Papa
Paolo III
(1534-49).
- maestro del Sacro Palazzo:
. G. Muzzarelli
(?-1547)
[cioè consulente teologico del papa]
- Inquisitore di Bologna: Stefano Foscarari
(1526-43);
1543,
16 febbraio, erige con bolla solenne la "Compagnia della
Grazia" promossa da I. de Loyola perché si prenda cura della futura casa
Santa Marta;
il cardinale G.P. Carafa
(futuro Paolo IV) stabilisce che nessun
libro – nuovo o vecchio, e quale che ne sia il contenuto – possa venir
stampato o venduto da questo momento in poi senza l'autorizzazione dell'Inquisizione
romana.
Durante l'estate la corte pontificia risiede a Bologna e a Rimini.
luglio, ambasciatore spagnolo a Roma arriva Juan
de Vega;
Gesuiti
«segue da 1542»
generale: I.
de Loyola (1541-56)
1543
Aprile
15, al ritorno dal suo viaggio in Spagna p. Antonio
Araoz (cugino di Maddalena, cognata
di I. de Loyola)
si reca di nuovo a Napoli dove porta una lettera del p.gen. ad Ascanio
Colonna nella quale gli si raccomanda: «Costruitevi
un nido in cielo!»;
Settembre
1°, Giovanna d'Aragona,
moglie del duca Ascanio Colonna, invia
una lettera di ringraziamento al p.gen..
[vedi Domicilia]
Modena, il giovane e ardente p. Alonso
Salmerón, venuto in disaccordo con il vescovo della città
(futuro cardinale) G.G. Morone
per le sue prediche (in aprile-agosto) – sulla «giustificatione
contra il senso lutherano», sulla dottrina cattolica della
grazia e delle opere buone – deve lasciare Modena.
A tutela del buon nome della giovanissima Compagnia, i gesuiti si rivolgono
al card. M. Cervini
per chiarire i motivi della cacciata, sollecitando un'inchiesta (poi
bloccata da Paolo III convinto che gli
sbandamenti dottrinali del cardinale milanese derivino solo da «grand'ignoranza»,
limitandosi ad ammonirlo «paternamente»).
[Quindici anni dopo, nel 1558, sarà ancora
il principale appunto fatto a G.G.
Morone nel famoso processo dinanzi all'Inquisizione.]
Roma, con l'aiuto del ricco Pietro Codacio,
canonico di Lodi presso Milano (appartenente sin dal 1539 ai gesuiti
di Roma) è stata eretta la casa di Santa Marta per le ragazze
perdute; per ottenere il perfezionamento della bolla di fondazione dal
papa, il canonico si reca, assieme a un domenicano, a Bologna con una
lettera di I. de Loyola per Margherita
d'Austria nella quale il p.gen. fa riferimento alle condizioni
di salute della contessa Carpi, moglie
di Bonifacio Gaetani, duca di Sermoneta,
della famiglia del cardinale protettore dei gesuiti, Rodolfo
Pio de Carpi, intimo amico del gesuita.
Le persone di Roma con le quali I.
de Loyola si prende cura della casa di Santa Marta per ragazze
sedotte figurano:
. c.ssa Caterina Pio di Carpi, duchessa
di Sermoneta;
. Vittoria Colonna;
. Elena e Claudia
Orsini;
. duchessa di Castro, consorte di Pierluigi
Farnese;
. Costanza Farnese, figlia del papa regnante
e contessa di Santa Fiora;
. Caterina de la Cerda, figlia del duca
di Medina Celi;
. Beatrice de Figueroa, contessa di Palamos;
. duchessa de Medina Sidonia;
Congregazione cardinalizia dell'inquisizione
«segue da 1542»
1543
accusato di eresia, Giovan Battista Scotti
depone dinanzi a E.
Foscarari ma viene
assolto;
«segue 1544»
«segue 1544»
1543-45, vengono fondati i primi Orti botanici a Firenze, Padova e
Pisa. Gli orti sono legati all'insegnamento universitario della medicina
e concepiti come officine di produzione di rimedi "semplici".
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ANNO 1543
– Acquaviva Claudio (Atri,
Teramo 1543-Roma 1615) religioso italiano, generale dei gesuiti;
Ratio atque institutio studiorum Societatis Iesu (1599)
Directorium exercitorum spiritualium patris nostri Ignatii (1599).
– Ayrer, Jakob (Norimberga
1543-1605) poeta drammatico tedesco;
Singspiele (Interludi).
– Bellaud de la Bellaudière
(Grasse, Nizza 1543??-1588) poeta
francese in lingua d'oc, maggior rappresentante della rinascenza provenzale
del XVI secolo; fu più volte imprigionato;
Obros et rimos provenssalos (1595, postumo, Opere e rime provenzali,
che comprendono:
- Premier livre de la prison (Primo libro della prigione, costituito
da 163 sonetti e alcune altre composizioni)
- Don-don infernau (Don-don infernale, costituito da 91 sestine
e 2 sonetti, già pubblicato in vita dal poeta)
- Passa-temps (Passatempi) ).
– Cueva,
Juan de la (Siviglia 1543-1610) drammaturgo spagnolo
Los sietes infantes de Lara (1579, I sette infanti di Lara)
El infamador (1581, Il calunniatore)
Ayax Telamón (1588, Aiace Telamonio)
La muerte de Virginia (1588, La morte di Virginia)
La muerte del rey don Sancho (1588, La morte del re don Sancho)
La libertad de España por Bernardo del Carpio (1588, La libertà
della Spagna ad opera di Bernardo del Carpio)
Exemplar poético (1606, Esemplare poetico).
– Deloney,
Thomas (attivo a Londra 1543-1600) scrittore inglese
The Gentle Craft (1597, La nobile arte).
– Lesdiguières, François
de Bonne de (Saint-Bonnet-de-Champsaur, Delfinato
1543-Valence 1626) politico francese
1577, capo dei protestanti del Delfinato, con la sua politica tende a
sostenere Enrico IV e a combattere Carlo
Emanuele di Savoia
1595, dopo alterne fortune arriva con quest'ultimo alla pace di
Bourgoing
1601, dopo una ripresa delle ostilità, giunge alla pace di Lione
1608, maresciallo di Francia, mutata la sua politica nei confronti del
sabaudo, ne favorisce l'alleanza con Enrico IV e lo aiuta militarmente
nella guerra del Monferrato
1622, abiura il protestantesimo, ottenendo la nomina a conestabile,
continuando la politica ostile alla Spagna a fianco di Carlo Emanuele.
– Moerentorff, Jan [ Moretus]
(Anversa 1543-1610) capostipite della famiglia di tipografi fiamminghi;
[Genero ed erede dal 1589 di Christophe
Plantin e padre di Balthasar
I. L'altro genero, con il quale ha avuto la gestione
della sede di Anversa nel periodo 1583-85, è Francis
van Ravelingen [ Raphelengius].
– Pucci, Francesco (Figline,
Firenze 1543-Roma 1597, decapitato e arso in Campo dei Fiori) umanista
e riformatore italiano
De praedestinatione
De regno Christi (perduto)
De Christi servatoris efficacitate in cunctis hominibus (dedicata
a Clemente VIII,
messo all' Indice nel 1596).
– Varolio, Costanzo (Bologna 1543-Rom 1575) medico, chirurgo e anatomista italiano;
1567, si laurea a Bologna dove ha compiuto i suoi studi; più tardi gli
viene affidata la cattedra straordinaria di anatomia e chirurgia che
mantiene sino al 1572, quando si stabilisce a Roma;
De nervis opticis (Padova 1573, illustrato con tre splendide
tavole dallo stesso autore)
Anatomiae sive de resolutione corporis humani libri IV (Francoforte
1591, postumo).
– Veneziano, Antonio (1543-93 o 1627) poeta vernacolo siciliano, vissuto tra liti, debiti,
malattie, rivolte, amori, carcere;
nemico dichiarato degli spagnoli e autore di cartelli contro il Vicerè,
fu uno dei pochi a scrivere anche in lingua spagnola;
Canzuni amurusi
Canzuni di sdegnu
Ottavi.
[Suo il motto: « Tuttu lu munnu è comu
casa nostra» (Tutto il mondo è come a casa nostra).].
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«segue da 1542»
1543
Italia
Roma, il cardinale G.P.
Carafa (futuro Paolo IV) stabilisce
che nessun libro – nuovo o vecchio, e quale che ne sia il contenuto
– possa venir stampato o venduto da questo momento in poi senza l'autorizzazione
dell'Inquisizione romana.
12 luglio, la Congregazione del Sant'Uffizio emana un editto per Roma,
Bologna, Ferrara e Modena: ammende fino a mille o duemila ducati e la
scomunica colpiranno i librai che pubblicano, comprano o vendono libri
falsi, eretici, scandalosi o sediziosi e gli ufficiali che ne permettono
l'ingresso nei territori indicati. L'editto fa esplicito riferimento
alle prediche di B.
Ochino ed alla veersione latina del Pasquino di
C.S. Curione.
Milano, 8 gennaio, il governo spagnolo emana disposizioni diverse
per la città e per lo Stato di Milano, nell'intento di sconfiggere
l'eresia, invisa a Dio e di danno allo Stato.
Proibisce innanzitutto agli stampatori di pubblicare un libro senza
licenza.
Quanto ai librai, sono tenuti a presentare entro quattro giorni un inventario
del loro magazzino al vicario diocesano o al locale inquisitore i quali
autorizzeranno la vendita dei titoli innocui.
Si dispongono inoltre ispezioni del vicario o dell'inquisitore sulle
merci importate, per individuare se tra queste siano nascosti libri
ereticali.
Chi sia in possesso delle prediche o di altri scritti di B.
Ochino, già entrati in città, dovrà
costituirsi presso le autorità ecclesiastiche e dar notizia di
altri eventuali esemplari.
Per ogni infrazione sono previste pene pecuniarie fino a 500 scudi.
Venezia, debitamente pungolato, anche il governo veneziano si
muove finalmente contro gli scritti degli apostati;
il nunzio Fabio Mignanelli ha sollecitato
la Repubblica a por freno alla diffusione delle Prediche di
B. Ochino,
del Pasquino in estasi di C.S.
Curione e di alcuni manifesti antipapali anonimi, empi e
ingiuriosi;
1° febbraio, il nunzio riferisce con soddisfazione che a Venezia
è stato imprigionato un libraio reo d'aver venduto i volumi di
B. Ochino
e di C.S. Curione.
Di lì a poco, dietro sua raccomandazione, viene carcerato anche
un «messer Vincentio napoletano»
che smercia il Pasquino in estasi.
Il patriziato promette di regolare con leggi la materia.
12 febbraio, il Consiglio dei Dieci ordina agli Esecutori contro
la bestemmia di punire i tipografi disobbedienti, i quali,
in spregio delle precedenti disposizioni, stampano e vendono senza licenza
una quantità di libri offensivi della morale, di Dio e della
fede cattolica.
D'ora in avanti:
- chi stampa libri senza imprimatur pagherà una multa
di 50 ducati,
- chi li vende di 25,
- gli ambulanti di piazza saranno fustigati lungo la via da San Marco
al Rialto e rinchiusi in carcere per sei mesi;
- per gli stampatori che appongono ai loro libri false note tipografiche
ci saranno invece un anno di detenzione e il bando dal territorio veneziano.
Se unanimi, gli Esecutori contro la bestemmia hanno la facoltà
di infliggere anche sanzioni pecuniarie più gravi e, come ogni
altra corte veneziana, possono sfruttare le denunce anonime e ricompensare
i denuncianti, che manterranno l'incognito.
Lo stesso anno il libraio stampatore Giovanni
Britto pubblica l'unico suo titolo.
A differenza di quanto disposto a Milano, qui a Venezia il controllo
censorio è interamente in mano ai laici e non sono previste sanzioni
per gli importatori di libri ereticali.
Gli Esecutori contro la bestemmia, privi della autorità
e del personale necessario per controllare l'industria tipografica,
si muovono probabilmente solo di fronte ad una denuncia.
Da quest'anno quindi gli stampatori veneziani sono un po' meno liberi
di pubblicare quel che vogliono, non già per timore degli Esecutori
contro la bestemmia bensì perché B.
Ochino, P.M. Vermigli
e C.S. Curione
sono ormai apostati notori.
Proprio quest'anno Ortensio Lando si prende
gioco dei censori veneziani che mettono al bando le prediche delll'ex
generale dei Cappuccini e permettono la lettura del peccaminoso e lascivo
Decameron di G. Boccaccio.
Inghilterra
. Richard Grafton,
. Edward Whichurch,
ottengono da Enrico VIII il privilegio
reale che conferisce loro l'incarico di stampare tutti i libri liturgici
per uso interno nel regno.
È particolarmente interessante perché menziona per la
prima volta l'importanza dell'editoria per la "bilancia dei pagamenti"
del paese, in aggiunta al suo impiego politico potenziale che già
altri sovrani hanno riconosciuto.
Questo privilegio obbliga pertanto gli stampatori, qualunque sia la
loro opinione personale, a stampare qualsiasi libro liturgico (anche
quelli che si contraddicono o si escludono a vicenda) che la mutevole
politica dei successivi governi li obbligherà a pubblicare.
Ecco che allora i nomi di Richard
Grafton e di Edward
Whichurch appaiono indifferentemente sul Primer cattolico
di Enrico VIII e sul Prymer protestante
di Edoardo VI, sul compromettente Order
of Communion di Edoardo VI e sulla
traduzione inglese della radicale Forme of common praiers di
J.
Cauvin, sui due Booke of common prayer
edoardiani come su quello elisabettiano.
«segue 1544»
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