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Il Viandante |
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Papa 1500, aderisce al trattato di Granada che divide il regno di Napoli
tra Francia e Spagna, staccandosi dagli Sforza e pure dagli Aragonesi; Fratelli della
vita comune «segue da 1450» Cavalieri Mercedari «segue da sec. XV» Alumbrados sec. XV-XVI, illuminati spagnoli, convinti di possedere un'illuminazione
dello Spirito Santo tale da consentire di cogliere per visione immediata,
e non per argomentazione, l'essenza di Dio e di partecipare alla sua
vita intima ineffabile, ma anche, sul piano etico, tale da garantire
una condizione di impeccabilità: per essa qualunque atto essi
compiano (in particolare qualunque atto di libidine), non può
venire loro imputato dovendosi ritenerlo una prova del Maligno, da Dio
permessa. Per il loro appellarsi a rivelazioni particolari al di sopra
e al di fuori della dottrina e della tradizione ecclesiastica, e per
le posizioni mistiche che in taluni sembrano giustificare un disinvolto
immoralismo, gli illuminati di Spagna, come i quietisti in Italia sono
perseguiti dall'Inquisizione. La diffidenza nei loro riguardi gungerà
a coinvolgere scritti pienamente ortodossi di spiritualità, fra
cui gli stessi Esercizi spirituali di I.
de Loyola e le opere di Francesco Borgia
e Teresa d'Ávila. |
ANNO 1500
– Alessio da Bergamo
(† 1588) frate cappuccino, laico, affiliato alla Provincia romana in
quanto portinaio del convento di Roma;
1570-71, durante le gravi carestie che affliggono le Romagne non lascia mai partire un poveretto senza elemosina. – Alfonso di Castro (XVI) frate francescano, confessore di Carlo V e confidente di Filippo II. – Amadeo d'Antegnate († Bergamo 10 novembre 1568) frate cappuccino, padre, del borgo appartenente alla diocesi di Cremona ma provincia di Bergamo; già religioso della congregazione degli Amadeisti abbraccia la riforma dei cappuccini; 1548-51, ministro provinciale a Milano; 1564, ministro provinciale a Milano. – Angelo da Romano († 1630) frate cappuccino, padre; 1630, muore di peste. – Andrea da Spoleto (XVI) frate francescano, lapidato dal popolo in Marocco. – Antonio da Bergamo (XVI) frate cappuccino, laico; rimasto vedovo senza figli si fa cappuccino nel convento di Roma. – Antonio da Bergamo († 1625) frate cappuccino, laico; 1625, 2 agosto, muore a Roveredo. – Antonio da Guevara (XVI) frate francescano degli Osservanti, cronista, predicatore, consigliere ascoltato di Carlo V, autore geniale di opere ascetiche e mistiche, tradotte in tutte le lingue europee; vescovo di Cadice e di Mondanedo. – Antonio da Sovere († 1577) frate cappuccino, padre, già dei frati minori dell'Osservanza; muore nel convento di Novara. – Antonio da Terrinca (XVI) frate francescano, storiografo. – Arcangelo da Bergamo († Salò 5 settembre 1597) frate cappuccino, padre, predicatore molto richiesto, della nobile famiglia Carrara; professore, ha come discepolo p. Teodoro Foresti; 1597, da poco eletto ministro provinciale della provincia dei SS. Faustino e Giovita, muore. – Arcangelo da Bergamo († 1630) frate cappuccino, padre, della nobile famiglia Carrara; 1618, deputato superiore nel Convento della Badia di Brescia; 1619, Guardiano di Almenno; 1620, riconfermato Guardiano di Almenno e creato Definitore provinciale; 1630 16 aprile, nel capitolo tenuto a Brescia viene eletto primo Definitore e Guardiano a Bergamo; muore di peste. – Arcangelo da Bianzano (XVI) frate cappuccino, padre, allievo della monastica provincia romana, uno dei tanti ad offrirsi per le missioni africane in Congo; 1661, ha l'obbedienza per quelle missioni assieme con altri sedici correligiosi che, per problemi politici, vengono divisi in due gruppi; gli appartenenti al 1° gruppo, a cui egli stesso appartiene: . p. Bernardino da Siena vice-prefetto, . p. Arcangelo da Firenze, . p. Giambattista da Salisano, . p. Vittorio da Pistoia, . p. Sigismondo da Ferrara, si recano a Lisbona da dove il 15 settembre partono per l'Africa; 1662, 30 gennaio, sbarcano a Loanda; presentatisi al p. Antonio da Gaeta, prefetto apostolico di queste missioni, questi gli affida da evangelizzare il regno di Matamba con residenza ordinaria presso la regina Zinga; 1663, 18 dicembre, già da tempo ammalato, muore mentre sta scendendo il fiume Loanza; il cadavere viene portato a Muzzima e viene sepolto nella chiesa di s. Michele. – Arène, Antoine o Antonius Arena (Solliès 1500 ca-Saint-Rémy-de-Provence 1544?) poeta maccheronico provenzale; 1519-20, studente all'università di Avignone; 1527-28, soldato nelle guerre d'Italia; Ad suos compagnones studiantes (1529, Ai suoi compagni studenti, resoconto burlesco in versi maccheronici , mescolando latino, occitanico e francese, delle proprie avventure italiane) 1536, diventa giudice a Saint-Rémy e s'impegna nella resistenza provenzale all'invasione di Carlo V; Meygra entrepriza catholiqui imperatoris (1537, Magna impresa dell'imperatore cattolico, sempre in versi maccheronici). – Arsenio da Bergamo († 1580) frate cappuccino, chierico, aggregato alla provincia della Marca; 1580, muore il 19 novembre nel convento di Monte dell'Olmo. – Arturo da Monastir (XVI) frate francescano, storiografo. – Bassendyne, Thomas († 1577) stampatore scozzese; David Lyndsay (un'edizione) Nuovo Testamento (il primo stampato in Scozia) [Con caratteri francesi e olandesi.]. – Bellintani, Mattia da Salò (XVI) frate francescano, predicatore, confessore di Enrico III; conquistò l'affetto di Carlo Borromeo, di Roberto Bellarmino, di Gregorio XIII e anche di Emanuele Filiberto, di Caterina dei Medici. – Benedetto d'Alzano (XVI-XVII) frate cappuccino, padre, della famiglia Brunelli, eletto più volte alle Prelature dei Conventi. – Benedetto da Canfield († 1610) nobile puritano della contea di Essex, frate cappuccino; ventitreenne si converte al cattolicesimo; due anni dopo si fa cappuccino, studia in Italia teologia, ritorna in Inghilterra apostolo e per l'apostolato viene fatto prigioniero; Il cavaliere cristiano (dialogo mistico) Rule of perfection (1609, Regola di perfezione; opera sospetta di quietismo; ma la passività del movimento è opposta al fondamento attivistico del francescanesimo) [Sua discepola è la carmelitana madame Acarie.]. – Bernardino da Colpetrazzo (XVI) frate francescano umbro, giunto adolescente all'Osservanza e poi passato ai Cappuccini; 1585, i suoi superiori gli danno il compito di scrivere la storia dell'Ordine: Semplice et devota historia dell'origine della Congregazione dei frati Cappuccini [Giudicata troppo semplice dal vicario generale, sarà p. Mattia Bellintani da Salò ad avere il nuovo incarico di scrivere la storia cappuccina. Poiché questi, simpatizzante per le tendenze gioachimite, riallaccia la riforma cappuccina alle profezie dell'abate da Fiore e alla tradizione sospetta di Ubertino da Casale e di Angelo Clareno, i suprerori ritornano a Bernardino che lo stesso Federico Cesi, duca d'Acquasparta, incoraggia a terminare l'opera).] 1592-93, rimessosi al lavoro, poco prima di morire completa la sua semplice e devota storia. – Bernardino de Sahagún (Sahagún, León 1500 ca-Tlaltelolco, Messico 1590) missionario spagnolo; Historia general de las cosas de la Nueva España (Storia della nuova Spagna, composta grazie alla raccolta dei diversi scritti di storia locale preparati per lui dagli indios più colti, pubblicata solo nel 1829; le numerose testimonianze sono in lingua nahuátl - libro XII del codice fiorentino). – Besozzi, Antonio Mario (XVI) commerciante milanese (forse di nobile famiglia) e riformatore religioso. – Betti, Francesco († 1590, 69enne) gentiluomo romano, scrittore. – Bolaños, Luigi (XVI) frate francescano, compagno di fra Francesco Solano; si dedicò specialmente al Paraguay evangelizzando i "selvaggi" Guarani di cui conosceva la lingua; fondatore delle prime "riduzioni" dei "selvaggi" del Paraguay sviluppate poi dai gesuiti. – Bonaventura da Bergamo († 1576) frate cappuccino, padre, affiliato alla monastica provinca Veneta; 1576, trovandosi a Padova muore di peste. – Bonaventura da Bergamo o il "Turco" (XVII) frate cappuccino, padre; ancora fanciullo viene preso dai turchi e fatto schiavo; fuggito, arriva a Vienna e quindi a Venezia dove, istruito nella religione cattolica, decide di farsi cappuccino; compiuti gli studi, diventa sacerdote; viene destinato al convento di Schio (Vicenza) e quindi a quello di Mantova dove muore nella prima metà del secolo XVII. – Bonner, Edmund o Boner (1500ca-Londra 1569) ecclesiastico inglese, persecutore dei protestanti De vera oboedientia.. – Brancati Lorenzo, da Lauria (XVI) frate francescano, cardinale; De oratione christiana (otto piccoli trattati in cui combatte il Quietismo) [In pratica otto consigli di ascetica attiva che sono: 1 - confessarsi spesso, 2 - resistere da forti alle tentazioni e alle avversità; 3 - vivere raccolti in solitudine; 4 - custodire una grande purezza di cuore; 5 - staccarsi dagli amici; 6 - pregare con perseveranza; 7 - tacere; 8 - non stare mai in ozio; La contemplazione non può durare più di mezzora. Con quest'ultima affermazione egli reagisce all'esaltzione dei pseudomistici del Quietismo che si credono perpetui contemplanti solo per un atto unico di dedizione interiore.]. – Brocardo, Antonio (Venezia 1500 ca-1531) rimatore veneziano, amico di P. Bembo, poi ribellatosi alle norme del petrarchismo da questi dettate; alla polemica intervenne anche P. Aretino; venne introdotto come interlocutore da S. Speroni nel Dialogo della retorica; Rime del Brocardo et d'altri authori (1538, postumo) Lettere (degna di interesse quella in cui descrive la morte di Pomponazzi). – Brucioli Antonio († 5 dicembre 1566) filologo fiorentino; 1530, pubblica il Nuovo Testamento ; 1532, pubblica l'intera Bibbia; [Il testo ha però limitata diffusione e finisce presto nell'Indice dei libri proibiti.] a causa delle sue idee filo-protestanti, ha problemi con l'Inquisizione; viene arrestato e costretto all'abiura; Comentaria (commenti scritturali, tutti pubblicati tra il 1541 e il 1546) 1558, 30 aprile, per aver presentato il manoscritto ritrattatorio, ritenuto eretico, viene imprigionato; novembre, ottiene il domicilio coatto; 1561, agosto, la moglie Lucia Marqual, in una supplica all'Inquisizione di Venezia, lamenta l'estrema miseria del marito. – Bullinger, H. (XVI) maggior rappresentante e sostenitore della dottrina zwingliana a Zurigo; futuro difensore di Pietro Ramo contro Th. de Bèze; i suoi libri sono molto diffusi in Italia; quando la duchessa Renata vuole raccomandare C.S. Curione, costretto all'esilio, si rivolge a lui; a Zurigo, presso di lui, Pietro Martire Vermigli (reduce da Strasburgo e da Oxford) trova pace e possibilità di continuare la sua attività di insegnante e di dotto; quando il consiglio della città di Zurigo sembra propenso a ridurre le entrate della scuola zurighese (dove egli insegna lingue classiche e da poco è stato assunto all'ufficio di "Schulherr", capo della scuola) per devolverle alle spese di guerra, egli si presenta al consiglio stesso e dichiara che una magistratura cristiana non può in nessun modo lasciar cadere la sua chiesa nell'ignoranza limitando la vita degli studi: è questo il mezzo di lasciar ritornare il papismo. Accanto a lui stanno Bibliander, Simler, Wolf, Gwalther, dotti e tolleranti, che saranno amici degli italiani. – Caimi, Bernardino (XVI) frate francescano degli Osservanti; tornato dalla Terra Santa volle riprodurre sul Monte di Varallo i santuari di Gerusalemme. – Camerari, Bartolomeo (XVI) beneventano; De praedestinatione libri tres (Parigi, 1556) [Opera controversistica in cui si trova d'accordo con J. Cauvin nel respingere la dottrina di Giorgio Siculo. Essi citano di quest'ultimo anche un Commentarius in Epistolam ad Romanos del quale non si ha altrimenti notizia.] – Carlo d'Aremberg (XVI) frate cappuccino; Flores seraphici ex amoenis annalium hortis (trecento e più medaglioni di cappuccini fioriti dal 1525 al 1580). – Castanheda, Ferñao Lopes de (Santarém 1500 ca-Coimbra 1559) storico portoghese. Storia della scoperta e conquista portoghese delle Indie (1551-61, parzialmente; in edizione completa solo nel 1883). – Cattaneo, Pietro (Siena 1500 ca-1569) architetto e trattatista italiano I quattro libri dell'architettura (Venezia 1554, completati con altri 4 libri nel 1567). – Cellini, Benvenuto (Firenze 1500-1571) orafo e scultore Rime Discorso sopra l'arte (1545-69) Ricordi di cose d'arte ((1545-69) Trattato dell'oreficeria (1565-67) Trattato della scultura (1565-67) La Vita (1558-1566, pubblicata solo nel 1728, da Antonio Cocchi, scorretta; venne ristampata a Firenze nel 1829 a cura di Francesco Tassi, sul manoscritto originale-ora nella Biblioteca Laurenziana). – Celso da Clusone († 1630) frate cappuccino, padre; 1610, guardiano del convento di Romano; 1611-12, guardiano del convento di Caravaggio; 1613-14, guardiano del convento di Sovere; 1616, guardiano del convento di Breno; 1619, guardiano del convento di Sovere; 1620, guardiano del convento d'Iseo; 1621, guardiano del convento di Sovere; 1622, guardiano del convento di Vertova; 1630, muore di peste ad Albino. – Celso, Mino (XVI) gentiluomo e riformatore religioso senese. – Ceni, Gottardo o Gottardo da Colognola (1545-Bergamo) frate cappuccino, laico; 27enne, diventa cappuccino; 1624, 4 marzo, 79enne, muore a Bergamo. [Nel 1625, 7 febbraio, quando il suo cadavere viene riesumato, i due protofisici della città di Bergamo, Girolamo Pissina e Baldassare Manganoni, ne dichiarano la perfetta conservazione… come apparirà dopo altri sei anni alla vista del Ministro Generale p. Giovanni da Noto.]. – Colleoni da Martinengo o p. Celestino da Bergamo († 14 marzo 1635) frate cappuccino, padre, storico; [Come da egli stesso rivelato, egli è figlio del cavaliere Gian Antonio Colleoni [Coglione] il quale, eletto sopracomito della galera di S. Alessandro della città e consiglio di Bergamo, si distinse nella guerra navale contro i turchi come attestato dal generale Venier. In seguito la famiglia diventa signora e padrona di Martinengo avendo acquistato questa terra con il valore delle armi. L'antica arma "Cogliona" è ancora scritta nell'antichissima porta del castello vecchio.] Della Storia Quadripartita di Bergamo [La prima e quasi tutta la seconda parte in tre volumi in ottavo: I: Bergamo 1617, Ventura; II: Brescia 1618, Rizzardi; III: Brescia 1618, Sabbi. Tra i preziosissimi manoscritti posseduti dalla nobile signorina Clarina Barca c'è anche un ristretto della Storia Quadripartita, opera del conte canonico Agliardi.] Breve ragguaglio della venuta dei Padri Cappuccini a Bergamo (Brescia 1622, Fontana) Della Storia della B. V.M. delle Grazie in Ardesio (Bergamo 1617, Ventura) Vita di San Patrizio primo vescovo d'Irlanda,con 30 considerazioni (Brescia 1622, Fontana) Del vero e legittimo matrimonio di Santa Grata V (Brescia 1618, Fontana) Vita di San Fermo e Rustico (Bergamo 1606) Note sul compendio dei privilegi dei Frati Minori del Padre Gerolamo da Sorbo e altri opuscoli. Altre varie opere manoscritte. – Colombo, Realdo (Cremona inizi 1500-Roma 1559) anatomista italiano, successore di Vesalio a Padova nella cattedra di anatomia nel 1544; De re anatomica (Venezia, 1559). – Corrado da Bergamo († 26 febbraio 1602) frate cappuccino, proveniente da Ono, nelle valli bresciane; viene prescelto compagno al p. Zeffirino da Bergamo commissario generale per la fondazione della provincia monastica di Sardegna. – Costantino da Barbanson (XVI) frate cappuccino; Anatomie de l'âme. – Cristoforo di Cheffontaines (XVI) frate francescano; 1583, Generale dei Frati Minori; 1589, convoca a Parigi il Capitolo di Pentecoste a cui intervengono milleduecento frati da tutte le parti del mondo. – Cromberger, Juan (?-?) stampatore a Siviglia; [Figlio del tedesco Jacob.] 1527, subentra al padre nella stamperia di Siviglia nel cui porto è concentrato l'intero commercio con le Americhe; Ordonanções do Reino (Siviglia 1539, III ed.; dopo le due commissionate al padre da re Manoel I del Portogallo) ottiene un privilegio d'esclusività per la stampa in Messico dove manda un suo collaboratore, certo Juan Pablos [Johannes Pauli?]; [Questi vi stampa Doctrina Christiana en la lengua Mexicana e Castellana (1539, primo libro stampato nelle Americhe.] . – Danti, Egnazio (? -?) cosmografo e matematico, dell'ordine dei domenicani; Trattato dell'uso e della fabbrica dell'astrolabio (Firenze 1569; Firenze 1578, II ediz.; dedicato al cardinale Ferdinando de' Medici) [Si tratta di una rapida esposizione di argomenti di cosmografia nella quale l'autore rimanda a libri specializzati, tra cui la Geometria di Orontio Fineo (libro tradotto in italiano da Cosimo Bartoli , ecc.] 1569, deve presentare le sue scuse al padre provinciale dei domenicani; 1571, Cosimo I de' Medici lo nomina "Cosmografo del Granduca di Toscana" e gli assegna una cattedra di matematica all'università di Pisa; [Il suo insegnamento si sviluppa in tre anni: il 1° anno è dedicato alle nozioni di cosmografia di base, lo studio delle sfere, del cielo, dei pianeti e delle costellazioni; egli adopera, come libro di testo, il suo Trattato della sfera… e i testi di Giovanni Sacrobosco e Proclo Liceo che egli stesso ha tradotto in italiano; il 2° e il 3° anno sono dedicati alla matematica applicata, le cosiddette scientiae mediae come le chiama lui.] La sfera di messer Giovanni Sacrabosco (Firenze 1571) [Prima traduzione italiana commentata del compendio di cosmografia scritto a Parigi intorno al 1230 e da allora il manuale di cosmografia più letto, copiato e tradotto. Nel 1570 Cristoforo Clavio ha già pubblicato un'importante edizione in latino del testo con l'aggiunta di un suo esteso commento che ha traformato il breve testo originale in una vera e propria enciclopedia di cosmografia e che infatti sarà usata nei collegi dei gesuiti e in altre istituzioni in tutta Europa per molti decenni a venire.] Trattato della sfera ridotto in cinque tavole (Firenze 1571) [Una dispensa per le lezioni piuttosto che un vero e proprio trattato.] Ottica di Euclide (?, traduzione) [Oltre ad altri vari testi greci di ottica, attribuiti in questo periodo a Eliodoro.] La sfera di Proclo Liceo (Firenze 1573, dedicata a Isabella Medici Orsini) [Da quando il granduca Cosimo I si è gravemente ammalato e il cardinale Ferdinando si è trasferito a Roma, Isabella è diventata la maggiore sua sostenitrice nella stretta cerchia della famiglia Medici.] Le scienze matematiche ridotte in tavole (Bologna 1577) [Scritto mentre è professore di matematica all'Università di Bologna.] Le due regole della prospettiva pratica del Vignola (1583, commento). [Egli ne acquistò una copia manoscritta da Niccolò Gaddi, la annotò con il proprio commentario e lo pubblicò nel 1583. Il testo sarà il logico seguito del suo insegnamento di ottica antica.] Lascia inoltre un manoscritto di architettura militare, un argomento di grande interesse per gli aristocratici soldati professionisti che seguono le sue lezioni. – Davide da Bergamo (1500-1580) frate cappuccino, laico, ex negoziante a Venezia; 1540 ca, diventa cappuccino. – De Gubernatis, Domenico (XVI) frate francescano, storiografo. – Des Périers, Bonaventure (Arnay-le-Duc, Borgogna 1500?-Lione 1544?) umanista francese Cymbalum mundi (bruciata a Parigi) Nouvelles récréations et joyeux devis (1558, Nuove ricreazioni e giocondi ragionari). – Diaz del Castillo, Bernal (Medina del Campo, Valladolid 1500- ca-Messico 1581) cronista spagnolo Vera storia dei fatti della conquista della Nuova Spagna (postumo, 1632). – Dionigi da Clusone († 1635) frate cappuccino, padre, della famiglia Solerti; di debole costituzione, non potendo reggere nei cappuccini, passa, con le debite licenze dei superiori, nell'Ordine Carmelitano a Mantova; Magnificat Psalterium Decachordum (Bergamo 1629, Ventura) L'anima pellegrina (Bergamo, Ventura) Il Fuoco (Bergamo, Ventura). – Dionisio da Leffe († 1650) frate cappuccino, padre. – Donato da Corteno († 6 novembre 1635) frate cappuccino, padre, della famiglia Coffano nella Valle Comune; 1623, viene inviato in Missione in Valtellina e nella Rezia per combattere le eresie di J. Cauvin e di H. Zwingli; mons. Ranuccio Scoto, vescovo di Borgo San Donnino e nunzio apostolico residente a Lucerna, lo invita a Parigi (trovandosi a Vienna p. Ignazio) per trattare con il re francese gli interessi della Missione; per lo stesso scopo viene inviato dal superiore p. Ignazio a Innsbruck presso l'arciduca; muore di peste a Cento (Sins). – Emiliano da Bergamo († 1648) frate cappuccino, padre, predicatore e Guardiano nella provincia monastica tirolese-bavarica; cappellano militare al servizio delle truppe austriache. – Enrico di Joyeuse o frate Angelo (XVI) nobile francese, entrato nell'ordine dei frati cappuccini; ebbe una parte importante nella capitolazione e nell'abiura di Enrico IV. – Eugenio († Salò 1603) frate cappuccino, padre, della nobile famiglia Federici; nativo di Gorzone, morì nel convento di Salò. – Eustachi, Bartolomeo (San Severino Marche 1500 ca-1574) anatomista italiano Tavole anatomiche (pubblicate solo nel 1714). – Fabiano da Bergamo († 31 dicembre 1591), frate cappuccino, laico, della provincia toscana, vissuto a lungo infermo. – Felice da Cantalice (XVI) frate francescano, predicatore. – Felice da Caravaggio († 1572), frate cappuccino, religioso, della famiglia Andreoli; [Caravaggio appartiene alla provincia di Bergamo ma alla diocesi di Cremona.] affiliatosi alla provincia monastica di Bologna, viene dai superiori annoverato fra i chierici per gli studi già compiuti ma egli non vuole mai diventare sacerdote; muore nel convento di Parma. – Fermo da Caravaggio († 1650) frate francescano, padre. – Fontana, Niccolò o Niccolò Tartaglia (Brescia 1500 ca-Venezia 13 dic 1557) matematico italiano; 1512, in seguito alle ferite riportate durante il saccheggio di Brescia, diviene balbuziente; 1534, dopo aver risieduto nella città natale e poi a Verona, giunge infine a Venezia dove insegna matematica; 1535, in occasione di una sfida matematica con Antonio Maria Fiore, un allievo di Scipione Dal Ferro, egli dimostra di essere giunto alla risoluzione dell'equazione di terzo grado; alla soluzione è pervenuto indipendentemente dallo stesso Dal Ferro, che l'ha già intravista ad inizio secolo non dandone però pubblica notizia; in seguito egli comunica, seppure parzialmente, la regola per la soluzione dell'equazione cubica, da lui scoperta, a G. Cardano il quale per primo la pubblica, nella forma sviluppata, nella sua Ars magna (1545); ciò dà inizio ad una lunga ed aspra polemica fra Tartaglia da un lato e G. Cardano e il suo allievo Ludovico Ferri dall'altro; Quesiti et inventioni diverse (1546, dove difende la priorità della sua scoperta) 1547-48, la controversia culmina in una celebre sfida matematica che lo vede opposto a Ferrari; General trattato di numeri et misure (1556-60, incompiuto) Nova scientia (1537, trattato di balistica, di cui si può dire il fondatore) Elementi di Euclide (1543, prima traduzione italiana) 1543, cura una versione latina di scritti di Archimede. – Fortini, Pietro (Siena 1500-1562?) novelliere italiano Le giornate delle novelle de' novizi Le piacevoli e amorose notti de' novizi (postume nel XIX sec. e per estratti). – Foscarato di Nicotera, Marcello (XVI) terziario francescano; 1598, grazie alla sua opera sorge il Conservatorio musicale di Napoli. – Fournier, Cherubino (XVI) frate francescano, confessore di Francesco di Sales; fece tacere i teologi calvinisti di Ginevra e intimorì Th. de Bèze. – Francesco Vicedomini di Ferrara (XVI) frate francescano dei Conventuali, predicatore. – Fulgenzio da Cevo († Brescia 1631) frate cappuccino chierico. – Furió Ceriol, Federico (sec. XVI) Concejo y concejeros del Prìncipe (Anversa 1559) [Opera tradotta in italiano nel 1560 a Venezia sia da Ludovico Dolce (in appendice all'edizione giolitiana di M. Roseo, La institutione del principe christiano), che da Alfonso Ulloa, Il Concilio, et Consiglieri del Principe. Ch'è il primo libro del quinto trattato dell'institutione del Principe (Venezia 1560-Bindoni). Quest'ultima ha maggior successo ed è la base sia della traduzione in latino che di quella inglese del 1570 (La prima in francese sarà datata: Paris 1973).] 1597, a Wuttem appare la raccolta Speculi aulicarum atque politicarum observationum libelli quator: 1 - Concejo y concejeros del Prìncipe (Anversa 1559, di F. Furió Ceriol), 2 - Consiliarus (?, di Hippolitus a Collibus), 3 - Aulicus politicus (?, di Durius de Pascolo), [comparirà sotto il vero nome dell'autore, Eberhard von Weyhe, a Francoforte nel 1615 e 1642.] 4 - Hypmomneses Politicae (?, tratte da Francesco Guicciardini). Altre edizioni: Arzenheim 1599, ampliata a quattro "libelli", "in usum Aulicorum atque Politicorum omnium concinnati atque editi"; Arzenheim 1600, edizione ampliata; [È aggiunto De educatione Principum attribuita a Doannis Spurmm e un Palatinus sive aulicus di Hippolitus a Collibus.] Arzenheim 1610, edizione ampliata (almeno una) a otto testi. Nel 1618 compare infine a Colonia una raccolta De consilio et consiliariis senatorisque officio tractatus comprendente le opere di P. Magno, Hippolitus a Collibus e F. Furió Ceriol. Nello stesso periodo è tradotta in italiano l'opera, influenzata da F. Furió Ceriol, del portoghese B. Filippe, Trattato del Consiglio, et de' Consiglieri de' Pricipi, Venezia 1599.]. – Gasparo da Bergamo (XVI-XVII) frate cappuccino, padre, alunno della monastica provincia di Venezia; 1593, quando l'arciduca d'Austria e conte del Tirolo Ferdinando a persuasione della principessa Anna Caterina sua moglie, figlia di Guglielmo duca di Mantova, chiede a Clemente VIII di inviare cappuccini nel Tirolo, il papa ordina, per mezzo del Generale Silvestro da Monteleone, al ministro provinciale di Venezia di inviare i più adatti a Innsbruck per fondare un convento; tra i sei prescelti egli viene nominato commissario generale; [Tra i sei cappuccini da Venezia mandati nel Tirolo, tre sono bergamaschi: oltre a lui, p. Francesco e p. Giuseppe; questi è anche architetto del convento di Innsbruck il primo ad essere edificato nel Tirolo. Gli altri due conventi di Bolzano e di Brixen sono invece opera, disegno ed esecuzione, di p. Filippo da Bergamo.] 1594, viene eletto Guardiano del convento di Innsbruck; 1598, adunatosi in Padova il capitolo della provincia veneta (che abbraccia anche il Tirolo), viene nominato Ministro Provinciale della provincia stessa succedendo nella carica, quasi immediatamente, a p. Lorenzo da Brindisi (1594-96); viene confermato nei capitoli successivi (1599 e 1600); 1600, i turchi s'impossessano dell'importante città ungherese di Canisa, verso le frontiere con la Stiria, vicino al fiume Drava; 1601, settembre, quando le truppe italiane (di Mantova, di Toscana e pontificie) collegate con le austriache assediano la città, egli viene scelto come Commissario Generale dei 12 cappuccini che, assieme con i Camilliani, devono servire l'armata; [Le truppe vengono ogni giorno decimate dal freddo; in un sol giorno si contano 1500 assiderati.] Tolto l'assedio a Canisa, egli viene associato alla missione in Germania; [Inizialmente affidata a p. Lorenzo da Brindisi, poi a p. Mattia da Salò e ripresa ancora da p. Lorenzo da Brindisi dopo compiuti i suoi tre anni di generalato (1601-1605).] 1605, nel capitolo tenuto a Innsbruck viene eletto commissario generale per la fondazione della provincia tirolese-bavarica per dividerla dalla veneta; avuto il permesso da p. Silvestro d'Assisi, ministro generale, richiama in Germania tutti i cappuccini tedeschi che vivono dispersi nei vari conventi d'Italia; 1606, nel primo capitolo tenuto a Monaco di Baviera, indipendente ora da Venezia, egli viene eletto ministro provinciale. – Gastaldi Giacomo (? - ?) cartografo piemontese; [Acquisisce una solida reputazione, dopo aver lavorato come ingegnere civile per la Repubblica di Venezia, e una grande fama grazie alle carte realizzate per l'edizione italiana della Geografia di Tolomeo (Venezia 1548) e a quelle disegnate per illustare la collezione dei racconti di viaggio del suo amico G.B. Ramusio, le Navigazioni et viaggi (Venezia 1550-1559).] Carte dell'Asia (1559-1561) Cosmographia universalis (Venezia 1561) Carte dell'Africa (1564) Le sue imprese cartografiche trovano il proprio culmine nella magnifica xilografia in nove fogli che rappresenta il globo terrestre entro un ovale, dove il mondo, senza tante distorsioni laterali, si sviluppa intorno alla città di Venezia. – Gebhard, J.W. o Hippolitus a Collibus (sec. XVI) Consiliarius (?). - Gentile, Giovanni Valentino (Scigliano, Cosenza 1515 circa – Berna, 10 settembre 1566) riformatore religioso. – Gerolamo da Narni (XVI) frate francescano; 1622, su suo consiglio papa Gregorio XV isitituisce, il giorno dell'Epifania, la "Sacra Congregatio de Propaganda Fide". – Giacinto da Casale († 1627) frate cappuccino; 1621-27, esercita una singolarissima azione diplomatica a Vienna, a Parigi, alla Corte di Spagna, alla dieta di Ratisbona per unificare le forze discordi dei cattolici, onde impedire la vittoria del protestantesimo in Germania, contrastando all'occorrenza l'opera del suo confratello Père Joseph, difensore della politica del Richelieu; propugna l'autonomia della Valtellina; 1626-27, amico del duca di Baviera, si adopera a mettere pace tra i protestanti e i cattolici in Germania e ad assicurare la superiorità dei cattolici tentando di fare educare cattolicamente il figlio del principe palatino e di trarre dalla parte dei cattolici tedeschi anche il re d'Inghilterra, presso il quale manda, ambasciatore segreto e con veste da gentiluomo, un suo confratello p. Alessandro d'Ales. – Giacomo da Scalve († 1630) frate cappuccino, padre, della nobile famiglia Alberici; muore di peste a Clusone. – Giambattista da Bergamo († 28 aprile 1642) frate cappuccino, padre; 1662, muore nel convento di Penne (Abruzzi). – Gigli, Tommaso del [Giglio] († 1578) prelato bolognese; [Fratello di Margherita, in corrispondenza con Iñigo de Loyola; moglie del nobile Giovanni Francesco Fantuzzi, che la lasciò vedova con una figlia, Elena. Fratello di messer Giovanni il cui giovane figlio, Luigi del Gigli entra nel 1552 come scolastico nella Comapgnia di Gesù a Firenze da dove illustra al p. gen. a Roma le condizioni di salute della duchessa Eleonora.] monsignore; 1549, si occupa di ottenere da Paolo III, allora malato, una bolla di privilegi per la Compagnia di Gesù che viene pubblicata il 18 ottobre dello stesso anno; 1550, risiede a Roma come amministratore dei beni del cardinale Alessandro Farnese; qui diventa amico del padre generale dei gesuiti Iñigo de Loyola; col titolo di sostituto del vice cancelliere, il cardinale Alessadro Farnese, firma anche la patente che autorizza Iñigo de Loyola a prelevare reliquie nelle chiese di Roma per la regina del Portogallo; 1554, poiché desidera che la nipote Elena Fantuzzi entri in convento oppure contragga un matrimonio degno della sua posizione, chiede informazioni ai padri di Bologna tramite la curia di Roma; [Lo stesso p.gen. Iñigo de Loyola scrive in proposito al p. rettore Francesco Palmio affinché faccia in modo che la ragazza si decida per l'una o per l'altra soluzione. Ma poiché Margherita del Gigli è contraria all'ingresso della figlia Elena in convento, alla fine lo stesso p.gen. comunica di aver fatto abbandonare allo zio l'idea sperata. L'anno successivo però la ragazza deve non essersi ancora decisa se un altro membro della famiglia, maestro Ottaviano Fantuzzi, trova la situazione così scandalosa da fare un viaggio a Roma per dire le sue allo stesso p.gen.. La figlia, nubile, rimarrà comunque in casa della madre sino alla sua morte prematura annunciata al nuovo p.gen. D. Laínez il 1° aprile 1559.] vescovo di Sora; vescovo di Piacenza; – Giorgio Siculo († 23 maggio 1551, giustiziato) riformatore religioso siciliano, la cui dottrina ebbe una certa diffusione nei Grigioni e negli ambienti protestanti italiani; [Secondo Jean Cauvin trattasi di un monaco benedettino, invece le fonti ferraresi parlano di un prete e non di un frate. Si professerà suo scolaro il Pucci.] 1550 ca, in questo periodo forse è già a Ferrara e vi predica aspramente contro i "luterani", attirando l'attenzione del capo anabattista Camillo Renato; Epistola di Georgio Siculo servo fidele di Jesu Christo alli cittadini di Riva di Trento, contra il mendatio di Francesco Spiera et falsa dottrina de' Protestanti (Bologna 1550). [Esplicita polemica antiprotestante, non da un punto di vista generico ma da un punto di vista specifico: contro la dottrina della predestinazione, esemplificata nel caso di Francesco Spiera; le dottrine in esso contenute hanno diffusione non solo fra gli emigranti nei Grigioni, dove anche molto tempo dopo la sua morte ci sarà chi si professerà suo discepolo, ma anche fra gli italiani di Ginevra tanto da spingere J. Cauvin a polemizzare contro di lui. Vi teorizza un radicale spiritualismo nicodemitico, i cui esiti anabattisti e antitrinitari – non molto distanti da quelli cui sono approdati lo stesso anno consistenti gruppi dell'anabattismo veneto – sono affidati alle pagine di un perduto trattato: Della verità christiana et dottrina appostolica rivellata dal nostro signore Gesù Christo al servo suo Georgio Siculo della terra di santo Pietro, più noto come il Libro grande. Intorno a questo scritto proselitico e pedagogico e al suo carismatico autore si è raccolta una vera e propria setta (la "setta georgiana") profondamente radicata nella congregazione cassinese dell'ordine benedettino. Ne fanno parte: . Isidoro Cucchi da Chiari, vescovo, . Crisostomo Calvini, vescovo, . Luciano degli Ottoni, teologo di fama, . don Benedetto Fontanini (Benedetto da Mantova), autore della prima redazione del Beneficio di Cristo e poi traduttore dal siciliano all'italiano di tutti i suoi libri; nonché personaggi vicini alle corti dei Gonzaga e degli Este, come per esempio l'enigmatico Camillo Orsini.] Giunge a Riva di Trento (non si sa se per partecipare al Concilio, o no) ma deve ripartire improvvisamente; è stato infatti chiamato davanti al giudice in quanto accusato da molti di propagare dottrine "diaboliche"; 1551, ai primi di aprile è già agli arresti; [Il cardinale Ercole Gonzaga scrive ad Ercole II duca di Ferrara per spingerlo a mostrare più calorosa collaboazione con l'Inquisitore «perché importarebbe assai quanto ad intimorire tutti quelli che sono della openione di quel ribaldo…… Il lasciar fare all'inquisitore, anchora che sia assai quanto a Don Georgio, nondimeno quanto al resto delli complici et fautori è quasi niente, anzi in certo modo fa pensare che non concorrendo l'autorità di V. Ex. se non permissive et non imperative sia più tosto una fratesca persequutione che una severa giustitia debita alli errori di Don Georgio… Pochi giorni dopo, il commissario generale dell'Inquisizione scrive al duca per ringraziarlo a nome dei cardinali inquisitori per quanto egli ha «operato in la causa del Don Georgio impio heretico». Di libri per il momento non si parla. Essi però non rimangono ignoti all'Inquisizione, che li fa ricercare e, dopo dieci anni, ne avrà uno… come risulta da una lettera di ringraziamento di A.M. Ghislieri [futuro papa Pio V] ad Alfonso II duca d'Este, per aver mandato a Roma «il pestilentissimo libro del quondam Don Georgio». L'aggiunta «e più è stata grata et lodata la prudentia sua havendolo mandato per mano del Padre Inquisitore…» fa pensare che questa volta il "pestilentissimo" sia qualcosa di più che un termine retorico, e che si tenga particolarmente a tenere nascosto questo libro… Delio Cantimori, Eretici italiani del Cinquecento, Sansoni Spa, Firenze 1967.] – Giovanni Grisostomo da Saint-Lô (XVI) frate cappuccino, fondatore della "Società della santa abbiezione"; Sur la sainte abjection (trattato) De la désoccupation des crèatures (trattato). – Giovanni da Bergamo († 1609) frate cappuccino, padre; allievo della monastica provincia di S. Francesco (Umbria); 1591, commissario generale, viene inviato in Sardegna a fondare la riforma cappuccina; 1599, sessantenne, fa ritorno nella sua provincia di S. Francesco; 1609, 5 aprile, muore nel convento di Spello. – Giovanni da Fano (XVI) frate cappuccino; Opera utilissima volgare chiamata incendio di zizanie lutherane, cioè contro la pernitiosissima heresia di Martin Luthero (Bologna 1532, libello antiluterana). – Giovanni da Modena (XVI) riformatore religioso; 1567, processato, viene scomunicato ma poi riammesso per intervento di Alessandro Trissino; [Sostiene che i rigenerati non peccano e non possono in nessun modo peccare; chi pecca, non è per lui veramente rigenerato.] alla sua morte, sempre fermo nelle sue idee, viene sepolto onoratamente da Girolamo Turriani, accompagnato da Bartolomeo Silvio e da Camillo Sozzini. – Giovanni de la Haye (XVI) frate francescano, storiografo. – Girolamo da Martinengo († 1630) frate cappuccino, padre, predicatore; 1626, Guardiano di Rivolta; 1629, Guardiano di Sovere; 1630, viene incaricato dai superiori a servire gli appestati di Albino; muore di peste lo stesso anno. – Giuseppe da Ferno (XVI) frate francescano dei Cappuccini; 1536, Milano, dopo il Quaresimale, dà inizio alla "devozione delle Quarant'ore" come riparazione pubblica al SS. Sacramento. [In seguito, sia in Italia che all'estero, ogni corso di predicazione francescana sarà accompagnato dalle Quarant'ore.]. – Gonzaga, Francesco (XVI) frate francescano; De origine seraphicae religionis (si limita alla descrizione delle province e dei conventi). – Gonzaga, Giulia (XVI) pia donna ritiratasi nel monastero delle Terziarie di S. Francesco delle Monache a Napoli; dopo avervi dimorato per trent'anni, ne fece il cenacolo della riforma protestante in Italia. – Grafton, Richard (?-1572) stampatore inglese; 1543, a lui e a Edward Whitechurch viene concesso Enrico VIII un privilegio reale che conferisce loro l'incarico di stampare tutti i libri liturgici per uso interno nel regno; [Pubblicano pertanto, con imparzialità, sia il Primer cattolico di Enrico VIII sia il Prymer protestante di Edoardo VI.] 1548, 30 giugno, pubblica uno dei primi resoconti di testimoni oculari; [Per restare nell'ambito degli stampatori di "libri di notizie".] 1553, luglio, pubblica il proclama dell'ascesa al trono di Jane Grey [10-19 luglio]; quando subito dopo sale al trono Maria la Cattolica se la cava con poche settimane di prigione, una multa e la perdita del titolo di stampatore della regina; nonostante tutto avrà in seguito accesso al Parlamento, prima per la città di Londra e poi per Coventry. [Nel secolo successivo un certo Henry Hills riuscirà a diventare successivamente stampatore dell'esercito parlamentare, degli anabattisti, del Lord Protettore, e dei re Carlo II e Giacomo II; e per poco non giungerà ad impadronirsi della Oxford University Press.] 1572, muore. – Granjon, Robert (XV-XVI) punzonista, fonditore, incisore e stampatore francese, figlio di uno stampatore parigino; [marchio: ramo fiorito.]. – Gribaldi Mofa, Matteo (Chieri, Torino 1505 circa – Farges, settembre 1564) giureconsulto, imparentato con l'alta nobiltà piemontese. – Grimani, Giovanni (XVI) ecclesiastico, patrizio veneto; patriarca di Aquileia; [Una sorta di bene di famiglia da quasi mezzo secolo, trasmesso tra parenti insieme con altre diocesi e abbazie in terra veneta: dal card. Domenico Grimani ai nipoti Marco e Marino e poi alla morte di quest'ultimo nel 1546 all'altro fratello Giovanni che parea destinato a ereditarne anche la porpora.] uomo colto e raffinato, amico e corrispondente di P. Carnesecchi, negli anni Quaranta si avvicina alla teologia del Beneficio di Cristo e frequenta personaggi sospetti, assumendo atteggiamenti da suscitare le velenose accuse del vescovo Grechetto; 1546, il vescovo Grechetto scrive ad Alessandro Farnese per denunciarne l'adesione alla dottrina della giustificazione professata da Gaspare Contarini, da R. Pole e da G.G. Morone; 1551, alla fine dell'anno o all'inizio del successivo si reaca Roma; con il pretesto di sistemare le pendenze ereditarie del fratello, si reca personalmente a Roma per discolparsi delle striscianti accuse di cui è fatto segno; – Gritti Morlacchi, Alberto o p. Alberto da Bergamo (Sommendenna, Val Brembana ?-† 1585), frate cappuccino bergomense, di nobili origini ; predicatore; Trattato delle virtù e dei vizi Sermoni quadrigesimali e de tempore Discorsi di santi. [Tutti in latino, inediti, ma i manoscritti sono stati distrutti da un incendio.] . – Guidiccioni, Giovanni (Lucca 1500-Macerata 1541) letterato e poeta italiano Rime Orazione alla repubblica di Lucca (1533). – Ilarione da Ciserano († 1634) frate cappuccino, laico, della monastica provincia dei SS. Faustino e Giovita; 1634, 8 settembre, muore nel convento di Bergamo. [Cingendosi con il suo cordone, il capitano spagnolo Don Pedro di Padiglia, guarisce dei dolori…]. – Imberti, Ignazio da Casnigo († 7 marzo 1632) frate cappuccino, padre; 1600, padre guardiano nel convento di Trescore; 1601-20, viene sempre eletto superiore locale di Sovere, Romano, Breno, Vertova, Almenno, Rivolta, Caravaggio, Bergamo, Edolo da cui, valicando i monti si reca spesso in Valtellina a predicare; 1621, viene inviato in Valtellina come direttore della Missione contro i protestanti Grigioni; [Suoi coadiutori fin dall'inizio nella Val di Munster (S. Maria) sono p. Eugenio († 1629) e p. Valentino († 1630 ca), entrambi della Val Camonica. Un altro suo compagno è p. Donato da Corteno.] 1622, si reca a Roma per riferire sulla situazione in Valtellina a Gregorio XV; viene nominato commissario apostolico anche per la Valtellina e per l'Engadina; 1624, fonda un convento a Tirano; 1628, fonda un convento a Sondrio per la provincia di Milano; [Il cardinale Federico Cornaro, vescovo di Vicenza, dimorante in Roma, gli dona alcuni corpi di santi e molte sante reliquie (in cinque capsule di legno - capsulae scafulae; reliquie tolte dal Cimitero di Callisto e altrove) che egli distribuisce nel modo seguente: - i corpi di san Valeriano e di san Celestino alla chiesa prepositurale di Casnigo, assegnandone una porzione alla parrocchiale di Nese; - il corpo di santa Felicita vergine e martire alle Madri Servite del Paradiso (Bergamo); - il capo di santa Felicita vergine e martire al dottor Giuseppe Medolago; . il corpo di sant'Agnese Martire alla chiesa di Leffe; - alcune particelle importanti di tutte, alle monache di Borgo di Terzo; - piccoli frammenti al conte Gio. Girolamo Albani; - il capo di sant'Emerenziana lo tiene per sé; come da pubblico strumento - tre atti redatti dal notaio episcopale Pamphilus Betuschus - rogato a' 26 di giugno dell'anno 1628.] 1629, fonda un convento a Morbegno, per la provincia di Milano; intanto gli eserciti del Collalto nel loro passaggio dalla Rezia e Valtellina, specialmente i Lanzichenecchi del Waldstein, lasciano per tutta la striscia percorsa, da Coira a Mantova, la peste; 1632, ammalato di pleurite, muore nel convento di Tirano. – Ippolito da Scalve († 10 dicembre 1619) frate cappuccino, della famiglia Albrizzi (o Albrici); 1565, ancora giovane diventa cappuccino; 1575, si reca in Missione in Francia, per combattere il calvinismo, assieme al p. Mattia da Salò commissario generale; qui viene eletto apresiedere i conventi di Parigi e di Medone; 1587, commissario generale della provincia di Lione, viene inviato come commissario generale nelle Fiandre, in seguito alla richiesta di cappuccini avanzata a papa Sisto V da Alessandro Farnese, duca di Parma e governatore delle Fiandre e Paesi Bassi per don Filippo II re di Spagna; nelle Fiandre viene bene accolto dal duca, dai signori cattolici e specialmente da due nobili suoi compatrioti: Leonardo Tassi, maestro delle poste, e Raimondo suo fratello, membri del Gran Consiglio di Bruxelles (dove per il momento ci sono solo quattro cappuccini e un convento); per tre volte viene eletto Ministro Provinciale nelle Fiandre e Paesi Bassi; 1600, a Bruxelles, grazie a lui, esistono ora tredici conventi e oltre duecento giovani cappuccini; 1619, muore nel convento di Bergamo assistito dal definitore generale p. Teodoro Foresti. [Antichissima famiglia: Tajana degli Albrizzi nel 1249 era console di giustizia.]. – Jeronimo da Mendieta (XVI) frate francescano spagnolo; Historia Ecclesiastica Indiana (offrirà documenti autorevoli a Giovanni da Torquemada per la sua Monarquia Indiana). – Joris, David o Jan de Bruges o Jan von Binningen (XVI) ricco e benefico mercante a Basilea, in realtà capo degli anabattisti fiamminghi. – Lair, John [John Siberch] (Siegburg, presso Colonia ?-?) stampatore tedesco; 1519, arriva a Cambridge, dove è il primo stampatore in Inghilterra a possedere caratteri greci pur non avendo stampato alcun libro in tale lingua; 1523, quando riparte, ha prodotto appena dieci libretti e un'indulgenza. [Cambridge rimane indietro di circa quarant'anni rispetto ad Oxford.]. – Leonardo da Bergamo (XVI) frate cappuccino, padre, della nobile famiglia Benaglio; attivo nel Provinciale Definitorio e nel governo di tutta la provincia, al quale fu assunto nel 1598, 1600, 1601, 1611 e 1612. – Lobo, Alonso di Medina Sidonia (XVI) frate francescano, prima dei Discalciati e poi dei Cappuccini, predicatore; Commentari d'Isaia ammirato da Federigo Borromeo (conservò l'opera precedente all'Ambrosiana con una noticina laudativa di suo pugno). [Così Gregorio XIII: Toletus docet, Panigarola delectat, Lupus movet.]. – Lodovico da Selvino († 1669) frate cappuccino, padre, affiliato alla monastica provincia di Venezia; benché sacerdote, esercita l'ufficio di portinaio nel convento di Udine; 1669, aprile, muore a Udine. – Longo, Maria Lorenza (XVI) monaca, istitutrice del nuovo ramo del Secondo Ordine, le Clarisse Cappuccine. – Longo, Pietro (XVI secolo - † fine gennaio 1588, giustiziato) libraio veneziano. – Lorenzo da Brindisi († Lisbona 1619) frate cappuccino; guida dodici cappuccini italiani a Vienna e poi a Praga dove incontrano ostilità mortali; promuove la crociata contro i turchi iniziata da Rodolfo d'Absburgo, cercando adesione tra i principi tedeschi, predicando tra il popolo e movendo a capo dell'esercito austriaco armato del suo crocificco, nella battaglia di Stuhlweissenburg, vinta dai cristiani; 1609, mediatore tra Baviera e Spagna; 1617, mediatore tra Savoia e Mantova; 1618, mediatore tra i Napoletani e Filippo III (mirante ad ottenere un alleggerimento dell'enorme pressione fiscale gravante sul Mezzogiorno). – Luigi Francesco d'Argentan (XVI) frate cappuccino, autore di eloquenti conferenze teologico-spirituali sulla grandezza di Dio, di Gesù Cristo e della Vergine. – Luigi Sotelo di Siviglia (XVI) frate francescano, martire in Giappone; 1615, accompagna l'ambasciatore giapponese Hasecura in Spagna ottenendo che venga battezzato col nome di Filippo nel monastero delle Clarisse di Madrid quando lo stesso ambasciatere si reca a Roma, ospite del convento d'Aracoeli, ed ha due volte udienza da Paolo V, promette per il suo re Musamura protezione ai missionari e ai cristiani; 1662, quando, per contrasti in patria, riesce a raggiungere il Giappone, in una giunca cinese, non viene più trattato come diplomatico e chiuso in prigione; 1664, viene bruciato vivo con altri compagni: due francescani, un gesuita e un domenicano. [Sette mesi prima di morire indica, in un memoriale al papa, i provvedimenti per evitare le persecuzioni: a) l'arruolamento di un clero indigeno, per allontanare dai sacerdoti (che sono tutti missionari europei) il sospetto politico, e per averli nel pericolo pronti e capaci di confortare i fedeli senza essere facilmente riconosciuti dalla differenza di razza; b) una migliore organizzazione gerarchica. Al posto di un solo vescovo, che non abita sempre in Giappone, un vescovo per ogni Ordine missionario, alla dipendenza di un Metropolita.]. – Mainardi, Agostino († 31 luglio 1563) padre agostiniano; 1538, in quaresima, nella Chiesa di Sant'Agostino a Roma, espone la "dottrina luterana della grazia" mettendosi in seguito in rotta con la chiesa di Roma; 1563, muore come pastore protestante di Chiavenna. – Manzoli, Pier Angelo o Marcello Palingenio Stellato (Stellata, Ferrara 1500-1543 ca) medico e umanista italiano Zodiacus vitae (1536, in XII libri, ca 60 edizioni nei paesi protestanti). – Marco da Lisbona (XVI) frate francescano; Cronaca (raccolta di biografie). – Mariano da Firenze (XVI) frate francescano; [polemizza con gli Agostiniani per distruggere l'opinione di uno di loro, Giacomo da Bergamo, che Francesco d'Assisi fosse stato novizio agostiniano a Mantova; polemizza con i Domenicani sulla precedenza dei due Ordini nella professione della povertà; polemizza con un Servita per Giacomo della Pieve ecc.] Fasciculus chronicarum seraphici Ordinis Minorum (prima storia dei francescani, esposta per ordine cronologico, dalle origini al 1486, attinta direttamente alle fonti, divisa in cinque libri, di cui si serviranno largamente gli storici posteriori, in particolare il francescano irlandese Luca Wadding; introvabile!!). – Mattia da Bergamo († 2 gennaio 1586), frate cappuccino, chierico, della provincia di Milano. – Mattia da Salò (XVI) frate francescano; Pratica dell'orazione mentale ovvero contemplativa. – Mauri, Francesco da Spello (XV) Francisciade (1550, poema eroico, con protagonisti Francesco d'Assisi e i suoi cavalieri; su disegno de La Franceschina di Giacomo Oddi). – Merici, Angela (XVI) monaca, fondatrice delle Orsoline, nuova congregazione del Terz'Ordine regolare. – Michelangelo da Napoli (XVI) frate francescano, storiografo. – Michele da Bergamo (XVI-XVII) frate cappuccino, padre, architetto. – Morgan, William (?-?) vescovo del Galles; Bibbia (1588, magnifica traduzione in gallese) [Fondendo il ricco e fresco vocabolario della poesia barda con i ritmi maestosi del Vulgata di san Gerolamo e della Bibbia ginevrina, egli ha composto un modello che determinerà il corso della prosa gallese, allo stesso modo della Bibbia di M. Lutero e della Versione Autorizzata per le letterature tedesca e inglese. Grazie a lui il gallese diventerà l'unica lingua celtica in possesso di una letteratura pari a quella di tutte le altre nazioni.]. – Motolinia, Toribio de Benavente (XVI) frate francescano spagnolo, uno dei primi dodici frati entrati in Messico nel 1524; Historia de los Indios en la Nueva España. – Musso, Cornelio da Piacenza (XVI) frate francescano dei Conventuali, predicatore; vescovo di Bitonto. – Muzzarelli, Girolamo (XVI) ecclesiastico bolognese; [Figlio di Gaspare, figlio di Ludovico. Ebbe tre fratelli, probabilmente maggiori: Domenico, Vincenzo e Giovanni Battista. La famiglia Muzzarelli era suddivisa in due rami: l’originario, bolognese (estintosi nel XVII secolo) e il ferrarese. Il suo nome da secolare – ammesso che fosse diverso da quello religioso – non è noto.] 1525, entra tra i domenicani del convento di Bologna; 1547-49, partecipa come teologo alla fase bolognese del Concilio di Trento; 1547, dopo la morte di fra Graziano da Lodi, viene eletto priore del convento, ma la sua elezione è annullata perché l’incarico è incompatibile con quello di lettore; 1548, 29 dicembre 1548, il generale domenicano Francesco Romei da Castiglione lo nomina inquisitore di Bologna; 1550, viene rieletto priore del convento di Bologna, ma riuscirà a ricoprire l’ufficio per soli due mesi perché il neoeletto pontefice Giulio III (G.M. Ciocchi Del Monte) lo vuole a Roma come maestro del Sacro Palazzo; egli provvede così a completare la stesura del catalogo di opere proibite già iniziato dal suo predecessore E. Foscarari; di fatto comincia a svolgere il ruolo di informatore e di uomo di fiducia del pontefice nei confronti dell’Inquisizione romana; 1551-52, cerca di coordinare la vasta operazione antiereticale nata dalle delazioni dell’ex anabattista Pietro Manelfi, recandosi a Venezia, Ferrara, Bologna e Firenze; 1553, dicembre, viene premiato dal pontefice con l’arcivescovato di Conza, nel Regno di Napoli e, subito dopo, con la nunziatura presso Carlo V; 1555, dopo la morte di Giulio III e il brevissimo pontificato di M. Cervini (Marcello II), sale al soglio pontificio G.P. Carafa (Paolo IV); la sua posizione si fa insostenibile: oltre all’orientamento politico anti-imperiale del nuovo pontefice, a renderlo inviso al papa è soprattutto il ruolo di contenimento dell’azione del S. Uffizio da lui svolto fino a poco prima; 1556, 31 luglio, implora il card. S. Rebiba – che lo sostituirà tra poco – di ottenere dal papa di essere dimissionato dall'incarico; 14 agosto, viene richiamato ufficialmente a Roma; 1557, ottobre, viene nominato consultore del S. Uffizio romano; 1560, si trova a Bologna, dove esercita l’umile incarico di maestro degli studenti nel suo convento di origine; 1559, dopo la morte di Paolo IV, i suoi nipoti Giovanni Carafa e il card. Carlo Carafa vengono processati per omicidi e altri reati; 1560, giugno, egli contribuisce al processo inviando un memoriale; [In esso egli accusa il cardinal nipote nientemeno che di eresia e in particolare di non aver creduto nella presenza reale del corpo di Cristo nell’ostia consacrata. Su tale questione, anzi, sarebbe stato anche istruito un processo, poi perduto.] 1561, muore a Salerno, ospite di Girolamo Seripando. – Nardi, Giovanni Leone o Giovanni Leonardi (XVI) visionario italiano, autore di un libro, stampato a Basilea, sul metodo della prossima conversione dei maomettani e degli ebrei al cristianesimo; Lucida Explanatio super librum Alchoranum legis saracenorum seu Turcarum, in quo manifesta est Evangelii Dei et domini nostri Iesu Christi confirmatio, et ostenditur quam male liber ipse hactenus fuerit intellectus… (Basilea 1553) [Coloro che hanno mal compreso il Corano sono stati i maomettani stessi, perché non han saputo vedere la rivelazione di Cristo. Il libro comprende due trattati, il secondo dei quali porta il titolo: Lucida explanatio super Alchoranum legis saracenorum… Ioanne Leone Nardo, servo Dei et domini nostri Iesu Christi scriptore et non autore ipsius libri. Nunc prima edita.] 1554, vaga per la Svizzera, da Basilea (dove è in relazione con Amerbach e dove abita presso C.S. Curione), a Berna, a Ginevra, a Losanna, a Zurigo, provenendo, a quanto egli stesso dice, dall'Inghilterra proclamando di avere avuto delle visioni; [Aveva ottenuto sempre le stesse accoglienze: diffidenza e rifiuto di credere alle visioni che proclamava di avere avuto, e come punizione di questo rifiuto e delle "mormorazioni" contro di sé concepiva la persecuzione di Maria [la Sanguinaria] contro i protestanti inglesi (Septem conclusiones). Dall'Inghilterra cerca di diffondere i suoi scritti in Francia ma questi finiscono in Fiandra, dove vengono sequestrati sollevando un incidente diplomatico nel quale egli viene difeso da Morysine (ambasciatore inglese presso Carlo V) che lo conosce personalmente. Alle insistenze del Granvelle, preoccupato probabilmente per il carattere delle lettere dirette a un personaggio non nominato ma forse importante, e per la propaganda che il visionario pare abbia tentato di esercitare in Francia, il Morysine risponde trattarsi di cose più atte a far ridere che a commuovere. Dal visionario, l'ambasciatore inglese ha avuto solo oscure promesse di conversione dei turchi e di ogni altro tipo di infedeli, compresi gli ebrei, al cristianesimo, attraverso la sua predicazione.] Le sue idee e il tipo della sua predicazione risultano chiari, più che dal libro, dalle tesi che egli invia ai capi delle varie chiese svizzere, impegnadosi a sostenerle e ad afffermarle rigorosamente. [Nell'Indice di Pio IV del 1564 (Indice Tridentino) figura solo il "Sertorio"; in quello di Sisto V del 1590 figurano insieme Johannes Leonardus Sertorius e Johannes Leonis Nardi, sempre fra gli autori di prima classe. L'Indice di Benedetto XIV (Roma 1764) identifica Joannes Leonis Nardi (come già aveva fatto l'edizione di Clemente VIII del 1688: Joan, Leonardus, Sartorius) con Joannes Leonardus Sertorius pedemontanus, il quale non può essere altri che il visionario di cui sopra. E le Septem conclusiones presentate a Zurigo, identiche nella sostanza e in parte nella forma con la predicazione ginevrina, portano appunto il nome di Leonardus Sertorius Pedemontanus. Si tratta probabilmente di un membro della famiglia Sertori (emigrata a Ginevra a cominciare da Jean-Gérard nel 1551) ma certo non identificabile con il Jean-Léonard morto nelle carceri dell'Inquisizione a Torino, e consigliere della corte di Savoia. Delio Cantimori, Eretici italiani del Cinquecento, Sansoni Spa, Firenze 1967. ] – Núñez Cabeza De Vaca, Álvaro (1500 ca-Siviglia 1560) esploratore spagnolo, al seguito di una spedizione comandata da P. Narváez (1527-28) viene catturato presso la foce del Mississippi dagli indiani che lo tengono prigioniero per sei anni, risparmiandogli la vita grazie alle sue conoscenze mediche Naufragios (1542, Naufragi, integrato poi dai Comentarios (Commentari) del suo scrivano Pero Hernandez) 1537, torna in Spagna 1540, è nominato governatore della colonia del Plata; durante il viaggio fa naufragio sulla costa del Paraguay, regione che è il primo ad esplorare 1544, a seguito di intrighi, viene esiliato in Africa, dove rimane otto anni; 1552, riabilitato, ha la carica di giudice nel tribunale supremo di Siviglia. – Obizio da Niardo († 1599) frate cappuccino proveniente dal villaggio della Val Camonica già provincia di Bergamo; ancora giovanetto veste l'abito dei canonici regolari di san Lorenzo Giustiniani detti di San Giorgio in Alga; Le vite e le azioni dei Santi della diocesi di Brescia (1589, Marchetti) Manoscritto sulla nobiltà bresciana. – Panigarola, Francesco (XVI) frate francescano degli Osservanti, predicatore; Lettioni sopra dogmi fatte da F. Francesco Panigarola minore osservante alla presenza e per commandamento del Serv.mo Carlo Emanuelle Duca di Savoia, l'anno MDLXXXII in Turino (in Venetia, preso Pietro Dusinelli MDLXXXIIII) Gli stessi argomenti sono nelle: Prediche quadragesimali… predicate da lui in San Pietro di Roma, l'anno 1577… (in Venetia, Appresso Pietro Miloco, MDCXVII) Interprete dell'atteggiamento più diffuso di fronte alla Controriforma, egli vede nell'Inquisizione e nell'Indice i pilastri della pace e della stabilità dell'Italia in un mondo sconvolto da guerre. Pio V gli facilitò gli studi nelle scienze sacre e della lingua orientale; C. Borromeo, suo assiduo uditore, lo volle vicino nell'agonia fino alla morte; Gregorio XIII non mancava alle sue prediche; Sisto V lo nominò vescovo di Asti. – Papino, Girolamo (XVI) domenicano, originario di Lodi e inquisitore di Ferrara; 1516, entra nel convento bolognese di San Domenico dove ha tra i suoi compagni di studio Leandro Alberti e tra i suoi allievi G. Muzzarelli, Reginaldo Nerli e E. Foscarari; 1533, "magister studentium"; 1536, passa a insegnare a Ferrara, in qualità di "lector generalis" di teologia; 1540, … e di "lector generalis" di metafisica; diventa confessore del duca Ercole II d'Este; [È in questo periodo che il duca comincia a sollecitare l'ordine domenicano a designarlo come inquisitore di Ferrara. Proprio quest'anno è coinvolto nel processo modenese contro Camillo Renato durante il quale assume un atteggiamento assai mite, nonostante la gravità delle accuse, probabilmente su richiesta del duca estense che ne apprezza la disponibilità a tener conto delle esigenze politiche in sede inquisitoriale.] 1544, tornato a Bologna, riceve il baccalaureato; 1547, è designato reggente dello Studio; ha modo quindi di frequentare G.G. Morone legato papale della città; e di partecipare ai dibattiti conciliari nel collegio dei theologi minores; 1548, ottobre, è nominato inquisitore di Ferrara; [Nomina fortemente voluta da Ercole II d'Este ma osteggiata dall'ordine che lo accusa di aver sostenuto la tesi «che la semplice fornicatione non sia peccato mortale», tanto che a confermarla deve intervenire un breve di Giulio III il 2 gennaio 1552.] 1557, alla notizia della sua morte, il duca di Ferrara si premura di farne sequestrare «tutte le scritture che parlano in materia di lutheranesimo alli gentilhuomini sì di Madama illustrissima nostra consorte come d'ogni altro del Stato nostro», e soprattutto «quel libro di frate Giorgio siciliano che fu impiccato a Ferrara, se vi sarà». [Balza agli occhi il riferimento impreciso (forse non a caso) al modo in cui Giorgio Siculo era stato giustiziato (1551). Il duca sa comunque che l'inquisitore appena scomparso possedeva il Libro grande di Giorgio Siculo. Era stato lui stesso, ai primi di ottobre 1950, ad approvare per la stampa l'Epistola alli cittadini di Riva di Trento dell'eretico siciliano.] – Passeri, Francesco da Bergamo (Berbenno, Valle Imagna 1556 ca-Viterbo 1626) frate cappuccino, padre; [Figlio di Pietro e di Felicita Mazzoleni; uno dei suoi fratelli sposa una Aldobrandini (sorella del cardinale, futuro Urbano VIII) che gli dà il figlio Cinzio il quale, sotto la direzione del cardinale Ippolito suo zio materno, viene innalzato al cardinalato.] inizia i suoi studi a Roma e li termina a Padova dove prende però presto l'abito dei cappuccini; 1570-71, è presente durante la carestia delle romagne; 1592, è Guardiano a Bagnaia; è Guardiano a Viterbo; [Quando un potente gli uccide un fratello di sangue, un Passeri-Aldobrandini, egli si reca spesso con suo nipote p. Dionisio, figlio dell'ucciso, in casa dell'uccisore.] 1626, 28 settembre, muore. [La sua vità sarà scritta da p. Giambattista da Collevecchio.]. – Paul da Lagny (XVI) frate cappuccino, discepolo di Benedetto da Canfield; Chemin abrégé de la perfection chrétienne. – Pauli, Johannes († 1530) frate conventuale, lettore, predicatore e scrittore alsaziano; Schimpf und Ernst (1519, opera satirica con cui muove indirettamente battaglia ai Protestanti e divenuta presto popolarissima). – Pietro Bresciano da Casalmaggiore o Camillo Renato (XVI) riformatore cremonese, capo anabattista; già frequentatore di eretici nei Grigioni. – Pietro d'Alcantara (XV-XVI) frate francescano spagnolo, santo; [Fa parte dei Discalciati che con lui vengono poi chiamati Alcantarini.] la sua opera si estende su tutta la Spagna, rifoma Clarisse, arruola Terziari, sale fino a Carlo V e a Giovanna d'Austria, che lo vorrebbero per confessore… è amico del domenicano Luigi da Granata, del gesuita Franco Borgia, della carmelitana Teresa di cui è il grande direttore spirituale e consigliere nella riforma del Carmelo; i Discalciati di cui fa parte dopo di lui svengono chiamati Alcantarini; fonda nuovi conventi dando ad essi costituzioni severissime, riguardo alla povertà, al digiuno, alle discipline, alle veglie. – Pirckheimer, Charitas (XVI) badessa delle Clarisse di Norimberga. – Pole, Reginald (Stourton Castle, Staffordshire 1500-Londra 1558) ecclesiastico inglese, figlio di un parente di Enrico VII. . – Priuli, Alvise (Venezia ? - Padova luglio 1560) nobile patrizio veneto, legato al circolo degli "spirituali"; 1532, conosce a Padova il card. R. Pole del quale diventa un caro amico; ha frequentazioni anche con P. Bembo e Vittore Soranzo, P. Carnesecchi, Marcantonio Flaminio, Vittoria Colonna e altri; 1553, segue il card. R. Pole, nominato legato apostolico in Inghilterra da Giulio III; 1558, novembre, muore il card. R. Pole; 1559, solo ora, dopo la morte di Paolo IV, persecutore dei suoi amici, rientra in Italia; 1560, luglio, muore a Padova. – Protasio da Palosco († 1618) frate cappuccino, padre, della famiglia Baldelli; 1618, 22 febbraio, muore nel convento di Brescia. – Pulinari, Dionisio (XVI) frate francescano; Cronache della Provincia di Toscana (in toscano parlato). – Quesada, Gonzalo Jiménez de (Granada 1500-Mariquita, Nueva Granada 1579) conquistatore spagnolo della Nueva Granada (Colombia) 1537, comincia ad esplorare la grande pianura centrale della Colombia, abitata dai "chibcha"; di qui estende la conquista dell'intera regione, fondandovi una nuova città, Santa Fe de Bogotà e spingendosi verso le coste atlantiche; contrastato nei suoi diritti da altri due conquistadores, S. Benalázar, proveniente da Quito, e N. Federman, proveniente dal Venezuela, torna in Spagna dove non gli sono riconosciuti quegli onori che si aspetta; dopo aver vagato in Spagna, Francia e Italia, impegnato anche nell'attività letteraria, è nominato maresciallo e inviato nuovamente da Filippo II in Nueva Granada; dirige allora la sua ultima sfortunata spedizione verso il favoloso Eldorado: dopo due anni deve fare ritorno con solo 25 dei suoi 800 uomini. – Remigio da Bergamo († 1610) frate cappuccino, padre; 1610, muore nel convento di Crema. – Ribeira, Bernardino da Sahagún (XVI) frate francescano spagnolo operante in Messico, traduttore in azteco classico del Vangelo e delle Epistole; Historia general de las cosas de Nueva España (vera enciclopedia della civiltà messicana; opera comunque interrotta e dispersa, venendo egli accusato di offendere la povertà spendendo tempo e denaro in ricerche oziose). – Ricci, Paolo o Camillo Renato o Lisia Fileno (1500 ca-1575 ca) francescano e riformatore siciliano. – Ridley, Nicholas (Unthank Hall, Northumberland 1500 ca-Oxford 1555, arso sul rogo) ecclesiastico anglicano, studiò a Cambridge, Parigi e Lovanio; la sua predicazione sulle condizioni dei poveri influì notevolmente sulla fondazione di alcuni ospedali di Londra; 1535, respinge la dottrina della transustanziazione eucaristica e aderisce alle idee protestanti; 1537, cappellano di Th. Cranmer; 1547, vescovo di Rochester, collabora con Th. Cranmer alla riforma del culto e alla compilazione del Prayer Book; 1550, dopo essere stato uno dei commissari incaricati di esaminare i vescovi cattolici S. Gardiner ed E. Bonner, deposto quest'ultimo gli succede come vescovo di Londra; 1553, alla morte di Edoardo VI si dichiara favorevole alla successione di Jane Grey, affermando che l'ascesa al trono di Maria Tudor sarebbe esiziale per la religione protestante; divenuta regina Maria, viene fatto imprigionare nella Torre di Londra; da qui viene trasportato ad Oxford dove, dichiarato eretico e scomunicato, viene arso sul rogo insieme al vescovo H. Latimer. – Ridolfi, Pietro da Tossignano (XVI) frate francescano; Historiarum seraphicae religionis libri tres (scritta, fra l'altro, con l'intenzione di offrire ai giovani una specie di "Plutarco francescano"). – Rode, Dietrich [Theoderich Rood] (?-?) stampatore tedesco di Colonia; 1478-86, ad Oxford stampa diciassette libri assai mediocri, in gran parte scritti da scolastici, fra cui: Pro Milione di Cicerone (1478, primo autore classico pubblicato in Inghilterra) [Forse la Oxford University Press, il "diavoletto che provoca gli errori di stampa" - il Druckfehlerteufel del gergo tipografico tedesco - deve essersi divertito a far saltare via una x dalla data del colophon del primo libro dello stampatore tedesco. La data errata MCCCCLXVIII invece dell'esatta versione MCCCCLXXVIII provocherà qualche dotta controversia tra i bibliografi.]. – Ruggieri [o Ruggeri], Cosimo [o Cosmo] [in francese: Côme Ruggieri [o Cosme de Rogier] (Firenze, ... – Parigi, 28 marzo 1615) astrologo, abate e storiografo italiano. – Salvatore da Rivolta (XVI) frate cappuccino, padre, predicatore della monastica provincia di Milano. – Scullica, Teofilo o fra Teofilo di Calabria o di Tropea (XVI) ecclesiastico italiano, nativo di Tropea; entra tra i domenicani nel convento di San Domenico Maggiore di Napoli; 1537, 13 settembre, è nominato maestro di studio e lettore di arti - cioè professore di logica e di filosofia - sia degli studenti domenicani sia dei secolari nello studio di San Domenico di Napoli (anno 1537-38); 1538-39, continua a ricoprire la carica di maestro di studio; 1539, 24 marzo, è nominato commissario per la raccolta delle indulgenze in Sicilia e in Calabria per finanziare il capitolo generale che si terrà a maggio; esaminato e promosso in questo capitolo per conseguire il magistero, viene istituito baccelliere ordinario - commentatore delle Sentenze di Pietro Lombardo - a San Domenico di Napoli per gli anni scolastici 1539-40 e 1540-41; 1541, 27 settembre, terminato il suo incarico a Napoli, ottiene la facoltà di conseguire il magistero in teologia; 1° novembre, sta progettando di recarsi a Parigi (per conseguire forse il magistero in teologia) e viene autorizzato a vendere libri acquistati con soldi di famiglia; divenne maestro e, contemporaneamente forse, teologo del card. G.P. Carafa di Napoli; 1542, Paolo III crea l'inquisizione romana, chiamata comunemente il Sant'Uffizio; [A capo di essa pone tre cardinali, tra i quali G.P. Carafa, ed alle loro dirette dipendenze come vero responsabile dell'ufficio, dai compiti ancora non definiti, un commissario generale o sotto-inquisitore.] dietro suggerimento del card. G.P. Carafa è chiamato per primo a ricoprire la carica di commissario generale; [Egli contemporaneamente comincia anche a insegnare Teologia all'università romana della Sapienza ed allo stipendio di cento scudi, dovutogli come professore, i cardinali inquisitori chiedono al papa che per il suo prezioso servizio sia aggiunto un altro sussidio di altri cento scudi.] 1551, giugno, muore a Roma (forse non ancora 50enne). – Sebastiani, Antonio o Antonio Minturno (Traetto, odierna Minturno, Latina 1500-Crotone 1574) letterato italiano, vescovo di Ugento, allievo di Agostino Nifo; Poëmata tridentina (1564, otto) Carmina latini (1548) Rime e prose volgari (1559) De poëta (1559) Arte poetica (1563). – Scève, Maurice (Lione, 1500?-1560) poeta francese neoplatonico dell'école lyonnaise; La déplourable fin de Flamete (1535, La deplorevole fine di Fiammetta, adattamento dell'ultima parte di Fiammetta del Boccaccio) Arion (1536, egloga facente parte di una raccolta promossa da E. Dolet in occasione della morte del delfino di Francia figlio di Francesco I) Délie, objet de plus haute vertu (1544, Delia, oggetto di altissima virtù, 449 epigrammi amorosi scritti per Pernette du Guillet) La Saulsaye (1547) Microcosme (1562, Microcosmo). – Silvestro da Esine († 1581), frate cappuccino, della Val Camonica; già maestro di scuola si fa cappuccino nella monastica provincia di Venezia. – Silvestro da Val Camonica († 1576), frate cappuccino, padre; muore nel convento di Vertova (quando non è ancora finita la "fabrica"). – Simeone da Saviore (XVI) frate cappuccino, padre, predicatore, della monastica provincia dei SS. Faustino e Giovita. – Solano, Francesco (XVI) frate francescano spagnolo, compagno di fra Luigi Bolaños; pervenuto dall'Andalusia al Rio de la Plata, muore a Lima dopo aver convertito parecchie migliaia di "selvaggi" del Tucuman. – Soranzo, Vittore († 1558) ecclesiastico veneto ; vescovo di Bergamo; 1539, segue P. Bembo in curia a Venezia; 1540, si reca a Napoli dove, insieme con P. Carnesecchi, è protagonista di un repentina conversione religiosa sotto il segno indelebile del magistero valdesiano; [Ne scaturiscono stretti rapporti con: . P.A. Di Capua, . Donato Rullo, . Lattanzio Ragnoni, . Germano Minadois, . M.A. Flaminio.] vissuto per qualche tempo a Viterbo, ha stretti rapporti con gli "spirituali" e con numerosi eterodossi; [Tra questi: . Bartolomeo della Pergola, . Giovan Battista Scotti, . Ludovico Castelvetro, . Guido Giannetti da Fano, . Girolamo Borri.] 1544, è designato suffraganeo con diritto di successione nella diocesi del suo venerato mentore e patrono P. Bembo; particolarmente intensa e talora imprudente è la sua opera di proselitismo destinata ora a trasferirsi nell'impegno pastorale a Bergamo per diffondere tra i chierici e laici la teologia del Beneficio di Cristo; di qui i precoci sospetti su di lui da parte del Sant'Uffizio; 1547, estate, G.G. Morone ritiene opportuno metterlo in guardia da alcune «imputationi» di cui è fatto segno a Roma; 1551, febbraio, si reca a Roma per rispondere alle accuse di cui è stato fatto segno; [L'inchiesta ha preso avvio dal processo contro uno dei parroci a lui più legati, don Omobono da Cremona, i cui atti sono già stati portati a Roma nella primavera del 1550 dall'inquisitore di Bergamo, fra Domenico Adelasio, quasi certamente su ordine del Sant'Uffizio che da tempo tiene d'occhio il vescovo. Il 23 luglio 1550 , forte di questa documentazione, la congregazione ordina a fra Domenico Adelasio di promuovere in gran segreto il processo informativo, i cui verbali vengono poi recapitati a Roma ai primi di gennaio 1551 dove nel frattempo depongono altri testimoni, tra i quali: . A. Grisonio, . D. Laínez, . Alonso Salmerón, . A.M. Ghislieri.] 1558, 13 maggio, muore. [Poco tempo prima, Paolo IV è riuscito comunque a condannarlo formalmente.] – Sozzini, Camillo (XVI) riformatore religioso; [Fratello di Lelio.] 1563/64, mentre il suo vero carattere di «omnium prope haeresum foetidissima lerna» è ormai conosciuto, si trova per qualche tempo a Zurigo ma qui viene subito riconosciuto perché abita in casa di Antonio Mario Besozzi; [L'autorità ufficiale ha lasciato partire costui, ma i pastori non recedono dalla loro certezza, fino a fare un indizio di colpa l'accettare la sua ospitalità.] i pastori prima avvertono i seniori della chiesa locarnese di tenerlo lontano, affinché il sospetto non ricada su di loro, ma poi gli fanno comprendere che è meglio partire, per bocca del vecchio H. Bullinger; che, avendolo incontrato per strada, rifiuta di stringergli la mano; in pratica egli se ne parte senza bisogno di una particolare deliberazione dell'autorità civile; poiché il patriarca Scipione Lentulo, informato di tutto questo, gli impedisce di stabilirsi a Chiavenna, egli si reca a Priur presso Girolamo Turriani che lo accoglie per sei anni in casa sua, in grandissima e intima familiarità; – Sousa, Martim Afonso de (Vila Viçosa 1500 ca-Lisbona 1564) colonizzatore portoghese; 1530-33, governatore della Nuova Lusitania (Brasile), sconfigge i corsari francesi che ne infestano i mari e completa l'esplorazione delle coste; fonda la colonia di São Vicente, dove installa il primo molino da zucchero del Brasile, e quella di Piratininga, l'attuale San Paolo, mantenendo buoni rapporti con gli indios; tornato in patria viene nominato capitano maggiore dei mari dell'India dove combatte valorosamente, ampliando il dominio portoghese nel Malabar; 1542, ha la carica di governatore delle Indie Orientali che detiene fino al 1545 commettendo errori e irregolarità amministrative; Trattato di navigazione (1534, pubblicato dal suo maestro P. Nunes, servitosi delle osservazioni scientifiche da lui compiute nei mari del Brasile). – Speroni, Sperone (Padova 1500-1588) scrittore italiano; allievo a Bologna di P. Pomponazzi, membro dell'Accademia degli Infiammati; Gerusalemme liberata di T. Tasso (revisione su incarico dell'autore) 1560-64, è a Roma; Dialoghi: - Dell'amore - Della cura familiare - Della dignità della donna - Della discordia - Dell'usura - Della vita attiva e contemplativa - Della rettorica - Dell'istoria - Delle Laudi del Catajo (Venezia 1534, Colli Euganei) - Delle lingue (1542) ecc. Discorsi su: - Eneide - Divina Commedia - Orlando furioso Canace (1542, tragedia, oggetto di lunghe controversie) Apologia (1543, relativa alla precedente) 1573-78, è ancora a Roma. – Spiera, Francesco (XVI) religioso; 1548, giugno, abiura le dottrine luterane che finora ha professato e diffuso a Cittadella; in seguito, pentitosi dell'abiura, cade in disperazione, morendo infine dal rimorso e rimanendo convinto, fino all'ultimo, di essere dannato irrimediabilmente per aver "rinnegato Cristo". [Alla sua morte sono presenti anche P.P. Vergerio [il Giovane] e Matteo Gribaldi Mofa che, assieme ad altri personaggi dell'Università di Padova, parteciparono alla redazione della Historia Francisci Spierae, qui, quod susceptam semel evangelicae veritatis professionem abnegasset damnassetque, in horrendam incidit damnationem… (Basilea, 1550), con una sdegnosa prefazione di Jean Cauvin, il quale trova che il religioso ha ben meritato la sua sorte e che questa è un buon esempio per la leggerezza di carattere degli italiani.] – Stefano da Bergamo (XVI) frate cappuccino, padre, predicatore della monastica provincia veneta; 1606, durante l'interdetto del papa contro la Serenissima rimane con i suoi religiosi fermo nell'ubbidienza alla chiesa; 1630, Guardiano nel convento di Treviso. – Tranquillo da Ciserano (XVI) frate cappuccino, laico, di famiglia facoltosa; 1627, muore nel convento di Bergamo. – Umile da Sarnico 1631, muore. – Urbano da Bergamo († 28 dicembre 1549), frate cappuccino, uno dei primi ad abbracciare la riforma, sacerdote, affiliato alla monastica provincia di Bologna; muore nel convento di Ferrara. – Usodimare, Stefano († 1557) ecclesiastico italiano, dell'Ordine dei Domenicani Predicatori; [Nato a Genova da una nobile famiglia di origine spagnola.] maestro in teologia appartenente alla Congregazione Lombarda; 1546, procuratore generale dell'Ordine; 1553-57, è nominato 46° maestro dell'Ordine da Giulio III; [Succede a Francesco Romeo.] – Vacca, Francesco da Bagnacavallo (XVI) riformatore religioso italiano; arriva a Chiavenna accompagnato da un certo pittore Giovanni ed entrambi si professano scacciati dalla patria per la loro religione; da Chiavenna egli si reca a Piur dove per qualche tempo rimane in casa del Camulio; ritornato a Chiavenna si manifesta "ariano" negando la divinità di Cristo e rifiutando ogni discussione e ogni dimostrazione anche solo scritturale; si avvia, probabilmente, verso la Moravia, dopo aver tentato realmente di sovvertire la chiesa riformata di Chiavenna. [Chiede infatti ai ministri di Chiavenna che, benché sia deciso ad abbandonare la regione, gli sia concesso di parlare di fronte a tutto il "popolo" della comunità. La caratteristica della sua proposta sta nella condizione che in questa adunanza pubblica di tutta la massa della popolazione riformata abbiano diritto di parlare «omnes pauperes mechanici, autores, sartores, et huiusmodi homines» poiché egli non tiene in nessun conto «nobiles, medicos, doctores et similes». L'antico contrasto fra poveri e ricchi accenna a trasformarsi in quello fra «mechanici» e «nobiles et doctores». Le sue speranze sono frustrate perché si convoca sì l'adunanza di tutti i fedeli, proprio come egli ha richiesto, ma i ministri si sono messi tutti d'accordo per impedire ad ogni modo che egli parli ed esponga le sue dottrine; il collegio dei ministri si raduna prima dell'assemblea e lo invita davanti a sé per sentire le ragioni; ma questi, naturalmente, vedendo che non c'è nessuno del "popolo" rifiuta di parlare e viene scomunicato.] – Veniero da Montepeloso (XVI-XVII) frate francescano; 1632-36, vicario di Terra Santa; Relazione fedele della grande controversia nata in Gerusalemme, circa alcuni santuari dai Greci usurpati ai Latini, descritta da un Religiosso Minorita [Gli Annali della Custodia nel Seicento registrano una continua alternanza di perdite e di recuperi, a prezzo di sangue e di somme favolose, dei Luoghi Santi, occupati con secolare sacrificio, dai Frati della Corda di cui i vari Firmani riconoscono necessariamente i diritti ma sono allo stesso tempo pronti a negarglieli appena se ne presenta l'occasione.]. – Vermigli, Pietro Martire (Firenze 1500-Zurigo 1562) frate agostiniano orientatosi verso il protestantesimo nel 1541. – Villasimplez, don Giovanni González de († 1548) funzionario spagnolo, vissuto a Saragozza, consigliere segreto di Carlo V e conservatore dei beni reali in Aragona; [Padre di quattro figli: Giovanni Luigi, primogenito, succeduto al padre in tutte le sue funzioni; Melchiorre, figlio cadetto, e due figlie donna Aldonza e donna Anna. Dopo la morte prematura della consorte si fa sacerdote e diventa intimo amico di don Francesco Borja.] 1547, fa un ritiro spirituale con p. Torres e un altro con p. Araoz; 1548, poco tempo prima di morire fa visita a don Francesco Borja. [A Saragozza aveva già eretto per le due figlie, non ancora maritate, una casa con annessa una chiesetta a guisa di convento privato. Poiché per desiderio del papa la fondazione veniva annullata, il vecchio conservatore si era deciso a legare casa e chiesa ai gesuiti. Pochissimi padri lavorano in questo periodo a Saragozza e l'arcivescovo Ferdinando d'Aragona è prevenuto contro i gesuiti. Nel testamento definitivo è stipulato che casa e chiesa, insieme con una fondazione di mille ducati, oltre a una rendita o un usufrutto annuo di mille soldi d'oro, sono legati alla Compagni di Gesù in vista della fondazione di un collegio, mentre un diritto a vita all'alloggio è riservato alla figlia donna Aldonza.] 1548, dopo la sua morte i figli litigano per il testamento. [Più precisamente don Luigi e donna Anna attaccano la sorella col pretesto che almeno Anna abbia gli stessi suoi diritti. Nel 1549 p. Araoz riesce a stabilire una certa pace tra i fratelli: Anna e i fratellli riconoscono il diritto dei gesuiti a occupare la casa durante la vita di donna Aldonza; da parte loro i gesuiti rinunciano pubblicamente a tale diritto e sono poi espressametne pregati dagli eredi di occupare la casa e di dare inizio ai lavori del collegio. Ma le cose si complicano a tal punto che soltanto la morte degli eredi (post 1563) porrà fine alla questione… mentre i padri gesuiti rimarranno a Saragozza.] – Vincenzo da Caravaggio (XVI-XVII) frate cappuccino, padre; alunno della monastica provincia dei Santi Faustino e Giovita, famoso professore di sacre scienze e profane; 1628, rivede e approva per la stampa l'opera Del digiuno nonziale di p. Celestino. – Vittore da Bergamo († 11 settembre 1566) frate cappuccino, laico, affiliato alla provincia di Milano; muore nel convento di Varese. – Wadding, Luca (XVI-XVII) frate francescano irlandese (figura centrale del Seicento francescano). – Wanckel, Nicolas (XVI) frate francescano; Geyslich Strass (Norimberga 1521). – Wickram, Jörg (Colmar, Alsazia 1500- ca-Burgheim sul Reno 1562 ca) scrittore tedesco Ritter Galmy (1539, Cavaliere Galmy) Historie von Reinhart und Gabriotto (1551, Storia di Renardo e Gabriotto) Der jungen Knaben Spiegel (1554, Lo specchio dei fanciulli) Goldtfaden (1554, Filo d'oro) Von Guten und Bösen Nachbaurn (1556, il buono e il cattivo vicino) Rollwagenbüchlin (1555, libriccino da carrozza). – Whitechurch, Edward (?-1562) stampatore inglese; Portiforium secundum usum Sarum… in quo nomen Romano pontifici falso ascriptum omittitur (1541, I ed., primo breviario anglicano; 1543, II ed.) 1543, a lui e a Richard Grafton viene concesso da Enrico VIII un privilegio reale che conferisce loro l'incarico di stampare tutti i libri liturgici per uso interno nel regno. – Willot, Enrico (XVI) frate francescano; Athenae orthodoxorum sodalitii francescani (contiene notizie biografiche di frati e l'elenco delle loro opere). – Zannettini, Dionigi [Grechetto] (Nauplia, Grecia ? - Roma 1566) ecclesiastico italiano; 1529, è nominato vescovo di Ceo e Termia; lasciata l'isola di Cipro per contrasti con l'arcivescovo, si trasferisce a Vicenza al servizio del card. N. Ridolfi; 1538, è nominato vescovo di Milopotamos; 1545, …e anche vescovo di Cheronea; [Personaggio dal carattere astioso, vendicativo e fanatico, compie un'intensa attività di delazione ai danni di tutti i principali ecclesiastici sospetti di eresia (a partire da R. Pole e G.G. Morone fino a P.P. Vergerio [il Giovane]), denunciandoli in particolare con molte lettere dirette ai cardinali Alessandro Farnese e G.A. Sforza di Santa Fiora (che gradivano). Wikipedia.] partecipa assiduamente alle varie fasi del Concilio di Trento; 1546, si rende protagonista di una clamorosa rissa col vescovo della Cava Giovanni Tommaso Sanfelice, sostenitore della giustificazione per fede; in seguito rinuncia ai suoi due vescovadi e, dopo un breve soggiorno a Venezia, vive a Roma negli anni cinquanta e sessanta; 1566, muore a Roma. – Zeffirino da Bergamo (XVI-XVII) frate cappuccino, padre; 1588, Guardiano a Treviglio; 1589, Guardiano a Vertova; 1590, Guardiano a Soncino; 1591, commissario generale in Sardegna per fondare la provincia monastica sarda; 1597, torna a Bergamo dove nel capitolo viene eletto Guardiano di Vertova; 1599, Guardiano di Breno; 1605, Guardiano di Trescore dove probabilmente muore. [Un altro p. Zeffirino da Bergamo nel 1630 parte da Lovere per recarsi a Clusone per servire gli appestati.]. – Zenone da Bergamo (XVI-XVII) frate cappuccino, padre, più volte guardiano del convento di Monaco di Baviera, più volte lettore; Un metodo per meditare l a passione di N. S. Gesù Cristo (Monaco 1609, poi ristampato con aggiunte) 1612, nel capitolo celebrato in Monaco di Baviera viene eletto supremo moderatore della monastica provincia Tirolese-Bavarica; 1613, riconfermato nel capitolo di Ausbourg; 1614, riconfermato nel capitolo di Monaco. – Ziletti, Giordano († 1583 ca) libraio bresciano; primo editore di casa Ziletti, intrattenne per alcuni decenni rapporti con eretici italiani e stranieri. [Figlio di Gianfrancesco e zio di Francesco di Ludovico. Genero di Vincenzo Valgrisi.] 1548, viene fatto arrestare dall'Inquisizione di Bologna per aver acquistato un magazzino contenente uno stock di libri proibiti. Egli riesce a convincere i giiudici che sua intenzione è comperare solo i libri "buoni" ed il Sant'Uffizio lo rilascia dopo tre settimane; 1548-56, tiene bottega a Roma; 1550, viene nuovamente tratto in arresto: due suoi commessi vendevano titoli proibiti dai banchi della libreria. Ma, ancora una volta, se la cava con un giorno e una notte di prigione, spiegando di essere stato autorizzato a tenere libri proibiti ad uso dei prelati che dovevano recarsi a Trento e che in sua assenza i commessi avevano venduto per errore i libri alle persone sbagliate; 1556, solo ora si stabilisce a Venezia (nonostante vi abbia pubblicato almeno un titolo nel 1549), quando intraprende l'attività editoriale all'insegna della Stella, in Merceria; 1560, si incontra a Francoforte con Pietro Perna (e poi nel 1568) tenendosi inoltre in contatto con il pure bresciano Girolamo Donzellini. 1569, prende parte alla generale opposizione all'Indice paolino, ma si rassegna prima di altri a presentare l'inventario; 1570, dopo la "purga", l'Inquisizione torna ad ammonirlo perché ha libri proibiti; 1574, è chiamato a deporre, accusato di essersi accompagnato a Girolamo Donzellini a Roma; pienamente consapevole delle sue convinzioni, ammette una conoscenza di vecchia data, negando però che il medico bresciano abbia mai tentato di convertirlo all'eresia. Non sa neppure – sostiene – che fosse eretico, personalmente non s'è mai interessato di questioni religiose e non ha mai letto la Bibbia. L'Inquisizione non procede contro di lui. 1583, cessa le pubblicazioni per morire lo stesso anno o poco dopo. [Da solo o in società ha pubblicato 140 titoli, la maggior parte tra il 1556 e il 1578, qualche altro tra il 1582 e il 1583. Nel suo catalogo, opere latine di vario argomento fanno la parte del leone, ma vi figurano anche scritti di argomento non religioso di almeno tre eretici italiani: . poesie latine del letterato protestante milanese Publio Francesco Spinola, fatto affogare dall'Inquisizione di Venezia nel 1567, pubblicate nel 1563; - uno scritto di logica, stampato lo stesso anno, di Agostino Curione (figlio di Celio Secondo Curione), del quale si dice stesse adoperandosi per diffondere l'eresia a Venezia e Padova, - una raccolta di lettere latine di Cornelio Donzellini, uscita nel 1574. Non mancano testi di soggetto religioso che rappresentano circa un settimo di tutta la produzione. Tra questi: - il discorso introduttivo del cardinal R. Pole al Concilio di Trento, scritto nel 1545, ma pubblciato nel 1562, impregnato di una visione del rapporto fede-opere che non fu accolta né dai cattolici né daivprotestanti. Rielaborato da: Paul F. Grendler, L'Inquisizione Romana e l'Editoria a Venezia 1540-1605, Il Veltro Editrice, Roma 1983.] – Zinano, G. (sec. XVI) Della ragione degli Stati, libri XII… con due trattati, uno del segretario, l'altro del consigliere (Venezia 1626, opera dedicata all'imperatore Ferdinando II) [I due trattatelli risultano già stampati l'anno precedente.]. |
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