Papa
Niccolò V
(1447-55)
1454
Aprile
9, pace di Lodi, accordo fra i vari
stati della penisola, poi consolidato dalla lega italiana;
fa un appello con una bolla a tutta la cristianità perché
parteci alla crociata contro gli ottomani, ma al suo appello risponde
solo Venezia che ha logicamente i suoi motivi commerciali;
per la scarsa partecipazione al grande dramma della caduta di Costantinopoli
e dell'impero d'Oriente,
invia in Germania e nell'Europa centrale il cardinale Niccolò
da Cusa e Giovanni da Capistrano,
protegge L. Valla e P.
Bracciolini, rinnova i privilegi alle famiglie Savelli,
Colonna e Orsini
e l'autonomia di varie città.
Ordine
teutonico
(cso il Ramo Livone)
«segue
da 1411»
1454, scoppia la rivolta della lega prussiana, formata da città e nobiltà
e appoggiata dal re di Polonia Casimiro IV,
figlio di Ladislao II;
«segue 1466»
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ANNO 1454
– Ambrogini, Angelo [il
Poliziano] (Montepulciano "Mons Politianus"
1454-Firenze 1494) poeta e umanista.
– Vespucci,
Amerigo (Firenze 1454-Siviglia
1512) navigatore italiano.
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lega italica
1454
Aprile
9, pace di Lodi;
Agosto
30, Venezia, si costituisce la "lega italica"
tra:
- la Repubblica Veneta,
- il duca di Milano Francesco Sforza,
- la Repubblica di Firenze;
in forza di essa gli alleati si obbligano a difendersi reciprocamente
e a mantenere ciascuno un contingente militare da impiegare in aiuto
di quello degli alleati che fosse offeso da estranei o dagli stessi
collegati o aderenti;
perché abbia valenza politica occorre però che l'accordo comprenda l'adesione
del pontefice Niccolò V e di Alfonso
d'Aragona re di Napoli;
papa Niccolò V, dominato da grandi preoccupazioni
(la crociata contro i turchi e l'eventuale minaccia che può essere portata
al suo stato dai condottieri licenziati in seguito alla pace di Lodi,
e specialmente dal Piccinino), aderisce
volentieri alla lega, atteggiandosi anzi a protettore e custode di essa
e dell'equilibrio che ne è scaturito;
più difficile è ottenere l'adesione di Alfonso d'Aragona presso il quale
vengono inviati gli ambasciatori milanesi, veneziani e fiorentini con
l'appoggio del cardinale Domenico Capranica;
«segue 1455»
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