Papa
Paolo III
(1534-49)
- maestro del Sacro Palazzo:
. E.
Foscarari
(1547-?)
[cioè consulente teologico del papa]
- Inquisitore di Bologna: G. Muzzarelli
(1548-?);
Concilio
Ecumenico
di Trento
1545-63
1548, è ufficialmente sospeso.
[La sede è a Bologna]
Gesuiti
«segue da 1547»
generale: I. de Loyola
(1541-56)
1548, nascono i collegi di:
- Messina: Jerónimo Jéronimo
Nadal ufficializza la scelta del modello di scuola: il modus
parisiensis cioè il metodo pedagogico adottato nelle scuole
di Parigi da Pierre Ramus il quale sosteneva
che solo a Parigi si poteva ricevere una buona formazione umanistica;
- Salamanca (Spagna);
[vedi Domicilia]
Da questo momento fino alla morte di I. de Loyola, il problema della riforma dei monasteri femminili rientra
nelle attività del p.gen. che ora si estendono a tutto il mondo.
. il p.gen., di concerto con la vice-regina di Sicilia, donna Eleonora
Osorio, sollecita un breve pontificio sulla riforma dei conventi;
. p. Landini deve visitare un convento
presso Modena;
. p. Francesco Palmio riceve istruzioni
precise sul modo di rimettere ordine in un convento di Bologna, separando
le religiose in due gruppi, volontarie della riforma e incorreggibili;
. p. Bustamante riferisce al p.gen. sul
suo operato in un convento di Granata;
. p. Leonardo Kessel, da Colonia, ha da
raccontargli cose edificanti sul buono spirito del nobile istituto delle
Undicimila Vergini;
- p. Ponzio Cogordan lavora alla riforma
di un convento in Provenza.]
Sicilia
24 aprile, Messina, p. Nadal e altri
dieci gesuiti scelti dal p.gen. arrivano in città per cominciare
il loro inseganamento nel collegio appena costruito; tra loro si trova
anche Pietro Canisio (futuro santo);
i quattro orfanotrofi che stanno nascendo a Messina, Palermo, Trapani
e Agrigento sono bene avviati;
30 novembre, il belga p. Giacomo Lhoost
(ritornato a Roma da Palermo l'anno precedente) nel suo viaggio per
le Fiandre muore a Bologna;
«segue 1549»
Fratelli boemi
[Fratres Bohemi]
«segue da 1526»
1548, sconfitti nella loro opposizione antiasburgica (1546-47) vengono
espulsi dalla Boemia e si rifugiano in Polonia;
«segue 1575»
|
ANNO 1548
– Andreini, Francesco (Pistoia 1548 ca-Mantova 1624) attore e scrittore italiano, come tutti
i membri della sua famiglia, diresse la "compagnia dei Gelosi"
e recitò in Italia e in Francia nella parte di capitan Spavento da Vall'Inferno;
Le bravure del capitan Spavento (importante per la storia del
teatro);
- la moglie Isabella (Padova 1562-Lione
1604) attrice ammirata, fu in relazione con i maggiori letterati del
tempo (fu celebrata in versi anche da T.
Tasso);
Mirtilla (1588, favola boschereccia)
Rime (1601);
- il figlio Giovan Battista (Firenze
1579-Reggio Emilia 1654) capocomico della "compagnia dei Fedeli";
La Veneziana
Le due comedie in comedia
Adamo e La Maddalena (due delle diverse rappresentazioni
sacre, le cui musiche sono composte da Monteverdi
e da altri; appartengono al passaggio dalla pastorale all'opera lirica)
1601, sposa Virginia Ramponi prima
interprete a Mantova dell' Arianna di Monteverdi.
– Barahona de Soto, Luis (Lucena, Cordova 1548-Antequera, Málaga 1595) medico e poeta spagnolo;
libere versioni da Ovidio:
Fábula de Vertumno (Favola di Vertunno)
Fábula de Acteón (1578, Favola di Atteone);
Las lágrimas de Angelica (1586, Le lacrime di Angelica, prima
parte di un ambizioso poema ispirato all' Ariosto)
Diálogos de la montería (Dialoghi della caccia, a lungo rimasti
inediti).
– Bozio, Tommaso (Gubbio 1548-Roma 1610) religioso e storico italiano, oratoriano;
Annales Ecclesiastici (assieme a Cesare
Barone [ Baronio])
Annales Antiquitatum (1637, postumo).
– Bruno,
Giordano (Nola 1548-Roma 17.2.1600) filosofo e letterato
italiano, arso sul rogo a Campo dei Fiori.
– Ornano, Alphonse (Ajaccio 1548-Bordeaux
1610) militare francese;
[Figlio di Sampiero
(1498-1567) e padre di Jean-Baptiste
(1581-1626)]
alla morte del padre divenne a sua volta capo della lotta contro Genova
per la liberazione della Corsica;
1569, abbandona la lotta solo perché allo stremo di ogni risorsa
1595, dopo essere passato sotto la Francia, percorre una rapida carriera
sotto Enrico IV, divenendo maresciallo di
Francia
1598, governatore della Guyenne.
– Panigarola, Francesco (Milano 1548-Asti 1594, predicatore italiano, francescano
1567, compiuti gli studi giuridici entra nell'ordine francescano
perfezionando poi la sua preparazione teologica nelle scuole di Padova,
Pisa e Parigi
1573, inizia un'intensa predicazione in Italia e all'estero: in Germania
cerca di contrastare l'avanzata del luteranesimo, a Lione e ad Anversa
polemizza con i calvinisti; nominato vescovo da Sisto
V è inviato in Francia per promuovere la lega cattolica contro
Enrico IV
Cento ragionamenti sopra la passione di Nostro Signore (1585)
Discorsi sui Vangeli della Quaresima (1596, postumi)
Il predicatore (1609, postumo, testo per varie generazioni di
sacerdoti).
– Stevin, Simon (Bruges 1548-L'Aia 1620) matematico, fisico, ingegnere fiammingo,
lavorò da giovane nell'amministrazione finanziaria di Bruges e di
Anversa;
1581, si trasferisce nei Paesi Bassi del Nord;
1583, si iscrive all'università di Leida; ha poi diversi incarichi come
ingegnere, viene aggregato all'esercito olandese occupandosi in
particolare di problemi relativi alle fortificazioni e agli
accampamenti; è precettore di Maurizio di Nassau,
principe d'Orange; scrive un gran numero di opere, quasi tutte in lingua
olandese, e la sua attività scientifica abbraccia diversi campi;
La decima (1585, in cui introduce l'uso delle frazioni decimali)
Wisconstighe Ghedachtenissen (Leida 1608, raccolta dei suoi
lavori matematici)
[Comprende anche Van de Spiegheling der Ebbenvloet:
probabilmente la più pregevole (dal punto di vista del metodo)
opera sulle maree della prima età moderna.
Lucio Russo, Flussi e riflussi. Indagine
sull'origine di una teoria scientifica, Feltrinelli
2003.]
[Statica: dimostrazione della legge di equilibrio
sui piani inclinati che contiene il principio del parallelogramma delle
forze;
idrostatica: dà la legge della pressione del liquido sul fondo
e sulle pareti di un recipiente;
dinamica: contesta la posizione aristotelica che nega l'identità
della velocità di caduta dei corpi di peso diverso;
astronomia: aderisce al sistema copernicano;
altri campi d'indagine: scienza nautica, scienza militare,
ingegneria, teoria musicale, ecc. ].
– Suárez, Francisco (Granada 1548-Lisbona 1617) filosofo, teologo e giurista spagnolo,
gesuita, "doctor eximius"; tomismo
Disputationes metaphysicae (1597, 54 dispute)
De Deo uno et trino (1606)
De legibus ac legislatore (1612)
Defensio fidei catholicae et apostolicae adversus anglicanae sectae
errores (1613).
– Van Mander, Karel (Meulebeke,
Fiandra Occidentale 1548-Amsterdam 1606) pittore e scrittore d'arte
olandese, allievo di L. de Heere;
1574-77, soggiorna a Roma;
1583, si stabilisce a Haarlem dove fonda insieme a H.
Goltzius e a C. Cornelisz
un'accademia di pittura;
Libro della pittura (1604).
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«segue da 1547»
1548
Inghilterra
esce nella sua prima traduzione inglese il libro anonimo De Beneficio
Christi che difende la dottrina luterana della "giustificazione
per fede", pubblicato con il patrocinio dei cardinali R.
Pole e G. Contarini.
Esce anche il catalogo Illustrium maioris Britanniæ scriptorum
di Bale.
Svizzera
Zurigo, Christoph Froschauser
[il Vecchio] († 1564) ["rana sul prato"]
pubblica la storia della confederazione svizzera di Johannes
Stumpf ricca di quattromila illustrazioni ottenendo un meritato
successo popolare in un campo molto diverso da quello suo abituale,
religioso.
Esce Pandectarum sive partitionum universalium… libri XXI (o
Pandectae) di K.
von Gesner nelle cui pagine quasi trentamila voci tematiche
toccano le varie branche del sapere.
Italia
Roma, esce lo Speculum Romanae Magnificentiae di Antonio
Lafreri (Roma 1548-1568) che con le più di centotrenta
tavole eseguite con incisioni in rame (vedi anche 1477),
fornisce un compendio dei monumenti dell'antica Roma ancora esistenti.
[Rimarrà il più antico lavoro topografico di valore duraturo.]
Siena, l'arcivescovo promulga un Indice e nomina tre
ufficiali incaricati di assicurarne il rispetto;
2 aprile, tre chierici sono deputati alla sorveglianza dell'industria
tipografica, senza una definizione precisa di competenze;
ai librai si ordina di consegnar loro i libri proibiti, che saranno
dati alle fiamme;
una settimana dopo la Signoria emana un editto generale che vieta la
detenzione, la vendita, lo scambio e la lettura dei libri messi al bando.
Per il primo di questi reati l'ammenda prevista è di 100 scudi
d'oro, con una ricompensa di 25 al denunciante, per il secondo la galera.
L'Indice senese è del tipo dei primi ed elenca l'opera omnia
di:
. Bucero,
. M. Lutero,
. F.
Melantone,
. G. Ecolampadio,
. Zwingli,
. B. Ochino,
. P.M. Vermigli;
ed inoltre:
- Pasquino di C.S.
Curione,
- i Due dialoghi, L'uno di Mercurio et Caronte, l'altro di Lattantio
et di uno archidiacono di Alfonso Valdés,
- Tragedia di Bertuccio, anonima,
e la più parte delle opere di E. da Rotterdam,
primi i Colloquia.
Venezia
[vedi box]
«segue 1549»
Congregazione cardinalizia dell'inquisizione
«segue da 1547»
1548
Giugno
in cambio di un'incondizionata collaborazione nella denuncia dei gruppi
eterodossi, l'inquisitore M.
Cervini assume un atteggiamento di disponibilità al
perdono anche nei confronti del libraio Francesco
Linguardo («appresso di me il caso
è di qualche importantia»), strettamente legato
a Giovan Battista Scotti, sul quale anche
dopo essere rientrato a Roma egli dà precise istruzioni al Angelo
Massarelli rimasto a Bologna in quanto segretario del Concilio
di Trento.;
Settembre
15, in un'altra lettera, quando lo stesso Francesco
Linguardo è stato nuovamente imprigionato dopo un tentativo
di fuga, l'inquisitore M. Cervini
stabilisce le condizioni irrinunciabili perché lo si possa «perdonare»:
- piena confessione e pentimento dei suoi errori,
- denuncia di tutti coloro ai quali ha venduto libri proibiti e consegna
di questi ultimi,
- giuramento di tornare in prigione a beneplacito degli inquisitori
sulla base di procedure e decisioni deliberate in modo del tutto autonomo
dal supremo tribunale romano.
Ottobre
6, un altro delatore di professione è il vescovo Grechetto
che non manca di inviare le sue rabbiose denunce al card. M.
Cervini che pare già apprezzare (lo stesso giorno
gli fa avere la ragguardevole somma di 50 scudi).
24,
[da questa data si conserveranno i verbali delle riunioni.]
Novembre
5, solo se accetterà tali i condizioni, insiste l'inquisitore
M. Cervini – riferendosi
al libraio – sarà possibile esercitare nei suoi confronti «clementia
et misericordia; quando anche facesse altrimenti, la giustitia deve
haver ancor lei il luogo suo».
È la politica del perdono in cambio della delazione, senza dubbio
più sagace e proficua del cieco rigore repressivo del card. G.P.
Carafa.
Ciò dimostra che il card. M.
Cervini ha cominciato ad acquisire prove di eresia sul conto
degli "spirituali" così come da tempo sta facendo il
card. G.P. Carafa,
ma non tanto in collaborazione quanto in competizione con quest'ultimo.
La battaglia per il papato, insomma, si combatte su più fronti
e da più parti, e anche nell'ambito del Sant'Uffizio tra gli
aspiranti alla tiara non c'è solo il card. G.P.
Carafa.
Per il momento comunque è il card. M.
Cervini ad acquisire l'arsenale più fornito, assicurandosi
la disponibilità del "super delatore" Giovan
Battista Scotti a vuotare il sacco, non solo sui compagni di
fede bolognesi ma anche sugli illustri prelati di con cui aveva stretto
in passato compromettenti legami, e di cui suggerisce di fare i nomi
anche ai vecchi compagni di fede che gli inquisitori gli fanno visitare
in carcere.
Anche i quattro memoriali superstiti, tratti dalle rivelazioni di Giovan
Battista Scotti (ma senza dubbio ce ne sono stati molti altri)
pervengono in un primo tempo al card. M.
Cervini, ad Alonso Salmerón,
ad Ambrogio Catarino Politi e forse a G.
Muzzarelli ma non alla congregazione.
Lo suggerisce il fatto che agli atti del processo dil V.
Soranzo – conservatisi integralmente – non figura alcuna
deposizione di Giovan Battista Scotti (a
differenza di quella di Niccolò Bargellesi)
nonostante gli inquisitori siano a conoscenza dei suoi rapporti con
il vescovo del quale l'ex eretico bolognese è in grado di esibire
alcune lettere in suo possesso, probabilmente allegate all'incartamento
solo in occasione della ripresa della causa sotto Paolo
IV, insieme con il memoriale.
Solo in minima parte i Decreta del Sant'Uffizio attestano la
preziosa collaborazione di Giovan Battista Scotti
così come il pagamento dei suoi servigi ma non c'è dubbio
che nella prima fase il suo referente sia anzitutto il card. M.
Cervini al quale spetta poi il compito di riferire in congregazione,
ma riservando per sé ciò che ritenga opportuno.
La sua corrispondenza con Angelo Massarelli
(tra la fine degli anni Quaranta e i primi anni Cinquanta) documenta
infatti i rapporti personali mantenuti con il delatore sempre pronto
a inviargli lettere di «piena informatione»
sugli eterodossi con cui in passato aveva intrattenuto qualche complicità
come:
. Giacomo Nacchianti,
. Basilio Zanchi,
. Giuliano dal Colle,
. B. Accolti
[il Giovane],
che il card. M. Cervini
talvolta comunica ai colleghi, persuaso com'è che il delatore
bolognese dica «sempre la verità
fidelmente».
Assai fitta è anche la corrispondenza con p. Alonso
Salmerón.
Solo quest'anno, la congregazione romana si è occupata di 92
casi, tra i quali tuttavia non v'è traccia delle indagini che
più stanno a cuore al card. G.P.
Carafa, evidentemente condotte in via informale per garantirne
la segretezza.
Del resto, nei primi anni, tra i supremi inquisitori figurano personaggi
come Tommaso Badia o Gregorio
Cortese, molto vicini al Contarini,
non certo disposti a seguire senza fiatare gli orientamenti del card.
G.P. Carafa, e anzi
probabilmente designati da Paolo III al
fine di temperare il rigorismo autoritario di quest'ultimo, che sin
dall'istituzione del Sant'Uffizio vi ha esercitato un'indiscussa leadership
e vi ha condotto una politica personale che proprio in quanto tale non
lascierà traccia nella documentazione ufficiale.
Basti segnalare la disinvoltura con cui Gregorio
Cortese, per esempio, con buona pace del segreto inquisitoriale,
nell'autunno del 1548 abbia avvisato più volte l'ambasciatore
estense a Roma del fatto che i vertici dell Sant'Uffizio giudicano la
duchessa di Ferrara «lutherana totalmente
per quello che haveano veduto in molti processi venuti da diverse bande».
[Tra il 1548 e il 1559 il Sant'Uffizio si occuperà di oltre cento
predicatori in ogni parte d'Italia, cappuccini, domenicani, canonici
regolari lateranensi, agostiniani, non di rado protetti dai vertici
dei loro ordini per ragioni di prestigio e talora di più o meno
esplicite complicità.]
Dicembre
29, il generale domenicano Francesco
Romei da Castiglione lo nomina G.
Muzzarelli inquisitore di Bologna «cum
omnibus gratiis et privilegiis et etiam authoritate tam de iure quam
de approbata consuetudine huiusmodi inquisitoribus dari solitis».
«segue 1549»
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