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Papa 1569 cardinali: «segue
da 1568» moriscos «segue
1568»
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ANNO 1569
– Bonicelli, Michelangelo
(1569-8 sett. 1624) teologo veneziano, uno de' sette teologi della Repubblica
di Venezia al tempo dell'Interdetto;
Torna suentrato nell'Ordine dei minori osservanti, diventa in seguito "lettore di theologia" nel convento di S. Francesco della Vigna a Venezia; 1606, 6 maggio, sottoscrive il Protesto del doge contro il breve pontificio del 17 aprile; appare tra i sette firmatari del Trattato dell'Interdetto della Santità di papa Paulo V…, e, successivamente, fra i cinque interpellati per un Consulto intorno ai modi di levar la censura, ambedue, in realtà, opera solamente di fra P. Sarpi; [Esclusivamente sue sono invece due brevi scritture: - una sull'alienazione dei beni laici agli ecclesiastici e sul diritto d'edificare chiese, - l'altra sui rimedi adottabili nei confronti delle offese a Venezia contenute nel monitorio pontificio.] Quando fra Paolo da Sulmona (zoccolante giunto a Venezia al seguito dell'ambasciatore straordinario spagnolo Francesco de Castro, con l'intenzione di indurre i francescani veneziani all'obbedienza a Roma) gli rinfaccia la sottoscrizione al Protesto e gli prospetta le pene infernali che lo attendono per la persistenza in un errore tanto scandaloso (tutti possoono vedere il suo nome «sotto li cedoloni affissi»), questi replica fermamente non essere colpa rispettare le disposizioni del «suo Principe in cosa buona, havendo da lui il pane, stando nella sua città, conoscendolo di rettissima et christianissima intentione». 21 novembre, onde evitare mene da parte del petulante fra Paolo da Sulmona, non esita a denunciarlo al Consiglio dei Dieci; 1607, 21 aprile, quietatasi ufficialmente la contesa col pontefice, il Senato, in implicita polemica con la Curia bramosa di vendicarsi dei "falsi teologi" che avevano fornito la loro dottrina alla Signoria, delibera per questi, a soli due giorni di distanza, una pensione annua; - a lui vengono assegnati 150 ducati, - al suo confratello fra Bernardo Giordano 150 ducati,; 1609, gennaio, il Senato stanzia altri 200 ducati annui per lui e per gli altri sei teologi; [Secondo il nunzio Berlinghiero Gessi: «è huomo di buon tempo, che ha per fine il mangiare et bevere bene, et si dice che attende alle femine».] 1608, per la quaresima, l'appoggio di Niccolò Contarini gli ottiene, per la quaresima del 1608, "il pulpito di S. Lorenzo"; [Le sue prediche – sottolinea Berlinghiero Gessi il 1° marzo al card. Borghese – sono innocue e irrilevanti, seguite peraltro da «pochissimi uditori».] 1609, dopo quest'anno nessuna lettera di Berlinghiero Gessi accenna più a lui; 1624, 7 settembre, il nuovo nunzio mons. G. B. Agucchi lo nomina solo in occasione della sua prossima fine. [«fra Michelangelo de' minori osservanti, uno de' sette teologi della Repubblica al tempo dell'Interdetto sta moribondo. È stato huomo - prosegue confermando, a 15 anni di distanza, l'opinione di Berlinghiero Gessi - più inclinato alla vita dissoluta che alla falsa dottrina. Ha atteso a tirar lo stipendio publico et a godere, e non si è curato d'altro, e non parlava male co' suoi frati delle cose di Roma».] 8 settembre, muore «da febre». – Castro y Bellvis, Guillén de (Valencia 1569-Madrid 1631) drammaturgo spagnolo; Las mocedades del Cid (Giovinezza del Cid - Rodrigo Diaz de Bivar) Las hazañas del Cid (Imprese del Cid) El conte Alarcos (Il conte Alarco) La tragedia por los celos (La tragedia per la gelosia) Los mal casados de Valencia (I malmaritati di Valencia) Sceneggiò El curioso impertinente (Il curioso impertinente) di M. de Cervantes e un episodio tratto dal Don Chisciotte. – Marino, Giambattista (Napoli 1569-1625) poeta italiano; Rime (Venezia 1602) Il ritratto (Torino 1608) Lira (Venezia 1614) Dicerie sacre (Torino 1614) Il tempio (Lione 1615) Epitalami e panegirici (1616) Sferza, invettiva a quattro ministri della iniquità (1617) La Galeria (1619-20, Ciotti , editore veneziano, ne fece subito una ristampa in quanto la prima era molto scorretta) La sampogna (Parigi 1620) Egloghe boscherecce (Napoli 1620, edizione introvabile; Milano 1627, postuma, quella attestata) Adone (Parigi, 1623) Strage degli innocenti (Napoli, 1632, postuma) Molti dei suoi inediti furono da lui stesso bruciati. – Spinola, Ambrogio (Genova 1569-Castelnuovo Scrivia 1630) militare e politico genovese al servizio della Spagna; 1602, costituitosi un piccolo esercito personale, si pone al servizio del governatore dei Paesi Bassi, l'arciduca Alberto d'Austria; affronta subito Maurizio di Nassau che lo obbliga ad uno sfibrante duello intorno ad Ostenda e Gavre; 1603, è nominato comandante generale delle truppe spagnole nei Paesi Bassi (come tale ottiene la resa di Ostenda); 1604, comandante supremo; 1621, dopo una tregua, riprendono gli scontri col Nassau che tiene saldamente Breda, città che deve prendere; 1625, morto Maurizio di Nassau la città si arrende; 1628, ha il comando della guerra per la successione di Mantova e del Monferrato (iniziata nel 1628) e si sforza invano di prendere Casale con le scarse forze affidategli; di questo insuccesso approfittano i suoi avversari politici della corte di Madrid (fra cui è primo ministro il conte-duca di Olivares) che ottengono il suo allontanamento. – Stefano da Cividate (1569-?) frate cappuccino, padre, della famiglia de' Romelli di Val Camune; 1595, veste l'abito religioso; 1630, al momento dello scoppio della peste si trova a Tirano; 1631, la peste si estende nelle terre di Tiglio e di Auriga dove muoiono di peste quattromila persone; 1632, fa ritorno nel convento di Tirano; 1649, 9 gennaio, muore nel convento di Edolo. |
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