28 giu 1981)
Giovanni Marcora (Dc)
(1981 28 giu - 1° dic 1982)
Sottosegretari Maria Magnani Noya (Psi)
(4 apr - 28 giu 1981)
Giovanni Angelo Fontana (Dc)
(1981 28 giu - 1° dic 1982)
Bruno Corti (Psdi)
(1980 18 ott - 28 giu 1981)
Enrico Novellini (Psi)
(1981 28 giu - 4 ago 1983)
Francesco Rebecchini
(1980 18 ott - 4 ago 1983)
Lavori Pubblici
F. Nicolazzi (Psdi)
(1980 18 ott - 17 apr 1987)
Sottosegretari G. Santuz (Dc)
(1980 18 ott - 1° dic 1982)
Francesco Fossa (Psi)
(1980 4 apr - 28 giu 1981)
Mario Casalinuovo (Psi)
(1981 28 giu - 1° dic 1982)
Trasporti
Rino Formica (Psi)
(1980 4 apr - 28 giu 1981)
V. Balzamo (Psi)
(1981 28 giu - 1° dic 1982)
Sottosegretari Antonio Caldoro (Psi)
(1980 4 apr - 1° dic 1982)
Giosi Roccamente
(1980 18 ott - 28 giu 1981)
Dino Riva (Psdi)
(1981 28 giu - 1° dic 1982)
Elio Tiriolo
(1980 18 ott - 1° dic 1982)
Lavoro e Previdenza sociale
F. Foschi (Dc)
(1980 4 apr - 28 giu 1981)
M. Di Giesi (Psdi)
(1981 28 giu - 1° dic 1982)
Sottosegretari Angelo Castelli
(1980 18 ott - 28 giu 1981)
Mario Costa (Dc)
(1981 28 giu - 4 ago 1983)
Giuseppe Miroglio
(1980 18 ott - 28 giu 1981)
Angelo Gaetano Cresco (Psi)
(1981 28 giu - 4 ago 1983)
Sisinio Zito (Psi)
(1980 4 apr - 28 giu 1981)
Mario Gargano (Dc)
(1981 28 giu - 1° dic 1982)
  Piergiovanni Malvestio (Dc)
(1981 28 giu - 1° dic 1982)
Grazia e Giustizia
A. Sarti (Dc)
(1980 18 ott - 23 mag 1981), dim.)
C. Darida (Dc)
(1981 23 mag - 4 ago 1983)
Sottosegretari Domenico Raffaello Lombardi (Dc)
(1980 4 apr - 1° dic 1982)
Giuseppe Gargani (Dc)
(1979 4 ago - 4 ago 1983)
Altiero Spinelli (Indip., S.I.)
(4 apr - 28 giu 1981)
Gaetano Scamarcio (Psi)
(1981 28 giu - 4 ago 1983)
Pubblica Istruzione
G. Bodrato (Dc)
(1980 18 ott - 1° dic 1982)
Sottosegretari Giacomo Samuele Mazzoli
(1980 18 ott - 28 giu 1981)
Giuseppe Fassino (Pli)
(1981 28 giu - 17 apr 1987)
F. Falcucci (Dc)
(1976 lug - 1° dic 1982)
Antonino Drago
(1979 20 mar - 1° dic 1982)
Claudio Lenoci (Psi)
(1980 4 apr - 28 giu 1981)
Sisinio Zito (Psi)
(1981 28 giu - 1° dic 1982)
Poste e Telecomunicazioni
M. Di Giesi (Psdi)
(1980 18 ott - 28 giu 1981)
R. Gaspari (Dc)
(1981 28 giu - 4 ago 1983)
Sottosegretari Giorgio Bogi (Pri)
(1980 4 apr - 1° dic 1982)
Pino Leccisi (Dc)
(1980 4 apr - 1° dic 1982)
Gaspare Saladino (Psi)
(1980 4 apr - 1° dic 1982)
Sanità
A. Aniasi (Psi)
(1980 4 apr - apr 1983)
R. Altissimo
(Pli)
(1981 28 giu - 4 ago 1983)
Sottosegretari Bruno Orsini (Dc)
(1979 4 ago - 1° dic 1982)
  Maria Magnani Noya (Psi)
(1981 28 giu - 1° dic 1982)
Turismo e Spettacolo
N. Signorello (Dc)
(1980 18 ott - 4 ago 1983)
Sottosegretari Enrico Quaranta (Psi)
(1980 4 apr - 1° dic 1982)
Beni Culturali
O. Biasini (Pri)
(1980 4 apr - 28 giu 1981)
V. Scotti (Dc)
(1981 28 giu - 1° dic 1982)
Sottosegretari Rolando Picchioni (Dc)
(1979 4 ago - 28 giu 1981)
Pietro Mezzapesa (Dc)
(1981 28 giu - 1° dic 1982)
Ministri senza portafoglio
Interventi straordinari per il Mezzogiorno
N. Capria (Psi)
(1980 4 apr - 28 giu 1981)
C. Signorile (Psi)
(1981 28 giu - 4 ago 1983)
Affari Regionali
Roberto Mazzotta
(1980 18 ott - nov 1982)?
Aldo Aniasi (Psi)
(1981 28 giu - 1° dic 1982)
Funzione pubblica
C. Darida (Dc)
(1980 ott - 28 giu 1981)
D. Schietroma (Psdi)
(1981 28 giu - 4 ago 1983)
Rapporti Governo Parlamento
A. Gava (Dc)
(1980 18 ott - 28 giu 1981)
L. Radi (Dc)
(1981 28 giu - 1° dic 1982)
Coordinamento iniziative per la Ricerca scientifica e tecnologica
P.L. Romita (Psdi)
(1980 18 ott - apr 1983)?
Giancarlo Tesini (Dc)
(1981 28 giu - 1° dic 1982)
Coordinamento delle politiche comunitarie
Vincenzo Scotti (Dc)
(1980 4 apr - 28 giu 1981)
L.G. Abis (Dc)
(1981 28 giu - 1° dic 1982)
Consiglio dei Ministri
[Con funzione di alto commissario presso il Ministero dell'Interno per la predisposizione degli strumenti amministrativi e normativi necessari ad attuare il coordinamento dei servizi concernenti la Protezione civile.]
 
Coordinamento della protezione civile

G. Zamberletti (Dc)
(1981 28 giu - 1° dic 1982)
 

Repubblica Italiana

1981
Gennaio 

[Dalla scissione, nei primi anni Ottanta, all'interno delle Br sono sorte:
- Br-Pcc (Partito comunista combattente), favorevoli all'attuazione di un «programma di guerra di lunga durata attraverso rigidi criteri di clandestinità e compartimentazione»,
- Ucc (Unione dei comunisti combattenti), più interessate a infiltrarsi nei movimenti di massa «per portare all'esasperazione i conflitti sociali».]
10, Verona, raid squadristico contro la casa editrice Bertani. Diversi i feriti.
24, Bressanone (Bolzano), al termine del convegno della Svp (Südtiroler Volkpartei), due bombe esplodono lungo i binari della ferrovia che collega l'Alto Adige con il Brennero.

Febbraio
2
, Trieste, neofascisti aderenti alla "Squadra Adolfo Hitler" sottraggono la mazza della morte conservata alla Risiera di San Sabba.
5, Padova, il brigadiere Luigi Maronese e il neoappuntato Enea Codotto vengono ammazzati dai neofascsiti dei Nuclei armati rivoluzionari sul lungargine del canale Scaricatore. Prima di morire uno dei militi riesce a ferire il terrorista Fioravanti, che viene così catturato.
13, Bolzano, un ordigno esplode lungo la ferrovia Bolzano_Merano.
14, Appiano (Bolzano), attentato esplosivo nel cimitero.
Terlano (Bolzano), esplosione nel tratto Settequerce-Terlano della linea ferroviaria.
17, Venezia, scontri tra autonomi e confederali alla manifestazione indetta da Cgil, Cisl e Uil con Luciano Lama.
23, Fiera di Primiero (Trento), un giovane armato e travisato si presenta nella sede di una radio privata e consegna un documento inneggiante alla rivolta armata. Fugge dopo aver scritto sui muri la siglia Edp (Esercito del popolo).
24, Trieste, un ordigno esplode contro la Prefettura. Lo rivendica Avanguardia nazionale.

Marzo
17
, Padova, appartenenti al sedicente Gruppo di proletari penetrano, armati di spranghe, nella sede di una cooperativa di Comunione e Liberazione. Contemporaneamente i Nuclei armati rivoluzionari incendiano la sede di «Radio Sherwood».
25, Bolzano, a Caldaro viene incendiata una taverna, a Terlano i terroristi appiccano le fiamme all'auto di un carabiniere in congedo e a Postal viene bruciata l'automobile di una operaia di origine meridionale.

Aprile
17
, Mestre (Venezia) un ordigno viene ritrovato a bordo di una Fiat 131 parcheggiata nei pressi della caserma del IV Battaglione Carabinieri.
22-26, Palermo, XLII Congresso nazionale del Psi;
24, San Donà di Piave (Venezia), attentato incendiario, rivendicato dai Nuclei operativi d'attacco per il comunismo, contro l'abitazione di un sindacalista della Cisl.
25, Padova, un commando armato autodefinitosi Solidarietà per il contropotere aggredisce Gianni Canova, ex di Potere operaio e supertestimone dell'inchiesta "7 aprile".
Prima di fuggire i terroristi gli mettono al collo un cartello con la scritta «Sono un provocatore, una povera spia».

Maggio
17
,
Referendum:
- sull'aborto,
- sulla Legge Cossiga,
- sull'ergastolo,
- sul porto d'armi.
20, Mestre (Venezia), viene rapito da un commando Giuseppe Taliercio, direttore del Petrolchimico di Porto Marghera.
Rivendicano l'azione le Br - "colonna veneta Anna Maria Ludmann-Cecilia".
22, Padova, le Br fanno ritrovare un documento in cui precisano che Giuseppe Taliercio si trova rinchiuso in una "prigione del popolo".
26, cade il "governo Forlani", travolto dallo scandalo della loggia massonica P2 e dalla "questione morale";

Giugno
, Padova,vengono fatti ritrovare dalle Br due documenti e una fotografia di Giuseppe Taliercio nella "prigione del popolo".
Nessun riferimento a condizioni per il rilascio.
12, Venezia, le Br fanno ritrovare un comunicato nel quale sostengono che Giuseppe Taliercio starebbe collaborando. Lo accusano di aver trasformato il Petrolchimico in una «fabbrica della morte».
16, Verona, vengono trovati 170 volantini brigatisti. In alcuni sono contenute minacce ad aziende locali.
22, Mestre (Venezia), un attentato provoca l'incendio dell'automobile di un dipendente del Petrolchimico e sindacalista Cisl.
26, Padova, vien fatto ritrovare un documento, il numero 5, nel quale le Br annunciano che il "processo" è finito e condannano a morte Giuseppe Taliercio.

Luglio
5
, Mestre (Venezia), viene fatto trovare dal gruppo Nuclei clandestini di resistenza Treviso-Venezia-Padova un volantino in cui si chiede la sospensione della condanna di Giuseppe Taliercio.
Lo stesso giorno, però, il corpo senza vita del dirigente viene fatto recuperare nei pressi della Montedison.
12, Treviso, il brigatista Michele Galati e il rapinatore Luca Livieri tentano di evadere dal carcere mentre dei complici, all'esterno, sparano raffiche di mitra contro gli agenti.
31, Bolzano, bombe vengono fatte esplodere contro il Palazzo della Provincia, le sedi del Commissario di Governo e della Dc e contro la casa di Silvius Magnago.

Agosto

Settembre

Ottobre
11
, Venezia, al convegno europeo sull'ultrasinistra, gli autonomi provocano incidenti alla Facoltà di Architettura. Molti i feriti.
15, Brunico (Bolzano), un ordigno esplode danneggiando la funivia di Plan de Corones. L'attentato è rivendicato dal Mia (Movimento italiano Adige).
22, Padova, un quotidiano di Padova pubblica una lettera di Antonio [Toni] Negri in cui invita i compagni alla critica delle loro posizioni politiche e comunica di volersi battere contro il terrorismo.

Novembre

Dicembre
2
, Vicenza, il medico del carcere di Vicenza, Antonio Mundo, viene gambizzato dai terroristi mentre sta uscendo dall'ambulatorio.
Tre gruppi brigatisti rivendicano l'attentato.
15, mentre E. Berlinguer, in relazione al colpo di stato del gen. Jaruzelski in Polonia, dichiara esaurita la "spinta propulsiva" della rivoluzione d'ottobre, G. Spadolini rinnova la fedeltà al Patto atlantico e alle potenze dell'Occidente accettando di installare i missili Cruise sul territorio italiano, partecipando all'embargo dichiarato contro l'Argentina nel contesto della guerra delle Falkland e contribuendo alle operazioni della forza multinazionale in Libano;
17, Verona, le Br-Pcc attuano il rapimento del gen. James Lee Dozier, americano, vicecapo delle forze armate della Nato di terra in Sud-Europa.
Il comunicato spiega che gli autori appartengono alla colonna veneta e che al sequestro hanno partecipato anche le colonne milanesi, napoletane e romane.
[Poi conclusosi con un imprevisto suicidio politico. Ricomposte le fila con l'ingresso di nuovi nomi ci riproveranno.]
30, Padova, i briatisti della colonna Anna maria Ludmann-Cecilia fanno ritrovare due comunicati relativi al "rapimento Dozier".
Vengono fermati anche tre autonomi.

Elezioni Regionali in Sicilia.

1981
PARTITI
Riferimento: Elezioni politiche 1979
Seggi
Camera Senato
Dc (Democrazia cristiana)

- Segretario:
. F. Piccoli (05.03.1980 - 05.05.1982)
- Capo del gruppo parlamentare: ? (?-?)


Pli (Partito liberale italiano)    
- Segretario: V. Zanone (1976-85)
-
Pri (Partito repubblicano italiano)
-
Pr (Partito radicale)
-
-
Svp (Südtiroler Volkspartei - Part. popolare sudtirolese)
-
Totale
Pci (Partito comunista italiano)

- Presidente: L. Longo (1973-?)
- Segretario: E. Berlinguer (1973-?)





Psi (Partito socialista italiano)

Psdi (Partito socialista democratico italiano)
-
Totale
Msi (Movimento sociale italiano)

-

Democrazia nazionale    

-

Totale
Totale Seggi
Note:


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CAMPANIA

1981

Febbraio
14
, altre scosse di terremoto. Raffaele Cutolo ['o dottore] ordina dal carcere l'uccisione di Ciro Balisciano, Antonio Mangiapili e Vincenzo Piacente.

Fonti:
- Fabrizio Calvi, La Vita quotidiana della Mafia dal 1950 a oggi, 1986.



CALABRIA

1981

1981 Processo dei 230 mafiosi della Calabria tirrenica reggina.

1981 Processo dei 134 mafiosi della Calabria jonica reggina.

Piana di Gioia Tauro
Comuni
Popol. resid.
1981
Famiglie mafiose
Membri
Rosarno
13.845
32
155
Gioa Tauro
17.592
41
167
Taurianova
15.384
25
131
Polistena
10.699
15
77
Cittanova
10.523
9
45
Oppido
5.782
24
173
Seminara
4.214
8
60
Rizziconi
6.956
13
69
Palmi
18.705
7
38
Sinopoli
2.463
12
62
Delianuova
3.638
8
72
Cinquefrondi
5.678
6
34
S. Giorgio M.
4.150
10
66
Totale
119.629
210
1.159
Pino Arlacchi , La Mafia imprenditrice, Il Mulino, 1983






 
OVEST
-
-
-
-

1981

-

 


 

DOMINION OF CANADA
[Aggiunta alle altre province britanniche nel 1763, include la regione sulle due rive del fiume San Lorenzo grossolanamente delimitate da Anticosti a est e il Lago Nipissing a ovest.
Dal 7 nov 1763 la provincia (ex Canada francese) è stata divisa formalmente in tre distretti: Québec, Trois-Rivières, Montréal.
Nel 1791 la provincia è stata separata in due parti:
Basso Canada (francofoni) e Alto Canada (lealisti).
Nel 1841, con l'Act of Union sono stati nominati due primi ministri ma Canada Est e Canada Ovest continuano ad andare ognuna per la sua strada. Il sistema dura ben 25 anni (1842-67).
Nel 1867, 1° luglio, nasce ufficialmente la confederazione: Dominion of Canada.]
Dal 1931, nonostante lo «statuto di Westminster», in pratica il Foreing Office britannico continua a rappresentare il Dominion in quasi tutte le nazioni del mondo e formalmente i canadesi continuano ad essere cittadini britannici, fino all'approvazione della legge sulla cittadinanza nel 1946.
Dal 1° gennaio 1947, in base al Canadian Citizenship Act, i canadesi diventano a pieno titolo cittadini del loro paese.
Governatore generale
Edward R. Schreyer
(1979 - 1984)
Primo ministro
Pierre E. Trudeau
III
(1980 mar - 1984)
[liberale]
Ministro degli Esteri
-

1981
Gennaio
-

Novembre
Ottawa, in una riunione tra il ministro federale degli Affari Indiani Jean Chrétien e tutti i leader provinciali viene finalmente raggiunto, in assenza di Renè Lévesque, un compromesso sulla procedura d'emendamento e sull'applicazione della Charter of Right and Freedoms/Charte des droits et libertés da parte delle province;

Dicembre
il Parlamento approva la risoluzione modificata;

Nel periodo 1861 (Unità d'Italia) e il 1981 sono entrati in Canada circa 700.000 italiani.

Viene ora eletto, nel collegio elettorale di Toronto, Charles Caccia, primo canadese di origine italiana a far parte del governo federale guidato da Pierre E. Trudeau.

 

QUÉBEC
Primo ministro della provincia
Renè Lévesque
(1976 nov - ?)
[PQ]
Sindaco di Montréal
-
Arcivescovo di Montréal
Paul-Émile Léger
(? - ?)
Arcivescovo di Québec
-

1981
-

?
?
, si svolgono le elezioni provinciali;

Elezioni provinciali
 
%
seggi
. Renè Lévesque
[PQ (Parti Québécois) - Partito quebecchese]
49.26
80
. Robert Bourassa
[PLQ (Parti libéral du Québec) o Quebec Liberal Party]
46.07
42
. ?
[ - ]
-
?
Totale seggi
 
122
- Il PQ viene riconfermato con un maggioranza ancora più larga del 1976.

 

 


 

 

ONTARIO
-
-

1981
-

 

 


NEW BRUNSWICK
-
-

1981

-

NOVA SCOTIA
-
-

1981

-

MANITOBA [dal 1870]
-
-

1981

-


BRITISH COLUMBIA [dal 1858]
[nel 1866 ha incorporato l'Isola di Vancouver e dal 1871 fa parte della confederazione.]
Primo ministro della provincia
-

1981

-

 

ISOLA DEL PRINCIPE EDOARDO
[Dal 1873 fa parte della confederazione.]
Primo ministro della provincia
-

1981

-

 

TERRITORIO DELLO YUKON [creato nel 1898]
   
1981
-
ALBERTA [creata nel 1905]
Primo ministro della provincia  
1981
-
SASKATCHEWAN [creata nel 1905]
Primo ministro della provincia  
1981
-
TERRANOVA
- 1867-1934, rimane Dominion autonomo.
- 1934-mar 1949, torna allo status di colonia dipendendo interamente dalla Gran Bretagna sul piano politico ed economico;
- 1949, 1 ° aprile, diventa la X provincia del Dominion del Canada.
Primo ministro della provincia
-
1981
-
[Luca Codignola-Luigi Bruti Liberati, Storia del Canada, Bompiani 1999.]

 


1981
U.S.A.
(Stati Uniti d'America)
- Presidente
R.W. Reagan
(1981 - 1988)
- 40° -

- Vicepresidente

G.H.W. Bush
(1981 - ?)

- Segretario di Stato

?
(1981 - ?)
[Partito repubblicano]
1981
-


FBI
(Federal Bureau of Investigation)
- Direttore: C.M. Kelley (1973-?)
1981
-
CIA
(Central Intelligence Agency)
- Agenzia centrale d'informazione -
- Direttore:
. Stansfield Turner (1977 mar-gen 1981)
. William J. Casey (1981 gen-gen 1987)
1981
-




 
1981
GRANDI ANTILLE
- Presidente del consiglio di stato
Fidel Castro Ruz
(1959 - 2007)
[capo dello stato e primo ministro]
Partito unico: Partito comunista cubano.
[confermato dalla nuova costituzione in vigore dal 1976]
1981
il presidente viene confermato nella carica di presidente del consiglio di stato;
République d'Haïti
- Dittatore
Jean-Claude Duvalier [Baby Doc]
(1971 - 1986)
[regime terroristico]
1981
nonostante di idee liberali, assorbite anche durante gli studi negli Stati Uniti, non riesce a introdurre riforme democratiche a causa dell'estrema crisi economica perdurante nel Paese; governa comunque con gli stessi metodi del padre, avvalendosi del suo esercito privato i tontons macoutes (spauracchi) del terrore superstizioso mantenuto con il ricorso al vudu;

- Presidente della repubblica
Silvestre Antonio Guzman Fernández
(1978 - 1982)
PRD (Partido revolucionario dominicano)
[di sinistra]
1981
-
- Primo ministro
Edward Seaga I
(1980 - ?)
[JLP ]
[JLP (Partito laburista della Jamaica), conservatore.]
1981
-


1981
Estados Unidos Mexicanos
(Stati Uniti del Messico)
[repubblica federale]
- Presidente della repubblica federale
José Lopez Portillo
(1976 - 1982)
[PRI (Partido Revolucionario Institucional)]
- Ministro dell'interno
?
(? - ?)
[dal 1953 è stato concesso il voto alle donne;
la scena politica è dominata da due partiti:
- PRI (Partido Revolucionario Institucional);
- PAN (Partido de Acción Nacional);
una nuova legge elettorale, in vigore dal 1979, permette un maggior pluralismo.]

1981
-




1981
Repubblica dell'America centrale
(1921)
- Presidente
-
1981

-



1981
Guatemala
[formalmente indipendente dal 1847]
- Presidente
gen. Fernando Romeo Lucas García
(1978 - 1982)
[estrema destra]
1981
non si attenua la violenza che ha caratterizzato gli anni precedenti e che provoca migliaia di morti: la guerriglia si rafforza, e la repressione è durissima soprattutto contro gli indiani indigeni;


1981
- Presidente
José Napoleón Duarte
(1980 - 1982)
[PDC (Partido Democráta Cristiano)]
[giunta di tendenze moderate composta da militari e civili]
1981
i guerriglieri del FMNL (Frente Farabundo Martí de Liberación Nacional) lanciano una grande offensiva;
il bilancio del biennio 1980-81 è di 30.000 morti e 300.000 rifugiati;

1981
Honduras
- Presidente
-
-
[dal 1951 il paese è inserito (carta di San Salvador) nella "Organizzazione degli stati dell'America Centrale".]
1981
-
Belize [Honduras Britannico]
[dal 1964 la colonia britannica gode dell'autonomia interna.]
1981
l'indipendenza, rivendicata dal People's United Party, partito di governo, è ritardata dalle rivendicazioni annessionistiche che sul paese avanzano il Guatemala e il Messico;


1981
- Presidente
Anastasio Somoza [Tachito]
(1967 - ?)
[dal 1937 le forze guerrigliere si oppongono alla dittatura della famiglia Somoza la quale poggia sulla "guardia nacional", una sorta di milizia pretoriana, armata e organizzata dagli Stati Uniti fin dall'insurrezione di A.C. Sandino.]
1981
l'opposizione è rappresentata da una coalizione di partiti clandestini e dal Fronte di liberazione nazionale sandinista, che conduce la lotta armata;

1981
- Presidente della repubblica
D. Oduber Quirós
(1974 - ?)
[riformista]
1981
la vita politica finora non ha conosciuto né violente pressioni dei militari né gravi traumi sociali grazie a uno sviluppo del reddito nazionale a livelli proporzionalmente più elevati che in altri paesi dell'America centrale;

1981
República de Panamá
(indipendente dal 1903)
- Presidente della repubblica
Arístides Royo Sánchez
(1978 - 1982)
1981
Luglio
31
, muore in un incidente aereo (esploso in volo) il leader Omar Torrijos, comandante della Guardia Nazionale di Panamá;
[Non si esclude l'intervento della CIA.]



1981
- Presidente
Julio César Turbay
(1978 - 1982)
[Partido liberal]
[dal 1966 è attivo nel paese il movimento armato di sinistra FARC (Fuerzas armadas revolucionarias de Colombia).]
1981
-

1981
[dal 1973 il paese è entrato nel "patto andino" e dal 1978 nel patto amazzonico.]

- Presidente della repubblica

Luis Herrera Campíns
(1979 - 1983)
[COPEI]
COPEI (Comité de organización política electoral independiente), cristiano-sociali (conservatori).
1981
-


1981
República del Ecuador

- Presidente della repubblica

Jaime Roldós Aguilera
(1979 - † mag 1981)
[CFP (Concentración de fuerzas populares)]
Osvaldo Hurtado Larrea
(1981 - 1984)
[CFP (Concentración de fuerzas populares)]
[il protocollo di Rio de Janeiro non ha delimitato con precisione la linea di confine, nella zona della cordigliera del Cóndor;
dalla conferenza di Rio de Janeiro il paese dipende sempre più dagli Stati Uniti che hanno ottenuto anche la cessione di basi militari.]
1981
Maggio
24
, in un incidente arereo (esploso in volo) muore il presidente Jaime Roldós Aguilera; il sospetto, ben nutrito, è che ad ucciderlo sia stata la CIA;
viene sostituito dal vicepresidente Osvaldo Hurtado Larrea, la cui politica di austerità provoca però molto malcontento;



1981
(Repubblica indipendente dal 1827)

- Presidente della repubblica

gen. F. Morales Bermúdez
(1975 ago - ?)
1981
-


1981

- Presidente della repubblica

gen. Luis García Meza
(1980 - 1981)
[colpo di stato]
gen. Celso Torrelio Villa
(1981 - 1982)
[colpo di stato]
1981
il gen. Luis García Meza viene sostituito dal gen. Celso Torrelio Villa che si impegna a indire nuove elezioni;

1981

- Capo dello Stato

gen. A. Pinochet Ugarte
(1974 giu - mar 1990)
[una nuova costituzione fissa al 1989 il ritorno a un governo civile]
1981
benché tuttora soggetti al bando, dichiarato nel 1977, si riorganizzano i partiti politici e cresce l'opposizione armata;

1981
[I conflitti etnico sociali oppongono:
- PPP (People's Progressive Party), maggioranza indiana, marxista;
- PNC (People's National Congress), consistente minoranza nera, socialista, al potere dal 1964
- UF (United Force), minoranza bianca.]

- Presidente della repubblica

Forbes Burnham
(? - 1985)
[PNC]
[PNC (People's National Congress), al potere dal 1964.]
1981
L'opposizione rimprovera al presidente gravi violazioni della democrazia.


 



1981
Republiek van Suriname
(indipendente dal 1975)
[Contrasti razziali tra:
- NPK (Alleanza nazionale dei partiti), formazione di maggioranza appoggiata dalla popolazione nera e meticcia;
- PRP (Partito riformista progressista), appoggiato dalla popolazione di origine asiatica;
crescente opposizione, anche armata, dei bush-negroes, i discendenti degli schiavi fuggitivi che accusano le nuove autorità di non rispettare i diritti riconosciutigli dall'amministrazione olandese.]

- Presidente

-

- Capo dell'esercito

col. Dési Bouterse
(1980 - 1988)
1981
crescente opposizione, anche armata, dei bush-negroes, i discendenti degli schiavi fuggitivi che accusano le nuove autorità di non rispettare i diritti riconosciutigli dall'amministrazione olandese.



1981
[dal 1946 integrata alla metropoli come dipartimento d'oltremare;
dal 1966 ha assunto una rilevante importanza strategica in seguito alla creazione di un centro spaziale lungo la fascia litoranea tra Kourou e Sinnamary. ]

- Governatore

?
(? - ?)
1981
-


1981

- Presidente

gen. João Baptista de Figuereido
(1978 - 1985)
[PDS (Partito democratico sociale)]
[il neo presidente si è impegnato a proseguire il processo di democratizzazione che dovrà sfociare in un governo civile.]
1981
-


1981

- Capo dello stato

gen. Alfredo Stroessner Mattiauda
(1954 - 1989)
[Partido colorado]
[nominato presidente a vita con la nuova costituzione del 1978, pur perseguendo la repressione dei partiti d'opposizione, i privilegi per i ceti più ricchi ed enormi spese militari, si impegna in importanti riforme rivolte alle classi povere rurali, nella diffusione dei servizi pubblici e nella stabilizzazione dell'economia.]
1981
-


1981

- Presidente della Giunta Militare

gen. J.R. Videla
(1976 mar - mar 1981)
gen. R.E. Viola
(mar - 18 dic)
gen. L. Galtieri
(1981 dic - 1982)
- cte Esercito
- cte Marina
amm. A. Lambruschini
(1978 set - set 1981)
vice amm. Jorge Anaya
(1981 set - ?))
- cte Aeronautica
Omar Graffigna
()
   
- Comandante dei servizi segreti dell'ESMA
viceprefetto
Héctor Febrés [Selva]
(1977-1981)
-
[dal 1976 la giunta militare continua la sua durissima repressione contro gli oppositori del regime.]
1981
il presidente viene sostituito dal gen. Roberto Viola a sua volta sostituito dal gen. Leopoldo Galtieri il quale dirige le operazioni politico-militari contro l'Inghilterra nella guerra per le isole Falkland (Malvine) [colonia inglese da tempo rivendicata dall'Argentina];
"operazione pesce volante": l'Argentina firma con il governo francese un contratto per l'acquisto di quattordici Super Étendard e quattordici Exocet;

[Rinviato a giudizio nel 2003, l'ex Comandante dei servizi segreti dell'ESMA Héctor Febrés [Selva] sarà ritrovato morto il 10 dicembre 2007, avvelenato con il cianuro.]

Patagonia
1981
-

1981
- Presidente
A. Méndez
(1976 - 1981)
[partito conservatore]
gen. Gregorio Alvarez Armellino
(1981 - 1984)
[partito conservatore]
[nel 1973 con un colpo di stato incruento i militari hanno assunto il potere e nel 1976, tentando di darsi una facciata di legittimità, la giunta militare ha proposto un referendum per l'approvazione di una nuova costituzione che ripristini parzialmente il regime parlamentare sotto il controllo dei militari.]
1981
Montevideo, di fronte a una situazione politica ed economica sempre più difficile, i militari decidono di restituire il potere ai civili;
viene ora nominato presidente, per il periodo di transizione, il gen. Gregorio Alvarez Armellino;

 



1981
Mongolia
(Repubblica popolare)
-
?
(? - ?)
[dal 1921 la vita politica è dominata dal partito unico comunista, il PRPM (Partito rivoluzionario del popolo)]
1981
-

1981
CINA
Repubblica Popolare Cinese

- Primo ministro

Zhao Ziyang
(1980 - 1981)

Hu Yaobang
(1981 - 1987)
- presidente del PCC
Hua Kuo-feng
(1976 - 1981)
Hu Yaobang
(1981 - 1987)
- segretario generale del PCC
Hu Yaobang
(1980 - 1987)
- presidente della commissione militare centrale del governo
-
Deng Xiaoping
(1981 - 1989)
[dal 1977 Deng Xiaoping ha avviato un moderno socialismo, indirizzato verso lo sviluppo economico.]

1981
Deng Xiaoping diviene ora presidente della commissione militare centrale del partito;
Hua Kuo-feng deve lasciare la carica di presidente del partito a Hu Yaobang;

Giugno
29
, il Comitato centrale pubblica un documento: «Con la rivoluzione culturale il presidente Mao procurò un immane disastro al Paese, al popolo, al partito».



TIBET [dal 1962 annesso dalla Cina]
1981
-
Repubblica di Cina
(Repubblica nazionalista)

- Presidente della repubblica

Chiang Ching-kuo
(figlio di Chiang Kai-shek)
(1975 - 1987)

- Primo ministro

(1972 - 1987)

- Capo del KMT

(1975 - 1987)

[Cina nazionalista nell'isola di Taiwan (Formosa): capitale Taipei; dal 1971 esclusa dalle Nazioni Unite e disconosciuta dalla maggioranza dei suoi partner politici e commerciali occidentali.]
KMT (Kuomintang), partito nazionalista al potere.
1981
-

a


1981


Choson
(Repubblica Democratica Popolare di Corea – a Nord)
[con capitale Pyongyang, nell'orbita sovietica.]
- Presidente della repubblica
Kim Il Sung
(1972 - lug 1994)
[dal 1948 segretario del Partito dei lavoratori (partito unico).]
Il suo potere è praticamente assoluto.
1981
Il suo potere è praticamente assoluto e l'ascesa del figlio Kim Jong Il sembra prospettare la possibilità di una vera e propria successione dinastica;
DAE HAN
(Repubblica di Corea – a Sud)
[con capitale Seoul (sotto l'egida statunitense)]
- Presidente
gen. Chun Doo Hwan
(1979 dic - 1987)
[dopo il colpo di stato]
[PDG (Partito della democrazia e della giustizia)]
[dal 1972 è in vigore la legge marziale; ogni forma di opposizione viene repressa.]
1981
-

a


1981
Pakistan
(repubblica islamica a prevalenza musulmana)
[dal 1971 solo ex Pakistan occidentale]
- Capo del governo e capo dello stato
gen. MohammedZia ul-Haq
(1977 - 1988)
1981
il nuovo presidente continua la progressiva islamizzazione del paese;
Kashmir nord occidentale (capitale Muzaffarabad) [dal 1972]
1981
-

a



1981
Unione Indiana
(repubblica federale a prevalenza indù)
- Primo ministro
Indira Ghandi
(1979 - 1984)
[Nuovo congresso]
dal 1950, staccatosi dalla metropoli, il paese si è dato una costituzione repubblicana e federale a regime parlamentare;
lingua ufficiale: hindi;
dal 1969 il Partito del Congresso è diviso in due tronconi:
- Vecchio Congresso, capeggiato dall'ex vice primo ministro M. Desai;
- Nuovo congresso, capeggiato da Indira Ghandi.
1981
-
Kashmir sudorientale o Jammu e Kashmir (con capitali Srinagar e Jammu) [dal 1972]
1981
-
Sikkim [dal 1975]
1981
-

a


1981
Bangladesh
(Repubblica del Bengala Libero)
- Presidente della repubblica e primo ministro
gen. Ziaur Rahman
(1975 - † 1981, ass.)
[PNB (Partito nazionale)]
Abdus Sattar
(1981 - 1982)
[PNB (Partito nazionale)]
[dopo il colpo di stato del 7 novembre 1975]
1981
durante un tentativo di colpo di stato, il gen. Ziaur Rahman viene assassinato;
viene sostituito dal vice presidente Abdus Sattar;

a



1981
Repubblica di Birmania
[regime militare]
- Presidente
gen. Ne Win
(1962 - 1988)
[Partito del programma socialista birmano (partito unico).]
nel paese sono attivi diversi movimenti di guerriglia tra cui quello del Partito comunista (filocinese) e dei separatisti (attivi soprattutto nel Karen e nello Shan, al confine con la Thailandia), ora uniti nel Fronte democratico nazionale;
nel 1980 il Partito comunista ha dichiarato una tregua;
1981
-


a


1981
Thailandia
Bhumibol Adulyadej Rama IX
-
(? - ?)
1946-?, re di Thailandia;


- Primo ministro
gen. Prem Tinsulanonda
(1980 - 1988)
[dopo un colpo di stato (costituzione abolita)]
1981
il primo ministro riesce a superare un tentativo di colpo di stato;


1981
Laos
(Repubblica democratica popolare)
- Presidente
principe Souphanouvong
(1975 - 1986)
- Primo ministro
Kaysone Phomvihane
(1975 - 1991)
- Segretario del PPR
Kaysone Phomvihane
(1955 - 1991)
[PPR (Partito popolare rivoluzionario) comunista, partito unico al potere].
Negli anni Ottanta il paese, alle prese con azioni di guerriglia condotte da gruppi con base in Cina, si appoggia al Vietnam, con cui nel 1977 ha firmato un trattato di amicizia, le cui truppe (circa 50.000 uomini) stazionano nel paese;
rimangono tesi invece i rapporti con la Thailandia, con cui esistono dispute confinarie.
1981
-

a


1981
Repubblica Democratica di Kampuchea
(Cambogia - repubblica socialista)
- Capo del governo filovietnamita
Chan Si
(1979 - 1985)
[riconosciuto dall'Unione Sovietica.]
1981
-

a


1981
- Primo ministro
Pham Van Dong
(1976 lug - 1987)
- segretario generale del Partito comunista
Le Duan
(1976 lug - 1986)
[di fatto il potere è nelle sue mani]
1981
la presenza militare in Cambogia deteriora i rapporti con la Cina - numerosi scontri armati di confine; mentre si fanno più stretti i rapporti con l'Unione Sovietica, quelli con gli Stati Uniti restano tesi sulla questione del rimpatrio dei corpi dei caduti e della sorte di numerosi soldati americani dispersi nel paese e forse ancora vivi;

a




1981
Giappone

Hirohito

(Tokyo 1901 - 1989)
figlio di Yoshihito;
1921-26, reggente;
1926-45, imperatore del Giappone;
[dal 1.1.1946 ha rinunciato alle proprie prerogative divine pur di salvare l'istituto monarchico.]



[Nuova costituzione dal 1° gennaio 1946;
a ricostruzione ormai conclusa, continua (dal 1948) a governare il Partito conservatore al quale si oppongono:
- socialisti (uniti dal 1955 al 1959) che costituiscono lo schieramento egemone dell'opposizione;
- comunisti, con modestissime fortune elettorali;
- buddhisti del komei-to.]
- Primo ministro
Zenko Suzuki
(1980 - 1982)
[PLD (Partito liberaldemocratico)]

1981
-

a


1981

Filippine

-
-
l' "Esercito popolare di liberazione" (Huk), duramente represso dalle truppe governative e ridotto a poche sacche di resistenza durante gli anni Cinquanta, riorganizzatosi agli inizi degli anni Sessanta, riprende una forte attività di guerriglia che crea non poche difficoltà al regime di Marcos.
1981
-

a


1981

Indonesia

-
-
1981
-

a

 



 
1981
MAROCCO
[[indipendente dal 1956, con l'eccezione delle plazas di Ceuta e Melilla, di Ifni e del cosiddetto Sahara spagnolo, ma compresa anche la città di Tangeri.
Nel 1975, dopo lunghe diatribe internazionali, il paese incorpora 180.000 kmq delle regioni settentrionali del Sahara Occidentale (ex Sahara Spagnolo) entrando in contrasto col movimento guerrigliero indipendentista del Fronte Polisario (Fronte Popolare di Liberazione di Sagua el Hamra e Rio de Oro) mentre, nel fronte interno, riesce a tenere sotto controllo i movimenti islamici.]
Hasan o Hassan II
-

(Rabat 1929 - 1999)
figlio di Maometto V [Sidi Muhammad Ibn Yusuf];
1960, nominato dal padre, diventa capo delle forze armate e vice presidente del consiglio;
1961-99, re del Marocco;
in successione al padre;
nel 1962 applica la costituzione parlamentare e una riforma agraria;
nel 1963 è coinvolto nella crisi interna del partito Istiqlal (scissione della destra filomonarchica a lui legata);
nel 1965, implicato nell' "affare Ben Barka" tenta di consolidare l'autorità monarchica appoggiandosi dapprima agli ambienti militari; scioglie il parlamento;

[il parlamento, sciolto nel 1965, è stato ripristinato nel 1975]

1981
-


1981
Repubblica d'Algeria
[indipendente dal 1° luglio 1962]
- Presidente della repubblica
col. H. Boumedienne
(1965 - ?)
- Primo ministro
-
 
1981
-

1981
TUNISIA
[indipendente dal marzo 1956, repubblica dal 1957]
- Presidente della repubblica
H. Bourghiba
(1957 - 1987)
[del Neo-Destur]
[eletto presidente a vita nel 1975]
1981
-


1981
[legge coranica e potere direttamente al popolo tramite un congresso generale del popolo.]
- Dittatore militare
col. Muammar el-Gheddafi
(1969 - 2011)
(1971 - ?)
[il regime militare, dopo aver nazionalizzato (1971) le riserve petrolifere, ha fatto della Libia uno dei poli di riferimento delle tendenze più radicali del panarabismo ma anche una potenza emergente nello scacchiere africano.]

1981
-






1981
Egitto
[repubblica dal 18 giugno 1953]
[1958-61, ha fatto parte della RAU (Repubblica Araba Unita)]
- Presidente
Anwar el Sadat
(1980 mag - † ott 1981, ass.)
Husni Mubarak (1981 ott - ?)
- Vicepresidente
Husni Mubarak (? - ott 1981)
[il presidente: Anwar el Sadat è entrato subito in urto con la sinistra nasseriana, ma il parziale successo militare conseguito nella guerra con Israele ha rafforzato la sua leadership.]

1981
Settembre
dopo un periodo di relativa liberalizzazione il primo ministro Anwar el Sadat, fa arrestare ben 1600 tra religiosi, fondamentalisti e oppositori politici;

Ottobre
Il Cairo, durante una parata militare in cui viene commemorata la guerra arabo-israeliana del 1973, Anwar el Sadat cade vittima di un attentato, organizzato dagli integralisti che si oppongono al processo di pace.
La successione del vicepresidente Husni Mubarak, rimasto leggermente ferito durante l'attentato, avviene in tutta tranquillità
[Ex comandante dell'aviazione, è considerato onesto e sincero, anche se privo di carisma. Non possiede le doti politiche dei due predecessori ma saprà dimostrare saggezza e buon senso.]

Libera i prigioneri politici di Anwar el Sadat e instaura un dialogo con l'opposizione.

 



1981
[Dal 1966 ha adottato l'arabo come lingua ufficiale e dal 1968 aderisce all'Organizzazione degli stati rivieraschi del Senegal.
Nel 1975, dopo lunghe diatribe internazionali, incorpora 86.000 kmq dell'ex Sahara Spagnolo (gli altri 180.000 sono andati al Marocco); l'annessione, decisamente contestata dall'Algeria e attivamente contrastata dai guerriglieri del Fronte Polisario (Fronte Popolare di Liberazione di Sagua el Hamra e Rio de Oro) , accentua l'instabilità politica del paese.]
   
1981
-


1981
[l'ex Sudan francese è indipendente con la nuova denominazione dal settembre 1960; continua dal 1968 l'Organizzazione degli stati rivieraschi del Senegal, con la Guinea, il Senegal e la Mauritania.]
- Presidente
ten. Moussa Traoré
(1969 set - ?)
[Comitato di liberazione nazionale dell'esercito]
[dopo il colpo di stato militare del 1968; da ottobre 1970 è sciolta l'opposizione sindacale;
dal 1972 aderisce alla CEAO (Comunità economica dell'Africa occidentale) e all'OMVS (Organizzazione per la valorizzazione del fiume Senegal);
dal 1973 persistono i rinnovati accordi di cooperazione con la Francia mentre sono rotte, in appoggio alla causa araba, le relazioni con Israele;
dal 1974 una nuova costituzione, approvata con referendum, prevede l'elezione a suffragio universale del capo dello stato, del governo e dell'assemblea nazionale, ma affida ancora per cinque anni tutti i poteri al Comitato di liberazione nazionale; ]

1981
-


1981
[indipendente dal 3 agosto 1960]
- Presidente
col. Seyni Kountchké
(1974 apr - ?)
[dal 1972 aderisce alla CEAO (Comunità economica dell'Africa occidentale).]
1981
-

1981
[dall'agosto 1958 è indipendente,
dal 1960 fa parte dell'Unione delle repubbliche centroafricane, dal 1962 è una repubblica presidenziale e dal 1963 è associata al MEC;
nel Ciad settentrionale opera dal 1966 il Frolinat, movimento di guerriglia delle tribù nomadi musulmane.]
- Presidente
-
1981
-


1981
Repubblica del Sudan
[indipendente dal 1° gennaio 1956]
[aderisce alla Lega araba; dal 1973 il paese è una repubblica presidenziale a partito unico (Unione socialista sudanese).]
- Presidente della repubblica
col. G.M. Nimeiry
(1969 - ?)
[in politica estera lo stesso governo, orientato nei primi tempi verso il blocco socialista, persegue all'interno della Lega araba un indirizzo di mediazione tra l'Egitto di A. Sadat e il cosiddetto "fronte della fermezza" arabo;
il nuovo governo di Khartum svolge ora un ruolo di cerniera tra mondo arabo e paesi del "Corno d'Africa" dove si trova a ricoprire una posizione strategica di primo piano tramite l'appoggio alla guerriglia eritrea e alle rivendicazioni somale sull'Ogaden in funzione antietiopica.]
1981
-

Regione Meridionale [autonoma dal 1972]
1981
-

1981
-
ETIOPIA
[Abissinia: con il termine si intende indicare la regione etiopica (comprendente il Tigré, lo Scioà, l'Amara e il Goggiam) che si estende a Nord del fiume Auasc e dello spartiacque tra l'Omo e l'Abbai]
[Da agosto 1975 ha assunto il potere un direttorio militare (Derg) con un indirizzo politico ancora non ben definito; procede ad una vasta riforma agraria ed elimina parte dei vecchi dignitari di corte, senza tuttavia aver ragione dei vari focolai di resistenza interna di alcuni ras locali, né del movimento guerrigliero dei nazionalisti eritrei.]
-
?
(? - ?)
1981
-


ERITREA [annessa come provincia dal novembre 1962]
[è incorporata nell'impero etiope (previa sostituzione del governo autonomo locale con una "amministrazione eritrea" completamente soggetta ad Addis Abeba), mentre continua la guerriglia indipendentistica condotta dal ELF (Eritrean Liberation Front) ]
-
-

1981
-




1981
[indipendente dall'agosto 1960 e promotore dal 1961 del progetto di Unione della Senegambia; costituzione presidenziale dal 1963; scioglimento dell'opposizione in favore del partito unico UPS (Union Progressiste Sénégalaise) dal 1964; associata dall'aprile 1967 con la Gambia, è entrata nel 1968 a far parte dell'Organizzazione degli stati rivieraschi del Senegal, e dal 1972 della CEAO (Comunità economica dell'Africa occidentale);
dal 1975 vige un sistema pluripartitico con l'ingresso del Partito socialista senegalese [ex UPS (Union Progressiste Sénégalaise)] nell'Internazionale socialista.]
- Presidente della repubblica
-
- Primo ministro
-
1981
-

1981
Guinea-Bissau
[indipendente dal settembre 1973 ma riconosciuta formalmente indipendente dal Portogallo dal settembre 1974.]
- Presidente del Consiglio di Stato
Luis Cabral
(1973 set - ?)
- Presidente del consiglio
Francisco Mendes
(1973 set - ?)
- Segretario del PAIGC
Aristide Pereira
(1973 gen - ?)
PAIGC (Partito africano per l'indipendenza della Guinea-Bissau e del Capo Verde o African Partido Africano para a Independencia de Guiné e Cabo Verde)
1981
-

1981
[indipendente dal settembre 1958]
- Presidente
Sékou Touré
(1958 - ?)
[leader del PDG (Parti dèmocratique de Guinée)]
1981
privata d'ogni appoggio tecnico-finanziario da parte della Francia e degli Stati Uniti, si accosta all'URSS e al blocco orientale, assumendo una direzione interna di tipo socialista;
dopo aver patrocinato l'OUA (Organizzazione dell'unità africana), abbraccia risolutamente la causa della lotta anticolonialista e antimperialista, dando asilo e sostegno ai principali movimenti di liberazione africani, fra i quali quello della Guinea portoghese (PAIGC);


1981
[indipendente dall'agosto 1960]
- Presidente
-
[le elezioni del 1970 hanno decretato la vittoria dell'Union démocratique voltaïque (37 seggi su 57), espressione dell'oligarchia dominante di tendenza filofrancese.]

1981
-



1981
[indipendente da aprile 1960, come dominion del Commonwealth britannico, ma sempre dominata dal Sierra Leone People's Party, partito filobritannico di Albert Margai.]
- Capo di stato
Siaka Stevens
(1968 apr - ?)
[All Congress Party (Congresso del Popolo)]
- Primo ministro
-
1981
-

1981
Liberia
[ex Monrovia, è una repubblica indipendente dal 1847]
[repubblica presidenziale bicamerale, indipendente dal 1847, con una costituzione modellata su quella statunitense;
il presidente della repubblica, che è anche capo del governo, viene eletto a suffragio diretto per un periodo di 8 anni;
il potere legislativo spetta al parlamento formato da due camere: il senato con 18 membri eletti per sei anni, e la camera dei rappresenanti con 65 membri eletti per quattro anni.]
- Presidente della repubblica e capo del governo
-
[il True Whig Party (partito unico di governo) domina la scena politica liberiana da oltre un secolo;
dalla fine della seconda guerra mondiale, il paese, dipendenza economica degli Stati Uniti, è diventato uno dei maggiori "paradisi fiscali" del mondo fornendo la propria "bandiera ombra" alle flotte mercantili private di ogni nazionalità.]
1981
-


1981
[indipendente dall'ottobre 1961]
- Presidente
F. Houphouët-Boigny
(1961 - ?)
[RDA]
[RDA (Rassemblement Démocratique Africain)]
1981
-



1981
Benin
[nuovo nome dal 1975]
[l'ex Dahomey è indipendente dal 1° agosto 1960.]
- Presidente
ten. col. M. Kerekou
(1972 - lug 1994)
- Capo dello stato
-
- Primo Ministro
-
[dal 1972 il presidente, secondo un'asserita linea socialista e marxista-leninista, attua una svolta a sinistra impostando una politica di maggiore indipendenza nei confronti della Francia e nazionalizzando i principali settori economici e finanziari e le società petrolifere straniere.]
1981
-


1981
[I repubblica dal luglio 1960; dittatura dal 1966; II repubblica dall'agosto 1969; nuova dittatura da gennaio 1972.]
- Capo dello stato
col. (poi generale) I.K. Acheampong
(1972 - lug 1994)
[presiede il "Consiglio di rinnovamento nazionale" che ha assunto tutti i poteri dopo aver abolito la costituzione.]
1981
-

1981
Repubblica del Togo
[già indipendente dall'aprile 1960, è in vigore dal 1963 una costituzione che ha fatto del paese una repubblica presidenziale in cui il potere legislativo è affidato ad un'assemblea nazionale eletta a suffragio universale.]
- Dittatore
ten. col. Eyadéma
(1967 apr - ?)
[dopo il colpo di stato militare nel 1967, ha rovesciato il governo, sospeso la costituzione e sciolta l'assemblea nazionale; tutti i partiti sono stati soppressi e al loro posto costituito il Rassemblement du Peuple Togolais, unico partito legalmente riconosciuto;
dal 1972 è entrato nel Mercato comune dell'Africa occidentale;
dal 1976 è entrato a far parte della Comunità economica dell'Africa occidentale.]
1981
-


1981
[indipendente dal 1° ottobre 1960, l'ex Federazione della Nigeria ha assunto la forma definitiva di repubblica il 1° ottobre 1963, ma nel settembre 1966 il col. Gowon ha restaurato la Federazione da cui il 27 maggio 1967 il governatore degli stati orientali, col. Ojukwe, ha proclamato la secessione del territorio ibo fondando la Repubblica del Biafra;
dal gennaio 1970, con la resa dei secessionisti e l'impegno, da parte del governo federale, di ristabilire l'amministrazione civile entro il 1976, si conclude il conflitto.]
- Presidente
-
- Primo ministro
-
1981
-


1981
[indipendente dal 1° gennaio 1960, comprende anche la parte meridionale dell'ex Camerun britannico (quella settentrionale è stata integrata alla Nigeria);
dal maggio 1972, l'ex Repubblica Federale del Camerun si è trasformata in repubblica unitaria.]
- Presidente
Ahmadou Ahidjo
(1960 - ?)
1981
impone al paese un regime autoritario suscitando l'opposizione armata dell'UPC (Union des populations du Cameroun), già alla testa della lotta per l'indipendenza nel decennio 1948-58 ed ora oggetto di pesanti repressioni;
la politica estera, tradizionalmente legata a quella di Parigi che controlla oltre il 54% delle importazioni dell'ex colonia, subisce una parziale revisione con timide aperture verso lo Zambia, le ex colonie portoghesi e la Cina popolare;

[repubblica indipendente nell'ambito della Communauté française dal 1958, fa parte dell'Unione delle repubbliche centroafricane e dal 1963 aderisce al MEC e dal 1965 è membro dell'OCAM (Organizzazione comune africana e malgascia).]
- Dittatore
gen. J.B. Bokassa
(1966 - 1979)
-
[autoproclamatosi dopo il colpo di stato militare (presidente a vita dal 1972), ha abolito il parlamento, le elezioni e la costituzione, assumendo il comando delle forze armate e il controllo personale dei principali ministeri e instaurando un regime di corruzione e di terrore.]

1981
-




1981
[indipendente dall'ottobre 1968]
- Presidente
F. Macías Nguema
(1968 ott - ?)
1981
il presidente stabilisce un regime duramente repressivo e autoritario all'interno;
deve fronteggiare sia il separatismo dell'isola di Fernando Póo, sia le mire annessionistiche degli stati confinanti, Camerun e Gabon, sulla parte continentale del paese;


1981
[indipendente dall'agosto 1960]
[l'Unione economico tecnico-doganale con la Repubblica Centrafricana, il Ciad e il Congo Brazzaville, è stata integrata dal 1961 negli accordi costitutivi dell'UAM (Unione africana e malgascia) diventata nel 1965 OCAM (Organizzazione comune africana e malgascia).]
- Presidente della repubblica
Albert-Bernard Bongo
(1967 - ?)
[Partito democratico gabonese, partito unico]
Nel 1973 il presidente, una volta rieletto, collega strettamente il paese alla Francia.]

1981
-





1981
[stato indipendente dal 15 agosto 1960]
- Presidente
gen. Marien Ngouabi
(1969 dic - ?)
[filocinese]
Nel 1974 il governo congolese, sostenuto dal Partito congolese del lavoro (partito unico), dopo aver nazionalizzato importanti settori dell'attività economica ha assunto anche il controllo delle società distributrici di prodotti petroliferi, ultimo caposaldo degli interessi stranieri nel paese.]

1981
-






1981
Zaire
[dal 27 ott 1971]
[ex Congo Belga, stato indipendente dal 1960; dal 1965 vige il regime dittatoriale del gen. Mobutu che ha ottenuto l'appoggio delle maggiori potenze occidentali; una forma di presidenzialismo autoritario legittimata dal 1967 da una nuova costituzione.]
- Presidente e Primo ministro
gen. Mobutu
(1971 27 ott - ?)
Partito unico (Movimento Popolare Rivoluzionario)
1981
-
Katanga [regione sudorientale]
il paese del principe nyamwezi Msiri è stato annesso militarmente nel 1891 dai belgi, sotto l'egida della Compagnie du Katanga istituita da re Leopoldo II;
la scoperta di giacimenti di rame dà l'avvio ad un'intensa opera di introspezione e sfruttamento delle altre risorse metallifere della regione sotto l'amministrazione del Comitato speciale del Katanga (una sorta di governatorato autonomo) che finisce col rappresentare gli interessi monopolistici di grandi società private europee e in particolare della Compagnie Minière di Haut-Katanga e dell'Union Minière, dominanti il settore del rame;
1981
nonostante i ricorrenti tentativi dei gruppi tribali del Katanga, appoggiati da mercenari europei, di innescare focolai di guerriglia, il paese conosce una relativa calma; moti insurrezionali vengono repressi;

1981
[protettorato britannico dal 1894, formalmente diviso in quattro regni federati, dal 1955 con uno statuto di parziale autonomia, il paese raggiunge nel 1962 la completa indipendenza nell'ambito del Commonwealth.]
- Presidente
M. Obote
(1980 - 1985)
- Primo ministro
-
1981
Dicembre
dopo un periodo di incertezza seguito alla caduta della dittatura e alla fuga in Libia del gen. I. Amin Dada viene eletto alla presidenza della repubblica ancora M. Obote (1980-85) che avvia il ripristino di una normale vita costituzionale ma, non riuscendo a pacificare il paese, continua in parte la politica del terrore attuata dal predecessore;

1981
[dal 1962 indipendente nell'ambito del Commonwealth e repubblica dal 1964;
dal 1967, assieme all'Uganda e alla Tanzania il paese ha dato vita all'EAC (East African Community) organizzazione economica regionale.]
- Presidente
Daniel Arap Moi [di etnia kalenjin]
(1978 - ?)
[KANU]
- vicepresidente
-
- Ministro degli Interni
-
KANU (Kenya African National Union), partito unico.
1981
-


1981
[l' ex Territorio Francese degli Afar e Issa si è proclamato indipendente dal 27 giugno 1977.]
- Presidente
-
1981
-

1981
[1961, stato indipendente dal 1° luglio 1960]
- Presidente del consiglio rivoluzionario
-
- Primo ministro
gen. Mohammed Siad Barre
(1976 - 1987)
- segretario del Partito socialista rivoluzionario
gen. Mohammed Siad Barre
(1976 - 1991)
1981
la tensione somalo-etiopica per l'Ogaden è sfociata in guerra aperta con il tracollo militare delle forze somale;


1981
Repubblica del Ruanda
[capitale Kigali]
[indipendente dal 1° Luglio 1962; nel 1976 il presidente ha inserito il paese nella progettata organizzazione di cooperazione regionale "Comunità economica dei Grandi Laghi" ora istituita fra i tre paesi.
Dal 1978 vige una nuova costituzione che apre la strada al ritorno dei civili al governo.]]
- Presidente e primo ministro
gen. Juvénal Habyarimana
(1973 lug - ?)
[dal 1975 è stato istituito un partito unico, il Movimento rivoluzionario nazionale per lo sviluppo.]
1981
-

1981
[indipendente dal 1° luglio 1962 e repubblica dal 1966, è sotto la direzione del partito unico (vatussi) UPRONA (Unità e progresso nazionale).]
- Dittatore
col. Jean-Baptiste Bagaza
(1976 - 1987)
[di etnia tutsi (vatussi)]
[salito al potere nel 1976 con un colpo di stato, pur appartenendo all'etnia tutsi (vatussi) che rappresenta appena il 15% della popolazione, il dittatore esercita un'egemonia assoluta sulla maggioranza hutu esclusa dall'esercito e dall'amministrazione;
avvia anche una politica di scontro con la Chiesa cattolica (che ha molti adepti tra gli hutu) arrestando ed espellendo diversi sacerdoti.]
1981
-

1981
[repubblica federale nata dall'unione tra Tanganica e Zanzibar il 25 aprile 1964;
con la Carta di Arusha del 1967 la repubblica si è data un indirizzo socialista basato, in politica interna, sull'autogestione in campo agricolo e orientato, in politica internazionale, in senso antimperialista e neutralista.]
- Presidente
J. Nyerere
(1964 - 1985)
- vicepresidente
A. Jumbe
(1972 - lug 1994)
[nel 1977, dalla fusione dei due partiti TANU e Afro Shirazy, è nata la formazione Chama Cha Mapindusi (Partito rivoluzionario)]
1981
-


1981
[l'ex Rhodesia del Nord è diventata indipendente dal 24 ottobre 1964 prendendo il nuovo nome.]
- Primo ministro
K.D. Kaunda
(1964 - ?)
[UNIP]
il partito UNIP ha ora introdotto il concetto di "umanesimo zambiano", un tipo di socialismo africano;
1981
il vicinato con la Rhodesia razzista condiziona però l'economia zambiana e la decisione di ospitare le basi dei movimenti guerriglieri ZANU e ZAPU causa pesanti conseguenze: attacchi ai confini e bombardamenti fin nel cuore del paese;


1981
[l'ex territorio Malawi, protettorato britannico dal 1891, che aveva assunto formalmente il nome British Central Africa nel 1893 e quello di Nyasaland nel 1907, è diventata indipendente dal 6 luglio 1964 assumendo questo nuovo nome, e repubblica dal 1966.]
- Presidente
Hastings Kamuzu Banda
(1966 - ?)
(a vita dal 1971)
[Malawi Congress Party]
- Primo ministro
Hastings Kamuzu Banda
(1964 - ?)
[Malawi Congress Party]
Malawi Congress Party (ex NAC - Nyasaland African Congress), partito unico.
1981
-


1981
[dal 1965 il paese ha proclamato unilateralmente l'indipendenza ed è uscito dal Commonwealth;
ndl 1978, in seguito al Majority rule, ha preso il nuovo nome.]
- Primo ministro
A. Muzorewa
(1979 - ?)
[ANC (African National Congress)]

1981
Aprile
si tengono le prime elezioni legislative formalmente a suffragio universale, che portano A. Muzorewa dell'ANC (African National Congress) a capo del governo di Salisbury;
il regime segregazionista viene leggermente moderato ma la perdurante discriminazione razziale, la crisi economica, l'esodo dei coloni, la guerriglia del FP (fronte patriottico in cui sono coalizzati i movimenti guerriglieri della ZANU (Zimbabwe African National Union) di R. Mugabe e della ZAPU (Zimbabwe African People's Union) di J. Nkomo) che non ha aderito all'accordo e non ha accettato il risultato delle conseguenti elezioni (nelle quali di fatto i bianchi hanno goduto di un voto doppio rispetto ai neri), le frequenti incursioni dell'esercito rhodesiano nei santuari guerriglieri dei paesi confinanti danno il quadro di una situazione pericolosamente instabile;



- Niassa (Malawi)


1981
Mozambico
[provincia d'oltremare del Portogallo dal 1951, nel giugno 1975 ha conseguito l'indipendenza.]
-
-
[Governo di democrazia popolare di tipo monopartitico, in stretti rapporti con i paesi socialisti e con i paesi africani della cosiddetta "linea del fronte" (Angola, Tanzania, Zambia e Botswana) che appoggiano la lotta dei guerriglieri zimbabwe contro il regime razzista rhodesiano;
in politica interna adotta un orientamento socialista (ribadito dalla trasformazione del FRELIMO (Frente de Libertaçao de Moçambique) in partito marxista-leninista, procedendo ad una serie di nazionanilizzazioni (compagnie di assicurazione e società petrolifere) e a un vasto piano di alfabetizzazione.]
1981
-



1981
Angola
[territorio d'oltremare portoghese dal 1955]
dal 1966 operano tre movimenti:
- MPLA (Movimento Popular de Libertaçao de Angola), che opera dal 1956 sotto la guida di Agostinho Neto e si è dato alla guerriglia dopo i massacri di Luanda del 1959 e quelli di Kassonje del 1961;
- FLNA (Fronte nazionale di liberazione dell'Angola) di H. Roberto, appoggiato dallo Zaire;
- 'UNITA (União Nacional para a Independencia Total de Angola) di Jonas Savimbi, di ispirazione moderata.
Nel 1975 la dichiarazione d'indipendenza acuisce la guerra civile in atto.
- Governatore
?
(? - ?)
1981
-


1981
Namibia
[l'Onu adotta questo nuovo nome per il territorio dell'ex Africa del Sud-Ovest dal 1918 in pratica, ma con decisioni unilaterali, annesso dal Sudafrica.]
-
1981
-




1981
Botswana
[repubblica indipendente dal 1965, membro del Commonwealth, con capitale Gaborone;
s'intende sempre la regione a nord del fiume Malopo mentre la parte meridionale (British Bechuanaland) è colonia, dal 1895 annessa alla Colonia del Capo.]
-
1981
-




1981
Unione Sudafricana
[dominion britannico a struttura federativa dal 1910 ma indipendente sul piano internazionale (statuto di Westminster, 1931).]
- Primo ministro
P.W. Botha
(1978 - 1984)
[nazionalista]
dal 1966 l'Onu ha disposto il ritiro del Sudafrica dall'Africa del Sud-Ovest;
ancora scarsa l'incidenza delle forze progressiste bianche (United Party, Progressive Party, sostenuto dal finanziere Oppenheimer, National United Party);
sono in vigore: Mixed Marriages Act, Immorality Act, Suppression of Comunism Act, Group Areas Act, le leggi di polizia e quelle sulle riunioni sovversive, il Sabotage Bill e una serie di disposizioni che costringono alla clandestinità le organizzazioni politiche africane;
ripresa dei movimenti neri radicali (Black Consciounsness Movement, Black People's Convention, Black South Africa Student Organisation) la cui capacità di organizzazione è accresciuta anche dal crollo del regime portoghese.
Il primo ministro continua la politica del petty apartheid, attuata dal predecessore, estendendola all'area sindacale.
Dal 1979 è autorizzata la formazione di sindacati di colore;
1981
-


1981
[indipendente dal 26 giugno 1960;
dopo il colpo di stato militare dell'ottobre 1972 diretto dal gen. G. Ramantsoa si è ribaltata la collocazione internazionale del paese (uscita dall'area del franco e dall'OCAM (Organizzazione comune africana e malgascia), avvicinamento all'URSS, alla Cina popolare e a Cuba); ]
- Presidente
cap. D. Ratsiraka
(1975 giu - ?)
[dal 1975 viene avviato un vasto programma di nazionalizzazioni inteso a trasformare il paese in senso socialista.]

1981
-




1981
LEGA ARABA
Il 22 marzo 1945 è nata al Cairo questa lega fondata da Egitto, Libano, Siria, Giordania, Iraq, Arabia Saudita e Yemen;
1953, Libia
1956, Sudan
1958, Tunisia e Marocco
1961, Kuwait
1962, Algeria.
Fa parte anche l'OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina), presieduta da Yasir Arafat.
1981
Maggio
in seguito all'invasione sovietica dell'Afghanistan nel 1979, per autodifesa i sei stati arabi del Golfo – Arabia Saudita, Kuwait, Qatar, Bahrein, Emirati Arabi Uniti e Oman – fondano il Consiglio di Cooperazione del Golfo che mira a un futuro, graduale processo di fusione economica e politica, in un certo qual modo lungo le linee della Comunità Europea.






1981

[come membro fondatore, dal 22 marzo 1945 fa parte della "Lega araba".
Dal 1975 è in atto la guerra civile tra cristiani e musulmani;
cristiani e musulmani (appoggiati questi ultimi dai drusi e dai palestinesi presenti in massa nei campi profughi) sono organizzati in varie milizie, dalla Falange di Pierre Gemayel (cristiani maroniti) al Partito socialista progressista di Walid Joumblatt (drusi) al gruppo Amal (musulmani);
la capitale Beirut è divisa dalla "linea verde" in due parti:
- Beirut Ovest (musulmana),
- Beirut Est (cristiana).
Permane una tensione ai confini con Israele a causa dell'azione dei guerriglieri palestinesi e le conseguenti incursioni di rappresaglia israeliana.]

- Presidente
Elias Sarkis
(1976 dic - ago 1980)
[filosiriano]
- Primo ministro
Chafic el-Wazzan
(1980 - 1984)
1981
in questa fase sembra prevalere lo schieramento anticristiano:
- siriani, drusi, musulmani sciiti guidati da Nabih Berri, leader di Amal, e
- musulmani sunniti guidati da Rashid Karamé;



1981

[dall'aprile 1946 il paese ha conseguito la piena indipendenza; da febbraio 1958 federazione della Siria e dell'Egitto nella Repubblica Araba Unita (RAU).
La guerra arabo-israeliana le è costata la perdita delle alture del Golan. Con la guerra del Kippur, impegnata a fianco dell'Egitto, recupera El-Quneitra.]

- Presidente
gen. Hafez el-Assad
(1980 - ?)
[ala progressista moderata del partito Baath]
- Primo ministro e presidente della repubblica
Abdel Rauf Kassem
(1980 -1987)
1981
guerra Iraq-Iran (1980-88):

Nonostante i sei stati arabi del Golfo – Arabia Saudita, Kuwait, Qatar, Bahrein, Emirati Arabi Uniti e Oman –, Giordania e Egitto si siano schierati a favore dell'Iraq, il presidente siriano Hafez el-Assad si dichiara alleato dell'Iran e chiude l'oleodotto iracheno che attraversa il territorio siriano.
Sebbene questa strana amicizia tra un nazionalista arabo dichiarato e un fondamentalista iraniano sciita abbia qualcosa a che fare con il fatto che Hafez el-Assa proviene dalla minoranza subsciitta siriana degli alawiti, dal suo punto di vista è innanzitutto un'alleanza strategica contro il detestato regime rivale ba'atista in Iraq.
La Siria beneficia del rifornimento gratuito di una quota regolare di petrolio iraniano e delle simpatie filoiraniane degli sciiti del Libano.
Il presidente Hafez el-Assad respinge i ripetuti tentativi da parte degli altri stati arabi che vorrebbero fargli cambiare schieramento.


1981
[come membro fondatore, dal 22 marzo 1945 fa parte della "Lega araba"; dal 1949, dopo l'annessione della Palestina orientale (Cisgiordania) [40.000 kmq di superficie con poco meno di 1 Mne di abitanti], il Regno hashemita del Giordano viene comunemente chiamato Giordania.]
Hussein
(? - ?)
figlio di Talal;
1952-?, re del Regno hashemita del Giordano;

1981
-


1981
Gerusalemme, "internazionalizzata" dall'ONU, è divisa in due settori: la città vecchia (assegnata alla Giordania) e la città nuova (assegnata a Israele);

guerra dei sei giorni (1967): ha consegnato di fatto l'intera Palestina storica a Israele;
guerra del Kippur (1973): alla conferenza di Ginevra del 1974:
- un accordo fra Egitto e Israele ha deciso il ritiro delle truppe israeliane dalle posizioni raggiunte a occidente del canale di Suez e la creazione di un'ampia fascia smilitarizzata a oriente, garantita dalle forze di pace dell'ONU;
- un secondo accordo con la Siria ha impegnato gli israeliani a ritirarsi da el-Quneitra, stabilendo un'analoga fascia smilitarizzata sulle alture del Golan; 
Y. 'Arafat, ex leader di al-Fatah, è dal 1969 a capo dell'OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina) che:
- dal 1964, con il suo "Esercito per la liberazione della Palestina" e finanziata dalla Lega araba, lotta contro Israele,
- dal 1974 è stata riconosciuta dal vertice arabo di Algeri quale unico rappresentante del popolo palestinese, e ammessa all'ONU quale entità politica nazionale, in qualità di "osservatore";
dopo il riavvicinamento israelo-egiziano [accordi di Camp David] l'OLP registra difficoltà diplomatiche nei confronti di taluni stati arabi sostenitori; 

[Gerusalemme viene formalmente indicata come capitale dello stato.]
- Presidente
?
(? - ?)
- Primo ministro
Menachem Begin
(1977 mag - 1983)
[Likud]
Likud (coalizione di centro destra)
1981
1979-81, irrrequieto periodo di stagnazione del conflitto arabo -israeliano.

Le elezioni anticipate confermano la coalizione di governo.

Settembre
grazie a una mediazione statunitense, l'OLP decide una tregua non ufficiale con Israele che, tuttavia, non ha abbandonato l'obiettivo di distruggere il quasi-stato palestinese in Libano;


- Egitto (fascia di Gaza)
1981
-
- Giordania (Cisgiordania)
1981
-


1981
Regno Arabo Saudita
[dal 27 set 1932]
[come membro fondatore, dal 22 marzo 1945 fa parte della "Lega araba".]
Khaled o Halid ibn 'Abd al-Aziz
Albero genealogico
(? - 1982)
figlio di 'Abd al-Aziz III discendente della dinastia wahhabita dei Banu Sa'ud e fratello di Faysal I;
1975-82, re dell'Arabia Saudita;
[ha già designato principe ereditario il fratello Fahd]

La politica saudita rimane essenzialmente immutata.
1981
benché nel paese sia in vigore la legge coranica, non mancano agitazioni da parte degli estremisti islamici i quali mettono in atto una rivolta, prontamente repressa, nel corso della quale occupano la Mecca;

Agosto
i sauditi propongono il loro piano per il ritiro di Israele dai territori arabi occupati nel 1967, e per la creazione di uno stato palestinese sulla riva occidentale del Giordano e a Gaza, con Gerusalemme est come capitale.
Tutti gli stati della zona, compreso ovviamente Israele, potrebbero vivere in pace … ma l'influenza saudita, sebbene forte, non è sufficiente ad assicurarsi l'appoggio arabo.
Si è aggiunto inoltre anche il conflitto tra Iran e Iraq che distoglie l'attenzione del Medio Oriente e del resto del mondo dal conflitto arabo-israeliano provocando ulteriori divisioni tra gli stati arabi.

1981
[sceiccato indipendente dal 16 giugno 1961;
la nuova costituzione (1963) prevede la formazione di un'assemblea nazionale con elezioni su base individuale (i partiti sono messi al bando).
Nel 1963 si sono svolte le prime elezioni, su base individuale (i partiti sono messi al bando), per la formazione dell'assemblea nazionale.]
Jaber al-Ahmed al-Sabah

(? - ?)
cugino di Sabah al-Salim al-Sabah;
1977-?, sceicco del Kuwait;



1981
-

1981
Bahrein
[Monarchia assoluta indipendente dal 1972.]
?  
(?-?)
?-?, emiro del Bahrein;
1981
-

1981
Qatar
[Monarchia assoluta indipendente dal 1972.]
?  
(?-?)
?-?, emiro del Qatar;
1981
-

1981
EMIRATI ARABI UNITI
[capitale: Abu Dhabi]
[confederazione di sette sceiccati, monarchie assolute: Abu Dhabi, Dubai, Sharja, Ajman, Umm al-Qaiwain, Ras al-Khaimah e Fujayrah, noti anche come Stati della Tregua (Trucial States)]
- Presidente
sceicco Šayh Zayd
(? - ?)
[emiro di Abu Dhabi]
- Vicepresidente
sceicco Maktum
(? - ?)
[emiro di Dubai]
1981

 
- Abu Dhabi
?  
(?-?)
?-?, emiro di Abu Dhabi;
1981
-
- Dubai
?  
(?-?)
?-?, emiro di Dubai;
1981
-
- Sharja
?  
(?-?)
?-?, emiro di Sharja;
1981
-
- Ajman
?  
(?-?)
?-?, emiro di Ajman;
1981
-
- Umm al-Qaiwain
?  
(?-?)
?-?, emiro di Umm al-Qaiwain;
1981
-
- Ras al-Khaimah [dal 1972]
?  
(?-?)
?-?, emiro di Ras al-Khaimah;
1981
-
- Fujayrah
?  
(?-?)
?-?, emiro di Fujayrah;
1981
-


1981
Repubblica Araba dello Yemen
[come membro fondatore, dal 22 marzo 1945 fa parte della "Lega araba".
C'è da risolvere il problema del rapporto tra il nuovo governo di San'a, sostanzialmente conservatore e filoccidentale, e il regime comunista della neocostituita Repubblica Democratica Popolare dello Yemen;
col patrocinio della Lega araba viene concluso un accordo di riunificazione per tappe tra i due stati, rimasto tuttavia sulla carta.]
-
-

1981
entrambi i paesi presentano un progetto di costituzione che prevede uno Yemen unito… proseguono le trattative;



1981
Repubblica Democratica Popolare dello Yemen
(già Yemen Meridionale, Asia occidentale)
[dal 1967 ha raggiunto la totale indipendenza dalla Federazione degli Emirati Arabi del Sud;
dal 1970 ha una costituzione ispirata a principi progressisti e si è accostata all'URSS non nascondendo la propria aspirazione ad unificare tutto lo Yemen.]
 

1981
entrambi i paesi presentano un progetto di costituzione che prevede uno Yemen unito… proseguono le trattative;


1981
[dal 1972 il trattato di assistenza irano-omanita, con cui la casa regnante ha sostituito alla protezione britannica quella iraniana, è stato sancito dalla cessione di Hormuz all'Iran;
apertura dei rapporti diplomatici con la Repubblica Democratica Popolare dello Yemen (1977) e con la Repubblica Popolare Cinese (1978); patto di difesa stipulato con gli Stati Uniti (1980).]
Qabus ibn Said
-
(? - ?)
figlio del sultanoTaymoor;
1970-?, sultano di Oman;



1981
-







1981
[nel 1958, alla guida del movimento clandestino degli "ufficiali liberi", 'Abd al-Karim Kassem ha rovesciato con un colpo di stato la monarchia hascemita di re Faysal instaurando la repubblica; nel 1963 un nuovo colpo di stato militare è promosso dal partito baath iracheno.]
- Presidente del Consiglio del Comando della rivoluzione
1981
guerra Iraq-Iran (1980-88):
in un anno l'Iraq viene fatto retrocedere.

I sei stati arabi del Golfo – Arabia Saudita, Kuwait, Qatar, Bahrein, Emirati Arabi Uniti e Oman – appoggiano l'Iraq con vari livelli di entusiasmo e apertura, e con il progredire della guerra giungono a sostenerlo con denaro e rifornimenti.
Tra gli altri stati, la Giordania e l'Egitto si dichiarano ancor più apertamente a favore dell'Iraq.
Il porto giordano di Aqaba diviene la via principale per le importazioni irachene di materiali bellici; l'Egitto fornisce armi e munizioni.
Ciononostante il presidente della Siria, Hafez el-Assad, si dichiara alleato dell'Iran e chiude l'oleodotto iracheno che attraversa il territorio siriano.
Kurdistan (iracheno)
[nel giugno 1972 Saddam Hussein ha nazionalizzato le multinazionali del petrolio e in particolare l'Iraq Petroleum Corporation (anglo-franco-olandese-americana) operante nei giacimenti della zona di Kirkuk.]
1981
circa 3 milioni di curdi conducono una dura lotta per l'indipendenza guidata dall'UPK (Unione patriottica del Kurdistan) di Jalal Talibani e dal PDK (Partito democratico del Kurdistan) di Massud Barzani;




1981
[la nuova costituzione assegna la direzione del paese a una guida spirituale (il faqih), cioè allo stesso Ruhollah Khomeini mentre il potere esecutivo spetta a un presidente.]
- Capo e guardiano supremo della nazione
imám Ruhollah Khomeini
(1979 - giu 1989)
[religioso sciita]
- Presidente
vacante
Muhammad Ali Rajai
(gen - † ago, ass.)
[PRI]
ayatollah Ali Khamenei
(1981 ott - 1989)
[PRI]
- Primo ministro
Muhammad Ali Rajai
(1980 - ?)
[PRI]
-
Hossein Moussavi
(1981 ott - 1989)
[PRI]
PRI (Partito della repubblica islamica, khomeinista)
1981
Febbraio
guerra Iraq-Iran (1980-88): si conclude il capitolo ostaggi;

Agosto
il neo capo dello stato Muhammad Ali Rajai viene ucciso in un attentato dinamitardo;

Ottobre
nuove elezioni presidenziali: viene eletto capo dello stato l'ayatollah Ali Khamenei; primo ministro diventa Hossein Moussavi;

 






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