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Il Viandante |
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Papa segretario di Stato: cardinale Torrigiani; 1760 Iniziano i primi dissapori con Vienna: il papa
si rifiuta infatti di riconoscere a Maria Teresa
la facoltà di proporre una terna di candidati alle nomine episcopali
in Lombardia.
cardinali: «segue
da 1759»
Congregazione «segue
da 1759» «segue
da 1759»
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ANNO 1760
– Albrizzi Teotochi, Isabella
(Corfù 1760-Venezia 1836) gentildonna italiana. Al suo salotto:
Pindemonte, U. Foscolo, G. Byron
e V. Alfieri, Canova
etc.
Torna suRitratti (1807, dei su citati personaggi) Opere di scultura e plastica (1831, del Canova). – Babeuf, François-Noël o Gracchus (Saint-Quentin 1760-Vendôme 1797, 27 maggio, pugnalatosi in carcere) politico francese, socialista; Cadastre perpétuel (1789, Catasto perpetuo; progetto già formulato nel 1787) dopo il 9 termidoro è antirobespierriano, ma con la reazione termidoriana; 1793, 3 settembre, fonda il giornale «La défense de la liberté de la presse», poi ribattezzato «Le tribun du peuple», attraverso cui mira al ripristino della costituzione del 1793 come punto di partenza per successive esperienze socialistiche; 1794, pubblica: Du système de dépopulation ou La vie et les crimes de Carrier (1794, Il sistema di spopolamento e i crimini di J.-B. Carrier) [Vi riporta alcune vicende della I guerra di Vandea e gli atti dell'intero processo di J.-B. Carrier. Nel suo libro egli si scaglia duramente contro la "convenzione termidoriana", che ritiene colpevole del terrore e del "populicidio", un neologismo, che in futuro si potrebbe considerare un sinonimo di "genocidio". Dopo di lui e la sua tesi sul "populicidio", non saranno formulati altri studi in tal senso per quasi due secoli… fino al 1986 quando Reynald Secher pubblicherà Le génocide franco-français: la Vendée-Vengé.] 27 luglio (9 Termidoro, Anno II), da questo momento diventa antirobespierriano, ma sta con la reazione termidoriana; 1797, per aver organizzato una cospirazione viene arrestato e condannato a morte; prima di salire il patibolo si suicida con un pugnale. – Beauharnais, Alexandre visconte di (1760-1794) militare francese; [Marito di Josephine Tascher de la Pagerie e padre di Eugène e di Hortense. ] militare sotto il vecchio regime, aderisce presto al nuovo e viene eletto deputato agli Stati generali; diviene quindi capo di S.M. dell'esercito del Reno; 1793, comandante in capo; 1794, accusato della perdita di Magonza, viene giustiziato. – Beckford, William (Fonthill-Gifford, Wilshire 1760-Bath 1844) viaggiatore e scrittore inglese Vathek (1785, composto in francese, pubblicato a Losanna nel 1787). – Bonchamps, Charles Melchior Artus de (Juvardeil 10 maggio 1760 – 18 ottobre 1793) generale francese, controrivoluzionario; [Figlio di Anne-Artus, marchese de Bonchamps.] fu generale dell'armata vandeana e combatté nelle Guerre di Vandea. serve con distinzione nella guerra d'indipendenza americana; 1789, è capitano del reggimento di fanteria d'Aquitania, quando la Rivoluzione francese, che disapprova, gli fa lasciare questo posto; si ritira in un castello a Saint-Florent-le-Vieil; è in questa occasione che gli insorti della Vandea vengono a cercarlo per farlo diventare loro capo; 1793, viene scelto con M.-L.-J. Gigot d'Elbée come il generale dell' "Esercito cattolico e reale" di Vandea; ottiene inizialmente alcuni successi in Angiò, e contribuisce alla presa di Bressuire e di Thouars; 17 settembre, l'esercito della bassa Vandea, comandato da lui e da F.-A. de Charette, fermo sul bordo della grande strada di Tiffauges a Cholet, di fronte a Torfou, viene attaccato dai repubblicani sotto gli ordini di J.-B. Kléber; [Quest'ultimo, già seriamente ferito e sentendosi sempre più pressato dai vandeani, arriva al ponte di Boussay, vi fa mettere due pezzi di artiglieria. Dopo questo fallimento, il generale in capo J.-B.-C. de Canclaux ordina al gen. Beysser di dare supporto alle truppe a Boussay. Lui e F.-A. de Charette decidono di attaccarlo e lo raggiungono a Montaigu, e là, a seguito di un combattimento dove il generale repubblicano, viene raggiunto da una pallottola, passa per morto per alcuni istanti, la sua colonna si fa completamente prendere dal panico e si dà ad una fuga scomposta, che continua fino a Aigrefeuille-sur-Maine. Da Montaigu, F.-A. de Charette va a Saint-Fulgent, dove batte nuovamente i repubblicani, prende 22 dei loro cannoni, i loro bagagli e numerose munizioni.] 18 settembre, lui e M.-L.-J. Gigot d'Elbée assaltano vicino a Clisson il gen. J.-B.-C. de Canclaux; già egli ha preso dei carri, delle ambulanze e una parte dell'artiglieria repubblicana; ma F.-A. de Charette non viene all'appuntamento, e i vandeani sono superati a loro volta; 30 settembre, J.-B. Kléber, messo agli ordini di J.-B.-C. de Canclaux, incontra, a due miglia da Montaigu, gli avamposti suoi e di M.-L.-J. Gigot d'Elbée; i due generali si sono accampati con 40mila uomini ed una numerosa artiglieria; J.-B. Kléber dà il segnale dell'attacco; dopo una dura battaglia di due ore, i vandeani, travolti dall'impeto di un assalto a sorpresa alla baionetta, si sfaldano e sono messi in rotta; ai combattimenti di Saint-Christophe-du-Ligneron e di Tremblaie, i vandeani, comandati da lui, M.-L.-J. Gigot d'Elbée, il marchese di Lescure e il conte de La Rochejaquelein, sono nuovamente sconfitti dopo una sanguinosa battaglia; il marchese di Lescure è mortalmente ferito; 17 ottobre, nella seconda battaglia di Cholet, 24mila repubblicani combattono contro 40mila vandeani scoraggiati, molto male equipaggiati e poco disciplinati; ci sono poche battaglie dove le due parti si battono con una tale furia; i vandeani hanno a lungo il vantaggio; è il giovane gen. Marceau che decide la vittoria; le perdite tra i vandeani sono di circa 10.000 uomini; M.-L.-J. Gigot d'Elbée rimane ferito gravemente e lui mortalmente; [Anche le perdite dei repubblicani sono considerevoli, soprattutto tra gli ufficiali.] portato a Saint-Florent, vi muore il giorno dopo mentre i vandeani passano la Loira. [Viene sepolto sulla spiaggia di Varades. De Barante, redattore delle memorie della moglie del conte de La Rochejaquelein, sosterrà che alcuni giorni dopo i repubblicani lo hanno esumato per tagliargli la testa, ed inviarla alla Convenzione nazionale. Fra i 5000 soldati repubblicani, di cui lui e il marchese di Lescure hanno chiesto la grazia il 18 ottobre a Saint-Florent-le-Vieil, si trova il padre dell'artista David d'Angers. Quest'ultimo creerà la famosa statua "Il perdono di Bonchamps"; l'originale si trova a Saint-Florent-le-Vieil ed una copia alla galleria "David di Angers" ad Angers.] – Bonneville, Nicolas de (Evreux, Eure 1760-Parigi 1828) scrittore politico francese, fondatore de «Le bouche de fer (stampava lettere e articoli che il pubblico infilava in una apposita imboccatura di ferro). Storia dell'Europa moderna (1789-92) Lo spirito delle religioni (1791). – Boyer-Fonfrède, Jean-Baptiste (Bordeaux 5 dicembre 1760 – Parigi 31 ottobre 1793, ghigliottinato) politico francese; [Figlio di Pierre Fonfrède, signore de La Tour Blanche, e di Marie-Caroline Journu (n. 1735), una delle principali famiglie di negozianti di Bordeaux. Fratello di François Bernard Boyer-Fonfrède. Coniuge: Jeanne Justine Ducos (1767-1820); Figli: . Henri Fonfrède (1788-1841), maggiore, si fa un nome nel giornalismo: durante la Rivoluzione difende le idee liberali nei principali giornali di Bordeaux; . ? ecc. Zio, quindi, del ministro Théodore Ducos. La sua famiglia, vicina all'ambiente massonico, possiede delle piantagioni a Santo Domingo e delle navi che praticano il commercio tra le isole, le città anseatiche e Bordeaux. Di conseguenza essa è molto vicina ai Journu, altra grande famiglia di commercianti, della quale Bernard Journu-Auber e Antoine-Auguste Journu d’Artiguevieille, barone di Saint-Magne (1753-1794), sono i membri più in vista.] contrariamente al suo ambiente, si dimostra molto contrario allo schiavismo; mentre segue un corso di formazione per diventare commerciante, si reca qualche mese in Olanda; 1789, a Bordeaux , sin dai primi giorni della Rivoluzione, si fa molto notare come oratore; 1790, diviene membro del Musée de Bordeaux e della loggia massonica "de l’Amitié"; 1792, deputato alla Convenzione nazionale, si fa notare per la sua eloquenza e per il suo coraggio: denuncia i massacri di settembre, si oppone all'istituzione del Tribunale rivoluzionario e accusa J.-P. Marat; lo si ritrova quindi molto attivo in seno alla Commissione di commercio e delle colonie (alla quale apparterrà presto Bernard Journu-Auber); 31 maggio, essendosi opposto, nella Commissione dei Dodici, all'arresto di J.-R. Hébert e di Dumas, viene salvato dallo stesso J.-P. Marat; ciò nonostante continua a combattere la Montagna con vigore; infine, sulla "proposta d'Amar", viene condotto davanti al Tribunale rivoluzionario; 30 ottobre (9 Brumaio, Anno II), viene condannato a morte con gli altri venti girondini; 31 ottobre, viene ghigliottinato assieme agli altri. [Tra di loro c'è anche suo cognato J.-F. Ducos, e sua moglie è incinta del quarto figlio.] – Buzot, François Nicolas Léonard (Évreux, Eure 1º marzo 1760 – Saint-Émilion, 18 giugno 1794) politico francese; 1789, avvocato nella sua città natale, viene eletto deputato agli Stati Generali dove diviene noto per le sue opinioni radicali; [Chiede la nazionalizzazione di tutti i beni della Chiesa cattolica e il diritto a detenere e portare le armi.] dopo lo scioglimento della Assemblea nazionale costituente, torna ad Évreux, dove viene nominato presidente del tribunale criminale; 1792, viene eletto deputato alla Convenzione nazionale e si unisce ai Girondini sotto l'influenza della sua amica Madame Roland, divenuta poi la sua amante; entra in polemica con il principale avversario dei girondini, J.-P. Marat, e chiede l'istituzione della Guardia Nazionale per difendere la Convenzione contro i sanculotti; [La sua proposta viene accettata ma non andrà mai in vigore ed i parigini lo scelgono come bersaglio del loro odio.] 1792, nel processo a re Luigi XVI, votò in favore della pena capitale, ma con l'appello al popolo e il rinvio dell'esecuzione; ottiene la condanna a morte pronunciata contro i membri emigrati della casa di Borbone, che non devono tornare in Francia, e contro chiunque chieda il ristabilimento della monarchia; allo stesso tempo, si oppone a G.-J. Danton e ai Montagnardi e respinge la creazione di un Comitato di salute pubblica e dei Tribunali rivoluzionari (ma si astiene quando la questione del processo a J.-P. Marat viene portata dai Girondini). 1793, 2 giugno, proscritto con i Girondini, fugge rifugiandosi nel dipartimento del Calvados in Normandia, dove contribuisce all'organizzazione di un'insurrezione girondina contro la Convenzione, che viene stroncata poco dopo; [La Convenzione lo processa, e decreta che la casa da lui occupata debba essere demolita e mai più ricostruita sullo stesso terreno, dove dovrà essere innalzata una colonna su cui dovrà essere scritto: «Qui era il santuario di Buzot, furfante che, nella veste di rappresentante del popolo, cospirava per il rovesciamento della Prima Repubblica francese».] fugge quindi assieme a J. Pétion de Villeneuve a Saint-Émilion, vicino Bordeaux, e vi rimane nascosto; [Entrambi poi si suicidano nella foresta che circonda la località. I loro corpi saranno rinvenuti, un mese più tardi, sbranati dai lupi.] Memorie (1823). – Caffarelli du Falga, Louis-Marie-Joseph-Maximilien de (1760-1845) militare francese, di origine italiana; [Fratello minore del gen. Louis-Marie-Joseph-Maximilien.] 1793, ufficiale del Genio nell'esercito dei Pirenei Orientali; 1810, viene creato conte; 1814, viene incaricato da Napoleone I di difendere la regione di Tolosa contro l'invasione; dopo la resa di Parigi, è nominato da Louis XVIII maresciallo di campo e consigliere di Stato onorario. – Carra Saint Cyr, Jean-François (1760--1834) militare francese; generale sotto N. Bonaparte, si distingue a Marengo; 1803, è promosso generale di divisione; 1805, viene incaricato di occupare il territorio di Venezia; 1807, il suo comportamento alla battaglia di Eylau gli merita la nomina a barone dell'Impero; con la Restaurazione è nominato governatore della Guaiana ma due anni dopo lascia il servizio. – Cesari, Antonio (Verona 1760-Ravenna 1828) letterato italiano, sacerdote Dissertazione sullo stato presente della lingua italiana (1810) Le Grazie (1813) Vocabolario della Crusca (1806-11, nuova edizione). – Choiseul, Claude-Antoine-Gabriel – duca di Choiseul-Stainville detto Choiseul (1760-1838) militare francese; 1789, colonnello dei dragoni all'inizio della Rivoluzione; dopo il fallimento del tentativo di Varennes, viene arrestato a Verdun; per l'amnistia che segue la Costituzione di Louis XVI, viene rimesso in libertà; N. Bonaparte lo toglie dalla lista degli emigrati e gli accorda una pensione; sotto la Restaurazione viene ammesso alla Camera dei Pari. – Colley, Richard – marchese di Wellesley (castello di Dangan, Dublino 1760-Londra 1842) politico britannico; [Fratello maggiore di Arthur (1769-1852) futuro duca di Wellington.] 1784, entra nella carriera politica come deputato al parlamento; 1797, sostenitore di W. Pitt, è nominato, grazie anche al suo appoggio, governatore generale dell'India; 1798, impone il protettorato sull'Audh e sullo Hyderabad; 1799, occupa e sottomette i territori di Mysore; 1801, annette il Carnatico e porta il governo di Poona all'interno del protettorato inglese; 1803, di fatto la sovranità inglese viene ora riconosciuta su tutto il Deccan e nella pianura del Gange; 1805, divenuta troppo dispendiosa la sua politica per il governo inglese, è costretto alle dimissioni; rientrato in Inghilterra, è nominato ambasciatore in Spagna; 1809-12, ministro degli esteri nel governo Perceval; 1821-28, lord luogotenente in Irlanda; 1833-34, ancora lord luogotenente in Irlanda. – Colli, barone di (1760-1812) militare italiano; 1793, comandante dell'esercito sardo che combatte contro i francesi per difendere la contea di Nizza; dopo Mondovì, costretto a deporre le armi, passa al servizio dell'Austria; incaricato dal papa della difesa dello Stato della Chiesa, viene battuto ad Ancona. Negli ultimi anni della vita è aiutato da Napoleone che gli assegna una pensione. – Crescentini, Girolamo (1760-1846) sopranista italiano e compositore di musica molto apprezzato in Italia e all'estero, divenne il cantante preferito della Corte di Napoleone I. – Dambray, Charles-Henri (Rouen 9 octobre 1760 – château de Montigny 13 dicembre 1829) politico francese. – Debry o De Bry, Jean Antoine Joseph (Vervins, Picardie 25 novembre 1760 – Parigi 6 gennaio 1834 [a.f. 1836]) politico francese; [Nonno del barone Jean de Bry, a lungo prefetto del dipartimento della Côte-d'Or.] 1789, avvocato allo scoppio della Rivoluzione; Essai sur l'éducation nationale (1790) Éloge de Mirabeau (1790) 1791, eletto deputato per L'Aisne all'Assembela Legislativa, siede al "Comitato d'Istruzione pubblica" con N. de Condorcet; 1792, viene rieletto alla Convenzione nazionale; 1793, gennaio, ardente repubblicano vota per l'esecuzione di Luigi XVI; fa parte del "Comitato di sicurezza generale" e del "Comitato di salute pubblica"; 21 marzo-4 aprile, presidente della Convenzione; fa decidere la translazione al Panthéon dei resti di J.-J. Rousseau; 1795, 14 luglio (26 Messidoro) fa stabilire con decreto "la Marseillaise" come inno ufficiale della Repubblica; eletto al Consiglio dei Cinquecento, sarà appagato da Napoleone; 1797, al congresso di Rastadt è nominato plenipotenziario con Bonnier e Roberjot; 1799, sulla via di ritorno sfugge per miracolo al massacro di cui sono vittime gli altri due suoi colleghi (egli sopravvive a tredici colpi di sciabola) e chiede vendetta per questo attentato; 9-10 novembre (18 Brumaio, Anno VII), asseconda il colpo di Stato di N. Bonaparte e in seguito fa parte del Tribunato; 1800, sotto l'Impero è nominato prefetto di Doubs; dimostratosi un buon amministratore, viene creato come ricompensa barone dell'Impero; 1814, si riavvicina ai Borboni, tuttavia, durante i Cento Giorni ritrova la prefettura del Bas-Rhin; 1816, esiliato come regicida, vive a Mons (Belgio) fino alla caduta di Carlo X; 1830, solo ora fa rientro in Francia. – Delaporte, Sébastien detto Laporte (1760-1823) politico e militare francese; deputato all'Assemblea legislativa e alla Convenzione, entra nell'esercito delle Alpi; in seguito si mette d'accordo con Flachat, uno dei più cinici profittatori di guerra; N. Bonaparte li fa esiliare entrambi. – Des Moulins o Desmoulins, Camille (Guise, Aisne 1760-Parigi 1794) giornalista e politico francese; 1785, avvocato senza clientela a Parigi; 1789, 12 luglio, al Palais-Royal arringa la folla parigina in tumulto per il licenziamento di J. Necker; novembre, fonda il settimanale «Les Révolutions de France et de Brabant» (fino al luglio 1791); in seguito fonda il giornale «Tribune de patriotes» accentuando la sua posizione estremista; membro dei Cordelieri e amico di G.-J. Danton che lo nomina segretaro generale al ministero della giustizia; 1792, settembre, segretario generale di G.-J. Danton al ministero della Giustizia, viene eletto deputato alla Convenzione; siede alla Montagna e partecipa alle lotte contro la Gironda; Histoire des Bressotins (1792, pamphlet) 1793, autunno, costernato per il processo ai girondini si stacca dal governo rivoluzionario, ritorna al giornalismo e fonda (dicembre) il nuovo giornale «Le Vieux Cordelier» che, predicando la riconciliazione e la clemenza, attacca M. Robespierre e il Comitato di salute pubblica; 1794, 31 marzo, arrestato assieme a G.-J. Danton e agli altri "indulgenti", viene processato e ghigliottinato (5 aprile); pochi giorni dopo la stessa fine tocca alla moglie Lucile per aver protestato con M. Robespierre. – Duprat, Jean (Avignon 22 dicembre 1760 – Parigi 31 ottobre 1793, ghigliottinato) politico francese; [Fratello minore di Jean Étienne Benoît. Costui, colonnello della Guardia Nazionale, poi aiutante generale dell'armata d'Italia (11 Germinale, Anno III) è più moderato. Divenuto generale di brigata, resta ucciso nella battaglia di Wagram (1809).] commerciante di sete; 1791, eletto deputato d'Avignon all'Assemblea Legislativa, non ha neppure il tempo di farvi parte in quanto sospettato di aver partecipato ai "massacres de la Glacière" (ottobre); [Suo fratello Jean Étienne Benoît, che dirigeva la Guardia Nazionale, vi ha svolto un ruolo importante a fianco di Mathieu Jouve Jourdan [Jourdan Coupe-Tête].] 1792, 12 giugno, viene eletto sindaco d'Avignon, poco prima della sua unione alla Francia; 4 settembre, viene eletto deputato (1° su 11, all'unanimità dei 742 votanti) del dipartimento di Bouches-du-Rhône alla Convenzione Nazionale; 21 settembre, nella prima seduta egli vota l'abolizione della monarchia e la proclamazione della repubblica; 1793, gennaio, al processo di Luigi XVI egli vota per l'appello al popolo, per la morte del re e contro il rinvio; 13 aprile, vota la messa in stato d'accusa di J.-P. Marat; 29 aprile, denuncia suo fratello come «mauvais père, mauvais ami, mauvais frère», così come due dei suoi colleghi; 31 ottobre, non essendo compreso nella prima serie dei deputati girondini arrestati, egli li difende con coraggio e viene così aggiunto al numero dei proscritti; 30 luglio, viene decretato d'arresto; 24-30 ottobre (3-9 Brumaio, Anno II), fa parte dei 21 deputati girondini che compaiono davanti al Tribunale rivoluzionario; 30 ottobre, (9 Brumaio, Anno II), viene condannato a morte; 31 ottobre (10 Brumaio, Anno II), viene ghigliottinato assieme agli altri. – Durand, Jean-Nicolas-Louis (Parigi 1760-Thiais, Parigi 1834) architetto e teorico francese Compendio di lezioni d'architettura tenute all'Ecole polytechnique (1802-05). – Gneisenau, August Wilhelm conte Neidhardt von (Schildau, Torgau 1760-Poznan 1831) militare prussiano 1782-86, presta la sua opera in un corpo di servizio dell'Inghilterra 1807, nelle guerre contro Napoleone si distingue nella difesa di Kolberg; promuove con G. von Scharnhorst un radicale cambiamento dell'esercito prussiano che viene trasformato in esercito nazionale e molto più efficiente 1813-14, capo di stato maggiore di G.L. Blücher collabora attivamente alla definitiva sconfitta di Napoleone 1816, si dimette per il contrasto tra le sue idee liberal.costituzionali e quelle reazionarie dei circoli dirigenti prussiani 1818, è richiamato in servizio 1825, è nominato feldmaresciallo 1831, muore al comando del corpo d'osservazione inviato ai confini orientali durante l'insurrezione polacca. – Hebel, Johann Peter (Basilea 1760-Schwetzingen 1826) scrittore tedesco, divenuto vicario evangelico nel 1780 dopo gli studi in seminario Alemannische Gedichte (1803, Poesie alemanne) Schatzkästlein des rheinischen Hausfreundes (1811, Scrignetto dell'amico renano; "storie da calendario"). – Jourdeuil, Didier detto Leautey (Mussy-l'Évêque (in seguito una frazione di Charleville-sous-Bois) 14 aprile 1760 – Parigi 1801 ca) rivoluzionario francese. – Lameth, Alexandre (1760-1829) politico francese; [Fratello di: . Théodore (1756-1854); . Charles (1757-1832).] 1789, il più brillante dei tre fratelli, viene eletto per la nobiltà di Péronne agli Stati generali; si unisce poi al Terzo stato; 1792, 10 agosto, si distingue per il suo ardore e combatte il conte di Mirabeau; dopo Varennes si riunisce alla Corte e si consegna, con il marchese di La Fayette, agli austriaci; serve N. Bonaparte che lo crea barone dell'Impero; termina la sua carriera come deputato dell'opposizione liberale sotto la Restaurazione. – Le Peletier, Louis-Michel – marchese di Saint-Fargeau (anche con la grafia Lepeletier o Lepelletier) (Parigi 29 maggio 1760 – Parigi 20 gennaio 1793) politico francese; [Anche con la grafia Lepeletier o Lepelletier, comunque nel 1790, dopo l'abolizione dei titoli nobiliari da parte dell'Assemblea Costituente, egli comincia a firmarsi con solo nome e cognome, come Michel Lepeletier. Nasce da una ricca famiglia della nobiltà di toga francese; è il bisnipote di Michel-Robert Le Peletier des Forts, conte di Saint-Fargeau, controllore generale delle finanze del Regno di Francia nel periodo 1726-30.] ricopre la carica di presidente al Parlamento di Parigi, una delle posizioni più importanti della magistratura nell' Ancien Régime; 1789, 16 maggio, viene eletto come rappresentante della nobiltà agli Stati Generali e, dopo un periodo di titubanza rispetto alla posizione da prendere negli eventi che stanno precipitando, diviene uno dei più accalorati sostenitori delle istanze popolari; luglio, diviene membro dell'Assemblea Nazionale Costituente, l'organo preposto alla stesura di una costituzione; 1790, nel contesto di un progetto di riforme in ambito legislativo, presenta, a nome del comitato per la giurisprudenza criminale di cui è membro, un progetto di codice penale assai avanzato, che comprende anche l'abolizione della pena di morte in favore delle pene detentive; continuando a svolgere un ruolo notevole nelle discussioni su diversi temi legati alla politica interna ed estera, diviene presidente dell'Assemblea Nazionale e membro e presidente dell'amministrazione dell'Yonne; 1792, 6 settembre, diviene membro della Convenzione Nazionale come rappresentante di quel dipartimento; divenuto segretario dell'Assemblea, ne rimane un elemento particolarmente influente: 30 ottobre, tiene un notevole discorso sulla libertà di stampa; dicembre, interessatosi alla questione dell'istruzione pubblica (per regolamentare la quale è stato presentato un piano basato sul lavoro di N. de Condorcet) redige un importante saggio nel quale riassume le sue idee sull'educazione, le quali tendono a dare molta più importanza all'istruzione collettiva in strutture statali che al ruolo educativo dei genitori; 1793, 20 gennaio, in occasione della votazione sulla condanna a morte del re Luigi XVI, si esprime a favore dell'esecuzione accompagnando il suo voto con un discorso il quale probabilmente convince a votare per la condanna a morte molti degli indecisi; [Proprio il fatto di aver infiammato gli animi nel corso di tale votazione, con l'aggravante della sua origine nobiliare, suscita contro di lui l'ira dei sostenitori della monarchia.] la sera stessa del voto, Ph.-N.-M. de Pâris – una ex guardia del corpo del re – gli si avvicina nel momento in cui costui si sta sedendo a tavola nel ristorante di Février al Palais-Royal, lo trafigge con una sciabola che nascondeva sotto la pellanda e fugge; trasportato subito nel suo alloggio nel Marais, egli muore dopo poche ore. [La figlia, che ha 8 anni al momento della morte del padre, sarà adottata. I funerali, che per volontà della Convenzione si svolgono con la massima solennità, hanno luogo il 24 gennaio. La salma è tra le prime a essere deposte nel Panthéon di Parigi, la chiesa che i rivoluzionari hano scelto di dedicare alla memoria dei grandi francesi nel 1791. Il corpo sarà rimosso nel febbraio 1795 per volontà della famiglia. Dieci giorni dopo, il 31 gennaio, Ph.-N.-M. de Pâris sarà raggiunto dalle forze dell'ordine a Forges-les-Eaux; lì lì per essere arrestato, si suiciderà con un colpo di arma da fuoco alla testa. Il suo lavoro nel campo dell'istruzione pubblica sarà reso noto sei mesi dopo la sua morte. Il manoscritto sarà recuperato da M. Robespierre e letto alla Convenzione il 13 luglio, avviando vivaci discussioni in merito alla politica da adottare a proposito del problema dell'istruzione. Il programma da lui concepito, che si pone come un completamento di quello di N. de Condorcet, ha come obiettivo principale la riforma delle scuole primarie: esse dovrrebbero diventare delle maisons d'éducation, cioè dei collegi pubblici nei quali tutti i ragazzi tra i 5 e i 12 anni sarebbero educati, a spese dello Stato, in condizioni di uguaglianza assoluta; in seguito, tra i giovani dotati di mezzi economici insufficienti per coprire le spese necessarie a proseguire attraverso i livelli successivi della propria istruzione, dovrebbero essere selezionati in proporzioni fisse i più meritevoli; ad essi la Repubblica continuerebbe a pagare gli studi fino ai massimi livelli dell'istruzione. Questo suo programma sarà adottato dalla Convenzione il 13 agosto, con alcune modifiche: l'accesso ai collegi pubblici sarà riservato ai maschi e la decisione se avvalersi o meno dell'educazione statale in questa forma sarà lasciata alle singole famiglie. Il 20 ottobre dello stesso anno 1793, tuttavia, la Convenzione revocherà la riforma e ripristinerà il sistema di istruzione primaria tradizionale. Considerato un martire della Rivoluzione per via delle circostanze della sua morte, diverrà un eroe popolare come, più tardi, lo sarà J.-P. Marat. I suoi ultimi istanti di vita diverranno il soggetto di un quadro di Jacques-Louis David, che sarà giudicato tra i suoi più belli; esso sarà collocato nella sala della Convenzione ma, ritirato dalla sua posizione dopo il colpo di Stato del 9 termidoro, andrà poi distrutto.] – Louvet, Jean-Baptiste detto Louvet de Couvray o Louvet de Couvrai (Parigi 12 giugno 1760 – Parigi 25 agosto 1797) scrittore, politico e giornalista francese; Aventures de Faublas (?) 1789, con la Rivoluzione si fa strada; ben introdotto presso Madame Roland arriva a farsi eleggere alla Convenzione; contrario a M. Robespierre è costretto a fuggire in Svizzera; dopo la caduta di questi, torna a Parigi e riprende il suo posto alla Convenzione; in seguito viene eletto al Consiglio dei Cinquecento. – Moratin, Leandro Fernández de (Madrid 1760-Parigi 1828) drammaturgo e poeta spagnolo; [Figlio di Nicolás poeta di gusto neoclassico.] come il nonno e il padre fu avviato alla professione di famiglia: gioielliere della casa reale; fu amico di Goya; 1785, dopo la morte della madre si dedica quasi esclusivamente alla letteratura e pubblica il primo saggio, per l'edizione di un'opera del padre; 1786, da G.M. de Jovellanos viene introdotto come segretario al seguito del conte di Cabarrús che lo porta con sé a Parigi; 1789, grazie alla protezione del conte di Floridablanca e poi di M. Godoy ottiene alcuni benefici ecclesiastici, grazie ai quali può viaggiare in Francia, in Inghilterra e Italia (dove conosce, tra gli altri, C. Goldoni); El viejo y la niña (1790, Il vecchio e la ragazza) La comedia nueva o el café (1792, La commedia nuova o il caffè) 1796, in Spagna è segretario di interpretación de lenguas; 1799 è addetto alla junta de teatros; El sì de las niñas (1806, Il sì delle ragazze; suo capolavoro) 1811, tornato in Spagna con i francesi, ottiene l'incarico di direttore della Biblioteca Nacional di Madrid in cui vigono le regole riformatrici dettate nel 1788 da Jovellanos; 1818, costretto alla fuga perché afrancesado cioè colpevole di "collaborazionismo" con il governo di Giuseppe Bonaparte decide, per evitare ulteriori persecuzioni dell'inquisizione, di stabilirsi in Francia; 1821, torna in patria ma deve ancora riparare in Francia (questa volta per fuggire la febbre gialla) e qui muore: sepolto al Père Lachaise, accanto a Molière, i suoi resti saranno riportati in Spagna venticinque anni dopo per decreto governativo. – Paradisi, Giovanni (Reggio Emilia 1760-1826) politico e poeta italiano; [Figlio di Agostino (1736-1783).] 1797, membro del direttorio cisalpino, ricopre cariche importanti nella Repubblica Italiana e nel Regno Italico chiudendo la carriera come presidente del senato; Opere scelte di Agostino e Giovanni Paradisi (1828, postumo, comprende le liriche: La Passione, A san Pietro e le commedie Il vitalizio e I versi fortunati). – Regnaud de Saint-Jean d'Angély, Michel Louis Etienne (Saint-Fargeau 3 novembre 1760 – Parigi 19 marzo 1819) giornalista e politico francese; [Figlio di Claude Regnaud, avvocato, e di Marie Allenet. Ha per padrino Michel-Étienne Le Peletier de Saint-Fargeau e per madrina la moglie di questi, Suzanne-Louise Le Peletier de Beaupré. La sua famiglia materna possiede dei beni a Saint-Jean-d'Angély. Padre del mar.llo Auguste Regnaud de Saint-Jean d'Angély.] – Ramel, Dominique-Vincent detto [Ramel de Nogaret] o [Ramel-Nogaret] (Montolieu, Aude 3 novembre 1760 – Bruxelles 31 marzo 1829) politico francese. – Rouvroy, Claude-Henri de – conte di Saint-Simon (Parigi 1760-1825) filosofo e sociologo francese, nato dal ramo collaterale di una nobile famiglia, resa famosa da Louis de Rouvroy duca di Saint-Simon (1675-1755), ma economicamente decaduta. [I suoi discepoli sono detti sansimoniani.] – Sapinaud de La Rairie, Charles Henri Félicité (château du Sourdis, La Gaubretière-Vendée 3 dicembre 1760 – 12 agosto 1829) militare francese. [Nipote del cavaliere di La Verrie.] – Tyler, Charles (1760-1835) ammiraglio inglese, comandante della squadra del Capo. [Padre di George.] – Wilks, Mark (1760-1831) funzionario inglese; 1813-16, governatore dell'isola di Sant'Elena. [Padre della bellissima Laura (1798-1888).] |
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da 1759» «Gazzetta Veneta» 1760, Venezia,
6 febbraio, |