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Il Viandante

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Papa
Urbano VIII

(1623-44)

1630, la sua famiglia acquista dai Colonna il principato di Palestrina; 
i fratelli:
Carlo diventa capitano generale della chiesa e Taddeo prefetto di Roma; 
i nipoti
Francesco e Antonio diventano cardinali;
ottiene qualche successo diplomatico nella questione della Valtellina e nella guerra di successione di Mantova e del Monferrato; non riesce invece né a formare una lega tra i principi italiani, né a far giungere alla pace i contendenti della guerra dei trent'anni; 
desideroso di riconciliare gli stati cattolici, ma anche preoccupato per il predominio spagnolo in Italia, finisce col diventare sospetto sia agli Asburgo che a Richelieu, pure per il potenziamento militare dello stato pontificio da lui voluto;

Francescani

«segue da 1622»
1630, tre frati minori, guidati da Giovanni Prado, salpano da Cadice per Moragan sulla costa occidentale del Marocco; mentre si preoccupano non tanto di convertire i musulmani ma di portare conforto ai duemila cattolici prigionieri del Sultano, vengono imprigionati e condannati ai lavori forzati e il loro capo lapidato.
«segue 1633»

Gesuiti

«segue da 1622»
[generale:
. Muzio Vitelleschi (1615-?)]
1630,
Parma: il collegio di S. Rocco entra in crisi, non tanto a causa dell'avvio del collegio di Mantova nel 1625 che ha vita breve, ma perché i gesuiti della Provincia Veneta vengono falcidiati dalla peste.
Anche per l'opera di assistenza ai malati, muoiono più di 200 membri della Compagnia, tra i quali diversi docenti come:
. Bernardo Cesi autore di un'opera di mineralogia che mostra come l'indirizzo di ricerca fisico-naturalistica avviato dal gesuita veneziano Leonardo Garzoni (autore di un trattato sui magneti) e proseguito da Niccolò Cabeo abbia avuto altri cultori.
Rimini: sorge un altro collegio.
Isole dell'Egeo: i gesuiti aprono una casa ad Andros;
[vedi Domicilia]
«segue 1631»

«segue da 1627»
1630, badessa:
. Mère Angélique (1602-30);
. Marie-Agnès Le Tardif (1630-36);
«segue 1636»

 

ANNO 1630

Peste

1630
Milano
Aprile
22
, scrive lo storico G. Ripamonti: «Il primo e fondatissimo sospetto degli unguenti sparsi dalla umana malizia per creare o alimentare la peste nacque allorché fu visto in tutta la lunghezza della città le pareti delle case a destra e a sinistra contaminate qua e là di grandi macchie. Ciò accadde il 22 aprile, allo spuntare del giorno… Erano codeste macchie sparse e gocciolanti in diverse guise, come se alcuno avesse imbevuto una spugna di marcia, appiccicandola alle pareti. Anche le porte delle case e degli usci qua e là scorgevano bruttati da quell'aspersione. Funesto delitto di recente commesso quasi per insultare il popolo, e che io pure andai a vedere».
Giugno
22
, ...nessuno trova quindi da obiettare quanto, su denuncia di una donnetta probabilmente isterica ed esaltata, viene tratto in arresto il commissario di sanità G. Piazza, accusato di essere stato visto «ungere» i muri e le porte delle case nel rione corrispondente all'attuale Porta Ticinese.
G. Piazza
cade (o finge di cadere) dalle nuvole e respinge ogni addebito; successivamente, per quanto sottoposto pressoché ogni giorno alla tortura, si rifiuta ancora di confessare. Irritati, gli inquisitori lo fanno oggetto di tormenti sempre più crudeli, ma, nonostante ciò, non riescono ad estorcergli le ammissioni che desiderano.
Ricorrono allora a una nuova tecnica: abbandonano la maniera forte che non ha dato buoni frutti e ricorrono alle lusinghe e alle promesse. Gli si garantisce che se confesserà e se, soprattutto, farà il nome del suoi complici e mandanti, gli sarà concessa, in cambio, l'immunità.
L'indiziato dapprima resiste, ma alla fine, fiaccato dalla durissima prigionia e dai quotidiani tratti di corda, finisce col cedere e non soltanto si riconosce colpevole di un reato infamante e gravissimo quale è considerato dalla giustizia quello di diffondere il contagio, ma coinvolge e lega alla sua tragica situazione un altro disgraziato, tale Gian Giacomo Mora, di professione barbiere, il quale, accusato di aver fornito sostanze pestifere agli "untori" per diffondere il contagio, in men che non si dica si trova a dover dividere con il suo accusatore una sorte a dir poco crudele.
In seguito, ai due vengono affiancati molti altri, non pochi dei quali pagheranno con la vita il loro presunto misfatto di untori.
Il processo si conclude con una terribile sentenza:
«Riferito in Senato dal Magnifico Senatore Monti, presidente dell'Uffizio di Sanità, il processo istruito contro G. Piazza e G.G. Mora, che con pestifero unguento unsero la Città, e udito esso Magnifico Presidente, e raccolti i voti di tutti i Senatori, venne nella determinazione che i predetti Mora e Piazza, intimata ad essi la morte, vengano tormentati con la corda ad arbitrio d'esso Magnifico Presidente, intorno agli altri punti e ai complici; e che avuti per ripetuti e confrontati, sopra un carro sieno condotti al solito luogo del supplizio, e per via sieno morsi con tenaglie infocate nei luoghi dove peccarono; ad entrambi si tagli la destra davanti alla barberia del Mora, e spezzate le ossa secondo il costume, la ruota si levi in alto e si intreccino vivi in quella, e dopo sei ore sieno strozzati, e subito i loro cadaveri sieno bruciati, e le ceneri gettate nel fiume, e la casa del Mora si distrugga, e al posto s'alzi una colonna che si chiami INFAME con l'iscrizione del fatto, e a nessuno più in perpetuo sia concesso rifabbricarla…».

Agosto
2
, Gian Giacomo Mora viene giustiziato;
La peste riduce ad un quarto la popolazione di Milano.
[Il clamoroso processo contro Gian Giacomo Mora sarà assunto come esempio per denunciare l'ingiustizia della tortura da P. Verri nelle Osservazioni sulla tortura e da A. Manzoni nella Storia della colonna infame e nelle famose pagine dei Promessi Sposi.]
Bergamo
Oltre il Lazzaretto di Valtezze, costruito già negli anni 1504-1581, al quale ora sono state aggiunte intorno sessanta baracche, il Municipio della città ne improvvisa un secondo con altre sessanta baracche sul territorio di Grassobbio: "il primo serve per le persone civili, il secondo per la plebe".
Brescia
Cesare Cantù riferisce che durante la peste «…vietossi l'ingresso in provincia ed in città ad ognuno, tranne ai cappuccini e a quei di S. Sigismondo».


Inquisizione: Milano, nel periodo tra il1568 e il 1570 sono 7 i condannati a morte.
 





1630
Unione Elvetica
Confederazione dei tredici cantoni elvetici:

CATTOLICI
- Uri (1291),
- Schwyz (1291),
- Unterwalden (1291),
- Lucerna (1332),
- Zug (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Friburgo (1481),
- Soletta (1481).

PROTESTANTI
- Zurigo (1351),
- Berna (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Basilea (1501),
- Sciaffusa (1501),
- Appenzell (1513).

1630
-

 




1630
Sacro Romano Impero
Ferdinando II
Albero genealogico

(Graz 1578 - Vienna 1637)
figlio di Carlo d'Absburgo duca di Stiria e di Maria Anna di Baviera;
1596-1637, duca di Stiria e di Tirolo;
1617-27, re di Boemia;
1618-25, re d'Ungheria;
1619-37, imperatore del Sacro Romano Impero;
1630
Dieta di Regensburg [Ratisbona]: secondo le intenzioni dell'imperatore, l'assemblea dovrebbe trasformare da elettiva in ereditaria la dignità imperiale (riconoscendo il titolo di "re dei romani" al suo più diretto erede) e inoltre decidere l'intervento in armi contro le Province unite a fianco della Spagna; 
ma i principi elettori, su suggerimento del delegato francese (padre Joseph) rifiutano questa linea politica e pretendono l'allontanamento dell'esecito di A. Wallenstein che presidia la città;
viene invece sancito il passaggio del ducato di Mantova ai Gonzaga-Nevers, e vengono ratificati il passaggio del Palatinato (con la dignità elettorale) a Massimiliano di Baviera e il mantenimento dello status quo in Valtellina; 
i principi protestanti, che hanno richiesto inutilmente la revoca dell'editto di restituzione del 1629 (che prevedeva l'incameramento dei beni ecclesiastici occupati dopo il 1552) si dissociano però da queste decisioni.




Ferdinando III
Albero genealogico

(Graz 1608 - Vienna 1657)
figlio primogenito di Ferdinando II e di Maria Anna di Baviera;
1625-46, re d'Ungheria;
1627-46, re di Boemia;




1637-57, duca di Stiria e di Tirolo;
1637-57, imperatore del Sacro Romano Impero;



1630
-

Guerra dei Trent'anni
[1618-1648]
1630-35
guerra svedese

Giugno
26
, il re di Svezia Gustavo Adolfo sbarca con 15.000 uomini alle foci del Peene; egli ha molti motivi validi per entrare in guerra e, tra questi:
- la difesa della causa protestante seriamente minacciata,
- la tendenza egemonica del dominio svedese nel Baltico a danno delle altre potenze (Polonia, Russia, Danimarca e Asburgo)
- l'apertura di  nuovi mercati per le materie prime svedesi.


Agosto
il re Ferdinando II toglie a A. von Wallenstein il comando supremo delle truppe imperiali e questi si ritira nel suo ducato di Friedland deciso a vendicarsi;
con l'aiuto degli emigrati cechi, stabilisce contatti segreti  con i capi dello schieramento protestante e in particolare con il re Gustavo Adolfo di Svezia che nel frattempo ha occupato la Germania settentrionale; come obiettivo ha ora la restaurazione di un regno in Boemia indipendente e pluriconfessionale, del quale egli stesso cingerebbe la corona;
«segue»

_______________________

Il re di Spagna dietro richiesta dei creditori deve concedere ai Fugger una moratoria.
Infine l'intera massa del fallimento viene affidata ai genovesi per una graduale liquidazione.
[In un periodo di collaborazione di più di cento anni, i Fugger hanno dato agli Absburgo quasi 28 milioni di ducati.
All'atto dello scioglimento della loro società la perdita totale di questo commercio viene fissata a circa 8 milioni: corrisponde all'incirca al guadagno che la casa Fugger ha potuto registrate nel periodo della sua esistenza.
Il favore della casa regnante ha portato la famiglia dei mercanti di Augusta all'altezza della sua potenza e della sua fama. La sua fedeltà verso gli Absburgo l'ha mandata in rovina.]


1630
Brandeburgo
Albero genealogico

(Berlin 1595 - Königsberg 1640)
figlio di Johann Sigismund Hohenzollern e di Anna di Prussia;
1616, sposa la p.ssa Elisabeth Charlotte von Simmern (1597-1660);
1619-40, elettore di Brandeburgo;
1619-40, duca di Cleves e di Prussia;


1630
Sassonia
Albero genealogico

(Dresda 1585 - 1656)
figlio di Cristiano I e di Sofia di Brandeburgo;
1611-56, principe elettore di Sassonia;
succeduto al fratello Cristiano II;
1623-30, guerra dei trent'anni (periodo danese-sassone): si mantiene neutrale;

1630
Baviera e Alto Palatinato
Albero genealogico

(Monaco di Baviera 1573 - Ingolstadt 1651)
figlio di Guglielmo V e di Renata di Lorena;
1597-1623, duca di Baviera;
nel 1616, con il Codex Maximilianeus ha unificato per la prima volta le norme giuridiche e le leggi in tutta la Baviera;
1619-20, nelle lotte contro l'insurrezione ceca, la "Lega cattolica" fa trionfare gli interessi degli Absburgo sconfiggendo l'esercito ceco nella battaglia della Montagna Bianca, presso Praga;
1623-51, primo principe elettore di Baviera e depositario dell'Alto Palatinato;



1630
REGNO di POLONIA
Sigismondo III Vasa
Albero genealogico

(Stoccolma 156 6- Varsavia 1632)
figlio di Giovanni III di Svezia e di Caterina Jagellona, sorella di Sigismondo II Augusto;
1587-1632, re di Polonia;
1592-1604, re di Svezia;
dal 1598 in Svezia ha abdicato in favore del figlio Ladislao, che ha come reggente lo zio Carlo di Ludermania;
1600-11, prima guerra svedese contro la Polonia;
1605-08, i magnati di Lituania si ribellano contro l'unione della loro chiesa a Roma;
1610-12, il tentativo di intervenire nella crisi russa del "periodo dei torbidi" facendo nominare zar suo figlio Ladislao, fallisce;
nel 1629, seconda guerra svedese, con l'armistizio di Altmark ha perduto la Livonia e i diritti doganali su Danzica;



1630
-


 

 



1630
IMPERO OTTOMANO
Murad IV [il Prode]
Albero genealogico

(1612 - 1640)
figlio di Ahmet I e di Kösem Mähpeyker (di origini greche),
1623-40, sultano;
sotto la reggenza dei propri tutori, e soprattutto di sua madre, che di fatto governa l'impero;




Gran Visir
-

1630
l'impero è nel più assoluto disordine e la stessa Istanbul vive un periodo di confusione.



 



1630
RUSSIA
Michele III Romanov
Albero genealogico

(n. 1596 - Mosca 1645)
figlio del boiaro Fëdor Nikitic Romanov (futuro patriarca di Mosca col nome di Filarete) e di Maria Ivanovna della stirpe dei Rjurik;
1598-1613, "periodo dei torbidi".
1613-45, zar di Russia;


 
-
1630
1619-33, il vero protagonista della politica nazionale è in realtà il padre (Patriarca Filarete) che ha riunificato nella sua persona potere temporale e potere ecclesiastico;


 

 




1630
Francia e Navarra
Luigi XIII

(Fontainebleau 1601-Saint-Germain-en-Laye 1643)
figlio di Enrico IV e di Maria de' Medici;
1610-43, re di Francia e di Navarra;

 

Primo ministro
A.-J. du Plessis
duca di Richelieu
(1624 - 4 dic 1642)
Guardasigilli
Michel de Marillac
(1626 1° giu - 12 nov 1630)
Charles de l'Aubespine
marchese di Châteauneuf
(14 nov - 25 feb 1633)
Sovrintendente delle Finanze
Antoine Coeffier de Ruzé
marchese d'Effiat
(1626-1632)
Segretario di stato agli Affari Esteri
Raymond Phélypeaux
signore di Herbault
(1626 11 mar - 2 mag 1629)
Claude Bouthillier
signore di Pont e di Fossigny
(2 mag - 18 mar 1632)
 
1630
nonostante il potere del duca di Richelieu la madre riesce ancora a trovare appoggi tra i cattolici (del partito "devoto");
Nord America
ACADIA
Governatore regio
-

1630
-

 

CANADA
[Il nome deriva dalla parola huron kanata – villaggio o insediamento – che venne utilizzata in riferimento agli indiani di Stadaconé dal navigatore bretone Jacques Cartier (1491-1557). Essa viene quindi applicata dai francesi anche al territorio di Micmac e Montagnais.]
Governatore regio
Samuel de Champlain
(1620 - 1633)

1630
Della sua enorme giurisdizione non restano alla Compagnie des Cents-Associés che un'ottantina di francesi sparsi tra l'Isola di Capo Bretone – l'estemità meridionale della futura Nova Scotia – e Québec.
Sul San Lorenzo è rimasta la famiglia Hébert e qualcuno che continua a trafficare con gli indiani.

Nel periodo 1630-50 gli Iroquois non risparmiano nel loro espansionismo le grandi nazioni indiane dell'ovest.
Si tratta degli:
- Shawnee (Chaouanons per i francesi, una nazione del ceppo linquistico algonquian) che vivono a sud del fiume Ohio (La Belle Rivière) e a ovest dei Monti Cumberland,
- Ojibwa, Ottawa, Potawatomi, i quali vivono a occidente della confederazione huron, intorno ai Grandi Laghi.

 


1630
Repubblica delle Province Unite
[sette province settentrionali]
Federico Enrico
Albero genealogico

(† 1647)
figlio di Guglielmo I [il Taciturno] e di Luisa di Coligny;
conte di Nassau
principe di Orange

1625-47, statolder di Olanda, Zelanda e Utrecht;
[presidente del Consiglio di Stato.]




1630
-


1630
Paesi Bassi
[dieci province meridionali]
Leopoldo Guglielmo d'Absburgo
Albero genealogico

(† 1662)
figlio dell'imperatore Ferdinando II e di Maria Anna di Baviera († 1616);
arciduca d'Austria;
1621-62, governatore dei Paesi Bassi;




1630
-

Nord America
-
-
-
-

1630
Negli anni 1630 gli olandesi stabiliscpno posti di commercio lungo il fiume Connecticut.

 

 

1630
Inghilterra e Scozia
Charles I
Albero genealogico

(Dunfermline 1600-Londra 1649)
figlio di James I e di Anna di Danimarca;
1625-49, re d'Inghilterra e Scozia;
1627-28, il vincolo di parentela con la Francia non gli impedisce di prendere le difese degli ugonotti assediati a La Rochelle contro Luigi XIII e Richelieu;

- il parlamento è sciolto dal 1629 -

 

Primo lord
del Tesoro
[First Lord
of the Treasury
]
-
Cancelliere
dello Scacchiere
[Chancellor
of the Exchequer
]
-

1630
1629-30, allo scopo di ridurre le spese firma subito la pace con la Francia e la Spagna ma è ugualmente costretto a vivere di espedienti fiscali quali le multe inflitte ai proprietari che hanno proceduto a usurpazioni e recinzioni di terre, l'estensione a tutto il paese della ship money (una tassa per la flotta originariamente limitata ai porti) e la concessione di monopoli di corte a ristrette consorterie mercantili;
il malcontento suscitato da tali provvedimenti, unito alle persecuzioni dirette contro i puritani (molti emigrano nella Nuova Inghilterra) e alla crescente opposizione contro le corti regie che giudicano al di fuori della common law, culmina nel diffuso rifiuto di pagare le imposte;

 

SCOZIA
-
-
-
-
1630
-
 
IRLANDA
-
-
-
-

1630
-

 
Nord America
-
-
-
-

1630
-

VIRGINIA
Governatore
-
-

1630
Jamestown, sul fiume James;






NUOVA INGHILTERRA
Governatore
-
-

1630
-





MASSACHUSETTS
Governatore
-
avv. John Winthrop
(1629 - ?)

1630
-
La "grande emigrazione" puritana è il più massiccio esodo nella storia della colonizzazione inglese del XVII secolo
.

L'avv. John Winthrop e quasi un migliaio di coloni salgono a bordo di 17 navi che li trasportano nella baia del Massachusetts.
[Nel corso dei dieci anni successivi ne affluiranno altri ventimila.
All'inizio provengono soprattutto dalle contee di Norfolk e Suffolk e dalle zone occidentali dell'Inghilterra, due delle roccaforti più intransigenti del puritanesimo, ma in seguito gli emigranti arriveranno da ogni parte del paese.
Sono per lo più di condizioni economiche e cultura superiore alla media e, a differenza dei primi coloni della baia di Chesapeake, generalmente portano con sé le proprie famiglie. Spesso sono anche accompagnati dai loro pastori, intere congregazioni che emigrano in blocco.]

Lo stesso anno i puritani fondano Boston e una mezza dozzina di altre città lungo le coste della baia.
Poco dopo si installano un cerchio di colonie secondarie a circa una cinquantina di km all'interno.

 





1630
REGNO di DANIMARCA e di NORVEGIA
Cristiano IV
Albero genealogico
(Frederiksborg 1577 - Copenaghen 1648)
figlio di Federico II e di Sofia di Mecklenburg;
1588-1648, re di Danimarca e di Norvegia;
1611-13, combatte contro Carlo IX di Svezia per il dominio sul Baltico riuscendo ad impadronirsi dell'isola di Öland;




1630
1618-48, guerra dei trent'anni: mantiene tutti i suoi territori;
NORVEGIA
1630
-
ISLANDA
1630
-

 

1630
REGNO di SVEZIA
Gustavo II Adolfo
Albero genealogico
(Stoccolma 1594 - Lützen, Lipsia 1632)
figlio di Carlo IX e di Cristina di Holstein-Gottorp;
1611-32, re di Svezia;
1630
si dimostra il più abile generale del suo tempo;




1630
1618-48, guerra dei trent'anni;
nel 1621 ha conquistato Riga e nel 1624 Dorpart;



segue



1630
REGNI DI SPAGNA, NAPOLI e SICILIA
Filippo IV
Albero genealogico

(Valladolid 1605 - Madrid 1665)
figlio di Filippo III e di Margherita d'Austria;
1615, sposa Isabella di Borbone, figlia di Enrico IV re di Francia;
1621-1665, re di Spagna; [compreso Portogallo]
1621-1665, re di Napoli e Sicilia;
- 1618-48, guerra dei trent'anni: accanto agli Absburgo;
[ciò aggraverà, rendendolo poi irreversibile, il declino della potenza spagnola.]
- 1623-26, guerra di Valtellina;

1630
- 1627-31, guerra per la successione al trono di Mantova;

NAPOLI
Viceré
-
Nunzio apostolico
-

1630
-


SICILIA
Viceré
-
1630
-
a




1630
SAVOIA
Carlo Emanuele I
Albero genealogico

(Rivoli 1562 - Savigliano 1630)
figlio di Emanuele Filiberto [Testa di Ferro] e di Marguerite de Angoulême;
1580-1630, principe di Piemonte
conte di Aosta, Maurienne e Nizza
duca di Savoia
;
1580-1630, re di Cipro e Gerusalemme (titolare);
1588-1630, marchese di Saluzzo;
1614-17, prima guerra del Monferrato;
1627-30, seconda guerra del Monferrato;
1630
muore mentre sta tentando di riorganizzare un esercito per scacciare gli invasori, lasciando il ducato in condizioni paurose di miseria e di decadenza.
[Nonostante tutto, alcuni intellettuali italiani gli esprimono la loro stima: A. Tassoni, Filippiche contro gli spagnuoli; F. Testi, Il pianto dell'Italia; oltre ad alcune poesie.]

 

Vittorio Amedeo I
Albero genealogico

(Torino 1587 - Vercelli 1637)
secondogenito di Carlo Emanuele I e di Caterina d'Absburgo-Spagna;
1605, aprendosi il diritto alla successione per la morte del fratello maggiore Filippo Emanuele, viene richiamato in patria dalla corte spagnola dove è finora stato educato;
1612-13, dopo un tirocinio militare e diplomatico, viene inviato in Spagna e a Mantova per dirimere la questione della successione di Mantova e del Monferrato, a cui segue la guerra;
1616, durante la prima guerra del Monferrato dirige le operazioni in Savoia;
1619, favorevole all'alleanza con la Francia, sposa, per confermare questa linea politica, Maria Cristina di Borbone, figlia di Enrico IV;
1624-26, partecipa alle campagne contro gli eserciti asburgici in Valtellina;
1627-30, tramontata l'alleanza con la Francia, partecipa alla seconda guerra del Monferrato contro il duca Gonzaga-Nevers;
1630-37, principe di Piemonte
conte di Aosta, Maurienne, Nizza e Asti
marchese di Saluzzo
duca di Savoia
;
1630-37
, re di Cipro e Gerusalemme (titolare);

 

 

1630
-


1630
REPUBBLICA DI GENOVA
[Denominazione ufficializzata nel 1528 per iniziativa di Andrea Doria]
Andrea Spinola
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di
1629 26 giu - 26 giu 1631, doge di Genova;


1630
-

 

1630
ducato di Mantova e del Monferrato
Carlo I
Albero genealogico

(1580 - 1637)
figlio di Luigi o Ludovico Gonzaga (3° figlio del 1° duca di Mantova) e di Enrichetta di Cléves [Henriette de La Marck] erede dei ducati di Nevers e di Rethel;
1595-1637, duca di Nevers e di Rethel;
1599, sposa Caterine de Lorraine et Majenne († 1618);
1621, duca di Mayenne;
1627-37, duca di Mantova e del Monferrato;
[ricevuta la città in eredità, se ne impossessa con l'aiuto di Luigi XIII a dispetto dell'imperatore, del re di Spagna e del duca di Savoia]
1627-30, seconda guerra del Monferrato;


1630
-


 

1630
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Nicolò Contarini
Albero genealogico

(Venezia 26 set 1553 - Venezia, 2 apr 1631)
figlio di Giangabriele e di Giovanna Morosini;
1630
Gennaio
18
, viene eletto doge.
1630-31, doge di Venezia; [97°]

La stessa elezione al dogado di Nicolò Contarini nel gennaio del 1630 - uomo che, pur prendendo le distanze da Ranieri Zeno, non aveva mancato di manifestare il proprio dissenso nei confronti delle azioni prevaricatrici dei Corner - può forse essere considerata come una decisa reazione all'indisponente procedere di costoro.

- carestie, epidemie e guerre nella Terraferma veneta -

 

- nunzio pontificio: G.B. Agucchia (1623 - ?)
- ambasciatore di Spagna: ? (? - ?)
- ambasciatore sabaudo: A. Provana (1605- ?)

1630
Gennaio
la sua elezione è dovuta alla reazione provocata dallo strapotere dei Corner, instauratosi anche in deroga alle leggi del Senato. Pur tuttavia, come ben comprende il nunzio, l'elezione di un vecchio di 77 anni non può costituire una inversione di tendenza…
[… rispetto alla nomina di personaggi di inclinazione molto parziale verso gli interessi della Chiesa. Il doge morirà infatti poco più di un anno dopo.]
Non sortisce intanto alcun esito l'offerta avanzata dal generale dei gesuiti Muzio Vitelleschi che i suoi si impegnerebbero volentieri per aiutare la città… del resto in città è comparso un cartello che in latino avverte i veneziani che solo onorando il sommo pontefice si placherà l'ira di Dio;

Marco Ginammi, un tipografo di primo piano, sfida l'Indice stampando opere del Machiavelli e dell'Aretino.

- De' discorsi politici e militari libri tre, scielti fra gravissimi scrittori da Amadio Niecollucci (del Machiavelli) (1630 e 1648);
Tra il 1627 e il 1651 stampa non meno di nove titoli di Partenio Etiro (Pietro Aretino) per un totale di 23 edizioni.
- Le carte parlanti - il secondo dialogo della terza parte dei Ragionamenti - (1550 e 1551);
- Dell'humanità del Figliuolo di Dio (1528, 1533, 1545 e 1553);
- Lettere (1537), in edizione ridotta;
- Parafrasi sopra i sette salmi della penitenza (1527, 1529 e 1535);
- La Sirena, Marfisa & Angelica (1530);
- Dello specchio delle opere di Dio nello stato di natura (1528, 1529 e 1535)
- Vita di Santa Caterina e Vita di San Tommaso d'Aquino (1528, 1530 e 1536).
Con gli pseudonimi anagrammati, Marco Ginammi riesce probabilmente a prendersi gioco di un sant'Uffizio molto decaduto.

Lo stesso anno, al riparo dalle molestie del Sant'Uffizio, un gruppo di intellettuali veneziani rifiuta la morale cristiana.
Giovan Francesco Loredan (1607-1661) fonda l'Accademia degli Incogniti, riunendo intorno a sé patrizi e avventurieri della penna dalle idee libertine, maturate nel quadro del naturalismo aristotelico professato a Padova da Cesare Cremonini (1550-1631).
Nonostante le denunce degli Incogniti scrivono e pubblicano nella stessa Venezia numerosi scritti, in seguito messi all'Indice.
[Il contrasto tra i patrizi protestanti che hanno sopportato le persecuzioni negli anni Sessanta del Cinquecento e i loro epigoni libertini dà l'idea della strada percorsa dalla Repubblica nel corso di qualche decennio.]

[Paul F. Grendler, L'Inquisizione Romana e l'Editoria a Venezia 1540-1605, Il Veltro Editrice, Roma 1983.]

 

1630
ducato di Modena
Francesco I d'Este
Albero genealogico

(Modena 1610 - Santhià 1658)
figlio di Alfonso III e di Isabella di Savoia;
1629-58, duca di Modena e Reggio;

 

 

1630
-


 

 

1630
Granducato di Toscana
Ferdinando II de' Medici
Albero genealogico
(Firenze 1610 - 1670)
figlio del granduca Cosimo II e della granduchessa Maria Maddalena d'Austria;
1621-70, granduca di Toscana;

 
1630
-

 

1630
ducato di Urbino
Francesco Maria II della Rovere
Albero genealogico
(n. 1548 - Casteldurante, oggi Urbania, Urbino 1631)
figlio di Guidobaldo II e di Vittoria Farnese;
1574-1631, duca di Urbino;
1630
dopo la morte del figlio Federico Ubaldo (1605-1623), a cui nel 1621 aveva ceduto il potere, è tornato al governo dello stato;
sotto le pressioni di papa Urbano VIII, si ritira dalla vita pubblica e cede il potere a un governatore ecclesiastico per preparare la devoluzione del ducato allo Stato della Chiesa che avverrà alla sua morte;

 
1630
-


 

 



Aubray, Marie-Madeleine de – marchesa di Brinvilliers (Parigi 6 luglio 1630 – Parigi 17 luglio 1676) nobile e serial killer francese;
[Primogenita dei sei figli di Antoine Dreux d'Aubray, un consigliere di Stato e luogotenente civile di Parigi; una famiglia appartenente alla nobiltà di toga.
Coniuge: Antoine Gobelin, marchese di Brinvilliers, erede della famiglia produttrice degli arazzi Gobelins.]

dopo aver condotto una vita dissoluta impara dal suo amante Godin de Sainte-Croix, un ufficiale di cavalleria del reggimento di Tracy, a maneggiare i veleni;
[Assieme al suo amante – che, a sua volta, sembra abbia appreso tali conoscenze da un prigioniero italiano, un certo Exili (forse Nicolo Egidi o Egidio), durante la sua prigionia alla Bastiglia, che a sua volta gli avrebbe dato l'indirizzo di un maestro-chimico, Christophe Glaser, che ha il negozio nel "Jardin royal des plantes" – ella, dopo aver acquistato delle fiale presso Christophe Glaser, sperimenta gli effetti dell'arsenico su alcuni propri famigliari avvelenando poco a poco il padre (1666) e i due fratelli (1670) allo scopo di eliminare gli ostacoli al suo legame ed assicurarsi l'eredità famigliare. L'autopsia rivela la causa della morte ma gli autori materiali non sono sotto inchiesta. I due amanti cercano poi di uccidere anche una sorella, una cognata, una nipote e il marito Antoine Gobelin. Dopo alcuni presunti tentativi di avvelenamento di suo marito e del suo stesso amante, il primo si ritira nelle sue terre in provincia e il secondo prende paura e racchiude delle prove di colpevolezza della sua amante in una cassetta «à n'ouvrir qu'en cas de mort antérieure à celle de la Marquise»..
Anche se mancano dettagli autentici sulla vita di Exili, la tradizione gli attribuisce l'avvelenamento a Roma di Olimpia Maidalchini, la cognata di papa Innocenzo X. In seguito, è diventato un uomo d'onore di Cristina, regina di Svezia, il cui piacere per la chimica ha influenzato questo incontro. Nel 1663, la sua presenza in Francia suscita la diffidenza del governo francese e viene imprigionato alla Bastiglia. Qui conosce, forse, il cavaliere Godin de Sainte-Croix a cui trasmette alcuni segreti. Dopo tre mesi di prigionia, alcune persone influenti ne ottengono la liberazione ed egli lascia la Francia per l'Inghilterra. Nel 1681 egli è di nuovo in Italia dove sposa la c.ssa Fantaguzzi, cugina di 2° grado di Franceesco II, duca di Modena.]

1672, 31 luglio, Godin de Sainte-Croix muore di morte naturale o forse durante un esperimento; il suo laboratorio viene perquisito e in un cofanetto vengono trovate le lettere dei due amanti; scoppia l' "Affaire des Poisons".

Barrow, Isaac (Londra 1630-1677) professore inglese;
maestro e predecessre di I. Newton nella cattedra poi occupata da quest'ultimo.
[Il suo nome si cita assieme a quello di E. Torricelli per il teorema fondamentale del calcolo integrale.]

Cavendish, Henry – secondo duca di Newcastle-upon-Tyne (24 giugno 1630 - 26 luglio 1691),
politico inglese;
[Conosciuto come visconte Mansfield sino al 1676.]
Una volta ereditato il titolo paterno, entra a far parte del Parlamento come rappresentante del Derbyshire e del Northumberland;
1677, è nominato cavaliere dell'Ordine della Giarrettiera da re Charles II.

– Clifford di Chudleigh, Thomas (Ugbrooke, Devonshire 1630-1673) politico inglese;
1660, eletto al parlamento, politicamente vicino a lord Arlington, contribuisce alla caduta di E.H. Clarendon e al rafforzamento del potere assoluto di Charles II;
1669, ministro del tesoro e tesoriere della casa reale, è uno dei principali esponenti del "ministero della Cabala" e uomo di fiducia del re;
1670, unico, assieme a lord Arlington, a conoscere i termini del trattato segreto di Dover, di cui è pure firmatario; favorisce l'entrata in guerra dell'Inghilterra contro l'Olanda; convinto assertore della tolleranza religiosa, insiste presso il re per il mantenimento della "Dichiarazione di indulgenza"; l'emanazione del Test Act (Atto di prova) lo costringe ad abbandonare la vita pubblica.

Foigny, Gabriel de (Ardenne 1630 ca-1692) frate francescano francese;
costretto a dismettere la tonaca per il suo comportamento scandaloso, si converte al calvinismo e si trasferisce a Ginevra; cacciato anche da questa città, continua a tenere, nonostante il matrimonio e un incarico di insegnante, un comportamento singolare ed eccentrico provocando le ire dei benpensanti;
Les aventures de Jacques Sadeur dans la Découverte de la Terre Australe (1676, romanzo utopico, uscito anonimo, nel quale viene descritta la vita di un popolo di ermafroditi, senza leggi, né governanti, né padroni)
scoperto dalla censura di Ginevra, dove è ritornato a risiedere, è costretto alla ritrattazione; dopo aver sedotto una cameriera, fugge con lei in Francia;
1692, muore in un convento.

Leti, Gregorio (Milano 1630-Amsterdam 1702) scrittore italiano, calvinista;
agente segreto dei Medici, della Repubblica di Venezia e del governo francese, fu in violenta polemica con Roma;
Opere giovanili «delicta iuventutis…»: 
Il letto fiorito

La rocca assediata

Il puttanismo moderno
(si enuncia per la prima volta in Europa la necessità di un «regolamento»), 
Il puttanismo di Roma e Il conclave delle puttane
(1660, anonima e senza luogo di edizione, opera unica con il vero titolo: Il puttanismo romano o vero Conclave generale delle Puttane della Corte per l'elettione del nuovo Pontefice; un'edizione del 1668, sempre anonima e senza luogo di edizione, è stata attribuita ad un ignoto Baldassarre Sultanini (non è uno pseudonimo del Leti, contrariamente a quanto asserisce J. Gay nella famosa Bibliographie des ouvrages relatifs à l'amour), 
Il parlatorio delle monache

Il ruffianismo del Gobbo di Rialto
(imitatore ed antagonista del celebre Pasquino, era l'avversario naturale della Curia romana; opera introvabile), etc. 
Lettere politiche e istoriche (1668)
Vita di Sisto V (1669)
Ragguagli istorici e politici (1698)
La vita di Pietro Giron duca d'Osuna (1699)
Vita di Carlo V (1700, in 4 vol.).

Maggi, Carlo Maria (Milano 1630-1699) poeta e commediografo italiano;
vedi Vita di Carlo Maria Maggi (1700, di L.A. Muratori)
Libretti per musica:
Lucrina (1666)
Bianca di Castiglia (1674)
Affari e amori (1675)
Commedie in dialetto milanese:
Il manco male (1695)
Il barone di Birbanza (1697)
I consigli di Meneghino (1697)
Il falso filosofo (1698)
Il concorso de' Meneghini (1698 o '99, atto unico)
Rime milanesi (1701, postume).

Mora, Gian Giacomo (m. Milano 1630) barbiere milanese
accusato, durante la peste del 1630, di aver fornito sostanze «pestifere» agli untori, viene torturato (assieme ad altri, tra cui il commissario di sanità G. Piazza, suo principale accusatore) e quindi giustiziato il 2 agosto.

Razin, Stepan Timofeevic detto Sten'ka Razin (Zimovejskaia 1630 ca-Mosca 1671) capo cosacco; capeggiò i cosacchi del Don, per i quali compì missioni diplomatiche presso i calmucchi e spedizioni militari contro il khanato di Crimea;
1667, organizza una banda di cosacchi a cui si uniscono anche numerosi contadini e servi della gleba, e si dà a razziare la regione del Volga ostacolando i traffici russi verso la Persia;
1668-69, saccheggia la costa persiana del mar Caspio;
1670, primavera, fomenta una rivolta contro i boiari, impadronendosi di Tzaaricyn, Astrahan, Saratov e Samara; alle sue forze si uniscono poi minoranze di calmucchi e tatari, cosicché la rivolta dei cosacchi si tramuta in una grande insurrezione contadina, la cui influenza giunge sin nella Russia centrale e settentrionale; autunno, quando sta marciando su Mosca, viene però fermato dall'esercito russo comandato dal principe J. Barjatinskij che infligge alle sue bande una decisiva sconfitta davanti a Simbirsk, liberando la città dall'assedio;
1670-71, una terribile carestia che imperversa nelle regioni infestate dalle sue bande, dà il colpo di grazia alla rivolta;
1671, primavera, si rifugia nella regione del Don, ma viene catturato dall'aristocrazia cosacca e consegnato ai russi: condannato a morte, viene squartato assieme al fratello.
Sempre vivo il suo ricordo in molte canzoni popolari.

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«segue da 1629»
1630,

«segue 1631»

« bucanieri »
(da boucan=grata per affumicare la carne)

1630, avventurieri europei, stabilitisi nelle Antille, fissano nell'isola di Tortuga la loro base per il rifornimento illegale di carne affumicata (da un'arte appresa dagli indigeni) alle navi in transito in quella zona;
«segue 1640»

Compagnia della Fede Cattolica
(o di San Paolo)

«segue da 1581»
1630, Torino, causa la peste l'attività del Monte di Pietà si interrompe;
tremila le vittime, pari a un ottavo della popolazione di Torino;
riprenderà nel 1632;
Rettori:
. Manfredo Ocello,
. Giovan Maria Cintanotto.
«segue 1632»

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