Papa
Clemente VIII
(1592-1605)
– Cesare Barone
[Baronio]
(1538-1607) cardinale.
Francescani
«segue
da 1588»
1596, finalmente sei frati possono fermarsi a lavorare in California;
«segue 1597»
Gesuiti
«segue
da 1595»
[col generale C. Acquaviva
(1581-1615) si potenzia la compagnia]
1596, alla fine del 1594 sono stati espulsi dalla Francia dove
viene ora introdotto il libro Histoire notable de père Henry,
jésuite sodomite che divulga un resoconto (caso di omosessualità)
del processo per sodomia istruito ad Anversa contro il gesuita Henry
Mangot, [concluso con il rogo il 12 aprile 1601].
Germania, Francoforte sul Meno, esce il libro Gründlicher Bericht
welcher Gestalt die Jesuiten mit der Päpsten, Prälaten, Fürsten,
auch mit sich selbst untereinander pflegen… Anfänglichs von einer
Katholischen Person verfertiget [Frankfurt am Main, Spiess], dove
George Heckel traccia il primo disegno
delle presunte regole di condotta politiche e ipocrite, finalizzate
al conseguimento di obbiettivi di potenza, seguite dai padri della Compagnia
di Gesù.
(vedi risposta di J. Gretser quattro anni
dopo).
La penetrazione in Giappone (1549) viene compromessa dalle continue
persecuzioni (martiri giapponesi);
[vedi Domicilia]
«segue 1597»
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ANNO 1596
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1596
Italia
Marzo
primavera, il papa pubblica l'Indice clementino.
Esso si presenta come un supplemento a quello tridentino e oscilla
a fatica tra inflessibilità e moderazione.
Riprende in pieno le condanne tridentine, tranne alcuni casi in
cui al bando assoluto si sostituisce l'espurgazione.
Vi figurano vari titoli pubblicati dopo il 1564, ma non le appendici
riservate alle letterature volgari.
Alle regole tridentine per la censura si aggiunge un Instructio
in diciotto paragrafi che sotto le rubriche Proibizione,
Espurgazione, Stampa, articola e chiarisce quanto
prescritto dalle precedenti regulae.
Si sofferma ampiamente sulle modalità dell'espurgazione
dei libri, come promesso dal tridentino, e per autori, librai
e pubblico una versine espurgata è probabilmente meglio
che niente. L'espurgazione si svolgerà inoltre localmente,
sotto il controllo dll'iordinario e dell'inquisitore (rubrica
Epurgatizione, paragrafo 1).
[Qualche anno prima della pubblicazione di questo indice, i tipografi
veneziani hanno cominciato a pubblicare versioni espurgate soprattutto
di testi in lingua volgare di argomento profano che, seppur non
banditi, sono stati trascurati per anni. Un esempio: i Dialoghi
piacevoli di Nicolò Franco
stampati un'ultima volta nel 1559 e ricomparsi in versione espurgata
(da fra Girolamo Gioannini da Capugnano)
in ben sette ristampe (sei veneziane e una veronese) tra il 1590
e il 1609.]
L'Instructio rende meno opprimente la censura ammettendo
l'espurgazione individuale. I tribunali dell'Inquisizione non
possono ritirare e correggere tutte le copie di un libro, ogni
possessore quindi dovrà emendare la propria conforme la
versione corretta ufficiale a stampa (Espurgazione, par. 5). In
che modo questa prescrizione debba essere imposta l'Instructio
non specifica.
[Tra qualche anno il papa autorizzerà il lettore ad espurgare
i suoi libri secondo la propria interpretazione delle direttive
pontifice. La concessione farà seguito all'abbandono del
progetto di un Index Expurgatorius completo, del quale
apparirà un'unico volume nel 1607 contenente istruzioni
per la correzione di soli cinquanta titoli.]
Il par. 2 delle rubrica Espurgazione ordina che siano soppressi
da ogni testo tutti i brani ereticali ed erronei, scandalosi,
blasfemi, incitanti alla sedizione ed offensivi per i pii. Da
eliminare sono inoltre passi ambigui che possano ingenerare cattive
opinioni, elogi d'eretici, menzioni di superstizioni, profezie,
divinazioni o in genere espressioni limitative del libero arbitrio,
tracce di paganesimo, diffamazioni del buon nome altrui, di un
chierico o di un principe, negazione della libertà, dell'immunità
e della giurisdizione ecclesiastiche, esaltazioni della ragion
di Stato e della tirannide, facetiae, volgarità
e rappresentazioni oscene.
Il par. 5 della rubrica Proibizione dà autorità
ad ordinari ed inquisitori di esaminare i vari indici «nazionali»,
soprattutto spagnoli e portoghesi, e di bandire altre opere in
essi elencate. La Congregazione sopprime le appendici riservate
alla letteratura volgare.
Il par. 5 della rubrica Stampa dell'Instructio, ripetendo
una delle regole tridentine mai applicate a Venezia, richiede
che ogni volume a stampa contenga copia dell'approvazione delle
autorità ecclesiastiche locali.
Il testamur stampato sulla prima pagina di ogni volume
deve impedire, negli auspici della Congregazione, le contraffazioni
dei tipografi protestanti e le infrazioni dei librai veneziani
alle norme sulla censura, facilitando li compito degli ispettori
doganali. Questi ultimi dovranno rendersi conto con un semplice
sguardo se un libro va accettato o se necessita di un più
attento esame.
Secondo il par. 4 della rubrica Stampa, lo stampatore che abbia
completato una tiratura dovrà depositare presso il tribunale
del Sant'Uffizio una copia del manoscritto pubblicato, affinché
il lettore dell'Inquisizione possa verificare la fedeltà
della riproduzione del testo approvato.
L'Instructio clementina contiene un elemento completamente
nuovo: l'obbligo per i librai di giurare avanti il vescovo
o l'inquisitore che si uniformeranno alle prescrizioni
dell'Indice e che non ammetteranno all'arte chiunque
sia stato sospettato d'eresia (Stampa, par. 6).
Il giuramento dei librai, prefigurato nell'Indice di
Sisto V, ma non previsto dall' Indice
tridentino, s'ispira alla professione di fede imposta
da Pio V nel 1564 a docenti universitari
e studenti e costituisce un tentativo di tornare all'intransigenza
degli anni Sessanta del Cinquecento.
Quando librai e stampatori obiettano che il giuramento sovverte
i principi della giurisdizione secolare, trasformandoli in sudditi
del pontefice, la Congregazione dell'Indice risponde che chi non
vuole prestar giuramento intrattiene evidentemente traffici clandestini
con eretici.
Nell'edizione dell'Indice clementino,
approntata da Nicolò Moretti,
il testo del concordato viene subito dopo il
frontespizio e prima della lettera di promulgazione del pontefice,
delle regole tridentine e dell'Instructio.
Eppure non tutte le copie superstiti di questa edizione e nessuna
delle successive stampe dell'Indice clementino
(1596, 1597, 1600, 1604 [due volte], 1608, 1611, 1613 e 1616)
recano il testo del concordato.
[Nel 1613 Paolo Sarpi affemerà
che ne sono state stampate solo 60 copie. Quale che sia la cifra
esatta, insomma, la Sede Apostolica ha raggiunto il suo intento.]
[Paul F. Grendler, L'Inquisizione
Romana e l'Editoria a Venezia 1540-1605, Il
Veltro Editrice, Roma 1983] |
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– Descartes,
René o Cartesius
o Cartesio (La Haye, Touraine 31
mar 1596 - Stoccolma 11 feb 1650) filosofo, matematico e fisico.
– Huygens, Constantijn (l'Aia 1596-1687)
poeta e commediografo neerlandese;
[Padre di Christiaan.]
Fiordalisi
Le costose follie (1622)
La Caterinetta di Cornelio (1653, di spirito boccaccesco).
– Jenatsch, Georg (Samedan, Grigioni 1596-Coira 1639) politico dei Grigioni
1618, parroco protestante in Valtellina, dove aderisce al partito franco-veneziano
contro il partito cattolico filospagnolo capeggiato da Pompeo
Planta;
1620, sfuggito al massacro compiuto dalle truppe spagnole intervenute
per sostenere la rivolta delle comunità cattoliche locali contro il
dominio protestante dei Grigioni, partecipa ai successivi tentativi
dei riformati di riconquistare la vallata
1621, nonostante la morte di Pompeo Planta
(della quale è responsabile) è ben presto sconfitto dagli spagnoli
1622, con gli "Articoli di Milano" gli spagnoli impongono
il loro dominio effettivo nella regione; abbandonato l'abito religioso,
da questo momento dedica la sua vita alla causa dell'indipendenza del
suo paese
1624, quando Richelieu
dà inizio alla sua politica antiasburgica, egli prende parte alla spedizione
delle armate francesi in Valtellina;
1626, maggio, allontanatosi definitivamente dalla sua terra, dopo il
trattato di Monzone che riapre la vallata al dominio spagnolo, è al
servizio del conte di Mansfeld
1629-30, è al servizio di Venezia; quando nell'ultima fase della guerra
dei trent'anni la Francia entra decisamente nel confitto e prepara la
riconquista della Valtellina, partecipa alla vittoriosa campagna di
Rohan; per evitare che il territorio sia annesso da Richelieu,
dopo la conversione al cattolicesimo entra in trattative con spagnoli
e austriaci e con il loro aiuto scaccia definitivamente i francesi;
subito dopo per liberarsi della tutela spagnola chiede ancora aiuto
ai francesi
1639, 24 gennaio, per questo viene assassinato dai Planta; la
Valtellina viene restituita dalla Spagna ai Grigioni che la conserveranno
fino al 1797.
– Shirley,
James (Londra 1596-1666) drammaturgo inglese,
ministro anglicano,
1625, convertitosi al cattolicesimo, si trasferisce a Londra avviando
un'intensa attività teatrale
The Traitor (1631, Il traditore)
The Ball (1632, Il ballo)
Hyde Park (1632)
The Triumph of Piece (1634, Il trionfo della pace)
The Gamester (1634, Il giocatore)
The Lady of Pleasure (Donna di piacere)
The Royal Master (1638, Il padrone regale)
The Cardinal (1641, Il cardinale)
1642, le sale di spettacolo vengono chiuse per ordine del parlamento;
scoppiata la guerra civile, milita tra i realisti al seguito del suo
protettore, il conte di Newcastle
1644, si trova costretto all'esilio in Francia
1666, dopo aver svolto la tranquillla attività di insegnante, muore
nella notte dell'incendio di Londra.
– Voiture,
Vincent (Amiens 1597-Parigi 1648) scrittore francese,
il primo a introdurre la libertà di ritmo e di rima in poesia;
membro dell'«Académie Française» di recente costituita
Oeuvres (1649, postume, Opere)
Nouvelles Oeuvres (1658-59, Nuove opere).
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Stampa
«segue
da 1595»
1596,
Germania
Zellerfed, von Löhneysen, direttore
delle miniere delle montagne del Harz nel Braunschweig, impianta un
torchio suo personale (forse trattasi della prima "stamperia privata",
intendendo per tale quelle che lavorano esclusivamente agli ordini di
un direttore che di solito ne è anche il proprietario) con il
quale stampa un certo numero di grossi volumi di tecnica mineraria e
d'equitazione.
«segue 1597»
Congregazione
dell'Indice dei libri proibiti
«segue
da 1593»
1596, esce finalmente l'Indice clementino (il culmine dell'attività
repressiva della Chiesa di Roma) che non si discosta nella struttura
e nella sostanza delle proibizioni da quello del Concilio
di Trento;
alla medesima ripartizione in tre classi è aggiunta un'appendice
di opere che per lo più sono registrate negli altri indici europei
usciti dopo il 1564.
Per altri aspetti però l'indice riflette il vivace scontro che
sino alla promulgazione ha visto il Sant'Uffizio contro il pontefice.
Vengono eliminate le sezioni nazionali e si rinnova il divieto di lettura
della Bibbia volgare, così come era previsto nell'Indice
di Paolo IV.
I controversi dibattiti sulla liceità o meno della lettura della
Bibbia che si muovono attorno agli Indici della seconda metà
del XVI secolo si concludono con la sua eliminazione dal panorama delle
letture ammesse. Prerogativa questa essenzialmente italiana e spagnola.
Altrove i nunzi ottengono deroghe alla severità delle prescrizioni
determinate dalle particolari situazioni locali: così avviene
in Boemia, in Polonia, in Dalmazia e ovunque i cattolici convivono fianco
a fianco con i protestanti. Gli italiani invece, per i successivi due
secoli (fino al 1758 quando sarà riammessa la lettura da parte
di Benedetto XIV) perderanno il contatto
diretto con il libro fondamentale della loro fede… "con incalcolabili
conseguenze sulla religiosità, sulla cultura e sulla mentalità".
Il catalogo contiene circa 2.100 voci.
«segue 1599»
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