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Papa segretario di stato: cardinale Pallavicini; 1774 politica
interna: vieta il cumulo dei benefici ecclesiastici, restringe le immunità; Conclave: 5 ottobre 1774 - 15 febbraio 1775. cardinali:
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ANNO 1774
– Baily, Francis
(Newburg, Bangor 1774-Londra 1844) astronomo inglese, presidente per
molti anni della «Royal Society» di Londra.
Torna su– Barbieri, Giuseppe (Bassano 1774-Padova 1852) abate benedettino di Praglia, docente di diritto, filologia, ed estetica all'Università di Padova, splendido poeta georgico; allievo di M. Cesarotti, fu maestro di N. Tommaseo; 1795, già preparato all'insegnamento, entra tra i benedettini a Praglia; 1810, quando Napoleone I sopprime l'Abbazia di Praglia e l'Eremo di Rua, egli è autorizzato a continuare le sue lezioni a Padova, partendo però da Torreglia Alta (Colli Euganei); I Colli Euganei (Padova 1811, poemetto) Veglie Tauriliane (Padova 1821, con cui dà rinomanza al paese di Torreglia nel padovano; pubblicate assieme a Tauriliae descriptio, Lodi di Torreglia, di N. Tommaseo) 1848, debilitato sotto l'Austria, viene subito riabilitato per ordine dello stesso N. Tommaseo, divenuto ministro della pubblica istruzione nel Governo provvisorio della risorta Repubblica di Venezia; 1852, muore a Padova; 1869, le sue spoglie vengono traslate dal cimitero di Torreglia Alta (dove aveva voluto essere sepolto) al sepolcro monumentale eretto nella chiesa parrocchiale vicina di S. Sabino, con il busto dello scultore Ceccon e l'epigrafe dettata da Andrea Cittadella Vigodarzere; in questa occasione tiene il discorso Antonio Tolomei, deputato e sindaco di Padova, della villa sul Mirabello che apparterrà poi alla sua lontana nipote, signora Pia Tolomei in Bruno. – Bentinck, William lord (Portland 1774-Parigi 1839) militare e politico inglese, whig; 1811, ministro plenipotenziario in Sicilia e comandante delle forze inglesi nel Mediterraneo; 1812, fa approvare dal parlamento feudale siciliano la «costituzione del '12»; 1814, marzo-aprile, occupate Livorno e Genova pubblica un proclama nel quale promette la concessione dell'indipendenza agli italiani; 1815, viene richiamato in patria dal primo ministro R.S. Castlereagh; 1827, è nominato governatore del Bengala; 1833-35, governatore generale dell'India, combatte contro la setta dei thug ed elimina la crudele pratica del «suti» (il rogo delle vedove sul cadavere del marito). – Braham, John (1774-1856) tenore di successo e compositore; cantò al Covent Garden, a Bath e sul palcoscenico del Drury Lane. A volte si esibì in duetti con la sua compagna, Nancy Storace. La coppia fu molto legata a Emma Hamilton. Si deve loro un tema musicale che porta il nome di sir William Douglas-Hamilton, un canto funebre composto in memoria dell'ammiraglio H. Nelson, intitolato La morte di Nelson. – Brooke, Thomas-Henri (1774-1849) segretario del Consiglio di Sant'Elena durante la prigionia di N. Bonaparte; governatore provvisorio dell'isola dopo la partenza di Hudson Lowe e fino all'arrivo di Walker. – Campe de Rosamel, Claude Charles Marie du (château de Rosamel a Frencq, Pas-de-Calais 24 giugno 1774 – Parigi 27 marzo 1848) ammiraglio e politico francese. – Carascosa, Michele (Paternò, Catania 1774-Napoli 1853) militare napoletano; 1799, ufficiale dell'esercito Borboneco, aderisce alla Repubblica Partenopea e va in esilio dopo la sua caduta; 1806, tornato a Napoli con i francesi, diventa generale sotto G. Murat; 1815, dopo la restaurazione, passa al servizio dei Borbone; 1820, Ministro della guerra nel governo costituzionale; 1821, dopo aver comandato una parte dell'esercito napoletano contro gli austriaci, esula in Inghilterra; Memorie storiche, politiche e militari sulla rivoluzione del Regno di Napoli nel 1820 e 1821 (1823) 1848, tornato a Napoli è nominato membro della camera dei pari. – Carena, Giacinto (Carmagnola 1778-Torino 1859) filologo e scienziato italiano; Osservazioni intorno ai vocabolari della lingua italiana (1831) Vocabolario domestico o Prontuario di vocaboli attinenti a parecchie arti, ecc. (1845, per il quale A. Manzoni gli indirizza la lettera Sulla lingua italiana). – Demidoff, Nikolaj Nikitic – principe di S. Donato (1774-1828) ricco mecenate russo; [Figlio dello scienziato e mecenate Nikita jr e nipote dell'industriale Akinfij.] i Demidoff, diventati sempre più europei come gusti e inclinazioni, grazie ai loro frequenti soggiorni in Francia e in Italia, incorrendo per questo anche nell'ira degli zar, sono considerati ricchissimi committenti ma anche barbari orientali: sono troppo europei per i Russi e troppo russi per potersi considerare europei; 1787-92, si distingue nella guerra contro i Turchi; più tardi, durante l'invasione napoleonica, finanzia un intero reggimento alla cui testa combatte eroicamente; 1797, dopo aver condotto una vita sregolata si trova indebitato per centinaia di migliaia di rubli, tanto da dover chiedere il permesso allo zar per ipotecare le proprie dimore moscovite; il matrimonio con Elisabetta Stroganoff sistema tutto: la giovane appartiene alla più ricca, nobile e importante famiglia russa di questi tempi, le cui origini risalgono al 1500; porta in dote 320.000 rubli e il marito… si calma; assieme a lei viaggia per l'Europa per conoscere le più recenti invenzioni applicate alle tecniche metallurgiche: visita Inghilterra, Germania, Francia e Italia, ed invita l'eminente prof. Ferri a stabilirsi in Russia; 1802-1807, al prof. Ferri affida la direzione tecnica degli stabilimenti uralici, promuove inoltre l'esportazione di ferro e di rame, mantenendo rapporti commerciali con l'Europa e la Turchia; per questi nuovi progetti si dota di una flotta di sei navi, delle quali una viene costruita in Italia; battutosi contro Napoleone, è ambasciatore a Firenze dove raccoglie una cospicua collezione di oggetti d'arte e promuove varie opere umanitarie; 1812, lo zar, per stimolare gli imprenditori, emana un editto che consente ai proprietari di miniere di sfruttare eventuali giacimenti d'oro scoperti nelle loro proprietà; stimolato da questa possibilità Nikolaj inizia, come tanti altri, la ricerca; 1823, trovate fortunatamente sabbie aurifere vicino alla fabbrica di Nizhnij-Tagil, ne comincia lo sfruttamento; 1824, acquistato a Parigi il suo eclettico amore per il collezionismo, si stabilisce a Firenze dove acquista, lungo la via che porta a Prato, una vastissima tenuta a S. Donato in Polverosa; qui, dove vive a lungo, viene insignito del titolo di "principe di S. Donato" dal granduca di Toscana; 1825, è la volta di una miniera di platino; ma nonostante questa intelligente e costante cura degli affari, egli è un uomo di mondo e di cultura; 1826, sempre a S. Donato inizia un complesso edilizio formato da villa, teatro, odeon per la musica, stalle e scuderie; il luogo, pur in posizione paludosa e malsana, viene prescritto dai medici a chi è di costituzione delicata; 1828, nei quattro anni prima di morire, stupisce e scandalizza la nobiltà di provincia con la sua "corte dei miracoli"; dopo di lui i suoi due figli Paolo e Anatolij continuano ad essere munifici mecenati dei maggiori artisti del tempo, francesi, italiani e russi. – Drouot, Antoine (1774-1847) militare francese; generale, segue Napoleone I all'isola d'Elba di cui diviene governatore; non approva il progetto del suo ritorno in Francia, ma lo segue ugualmente ed è uno dei primi ad entrare a Parigi; 1815, compreso nell'articolo primo dell'ordinanza di Louis XVIII, si costituisce volontariamente come prigioniero; si ritira a Nancy presso un fratello farmacista; 1847, muore a Nancy dove ricopriva la carica di presidente della Società d'Agricoltura. – Giordani, Pietro (Piacenza 1774-Parma 1848) letterato italiano, monaco benedettino nel 1797 dismise l'abito talare nel 1800; Panegirico di Napoleone (1807) Panegirico ad Antonio Canova (1810) Esequie di Giambattista Galliadi (1811) 1815, espulso da Bologna per le sue idee liberali, va a Milano; 1816, redattore della «Biblioteca italiana» vi pubblica la versione del celebre discorso di Mme de Staël Sulla maniera e l'utilità delle traduzioni origine del grande dibattito tra romantici e classicisti; alla polemica partecipa egli stesso con la Lettera di un italiano ai compilatori della «Biblioteca italiana» in cui confuta le idee della scrittrice francese raccomandando la fedeltà alla tradizione letteraria nazionale; grazie ad un'eredità può far ritorno a Piacenza dove si dedica alle riforme sociali della sua città; A un giovane italiano. Istruzioni per l'arte di scrivere (1821) 1824, esiliato, si trasferisce prima a Firenze e poi a Parma dove ha la protezione della duchessa Maria Luisa; Sul vero nelle arti della parola e del disegno (1827) Sugli asili d'infanzia (1844) Opere (1854-63, in 14 voll., raccolta di scritti). – Girtin, Thomas (Londra 1775-1802) acquerellista e incisore inglese; Vedute di Parigi (incisioni). – Lacuée, Gerard (1775-1805) militare francese; accompagna N. Bonaparte in Egitto; 1799, dopo il 18 Brumaio è suo aiutante di campo. – Lallemand, Charles-François-Antoine (1775-1839) militare francese; aiutante di campo di N. Bonaparte, partecipa alla campagna d'Egitto e torna in patria con lui; prende parte a tutte le campagne dell'Impero fino a Waterloo; preso prigioniero dagli inglesi, viene internato in un forte di Malta; liberato, va negli Stati Uniti dove tenta con tutti i mezzi di liberare Napoleone I da Sant'Elena; 1830, dopo la rivoluzione, torna in Francia dove Luigi Filippo gli concede il comando della Corsica. – Mezzofanti, Giuseppe Gaspare (Bologna 1774-Roma 1849) ecclesiastico e linguista italiano (conoscitore di oltre cinquanta lingue e dialetti), precorse taluni risultati della linguistica moderna; 1797, ordinato sacerdote, riceve la cattedra di arabo nell'università di Bologna; 1803, la cattedra è trasformata in quella di lingue orientali; 1815, si aggiunge il greco; 1833, succede ad A. Mai come conservatore della Biblioteca Vaticana; 1838, è eletto cardinale; Epistolario (fondamentale). – Muiron, Jean-Baptiste di (1774-1796) militare francese; combatte all'assedio di Tolone agli ordini di N. Bonaparte rimanendo gravemente ferito; il 13 vendemmiaio N. Bonaparte gli conferisce il comando della batteria che difende la Convenzione; 1796, divenuto generale in capo dell'armata d'Italia, è nominato da N. Bonaparte suo aiutante di campo; muore dopo pochi giorni sul ponte d'Arcole facendogli scudo col suo corpo. – Müllner, Adolf (Langendorf, Weissenfels 1774-Weissenfels 1829) scrittore tedesco; Der 29 Februar (1812, Il 29 febbraio, atto unico) Die Schuld (1816, La colpa) König Yngurd (1817, Re Yngurd). – Pignatelli, Girolamo - principe di Moliterno (Napoli 1774-1848) generale napoletano, educato a Torino dove il padre era ambasciatore; 1792-96, prende parte alle campagne dell'esercito piemontese contro la Francia; 1798, scoppiata la guerra tra il regno di Napoli e la Francia, recluta a sue spese due reggimenti di cavalleria e si distingue nella difesa di Capua; nominato "generale" dal popolo napoletano dopo la fuga della corte, scende a patti con J.-E. Championnet, ma il direttorio non ratifica gli accordi stipulati e quando si reca a Parigi viene trattenuto sotto sorveglianza; in seguito si riaccosta ai Borbone; 1806, si adopera per organizzare la guerriglia antifrancese in Calabria, nelle Marche e in Abruzzo. – Renault, Cécile (1774 – Parigi, 17 giugno 1794, ghigliottinata) donna realista francese; 1794, 17 giugno, accusata di aver voluto assassinare M. Robespierre, durante il Regime del Terrore, viene ghigliottinata in Place de la Nation a Parigi assieme ad altre 53 persone. – Saint-Cyr-Nugues, barone di (1774-1842) generale francese; 1791, entra nell'esercito; 1799-1811, si distingue nelle campagne d'Italia, di Germania, di Polonia e di Spagna; 1815, nei primi anni della Restaurazione è autore di un piano di difesa delle frontiere; 1830, capo del personale al ministero della Guerra; lascia numerose pubblicazioni su argomenti militari. – Saluzzo Roero, Diodata o Glacilla Eurotea (Torino 1774-1840) poetessa italiana, membro dell'Arcadia; la sua lirica venne intitolata Le rovine; Versi (1796; 1816, II ediz. accresciuta, in 4 voll.) Erminia e Tullia (1817, tragedia) Ippazia, ovvero delle filosofie (1827 e 1830, romanzo in versi) Novelle (1830, otto) Poesie postume (1843). – Savary, Anne-Jean-Marie-René - duca di Rovigo (Marcq 26 aprile 1774 – Parigi giugno 1833) politico e generale francese; [Terzo figlio di un maggiore dell'esercito francese.] appena sedicenne inizia la carriera militare; 1792, ufficiale di cavalleria nell'armata del Reno e aiutante di campo del gen. Ferino, partecipa all'ominima campagna sotto i generali Custine, Ch. Pichegru e J.-V.-M. Moreau; 1797, promosso comandante di battaglione segue il gen. Desaix nella campagna d'Egitto come suo aiutante di campo; ritornato in Europa partecipa alla seconda campagna d'Italia; 1802, alla morte del gen. Desaix viene nominato aiutante di campo dello stesso N. Bonaparte nonché capo della sua polizia particolare e della gendarmeria addetta alla sua persona; [È lui che, vicino a Desaix al momento della sua morte nella battaglia di Marengo, porta il suo corpo al quartier generale.] 1803, generale di brigata, comandante della guarnigione di Vincennes, presiede la commissione che giudica il duca d'Enghien assumendosi quindi la responsabilità delle misure illegali che ne hanno preceduto l'esecuzione; 1804, si segnala in particolar modo in occasione della "congiura Cadoudal-Pichegru"; 1805, divenuto generale di divisione, combatte ad Austerlitz ed a Jena; è incaricato di una missione segreta in Russia; 1807, generale del V corpo d'armata, al posto del gen. Lannes, protegge Varsavia dopo la battaglia di Eylau; 16 febbraio, riporta la vittoria contro i russi nella battaglia di Ostrolenka; partecipa brillantemente alla campagna in Germania ricevendo, dopo le battaglie di Heiselberg e Friedland, il titolo di duca di Rovigo; poco dopo è nominato governatore della Prussia orientale; dopo la pace di Tilsit diviene ambasciatore plenipotenziario a San Pietroburgo; 1808, durante la guerra di Spagna si reca nella penisola iberica per indurre il re Carlo VI a fare il viaggio di Baiona; 1810, prende il posto di J. Fouché al ministero della Polizia di Napoleone I (fino al 1814) ma con poco successo; 1812, al momento della cospirazione di C.-F. de Malet, viene rinchiuso per qualche ora in prigione dai cospiratori, e sostituito da uno di essi; 1814, è uno degli ultimi a lasciare Napoleone I e uno dei primi a riunirsi a lui dopo il ritorno dall'Elba; accompagna Maria Luisa d'Asburgo-Lorena a Blois. 1815, fedele a Napoleone I durante i Cento Giorni, diviene Pari di Francia e capo supremo della gendarmeria, e lo segue anche a Waterloo; 1816, arrestato a bordo del "Bellerophon-Bellerofonte" e trattenuto prigioniero a Malta, riesce a fuggire a Smirne, dove si avventura in speculazioni finanziarie nelle quali sperpera gran parte del suo patrimonio; 1817, torna in Austria per difendersi nel processo a lui intentato per la partecipazione all'esecuzione del duca d'Enghien; 1818, gli viene consentito di tornare a Smirne; 1819, ottiene di poter ritornare in Francia ove viene ben accolto e riabilitato ma non viene reintegrato nel suo ultimo incarico; 1831, 1° dicembre, Luigi Filippo gli affida l'alto comando in Algeria ove s'impadronisce di Bona dando corso attivamente alla colonizzazione; 1833, a causa dell'eccessiva violenza delle sue azioni (ufficialmente per ragioni di salute) viene richiamato in patria; giugno, muore a Parigi. – Senfft Pilsach, Federico Cristiano conte di (1774-1853) diplomatico sassone; 1806, ambasciatore di Sassonia a Parigi; dietro raccomandazione di Napoleone I, diventa ministro degli Esteri del suo paese; in effetti egli, pur non essendo partigiano dell'imperatore dei francesi, odia la Prussia. – Southey, Robert (Bristol 1774-Keswik, Lake District, Cumberland 1843) poeta e prosatore inglese; durante gli studi ad Oxford aveva abbracciato con fervore la causa della rivoluzione francese, e ideato, insieme all'amico S.T. Coleridge, il fallimentare progetto di una comunità utopica da fondare nel Nordamerica, la Pantisocrazia; Wat Tyler (1794, dramma, pubblicato a sua insaputa nel 1817 gli procura dei grossi fastidi compresa un'interrogazione alla camera dei comuni) Thalaba (1801) 1803, dopo viaggi in Portogallo e Spagna si ritira nel distretto dei laghi dove, non lontano da W. Wordsworth e S.T. Coleridge (divenuto suo cognato), conduce una vita d'intenso lavoro letterario divenendo anche regolare collaboratore della «Quarterly Review»; St Michael's well (Il pozzo di San Michele) Deil's thougths (I pensieri del diavolo, scritto insieme a S.T. Coleridge e imitato da G. Byron e P.B. Shelley) Blenheim's battle (La battaglia di Blenheim) Life of Nelson (1813, Vita di H. Nelson) 1813, diventa poeta laureato; Life of Wesley (1820, Vita di Wesley) The doctor (1834-47, Il medico; zibaldone di riflessioni, notazioni e curiosità varie; contiene anche la famosa favoletta dei tre orsi). – Viesse de Marmont, Auguste-François-Frédéric – duca di Ragusa (Châtillon-sur-Seine, 20 luglio 1774 – Venezia, 22 marzo 1852) militare francese; [Figlio di un ufficiale proveniente dalla piccola nobiltà.] dopo aver studiato matematica a Digione entra nella scuola d'artiglieria di Châlons, dove incontra N. Bonaparte stringendo amicizia con lui; 1796, durante la campagna d'Italia, quale colonnello comandante dell'artiglieria ippotrainata, guida la splendida e fulminea azione di avvicinamento e copertura che consente l'assalto al Monte Medolano, nel corso della battaglia di Castiglione; lo segue ancora come aiutante di campo nella spedizione in Egitto, dove si distingue ed ottiene la promozione a generale di brigata; 1799, fa ritorno sul suolo europeo con N. Bonaparte; 18 Brumaio, è presente al colpo di Stato; 1800, a capo dell'artiglieria nella seconda campagna d'Italia si distingue nella battaglia di Marengo ed è promosso generale di divisione; 1801, diviene ispettore generale d'artiglieria; 1804, grand'ufficiale della Legion d'Onore, la più alta onorificenza dell'Impero; rimane tuttavia contrariato per non essere stato incluso nella lista degli ufficiali promossi al grado di maresciallo; 1805, assegnato al comando di un corpo d'armata, è incaricato dell'occupazione della Stiria, distinguendosi nella battaglia di Ulma; 1806, comanda le truppe dell'armata d'Olanda; mandato in Dalmazia a prendere possesso della regione, occupa la Repubblica di Ragusa; [Per i cinque anni seguenti fungerà da governatore civile e militare della Dalmazia, dando avvio a grandi lavori pubblici che lo renderanno benvoluto fra la popolazione.] 1808, ha il titolo di duca di Ragusa; 1809, chiamato da Napoleone I a partecipare alla guerra della quinta coalizione, marcia su Vienna e dà il suo contributo nelle fasi terminali della campagna; segnalatosi a Wagram, è fatto maresciallo dell'impero; 1809-11, governatore generale delle Province Illiriche; 1810, luglio, è convocato con urgenza per succedere al gen. Massena al comando dell'armata francese in Spagna settentrionale e partecipa alla presa di Ciudad Rodrigo ed alle manovre preventive della battaglia di Salamanca; subisce tuttavia una netta sconfitta ad opera del duca di Wellington, e nell'occasione rimane gravemente ferito al braccio e al fianco destro; si ritira in Francia; 1813, aprile, è a malapena guarito quando, in occasione della guerra della sesta coalizione, Napoleone I lo pone al comando di un corpo d'armata, dimenticando le passate irritazioni per la sconfitta sul suolo spagnolo; ferito a Lipsia; 1814, 30 marzo, difende valorosamente Parigi e poi per ordine dell'imperatore ripiega sull'Essonne finché, convinto da Talleyrand, dirige le sue truppe verso la Normandia mettendo in gravissime difficoltà Napoleone I che si considera tradito; aderisce alla Restaurazione ed è nominato ministro di stato; da Louis XVIII è creato pari di Francia e comandante della guardia reale; 1830, a capo della guardia regia, allo scoppio della rivoluzione, e governatore di Parigi decide di evacuare la città; Mémoires (1856, postume).
Ritiratosi in Francia, Marmont era a malapena guarito quando nell'aprile 1813, in occasione della guerra della sesta coalizione, Napoleone lo pose al comando di un corpo d'armata, dimenticando le passate irritazioni per la sconfitta in suolo spagnolo. Marmont si distinse ancora una volta nelle battaglie di Lützen, Bautzen e Dresda, nonché nella grande campagna difensiva del 1814 fino all'ultima battaglia alle porte di Parigi. In quest'ultima occasione, Marmont - con a disposizione circa 20.000 uomini - prese una decisione politica che gli costò la nomea di ingrato e traditore: concluse una convenzione segreta e il suo corpo d'armata si arrese al nemico. Tale fu lo stupore e l'indignazione di molte parti dell'esercito che venne coniato il termine ragusade (tratto dal titolo del duca) per riferirsi a un tradimento. Di fronte alla notizia (sparsasi il 2 aprile) che Napoleone, alla testa di 170.000 uomini, avrebbe marciato su Parigi, le forze alleate presero la decisione di evacuare la capitale, ma tale ordine non fu mai impartito in quanto Marmont concluse un accordo in virtù del quale le truppe da lui comandate si sarebbero allontanate dal teatro delle ostilità. In tal modo Marmont accelerò la fine dell'Impero.
Guidò la fallita repressione della Rivoluzione di Luglio, che causò il rovesciamento di Carlo X, ultimo sovrano Borbone di Francia. Il generale Marmont dedicò molto tempo della sua vecchiaia alla stesura delle sue Memorie, un'importante cronaca della storia militare dell'epoca. Morì a Venezia, il 22 marzo 1852. – Wessemberg, Ignaz Heinrich Karl barone von (Dresda 1774-Costanza 1860) ecclesiastico tedesco, collaborò con l'arcivescovo Dalberg di Magonza a un piano di riforma della chiesa tedesca che ha l'appoggio di Napoleone I: - formazione di una chiesa nazionale tedesca con un proprio primate, - rifiuto della giurisdizione romana, - supremazia del concilio sul papa, - non ingerenza della chiesa negli affari dello stato; 1815, al congresso di Vienna difende questo suo programma di riforma di stampo illuministico, della cura delle anime, della liturgia e del clero, ma viene respinto dal cardinal E. Consalvi e dal nunzio G. Severoli; La chiesa tedesca (1815) 1817, deve recarsi a Roma per giustificarsi; 1822, nonostante il voto dei capitoli, gli vengono rifiutate le cattedre vescovili di Friburgo e Rottenburg per cui, rimasto privo di ufficio, dedica il resto della sua vita all'insegnamento e all'attività di scrittore; La posizione della Santa Sede di fronte allo spirito del XIX secolo (1833). |
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