Papa
Paolo III
(1534-49)
- maestro del Sacro Palazzo:
. G. Muzzarelli
(?-1547)
[cioè consulente teologico del papa]
Congregazione cardinalizia dell'inquisizione
«segue da 1518»
1542
Luglio
21, Roma, con la bolla Licet ab initio
viene istituita da Paolo III la congregazione
della romana e universale inquisizione [futuro Sant'Uffizio],
mediante la quale accentra la repressione contro le infiltrazioni ereticali
in Italia.
Trattasi della "congregazione cardinalizia dell'inquisizione"
[ben distinta dall'inquisizione papale del 1233]
il cui compito è quello di vegliare sulla purezza della fede
e dei costumi; tra i casi emblematici quello di G.
Bruno e di G. Galilei.
Inquisizione romana, ossia dei sei cardinali costituiti "commissari
e inquisitori generali e generalissimi" del papa e della Sede Apostolica
"in ogni città, paese e terra, luogo della Repubblica Cristiana
al di qua e al di là dei monti e dovunque anche in Italia, non
esclusa la Curia romana". Il loro potere si estende dalla inquisizione
delle persone alla incarcerazione dei colpevoli fino alla sentenza finale
e alla confisca dei beni dei condannati a morte.
Troviamo domenicani sia ai vertici:
. J. Álvarez
de Toledo y Zúñiga,
. T. Scullica, calabrese,
primo commissario generale,
. A.M. Ghislieri,
commissario generale,
sia tra coloro che appoggiano invece il tentativo papale di arginarne
la crescente invadenza:
. G. Muzzarelli,
maestro del Sacro Palazzo [cioè consulente teologico del papa];
. fra S. Usodimare,
vicario dell'Ordine dei Domenicani.
Intanto M.A.
Flaminio è già nella lista dei sospetti.
Settembre
Nino Sernini informa il cardinal di Mantova
dei primi sospetti su R. Pole
e i suoi sodali: «S'ha bene qualche dubbio
delli scritti lassati dal Valdés che morì a Napoli, et
questi spagnoli dicono che per quest'effetto si fuggì di Spagna».
[La prima campagna repressiva in grande stile si svolgerà a Napoli
proprio fra dieci anni, quando spirituali e valdesiani continueranno
ad essere i principali obiettivi del Sant'Uffizio, anche se tali iniziative
lasceranno solo esili tracce documentarie.]
[I Decreta infatti tacciono su tre illustri prelati trovatisi
nell'occhio del ciclone; nulla su:
. V. Soranzo (se
non qualche notizia sui suoi collaboratori incarcerati a Roma),
. Giovanni Grimani,
. P.A. Di Capua,
(a carico del quale risulta solo la vaga scheda archivistica di un Processo
fatto dall'Inquisizione contro un arcivescovo di Otranto sospetto di
eresia nel 1548.
Tra i vescovi indagati negli anni Quaranta i Decreta menzionano
quelli di:
. P.P. Vergerio
[il Giovane], vescovo di Capodistria,
. Giacomo Nacchianti, domenicano fiorentino,
vescovo di Chioggia dal 1544,
. Giovan Francesco Verdura, vescovo di
Messina,
tutti coinvolti nella teologia del Beneficio di Cristo, anche
se marginali rispetto al mondo degli spirituali che trova in R.
Pole e in G.G.
Morone i suoi più autorevoli esponenti.
Ad essi si devono aggiungere:
. Andrea Centanni, vescovo di Limassol
(isola di Cipro),
. Giovanni Tommaso Sanfelice, vescovo di
Cava dei Tirreni,
(in passato commissario del concilio e protagonista di un clamoroso
incidente con il vescovo Grechetto,
con il quale era venuto alle mani dopo aver espresso il suo parere sulla
dottrina della giustificazione).
Allora erano stati i legati papali a reprimere le intemperanze di Giovanni
Tommaso Sanfelice, e a redarguire vescovi quali:
. Braccio Martelli,
. Giacomo Nacchianti,
. V. Soranzo;
. Giovanni Grimani, patriarca d'Aquileia,
(succeduto al fratello Marino Grimani);
. P.A. Di Capua,
arcivescovo d'Otranto (parente di don Ferrante
Gonzaga, per la cui chiamata nel sacro collegio Carlo
V faceva fuoco e fiamme);
che avevano assunto posizioni in contrasto con le direttive romane,
per esempio sulla formula del concilio come universalem Ecclesiam
repraesentans, ma il Sant'Uffizio non interferì in prima
persona nei lavori dell'assemblea, anche se è agevole supporre
che ne condizionasse gli esiti.)
«segue 1543»
Cappuccini
[Frati Minori della vita eremitica]
«segue da 1541»
1542, p. generale: B.
Ochino; il loro p.gen. e maggior predicatore abbandona l'ordine
e l'Italia, conquistato dalle idee riformate.
Nonostante questa apostasia essi si collocano in una posizione di punta,
assieme ai gesuiti, nella riconquista cattolica delle popolazioni passate
al protestantesimo e molti diventano pure confessori e consiglieri di
uomini di rilievo.
«segue 1571»
Gesuiti
«segue da 1540»
generale: I. de Loyola
(1541-56)
1542, nasce il collegio di Padova, prima sede veneta della
Compagnia, anzi il primo collegio italiano per gli scholastici:
il capitano della città, Luigi Donato,
incaricato dal notaio ducale di assumere informazioni sulla comunità
gesuitica locale, segnala la prevalenza degli elementi forestieri.
Juan Alonso de Polanco [autore della Cronaca
della Compagnia di Gesù] che proviene da Parigi, si lamenta tuttavia
della scarsa efficacia dell'insegnamento impartito.
[vedi Domicilia]
Roma, da quest'anno lo stesso I. de
Loyola deve recarsi a Palazzo Madama incaricato non solo della direzione
spirituale di Margherita d'Austria [Madama]
(la prima sovrana a valersi dei gesuiti come confessori)
ma anche di quella delle nobildonne della corte ducale.
19 febbraio, p. Antonio Araoz (cugino
di Maddalena, cognata di I. de Loyola) fa la professione
solenne nelle mani del p.gen.;
23 febbraio, passa da Napoli per tornare in Spagna per darvi
inizio alla sua brillante carriera.
È latore di una lettera scritta il 1° febbraio dal p.gen.
per Isabella Roger (vedova ormai dal nov
1541) dove il nuovo padre viene raccomandato alla benevolenza delle
benefattrici di Barcellona e dove tratta pure della riforma dei monasteri
femminili in quella regione.
«segue 1543»
Inquisizione
spagnola
«segue
da 1483»
1542, l'inquisizione spagnola non ha perso niente del suo mordente;
«segue 1550»
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ANNO 1542
– Bellarmino,
Roberto (Montepulciano 1542-Roma
1621) ecclesiastico e teologo italiano, di nobile famiglia decaduta,
nipote di papa Marcello II,
gesuita, dottore della chiesa, santo;
apologeta del potere temporale dei papi; "molinismo".
– Elzevier [ Elzevir] ,
Lodewijk o Louis [ il
Vecchio] (Lovanio 1542-Leida 1617) capostipite della famosa
famiglia di tipografi; il primo a distinguere la i dalla j
e la u dalla v;
[Marchio: un'aquila che regge sette frecce e il motto
delle Province Unite «Concordia parvae res crescunt».]
Padre di sette figli tra cui: Matthias
(il maggiore, ritiratosi dagli affari nel 1622) e Bonaventura
(il minore) reggono insieme le sorti della ditta paterna a Leida.]
entra in contatto con l'arte nella bottega di C.
Plantin ad Anversa;
1580, calvinista, fuggendo la persecuzione del duca d'Alba, si stabilisce
a Leida come libraio; nella città è pure funzionario dell'università;
Eutropio (1593, sua prima edizione dei
classici nella cui sfera si manterrà in genere la sua produzione
di circa un centinaio di opere)
[Dei trentottomila studenti attratti a Leida tra il 1575
e il 1700 dalla fama dei professori di quest'università, circa
diciassettemila sono stranieri e alcuni vengono da molto lontano, dalla
Norvegia e dall'Irlanda, dalla Spagna e dalla Polonia, dalla Turchia
e dalla Persia.].
– Gagliardi, Ludovico (Padova 1542-Modena 1608) gesuita;
1559, settembre, a Roma entra nella Compagnia di Gesù, assieme
ai fratelli Leonetto e Achille;
1565, professore di filosofia e teologia nel collegio di Padova [probabilmente];
1576, 24 febbraio, è professo dei 4 voti;
1582, preposito della casa professa di Venezia;
1587-9, viceprovinciale della Provincia Veneta;
1590, rettore del collegio di Padova;
1593, rettore del collegio di Mantova;
1594-6, provinciale della Provincia Veneta;
1596, predicatore nella casa professa di Venezia;
1598-1604, nella casa professa di Venezia è come preposito, vicepreposito,
confessore;
1604-1605, rettore del collegio di Verona;
1606, rettore del collegio di Modena;
1608, 9 marzo, muore.
– Garzoni, Leonardo (Venezia 1542/3-1592/3) matematico veneziano, gesuita;
nato da nota famiglia della nobiltà, fratello di Costantino;
1568, lettore di logica nel collegio di Padova;
1570-74 ca, studente di teologia nel collegio di Padova;
1579, 9 giugno, professa i 4 voti a Brescia; da almeno questa data risiede
nella casa professa di Venezia dove è confessore e consultore
del preposito e del provinciale;
Due trattati sopra la natura, e le qualità della calamita
(1580 ca, manoscritto presso la Biblioteca Ambrosiana, Milano)
[Vedi il nesso Sarpi-Della
Porta che entra a far parte delle ricostruzioni dello stato
della magnetologia subito prima di William
Gilbert.]
1588, accompagna a Verona, come suo segretario e teologo, un cardinale,
rimanendovi per un periodo;
1592/3, 19 marzo, muore a Venezia.
– Iyeyasu Tokugawa (Okazaki 1542-Shizuoka 1616) politico giapponese, proveniente da
una potente famiglia aristocratica, discendente da un ramo dell'antica
dinastia shogunale dei Minamoto, collaborò giovanissimo
all'opera di unificazione del Giappone avviata da Oda
Nobunaga, quindi dal successore di questi Toyotomi
Hideyoshi
1598, da questi è designato reggente in nome del proprio figlio ed
erede Hideyori
1600,esautora di fatto Hideyori, relegato
nel castello di Osaka, e sconfigge gli alleati nella battaglia campale
di Seki-ga-hara
1603, a coronamento dell'impresa restaura per sé la carica di shogun
completando in tal modo la rivoluzione avviata da Nobunaga
verso la creazione di uno stato unitario e centralizzato; isolata
a Kioto l'impotente corte del mikado, fa del proprio castello di Yedo,
ora sede dello shogunato, il centro di controllo dell'ormai decimata
aristocrazia dei daymio sottoposti ad un severo vincolo di
vassallaggio;
1615, stroncato un estremo tentativo di ribellione dei feudatari legati
a Hideyori completa la propria opera
liquidando le antiche signorie territoriali ( kokushu, ryoshu,
joshu, signori rispettivamente di province, possedimenti medi e
semplici castelli) sostituite da legami di dipendenza con lo shogunato:
i shimpan ossia le famiglie imparentate con i Tokugawa,
i centotrentasei fudai ovvero i daimyo sottomessi
spontaneamente allo shogun e perciò ammessi al governo e gli
ottantasei tozama, cioè i daimyo sottomessi forzatamente
nel 1615 e pertanto esclusi da ogni incarico; la dinastia shogunale dei Tokugawa
da lui fondata inaugura per il Giappone un periodo di pace intensa
durato 250 anni.
– Yepes y Alvarez, Juan de o Juan de la Cruz
o Giovanni della Croce (Fontivéros,
Ávila 1542-Úbeda, Jaén 1591) mistico e poeta spagnolo, santo, padre
dei carmelitani scalzi;
Subida del monte Carmelo (La salita del monte Carmelo)
Noche oscura (Notte oscura)
Cántico espiritual (Cantico spirituale)
Llama de amor viva (Fiamma viva d'amore)
Cautele, Lettere, Avvisi, Poesie.
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«segue da 1541»
1542,
Venezia [vedi],
Stoccolma, esce un sillabario in finlandese del vescovo Agricola.
Sebbene stampati all'estero, questo e altri libri bastano a fondare
le letterature nazionali baltiche.
[La prima stamperia in Finlandia inizierà la sua attività
soltanto nel 1642; le letterature
nazionali baltiche riceveranno invece il riconoscimento internazionale
nel 1939 con il conferimento del premio Nobel allo scrittore finlandese
F.E. Sillanpää.]
«segue 1543»
Consejo
real y supremo de las Indias
«segue
da 1524»
1542-43, subisce una prima riorganizzazione con la promulgazione delle
"Leyes nuevas": non ha una sede fissa ma segue la corte ed
è inizialmente composto di un presidente, un cancelliere e una decina
di consiglieri, esercitando una giurisdizione suprema su tutte le colonie
spagnole in America;
«segue 1571»
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