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Papa
Innocenzo VIII

(1484-1492)

ANNO 1491





1491
SACRO ROMANO IMPERO
Friedrich III
Albero genealogico
(Innsbruck 1415 - Linz 1493)
figlio di Ernst I [il Ferreo], duca di Stiria, e di Zimburga di Masovia [Piasti];
[appartiene al ramo leopoldino degli Asburgo.]
1424-93, duca di Stiria, Carinzia, Carniola e Tirolo (Federico V);
[succeduto al padre]
1440-93, re di Germania e dei romani (Federico IV);
alla morte del cugino Alberto II riceve dai principi elettori sia la corona sia la tutela di Ladislao [Postumo] erede di tutti i territori posseduti dal ramo albertino degli Asburgo nonché delle corone di Boemia e d'Ungheria;
nel 1438, con il concordato di Vienna, ottiene da papa Niccolò V una serie di concessioni e di rinunzie a favore della corona e dei principi tedeschi che gli valgono una notevole preponderanza sulla chiesa in Germania;
1452-93, imperatore del Sacro Romano Impero (Federico III);
riceve la corona imperiale a Roma dalle mani di Niccolò V;
dal 1453 arciduca d'Austria;
1457-93, duca d’Austria (Friedrich V);
nel 1457, alla morte di Ladislao [Postumo], rivendica a sé il diritto all'eredità di tutti i possessi territoriali della casata asburgica e, ottenutili dopo non poche lotte, unifica i domini acquistati, costituendo così il più esteso tra gli stati tedeschi:
Austria eretta in arciducato (1453), Stiria, Carinzia, Carniola, Tirolo;
nel 1458 non riesce a salvaguardare i suoi diritti sui regni di Boemia e d'Ungheria;
nel 1477 combina il matrimonio di suo figlio Massimiliano e Maria di Borgogna, figlia di Carlo [il Temerario], ponendo così le basi della futura potenza asburgica;

Massimiliano I d'Absburgo
Albero genealogico
(Wiener Neustadt 1459 - Wels, Alta Austria 1519)
figlio di Friedrich III e di Leonor di Portogallo;
1477, 19 agosto, sposa Maria di Borgogna, figlia ed erede di Carlo [il Temerario] morto in battaglia all'inizio dell'anno; il possesso dei domini borgognoni gli viene però a lungo conteso dalla Francia contro la quale sostiene una lunga guerra;
1479, vittorioso a Guinegate;
1482, dopo la morte della moglie deve rassegnarsi a stipulare con Luigi XI un accordo in base al quale quest'ultimo entra in possesso dell'Artois e della Borgogna, mentre la Franca Contea viene promessa in dote a sua figlia Margarete, che avrebbe dovuto sposare il delfino; dell'eredità borgognona gli rimangono quindi solo i Paesi Bassi che resisteranno a lungo (1489) prima di riconoscere la sua sovranità;
1486-1519, re dei romani;
1489-1519, arciduca del Tirolo;
[grazie all'abdicazione dello zio Sigmund.]
nel 1490 sposa per procura Anna di Bretagna minacciando così di chiudere in una morsa il regno francese;
riesce ad espellere da Vienna Mattia Corvino;
1491
Anna di Bretagna è però costretta a rinunciare a queste nozze e a sposare invece Carlo VIII, il quale rimanda a suo padre Margarete d'Absburgo;




1493-1519, arciduca d’Austria;
1493-1519, re di Germania;
1508-19, imperatore del Sacro Romano Impero;

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1491
REGNO di BOEMIA e REGNO d'UNGHERIA
Ladislao II o VII - Jagellone III

(n. 1456 - Buda 1516)
figlio di Casimiro IV re di Polonia e di Elisabetta d’Absburgo;
1471-1516, re di Boemia (Ladislao II);
nel 1478, con la pace di Olmütz, conferma a Mattia Corvino il possesso delle terre conquistate a Giorgio Podebrad (Moravia, Slesia e Lusazia);
nel 1483, si scontra con l'opposizione hussita che crea tumulti a Praga;
1490-1516, re d'Ungheria (Ladislao VII);
[dopo la morte di Mattia Corvino.]

 



1491
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1491
REGNO di POLONIA
Casimiro IV
Albero genealogico

(Cracovia 1424 - Grodno 1492)
figlio di Ladislao II Jagellone e di Edvige d’Angiò;
1440-92, granduca di Lituania (Casimiro II);
eletto dalla nobiltà locale, con la sua nomina rende il paese indipendente di fatto dalla corona polacca;
1445-92, re di Polonia;
1456-66, lunga guerra contro i cavalieri teutonici che, con la pace di Torun, sono costretti a restituire la Pomerania e a rendergli omaggio feudale;
nel 1470 combatte contro Mattia Corvino che contende a suo figlio Ladislao (il futuro Ladislao II) il trono di Boemia;




1491
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1491
Albero genealogico

(Ansbach 1455 - Schloss Arneburg 1499)
figlio di Albrecht III [Achille] e di Margherita di Baden;
1486-99, elettore di Brandeburgo;

1491
Federico III [il Saggio]
Albero genealogico

(Torgau 1463 - castello di Lochau, Annaburg 1525)
figlio di Ernesto duca elettore di Sassonia (linea ernestina) e di Elisabetta di Baviera;
1486-1525, duca elettore di Sassonia;





Alberto IV [il Coraggioso]
Albero genealogico

(Grimma, Lipsia 1443 - Emden, Bassa Sassonia 1500)
figlio di Friedrich II [il Pacifico] e di Margherita d’Austria;
è l'iniziatore del ramo albertino della casa di Wettin;
1464-85, duca di Sassonia;
[regge il ducato con il fratello maggiore Ernesto.]
nel 1474, generale tra i più abili del tempo, appoggia la politica imperiale lottando contro Carlo [il Temerario];
1485-1500, margravio di Meissen (Alberto II)
1485-1500, duca elettore di Sassonia;
dopo la spartizione di Lipsia;
nel 1487, appoggia la politica imperiale lottando contro Mattia Corvino;
1489-94, governatore dei Paesi Bassi;




1491
ducato di Baviera
Georg di Wittelsbach [il Ricco]
Albero genealogico

(Landshut 1455 - Ingolstadt 1503)
figlio di Ludwig IX [il Ricco] e di Amalia di Sassonia;
1479-1503, duca di Baviera in Landshut e Ingolstadt;




Albrecht IV [il Saggio]
Albero genealogico

(Munich 1447 - Munich 1508)
figlio di Albrecht III [il Pio] e di Anna von Braunschweig-Grubenhagen;
1467-1508, duca di Baviera-Monaco;
[con il fratello Sigmund e poi da solo, cercando invano di estendere i confini fino a Ratisbona.]



1504-08, duca di Baviera-Ingolstadt u.Landshut;
1505-08, duca di Baviera;
[dopo aver riunito i domini]








1491
IMPERO OTTOMANO
Bayezid II [il Giusto o il Pio]

(1447-1512)
figlio di Mehmet II;
1481-1512, sultano;
[pur sospettato di parricidio, mediante l'appoggio dei giannizzeri e di una potente fazione di alti funzionari, supera l'opposizione del fratello Cem.]
nel 1482 il fratello Cem, suo oppositore, fugge a Rodi;
nel 1483 riprende, con esito alterno, la politica espansionistica del suo predecessore; perfeziona la conquista dell'Erzegovina; proibisce la riproduzione meccanica di qualsiasi testo arabo e turco cso il Corano;
nel 1484 combatte contro croati, ungheresi e polacchi, alternando vittorie e insuccessi, guerre e tregue;





1491
1488-91, combatte senza successo contro i Mamelucchi di Egitto e Siria per il controllo della Cilicia;
la guerra con i Mamelucchi d'Egitto e Siria per il controllo della Cilicia si conclude con delle perdite territoriali, sancite con la pace del maggio 1491.




1491
RUSSIA
Ivan III [il Grande]
Albero genealogico
(Mosca 1440 - 1505)
figlio di Basilio II [il Cieco] ;
1449, già co-reggente del padre;
1462-1505, gran principe di Mosca;
continua con esito favorevole la politica di unione delle terre russe già iniziata dai suoi predecessori, superando l'ostilità della Lituania e dell'Orda d'Oro;
nel 1474 conclude con Mengli-Ghiray, khan della Crimea, un'alleanza contro l'Orda d'Oro e si volge contro la repubblica di Novgorod [ormai in stato di debolezza cronica, divisa al suo interno tra il partito dell'oligarchia commerciale e aristocratica che si appoggia allo stato polacco-lituano e il popolo che si appoggia alla Russia];
nel 1478 prende possesso di Novgorod incorporandone i territori nello stato moscovita;
nel 1480 respinge un attacco di Ahmat khan dell'Orda d'Oro [sarà definitivamente liquidata da Mengli-Ghiray nel 1502];
nel 1483 riesce ad annettere Rjazan;
nel 1485 riesce ad annettere Tver;
nel 1487 riesce ad annettere Kazan;

 
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1491
Moldavia
Stefano III [il Grande]
(n. 1433 ca - m.1504)
figlio del principe Bogdan II della stirpe dei Musat;
1451, dopo la morte del padre, ucciso dal fratello Pietro III Aron, intraprende con quest'ultimo una lunga guerra;
1457-1504, voivoda di Moldavia;
grazie anche all'appoggio di Vlad III di Valacchia;
nel 1467, con la battaglia di Baia, ferma l'attacco degli ungheresi;
nel 1469, con la battaglia di Lipnik, ferma l'attacco dei tatari;
nel 1475, con la battaglia di Racova, ferma l'attacco dei turchi; allarga il proprio dominio a spese dell'Ungheria e della Valacchia;
nel 1484 perde gli importanti centri commerciali di Kilija e Akkerman;
nel 1489 è costretto, anche per la persistente incapacità degli stati cristiani di opporsi congiuntamente all'espansione degli ottomani, a riconoscersi tributario di Costantinopoli;



 
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1491
REGNO di FRANCIA
Carlo VIII
Albero genealogico
(Amboise 1470 - 1498)
figlio di Luigi XI e di Carlotta di Savoia;
[ultimo sovrano della dinastia dei Valois.]
1483-98, re di Francia;
[1483-91 - reggente la sorella Anna di Borbone-Beaujeu.]
1491
prese in mano le redini del governo, pone l'assedio a Rennes costringendo alla fine Anna di Bretagna [sposata per procura con Massimiliano di Absburgo nel 1490] a concedergli la sua mano portandogli in dote l'importante provincia;




Primo ministro
[Sovrintendente delle Finanze]
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Cancelliere-Guardasigilli
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Segretario di stato agli Affari Esteri
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1491
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1491
ducato d’Angiò
Renato II
Albero genealogico

(n. 1451 - Fains, Barrois 1508)
figlio di Federico (Ferri) di Lorena conte di Vaudémont e di Iolanda d'Angiò (figlia di Renato I [il Buono]);
1473-1508, duca di Lorena;
ereditato il ducato dal cugino Niccolò d'Angiò, con il trattato di Nancy deve cedere a Carlo [il Temerario] duca di Borgogna le più importanti piazzeforti del paese;
nel 1475 è costretto a rifugiarsi a Lione dove prende il comando di truppe svizzere;
nel 1476 sconfigge Carlo [il Temerario] a Grandson e a Morat;
nel 1477 uccide Carlo [il Temerario] nell'assedio di Nancy;
1480-1508, duca di Bar;
succeduto a Renato I [il Buono], è attratto dalle vicende italiane;
nel 1483 combatte a fianco di Venezia durante la guerra di Ferrara, senza nascondere le sue ambizioni sul regno dell'Italia meridionale su cui vanta i diritti della sua famiglia materna;
nel 1485 impone alla Lorena la legge salica, vietando la separazione del ducato di Bar; non avendo avuto figli dalla moglie Giovanna d'Harcourt, la ripudia per Filippa di Gheldria che gli dà un successore, Antonio;
allo scoppio della "congura dei baroni" nell'Italia meridionale contro Ferdinando I d'Aragona, nonostante le insistenze di papa Innocenzo VIII e le precedenti promesse, non interviene dedicandosi invece al miglioramento del proprio stato e del suo assetto politico;





1491
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1491
ducato di Savoia
Carlo II Giovanni Amedeo
Albero genealogico
(Torino 1490 - Moncalieri 1496)
figlio di Carlo I [il Guerriero] e di Bianca del Monferrato;
[succeduto al padre a 9 mesi]
1490-96, principe di Piemonte;
1490-96, conte di Aosta, Maurienne e Nizza;
1490-96, duca di Savoia;
1490-96, marchese di Saluzzo;
1490-96, re di Cipro e Gerusalemme [titolare];







 
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1491
REGNO d'INGHILTERRA
Enrico VII Tudor
Albero genealogico

(castello di Pembroke 1457 - Richmond, Londra 1509)
1485, vissuto finora in esilio, è legato alla casa dei Lancaster da un doppio vincolo di parentela in quanto figlio di:
- Edmondo Tudor, conte di Richmond, figlio di Owen Tudor (secondo marito di Caterina di Valois, vedova del re Enrico V) e quindi fratellastro di Enrico VI, e di
- Margherita di Beaufort discendente da Giovanni di Gand, duca di Lancaster.
1455-85, guerra delle due rose;
1485-1509, re d'Inghilterra;
[dopo essersi fatto proclamare re sul campo di battaglia di Bosworth, nel Leicestershire.]
nel 1486 sposa Elisabetta di York, figlia di Edward IV, ed imprigiona Edward conte di Warwick (nipote di Edward IV e unico erede maschio degli York);
nei primi anni di regno il suo potere viene insidiato dai complotti organizzati dal partito yorkista, capeggiato da Margherita di Borgogna (sorella di Edward IV di York);
nel 1487 gli viene opposto Lambert Simnel che, spacciandosi per il conte di Warwick (in realtà prigioniero nella Torre), viene proclamato re dai yorkisti irlandesi e sbarca in Inghilterra alla testa di un esercito; sconfitto dalle truppe reali e smascherato, Simnel finisce a corte come sguattero;




1491
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a

1491
REGNO di SCOZIA
James IV
Albero genealogico

(1473 - Flodden Field, Northumberland 1513)
figlio di James III Stuart e di Margarethe di Danimarca;
1488-1513, re di Scozia;
fattosi proclamare re dai nobili dopo averne capeggiato la rivolta contro il padre, promuove lo sviluppo economico del paese mantenendo buoni rapporti con Enrico VII Tudor;

1491
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a

1491
REGNO di DANIMARCA, REGNO di NORVEGIA e REGNO di SVEZIA
Johan I
Albero genealogico
(Aalborg 1455 - Aalborg 1513)
figlio di Christian I e di Dorotea di Brandeburgo;
nel 1478 sposa la p.ssa Christine di Sassonia;
1481-1513, re di Danimarca e di Norvegia;
1483-1501, re di Svezia (Johan II);
duca di Schleswig-Holstein

1491
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1491
REGNO di PORTOGALLO
Giovanni II [il Principe Perfetto]
Albero genealogico
(Lisbona 1455 - Alvôr 1495)
figlio di Alfonso V [l'Africano] e di Isabella di Braganza;
1471, prende parte alla spedizione paterna in Marocco dove è nominato governatore;
1481-95, re di Portogallo;
salito al trono limita i privilegi della nobiltà e dirige mirabilmente le esplorazioni oceaniche dell'Africa, perfezionando un tipo di nave ritenuto da tutti ideale per tali viaggi: la caravella con vela latina;




1491
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1491
REGNO di NAVARRA e REGNO di ARAGONA
Ferdinando II [il Cattolico]
Albero genealogico

(Sos, Aragona 1452 - Madrigalejo, Estremadura 1516)
figlio di Giovanni II d'Aragona e della sua seconda moglie Giovanna Enriquez;
1469, Valladolid 19 ottobre, sposa Isabella, sorellastra di Enrico IV di Castiglia;
1474, alla morte di Enrico IV, la figlia Giovanna [la Beltraneja], sposa Alfonso V re del Portogallo;
ne segue una lunga e dura lotta di successione tra le due pretendenti e i rispettivi mariti;
1479-1516, re d'Aragona e di Sicilia;
dopo la conclusione di una lunga e dura lotta per la successione;
con la morte di Giovanni II d'Aragona inizia il regno congiunto dei due sovrani: ciascuno figura come principe consorte nel regno dell'altro, e sul piano costituzionale la Castiglia e l'Aragona rimangono due stati separati, ma tra Ferdinando e Isabella regna una piena intesa;




1503-16, re di Napoli (Ferdinando III);
1512-16, re di Spagna (Ferdinando V);





1491
dal 1478 opera il Sant'Uffizio (Inquisizione spagnola);
1481-92, lunga guerra rivolta tutta al regno di Granada l'ultimo caposaldo arabo nella penisola iberica;



1491
REGNO di CASTIGLIA e di LÉON
Isabella I [la Cattolica]
Albero genealogico

(Madrigal de las Altas Torres, Ávila 1451 - Medina del Campo, Valladolid 1504)
figlia di secondo letto di Giovanni II di Castiglia e di Isabella di Portogallo;
1469, 19 ottobre, liberata dal castello di Madrigal dove Enrico la teneva in una velata prigionia, può sposare Ferdinando d'Aragona, re di Sicilia ed erede della corona aragonese: questo matrimonio, atto di volontà della principessa, non è certo gradito ad Enrico IV né negli ambienti diplomatici portoghesi, inglesi e francesi;
a questo punto molti dei grandi di Castiglia, temendo un rafforzamento che alla corona castigliana sarebbe pervenuto dall'unione con quella aragonese il giorno in cui Ferdinando avesse ereditato l'Aragona, oppongono alle sue ragoni quelle di Giovanna la Beltraneja, figlia presunta di Enrico IV;
1474-1504, regina di Castiglia;
dopo la morte del fratello, anche se la lotta per il riconoscimento dei diritti ereditari continua;
nel 1475 la la battaglia di Toro fra portoghesi e castigliani ha esito incerto;
nel 1476, alla morte del gran maestro dell'ordine cavalleresco di Santiago, pretende che questa carica venga assegnata al marito;
nel 1479 viene sottoscritto il trattato di Alcoçobes (o Alcáçovas) con i portoghesi, in base al quale Giovanna [la Beltraneja] e suo marito Alfonso di Portogallo rinunciano all'eredità castigliana;
nel 1481 si assiste ad importanti sconvolgimenti legislativi;
nel 1487 pretende ancora che la carica di gran maestro dell'Ordine cavalleresco di Calatrava sia assegnato al marito;


1491
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1491
Monferrato
Bonifacio III Paleologo
Albero genealogico
(n. 1424 ca - m. 1494)
figlio del marchese Giangiacomo Paleologo e di Giovanna di Savoia;
1450, premuto dalle mire dei Savoia e da quelle dei duchi di Milano riconsegna Alessandria, ricevuta dal fratello Guglielmo VIII, a Francesco Sforza;
1483-94, marchese di Monferrato;
nel 1485 sposa, in seconde nozze, Maria, figlia di Stefano Brankovic, ex despota di Serbia;










 
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1491
REPUBBLICA DI GENOVA
"Compagna Communis Ianuensis"
[IV dedizione alla Signoria Sforzesca]
(1488 13 set - 26 ott 1499)
Governatore
Agostino Adorno
(1488 13 set - 26 ott 1499)

1491
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1491
ducato di Milano
Gian Galeazzo Sforza
Albero genealogico
(Abbiategrasso 1469 - Pavia 1494)
figlio di Galeazzo Maria e di Bona di Savoia;
1476-94, duca di Milano;
sotto la reggenza della madre, assistita dal segretario ducale Cicco Simonetta e appoggiata dal partito guelfo;
nel 1479 Bona di Savoia cede e chiama a Milano il cognato;
dal 1480 reggenza e governo effettivo passano nella mani dello zio Ludovico [il Moro ]; nei mesi successivi Bona di Savoia viene estromessa definitivamente e confinata ad Abbiategrasso;
nel 1484 pur avendo ormai raggiunto la maggior età e promesso sposo di Isabella d'Aragona, figlia del re di Napoli, reggenza e governo effettivo rimangono nella mani dello zio Ludovico [il Moro ];
nel 1489 sposa Isabella d'Aragona, nipote di Ferdinando I re di Napoli il quale sta disperatamente cercando di scongiurare l'intervento francese in Italia;
mentre sposato vive, privo di potere, praticamente confinato a Pavia, reggenza e governo effettivo rimangono nella mani dello zio Ludovico [il Moro ];


Ludovico Sforza [il Moro]
Albero genealogico
(Vigevano 1452 - Loches, Turenna 1508)
figlio quartogenito di Francesco Sforza e di Bianca Maria Visconti;
nel 1476 cerca con gli altri fratelli Sforza Maria, Ascanio e Ottaviano di contrastare la successione del nipote Gian Galeazzo Maria;
nel 1477 un suo colpo di mano tentato assieme ai fratelli viene sventato ed i congiurati, banditi dalla città, vengono confinati in diverse città italiane;
da Pisa egli continua la sua azione per scalzare l'autorità di Bona di Savoia e di Cicco Simonetta, contando anche sull'appoggio di Alfonso d'Aragona (figlio del re di Napoli Ferdinando I) e di Roberto di Sanseverino;
nel 1478 verso la fine dell'anno si porta con i fratelli in Liguria, con l'intenzione di puntare su Milano;
nel 1479, nonostante un nuovo bando per ribellione e nonostante la morte di Sforza Maria, assieme agli altri fratelli prende Tortona; Bona di Savoia cede e lo chiama a Milano;
1479-1500, duca di Bari;
dal 1481 è l'incontrastato signore di Milano;
1482-84, combatte contro Venezia la guerra di Ferrara;
1485-86, porta un valido aiuto a Ferdinando I nel corso della "guerra dei baroni";
nel 1487 ristabilisce il dominio milanese su Genova (ribellatasi dal 1477);
nel 1488 interviene nella difesa della nipote Caterina Riario Sforza sostenendo i suoi diritti su Forlì;
1491
sposa Beatrice d'Este stabilendosi nel fastoso castello di Milano;



1494-1500, duca di Milano;






 
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1491
Mantova
Francesco II Gonzaga
Albero genealogico
(n. 1466 - m. 1519)
figlio di Federico I e di Margherita di Baviera;
1484-1519, marchese di Mantova;
succeduto al padre, si avvicina alla Serenissima pur cercando di mantenere il buon vicinato con Milano;
nel 1490 sposa Isabella d'Este; il matrimonio porta ad un intreccio degli interessi, niente affatto coincidenti, dei Gonzaga e degli Estensi, che sottopone a molte oscillazioni la sua politica;

1491
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1491
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Agostino Barbarigo
Albero genealogico
(Venezia, 1419 – Venezia, 20 set 1501)
figlio di Francesco e di Cassandra Morosini; ha tre fratelli (di cui uno doge, Marco, suo predecessore);
1486-1501, doge di Venezia; [74°]



- nunzio pontificio: ? (? - ?)
- ambasciatore di Spagna: ? (? - ?)

1491
resosi vacante il patriarcato di Aquileia, per la morte del cardinale Marco Barbo, nipote di papa Paolo II, il pontefice nomina Ermolao Barbaro, ambasciatore della Repubblica residente a Roma. Questi scrive allora al senato di essere stato d'autorità obbligato ad accettare l'incarico. Le leggi veneziane impediscono però a chiunque sia ambasciatore presso la Santa Sede di ricevere alcun beneficio per cui, secondo l'usanza sarà il senato a proporre al pontefice il nome di un altro patrizio. Il Consigio dei Dieci ordina pertanto al Barbaro di rinunciare alla nomina altrimenti suo padre verrebbe privato della carica di procuratore e i beni della famiglia confiscati. In pochi giorni la persistenza del figlio fa morire il padre; egli stesso muore poco dopo lasciando una fama di grande umanista ma non di filiale ubbidienza al volere della sua patria.
Nello stesso tempo il senato dimostra la sua liberalità decretando vengano assegnate a due figlie di Damiano Moro, morto nella guerra di Ferrara, 40 libbre d'oro per accasarle e 6 libbre ciascuna se invece decidono per il convento.
I turchi per il momento stanno buoni e se da Costantinopoli viene da loro licenziato Girolamo Marcello, giunge poco dopo a Venezia una persona fidata del sultano per delucidarne i motivi; in pratica il sultano non vuole nella capitale alcun console di principi cristiani per timore che vengano spiate le varie risoluzioni della Porta.
Viene istituito un terzo Consiglio di Quaranta Cittadini al quale spetterà decidere sugli appelli riguardanti materie fuori della città [Al I spetta il giudizio sulle cose criminali, al II spetta decidere sull'appello alle sentenze dei magistrati della città].
In materia di elezioni il consigliere Antonio Tron propone che in avvenire i bossoli per le "ballottazioni" siano coperti, non solo, e oltre al colore verde e bianco ce ne sia uno di colore rosso che indicherà la volontà del votante di non essere d'accordo sulle delibere proposte dalle presidenze e pertanto di volerle cambiare.



1491
Firenze
Lorenzo de' Medici [il Magnifico]
Albero genealogico
(Firenze 1449 - 1492)
figlio del banchiere fiorentino Piero e di Lucrezia Tornabuoni;
1466, inizia l' avventura dell'allume che sarà uno dei motivi principali del crollo di casa Medici;
1469-92, signore di Firenze;
alla morte del padre ha solo 21 anni ed è quindi costretto ad affidarsi all'esperienza di Francesco Sassetti che finisce per diventare l'arbitro assoluto dell'impero economico di famiglia;
nel 1475 viene in urto con Sisto IV e ai Medici viene tolto l'incarico di depositari generali della Santa sede, ora affidato al genovese Melladuce Cigala;
nel 1477 si assicura il commercio del ferro stipulando un contratto con il signore di Piombino proprietario delle miniere dell'isola d'Elba;
nel 1478 prende corpo la "congiura dei Pazzi";
il centinaio di esecuzioni che punisce l'assassinio scatena il papa che scomunica Lorenzo e muove guerra; 
le fortune economiche dei Medici sono ormai tramontate e, a catena, il dissesto si propaga a tutte le proprietà dei Medici; ogni intervento, lecito e non, è inutile;
nel 1485, per ripagare i figli del cugino Pierfrancesco, è costretto a cedere loro tra l'altro la villa di Cafaggiolo dalla quale prende nome il suo ramo;
nel 1490, dopo la morte di Sassetti sostituito alla direzione da Giovanbattista Bracci, le cose precipitano;
 
1491
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1491
ducato di Urbino
Guidobaldo I
Albero genealogico
(Urbino 1472 - Fossombrone 1508)
figlio di Federico da Montefeltro e di Battista Sforza;
1482-1508, duca di Urbino;
[sotto la tutela del conte Ottaviano Ubaldini e la raffinata educazione dell'umanista Ludovico Odasio;]
1486-89, iniziata giovanissimo, come tradizione di famiglia, la carriera delle armi combatte nella Marca, in Romagna e in Umbria contro feudatari e città ribellatesi a Innocenzo VIII;
nel 1489 sposa Elisabetta Gonzaga che non gli darà dei figli;
 
1491
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1491
REGNO di NAPOLI e REGNO di SICILIA
Ferdinando I o Ferrante
Albero genealogico

(1431 ca - Napoli 1494)
figlio naturale di Alfonso V [il Magnanimo];
1443-58, duca di Calabria;
[titolo spettante tradizionalmente agli eredi al trono di Napoli.]
nel 1445 sposa Isabella di Chiaramonte;
1454, con la pace di Lodi egli intende mantenere per la penisola lo status quo consacrato;
1458-94, re di Napoli;
succeduto in base alle disposizioni testamentarie del padre, l'ascesa al trono gli viene contestata da più parti:
- da papa Callisto III, signore feudale del regno di Napoli che si rifiuta di riconoscere i diritti di un bastardo;
- da molti baroni favorevoli ad appoggiare le pretese angioine al trono napoletano;
alla morte di Callisto III viene invece riconosciuto dal successore Pio II, cui sta a cuore la pacificazione dei cristiani per poter rilanciare la crociata contro gli ottomani;
il riconoscimento avviene però previa cessione della città di Benevento e corresponsione puntuale del censo che il regno deve alla curia;
non cessa invece l'opposizione dei nobili filoangioini, appoggiati da Genova, che invitano nel napoletano Giovanni d'Angiò perché vi faccia valere i suoi diritti, e al suo fianco si schierano due codottieri illustri, Iacopo Piccinino e Sigismondo Malatesta;
l'intervento di Francesco Sforza al fianco di Ferdinando, l'appoggio di Pio II, l'aiuto apportato dal principe albanese Giorgio Scanderberg salvano il trono aragonese;
nel 1465 cessa ogni resistenza baronale e angioina;
sua figlia Leonora va in sposa a Ercole I d'Este, duca di Ferrara, mentre una sua figlia naturale sposa Leonardo della Rovere, nipote di Sisto IV;
nel 1467 sottoscrive insieme con Milano, Firenze e il papa una lega difensiva che lo assicura contro Venezia;
nel 1478 l'alleanza con Sisto IV e gli interessi espansionistici verso la Toscana meridionale lo fanno coinvolgere nel complotto contro i Medici e nella guerra che ne segue; nello stesso tempo, temendo il prepotere in Milano del ministro C. Simonetta, gli fa appoggiare il colpo di stato di Ludovico [il Moro];
nel 1480 la diplomazia tempestiva di Lorenzo [il Magnifico] lo induce a imporre al papa la pace con Firenze;
nuova lega tra Milano, Firenze e Napoli;
nel 1489, per le sue crudeltà e il mancato ossequio a certe clausole economiche dei trattati del 1486, viene dal papa dichiarato decaduto dal trono;





Alfonso II
Albero genealogico

(Napoli 1448 - Mazzara, Messina 1495)
figlio di Ferdinando e di Isabella di Chiaromonte;
1458-94, duca di Calabria;
nel 1465, riprendendo la politica di riavvicinamento ai duchi di Milano, sposa Ippolita Maria figlia di Francesco Sforza;
1478-79, nella guerra che segue alla congiura dei Pazzi, viene inviato come gonfaloniere a combattere contro Firenze;
1480-81, si distingue contro i turchi che hanno occupato Otranto;
1482-84, si distingue nella guerra di Ferrara;
nel 1485 concede in moglie la figlia Isabella al duca Gian Galeazzo Sforza;
nel 1486, in occasione della congiura dei baroni, sostenuta da Innocenzo VIII, riesce a superare vittoriosamente la crisi costringendo il papa alla pace e dominando i nobili;



1494-95, re di Napoli;




1491
-

1491
il denaro è elargito solo per i due ragazzini Sanseverino, il che fa sospettare che la vecchia contessa Giovanna Sanseverino sia morta.
A tale data il conte di Lauria è forse stato trasferito altrove; suo figlio Berardino risulta invece tra i prigionieri detenuti in Castel dell’Ovo.
Carlo Sanseverino, conte di Mileto, e Girolamo Sanseverino, principe di Bisignano, risultanti in Castelnuovo nel 1488, ora non lo sono più.
[Il segretario regio Giovanni Pontano, succeduto proprio ad Antonello Petrucci, scrive come Ferrante nutra «di cibi buoni e abbondanti i personaggi illustri che teneva carcerati, prendendo di loro lo stesso piacere che i ragazzi prendono degli uccelletti chiusi in gabbia, e più di una volta, congratulandosene con se stesso, e compiaciutosene lungamente e non poco mentr’era tra i suoi amici intimi».]

Vi è un altro momento particolare, nei mesi immediatamente precedenti la firma della pace tra il re e il papa, siglata a Roma il 27 gennaio 1492, in cui l’attenzione degli oratori torna a concentrarsi sulla sorte dei baroni incarcerati.
I due motivi che da otto anni inaspriscono i rapporti tra il pontefice e Ferrante sono il versamento del censo (che il re dovrebbe presentare alla Chiesa nel giorno di San Pietro, ma che rifiuta, inviando solo la chinea) e la sorte dei baroni incarcerati. Gli interventi diplomatici per arrivare a una composizione sono sempre stati numerosi e si intensificano nel corso di quest'anno.
Poiché Innocenzo VIII sembra meglio disposto che in passato a stipulare una tregua, oratori degli stati italiani ed esteri cercano di far leva sul sovrano affinché liberi alcuni dei prigionieri: un gesto simbolico che metterebbe Ferrante in buona luce e potrebbe convincere definitivamente il papa.

Aprile
24
, Marco Coppola e Giacomo Coppola escono dalle carceri «cum securitade però de presentarsi ad omne richiesta».
In concomitanza con la scarcerazione il primogenito – quel Marco Coppola che il giorno della cattura si sarebbe dovuto sposare con la nipote del re – si fa frate.
Appartiene alla congregazione di Monteoliveto, poi ottiene facoltà di passare a quella di S. Giustina. Dal 26 novembre 1498 sarà vescovo di Montepeloso. Morirà nel 1527.]
[Nel 1495, dopo l’ingresso a Napoli di Carlo VIII, gli ambasciatori fiorentini che sono al suo seguito non potranno alloggiare nella casa della loro nazione (è la residenza cittadina appartenuta al conte di Sarno e donata da Ferrante al governo della repubblica gigliata alla fine di settembre 1486) poiché la troveranno
occupata proprio dai figli di Francesco Coppola che ne hanno ripreso possesso.]

Lo stesso mese, Salvatore Zurlo, considerato il braccio destro del principe di Altamura, risulta tra gli uomini d’arme al servizio
della Corona, il che significa che è stato liberato.

Maggio
31
, Aniello Arcamone rientra a Napoli; gli è rinnovata la licenza di recarsi alle terme ma, mentre l’anno precedente, trascorsi 20 giorni, Ferrante aveva imposto che rientrasse in Castelnuovo, «alla stanza dove è stato ritenuto», ora il prigioniero gode di maggiore libertà: l’obbligo di presentarsi a corte ogni qualvolta venga chiamato dal sovrano, lascia supporre che Ferrante lo lascerà comunque «stare in Napoli et in queste circumstantie a suo piacere».

Giugno
ambasciatori spagnoli si presentano a Napoli e sollecitano la scarcerazione di tre baroni; in prima istanza il re risponde che acconsentirà a liberarne uno solo, poi, convinto dalla consorte, accetta che siano due.
Secondo la fonte i papabili sono Berlingeri Caldora, il marchese di Bitonto, e Astore Caracciolo, ma c’è qualche problema: sia il marchese di Bitonto sia il cognato Berlingeri Caldora risultano tra coloro che non sono mai stati incarcerati, e non è stato individuato alcun barone di casa Caracciolo dal nome "Astore", che potrebbe essere un soprannome.

Settembre

tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre del 1491 una «persona di auctorità», la cui identità rimane nascosta, caldeggia la liberazione di altri baroni, in particolare i fratelli Angilberto Del Balzo e Pirro Del Balzo, rispettivamente «il conte di Dugenta» e «il principe di Altamura, che è vecchio» ma non conosciamo l’esito della richiesta.

Ottobre

A coloro che escono vivi dalle carceri, in momenti diversi e prima dell’arrivo in Italia di Carlo VIII, è concessa una sorta di libertà vigilata. I figli di Francesco Coppola, Aniello Arcamone e suo figlio hanno tutti l’obbligo di soggiornare in città e presentarsi al sovrano ogni qualvolta siano chiamati.
Rimane più nebulosa la vicenda del fratello del conte di Sarno, che il re riferisce agli ambasciatori essere stato catturato il 13 agosto 1486.
[Matteo Coppola, nel novembre 1486, non era più a Napoli; lo stesso mese una nave di Francesco Coppola giunge a Otranto con un carico molto importante;
Secondo alcune voci il gran maestro di Rodi aveva sequestrato una nave del carico stimato in 60.000 ducati, appartenente a «Matheo Copula, fratello del conte di Sarno, che era itto in Alexandria».
Tra gennaio e febbraio del 1487 si trovava a Firenze, dove chiedeva un salvacondotto; in aprile era a Venezia, da dove scrisse al sultano Bayazet perché intercedesse in favore del
fratello, conte di Sarno.
Una nave di Matteo Coppola e entrata invece nel porto di Napoli il 13 agosto 1488.]
Quest'anno, fuggito da Milano, dov’è stato trattenuto, per essere rimandato a Napoli, lo si segnala in fuga verso la Francia;
[Qui vi rimarrà come consigliere e «maistre d’ostel» di Carlo VIII, al seguito del quale rientrerà nel regno nel 1495.]

[Sull’uccisione di Matteo Perpignano (v. P.Nasi a Lorenzo [il Magnifico], 20.VIII.1491, Corrispondenza ambasciatori fiorentini, VI, n. 107, p. 154). Passero, Storie, p. 50, scrive, ma senza fare nomi, che il 17 settembre 1487 era stato squartato un tale che aveva cercato di far fuggire dal regno il conte di Mileto. Potrebbe trattarsi proprio dell’esecuzione di Matteo Perpignano.
Le stesse osservazioni valgono per quanto riferisce il cronista Ferraiolo, Cronaca, p. 22, che però anticipa l’evento al 12 settembre 1487.]

Tabella 3: Sorte dei ribelli (in ordine alfabetico)
 
FONTI
GIUSTIZIATI
MAI
INCARCERATI
LIBERATI
in momenti diversi
prima del 1494
nel 1495 e all’arrivo
di Carlo VIII
Coppola Francesco

Perpignano Matteo

Petrucci Antonello

Petrucci Francesco

Petrucci Giovanni
Antonio
Acquaviva Andrea
Matteo

Caldora Berlingeri

Cantelmo Alfonso

Caracciolo Troiano

Centelles Antonio

d’Aiello Nicola Angelo

Del Balzo Giovanni
Paolo

Francesco di Mareri

Giovanni Andrea
da Perugia

Sanseverino
Margherita
, contessa
Arcamone Aniello

Arcamone
,
figlio di Aniello

Arcamone
,
moglie di Aniello

Camponeschi Pietro
Lalle

Coppola Giacomo

Coppola Marco

Petrucci
,
figlia di Antonello

Sanseverino
Berardino

Zurlo Salvatore
Cantelmo Restaino

Ferrillo Paolo

Gesualdo Luigi

Marzano Giovan
Battista

Orsini Raimondo

Orsini Roberto

Pou Giovanni

Sanseverino Amerigo

Sanseverino Barnaba

Sanseverino Carlo

Sanseverino
Girolamo

Sanseverino
Guglielmo

Sanseverino Roberto
FUGGITI
MORTI
INCERTI
prima di essere
arrestati
in carcere
Caetani Mannella

Coppola Matteo

Del Balzo Gisotta G.

da Montefeltro Costanza

Sanseverino Antonello
de Guevara Pietro

Sanseverino Giovanni
Caracciolo Giovanni

Del Balzo Angilberto

Del Balzo Pirro

Marzano Marino

Sanseverino
Giovanna

Vassallo Elisabetta
,
moglie di A. Petrucci
Caetani Pier Berardino

Coppola
, figlio di Matteo

Spinelli Fabrizio

Fonti:

 

[Elisabetta Scarton, La congiura dei baroni del 1485-87 e la sorte dei ribelli. www.academia.edu
Periodo considerato: 1484-1495.]

 

a





Butzer, Martin o Martino Bucero o Martin Kuhhorn (Schlettsdadt 1491-Cambridge 1551) riformatore alsaziano, partecipò alla revisione del Prayer Book di Edoardo VI;
Che nessuno viva per se stesso… (1523)
Compendio di sermoni (1523)
Confessio tetrapolitana (1530, assieme a Capitone)
De regno Christi (1550).
[Alcuni commentari scritturali basati sulla sua esegesi vengono pubblicati a Venezia, tra il 1533 e il 1540, da Antonio Brucioli senza che sia disturbato dal governo.]

Folengo, Teofilo o fra Gerolamo o Merlin Cocal/Coacaio (Mantova 1491-Campese, Bassano del Grappa 1544) poeta italiano, benedettino;
L'Orlandino (1526)
Caos del Triperuno (1526)
La umanità del figliuolo di Dio (1533)
La Palermitana
Opus macaronicum (in « maccheronico », cioè impasto di dialetto-latino) fra cui: Moscheide,Zanitonella, ecc., tradotta in francese con il titolo Histoire Macaronique de Merlin Cocaie, prototype de Rabelais (Paris, Toussanots-Dubray, 1606; apparve pure nel 1734 in due voll.; un'edizione più recente, riveduta e corretta dal bibliofilo P.L. Jacob con delle note e un'annotazione di G. Brunet, uscì nel 1859).
Baldus (1517, I ediz. "Paganini"; 1521, II ediz. "Toscolana"; 1539-40 III ediz. "Cipadense"- Mantova; 1552, postuma, IV ediz "Vigaso-Cocaio"; poema in 25 libri, in esametri).

Greyff, Sebastian [Gryphius] (Reutlingen, Svevia 1491-? 1556) stampatore tedesco;
1520-56, lavora a Lione dove le sue edizioni di autori antichi rivaleggiano con quelle di Aldo Manuzio e di Henri Estienne;
per le edizioni critiche dei medici classici Galeno e Ippocrate si vale della revisione letteraria di François Rabelais;
primo editore del libero pensatore umanista Etienne Dolet.


Recalde, Iñigo López de o Ignazio di Loyola (Azpeitia, Guipúzcoa, 1491-Roma 1556) religioso spagnolo, santo;
Fondatore della Compagnia di Gesù: Gesuiti.

Saint-Gelais, Mellin de(Angoulême 1491-Parigi 1558) poeta francese, figlio del poeta Octavien de Saint Gelais, introdusse nella poesia francese i temi e i modi del petrarchismo italiano; promosse, assieme a C. Marot, la diffusione del sonetto;
1509-18, vive in Italia, studiando presso le università di Bologna e Padova;
1524, rientrato in Francia, prende gli ordini sacri ed è nominato elemosiniere del re, godendo dei favori di Enrico II;
Sofonisba di G.G. Trissino (traduzione; rappresentata a Blois nel 1556)
Poesie (raccolte nel 1547 furono stampate postume nel 1574).

Scotti, Tommaso o Tommaso da Vigevano (Vigevano, 1491 - Roma, maggio 1566) inquisitore domenicano;
1553, è chiamato a Roma per coadiuvare A.M. Ghislieri, commissario generale del Sant'Uffizio;
1557, maggio, assume quest'ultima carica alla nomina cardinalizia di A.M. Ghislieri;
si occupa dell'indagine contro il card. G.G. Morone e di varie altre indagini ad essa connesse (Domenico Morando, Bonifacio Valentini, Antonio Gadaldino), ma anche dei casi di Renata di Francia e Ambrogio Cavalli;
è ovviamente inviso al popolo romano, e non solo;
1559, 18 agosto, alla morte di Paolo IV sfugge all'ira del popolo romano che prende d'assalto il Palazzo dell'Inquisizione a Ripetta;
è, tuttavia, confermato nella carica di commissario generale da Pio IV;
durante il suo papato si occupa delle indagini a carico di Ludovico Castelvetro, Camillo Sozzini e i seguaci superstiti della setta di Giorgio Siculo, e partecipa all'esame di G. Grimani patriarca di Aquileia;
1566, 6 marzo, Pio V lo nomina vescovo di Terni ;
maggio, muore.



Sepúlveda, Juan Ginés de (1491-1573) sostenitore del pieno diritto degli europei a combattere e schiavizzare gli Indios, confutato da Bartolomé de Las Casas.

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«segue da 1490»
1491, Joshua Solomon (Giosuè) (o Israel Soncino) stampa a Napoli, Pentateuco;
il nipote Ghershom (Gerolamo) Soncino, considerato il miglior stampatore ebreo che il mondo abbia conosciuto, si dimostra l'elemento più rappresentativo della famiglia; 
a causa delle persecuzioni antisemite si sposta continuamente in diverse città, in alcune delle quali (Fano e Pesaro) introduce la stampa.
Venezia, il vescovo di Treviso e nunzio pontificio Niccolò Franco dispone che le opere di contenuto religioso e dottrinale devono ottenere un'autorizzazione da parte dell'ordinario diocesano; nel contempo condanna al rogo:
- Monarchia sive de potestate imperatoris et papae di Antonio Roselli;
- Conclusiones philosophicae, cabalisticae et theologicae [novento tesi] di G.F. Pico della Mirandola.
[Si ignora se la sentenza abbia avuto effetto!]
«segue 1493»


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