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Papa
Clemente VII

(1523-34)

1527, i soliti Colonna, sobillati da Carlo V,  attaccano il Laterano con cinquemila uomini; il papa affida a Giovanni dalle Bande Nere il compito di cacciare da Milano il duca Francesco II Sforza che ha giurato fedeltà all'imperatore;
vittoria di Carlo V a Pavia;
avviene il famoso  "sacco di Roma": i lanzichenecchi, forse perché privi del loro comandante, compiono un vero e proprio massacro: uccidono diecimila abitanti su trentamila; il papa intanto, rifugiato in Castel Sant'Angelo prova a resistere (fra gli artiglieri c'è pure Benvenuto Cellini).


In questo periodo viene composta la pseudoprofezia (post eventum) di Antonio Torquato (frutto interessante del profetismo diffuso nei primi decenni del XVI secolo):
De eversione Europae prognosticon D. Magistri Antonii Torquati, artium et medicinae Doctoris Ferrariensis, Clarissimique astrologi, ad serenissimum Matthiam Regem Ungarorum anno Christi 1480 conscriptum, ab eodem anno usque ad 1538 durans. s.l. 1534;
è conosciuta in due edizioni latine (1534 e 1535) e in una tedesca (1535).
[Trattasi comunque più di un vaticinio classico che di una profezia cristiana.]

Quiñones, Francisco de (1482 ca-1540) cardinale.

Francescani

«segue da 1521»
1527, cinque frati spagnoli naufragano appena arrivati sulle coste della Florida;
«segue 1528»

 

Teatini
(Teate = Chieti)

«segue da 1524»
1527, costretti a lasciare Roma durante il sacco, riparano a Venezia presso l'oratorio di S. Nicolò da Tolentino, messo loro a disposizione dalla confraternita omonima e dove sono chiamati "Romiti Tolentini" o "Eremiti Teatini";
l'oratorio tuttavia è già un centro di vita cristiana secondo lo spirito del Divino Amore e di attrazione per nobili, "cittadini" veneziani (ceto medio) e per prelati del Dominio, come Marco Giberti di Verona e Pietro Lippomano di Bergamo, come pure per i membri del Divino Amore di Salò e di Brescia e, inoltre, il fondatore dei Somaschi G. Miani, G. Contarini e il nunzio G. Aleandro;
in seguito riparano a Napoli;
«segue 1531»

ANNO 1527



1527
Unione Elvetica
Confederazione dei tredici cantoni elvetici:

CATTOLICI
- Uri (1291),
- Schwyz (1291),
- Unterwalden (1291),
- Lucerna (1332),
- Zug (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Friburgo (1481),
- Soletta (1481).

PROTESTANTI
- Zurigo (1351),
- Berna (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Basilea (1501),
- Sciaffusa (1501),
- Appenzell (1513).

1527
-

Ottobre
22
, Basilea rimane indecisa e neutrale fra i due partiti religiosi e, finché è dominata dal genio di E. da Rotterdam, può pure rimanere in osservanza il mandato del suo consiglio che dice: "ciascuno deve esere libero della sua fede; nessuno potrà essere violentato o costretto a sentir la messa o non, a senitre questa o quell'altra predica; ma ciò deve essere rilasciato alla coscienza di ciascuno";



 
1527
Sacro Romano Impero
Carlo V
Albero genealogico
(Gand 1500 - Yuste, Estremadura 1558)
secondogenito di Filippo d'Absburgo [il Bello] e di Giovanna [la Pazza];
1515-56, principe dei Paesi Bassi;
1516-56, re di Spagna (Carlo I)
1516-54, re di Napoli (Carlo IV);
1519-56, imperatore del Sacro Romano Impero;
prima guerra con la Francia (1521-26);
nel 1526 (marzo) ha sposato a Seville l'infanta 22enne Isabella di Portogallo († 1539);




1527
seconda guerra con la Francia (1526-29):
Maggio
ordina al gen. Jurgen von Frundsberg di marciare su Roma con diecimila lanzichenecchi;

Durante il "sacco di Roma" la "Banca Fugger" è una rocca di sicurezza. Persino i Welser in questo pericolo confidano tutti i loro averi all'agenzia Fugger.
I lanzichenecchi tedeschi vogliono avere un posto da cui poter trasmettere con sicurezza in patria i loro ricchi bottini e perciò proteggono la banca. Il capo dei lanzichenecchi, Schaertlein von Burtenbach deposita da solo 3000 fiorini alla banca dei Fugger
Alla capitolazione del papa egli dichiara: «vi era tra loro una grande disperazione, piangevano molto, noi diventammo tutti ricchi». La sua parte di bottino ammonta a 15.000 fiorini.

Dopo la morte di Jacob II Fugger († 1525) suo nipote Anton Fugger ha assunto la direzione della ditta come “governatore”.
Ai singoli agenti è stato dato ordine di fare nelle loro succursali entro il 31 dicembre 1527 un prospetto di tutte le parti di patrimonio.
Anton Fugger stesso si assume ora la revisione degli inventari parziali, durante la quale i risultati finali che sono espressi ciascuno nella moneta del rispettivo paese in questione, sono calcolati in fiorini d’oro del Reno.
Il risultato finale viene messo insieme con l'inventario della casa madre di Augusta in base alle attività e alle passività, viene fatto il calcolo del guadagno per il periodo che va dal 1511 al 1527. Esso dà per i 17 anni che sono trascorsi dall’ultimo bilancio, 1.824.411 fiorini d’oro del Reno.
Questo significa quasi una decuplicazione del capitale d'impianto e un guadagno annuo di circa il 55%.
Oltre a questo guadagno eccezionalmente elevato non sono inclusi nel bilancio i crediti inesigibili, cosiddetti «crediti cattivi» e quelli dubbi, «crediti che non sono sicuri», i quali sono elencati in un libriccino speciale (chiamato per lo più libriccino del contenzioso e da Anton Fugger il libro nero).
Tali crediti incerti «che io non so quando potrò trasformare in denaro, né che cosa se ne possa ricavare» non sono inclusi nel «conto conclusivo» poiché altrimenti dovrebbero venir computati nella denuncia del capitale che scade ogni 6 anni.
Tra i debitori morosi si trovano nomi celebri come:
. papa Leone X,
. Federico di Sassonia,
. Guglielmo di Baviera.

Banca Fugger
Bilancio conclusivo al 31 dicembre 1527
(dai prospetti delle singole agenzie: 17 filiali)
Avere (Attivo)
Dare (Passivo)
Voci
fiorini
Voci
fiorini
- giacenze di merci, obbligazioni cambiarie, denaro liquido disponibile, "debitori" e inventario degli immobili e dei mobili
?
- creditori cambiari, possessori di depositi e i "creditori" in senso più stretto
?
 
- Utile
1.824.411
[Will Winker, Fugger Il Ricco, Giulio Einaudi Editore Torino 1943. (*somma errata nel testo)]

 

Nel grande bilancio (1527) dei Fugger non sono menzionati né la banca di Roma né l'agente Johannes Zink. Sembra che questi sia perito nei disordini.
Dopo il "sacco" – secondo una lettera di Anton Fugger al duca di Prussia – non esiste più nessuna loro rappresentanza in Roma.
I nuovi compiti di economia mondiale dei Fugger mettono in ombra il traffico di denari col papa.
È ancora registrato però a carico di Leone X, sempre bisognoso di denaro, un debito di circa 15.000 fiorini che sono indicati come «non riscotibili» anche se c'è come pegno un anello prezioso.
[Soltanto i risultati conclusivi dell'inventario effettuato nel 1511 sono conservati in due fogli allegati a questo grande bilancio.]

Nel «libro nero» del grande inventario dello stesso anno, Anton Fugger ha registrato sotto il nome di «Armada per Moluco» (due spedizioni alle Molucche) una somma di 4600 ducati d'oro spagnoli come «cattiva spesa» cioè come crediti inesigibili.
Per quanto riguarda l'agenzia Fugger di Breslavia l'inventario accerta che «I turchi portarono via tutto l'arredamento, cosicché non vi è proprio più nulla».

Lo stesso inventario rivela che l'agenzia di Venezia presenta circa 150 tipi diversi di merci, ma per antica tradizione sta sempre in prima linea il commercio dei panni, anche quando più tardi sarà limitata la varietà delle merci.
Le stoffe vengono citate separatamente:
- damasco (carmisino bruno, damasco di Venezia, damasco con fiori verdi e grigi ecc.);
- raso (con la stessa varietà di tinte);
- velluto (solo in rosso);
- panno aureo ornato di velluto rosso e verde (tessuto prezioso assomigliante al broccato)
- panno d'oro con fondo grigio (a 17 fiorini al braccio (oltre 300 marchi) è il più prezioso!
[Originariamente tutti questi tessuti si facevano solo in Oriente; ma nel tardo Medioevo in una serie di città italiane, come Lucca, Genova, Firenze e Venezia, è sorta una fiorente industria serica i cui prodotti vengono importati in Germania dai Fugger.
Invece i tessuti di lana, di cotone e di lino si producono oltre che in Olanda, anche in Germania: il "fustagno di Augusta e di Weissenhorn» vi ha il primo posto.
Come è dimostrato dai protocolli di Augusta, ancora in questo periodo si fanno affari con numerosi tessitori a domicilio.]

Scaduto il termine di 20 anni per il riscatto della contea di Kirchberg,presso Ulm, (venduta come «feudo temporaneo» da Massimiliano a Jacob II Fugger nel 1507), l'arciduca d'Austria Ferdinando proroga di altri 10 anni il periodo della non riscattabilità. Inoltre i feudi dovranno essere riscattati solo dalla Casa d'Austria stessa per amministrarli direttamente, ma deve essere esclusa una ulteriore cessione.
Data la situazione economca degli Absbugo, questa clausola offre la garanzia più sicura che i domini rimarranno nelle mani dei Fugger.
Dopo la morte di Jacob II Fugger suo nipote Raimund riceve per sé e per suo fratello Anton (entrambi figli di Georg Fugger † 1506) l'omaggio dei sudditi. L'imperatore Carlo V conferma loro da Granada i nuovi documenti d'investitura «in tutte le loro parti nella misura delle prescrizioni fissate dall'imperatore Massimiliano». Inoltre essi devono godere di tutti i diritti e di tutte le immunità che ha avuto Jacob II Fugger ed «essere esentati da tutti gli oneri, le imposizioni, le imposte e le collette dell'Impero».
[Queste disposizioni nell'avvenire saranno costantemente riconfermate. Sopravverranno nuovi acquisti di territori senza che mai si pensi da parte degli Absburgo ad un riacquisto.
Di per sé i domini terrieri perderanno il loro carattere di feudi e si muteranno in proprietà fisse.]

[Will Winker, Fugger Il Ricco, Giulio Einaudi Editore Torino 1943;
a p. 222 c'è un errore sulla data di proroga, a meno che l'effettivo contratto di vendita non sia avvenuto prima del 1507 come indicato in precedenza!]


REGNO di SPAGNA
[vedi sotto]
REGNO di NAPOLI
[vedi sotto]

1527
REGNO di BOEMIA e d'UNGHERIA
Ferdinando I
Albero genealogico

(Alcalá de Henares 1503 - Vienna 1564)
figlio di Filippo d'Absburgo [il Bello] e di Giovanna [la Pazza], fratello minore di Carlo V, fu educato in Spagna;
1516, il nonno Massimiliano I gli procura la mano di Anna Jagellone;
1521-64, arciduca di Alta e Bassa Austria, Carinzia, Stiria e Carniola
1525-26, viene soffocata nel sangue la rivolta dei contadini nel Tirolo;
1526-64, re di Boemia e d'Ungheria;
la seconda corona gli viene disputata dal voivoda di Transilvania Giovanni Szápolyai, appoggiato dall'impero ottomano;





1556-64, imperatore del Sacro Romano Impero;

1527
Slovenia, con un decreto, che però non ha alcun esito, l'arciduca Ferdinando proibisce la Riforma protestante che nel 1520 ha già fatto capolino nella provincia.

[Primoz Trubar, nasce nel 1508 a Rašcica, minuscolo villaggio della Carniola inferiore; dalla scuola glagolitica di Fiume passa a Salisburgo e, all'inizio del 1524, a Trieste. In quest'anno lo troviamo nella cerchia del vescovo Pietro Bonomo che è reduce dai fasti imperiali di Vienna per trascorrere la vecchiaia nella città natale. Primoz Trubar è proprio uno dei suoi allievi e forse, proprio perché sloveno e possibile maestro di un popolo che cominica appena a prender coscienza di sé, egli diviene uno degli allievi prediletti del vescovo il quale lo aiuta, con benefici ecclesisastici, a perfezionare la sua istruzione all'università di Vienna e lo consacra sacerdote, quando lascia la capitale assediata dai turchi, inviandolo in Stiria come proprio vicario. Ma già in questi anni Primoz Trubar comincia a sviluppare la sua acerba critica alla chiesa richiamandosi al radicalismo dei riformatori svizzeri. Il vescovo, ciò nonostante, continua a proteggerlo e a sostenerlo.«segue 1540»]
Giovanni Szápolyai

(Szepesvár 1487 - Szászebes 1540)
di nobile famiglia transilvana;
1511-40, voivoda di Transilvania;
1526-40, re d'Ungheria;
eletto dalla nobiltà ungherese ma in lotta con Federico I d'Absburgo;

1527
-

CROAZIA [dal 1096 fino al sec. XIX fa parte della corona ungherese; dal 1102 al 1918 l'Ungheria segnerà in maniera decisiva la storia croata; nel XIII secolo si stacca la Slavonia che ottiene un bano e una dieta propri.
Dal 1390 al 1409 fa parte, assieme alla Bosnia, del Regno di Croazia e di Dalmazia; dal 1409 ritorna a far parte dell'Ungheria.]
1527
Gennaio
in polemica con una parte della nobiltà ungherese, schieratasi con il voivoda della Trabsilvania Giovanni Szápolyai, la nobiltà croata, riunita in assemblea a Cetin, offre la corona del regno trino all'arciduca Ferdinando, che promette di «mantenere, confermare e sostenere integralmente» i diritti e le leggi della Croazia.
Ma la corte di Vienna, impegnata nella sua grande politica europea e priva di mezzi adeguati per il rifiuto di tedeschi e boemi di finanziare una guerra contro quella che non sentono come minaccia immediata, non è però in grado di soccorrere efficacemente i suoi nuovi sudditi. Questi rimangono pertanto esposti alla mercé dei turchi.

[Joze Pirjevec, Serbi, Croati, Sloveni - Storia di tre nazioni, Universale Paperbacks, Il Mulino, Bologna 1995]
BOSNIA [Dal 1390 al 1409 fa parte, assieme alla Croazia, del Regno di Croazia e di Dalmazia; dal 1409 ritorna a far parte dell'Ungheria]
1527
-

1527
Sassonia
Giovanni [il Costante]
Albero genealogico

figlio di Federico III [il Saggio] e di ?
1525-32, duca elettore di Sassonia;




1527
ducato di Prussia
Alberto di Brandeburgo
Albero genealogico

(Ansbach, Baviera 1490 - Tapiau, Königsberg 1568)
figlio di Federico margravio di Brandeburgo-Ansbach;
1511, eletto grande maestro dell'ordine teutonico, combatte a lungo contro la Polonia per liberarsi del vassallaggio alla corona polacca; non avendo ottenuto l'aiuto sperato dall'imperatore e dal papa, passa al luteranesimo;
1525-68, duca di Prussia; (il primo)




1527
ducato di Württemberg
Ulrico di Württemberg
Albero genealogico

(Reichenweiler, Alsazoia 1487 - Tubinga 1550)
figlio di Enrico e di Elisabetta di Zweibrücken;
1498-1519, duca di Württemberg;
dal 1520 si trova in esilio a Montbéliard mentre il governo del ducato è stato affidato a Ferdinando I d'Austria;





1534-50, duca di Württemberg;


1527
ducato di Baviera
Guglielmo IV [il Costante]
Albero genealogico

(† 1550)
figlio di Albrecht IV [il Saggio] e di Cunegonda d'Austria;
1508-50, duca di Baviera;



1527
Mainz [Magonza]
Albrecht
Albero genealogico

(n. 1490 - Magonza 1545)
figlio di Giovanni [il Cicerone], elettore di Brandeburgo;
1513, vescovo di Magdeburgo e amministratore del vescovado di Halberstadt;
1514-45, arcivescovo elettore di Mainz [Magonza] ;
dal 1518 è cardinale;






1527
REGNO di POLONIA
Sigismondo I
Albero genealogico

(† 1548)
figlio di Casimiro IV Jagellone e di Elisabetta d’Absburgo;
1506-1548, re di Polonia e granduca di Lituania;
sposa in seconde nozze Bona Sforza († 1557), figlia di Gian Galeazzo duca di Milano;





1527
-







 
1527
IMPERO OTTOMANO
Solimano [il Magnifico]
Albero genealogico

(1494 - 1566)
figlio di Selim I;
1520-66, sultano;




Gran Visir
-
1527
può contare sul larvato appoggio di Francesco I, in lotta con gli Absburgo;





1527
REGNO di FRANCIA
Francesco I
Albero genealogico
(Cognac 1494 - Rambouillet 1547)
figlio di Carlo di Orléans conte di Angoulême e di Luisa di Savoia;
1515-47, re di Francia;



Primo ministro
[Sovrintendente delle Finanze]
Philibert Babou
signore di Givray e della Bourdaisière
(1524 - 1544)
Cancelliere-Guardasigilli
Antoine Duprat
(primo presidente del Parlamento di Parigi)
(1515 - 1535)
Segretario di stato agli Affari Esteri
-
 
1527
il suo governo spiega e giustifica pubblicamente la propria politica in un opuscolo, Lettres de François Ier au Pape, che, nella sua studiata suppressio veri e suggestio falsi, costituisce il modello di molti libri bianchi successivi.

 
1527
ducato di Lorena e di Bar
Antonio II [il Buono]
Albero genealogico

(1508 - 1544)
figlio di Renato II e di Filippa di Gheldria;
1508-44, duca di Lorena e di Bar;
[ha ereditato il ducato di Lorena, la contea di Vaudémont e i vescovati di Metz e Verdun.]

1527
-



1527
Paesi Bassi
Carlo V
Albero genealogico

[vedi Carlo V]
1515-56, principe dei Paesi Bassi;
[Olanda, Brabante, Limbourg, Fiandre e Hainaut]


Governatore
-

1527
-





1527
REGNO d'INGHILTERRA e d'IRLANDA
Enrico VIII
Albero genealogico

(Greenwich 1491 - Westminster 1547)
[erede delle due Rose]
secondogenito di Enrico VII Tudor e di Elisabetta di York;
1509-47, re d'Inghilterra e d'Irlanda;
1509, subito dopo l'incoronazione, sposa la vedova del fratello Arturo, Caterina d'Aragona;
1514 concede la sorella Maria Tudor in matrimonio a Louis XII;
1523-24, deve desistere da una richiesta di nuovi sussidi, per la forte e diffusa resistenza incontrata nel paese;
nel 1524 ha invaso la Francia settentrionale senza però ottenere risultati apprezzabili;
nel 1526, dopo che l'imperatore non ha tenuto fede all'impegno di sposare Maria sua figlia, si è schierato dalla parte della lega antimperiale di Cognac, non riuscendo pur tuttavia a svolgere nel conflitto una parte di rilievo;



1527
1515-29, di fatto la politica inglese e il governo sono diretti in suo nome da Th. Wolsey nella sua triplice veste di cardinale arcivescovo di York, lord cancelliere e legato papale a latere, colui che riuscirà a restituire all'Inghilterra un certo prestigio tra le potenze europee;



IRLANDA
-
-
-
-

1527
-

a


1527
REGNO di SCOZIA
Giacomo V
Albero genealogico

(Linlithgow, Scozia 1512 - Falkland 1542)
figlio di Giacomo IV Stuart e di Margherita Tudor;
1513-42, re di Scozia;
sotto la reggenza della madre, mentre il paese è travagliato dalle lotte tra i nobili scozzesi, sostenitori gli uni dell'Inghilterra e gli altri della Francia;



1527
-


a


1527
REGNO di DANIMARCA e di NORVEGIA
Federico I [il Pacifico]
Albero genealogico
(Copenaghen 1471-Gottorp 1533)
figlio cadetto di Cristiano I e di Dorotea di Brandeburgo;
ottiene con l'appoggio della madre e della nobiltà la regione di Gottorp;
1523-33, re di Danimarca e di Norvegia;


1527
con un decreto proposto alla dieta di Odessa, il re stabilisce che fino ad un prossimo Concilio sia concessa la medesima libertà e i medesimi privilegi così ai cattolici come agli evangelisti;
[Questo decreto non può comunque essere considerato come un sincero tentativo di introdurre nel regno un regime di parità fra le due confessioni; il re, infatti, che dopo aver aderito in segreto alla fede luterana non si è peraltro peritato per acquistare la corona di promettere ch'egli avrebbe restaurata la Chiesa cattolica e dispersi come eretici gli scolari di Lutero, cerca con ciò evidentemente solo gudagnare tempo e salvare la sua ambigua posizione. Del resto, sia il carattere provvisorio del decreto sia il favore del re per i luterani bastano già a togliergli ogni portata.
Da questo momento fra clero cattolico e luterano s'ingaggia una lotta con scritti e con maneggi politici.
NORVEGIA
1527
-
ISLANDA
1527
-

1527
REGNO di SVEZIA
Gustavo I Vasa
Albero genealogico
(Lindholm 1496 ca - Stoccolma 1560)
figlio di Erik Vasa;
1523-60, re di Svezia;
1527
convertitosai al luteranesimo, fa approvare dal Riksdag (parlamento) di Västeräs la secolarizzazione di gran parte dei beni della chiesa e si serve dei mezzi così ottenuti per
- domare la pericolosa rivolta contadina della Dalecarlia,
- riordinare e centralizzare l'amministrazione e
- dare impulso all'industria e al commercio;
la riforma religiosa farà da questo momento grandi progressi per merito soprattutto del teologo Olaus Petersson (Olaus Petri);




1527
-








1527
REGNO di PORTOGALLO
Giovanni III [il Pio]
Albero genealogico

(Lisbona 1502 - 1557)
primogenito di Emanuele I e di Maria, figlia dei sovrani spagnoli Ferdinando e Isabella;
1521-57, re di Portogallo;
nel 1525 (febbraio), a Salamanca, ha sposato la p.ssa Catarina di Spagna, 18enne, sorella dell'imperatore Carlo V;




1527
-
a






1527
SAVOIA
 


 

1527
-



1527
Monferrato
Bonifacio IV Paleologo
Albero genealogico
(Casale 1512 - 1530)
figlio del marchese Guglielmo IX e di Anna d'Alençon;
1518-30, marchese di Monferrato;
sotto la reggenza della madre e dello zio Giangiorgio;

1527
-

1527
ducato di Milano
Francesco II Sforza
Albero genealogico
(Milano 1495 - 1535)
secondogenito di Ludovico [il Moro] e di Beatrice d'Este;
1499, dopo la cacciata del padre, trascorre molti anni in esilio;
1521-35, duca di Milano;
nel 1524 è stato detronizzato ufficialmente dalla nuova spedizione di Francesco I ; nel 1525, dopo la battaglia di Pavia, ha ripreso il ducato, ma nel 1526, accusato di connivenza con gli intrighi del suo cancelliere G. Morone, è stato nuovamente spodestato dalle truppe imperiali;



 

1527
-



1527
Mantova
Federico II Gonzaga
Albero genealogico
(Mantova 1500 - 1540)
figlio di Francesco II e di Isabella d'Este;
1519-40, marchese di Mantova;




1530-40, duca di Mantova;
1536-40, marchese del Monferrato;

1527
-

1527
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Andrea Gritti [il Bello]
(Bardolino 17 apr 1455 - Venezia 28 dic 1538)
figlio di ?;
1523-38, doge di Venezia; [77°]
- nunzio pontificio: Altobello Averoldi (1526 - 1528)
- ambasciatore di Spagna: ? (? - ?)

1527
Gennaio
20
, Venezia, con un decreto il Consiglio dei Dieci stabilisce l'obbligo della licenza di stampa. Per evitare l'uscita di opere «disoneste e di mala natura» per la prima volta si stabilisce un complesso di norme per una censura preventiva di Stato.



Maggio
15
, il patriarca Girolamo Querini fa mandare al rogo i libri di M. Lutero e dei luterani;
il Senato, per concedere il "privilegio" che tutela editore e autore, impone il permesso dei capi del Consiglio dei Dieci, che lo concedono dopo che due lettori hanno valutato la correttezza politica, morale e religiosa del manoscritto. Ma poiché non ci sono i mezzi per costringere gli stampatori all'imprimatur e al privilegio, la maggior parte dei libri viene pubblicata senza questi permessi.




1527
ducato di Ferrara
ducato di Modena
ducato di Reggio
Alfonso I d'Este
Albero genealogico

(Ferrara 1476 - 1534)
figlio di Ercole I e di Eleonora d'Aragona;
sposa in prime nozze Anna Sforza († 1497)
1505-34, duca di Ferrara;
1505-10, 1526-34, duca di Modena;
1505-10, 1523-34, duca di Reggio;
dal 1501 è sposato (seconde nozze) con Lucrezia Borgia la quale ha ottenuto dal padre (papa Alessandro VI) il riconoscimento del diritto all'eredità dei beni estensi [feudo pontificio];
nel 1510 è stato scomunicato e dichiarato decaduto nonché privato da Giulio II dei ducati di Modena e Reggio…


 
1527
-

 

1527
Firenze
Alessandro de' Medici
Albero genealogico

(1512 ca - Firenze 1537)
figlio naturale di Lorenzo [ramo di Cafaggiolo] duca di Urbino [secondo altri, di Giulio (papa Clemente VII)];
1519-27, duca di Urbino;


1531-37, duca di Firenze;


1527
una sommossa popolare, capeggiata da Clarice de' Medici – una nipote di Lorenzo [il Magnifico] – caccia i Medici da Firenze e instaura la repubblica.
A Palazzo Medici l'energica donna trova due giovani, entrambi figli naturali:
. Ippolito, 16enne, figlio di Giuliano, duca di Nemours,
. Alessandro, 17enne, figlio di Lorenzo II, duca di Urbino, che ha ereditato le fattezze della madre, una serva mora;
Clarice de' Medici caccia i due giovani e pure il loro precettore, card. Passerini, gridando che «Palazzo Medici non è stalla per muli».



1527
ducato di Sora
ducato di Urbino
Francesco Maria I della Rovere
Albero genealogico
(n. 1490 - m. 1538)
figlio del duca di Sora Giovanni della Rovere e di Giovanna di Montefeltro;
1501-38, duca di Sora;
1501-38, signore di Senigallia e Mondavio;
1508-38, duca di Urbino [toltogli da Leone X dal 1516];
1512-38, signore di Pesaro;




 
1527
1526-27, capitano generale di Venezia, combatte con fortuna contro le truppe di Carlo V in Lombardia;



1527
REGNO di NAPOLI
Carlo V
Albero genealogico

(Gand 1500 - Yuste, Estremadura 1558)
secondogenito di Filippo [il Bello] e di Giovanna [la Pazza];
1515-56, principe dei Paesi Bassi;
1516-56, re di Spagna (Carlo I)
1516-54, re di Napoli (Carlo IV);
1519-56, imperatore del Sacro Romano Impero;

– vedi sopra –

NAPOLI
Viceré
-
Nunzio apostolico
-

1527
-


SICILIA
Viceré
-
1527
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Górnichi, Lukasz (Oswiecim 1527-Lipniki 1603) scrittore polacco;
Cortegiano polacco (1566, ispirato al Cortegiano di B. Castiglione).

Luis de León (Belmonte, Cuenca, 1527/28-Madrigal de las Altas Torres, Avila 1591) religioso e poeta spagnolo-di madre ebraica;
Traduzione commentata, con fedeltà filologica all'originale ebraico, del Cantico dei cantici (non pubblicata);
1572, arrestato dall'Inquisizione sino al 1576;
De los nombres de Cristo (1583, I nomi di Cristo)
La perfecta casada (1583, La sposa perfetta)
Commento al libro di Giobbe (1572-91, ma pubblicato solo nel 1779.
Poesie (postume, 1631, da F.G. Quevedo y Villegas).

Pellegrino, Camillo (Capua 1527 ca-1603) letterato italiano, ecclesiastico;
Il Carafa overo della epica poesia (Firenze 1584, pubblicata da S. Ammirato, diede inizio alla polemica fra i fautori di T. Tasso e quelli di L. Ariosto; all'operetta rispose subito L. Salviati con Difesa dell'Orlando Furioso degli accademici della Crusca. Staciata prima -1585, F. Patrizi e O. Ariosto, pronipote del poeta)
Replica (1585).

Portaleone de' Sommi, Leone o Jehudah Sommo o Leone de' Sommi (1527 ca-Mantova 1592) drammaturgo e poeta ebreo italiano, derivò il cognome dalla cittadina di Sommo (Pavia) e dal sobborgo di Porta Leona a Mantova, dove abitò; fu autore e regista alla corte dei Gonzaga dove diresse la compagnia teatrale della folta comunità ebraica di Mantova; scrisse in italiano 11 drammi, oltre a canzoni, stanze, satire e partecipò ad una famosa disputa in ebraico sui meriti e demeriti della donna;
Dialoghi in materia di rappresentazioni sceniche (autentico "manuale di regia")
La commedia del matrimonio (prima composizione drammatica in ebraico).

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«segue da 1526»
1527
Venezia [vedi].
Ghershom (Gerolamo), vagando da una città all'altra delle Marche e della Romagna, stampa tra l'altro:
- Orlandino di T. Folengo (1527).   
In seguito alla spietata concorrenza che gli fa D. Bomberg (cattolico belga attivo a Venezia con privilegio per la stampa in caratteri ebraici) plagiando le sue edizioni, egli trasferisce la stamperia a Salonicco.
Germania
Appare per la prima volta - Unio dissidentium dogmatum (1527) di Hermannus Bodius.
[Dello scritto esiste una copia alla Bayerische Staatsbibliotek di Monaco, recante il titolo Unio Hermani Bodii in unum corpus redacta et diligenter recognita (Colophon: Venetiis apud Ausgustinum de Bindonis [attivo 1528-50] Impensis Io. Baptiste Pederzani [attivo 1524-55] Anno a Virginali Partu MDXXXII; è menzionata negl Index Aureliensis, 120.877.
Lo scritto, uno dei primi successi della letteratura protestante, è essenzialmente una raccolta di passi sciritturali e dei padri della chiesa.
Sarà ristampato, secondo l'Index Aureliensis, 24 volte fino al 1562 e condannato da alcuni dei primi indici promulgati in Europa. Ma la vera identità del Bodius, autore di questa sola opera, resterà ignota (per quanto sarà suggerito che questo nome sia uno pseudonimo del M. Butzer.]
«segue 1529»

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