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Il Viandante |
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Papa
«segue da 1521» Ordine teutonico 1525, in crisi anche all'interno, lo stato dell'ordine viene secolarizzato
dal gran maestro Alberto di Brandeburgo,
che aderisce alla riforma luterana e trasforma la Prussia in ducato
ereditario, vassallo del regno di Polonia;
Ordine
dei portaspada «segue da 1237» |
ANNO 1525
– Acevedo, Pedro Enriquez de – conte
di Fuentes (Zamora 1525-Milano 1610) militare spagnolo,
nominato conte di Fuentes da Filippo II
e grande di Spagna da Filippo III;
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1556, combatte in Italia per il duca d'Alba; 1586, č ambasciatore a Torino; 1588, capitano generale delle truppe spagnole in Portogallo; 1592, inviato nelle Fiandre; 1595, alla morte dell'arciduca Ernesto d'Asburgo gli succede nella carica di governatore; 1596, tornato in Spagna diviene capitano generale degli eserciti spagnoli; 1600, inviato come governatore a Milano, fa opera di mediazione fra Venezia e la Santa Sede nella crisi dell'interdetto, contrasta i disegni coltivati dal duca di Savoia nel Monferrato. – Amalteo, Giovanni Battista (Oderzo 1525-Roma 1573) poeta volgare di gusto petrarchesco; [Figlio di Francesco.] Le gemelle (commedia) Atamante e Ino (tragedia incompiuta); [Fratello di: Girolamo (Oderzo 1507-1574) Gigantomachia haeretica (poemetto); Cornelio (Oderzo 1530 ca-1603) Proteus (carme eroico).] – Cesalpino, Andrea (Arezzo 1525-Roma 1603) medico, fisiologo e botanico italiano; [La data di nascita 1519, riportata in molte pubblicazioni, è errata.] filosofo di tendenze aristotelo-averroistiche, fu uno dei più acuti commentatori di Aristotele del suo tempo; 1569, tra i primi studiosi moderni della circolazione del sangue descrive, tra l'altro le valvole cardiache; [I sostenitori della priorità di William Harvey sottolineano che la sua descrizione del sistema circolatorio è incompleta… Le valvole cardiache (che sono ovviamente funzionali alla circolazione del sangue) erano state descritte nel III secolo a.C. da Erofilo di Calcedonia e da Erasistrato di Ceo. La possiibiltà che quache scritto di Erofilo di Calcedonia fosse sopravvissuto fino all'epoca rinascimentale è suggerita da una (altrimenti strana) affermazione di un illustre contemporaneo, il grande anatomista Gabriele Falloppio. che scrisse: «Herophili authoritas [sic] apud me circa res anatomicas est Evangelium».] 1581-85, a Pisa, dove gli è stata affidata la direzione del "giardino dei semplici" (l'Orto botanico) e una cattedra di medicina, le sue lezioni sono ascoltate dal giovane G. Galilei; De metallicis (?, contributo alla mineralogia e alla paleontologia, riconoscendo correttamente la natura dei fossili) De plantis (1583, dove ha ottenuto i suoi principali successi scientifici) Le sue opinioni filosofiche lo rendono più volte sospetto di eresia, creandogli tali tensioni con la corte medicea da indurlo a lasciare la città; è comunque abbastanza abile da evitare ogni persecuzione e termina la sua prestigiosa carriera a Roma, come professore alla Sapienza e medico personale del pontefice Clemente VIII. Non solo non è copernicano, come Calcagnini, ma in accordo con la stragrande maggioranza dei contemporanei, non crede neppure alla rotazione terrestre. Si occupa anche di maree sostenendo una sua particolare versione della "Teoria cinetica". [Teoria cinetica delle maree: È convinto che siano causate da "un movimento" della Terra. Per evitare l'evidente contraddizione del suo pensiero egli sostiene che i cieli trasmettono alla Terra, quasi del tutto ferma, un piccolo moto, appena bastante a provocare le maree.] Ars medica (1603) Praxis universa artis medicae (1606). [Non esiste comunque né una monografia che esamini i suoi risultati scientifici né un'edizione completta delle sue opere.] [Note integrative da Lucio Russo, Flussi e riflussi. Indagine sull'origine di una teoria scientifica, Feltrinelli 2003.] – Dedekind, Friedrich (Neustadt am Rübenberge 1525 ca-Lünemburg 1598) teologo e scrittore tedesco Grobianus (1549, dell'uomo ineducato, tradotto in tedesco da Kaspar Scheidt nel 1551) Grobiana (della donna ineducata). – Erizzo, Sebastiano (1525-1585) patrizio veneziano; oltre ad incarichi nelle magistrature, scrisse di letteatura, di numismatica e di politica; Sei giornate (1554 ca, opera giovanile esemplata sul Boccaccio, ma dall'ispirazione moraleggiante; 1567, unica pubblicazione nel Cinquecento, da Giovanni Varisco e compagni; 1794, Londra [Livorno], Le sei giornate di messer Sebastiano Erizzo; al curatore settecentesco della raccolta, Gaetano Poggiali, la vicenda della soppressione e della sostituzione è ignota; l'opera non gode di buona reputazione presso gli storici della letteratura italiana) [Sei studenti padovani, riunitisi per sei giorni, nel 1542, si narrano alcune novelle che, con la varietà delel vicende felici e disgraziate, impartiscono nobili e utili precetti di filosofia morale. E i personaggi delle trentasei storie vanno incontro a naufragi e a salvataggi miracolosi, fino al trionfo della virtù, mentre l'autore rifacendosi a Valerio Massimo, sottolinea la morale di ogni vicenda con una lunga orazione messa in bocca al protagonista. Lo stesso anno della sua pubblicazione il lettore del Sant'Uffizio muove delle obiezioni ad una novella, quella relativa alla storia della nascita di Attila, della quale ordina l'eliminazione e la la sostituzione. Nella novella sopravvissuta nel manoscritto e pubblciata a fine Settecento, Ostrubaldo, re di Ungheria, indignato dalla volubilità della sua bellissima figlia, si rifiuta di darle uno sposo e la chiude in una torre lasciandole solo un cane a farle compagnia. Ma quando viene a sapere che la giovane è giaciuta con il cane ed è rimasta incinta, sconvolto, vorrebbe ucciderla, se ella non lo accogliesse con un'appassionata difesa di se stessa: bestia è lui, il padre, che le ha impedito di soddisfare naturalmente il suo desiderio. Come gli uomini non s'accontentano di una sola donna, così le donne hanno il diritto d'aver più compagni. Profondamente commosso dalla perorazione, il re le risparmia la vita, combinandole un matrimonio con un barone compiacente. La principessa dà quaindi alla luce un figlio dall'aspetto umano e dalla natura canina che viene chiamato Attila, l'uomo cane destinato a diventare il «flagello di Dio». Morale della favola: le donne, come e più degli uomini, sono dominate dal desiderio carnale che, se impedito nelle sue naturali manifestazioni trova uno sfogo contro natura. Paul F. Grendler, L'Inquisizione Romana e l'Editoria a Venezia 1540-1605, Il Veltro Editrice, Roma 1983.] – Garros, Pey de (Lectour, Guascogna 1525-Pau 1583) poeta francese di lingua d'oc Psaumes de David viratz en rythme gascon (1565) Poesias gasconas (1567, Poesie guasconi) Egloghe. – Gascoigne, George (Cardington, Bedfordshire 1525?-Stamford 1577) poeta e drammaturgo inglese; The Supposes (1566, adattamento dei Suppositi dell'Ariosto) Jocasta (Giocasta del Dolci) The Steele Glas (1576, Lo specchio d'acciaio) The Poesies (1575, raccolta poetica comprendente Notes of Instruction (Note didattiche). – Labé, Louise (1525-65) la "Saffo lionese" Scrisse per Olivier de Magny Contrasto dell'amore e della follia Canzoniere Rime. – Le Bé, Guillaume (Troyes 1525-98) punzonista francese di caratteri ebraici, membro della famosa famiglia di cartai il cui capostipite fu Guyot I; 1545-50, attratto dalla tipografia e dai punzoni lavora presso Robert Estienne; 1545-50, si trasferisce a Venezia dove perfeziona la sua arte con i Manuzio e concorrenti, incidendo non meno di otto serie d'ebraico per due stampatori italiani, oltre a punzoni di caratteri greci e latini; ritornato a Parigi si stabilisce all'angolo di rue Saint-Jean-de-Latran e rue Saint-Jean-de Beauvais all'insegna della Grosse Ecritoire : fornisce altre serie d'ebraicoa Gramond e Plantin, incide i caratteri ebraici di Robert Estienne e quelli musicali di cui si servono Le Roy e Balland; fonda all'inizio del XVII secolo la piů importante dinastia parigina di fonditori di caratteri, continuata poi dal figlio Guillaume II. Nel Seicento sono nobili. [Dopo Guillaume II la tipografia ebraica andrà di male in peggio. Fatta eccezione delle serie disegnate da Christoffel van Dyck per gli Elzevir e di quelle usate dal tipografo ebreo Joseph Athias di Amsterdam († 1691), bisognerà aspettare il XX secolo per una sua rifioritura.]. – Löw ben Bezalel, Jehudah o Rabbi Löw o il Maharal (1525 ca-Praga 1609) pensatore ebreo boemo, interessato all'esoterismo, creatore del Golem, secondo la leggenda Le possenti imprese di Dio Il pozzo dell'esilio Eternitŕ di Israele. – Socini, Lelio o Lelio Sozzini (Siena 29 gennaio 1525 – Zurigo, 4 maggio 1562) riformatore italiano, antitrinitario, appartenente ad una famiglia di giuristi; [Figlio del giureconsulto Mariano [il Giovane] (1482-1556) e zio di Fausto (1539-1604)] |
«segue da 1524»
Accademia degli Intronati 1525, Siena,
nasce questa accademia letteraria e teatrale; Hansa «segue da 1494» |