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ANNO 1620
– Avvakum, Petrovic (Grigorovo,
Niznij, Novgorod 1620/21-Archangel'sk, Pustozersk 1682) scrittore
russo, il primo ad utilizzare nella letteratura russa antica il linguaggio
parlato per conseguire più efficaci effetti espressivi;
Torna suumile prete di campagna, si schierò contro Nikon, patriarca della chiesa ortodossa che aveva bandito la revisione dei testi sacri e il rinnovamento del rituale in conformità ai modelli della chiesa greca, e venne così esiliato in Siberia; 1666-67, tornato a Mosca dopo la morte di Nikon, viene considerato eretico dal sinodo; tale decisione sancisce definitivamente lo scisma e da questo momento i suoi seguaci sono chiamati "vecchi credenti" e considerati eretici; Vita del protopop Avvakum raccontata da lui stesso (1672-75, autobiografia) 1682, aprile, esiliato a Pustozersk, è bruciato sul rogo; Lettere. – d'Amalfi, Tommaso Aniello detto Masaniello (Napoli 1620-1647) agitatore politico napoletano, eroe popolare; simbolo di libertà nel suo secolo e dopo, non ebbe tuttavia la consapevolezza politica attribuitagli in seguito; garzone di pescivendolo nel popolare quartiere del Mercato, imprigionato più volte per le sue proteste e per contrabbando di pesce, conosce in carcere M. Vitale, un seguace di G. Genoino, e poi G. Genoino stesso, già protagonista dei tumulti antinobiliari napoletani del 1620 e fautore di una riforma del governo cittadino che attribuisse alla parte "popolare" peso paritetico di voti nei confronti delle "piazze nobiliari"; 1647, 7 luglio, una semplice dimostrazione di protesta, da lui capitanata, contro nobili e speculatori, per una gabella da poco imposta sulla frutta sfocia in una rivolta generalizzata; 16 luglio, viene assassinato da sicari del viceré di Napoli duca d'Arcos nella chiesa del Carmine dove si è rifugiato. – Evelyn, John (Wotton House, Surrey 1620-1706) scrittore inglese; ? di Gabriel Naudé (1661, traduzione in inglese di Advis pour dresser una bibliothèque del 1627) Sylva (1664, sulla difesa e incremento del patrimonio) Navigazione e commercio (1674) Diario (postumo, 1818 che abbraccia il periodo 1640-1706) . – Frugoni, Francesco Paolo (Genova 1620 ca-Venezia 1684 ca) scrittore italiano; La guardinfanteide (1643) L'innocenza riconosciuta (1653) Ritratti critici (1669) L'eroina intrepida (1673) L'Epulone (1675) Il cane di Diogene (postumo, 1689). – Lenclos, Anne de o Ninon de Lenclos (Parigi 1620-1705) gentildonna francese, colta e affascinante (tra i suoi amori: il Gran Condé), tenne a Parigi un celebre salotto, frequentato dalle maggiori personalità del tempo: Racine, Boileau, La Rochefoucauld, Fontenelle, Molière La coquette vengée (1659, La civetta vendicata) Epistolario (pubblicato solo nel 1881). – Mariotte, Edme (Digione 1620 ca-Parigi 1684) fisico e naturalista francese, precursore della scienza sperimentale in Francia, priore dell'abbazia di Saint-Martin-sous-Beaume presso Digione, uno dei primi membri della Académie Royale des Sciences; da cui la "legge di Boyle e Mariotte"; 1668, scopre l'esistenza del punto cieco dell'occhio; Sulla natura dell'aria (1676, discussione della legge sucitata, formulata nel 1671 da R. Boyle) Trattato della percussione o dell'urto tra i corpi (scritti che, pur non presentando risultati originali, contengono precise dimostrazioni sperimentali dei risultati ottenuti da Galileo, E. Torricelli, Ch. Huygens) Trattato di logica (1678). – Morsztyn, Jan Andrzey (Chorzelow 1620-Parigi 1693) poeta polacco, gentiluomo alla corte del re Giovanni Casimiro e sostenitore della politica filofrancese, divenne segretario di Luigi XIV; fu anche autore di eleganti traduzioni di opere di Tasso, Marino e Corneille; La lira (1638-60, postumo 1875) La canicola o Stella del cane (1647) 1683, denunciato per attività sovversiva, si rifugia in Francia. – Picard, Jean (La Flèche 1620-Parigi 1682) astronomo e geodeta francese, sacerdote, ebbe la cattedra di astronomia al Collège de France, succedendo a P. Gassendi; 1669-70, per incarico dell'Académie des Sciences di Parigi, di cui è membro, esegue la misurazione del grado di meridiano fra Amiens e Malvoisine; tale misura rimane per oltre un secolo fra le più esatte tanto da essere utilizzata anche da I. Newton per valutare la forza che trattiene la Luna nella sua orbita (e quindi per verificare la teoria della gravitazione); 1673, direttore dell'Osservatorio di Parigi di cui ha contribuito alla fondazione. – Ruzé, Henri Coiffier de – marchese di Cinq-Mars (1620-Lione 1642) nobile francese, introdotto a corte da Richelieu e assegnato al seguito di Luigi XIII, per spiare il sovrano e allontanarlo dall'amante Marie de Hautefort; favorito dal re, ma contrastato dallo stesso e da Richelieu nel suo amore per Maria Gonzaga-Nevers (destinata in sposa al futuro re di Polonia Ladislao IV), si lascia attrarre dall'amico François de Thou nel complotto, appoggiato dalla Spagna, di Gastone d'Orléans e del duca di Bouillon contro Richelieu; scoperta la trama per la delazione dell'Orléans, Cinq Mars e de Thou vengono giudicati a Lione da una corte di parlamentari di Grenoble e decapitati il 12 settembre 1642. Alla sua figura è ispirato l'omonimo romanzo storico di A. de Vigny (1826). – d'Amalfi, Tommaso Aniello detto Masaniello (Napoli 1620-1647) agitatore politico napoletano, eroe popolare; simbolo di libertà nel suo secolo e dopo, non ebbe tuttavia la consapevolezza politica attribuitagli in seguito; garzone di pescivendolo nel popolare quartiere del Mercato, imprigionato più volte per le sue proteste e per contrabbando di pesce, conosce in carcere M. Vitale, un seguace di G. Genoino, e poi il Genoino stesso, già protagonista dei tumulti antinobiliari napoletani del 1620 e fautore di una riforma del governo cittadino che attribuisse alla parte "popolare" peso paritetico di voti nei confronti delle "piazze nobiliari" 1647, 7 luglio, una semplice dimostrazione di protesta, da lui capitanata, contro nobili e speculatori, per una gabella da poco imposta sulla frutta sfocia in una rivolta generalizzata; 16 luglio, viene assassinato da sicari del viceré di Napoli duca d'Arcos nella chiesa del Carmine dove si è rifugiato. – Zrinyi, Miklôs Subic (Ozalj 1620-Csáktornya, oggi Cakovec 1664) politico e poeta ungherese, discendente da una nobile famiglia croata; 1626, perde il padre, fatto avvelenre, sembra, da A. von Wallenstein; sotto la tutela del cardinale P. Pázmány, compie i primi studi alle scuole dei gesuiti, in varie città, tra cui Vienna; 1636-37, si perfeziona in Italia dove ha occasione di conoscere Urbano VIII; tornato in patria, si ritira nelle sue terre confinanti con le province in mano ai turchi contro i quali conduce una guerriglia costante e coronata da successi; il suo programma di unificazione del paese trova però l'ostilità degli Asburgo; egli offre allora i suoi servizi a Venezia e finisce con l'accostarsi al principe d Transilvania G. Rákóczy; 1647, bano di Croazia; Trattatello militare (1647) Szigeti veszedelem (1647 o 1651, L'assedio di Siget; poema epico, pubblicato assieme a liriche d'amore col titolo Sirena del mare Adriatico) Meditazione sulla vita di re Mattia (re Mattia Corvino) Rimedio contro il veleno turco (1660-61) 1663, viene proclamato dagli ufficiali capo delle armate imperiali al posto di R. Montecuccoli e riesce, in tale veste, ad arginare l'offensiva dei turchi; 1664, non più come capitano generale, ottiene contro i turchi una vittoria brillante; la sua fama e le sue relazioni internazionali (fra l'altro si lega a Luigi XIV) irritano la corte di Vienna; un misterioso incidente di caccia pone fine alla sua esistenza. |
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