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Il Viandante |
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Papa segretario
di Stato: cardinale Silvio Valenti;
o A. Archinto? 1758 Nonostante
le sue economie il debito pubblico diventa sempre ingente. Papa Carlo Rezzonico (Venezia 1693-Roma
1769) Dovendo por rimedio all'ingente debito
pubblico, pensa di ricorrere all'Erario "sanziore", ossia
ai 3.000.000 di scudi depositati da Sisto V
in Castel S. Angelo per far fronte alle calamità improvvise come
pestilenze, carestie e guerre, e sottopone il progetto ai cardinali.
L'accentuata
ostilità verso la Compagnia di Gesù provoca la totale
inattività dell'Entità.
cardinali: «segue
da 1757» «segue
da 1757» 1758, il
gesuita Giuseppe Ruggero Boscovich, nella
Theoria philosophiae naturalis redacta ad unicam legem virium in
natura existentium, elabora una teoria matematica della struttura
del mondo fondata su una concezione delle forze alla quale si ispireranno
numerosi fisici e matematici dell'Ottocento. Boscovich
progetterà anche l'Osservatorio astronomico di Brera (Milano), completato
nel 1765. |
ANNO 1758
– Bellegarde, Henri conte di (1758-1831)
militare francese;
Torna su[Discendente da nobile famiglia savoiarda.] entrato nell'esercito austriaco, diventa luogotenente dell'arciduca Carlo; comanda un corpo d'armata ad Essling e a Wagram; 1813, è nominato comandante in capo delle truppe austriache in Italia e, a guerra finita, prende il posto del principe di Schwarzenberg. – Birotteau, Jean Bonaventure Blaise Hilarion (Perpignan 21 ottobre 1758 – Bordeaux 24 ottobre 1793, ghigliottinato) politico francese; avvocato, diviene presto ufficiale municipale poi segretario del distretto della sua città natale; 1792, 3 settembre, eletto deputato (con 98 voti su 154) alla Convenzione nazionale per il dipartimento dei Pyrénées-Orientales, siede a fianco dei Girondini; [Personaggio irrequieto, disordinato ed emotivo, si distingue per i suoi attacchi maldestri contro la Comune di Parigi del 10 agosto 1792 e i rivoluzionari "settembristi".] 19 settembre, commette un grandissimo errore proponendo il trasferimento della Convenzione in un altro dipartimento, il che provoca la replica sconvolta del girondino F.-N.-L. Buzot: « Tu nous perds! ». 1793, gennaio, al processo di Luigi XVI vota la morte del re con rinvio; 1° aprile, denuncia Fabre d'Églantine per aver presentato al Comitato di Sicurezza generale la proposta di restaurare la monarchia come unico mezzo per salvare la patria, provocando così l'odio dei Dantonisti o Indulgenti; 2 giugno, colpito da mandato di cattura è tenuto sotto sorveglianza nel suo domicilio dal suo compatriota deputato Joseph Cassanyes che gli permette di fuggire dalla finestra per mezzo di un lenzuolo; raggiunta Lione, spinge i lionesi a marciare contro i Montagnardi ma, vedendo che i realisti hanno preso il comando dell'insurrezione, fugge e si rifugia a Bordeaux; scoperto dalla commissione militare viene arrestato; 24 ottobre, viene ghigliottinato sulla piazza Dauphine sotto le finestre di Jean-Lambert Tallien, rappresentante della Convenzione in missione in questo dipartimento. – Bonafous, Ignazio (Alba, Cuneo 1758-San Benedetto Po, Mantova 1836) politico piemontese; 1794, condannato a morte in contumacia, per aver partecipato alla cospirazione «giacobina», si rifugia prima a Oneglia e poi a Nizza; 1796, aprile-maggio, tenta con altri di instaurare una repubblica indipendente ad Alba; 1798, ottiene la cittadinanza cisalpina dopo aver seguito le truppe francesi in Lombardia; 1799, noto per le sue aspirazioni indipendentiste, si ritira nei suoi possedimenti; 1814, partecipa alla «congiura militare» ed in seguito forse anche ai moti del 1821 e del 1831. – Bourdon, François Louis o Bourdon de l'Oise (Rouy-le-Petit, Somme 11 gennaio 1758 - Parigi 22 giugno 1798) politico francese; 1792, 10 agosto, sostenitore delle nuove idee sin dall'inizio della Rivoluzione francese, prende parte attiva nella insurrezione di questo giorno a Parigi; in rappresentanza del dipartimento dell'Oise viene eletto deputato alla Convenzione nazionale; 1793, gennaio, al processo a Luigi XVI vota per la morte del re, senza rinvio; accusa i Girondini di avere rapporti con i Borbone; 1794, si volta contro M. Robespierre che lo ha espulso dal club dei Giacobini per il suo comportamento, come commissario della Convenzione, con le truppe dell'esercito rivoluzionario francese a La Rochelle; 27 luglio, all'insorgenza della Reazione Termidoriana , è uno dei deputati delegati per aiutare P.-F.- Barras a reprimere l'insurrezione della Commune di Parigi a favore di M. Robespierre; diviene poi un reazionario violento, attaccando gli ex membri della Montagna e sostenendo misure rigorose contro i rivoltosi del (12 Germinale, Anno III) e del (1° Pratile, Anno III); 1795, nel Consiglio dei Cinquecento fa parte del "club di Clichy", composto da cripto-realisti; 1797, 4 settembre (18 Fruttidoro, Anno V), subisce il colpo di Stato attuato dai membri del Direttorio; viene arrestato e deportato nella Guyane francese; 1798, 22 giugno, muore poco dopo il suo arrivo a Sinnamary. – Cazales, Jacques-Antoine-Marie de (1758-1805) politico francese; 1789, deputato della nobiltà del tribunale di Rivière-Verdun agli Stati Generali; ardente difensore del principio monarchico, sottomette a critica severa la politica sbagliata del partito realista; dopo Varennes emigra; accetta la carica di commissario generale del re a bordo della squadra inglese a Tolone; 1799, dopo il 18 Brumaio torna in Francia. – Champion de Villeneuve, Anne Clément Félix (Parigi 3 novembre 1758 - Boismorand, cantone e arrondissement di Gien (Loiret) 26 aprile 1844) politico francese; [Figlio di Claude François Champion e di Anne Clémence Digoin de Varigny. Padre di: . Alexandre Henri Champion de Villeneuve, avvocato alla Corte reale di Parigi ed ivi residente, figlio maggiore; . ?; Nonno di Félix Marie Joseph Champion de Villeneuve, avvocato alla Corte reale di Parigi ed ivi residente.] appena 19enne diviene avvocato al Parlamento di Parigi; 1784, segretario del gabinetto della contessa di Provenza (Marie-Josephe di Savoia); 1787, avvocato al Consiglio del re; 1789, aderisce con moderazione alle nuove idee rivoluzionarie; membro dell'amminsitrazione dei Lavori pubblici a Parigi e presidente del distretto del Petit-Saint-Antoine; viene inviato dal re come commissario straordinario per verificare i disordini ad Avignone e nel Contado Venassino; 1791, 17 novembre, deposita il suo rapporto all'ufficio dell'Assemblea costituente; 1792, 21 luglio, è nominato ministro dell'Interno da re Luigi XVI; per ammansire la Commune di Parigi gli propone una visita alle Tuileries che essa rifiuta; alcuni giorni dopo, durante una sommossa nel faubourg Saint-Antoine, viene riconosciuto e ferito; 10 agosto, dopo tale giorno lascia il ministero che è stato incapace di gestire e si presenta davanti all'Assemblea legislativa ma è malvisto da tutti; vive quindi nel dimenticatoio fino al Consolato quando viene nominato consigliere della prefettura della Senna; 1815, 20 marzo, con l'ingresso di Napoleone I a Parigi diviene prefetto interinale; lo si trova in seguito come avvocato al Consiglio del re e alla Corte di cassazione; 1844, 25 aprile, ore 21:45, muore nella casa di campagna di suo genero, Mr Macarel, ai Petits Boulands nel comune di Boismorand (Loiret). – Dandolo, Vincenzo (1758-1819) scienziato italiano, sostenitore di principi rivoluzionari, contribuì in ogni modo alla caduta dell'aristocrazia repubblicana di Venezia; 1797, dopo Campoformio, è membro del Gran Consiglio della Repubblica Cisalpina; 1799, durante la reazione emigra in Francia dove N. Bonaparte lo crea provveditore generale in Dalmazia, senatore del Regno d'Italia e conte; 1815, dopo la caduta dell'Impero si ritira a vita privata. – Eblé, Jean-Baptiste (1758-1812) generale francese; 1785, inviato a Napoli da tenente, vi riorganizza l'artiglieria; 1793, partecipa col grado di generale di brigata alla conquista dell'Olanda, e passa poi all'armata del Reno; 1808, governatore di Magdebrurgo e ministro del re Girolamo Bonaparte ; 1809, torna in Francia; va in Portogallo; 1812, prende parte alla campagna di Russia; muore al passaggio della Beresina per gli strapazzi sofferti. – Francqueville d'Abancourt, Charles-Xavier-Joseph de [cavaliere d'Abancourt] (Douai 4 luglio 1758 – Versailles 9 settembre 1792, massacrato dalla folla) politico francese, ultimo ministro della Guerra nominato da Luigi XVI; [Nipote (di nonno) di Charles-Joseph de Pollinchove e di Marie-Catherine Chambge; figlio di Marie-Charlotte-Eulalie de Pollinchove sposata nel 1757 a Jacques-Joseph de Francqueville d'Abancourt, scabino di Cambrai, poi Segretario del re, Guardasigilli nella cancelleria del Parlamento di Fiandra, nipote (di zio) del celebre controllore generale delle Finanze Ch.-A. de Calonne.] volontario, appena 15enne, nei moschettieri della Guardia del re; 1777, sottotenente nel reggimento "Mestre de camp général de la cavalerie"; 1779, tenente in seconda; 1784, capitano in seconda; 1788, 1° maggio, capitano in prima; poi tenente-colonnello nel 5° reggimento di cacciatori a cavallo; 1792, grazie all'influenza dello zio Ch.-A. de Calonne, è nominato aiutante-generale; 23 luglio, dopo il licenziamento del ministero girondino e le dimissioni del ministro fogliante che l'ha rimpiazzato, è nominato ministro della Guerra da Luigi XVI; [È stato nominato dal re l'indomani stesso del giorno in cui è stato emanato il decreto della Patria in pericolo (funzioni che eserciterà soltanto per 19 giorni); alla pubblicazione del "manifesto di Brunswick", due giorni dopo, egli si sforza invano di rassicurare l'Assemblea sulla situazione militare tra l'Escaut e la Sambre, sull'organizzazione dei battaglioni di volontari e sulla formazione del campo di Soissons; tre commissari inquisitori, Lacombe-Saint-Michel, Gasparin e Carnot [il Maggiore], sono delegati per conoscere la verità; 6 agosto, in serata i tre commissari rendono conto della loro missione, constatando che l'alimentazione e l'abbigliamento dei soldati sono allo stesso modo difettosi; 9 agosto, Lacroix sale alal tribuna per denunciare gli intrighi del ministro relativamente alla formazione del campo di Soissons; in seguito alle misure da lui prese prima del fatidico 10 agosto, la diffidente disposizione dell'Assemblea nei suoi confronti si esaspera ancora di più; un decreto del re ordinante l'invio alla frontiera di due battaglioni di guardie svizzere resta ineseguito; si sospetta il ministro di premedtiare unn'evasione del re dalla costa della Normandia, le cui autorità sembrano devote ai costituxzionalisti e la sua messa in stato d'accusa viene formalmente reclamata una prima volta, da Guadet; l'Assemblea passa all'ordine del giorno solo dopo aver dichiarato: «che nessun motivo può autorizzare un ministro a ritardare l'esecuzione di un decreto», e dopo aver inviato al comitato diplomatico l'esame della condotta del minsitro; 10 agosto, egli organizza come può la difesa del palazzo delle Tuileries; fa venire due reggimenti svizzeri da Courbevoie e da Rueil, ma il reclutamento dei gentiluomini volontari che i rivoluzionari chiamano i "cavalieri ddel pugnale" è fatto dal ministro della "Maison du Roi"; intimato dall'Assemblea Legislativa di allontanare gli svizzeri, egli rifiuta; sembra che non abbia avuto un ruolo importante durante l'attacco alle Tuileries ma, accusato, da Thuriot de la Marne di essere stato uno dei principali autori dell sventure della giornata, viene, su richiesta di quest'ultimo, messo in stato d'accusa; arrestato immediatamente, viene condotto subito a forza alla prigione d'Orléans, per esservi giudicato dall'alta Corte nazionale «con l'accusa di crimini contro la Costituzione e di aver attentato contro la sicurezza dello Stato»; 4 settembre, viene strappato dalla prigione nello stesso momento di altri 52 prigionieri per essere trasferito a Versailles, con i ferri ai piedi e le manette alle mani, sotto la guardia di due-tremila volontari parigini; 9 settembre, al loro arrivo nella città, al momento di superare il cancello dell'Orangerie, 44 di loro vengono massacrati dal popolo, senza che la scorta abbia potuto o voluto difenderli. [Egli si trova nel numero delle vittime, assieme a Claude Antoine de Valdec de Lessart, ex ministro dell'Interno poi degli Affari esteri, e al conte di Cossé-Brissac, comandante in capo della Guardia costituzionale del re Luigi XVI; la lista dei prigionieri, traditori della patria, cospiratori, detenuti nelle prigioni d'Orléans, e giudicati in ultima istanza dal popolo sovrano a Versailles, lista creata la sera stessa a Parigi, porta una menzione laconica: «Dabancourt non interrogé».] – Friant Louis conte (1758-1829) generale francese; 1793, si arruola volontario; 1794, generale di brigata; partecipa alla prima campagna d'Italia e passa poi in Egitto dove rimane anche dopo la partenza di N. Bonaparte; rientra in Francia con gli ultimi resti dell'armata francese; prende parte alle campagne dell'imperatore dimostrando la maggiore intrepidità; 1812, ferito gravemente nella campagna di Russia alla Moscova, può tornare in linea solo alla battaglia di Dresda; 1815, nei Cento Giorni è membro della Camera dei pari e comanda una divisione a Waterloo; 1815, viene messo a riposo. – Gall, Franz Joseph (Tiefenbronn, Baden 1758-Montroupe, Parigi 1828) medico tedesco; 1807, si reca a Parigi dove diventa famoso per le sue ricerche anatomiche sul cervello umano e per le sue teorie sull'origine delle qualità intellettuali e morali dell'uomo; Anatomia e fisiologia del sistema nervoso in generale e del cervello in particolare (1810-18, in 4 voll.) Le funzioni del cervello e quelle di ogni sua parte (1822-25, in 6 voll.). – Gensonné, Armand (Bordeaux, 10 agosto 1758 – Parigi, 31 ottobre 1793) politico francese; figlio di un chirurgo militare, studia legge e diventa un avvocato presso il Parlamento di Bordeaux; 1783, consigliere per il comune di questa città e membro della Corte Suprema, fonda con Saige e Vergniaud, il museo della società Bordeaux annunciando il club rivoluzionario; 1790, rifiuta la nomina di segretario della città di Bordeaux direttamente dal re, ma accetta di essere eletto al comune diventando procuratore della città; 1791, eletto per la Gironda alla Legislativa, sostiene J.-P. Brissot e si schiera in campo con i Girondini; al suo arrivo a Parigi, s'iscrive alla "compagnia degli amici neri", il cui obiettivo è quello di raggiungere la parità tra uomini di razze diverse; 1792, in qualità di relatore della commissione diplomatica, si distingue per la richiesta del rinvio a giudizio dei fratelli del re e la dichiarazione di guerra dell'Austria (20 aprile); eletto alla Convenzione, è uno dei più moderati del gruppo; avversa i deputati della Montagna e il predominio di Parigi sulla nazione; diviene membro del Comitato di costituzione e del Comitato diplomatico; durante il processo di Luigi XVI, chiede la ratifica da parte del popolo della sentenza della Convenzione nazionale; dichiara inutile la pena di morte ai danni dell'ex re; 1793, 7- 21 marzo, presidente della Convenzione; 26 marzo, fa parte dei venticinque membri del nuovo comitato generale di difesa, in seguito rinominato Comitato di salute pubblica; è uno degli artefici dell'incriminazione di J.-P. Marat; in seguito, vota per il restauro della Commissione dei Dodici; 2 giugno, denunciato dalle sezioni di Parigi (in particolare per volontà di G.-J. Danton e M. Robespierre), viene arrestato con altri rappresentanti della Gironda, nonostante abbia avuto l'opportunità di fuggire; 31 ottobre, viene ghigliottinato. – Guadet, Marguerite-Élie (Saint-Émilion, 20 luglio 1758 – Bordeaux, 17 giugno 1794, ghigliottinato) politico francese; avvocato a Bordeaux, proveniente da una famiglia di magistrati girondini; 1790, è nominato amministratore del dipartimento della Gironda e poi presidente della Corte penale di Bordeaux; 1791, viene eletto da questo dipartimento alla Legislativa e poi alla Convenzione; con Armand Gensonné e Vergniaud fa parte del gruppo iniziale dei girondini avversando G.-J. Danton e Marat; bravo oratore, passionale, il s'en prit con vigore a M. Robespierre; 1792, 22 gen-5 feb, presiede l'Assemblea nazionale; sostenitore della "Costituzione del 1791", aderisce al club dei Giacobini e persegue nemici e oppositori della Costituzione; 15 marzo, oppostosi con virulenza ai ministri di Luigi XVI, contribuisce a far accettare al sovrano un "gabinetto girondino"; giugno, revocato il "gabinetto girondino" da parte del re, egli cerca di riprendere i contatti con la Corte; 10 agosto, dopo l'insurrezione che vede la caduta della monarchia, questi tentativi sono interrotti; 30 agosto, oppostosi violentemente alla Comune insurrezionale di Parigi, ne ottiene temporaneamente il suo scioglimento; [Il giorno successivo questa decisione sarà annullata.] al processo di Luigi XVI, si pronuncia per l'appello al popolo e la pena di morte, ma condizionale; 18 ott-1º nov, presiede la Convenzione nazionale; [Inviato dalla Gironda alla Convenzione, eccellendo in attacchi personali e polemiche, è diventato uno dei più fieri oppositori dei Montagnardi, in particolare M. Robespierre, G.-J. Danton e soprattutto J.-P. Marat, la sua bestia nera, contro il quale ha già ottenuto un procedimento d'accusa nel maggio 1792.] 1793, 12 aprile, ottiene ancora l'accusa nei confronti di J.-P. Marat da parte dell'Assemblea nazionale; [Ironia della sorte, egli avrebbe votato contro la sua proposta. È lui che proporrà il 18 giugno, la nomina di una Commissione dei dodici per indagare sugli "abusi" della "Comune di Parigi" e per garantire la sicurezza dell'Assemblea.] 2 giugno, è proscritto; [Fugge prima a Caen, dove, con J. Pétion de Villeneuve partecipa al tentativo di insurrezione nella provincia al fine di piegare la Convenzione. Dopo il fallimento di questo tentativo, si rifugia nella Gironda con J. Pétion de Villeneuve, F.-N.-L. Buzot, Ch.-J.-M. Barbaroux, J.-B. Salle e Jean-Baptiste Louvet de Couvray. Egli si rifugia a Saint-Émilion, per essere infine arrestato, con J.-B. Salle, nella casa di suo padre.] 1794, 17 giugno (27 Pratile, Anno II), viene ghigliottinato a Bordeaux, place Dauphine, insieme al padre, la zia e il fratello. – Guieu, Jean-Joseph (1758-1817), generale francese, uno dei migliori luogotenenti di P.-F.-C. Augereau. – Hulin, Pierre-Augustin (Parigi 6 settembre 1758 – Parigi 9 gennaio 1841) militare francese; [Figlio di un venditore di lenzuola.] – Isnard, Maximin (Grasse, 24 febbraio 1758 – Grasse 12 marzo 1825) politico francese; [Figlio minore di Maximin Isnard e di Anne Thérèse Fanton, negozianti.] – Klenau, Johann, conte di (1758-1819) militare austriaco; 1793, generale, combatte contro la Francia sul Reno; 1796, passa all'armata d'Italia alla testa di un reggimento di Ussari; inviato presso N. Bonaparte per trattare la capitolazione si trova obbligato a cedere alle più dure condizioni; in seguito ha la rivincita con la vittoria sul gen. Macdonald presso San Giovanni e con l'entrata trionfale a Firenze; 1813, il gen. Gouvion Saint Cyr si deve rivolgere a lui per la capitolazione dopo l'assedio di Dresda; è poi nominato comandante della Moravia. – Lecourbe, Claude-Jacques (1758-1815) militare francese; generale, si distingue nei combattimenti sul reno e mnella campagna di Svizzera; 1804, fedele a J.-V.-M. Moreau, rivale di Napoleone I, gli è solidale nel processo e quest'ultimo lo manda in esilio a Bourges; da Louis XVIII è nominato conte e ispettore generale dell'esercito. – Lehardy, Pierre (Dinan 10 febbraio 1758 – 31 ottobre 1793, ghigliottinato) politico francese; medico, diviene procuratore-sindaco del distretto di Josselin; 1792, 5 settembre, viene eletto (2° su 8) deputato per il dipartimento di Morbihan alla Convenzione Nazionale; [Vi prende spesso la parola su argomenti più diversi, dal modo di procedere allo spoglio e all'inventario dei documenti del Comitato di sorveglianza di Parigi, dall'organizzazione del Comitato di sicurezza generale, di quella delle armate o sui rendiconti dei ministri.] 1793, gennaio, al processo di Luigi XVI, si pronuncia per la colpevoleza del re e per la ratifica del giudizio del popolo; sulla pena egli chiede la detenzione del re finché la repubblica corre dei rischi o fino al momento in cui il popolo avrà accettato la Costituzione, poi vota per la messa al bando con lui di tutti i Borboni e vota per il rinvio; 26 febbraio, con Salle, egli chiede la messa in stato d'accusa di J.-P. Marat dichiarando in particolare: «Il est temps de savoir si la Convention, prenant l'attitude qui lui convient, saura prononcer entre le crime et la vertu. Il est temps de savoir si la moitié de la Convention est composée de scélérats, ou si Marat est coupable d'attaquer chaque jour la souveraineté du peuple dont il se dit l'ami. Je demande si Marat a le droit de traiter de vils coquins des hommes qui ne sont pas faits pour lui être assimilés.» 13 aprile, vota per la messa in stato d'accusa J.-P. Marat; 15 aprile, si attira dei vivi attacchi da parte dei giacobini e delle sezioni di Parigi; 18 aprile, nonostante ciò viene scelto come segretario dell'Assembela; 28 maggio, si pronuncia per il rapporto del decreto che, la vigilia, ha annullato la Commissione dei Dodici; 2 giugno, vicino ai girondini, viene decretato d'arresto; 24-30 ottobre (3-9 Brumaio, Anno II), fa parte dei 21 deputati girondini che compaiono davanti al Tribunale rivoluzionario; 30 ottobre, viene condannato a morte; 31 ottobre (10 Brumaio, Anno II), viene ghigliottinato assieme agli altri. – Lesage, Denis Toussaint (Chartres 15 agosto 1758 - Parigi 9 giugno 1796) politico francese; 1789, avvocato, diviene presidente del tribunale del distretto di Chartres; 1792, 5 settembre 1792, viene eletto deputato alla Convenzione nazionale per il dipartimento d'Eure-et-Loir, il 5° su 9, sedendo sui banchi dei girondini; 27 settembre, è nominto memro della "Commissione dei Sei", incaricata di di rendere conto dello stato della città di Parigi e presentare i mezzi per sorvegliare i segreti perturbatori e di punire la provocazione all'assassinio; 13 ottobre, viene eletto membro del "Comitato di divisione"; 1793, viene eletto segretario dell'Assemblea; durante il processo a Luigi XVI vota per la sua colpevolezza, per la ratifica del giudizio del popolo, per la morte con l' "emendamento Mailhe", e per il rinvio; 17 febbraio, prende le difese del gen. Wimpfen; 10 marzo, presenta un progetto di decreto sull'organizzazione del Tribunale rivoluzionario (ma l'Assemblea si ispirerà a quello presentato da Legendre); 11 aprile, viene inviato in missione nell'Orne; 2 giugno, è messo in stato di arresto con i girondini e richiamato; fugge; 15 luglio viene rimpiazzato dal suo supplente; 28 luglio, viene dichiarato traditore della patria; 1794, dopo il 9 Termidoro è richiamato alla Convenzione, il 19 Ventôse Anno III. come ringraziamento vi denuncia « le royalisme en délire et terrorisme en fureur »; diviene membro del "Comitato di salute pubblica", si occupa delle operazioni militari in Vandea e fa insediare Hoche e Dubayet al comando delle armate della regione; presenta un progetto di Costituzione, propone di consegnare Romme e i suoi amici davanti al Tribunale criminale della Senna e avversa il progetto di annessione del Belgio alla Francia; 1795, 23 Vendémiaire anno IV, rieletto al "Consiglio dei Cinquecento"; 1796, 9 giugno, muore durante la sessione di questa assemblea mentre prendeva in particolare la difesa del gen. Francisco de Miranda. – Locre, Jean-Guillaume (1758-1840) politico francese; avvocato realista, durante la Rivoluzione si rifugia a Yonne; tornato a Parigi dopo il 9 Termidoro, diventa segretario del Comitato di legislazione alla Convenzione e in seguito segretario redattore al Consiglio degli anziani. – Logoteta, Giuseppe (Reggio Calabria 1758-1799) dotto calabrese; 1799, membro della commissione esecutiva nella Repubblica partenopea, muore impiccato. – Masséna, André – duca di Rivoli, principe di Essling (Nizza 1758-Parigi 1817) maresciallo di Francia; di origine italiana si arruolò giovanissimo nel reggimento italiano di Francia; 1789, si congeda come sergente essendogli preclusi i gradi superiori per la modestia della nascita; 1791, si arruola in un battaglione di volontari; 1793, dicembre, diventa generale di divisione (dopo il suo rientro nell'esercito); 1795, 24 novembre, attivo nella campagna d'Italia è vittorioso a Loano sugli austro-sardi; nella prima campagna d'Italia si rivela uno dei migliori luogotenenti di Napoleone che lo definisce "Figlio prediletto della Vittoria"; 1798, a capo dell'armata di Roma è poi alla testa delle armate della Svizzera e del Danubio; 1799, 25-26 settembre, riporta la vittoria decisiva di Zurigo contro gli austro-russi; 1800, 4 giugno, generale in capo dell'armata d'Italia dopo il 18 brumaio, rimane bloccato a Genova dagli austriaci e deve capitolare per fame dopo un lungo assedio; 1803, tornato a Parigi entra nel corpo legislativo; 1804, è fatto maresciallo dell'impero; 1805, è di nuovo al comando dell'armata d'Italia e si segnala poi in Polonia; 1806, occupa il regno di Napoli; 1808, è fatto duca di Rivoli; 1809, si distingue a Essling e a Wagram; 1810, viene creato principe di Essling; 1810-11, comandante dell'armata di Portogallo riesce a battere più volte gli anglo-portoghesi, ma alla fine è costretto ad abbandonare il paese e cade in disgrazia; 1814, aderisce alla restaurazione e viene nominato governatore di Marsiglia che riesce a mantenere neutrale durante i cento giorni; Memorie (1849-50, postume). – Mollien, Nicolas-François – conte (Rouen, Seine-Inférieure 28 febbraio 1758 – Parigi 20 aprile 1850) politico francese; [Figlio di un mercante. A Morigny-Champigny egli possiede con la sua seconda moglie, la figlioccia di Louis-César de Saint-Léon, il castello di Jeurre dove avvia dei lavori di ingrandimento nel 1809. La sua sua seconda mogle è Adèle-Rosalie Collart-Dutilleul, dama d'onore della regina Amélie e sorella di Jules Collart-Dutilleul, procuratore generale presso la Corte dei conti. ] 1778, dopo i brillanti studi entra, protetto dal duca di Richelieu, negli uffici del controllore generale delle Finanze Taboureau des Réaux; 1781, qui viene incaricato della sorveglianza della "ferme générale", di cui aumenta la rendita annua di 14 milioni di franchi; come ricompensa ottiene una pensione di 3.000 franchi (fino allo scoppio della Rivoluzione); partecipa in seguito all'elaborazione delle nuove barriere doganali di Parigi; 1786, partecipa alla preparazione del trattato di commercio franco-inglese; 1786, contribuisce alla conclusione del trattato di commercio tra la Francia e l'Inghilterra; 1789, allo scoppio della Rivoluzione rimane nell'amministrazione delle Finanze; 1791, le autorità rivoluzionarie lo inviano nel Lot e nellEure, come direttore dei Domini e del Registro; 1792, viene revocato; 1794, viene imprigionato e rilasciato dopo il 9 Termidoro; raggiunge quindi l'Inghilterra dove per cinque anni studia le istituzioni finanziarie britanniche; 1799, al suo ritorno in Francia, dopo il colpo di Stato del 18 Brumaio, viene nominato da N. Bonaparte direttore della Cassa di garanzia e ammortamento (Caisse de garantie et d'amortissement) dove sostiene la rendita; ha importanti cariche amministrative nel Consolato e nell'Impero; 1804, è nominato consigliere di Stato da Napoleone I in materia di finanze; 1806, gennaio, è nominato ministro del Tesoro pubblico (al posto di F. Barbé-Marbois dopo il fallimento dei negoziati dei Negozianti riuniti (Négociants réunis) e il principale consigliere finanziario dell'Impero; [Exécutant sa tâche avec conscience et compétence, il tente de mettre de l'ordre dans les finances impériales, de plus en plus compliquées, et institue la Caisse de service chargée de surveiller les mouvements des fonds (l'ancêtre du Trésor public). Il introduit la notion de comptabilité en partie double. Le ministre surveille aussi les opérations de la Banque de France, diminue les créances des fournisseurs d'État. Dans l'intérêt de ne pas dilapider les fonds publics, il s'oppose fréquemment aux subventions accordés aux industriels.] 1808, è creato conte dell'Impero e riceve nello stesso periodo la gran-croce dell'ordine dell'Unione; 1814, sotto la Restaurazione lascia il ministero del Tesoro; 1815, durante i Cento giorni è richiamato da Napoleone I al ministero delle Finanze; 1818, sotto la seconda Restaurazione rifiuta il portafoglio delel FInanze; 1819, accetta la nomina alla Camera dei pari; 1826, viene nominato presidente (1819-26) della commissione di sorveglianza della Caisse des dépôts et consignations; 1831, presidente (1831-37) della commissione di sorveglianza della Caisse des dépôts et consignations; Mémoires d'un ministre du Trésor public (1845) [Dove critica, tra le altre cose, la creazione della Banca di Francia.] 1850, 20 aprile, muore a Parigi.
Sous la Seconde Restauration, Mollien refuse en 1818 le portefeuille des Finances mais accepte l'année suivante d'être élevé à la pairie. Il devient ainsi pair de France en 1819. Il est nommé président de la commission de surveillance de la Caisse des dépôts et consignations, poste qu'il occupe jusqu'en 1826 puis de 1831 à 1837. Il est enterré au cimetière de Morigny-Champigny où il possédait avec sa seconde épouse, la filleule de Louis-César de Saint-Léon, le château de Jeurre où il entreprit des travaux d'agrandissement en 1809. Sa seconde épouse était Adèle-Rosalie Collart-Dutilleul, dame d'honneur de la reine Amélie et sœur de Jules Collart-Dutilleul, Procureur général près la Cour des comptes.
– Monroe, James (Monroe Hall, contea di Westmoreland, Virginia 28 aprile 1758 – New York, Stato di NEW YORK 4 luglio 1831) politico statunitense; 1817, 4 marzo-4 marzo 1825, 5° presidente degli Stati Uniti d'America. – Montalembert, Louis-François-Joseph – marchese di Tryon de (1758-1846) funzionario francese; protetto dal conte di Provenza, emigra durante la Rivoluzione; ritornato in Francia durante il Consolato, diventa ciambellano dell'imperatore. – Mounier, Jean-Jacques (1758-1806) politico francese; 1787, figlio di un ricco mercante di stoffe di Grenoble, avvocato del parlamento di Grenoble, guida con A.-P. Barnave il movimento del Delfinato contro le riforme di Lomenie de Brienne e Ch.-G. de Lamoignon de Malesherbes in materia fiscale e amministrativa, e contro la registrazione degli editti; 1788, lo stesso movimento, in occasione dell'organizzazione degli Stati provinciali, riunisce Clero e Nobiltà nella richiesta dell'elezione dei rappresentanti mediante voto - anziché d'ufficio -, del voto per testa e del raddoppio del Terzo stato; 1789, 14 luglio, dopo la "giornata delle tegole" di Grenoble, egli fa votare il richiamo dei magistrati estromessi dalla nuova legge e la richiesta della convocazione degli Stati Generali; 21 luglio, Vizille, a seguito di questa deliberazione, l'assemblea formata dai tre ordini (con la sola esclusione "delle ultime classi del popolo") approva queste proposte insieme al principio di uguaglianza fiscale e al ripristino dei Parlamenti, mentre rinvia la materia fiscale agli Stati Generali che soli "possono avere la forza di lottare contro il dispostismo dei ministri e porre termine alle depredazioni finanziarie"; all'inizio degli Stati Generali gode di grande prestigio, guida la tasformazione in Assemblea Nazionale e poi in Assemlea Costituente, per la prima volta afferma la necessità della dichiarazione dei diritti dell'uomo, enuncia i principi della nuova Costituzione [9 luglio] ne propone il primo testo; nella Costituente è con Bergasse, A.-P. Barnave e P.-V. Malouet nel gruppo dei moderati monarchici cosiddetti anglofili - ammiratori della costituzione inglese - che difendono il bicameralismo con possibilità di veto assoluto del re sulle decisioni del potere legislativo; 10 ottobre, si tiene in disparte; novembre, dà le dimissioni; 1790, maggio, considerato ormai un reazionario, emigra in Savoia, che cerca invano di sollevare contro la dittatura di Parigi, poi in Svizzera, in Inghilterra, Italia e Germania; 1801, rientra in Francia e diventa prefetto del dipartimento dell'Ille-et-Vilaine; 1805, consigliere di Stato. – Nelson, Horatio (Burnham Thorpe, Norfolk 1758-al largo di capo Trafalfar 1805) militare inglese. – Olbers, Heinrich Wilhelm Mathias (Abergen 1758-Brema 1840) astronomo tedesco, studiò medicina ed esercito la professione di medico a Brema, dedicandosi all'astronomia durante il tempo libero; da cui il "paradosso di Olbers": se si suppone l'universo infinito e uniformemente popolato di stelle, l'intensità della luce irradiata dovrebbe essere la stessa in ogni punto dell'universo: per conseguenza il cielo notturno dovrebbe presentare la stessa luminosità del Sole; egli ritenne che il paradosso si potesse aggirare ipotizzando l'assorbimento di una percentuale di luce anche piccola da parte di materia rarefatta presente negli spazi interstellari. 1802, scopre Pallade, uno dei due pianetini situati tra le orbite di Marte e Giove 1807, scopre l'altro, Vesta. – Pijon o Pigeon, Jean-Joseph (1758-1799) militare francese; sergente di fanteria al reggimento di Condé, in seguito entra nell'esercito d'Italia; 1794, generale; 1799, muore a Magnano. – Puchet, Jacques (1758-1830) giornalista francese; protetto da Montmorin, ministro degli Esteri, diventa redattore politico del «Mercure de France» con l'incarico di difendervi i principi della monarchia capetingia; dopo la caduta della monarchia si ritira a Ecouen; dopo il 9 Termidoro, dimostrando un grande zelo patriottico, entra nel ministero di Polizia e in seguito diventa archivista; durante la Restaurazione diviene archivista della Prefettura della Polizia. – Reinhold, Karl Leonhard (Vienna 1758-Kiel 1823) filosofo tedesco, diffusore del "criticismo" in Germania; "idealismo tedesco" Lettere sulla filosofia di Kant (1786-88, apparso in una rivista; 1790-92, in due voll., ampliato e rielaborato) Nuova teoria della facoltà rappresentativa umana (1789) Sul fondamento del sapere filosofico (1791) Sui paradossi della filosofia più recente (1799) Saggio di una critica della logica dal punto di vista del linguaggio (1806). – Rivarola, Agostino (Genova 1758-Roma 1842) ecclesiastico italiano, di famiglia nobile, entrato assai giovane nella curia romana; assolutista convinto e fedele servitore del papa; 1793, governatore di Sanseverino; 1800, protonotario apostolico al conclave di Venezia; poi delegato di Perugia e prolegato a Macerata; 1815, è nominato governatore di Roma quando, alla caduta dell'impero napoleonico, Pio VII ritorna nel costituito Stato della Chiesa; 1817, cardinale; 1824, è inviato come legato a latere a Ravenna; 1825, 25 agosto, dopo aver cercato con decisione di distruggere l'organizzazione settaria liberale delle legazioni, conclude un processo rimasto celebre per la durezza della sentenza che condanna a pene varie 513 imputati, dei quali sette a morte (ma le sentenze capitali non vengono eseguite); 1826, sostituito da monsignor Invernizzi, viene fatto prefetto della congregazione delle acque e strade. – Robespierre, Maximilien-Marie-Isidore de (Arras 1758-Parigi 1794) politico francese; [Fratello maggiore di Augustin-Bon-Joseph.] – Webster, Noah (West Hartford, Connecticut 1758-New Haven 1843) lessicografo e scrittore statunitense, studente al tempo della guerra d'indipendenza delle colonie inglesi d'America, vi fu coinvolto e ne condivise lo spirito che segnò tutta la sua successiva attività culturale e politica; dopo una breve e negativa esperienza come avvocato, divenne insegnante e fu autore dei primi testi scolastici americani; Blue-backed speller o American Spelling Book (1783, prima edizione, Manuale di compitazione rilegato in blu; le sue diverse edizioni sono vendute in diversi milioni di copie: 65 milioni in un secolo) 1790, per salvaguardare i proventi si fa promotore dellaa legislazione sul diritto d'autore (legge federale del 1790); 1800, si dedica all'opera lessicografica (dizionario della lingua inglese in compendio (1806) e in edizione scolastica (1807); 1824, parte per l'Europa alla ricerca di fonti introvabili in America; Dizionario americano della lingua inglese (1828, in 2 voll., comprende 70.000 parole ca, non solo della lingua letteraria; 1841, nuova e più ampia edizione; in seguito ulteriormente arricchita e aggiornata, mantiene tuttora il carattere di dizionario "dell'intero mondo moderno dei parlanti inglese"). |
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