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Papa
Clemente VII

(1523-34)

1524, emana la bolla Inter sollecitudines et coram nobis con cui indice il Giubileo del 1525.

1524
il navigatore francese di origine fiorentina Giovanni da Verrazzano (1485-1528) esplora la costa orientale dell'America del Nord. Penetra per primo nella futura "baia di New York".
Per primo battezza la regione – che sarà poi definita nel suo complesso Virginia – Acadie (Acadia).
[Deriva da Arcadia, il paradiso terrestre che la classicità riteneva esistesse nell'antico Peloponneso. I cartografi attribuiranno invece tale toponimo alla regione delle future province marittime, lasciando nel contempo cadere la "r" di Arcadia.]

Francescani

«segue da 1521»
1524, comincia l'ingresso di dodici di loro in Messico dove fondano conventi, scuole, ospedali riuscendo anche a farsi amare grazie al capo della Missione, che è anche il primo vescovo, Giovanni Zumarraga (il padre degli Indiani) e per l'apostolato infaticabile di un frate laico, Pietro di Gand;
si distinguono inoltre tre frati in particolare:
. Bernardino Ribeira da Sahagún;
. Toribio Motolinia de Benavente;
. Jeronimo da Mendieta.
«segue 1527»


Teatini
(Teate = Chieti)

1524, alcuni aderenti all' "Oratorio del Divino Amore", tra cui:
- P. Gisleri
- G. Thiene,
- G.P. Carafa (poi Paolo IV) già vescovo di Chieti,
fondano a Roma l'ordine dei "chierici regolari della divina Provvidenza";
il loro programma consiste nella restaurazione di una vita esemplare del clero e la diffusione della comunione frequente tra i laici;
«segue 1527»

ANNO 1524





1524
Unione Elvetica
Confederazione dei tredici cantoni elvetici:

CATTOLICI
- Uri (1291),
- Schwyz (1291),
- Unterwalden (1291),
- Lucerna (1332),
- Zug (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Friburgo (1481),
- Soletta (1481).

PROTESTANTI
- Zurigo (1351),
- Berna (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Basilea (1501),
- Sciaffusa (1501),
- Appenzell (1513).

1524
-




1524
Sacro Romano Impero
Carlo V
Albero genealogico
(Gand 1500 - Yuste, Estremadura 1558)
secondogenito di Filippo d'Absburgo [il Bello] e di Giovanna [la Pazza];
1515-56, principe dei Paesi Bassi;
1516-56, re di Spagna (Carlo I)
1516-54, re di Napoli (Carlo IV);
1519-56, imperatore del Sacro Romano Impero;



1524
prima guerra con la Francia (1521-26);

Nella chiesa dei Minoriti francescani un monaco fatto venire da Gnünd, Johannes Schilling, predica sulla «fratellanza, che il nostro Salvatore ha predicato in lode dei poveri, ma non dei Fucker». Egli eccita una decisa rivolta dei nullatenenti che minacciano con violenza facendo appello agli Hussiti».

In base agli atti d'inchiesta di Konrad Peutinger «Schilling attirò molta gente, ma per la maggior parte la plebe, che preferisce spartire con i ricchi piuttosto che osservare la pace e il Santo Vangelo».
Intanto viene costituito un vero comitato rivoluzionario, in cui i compiti principali sono affidati a tre tessitori. Nella casa del muratore Has si stende un programma di 13 punti.
Accanto ad innocenti richieste, per es. che «si potesse di nuovo preparare la birra come anni fa», si chiede che i mercanti e le società commerciali, che sono colpevoli di tutto il male, debbano esser «tolte di mezzo».
Jacob II Fugger, aspettandosi come gli altri mercanti che presto la plebe si abbandonerà al saccheggio generale, mette al sicuro sé e la sua famiglia nei suoi castelli e fa anche portar via da Augusta il denaro liquido.

Guerra dei contadini

1524,  nella Germania meridionale scoppia un'insurrezione armata dei contadini contro i nobili e i prelati, conseguenza di alcune rivolte già scoppiate fra il 1493 e il 1517 (come la «Bundschuh» "scarpone della lega");
nei villaggi operano sette eretiche (in particolare gli anabattisti), influenzate dalle dottrine hussite e valdesi, che mirano all'eliminazione della proprietà ecclesiastica;
agli insorti della Selva Nera si uniscono presto quelli di Svevia, Alsazia, Sassonia, Turingia e di vari paesi alpini e si formano due correnti;
- radicali (tra cui i «profeti di Zwickau»:
il loro programma si basa sulla Artikelbrief (Lettera con gli articoli) e sulla dottrina di Th. Müntzer che esige l'eliminazione completa di ogni forma di oppressione e della servitù della gleba;
- moderati:
la loro dottrina dei Dodici articoli chiede la riforma dei rapporti di servitù e misure atte a mitigare l'oppressione nello spirito della «legge divina»;
iniziata a Mühlhausen, la rivolta sembra avere successo, ma i borghesi, su pressione del conservatore M. Lutero, non aderiscono al movimento; dà loro una mano invece la nobiltà povera, capeggiata da Floriano Geyer; il movimento, mantenendo basi locali e mancando di una unitarietà, non riesce ad evitare le sconfitte inflittegli dagli eserciti professionali, armati dalla nobiltà, dai principi e dai prelati, comandati da G. Truchses;

[Nulla distingue comunque questa rivoluzione dalle precedenti.
In Turingia la rivoluzione è passata sotto la direzione degli estremisti, che come Th. Müntzer, Karlstadt e H. Pfeiffer vogliono imprimere esclusivamente il carattere di sconvoglimento sociale dominato dal fanatismo religioso:
. Th. Müntzer, si è fatto notare per aver fondato nel 1522 una lega clandestina comunista allo scopo di rovesciare l'ordine costituito, la quale come unica autorità contempla la luce divina, agente direttamente sugli uomini;
. Karlstadt, ???
. H. Pfeiffer, riesce ad affermarsi a Mühlhausen dove, dopo aver soppresso il Comune, distrugge le immagini, rade al suolo il convento domenicano e proclama l'avvento del suo regime comunista. Padrone di tutta la regione montagnosa e boscosa, spedisce ovunque emissari con messaggi di libertà e uguaglianza ed incitazoni alla guerra d'annientamento contro i principi ed i signori. «Non lasciate la vostra spada arrugginirsi» dice uno di questi appelli ai minatori di Mansfeld, i quali rispondono con entusiasmo distruggendo in qualche settimana più di settanta monasteri e castelli.
Pierre Lafue, Storia della Germania, Cappelli 1958.]



REGNO di SPAGNA
[vedi sotto]
REGNO di NAPOLI
[vedi sotto]

1524
AUSTRIA
Ferdinando I
Albero genealogico

(Alcalá de Henares 1503 - Vienna 1564)
figlio di Filippo d'Absburgo [il Bello] e di Giovanna [la Pazza], fratello minore di Carlo V, fu educato in Spagna;
1516, il nonno Massimiliano I gli procura la mano di Anna Jagellone;
1521-64, arciduca di Alta e Bassa Austria, Carinzia, Stiria e Carniola



1526-64, re di Boemia e d'Ungheria;
1556-64, imperatore del Sacro Romano Impero;

1524
-
Quando le notizie di sventura dell'Ungheria giungono ad Augusta, Jacob II Fugger passa una delle giornate più nere della sua vita.
Gli torna alla mente l'antico detto mercantile: «Nessun affare va male più delle miniere; ne vanno in rovina dieci, prima che uno diventi ricco».
Ma non intende lasciare, come ha fatto Georg Thurzo che, dopo aver abbandonato l'Ungheria stanco dei continui attacchi, si era ritirato ad Augusta per vivere di rendita.
Lui infatti vuole guadagnare finché può e con soprendente forza di volontà si dedica a respingere gli attacchi offensivi contro di lui.
Dapprima non si rivolge direttamente al re d'Ungheria Ludwig, ma a suo zio Sigismondo di Polonia e al di lui cognato, l'influente voivoda Johann Zapolya dicendo che soltanto l'ostilità dei suoi nemici ha indotto il re d'Ungheria a commettere tale cattiva azione; che egli non ha nulla a che fare con la gestione di Alexius Thurzo contro cui sono diretti molti attacchi. Che tutti i contratti di acquisto e di appalto per le minere ungheresi fino all'ultimo concluso, sono stati convalidati «dai re e dal paese d'Ungheria». Inoltre che lui non è in debito verso di loro; al contrario egli è in credito di una somma considerevole.
Al governo imperiale egli manda una dettagliata esposizione degli avvenimenti e insiste sul fatto che le deliberazioni della dieta ungherese ledono «l'ordinamento del Sacro Impero e la tranquillità pubblica», e che quindi secondo l'opinione generale il governo debba «portare aiuto immediato a coloro che sono osteggiati o danneggiati». Nello stesso tempo egli scrive all'imperatore, all'arciduca Ferdinando, alla Lega sveva, al conte palatino e al vescovo di Cracovia per chiedere appoggio.
In una lettera al suo agente Georg Hoegel egli minaccia: «Se non ottengo nulla con le ambascerie e gli scritti di principi laici e di alti signori, il nunzio pontificio fa la sua parte. Se anche questo non giova a nulla, farò in modo che in nessun posto in Germania si possa commerciare con rame ungherese». Egli sa bene che con questa minaccia di boicottaggio inferirà il colpo mortale al commercio ungherese poiché sul posto si smercia solo una minima parte del rame.


1524
REGNO di BOEMIA e d'UNGHERIA
Lajos II Jagellone
Albero genealogico

(1506 – Mohacs 1526, ucciso nella battaglia contro i turchi)
figlio di re Ladislao II o VII e di Anna di Foix;
1516-26, re di Boemia e d’Ungheria;
[ultimo re a cui la Transilvania obbedisce come facente parte del regno]
nel 1521 (maggio) sua sorella p.ssa Anna Jagellone († 1547), ha sposato Ferdinando I d'Absburgo;
nel 1522 (13 gennaio) sposa Maria d'Absburgo († 1558), sorella di Carlo V;




1524
Da tempo ormai il popolo si è accorto che lo si inganna e che in cambio della moneta peggiorata riceve solo metà della merce.
«Perciò si eleva un grave ed irritato romore».
Si fanno responsabili dell'inflazione i molti stranieri che vivono da parassiti a corte, ma soprattutto la zecca e il regio maestro monetiere, il Thurzo. Così l'odio popolare si rivolge anche contro la Società commerciale Fugger-Thurzo: non del tutto a torto. Infatti il maestro monetiere e commesso dei Fugger, Hans Alber, «un monacese grasso e infermiccio», che non è adatto alla sua posizione, talvolta ha mescolato ancor più del 75% e perciò ora è chiamato a rendere conto al re.
Intanto si viene ad una vera e propria rivolta. I minatori si radunano in aperta campagna, chiedono un colloquio con l'agente dei Fugger, Hans Ploss e con un inviato del re dichiarano: «Come paga vogliamo moneta vecchia oppure due pfennig nuovi in cambio di uno vecchio! Se non si fa cessare il nostro danno e non si paga il nostro duro lavoro, noi sapremo ben trovare il nostro interesse». Essi non accettano la proposta dell'agente di accontentarsi di 150 pfennig invece dei 100 che prendevano fino allora e ripartono.
Infine si conviene che lavorino fino al Coirpus Domini per 200 pfennig, poi il signor Jacob II Fugger darebbe ulteriori assegni.
Jacob II Fugger è molto preoccupato.
Se prima con 15 carantani di paga giornaliera c'era da vivere, anche se ciascuno doveva avere i propri strumenti, ora che una libbra di lardo costa fino a 12 carantani e il pane è aumentato del 50% i minatori sono caduti in miseria. Giungono pure notizie di epidemie di tifo della fame e di altri «decorsi mortali».

Aprile
muore Georg Zatmar, arcivescovo di Gran e intimo consigliere del re Ludwig, che come amico e cugino dei Fugger-Thurzo ha finora appianato tutte le ostilità.
Ora prendono il sopravvento gli avversari.

Settembre
8
, nell'Assemblea degli stati dell'Impero sui Campi di Raskos la consorteria dei nobili eleva violente accuse contro la gestione delle imprese Fugger-Thurzo. Bisogna senz'altro espellere dal Regno dell'Ungheria loro ed altri stranieri (de hoc regno statim ablegentur et exmittantur).
Nessuno straniero deve più tenere un'ammisntirazione, una carica lucrativa, né ottenere benefici o venir tollerato presso il re o la regina. Si devono estirpare tutti gli eretici.
Sotto ai motivi nazionali e religiosi si nascondono per lo più motivi puramente egoistici, di arricchirsi e di raggiungere ambiziose mete.
Alla corte della regina Maria, nipote di Massimiliano, affluiscono tutti gli intrighi dei nemici locali e stranieri dei Fugger, senza che essa vi prenda parte.
Inizialmente il Consiglio di stato esita a dar esecuzione alle deliberazioni della nobiltà. Solo le città minerarie sono sottratte alla sovranità dei Fugger e assunte dalla diretta autorità statale.

Nella successiva assemblea nazionale la bassa nobiltà rinnova tempestosamente i suoi attacchi contro i Fugger-Thurzo e i dignitari della corona, soprattutto contro Alexius Turzo, e chiede la loro deposizione. Come prima vittima si richiede l'odiato ebreo Salomon che per lunghi anni ha fatto sudici affari.
Quando egli viene chiamato a rispondere dinanzi ai rappresentanti della nobiltà, egli cerca con tutta la scaltrezza della sua razza di rigettare la furia popolare sui Fugger-Thurzo. Lo sfruttamento delle miniere ungheresi deve essere affidato ad un ungherese: allora esse diventerebbero una fonte di ricchezza per il proprio paese. Aggiunge che da 33 anni i Fugger hanno annualmente esportato dalle loro miniere 15.600 "marchi" d'argento e 100.000 fiorini in oro senza pagare i diritti dovuti per legge al tesoro di Kemnitz. Se avessero affidato a lui lo sfruttamento egli prometteva maggiori guadagni. La sua esposizione corroborata da dati aritmetici ha un successo così decisivo che i Fugger-Thurzo cadono completamente in disgrazia.

Per non esporre le persone e gli impianti della società mineraria alla furia della piccola nobiltà magiara, il re con il pretesto di grossi crediti fa arrestare l'agente dei Fugger, Hans Alber, che si trova ad Ofen.
[Dai ricordi che il coraggioso cassiere dei Fugger, il Dornscham, annoterà, risulta tuttavia che:
la nobiltà assale la casa Fugger ad Ofen e la saccheggia. All'ultimo momento il Dornscham riesce a «portar via dalla casa e mandare a Neusohl» gli averi più preziosi. Di là viene mandato ad Ofen un messo a cavallo, per informarsi sullo stato delle cose. Egli arriva ancora in tempo a mettere in guardia quelli di Neusohl in modo che essi possano portare al sicuro a Cracovia almeno i valori e le carte più importanti dell'azianda prima che i delegati del re sequestrino l'azienda.
I minatori malgrado le loro divergenze per la paga, si sentono così legati con i loro padroni che si schierano in loro difesa contro gli inviati del re. A stento l'agente può trattenerli dal commettere violenze; «altrimenti sarebbero stati tutti uccisi».]

Re Ludwig fa ancora «incarcerare» oltre ad Alexius Thurzo e ad Hans Alber, anche l'agente Konrad Mair e altri due commessi dei Fugger e fa iniziare un minuziosissimo esame dei libri di commercio dei Fugger. Egli vede ora l'occasione propizia per liberarsi dei suoi numerosi debiti e delle sue obbligazioni verso i Fugger e non si trattiene neppure dal commettere delle concussioni.
Viene compilato un lungo conto: per 30 anni i Fugger hanno sfruttato le miniere di rame, senza dare per questo neppure un pfennig al re o alla regina. Inoltre per due anni essi hanno battuto moneta completamente a loro vantaggio senza che il re ne abbia avuto alcun beneficio. Guadagni sulla moneta, entrate del tesoro, diritti fondiari, tutto essi hanno mescolato insieme per non permettere allo stato un controllo sulle loro entrate ed uscite.
Il danno arrecato al popolo ungherese ammonta ad un milione di fiorini. Se per contro si calcolano i debiti del re e non si dà alcun risarcimento per i beni sequestrati a Neusohl e ad Ofen, restano ancora 200.000 fiorini da pagare al re.
Alexius Thurzo e gli agenti che sono stati arrestati vengono tanto atterriti con minacce che essi riconoscono i capi d'accusa e il debito.





1524
Transilvania
Giovanni Szápolyai

(Szepesvár 1487 - Szászebes 1540)
di nobile famiglia transilvana;
1511-40, voivoda di Transilvania;



1526-40, re d'Ungheria;

1524
-

1524
Sassonia
Federico III [il Saggio]
Albero genealogico
(Torgau 1463 - castello di Lochau, Annaburg 1525)
figlio di Ernesto duca elettore di Sassonia (linea ernestina) e di Elisabetta di Baviera;
1486-1525, duca elettore di Sassonia;
nel 1521 ha offerto a M. Lutero, messo al bando, un rifugio sicuro nella fortezza della Wartburg;

1524

Luglio
quando M. Lutero apprende che le idee, già molto sovversive, propagate dalla setta fondata da Nicolas Storch (1521) sono ancora più accentuate dal monaco agostiniano Th. Müntzer, predicatore della Marienkirche, e che quest'ultimo intende inviare in giro dodici apostoli e settantadue discepoli per propagandare il nuovo vangelo, comincia a preoccuparsi sul serio.
A Wittenberg la presenza dei settari provoca una pericolosa agitazione. Gli altari, le immagini e le statue sono distrutte col pretesto d'idolatria e, spaventato da simili inattese violenze, il duca Giorgio sollecita dal governo del Reich il mandato di reprimerle senza pietà.
Si tratta d'una misura generale che potrebbe colpire anche la Riforma luterana. Allora M. Lutero esce dal suo rifugio della Wartburg e solo, senza scorta, accorre nella piccola città sassone dove predica durante otto giorni consecutivi contro la setta.
Sotto le sue invettive, Karlstadt e Th. Müntzer sono costretti a partire e così per un certo tempo il pericolo viene scongiurato.
In seguito M. Lutero vuole assicurare i principi che attendono da lui la creazione di chiese locali su cui i loro particolarismi potrebbero appoggiarsi. Per accontentarli, incomincia intanto ad organizzare le sue chiese in base a regole molto severe. Alla testa, il consiglio della comunità, competente della scelta dei preti e dell'amministrazione dei beni ecclesiastici. Limita poi le novità:
- alla soppressione del sacrificio della messa,
- all'abolizione del celibato e dei conventi,
- all'uso, nel culto, della lingua tedesca in sostituzione del latino.
Reintroducendo così nella vita il prete evangelico, diventato sposo e padre, egli finisce per fare della chiesa universale una Chiesa strettamente nazionale.
Lungi dallo scuotere le fondamenta dello stato, la dottrina luterana ne prepara invece, in tal modo, l'onnipotenza, in quanto afferma che «l'autorità laica riceve i propri diritti da Dio, così come l'autorità ecclesiastica» a cui quindi cessa di essere subordinata.
Inevitabilie, a questo punto, che M. Lutero si pronunzi contro i perturbatori dell'ordine pubblico con i quali desidera specialmente di non essere confuso.

Ottobre
M. Lutero esce dal convento (si sposerà l'anno successivo);


1524
ducato di Württemberg
Ulrico di Württemberg
Albero genealogico

(Reichenweiler, Alsazoia 1487 - Tubinga 1550)
figlio di Enrico e di Elisabetta di Zweibrücken;
1498-1519, duca di Württemberg;
dal 1520 si trova in esilio a Montbéliard mentre il governo del ducato è stato affidato a Ferdinando I d'Austria;




1534-50, duca di Württemberg;


1524
ducato di Baviera
Guglielmo IV [il Costante]
Albero genealogico

(† 1550)
figlio di Albrecht IV [il Saggio] e di Cunegonda d'Austria;
1508-50, duca di Baviera;



1524
Mainz [Magonza]
Albrecht
Albero genealogico

(n. 1490 - Magonza 1545)
figlio di Giovanni [il Cicerone], elettore di Brandeburgo;
1513, vescovo di Magdeburgo e amministratore del vescovado di Halberstadt;
1514-45, arcivescovo elettore di Mainz [Magonza] ;
dal 1518 è cardinale;






1524
REGNO di POLONIA
Sigismondo I
Albero genealogico

(† 1548)
figlio di Casimiro IV Jagellone e di Elisabetta d’Absburgo;
1506-1548, re di Polonia e granduca di Lituania;
sposa in seconde nozze Bona Sforza († 1557), figlia di Gian Galeazzo duca di Milano;





1524
-

 








1524
IMPERO OTTOMANO
Solimano [il Magnifico]
Albero genealogico

(1494 - 1566)
figlio di Selim I;
1520-66, sultano;




Gran Visir
-
1524
-





1524
REGNO di FRANCIA
Francesco I
Albero genealogico
(Cognac 1494 - Rambouillet 1547)
figlio di Carlo di Orléans conte di Angoulême e di Luisa di Savoia;
1515-47, re di Francia;



Primo ministro
[Sovrintendente delle Finanze]
Jacques de Beaune
signore di Semblanéay
(1518 - 1524)
Philibert Babou
signore di Givray e della Bourdaisière
(1524 - 1544)
Cancelliere-Guardasigilli
Antoine Duprat
(primo presidente del Parlamento di Parigi)
(1515 - 1535)
Segretario di stato agli Affari Esteri
-
 
1524
autunno, dopo una serie di rovesci, scende egli stesso in Lombardia;

 
1524
ducato di Lorena e di Bar
Antonio II [il Buono]
Albero genealogico

(1508 - 1544)
figlio di Renato II e di Filippa di Gheldria;
1508-44, duca di Lorena e di Bar;
[ha ereditato il ducato di Lorena, la contea di Vaudémont e i vescovati di Metz e Verdun.]

1524
-


1524
Paesi Bassi
Carlo V
Albero genealogico

[vedi Carlo V]
1515-56, principe dei Paesi Bassi;
[Olanda, Brabante, Limbourg, Fiandre e Hainaut]


Governatore
-

1524
-






1524
REGNO d'INGHILTERRA e d'IRLANDA
Enrico VIII
Albero genealogico

(Greenwich 1491 - Westminster 1547)
[erede delle due Rose]
secondogenito di Enrico VII Tudor e di Elisabetta di York;
1509-47, re d'Inghilterra e d'Irlanda;
1509, subito dopo l'incoronazione, sposa la vedova del fratello Arturo, Caterina d'Aragona;
1514 concede la sorella Maria Tudor in matrimonio a Louis XII;



1524
1515-29, di fatto la politica inglese e il governo sono diretti in suo nome da Th. Wolsey nella sua triplice veste di cardinale arcivescovo di York, lord cancelliere e legato papale a latere, colui che riuscirà a restituire all'Inghilterra un certo prestigio tra le potenze europee;
1523-24, deve desistere da una richiesta di nuovi sussidi, per la forte e diffusa resistenza incontrata nel paese;
invade la Francia settentrionale senza però ottenere risultati apprezzabili;


IRLANDA
-
-
-
-

1524
-

a


1524
REGNO di SCOZIA
Giacomo V
Albero genealogico

(Linlithgow, Scozia 1512 - Falkland 1542)
figlio di Giacomo IV Stuart e di Margherita Tudor;
1513-42, re di Scozia;
sotto la reggenza della madre, mentre il paese è travagliato dalle lotte tra i nobili scozzesi, sostenitori gli uni dell'Inghilterra e gli altri della Francia;



1524
-


a

1524
REGNO di DANIMARCA e di NORVEGIA
Federico I [il Pacifico]
Albero genealogico
(Copenaghen 1471-Gottorp 1533)
figlio cadetto di Cristiano I e di Dorotea di Brandeburgo;
ottiene con l'appoggio della madre e della nobiltà la regione di Gottorp;
1523-33, re di Danimarca e di Norvegia;
eletto dai danesi nella dieta di Vyborg (l'anno seguente re di Norvegia);

1524
-
NORVEGIA
1524
-
ISLANDA
1524
-


1524
REGNO di SVEZIA
Gustavo I Vasa
Albero genealogico
(Lindholm 1496 ca - Stoccolma 1560)
figlio di Erik Vasa;
1523-60, re di Svezia;




1524
-








1524
REGNO di PORTOGALLO
Giovanni III [il Pio]
Albero genealogico

(Lisbona 1502 - 1557)
primogenito di Emanuele I e di Maria, figlia dei sovrani spagnoli Ferdinando e Isabella;
1521-57, re di Portogallo;





1524
-
a

1524
REGNO di SPAGNA
Carlo I
Albero genealogico

[vedi Carlo V]
1516-56, re di Spagna; (Carlo I)


1524
Dicembre
la p.ssa Caterina si reca in Portogallo per sposare re Joao III [il Pio];
[Fa parte del seguito donna Maria de Velasco che rimarrà accanto alla sovrana fino al 1540; alla sua morte, lascierà per testamento alla regina un tesoro particolarmente prezioso, ricevuto dalla regina Isabella [la Cattolica] in persona: un denaro della borsa di Giuda.]







1524
SAVOIA
 


 

1524
-



1524
Monferrato
Bonifacio IV Paleologo
Albero genealogico
(Casale 1512 - 1530)
figlio del marchese Guglielmo IX e di Anna d'Alençon;
1518-30, marchese di Monferrato;
sotto la reggenza della madre e dello zio Giangiorgio;

1524
-

1524
ducato di Milano
Francesco II Sforza
Albero genealogico
(Milano 1495 - 1535)
secondogenito di Ludovico [il Moro] e di Beatrice d'Este;
1499, dopo la cacciata del padre, trascorre molti anni in esilio;
1521-35, duca di Milano;
1524
è detronizzato ufficialmente dalla nuova spedizione di Francesco I;

 

1524
-



1524
Mantova
Federico II Gonzaga
Albero genealogico
(Mantova 1500 - 1540)
figlio di Francesco II e di Isabella d'Este;
1519-40, marchese di Mantova;




1530-40, duca di Mantova;
1536-40, marchese del Monferrato;

1524
-

1524
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Andrea Gritti [il Bello]
(Bardolino 17 apr 1455 - Venezia 28 dic 1538)
figlio di ?;
1523-38, doge di Venezia; [77°]
- nunzio pontificio: . Tommaso Campeggi (1523 - 1525)
- ambasciatore di Spagna: ? (? - ?)

1524
Gennaio
scritti protestanti vengono scambiati a Brescia e a Verona ed entrano e vengono clandestinamente diffusi a Trento, da dove l'ingresso in territorio veneziano è agevole.
Clemente VII
ne ha informato il nunzio ed il vescovo di Trento.



1524
ducato di Ferrara
ducato di Modena
ducato di Reggio
Alfonso I d'Este
Albero genealogico

(Ferrara 1476 - 1534)
figlio di Ercole I e di Eleonora d'Aragona;
sposa in prime nozze Anna Sforza († 1497)
1505-34, duca di Ferrara;
1505-10, 1526-34, duca di Modena;
1505-10, 1523-34, duca di Reggio;
dal 1501 è sposato (seconde nozze) con Lucrezia Borgia la quale ha ottenuto dal padre (papa Alessandro VI) il riconoscimento del diritto all'eredità dei beni estensi [feudo pontificio];
nel 1510 è stato scomunicato e dichiarato decaduto nonché privato da Giulio II dei ducati di Modena e Reggio…


 
1524
dopo la restituzione di Reggio, Modena è ancora in mani pontificie;

 

1524
Firenze
Alessandro de' Medici
Albero genealogico

(1512 ca - Firenze 1537)
figlio naturale di Lorenzo [ramo di Cafaggiolo] duca di Urbino [secondo altri, di Giulio (papa Clemente VII)];
1519-27, duca di Urbino;


1531-37, duca di Firenze;


1524
-


1524
ducato di Sora
ducato di Urbino
Francesco Maria I della Rovere
Albero genealogico
(n. 1490 - m. 1538)
figlio del duca di Sora Giovanni della Rovere e di Giovanna di Montefeltro;
1501-38, duca di Sora;
1501-38, signore di Senigallia e Mondavio;
1508-38, duca di Urbino [toltogli da Leone X dal 1516];
1512-38, signore di Pesaro;


 
1524
-



1524
REGNO di NAPOLI
Carlo V
Albero genealogico

(Gand 1500 - Yuste, Estremadura 1558)
secondogenito di Filippo [il Bello] e di Giovanna [la Pazza];
1515-56, principe dei Paesi Bassi;
1516-56, re di Spagna (Carlo I)
1516-54, re di Napoli (Carlo IV);
1519-56, imperatore del Sacro Romano Impero;

– vedi sopra –

NAPOLI
Viceré
-
Nunzio apostolico
-

1524
-


SICILIA
Viceré
-
1524
-
a






Ayala, Felipe Guamán Poma de (1524?-1613) indios
Nueva corónica y buen gobierno (1612, importante per la storia precolombiana).

Busdrago o Busdraghi, Vincenzo (Lucca 1524-1601) tipografo italiano, introdusse la stampa in Lucca con testi di notevole valore letterario e culturale (novelle del Molza e del Bandello, rime di gentildonne, opere del Paleario, ecc.).
Un "drago con volto umano" è l'insegna tipografica delle sue edizioni, belle per i caratteri e la carta usata, che peggioreranno con gli anni, anche per difficoltà economiche; 1594, diventa suo socio Ottaviano Guidoboni che stamperà abusivamente con il suo nome fino al 1605.

Camões, Luis Vaz de (Lisbona 1524?-1580) poeta portoghese, il massimo poeta lusitano
Junto dum seco, fero e estéril monte (Presso di un secco, aspro e sterile monte)
Os lusíadas (1572, I lusiadi o i portoghesi; l'editio princeps è quella stampata presso António Gonçalves -Marca: un pellicano con la testa a sx)
Rimas o Rhytmas (Rime, raccolte dopo la morte del poeta)
Auto dos Enfatriões (Auto degli anfitrioni)
El Rey-Seleuco (1543-49, Il re Seleuco)
Filodemo (rappresentato a Goa nel 1555).

Labé, Louise [La Belle Cordière] (Lione 1524 ca-Parcieux-en-Dombes 1566) poetessa francese, dell'Ecole lyonnaise con M. Scéve e Pernette du Guillet;
è la regina senza corona dei salotti lionesi, definita "plebeia meretrix" da Jean Cauvin;
Oeuvres (Lione 1555, Opere, stampate da Jean de Tournes [il Vecchio]).

Hotman, François o François Hottomanus (Parigi 1524-Basilea1590) giurista francese, esponente calvinista degli studi giuridici, contro i glossatori, si interessò anche di alchimia
Iurisconsultus (1559)
Franco-Gallia seu Tractatus isagogicus de regimine regum Galliae (1573)
Anti-Triboniana (1657).

Parabosco, Girolamo (Piacenza 1524 ca- Venezia 1557) poligrafo e musicista italiano;
Madrigali a cinque voci (1546)
Rime (1546 I parte, 1555 II parte)
La Progne (1548, tragedia)
Diporti (1550, 17 novelle in stile boccaccesco).

Ronsard, Pierre de (castello della Possonnière, Vendòmois 1524-Saint-Cosme-en-l'Isle, Touraine 1585) poeta francese, sesto figlio di una famiglia di piccola nobiltà, fu istruito da un precettore alla Possonnière
1536, viene introdotto alla corte di Valois
1537, divenuto paggio di Carlo d'Orléans, accompagna in Scozia la figlia di Francesco I, Madeleine quando questa va a inaugurarvi il suo effimero regno; è poi al servizio del futuro Enrico II come scudiero
1540, una malattia lo riduce alla semisordità e si dedica quindi agli studi umanistici sotto la guida di J. Dorat nella casa di J.-A. de Baïf
1547, continua gli studi umanistici nel collegio di Coqueret
fondatore della Pléiade
Hymne de France (1549, Inno di Francia)
Bocage (1550, Boschetto, primo)
Odes (1550, Odi, primi quattro libri)
Amours (1552, Amori) de Cassandre (Cassandra Salviati)
Livret de folastries (1553, Folleggiamenti)
Bocage (1554, Boschetto, secondo)
Continuation des Amours (1555, de Marie)
Meslanges (1555, Miscellanea)
Odes (1555, nuova edizione corretta)
Hymnes (1555, Inni)
1559, succede a M. de Saint-Gelais nella carica di elemosiniere del re
Discours (1562, Discorsi)
Remontrances (1562, Rimostranze)
1564, ha il priorato dell'abbazia di Bellozanne
1565, ha il priorato dell'abbazia di Saint-Cosme
Elégies, Mascarades et Bergerie (1565, Elegie, Feste in maschera e Pastorale)
1566, ha il priorato dell'abbazia di Croixval
Franciade (1572, epopea di Franco-l'Enea francese, unica parte)
Poèmes (1569, Poemi, raccolte singole, VI e VII libro)
Eglogues (1578)
Sonnets pour Hélène (1578)
1584, licenzia la sesta edizione delle sue opere complete.

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«segue da 1523»
1524
Germania:
produzione annua di libri: 498 titoli, di cui:
- 183 dello stesso M. Lutero,
- 215 di altri riformatori,
- 20 di oppositori della nuova fede,
- 80 dedicati ad argomenti secolari.
M. Lutero raccomanda alle autorità municipali di impiegare le donazioni e le eredità invalidate dallo scioglimento dei monasteri per costituire non solo delle scuole superiori ma anche delle «gutte librareyen odder bücher heuser» (buone biblioteche o librerie).
Svizzera:
Zurigo, ci si attiene fedelmente all'edizione del Nuovo Testamento di M. Lutero introducendo di quando in quando qualche parola o espressione indigena.
[Con questo metodo, usato da questo momento da gran parte della letteratura svizzera, i vari tentativi per elevare il "tedesco svizzero" al rango di lingua letteraria non avranno successo duraturo.
I più lontani avamposti degli stanziamenti tedeschi in Europa -la Transilvania e i paesi baltici - che potrebbero dar vita a lingue nazionali con la stessa facilità dei Paesi Bassi, rimangono invece del tutto nell'orbita del tedesco, in quanto essi accettano con il credo anche la Bibbia di M. Lutero.
Italia
Venezia [vedi]
«segue 1525»

Consejo real y supremo de las Indias

«segue da 1511»
1524, con il nuovo nome Consejo real y supremo de las Indias ha una sua specifica intitolazione e configurazione giuridica;
«segue 1542»

 

 

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