Papa
Clemente X
(1670-76)
Popolazione
romana: poco più di 127.000 abitanti.
1676
il nipote trascina la Santa Sede in una controversia con
Luigi XIV sulle prerogative
diplomatiche dell'ambasciatore francese e sui privilegi della chiesa
gallicana.
Beatificazione di Pio
V il papa della Riforma cattolica e fondatore dell'Entità.
Roma, l'ambasciatore di Spagna fa del suo palazzo il
naturale punto d'incontro dell'intero quartiere, una zona franca con
un proprio servizio postale, autonomo da quello del papa; e la piazza
si chiama piazza di Spagna.
Luglio
22, muore.
Agosto
i cardinali si chiudono in conclave per eleggere
il nuovo papa; all'inizio, di 67 cardinali solo 44 sono presenti.
Ci sono ancora 7 cardinali creati da Urbano VIII
e fazioni cardinalizie legate agli altri quattro pontefici che sono
seguiti.
Ai tradizionali partiti francese (intenzionato ad impedire il verificarsi
dell'insuccesso pecedente) e spagnolo, si aggiungono i resti dello "squadrone
volante": i cardinali Azzolini, Ottoboni
e Omodei.
30, arrivano in conclave i cardinali
"di Francia" Retz,
Bouillon, Bonsi
e Maidalchini.
I migliori candidati sono i cardinali Gregorio
Barbarigo e Benedetto Odescalchi.
Settembre
21, nonostante l'opposizione francese, viene eletto papa
il 65enne:
Innocenzo XI
(1676-89)
Benedetto
Odescalchi (Como 1611-Roma 1689)
[una famiglia di prestasoldi tra i più solvibili d'Italia]
ultimo grande papa della controriforma;
1644-45, governatore di Macerata; legato di Ferrara;
cardinale col titolo dei SS. Cosma e Damiano;
1650-54, vescovo di Novara;
1654-55, consigliere di Innocenzo
X;
1655-67, consigliere di Alessandro VII;
1667-69, consigliere di
Clemente
IX;
1670-76, consigliere di
Clemente
X;
1676
Settembre
21, nonostante l'opposizione francese, viene eletto papa;
Ottobre
4, incoronazione;
Novembre
8, prende possesso del Laterano, occupando la più
mediocre delle residenze disponibili all'interno del palazzo del Quirinale;
al nipote Livio non attribuisce
alcun ruolo né rendita ecclesiastica ma gli cede tutti i beni
patrimoniali facenti parte dell'asse ereditario di famiglia;
vita austera e impegno religioso, preoccupazione per la moralitŕ pubblica
e per la formazione degli ecclesiastici, avversione all'usura e al teatro.
Accentra su di sé e su pochissimi collaboratori (dal ruolo non
ben definito) ogni incombenza sottraendosi all'influenza della Corte.
Principali collaboratori:
. Alderano Cybo-Malaspina, segretario
di stato (già beneficiario di una ricca pensione pagatagli da
Louis XIV, legato Pontificio ad Avignone
(1677-90)… spia francese);
. Agostino Favoriti († 1682), segretario
delle Lettere cifrate o della Cifra;
. Giovan Battista de Luca, segretario
dei Memoriali (entra presto in urto con Agostino
Favoriti) a cui viene affidata anche la guida di una nuova congregazione
per la "Riforma dei tribunali";
[Un progetto riformatore ambizioso prevede l'elaborazione di un "unico
e uniforme diritto pontificio valido in tutti i territori" dello
Stato.]
. Johan Walter Slusius, segretario
dei Brevi;
. Francesco Liberati, sottodatario, datario
e poi segretario dei Memoriali;
Altri
collaboratori:
. G. Barbarigo,
vescovo di Padova, consigliere;
. Mariano Sozzini, oratoriano;
. Ludovico Marracci, suo confessore e consigliere;
. Sante Fiamma, aiutante di camera (dal
1651)
. p. Carlo Felice da Santa Teresa, procuratore
generale dei Carmelitani scalzi;
. Giuseppe Tiberio Quadri, suo cerusico
e barbiere, e poi aiutante di camera;
. Camillo Muggiaschi, coppiere e poi maestro
di camera;
. Carlo Antonio Prosperi, altro aiutante
di camera (fin al 1656);
. Giovanni Maria Lancisi, il suo medico;
. Carlo Tommaso Odescalchi, suo parente
e suo cameriere segreto.
Mantiene il cardinale Paluzzi alla guida
dell'Entità, considerata
come male inevitabile, ma sotto la Segreteria di Stato diretta dal cardinale
Alderano Cybo-Malaspina l'unico con cui egli direttamente
discute tutte le questioni relative.
Tre
le principali direttrici di governo:
- risanamento dello Stato;
- disciplinamento della Curia e soppressione degli abusi;
- i problemi internazionali creati dall'offensiva turca e dalla politica
aggressiva di Louis XIV;
Eleva al
cardinalato il custode della Biblioteca Vaticana, il
frate francescano Lorenzo Brancati di Lauria.
Dicembre
26, un decreto approvato dal Concistoro abolisce:
- il Generalato della Chiesa,
- le provvisioni del legato di Avignone, del sovrintendente dello Stato
ecclesiastico e del governatore di Benevento;
- tutte le cariche militari che non si rivelino necessarie tra quelle
che di norma erano riservate ai parenti del papa o che erano nella libera
disponibilità di costoro.
I cardinali dovranno sempre rispettare tale bolla e pure quella (Admonet
nos) con cui Pio V proibì le
infeudazioni a favore dei consanguinei e l'atto con cui Sisto
V proibì di intaccare le risorse conservate in Castel
Sant'Angelo.
Contro l'abolizione del nepotismo è in particolare il card. D.
Azzolini il quale, tra altre previsioni apocalittiche, dichiara
che Roma diverrà "tutta d'altri".
[Il progetto antinepotista che finirà per arenarsi per le resistenze
incontrate, sarà ripreso (dopo il nepotismo di Alessandro
VIII) e portato a termine nel 1692 da Innocenzo
XII.]
[Tra i
finanziamenti eseguiti dagli Odescalchi
in dieci anni, dal 1661 al 1671, compaiono anche 24.000 scudi al toscano
Francesco Feroni (inizialmente commerciante
di sete e liquori, diventa schiavista dal 1662);
1664, quando la corona spagnola concede ai genovesi Domenico
Grillo e Ambrogio Lomellini l'appalto
reale di Spagna per la tratta degli schiavi (deportazione di schiavi
negri nei domini spagnoli d'Oltreoceano), corre in loro aiuto nei momenti
di crisi lo stesso Francesco Feroni;
- il mercante toscano versa per loro conto e a nome del re di Spagna
300.000 fiorini all'imperatore di Vienna che attende i fondi per usarli
nella guerra contro i turchi;
- nel 1688 il toscano soccorre gli amici genovesi anticipando alla corona
spagnola 600.000 pesos sulla piazza di Anversa.
Gli Odescalchi, come risulta dai libri,
finanziano pertanto direttamente sia il toscano (sul quale si possono
nutrire dubbi sulla destinazione dei finanziamenti ricevuti) che i due
genovesi (sicuramente schiavisti, riescono addirittura a togliere il
commercio di esseri umani dalle mani di Inghilterra e Olanda). Questi
ultimi sono pure finanziati dal banchiere
ebreo Antonio Lopes Suasso.
Altri finanziamenti degli Odescalchi:
- 1662 mar - mag 1671): 10.542 scudi a Henrik
e Franciscus Schilders (attivi
nel settore delle forniture militari).
[Franciscus Schilders è commissario
alle scorte alimentari dell'esercito ad Anversa, nei Paesi Bassi spagnoli.]
- dal gennaio 1665 gen - nov 1670: 11.206 scudi a
Ottavio Tensini, mercante italiano, assicuratore,
noleggiatore di navi, importatore di caviale, sego e pellicce dalla
Russia nonché fornitore di farmaci per lo zar, fornitore di segale
per l'esercito spagnolo tramite Franciscus Schilders;
- 11.000 scudi (in tre anni) inviati tramite Cernezzi
e Rezzonico alla società commerciale
olandese di Giovan Battista Bensi e Gabriel Voet
(oltre che pelli e cereali, la società tratta anche armi… magari
del tipo moschetti con tracolla in pelle di foca venduti dal mercante
italiano);
- vari versamenti per un totale di 3600 talleri effettivi imperiali
(a partire dal 1687) a favore del cardinale austriaco Kollonitsch
(strenuo difensore di Vienna nel 1683 e protagonista della successiva
conquista dell'Ungheria); ecc.
[Nel 1692 Livio Odescalchi presterà
all'imperatore altri 180.000 fiorini per la guerra contro i turchi al
tasso del 6% e con garanzia di un'ipoteca sui dazi imperiali della provicnia
di Bolzano.]
Altri finanziamenti di Carlo Odescalchi
a mercanti italiani:
. Ottavio Tensini (suocero di Francesco
Feroni);
. Paolo Parenzi,
. Gabriele Voet,
. Giuseppe Bandinucci,
. Pietr'Andrea e Ascanio
Martini,
. Giuseppe Maruccelli,
. Giovanni Verazana,
. Stefano Annoni,
. Giovan Battista Cattaneo e Giacomo
Bostica.
Restano da chiarire altri rapporti con affaristi olandesi:
. Geremia Hagens,
. Isach Flamingh,
. Tomaso Verbecq,
. Peter Vandeput,
. altri
tutti destinatari di somme (senza causale) che arrivano a 14.000
scudi.
Monaldi & Sorti, Imprimatur,
Mondadori 2002.]
Pasquino:
«Invenerunt hominem in telonio sedentem»
[Hanno scelto un papa seduto al tavolo dell'usuraio.]
Ugonotti
«segue
da 1669»
1676, č attiva la cassa di conversione;
«segue 1680»
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ANNO 1676
– Boindin, Nicolas (1676-1751)
erudito e letterato libertino
Raccolta delle sue opere (1753, in due voll.).
–
Casanova, Paolo Gerolamo o fra Leonardo
da Porto Maurizio (Porto Maurizio, Imperia 1676-Roma
1751) religioso italiano, francescano, santo.
– Collins,
Anthony (Heston 1676-Londra 1729) filosofo inglese, esponente
del «deismo», discepolo di J.
Locke;
Saggio sull'uso della ragione (1707)
Discorso sul libero pensiero (1713)
Discorso sui fondamenti e le ragioni della religione cristiana (1724).
– Feijoo
y Montenegro, Benito Jerónimo (Casdemiro, Orene 1676-Oviedo
1764) saggista spagnolo, monaco benedettino
Teatro critico universal (1726-39, Teatro critico universale,
in 8 voll.)
Cartas eruditas y curiosas (1742-60, Lettere erudite e curiose,
in 5 voll.).
– Giannone,
Pietro (Ischitella, Foggia 7 maggio 1676-Torino 17 marzo
1748) avvocato e storico italiano.
– Manuk
di Sebaste, Pietro o Mechitar
(consolatore) (1676-1749) monaco
1701, a Costantinopoli fonda l'ordine dei "mechitaristi",
monaci armeno-cattolici (inizialmente "monaci armeni di sant'Antonio
abate)
1703, l'ordine si trasferisce in Morea
1712, assume la regola di San Benedetto
1715, dopo la conquista del Peloponneso da parte dei turchi, i superstiti
si rifugiano a Venezia dove dal senato veneziano ricevono come sede
l'isola di San Lazzaro dove tuttora si trova il loro monastero
1773, l'ordine si spacca in due congregazioni, ciascuna con un abate
generale; una rimane a Venezia l'altra, dopo una tappa a Trieste, si
stabilisce a Vienna (1810);
a Venezia i monaci fondano collegi per armeni a Venezia, Padova,
Parigi
1836, pubblicano il grande dizionario della lingua armena; aprono poi
scuole in Siria, in Egitto e in Brasile; il monastero veneziano possiede
una collezione di ca 3000 manoscritti orientali; č inoltre un centro
di studio e di pubblicazione di opere armene nonché di due riviste scientifiche
(«Pazmaveb» e «Handés-Amsorya») sempre in lingua armena;
a Vienna, le cui costituzioni sono stabilite nel 1885, la congregazione
si impegna in un'opera di assistenza pastorale alle comunitŕ armene
diffuse nell'impero austro-ungarico;ora č un centro culturale e pubblica
un'autorevole rivista scientifico-letteraria in armeno;
le due congregazioni contano circa 70 membri [1975].
– Rákóczy, Ferenc II (Francesco)
(1676-1735) membro della famosa famiglia ungherese, di religione calvinista,
assurta nel Seicento al principato di Transilvania;
giovanissimo partecipa alla rivolta dei kurucoc (patrioti) di
I. Thököly contro la spartizione ungherese
del 1664;
1687, dopo l'assegnazione della corona di Santo Stefano agli Absburgo
(dieta di Presburgo) conduce una lotta tenace contro Vienna; stringe
accordi segreti con Luigi XIV e quando
vengono scoperti fugge in Polonia;
1703, torna per assumere con il conte Bercsényi,
il comando della rivolta ungherese;
1704, viene acclamato principe di Transilvania quindi,
ricevendo scarso appoggio dalla Francia, cerca quello della Russia;
1708, sconfitto a Trencsén, ripara ancora all'estero;
1718, dopo il trattato di Passarowitz, viene internato;
costretto all'esilio, trascorre il resto dei suoi anni prima in Francia
e poi in Turchia.
Confessio peccatoris
[In Ungheria č considerato un eroe nazionale e un inno
popolare a lui intitolato sarŕ poi ripreso da Berlioz
e da Liszt. Nel 1906 le sue ceneri saranno
traslate nel duomo di Kassa o Košice.]
– Riccati, Iacopo Francesco
(Venezia 28 mag 1676-Treviso 14 apr 1754) matematico italiano di fama
internazionale;
[Padre di Giordano,
Francesco e Vincenzo,
tutti matematici.]
rifiuta l nomina a presidente dell'Accademia di S. Pietroburgo da parte
di Pietro [ il Grande].
– Walpole,
Robert sir - conte di Orford
(Houghton 1676-Londra 1745)
politico inglese, figlio di un signorotto di campagna della contea
di Norfolk;
[Padre dello scrittore conte Horace
(1717-1797).]
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Guerra d'Olanda
Francia-Province Unite
1672-78
1676,
«segue»
Stampa
«segue
da 1675»
1676,
«segue 1677»
Congregazione
dell'Indice dei libri proibiti
«segue
da 1664»
1676, viene pubblicata la Risposta del cardinale Francesco
Albrizzi, assessore del Sant'Uffizio, alla Historia della
sacra Inquisizione di P.
Sarpi, in cui si ribadiscono fieramente tutte le ragioni
romane a difesa della preminenza della giurisdizione ecclesiastica sulla
stampa;
«segue 1681»
Monte di Pietà
di Marostica
1676, nasce questo pio istituto vicentino.
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