Papa
Paolo III
(1534-49)
- maestro del Sacro Palazzo:
. E.
Foscarari
(1547-?)
[cioè consulente teologico del papa]
1549
Febbraio
scrive a Carlo V per chiedere il placet
circa la nomina ad arcivescovo di Napoli del cardinale G.P.
Carafa, ma riesce solo a scatenare la collera dell'imperatore;
Giugno
25, al domenicano E.
Foscarari
e a fra S.
Usodimare viene affidato il
compito di integrare i cataloghi dei libri proibiti pubblicati a Lovanio
e Parigi, avviando la redazione del primo Indice romano (pubblicato
alla fine del 1558 da Paolo IV).
Ottobre
18, grazie all'interessamento di mons. Tommaso
del Gigli, fratello di Margherita,
la Compagnia di Gesù ottiene dal papa malato una bolla di privilegi:
Licet debitum;
Novembre
10, muore e la sfortuna politica si abbatte sulla famiglia
(Farnese), universalmente detestata, dei
suoi nipoti.
A turbare l'apertura del conclave è solo la richiesta francese
di differirla per consentire l'arrivo del cardinali d'oltralpe.
Tutto sembra, infatti, indicare che in breve si giungerà all'elezione
di R. Pole, forte
non solo del suo sangue regale, dell'appoggio asburgico e del sostegno
del partito farnesiano, che ne otterrebbe in cambio la garanzia dell'investitura
di Parma a Ottaviano Farnese, ma anche
della fama di uomo integerrimo e della palma del martirio per aver pagato
la sua fedeltà alla Chiesa con le condanne a morte dei parenti
più stretti decretate da Enrico VIII.
29, si apre il conclave – che, però,
si protrarrà per oltre due mesi – ma qualcosa di nuovo, rispetto
alle elezioni precedenti, sta avvenendo.
[Una cosa destinata a ripeteresi anche nelle elezioni successive di
Marcello II, di
Paolo IV e di Pio
V.]
Stanno per avere, infatti, un ruolo decisivo:
- le accuse di eresia,
- l'esigenza di salvaguardare anzitutto la fede cattolica,
- il timore di consegnare a un criptoluterano le "chiavi di Pietro",
- gli scrupoli di coscienza che ne conseguono tra i principi della Chiesa.
Pare insomma:
- sulle ragioni politiche,
- sugli schieramenti per fedeltà o per interesse,
- sul prestigio individuale,
volersi ora imporre un inedito primato della teologia e dei suoi
tutori autorizzati, con i cardinali inquisitori pronti a brandire il
vessillo dell'ortodossia e a esercitare se non altro un potere di veto.
Tutto questo si vede sin dalle prime e decisive battute di questo conclave,
quando l'assenza dei francesi rende largamente maggioritario il partito
imperiale e pressoché irresistibile la candidatura di R.
Pole.
Il giorno dell'ingresso in conclave, l'ambasciatore francese Claude
d'Urfé scrive a Enrico II di Valois
che:
. Salviati,
. N. Ridolfi (†
31 gen 1550),
. R. Pole
sono «les principaux, au moins sur lequels
il est baillé plus d'argent à la banque».
Dicembre
3, nel pomeriggio, al primo scrutinio, su 42 voti
(quorum 2/3) – ma tenendo conto che i cardinali possono indicare
più di un nome – si ha il seguente risultato:
. R. Pole, 21,
. J. Álvarez
de Toledo y Zúñiga (cardinale
di Burgos), 13,
. De Cupis, decano, 12,
. G.P. Carafa, 10,
. M. Cervini, 9.
4, altro scrutinio:
. R. Pole, 24,
. J. Álvarez
de Toledo y Zúñiga (cardinale
di Burgos), 14,
. Carpi, 11,
tutti e tre esponenti di spicco del partito asburgico, dilaniato da
ambizioni e rivalità personali.
Mentre tra gli scommettitoti le quotazioni di R.
Pole arrivano addirittura a 95 per cento nel pieno della
notte con puntate il cui ammontare sembra raggiungere la fantasmagorica
cifra di 7.000 scudi, l'ambasciatore francese gioca la carta disperata
di una protesta formale, presentandosi alla finestrella per chiedere
che ci si astenga da ogni altra votazione fino all'arrivo dei cardinali
transalpini ormai giunti in Corsica (mente).
Una pesante interferenza, a giudizio di molti, che induce l'ambasciatore
imperiale don Diego Hurtado de Mendoza
– grande sostenitore di R.
Pole, non estraneo alle dottrine degli spirituali e legato
a numerosi personaggi in odore di eresia, come P.
Carnesecchi – a tentare la contromossa di un'immediata elezione
di R. Pole per via
di adorazione.
Ma il primo ad opporsi è proprio l'interessato.
5, mentre già nel pomeriggio
si prospetta l'ipotesi che le cose vadano in lungo, in serata le scommesse
su R. Pole tornano
al 45 per cento.
[In effetti, all'interno del conclave si è verifica uno scontro
che rende di pubblico dominio le accuse di eresia contro di lui.]
6, altra votazione:
. R. Pole, 22
voti.
12, arrivano a Roma i porporati
francesi, il cui ingresso in conclave eleva il quorum a 31
voti (salito poi a 34 quando i cardinali presenti saranno addirittura
51, un numero mai raggiunto in passato).
Mentre per tutto dicembre R.
Pole può contare su 22/23 suffragi, G.P.
Carafa arriva a 21.
[Massimo Firpo, La presa di potere
dell'Inquisizione romana, 1550-1553, Laterza
2014.]
Roma, viene incarcerato Giovanni Tommaso Bianco
(sarà sentenziato nell'aprile 1950).
Pasquino:
Qui giace papa Paol in suppresso.
Non amò Dio con tutto l'intelletto
e peccò troppo nell'alto precetto
ch'amò il prossimo suo come se stesso.
In
questa tomba giace
un avvoltoio cupido e rapace.
Ei fu Paolo Farnese,
che mai nulla donò, che tutto prese.
Fate per lui orazione:
poveretto, morì d'indigestione.
Cardinal
della gonnella.
Cardinal Fregnese.
Concilio
Ecumenico
di Trento
1545-63
1549, è ufficialmente sospeso.
[La sede è a Bologna]
Gesuiti
«segue da 1540»
generale: I.
de Loyola (1541-56)
1549,
gennaio, il p.gen. è molto malato e, nello stesso tempo
preoccupato per la grande legazione in Germaia dei padri Alonso
Salmerón, Claude Jaye Canisio,
imposta dal papa; p. Alonso Salmerón
si trova già a Verona; p. D.
Laínez sta per partire per la Sicilia dove,
su richiesta del viceré Giovanni de Vega
dovrà mettere in cantiere l'organizzazione di una nuova provincia
della compagnia;
intanto, per lenire le pene di Giovanna d'Aragona
(che si interessa di trovare i battelli necessari ai gesuiti per salpare
per Palermo), il p.gen. spedisce a Napoli p. Nicolás
de Bobadilla.
Nonostante le esperienze del 1546 e la bolla Licet debitum
del 18 ottobre, i tentativi di fondare un monastero femminile sotto
l'obbedienza della Compagnia di Gesù non cesseranno in Italia.
prima penetrazione in Giappone;
[vedi Domicilia]
«segue 1550»
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ANNO 1549
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Index
librorum prohibitorum
(stampato e mai promulgato)
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1549, 7 maggio, Venezia,
sulla base di un accordo tra:
- Inquisizione,
- Nunzio apostolico,
- Tre Savi sopra eresia (magistratura incaricata
dalla Repubblica di vigilare sull'operato del Sant'Uffizio),
appare in Italia il primo Indice dei libri proibiti fatto
stampare da G. Della
Casa [assistente di G.P.
Carafa (futuro Paolo IV)]
a Vincenzo Valgrisi;
esso comprende settanta titoli e condanna le Opera omnia
di 47 autori, in massima parte di protestanti settentrionali,
ma anche le opere dei protestanti italiani:
. B. Ochino,
. P.M. Vermigli,
. Giulio della Rovere;
elenca inoltre un centinaio di titoli singoli, in gran parte anonimi.
Ma l'antico ambasciatore a Roma e futuro doge Nicolò
Da Ponte accusa i Tre Savi di prendere misure più
severe che a Roma, che ancora non ha un indice simile; esso pertanto
viene abrogato (stampato e mai promulgato), e senza che ci sia
bisogno di una protesta degli stampatori.
[In genere noto col nome del nunzio G.
Della Casa, questo catalogo viene immediatamente contraffatto
da P.P. Vergerio, ora in esilio.
Alcune copie del falso sono conservate in VC, Opuc. P.D. 92, e
vengono menzionate in STC Italian. Il Reusch,
Die Indices… ristamperà il catalogo nella versione
contraffatta di P.P. Vergerio.
L'unica copia di cui si abbia notizia è quella conservata
in VM, Miscellanea 128.9. Si tratta di un volumetto in ottavo
(cm. 13,6 x 19,7) di sei fogli, l'ultimo dei quali bianco al verso,
individuato a suo tempo, con una segnatura incompleta, da Horatio
Brown, che ne diede notizia.]
Quest "catalogo" è, tra gli Indici usciti
in Italia in questo periodo, il più ampio ed accurato,
anche se manca della completezza e della precisione di quelli
contemporaneamente approntati dalle facoltà teologiche
di Lovanio e Parigi.
Quello parigino, per esempio, comprende molte delle opere principali
di riformatori quali M.
Lutero, è suddiviso in sezioni dedicate alla
lScrittura e alle letterature volgari e rivela una conoscenza
assai più approfondita dei libri che condanna.
«segue 1555»
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Chi è nato
all'inizio del secolo e ha potuto vivere il clima di libertà
intellettuale più o meno diffuso sino agli anni '40 assume
un atteggiamento distaccato, trattando la censura come una disposizione
disciplinare di carattere contingente e prevedibilmente transitorio.
Chi nasce in questi
anni invece interiorizzerà le disposizioni dell'Indice
al punto di sentirne la trasgressione come un peccato.
[Silvana Seidel Menchi]
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– Fletcher, Giles [ il
Vecchio] (Watford, Hertfordshire 1549?-Londra 1611) poeta
e viaggiatore inglese, padre dei poeti Phineas
(1582-1650) e Giles [ il
Giovane] (1588 ca-1623), forse il primo ambasciatore
ed il primo inglese a visitare la Russia, quando era zar
Fëdor I, figlio di Ivan [ il
Terribile], ma reggente era Boris
Godunov.
Licia (1593)
Of the Russe Common Wealth (Sullo stato di Russia).
– Garzoni, Tommaso (Bagnacavallo,
Ravenna 1549-1589) letterato italiano;
Teatro dei vizi e diversi cervelli umani (1583)
Piazza universale delle professioni del mondo (1585)
Sinagoga degli ignoranti (1589)
Mirabile cornucopia consolatoria (postumo, 1601).
– Mornay, Philippe de
o Philippe Duplessis-Mornay (Buhy, Vexin
1549-La Forêt-sur-Sèvre, Poitou 1623) politico francese, signore
di Plessis-Mornay, calvinista, compì molti viaggi di studio in Germania
e Italia
1572, dopo la strage di San Bartolomeo ripara
in Inghilterra, ma presto torna in patria per condurre un'appassionata
campagna religiosa
1576, diventa consigliere di Enrico di Navarra,
il futuro Enrico IV e contribuisce alla
sua rappacificazione con Enrico III
Vindiciae contra tyrannos (1579, con il diplomatico H.
Languet; il testo più celebre della pubblicistica monarcomaca)
1593, dopo l'abiura di Enrico IV viene
allontanato, per ovvie ragioni, dal consiglio di stato e si ritira a
Saumur, dove contribuisce alla pacificazione della regione di cui è
governatore
1599, qui fonda la prima accademia protestante
1600, la disputa sull'eucaristia col vescovo di Evreux, Du
Perron, si chiude per arbitrato del re, con la sua sconfitta
Il mistero dell'iniquità (1611, storia delle usurpazioni dei
papi)
sotto la reggente Maria de' Medici si impegna
in un'opera di pacificazione che gli vale la restituzione delle pensioni
toltegli da Enrico IV.
– Saraceno, Pietro Paolo (Perugia 1549-Parma 1604) gesuita;
1564, entra nella Compagnia di Gesù;
1589, professa i 4 voti, insegnando poi filosofia per tredici anni in
varie sedi;
1597, è nel collegio di Parma con incarichi non più didattici;
1600, confessore di Ranuccio I Farnese;
1604, 13 dicembre muore.
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Pleiade alessandrina
Gruppo
di sette poeti tragici:
- Omero di Bisanzio,
- Licofrone di Calcide (l'Alessandria),
- Filico di Corcira,
- Sositeo
- Alessandro Etolo (I giocatori di astragali);
si è incerti poi tra:
- Eantide e Sosifane
di Siracusa oppure
- Dionisiade di Mallo ed Eufronio
Cheronnesite,
vissuti alla corte di Tolomeo II Filadelfo e di Tolomeo IV Filopatore
(sec. III a.C.).
Pléiade
1549, con la pubblicazione della Difesa e illustrazione della
lingua francese, J. Du Bellay costituisce
la scuola poetica classicista che porta questo nome;
«segue 1556»
Stampa
«segue da 1548»
1549
alla morte di Eustathius Froschauer, il
contratto relativo al molino da lui preso in affitto nel 1535,
viene ora rilevato dal fratello Cristoph
già stampatore a Zurigo.
Italia
Firenze, novembre, un editto ingiunge a chiunque detenga libri d'ispirazione
protestante di consegnarli al vicario entro quindici giorni, pena cento
scudi d'ammenda e dieci anni di galera. Il riferimento a B.
Ochino e P.M. Vermigli
è qui esplicito.
Venezia
[vedi box]
«segue 1550»
Congregazione cardinalizia dell'inquisizione
«segue da 1548»
1549
Bologna, il neo inquisitore G.
Muzzarelli comincia a svolgere l'incarico affidatogli con
dedizione ed efficacia, suscitando l’ammirazione del legato di Bologna
cardinal G.M. Ciocchi Del Monte
e del segretario del concilio Angelo Massarelli;
è lui a coordinare l’azione che porterà ad arresti, processi
e condanne contro numerosi membri delle conventicole eterodosse della
città, tra cui il giovane Ulisse Aldrovandi.
All'inizio dell'anno Giovan Battista Scotti
fornisce all'inquisitore M.
Cervini informazioni su persone sospette e gode della sua
piena fiducia.
Lo stesso anno viene messo sotto inchiesta il domenicano fiorentino
Giacomo Nacchianti, nominato vescovo di
Chioggia nel 1544, grazie a Paolo III.
[Già sospetto per le posizioni assunte a Trento nel 1546 a fianco
di V. Soranzo, deve
ora affrontare un processo.
Infatti, in seguito alle reazioni dei canonici chioggiotti ai suoi energici
interventi contro gli abusi del clero e le forme di superstizione della
devozione popolare, una denuncia locale fa scaturire un processo in
cui un ruolo di primo piano lo ha M.
Cervini legittimato dalla sua appartenenza alla congregazione,
ma al di fuori di ogni procedura istituzionale.
Le prime indagini sono ora affidate ad Angelo
Massarelli che nulla ha a che fare con il Sant'Uffizio e pertanto
agisce solo ome un fiduciario del suo patrono.
Convocato a Roma, dove per molti mesi – secondo P.P.
Vergerio [il Giovane] – avrà
a «stentare et crepare», Giacomo
Nacchianti potrà infine tornare a Chioggia.
[Non si sa se ciò avvenga in conseguenza di un'assoluzione, di
un'abiura o di una purgazione canonica.
È certo invece che il Sant'Uffizio insorgerà rabbiosamente
contro Giulio III accusato di averlo liberato
«con una beneditione» piegandosi
alle sollecitazioni veneziane, e ancor più di avergli consentito
di riprendere il governo della diocesi, dove si comportava «peggio
che mai», mentre a giudizio dell'ex vescovo di Capodistria
«hebbe tanta angoscia […] che
d'allhora in qua non si è più inteso che egli habbia voluto
aprir bocca et usar il talento et confessar Christo che se gli è
rivelato».]
Lo stesso anno, nominato da Paolo III,
diventa vescovo di Chironissa nell'isola di Creta il messinese Giovan
Francesco Verdura «amico delli scritti
et de la schola di Valdés» – secondo P.
Carnesecchi.
[A renderla disponibile è stata la rinuncia del vescovo Grechetto
con il quale tuttavia egli era entrato in lite a causa dei «danni»
che vi aveva constatato, per rimediare ai quali dovette recarsi a Venezia.
[Sarà il vescovo Grechetto,
molto probabilmente, a denunziarlo nel 1552.]
Luglio
14, Roma, nel processo di Ippolito
Chizzola, avviene il primo costituto romano, alla presenza del
solo commissario generale del Sant'Uffizio, che il giorno dopo viene
affiancato dal maestro del Sacro Palazzo, il teologo bolognese domenicano
E.
Foscarari.
Forse Paolo III – «che
raffrena il rigore degli inquisitori» – ha voluto affidare
a quest'ultimo il compito di sorvegliare il Sant'Uffizio quando ad essere
chiamati in causa possono essere vescovi e cardinali.
È significativo, per capire la distinzione dei ruoli, che E.
Foscarari sia stato chiamato a interrogare il reo sulle sue dottrine,
mentre l'inquisitore T.
Scullica si
è concentrato sui suoi compagni di fede.
Settembre
3, un decreto dei cardinali del Sant'Uffizio ricorda
all'inquisitore G. Muzzarelli
che, se le indagini che sta conducendo si concretizzeranno in un processo,
dovrà dichiarare «se ex ordine
reverendissimorum procedere et inquirere».
[Da questo si deduce che la stretta dipendenza del tribunale locale
dalla centrale romana non è ancora una realtà consolidata.]
«segue 1550»
Book
of Common Prayer
(Libro della preghiera comune)
1549, Thomas
Cranmer redige, con materiali delle antiche liturgie inglesi,
questo libro liturgico ufficiale della chiesa anglicana: contiene la
liturgia eucaristica, riti , sacramenti, l'ufficio del mattino e della
sera, il salterio e un catechismo;
avrà varie edizioni: 1552, 1559, 1662, con lievi modifiche;
1928, la revisione in senso cattolico non viene approntata ma entra
ugualmente nell'uso;
è considerato, con la versione inglese della Bibbia, uno dei pilastri
della nuova liturgia; il libro avrà vasta influenza sulla lingua e sulla
prosa letteraria inglesi sia per i contenuti sia per la ritmica solennità
della cadenza.
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