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Papa segretario di Stato: cardinale Fabrizio Paolucci
(† 1726); «segue
da 1724» Massoneria «segue da 1717» |
ANNO 1725
– Abdülhamit I
o 'Abd ul-Hamjd I(1725-89) sultano
ottomano (1774-89);
Torna su1768-74, guerra russo-turca; 1774, succede al fratello Mustafà III in un momento in cui l'impero è in gravi condizioni per la ribellione di Siria ed Egitto e le vittorie dei russi con i quali è costretto a stipulare la pace di Küciük-Kainarge che stabilisce l'influenza russa sul mar d'Azov e l'indipendenza dei tartari della Crimea e del Kuban; 1787, non riesce ad evitare la nuova guerra contro la Russia, alleata all'Austria, durante la quale muore poco dopo la sconfitta subita dalle sue truppe a Ocakov. – Beaulieu, Jean-Pierre, barone di (1725-1819) generale austriaco, partecipò alla guerra dei sette anni e a quelle della Rivoluzione; 1796, comandante in capo dell'esercito austriaco in Italia, è vinto da N. Bonaparte; giugno, viene sostituito dal feldmaresciallo D.S. von Wurmser. – Casanova, Giacomo Girolamo (Venezia 2 aprile 1725 – Dux [futura Duchcov], 4 giugno 1798) avventuriero veneziano. – Clive, Robert – barone di Plassey (Styche, Shropshire 1725-Londra 1774) politico e militare inglese; 1744, entra come scrivano della Compagnia delle Indie Orientali e raggiunge Madras; 1746, fatto prigioniero dai francesi, riesce a fuggire e, lasciato l'impiego, si arruola; 1748, partecipa all'assedio di Pondichéry; 1749, dopo la pace di Aquisgrana comanda un contingente di soldati che espugna il forte di Arcot e lo difende contro forze indiane, ponendo le basi per la penetrazione britannica nel Deccan; 1753, tornato in patria con tutti gli onori, viene nominato governatore del forte Saint David e poi di Madras; 1757, prende parte alla riconquista di Calcutta; scoppiata la guerra dei sette anni, espelle i francesi da Chandernagore e ottiene una decisiva vittoria a Plassey sul viceré (nababbo) del Bengala; 1760, tornato in patria è creato barone di Plassey; 1765, ritornato in India riesce ad ottenere il riconoscimento della sovranità inglese sul Bengala, il Bihar e l'Orissa da parte dell'imperatore moghul; 1767, per ragioni di salute, lascia definitivamente l'India; 1773, viene assolto dall'accusa di malversazione e corruzione ma, ormai oppiomane, si suicida. – Garampi, Giuseppe (1725-1792) ecclesiastico e diplomatico pontificio; numismatico e studioso di sfragistica; [Secondogenito del conte Lorenzo Giuseppe.] come figlio cadetto, viene precocemente destinato agli studi ecclesiastici; a Roma frequenta il Circolo dell'Archetto di Palazzo Corsini, centro antigesuitico e rigorista; De nummo argenteo Bendicti III pont. max. (?, sua prima opera, dedicata a Benedetto XIV, dove si dichiara seguace del metodo storico di J. Mabillon e di L.A. Muratori) 1749-72, prefetto degli Archivi vaticani, cura la riunificazione di tutti gli archivi e la stesura di indici inventari e cataloghi come lo Schedario Garampi [validi ancora oggi]; 1761-63, viaggia nei paesi dell'Europa settentrionale in veste di visitatore apostolico, ma con il segreto incarico di trattare ad alto livello diplomatico gli interessi della Santa Sede in relazione alla guerra dei Sette anni; trova così il modo di visitare e studiare le principali biblioteche di quella parte di Europa; 1764, torna in Olanda e, sulla via del ritorno, ha modo di conoscere personalmente Giuseppe d'Absburgo; 1772, da Clemente XIV è nominato nunzio in Polonia; 1776, per le qualità dimostrate allorché, con la soppressione dei gesuiti, l'intero sistema scolastico polacco sembra sul punto di disgregarsi, da parte di Pio VI viene designato alla nunziatura di Vienna dove la strenua opposizione al giuseppismo gli porta la fama di intransigente reazionario; 1785, già malato, viene nominato cardinale della chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo; 1792, muore. [La sua biblioteca, ricca di 40.000 volumi antichi e moderni, con ampie sezioni dedicate all'antiquaria, alle discipline teologiche e al diritto canonico, viene, parte destinata alla Biblioteca Gambalunga di Rimini, parte venduta a prezzi prestabiliti: il catalogo di questa vendita (Roma 1796) è in 5 volumi e conta 16.630 schede stilate dal libraio romano Mariano De Romanis.] – Göschen, Georg Joachim (1725-1828) stampatore tedesco di Brema; 1785, apre la sua casa editrice a Lipsia; Don Carlos di F. von Schiller (1787) di J.W. Goethe: Iphigenie (1787) Egmont (1788) Tasso (1790) Faust (1790, frammento) Raccolta di scritti (1787-90, prima raccolta) [Quando J.W. Goethe e F. von Schiller passano a J.F. Cotta, egli porta via C.M. Wieland a Weidmann.] Opere di C.M. Wieland (1794-1802, I ed. in 4° e II ed. in 8°). – Gvadányi, József (1725-1801) scrittore ungherese. [La sua opera, incentrata su un'Ungheria provinciale ritratta con umorismo e condiscendenza, sarà considerata antiquata già nell'Ottocento.] – Hertzberg, Ewald Friedrich conte di (Lottin 1725-Berlino 1795) politico prussiano 1750, direttore dell'archivio segreto prussiano durante il regno di Federico II Memoria ragionata (1758, giustifica l'invasione della Sassonia da parte della Prussia all'inizio della guerra dei sette anni) 1762, è incaricato delle trattative di pace con la Russia 1763, firma il trattato di Hubertusburg con l'Austria ed è nominato ministro di stato per gli affari esteri 1786, dopo la morte di Federico II, sotto il successore Federico Guglielmo II patrocina la conclusione di un'alleanza tra Prussia, Russia e Inghilterra da contrapporre alla lega stretta tra Francia, Austria e Spagna 1791, persa la fiducia del sovrano è costretto a dimettersi. – Lasc, Giuseppe Francesco conte di (1725-1801) militare, il miglior generale di Maria Teresa d'Austria, reso celebre dal vasto piano di riforme militari da lui preprato e messo in atto. – Milizia, Francesco (Oria, Brindisi 1725-Roma 1798) teorico dell'architettura italiano, stabilitosi a Roma nel 1761 Memorie degli architetti antichi e moderni (1768) Dell'arte di vedere nelle belle arti del disegno (1781) Principi dell'architettura civile (1785) Roma. Delle belle arti del disegno (1787). – Paoli, Pasquale (Morosaglia di Rostino, Bastia 1725-Londra 1807) politico corso; [Figlio di Giacinto uno dei primi capi dell'insurrezione corsa contro Genova, scoppiata nel 1729, vinto e proscritto nel 1739]; 1739, segue il padre in esilio a Napoli, dove compie la sua formazione ed acquisisce una preziosa esperienza servendo come ufficiale nell'esercito Borboneco; 1754, autunno, mentre è di guarnigione a Porto Longone, gli giunge dalla Corsica l'invito a tornare in patria per mettersi alla testa della lotta di liberazione; 1755, 13 luglio, poco dopo lo sbarco nell'isola, viene eletto "capo generale della nazione" da una consulta riunita nel villaggio di Sant'Antonio di Casabianca; per affermare la sua autorità deve condurre una dura lotta contro le fazioni rivali e contro lo spirito di clan e di vendetta così radicato in Corsica; novembre, fa approvare la costituzione, un impasto di modernità e di tradizionalismo; 1764, dopo aver introdotto varie riforme in campo tributario, economico e giudiziario, fonda un'università a corte; Genova, ormai ridotta al possesso di poche piazzeforti costiere, chiede aiuto alla Francia; 1768, col trattato di Versailles Genova cede alla Francia il domino dell'isola; 1769, nulla possono i corsi contro la grande potenza e, dopo la rotta di Pontenuovo, egli deve riparare prima a Livorno, poi a Londra dove ha onori e pensioni dal governo britannico; 1789, lo scoppio della rivoluzione francese lo riporta alla politica attiva a fianco stavolta dei francesi dai quali spera la libertà per la sua isola; ottiene dall'Assemblea costituente che la Corsica sia riconosciuta parte integrante della Francia; la popolazione lo accoglie con entusiasmo e lo nomina presidente dell'amministrazione dipartimentale; 1790, agosto, accolto trionfalmente a Parigi viene inviato con ampi poteri in Corsica dove è scoppiata nuovamente la rivolta; entra però in urto col governo rivoluzionario francese e con la nuova generazione di patrioti rappresentata da uomini come N. Bonaparte e F. Buonarroti; 1793, sospettato di intesa con gli inglesi, è accusato dalla Convenzione; egli annuncia allora che si separerà dalla Francia e chiama alle armi il popolo; messo fuorilegge, si rivolge a Nelson che gli manda una squadra di duemila uomini con cui riesce a impadronirsi di Bastia e di Calvi; 1794, alleatosi nuovamente con gli inglesi, egli offre la corona dell'isola a Giorgio III e riesce a cacciare i francesi dall'isola ma non ha dai nuovi occupanti lo sperato titolo di viceré e deve obbedire all'invito di tornare a Londra dove trascorre il resto della sua esistenza. – Vimeur, Jean-Baptiste de – conte di Rochambeau (Vendôme 1725-Thoré 1807) militare francese, valoroso combattente nella guerra di successione austriaca e in quella dei sette anni; 1747, si mette in luce nella battaglia di Lawfeld; 1760, … e in quella di Klostercamp; 1780, durante la guerra d'indipendenza delle colonie inglesi dell'America settentrionale comanda il corpo di spedizione francese inviato in aiuto dei coloni insorti; 1781, insieme alla truppe del generale G. Washington cinge d'assedio la città di Yorktown costringendo alla resa il generale inglese Ch. Cornwallis; tornato in patria viene colmato di onori dal re Louis XVI; 1791, maresciallo di Francia; 1792, comanda l'armata del nord ma non riesce ad arrestare l'avanzata nemica; 1794, destituito durante il terrore, è accusato di tradimento e arrestato; la sua esecuzione non ha luogo solo perché quello stesso giorno la reazione termidoriana pone fine al terrore. – Wilkes, John o Pego Borewell (Londra 1725-1797) politico inglese, compì gli studi all'università di Leida; fu membro di una "setta orgiastica" nell'Abbazia di Medmenham, assieme a lord Sandwich, al duca di Quensbury e al vescovo Glocester; 1754, inizia la sua carriera politica; 1757, viene eletto deputato ai comuni; il suo sostegno al riformismo progressista di W. Pitt il Vecchio trova efficace espressione nell'attività di scrittore satirico: grande scalpore suscitano le sue satire del governo e della corte comparse sulle colonne del «Public Advertizer», del «Monitor» e del «North Briton»; 1762, pubblica un pamphlet contro il favorito di corte, lord Bute; 1763, 23 aprile, attacca il governo di Giorgio III con il n. 45 del «North Briton» nel quale critica duramente il messaggio del re al parlamento; viene per questo imprigionato nella Torre di Londra, con l'accusa di diffusione di libelli, ma è liberato poco dopo perché l'arresto viene giudicato una violazione dell'immunità parlamentare; con l'appoggio di lord Temple riesce a fare del suo caso una denuncia pubblica e generalizzata dei procedimenti arbitrari del governo; Essay on woman (1763, Saggio sulla donna, di Pego Borewell estensore, con note di Rogerus Cunaeus, Vigerus Mutoniatus etc e un commento del Rev. Dr. Warburton. Dedicato a Miss Fanny Murray, etc. etc.; trattasi di una parodia oscena sull'Essay on Man di Pope, stampata privatamente in 12 esemplari, oggi introvabili) 1763, lord Sandwich, suo nemico personale, riesce a farlo accusare di oscenità e farlo espellere dal parlamento; egli si rifugia a Parigi dove frequenta D. Diderot, P.-H. d'Holbach e Voltaire; [la storia del procedimento giudiziario che dovette subire (non ammise mai di esserne l'autore e la sua colpa non fu mai del tutto provata) sarà trattata, nei particolari, ne l'Enfer di Apollinaire]; 1768, fa ritorno in Inghilterra: il suo caso è servito intanto a fissare alcuni principi circa la libertà di stampa, procurandogli molti sostenitori; per tre volte viene eletto nel Middlesex ma la sua elezione viene sistematicamente annullata; 1771, sostenuto da un'ampia manifestazione popolare egli diventa sheriff di Londra; 1774, diventa lord mayor di Londra; da questo momento, per vent'anni, egli sosterrà tutte le battaglie democratiche di Pitt il Vecchio, opponendosi all'imperialismo inglese nella politica estera, difendendo le colonie americane e appoggiando le proposte di riforma del programma whig in politica interna. |
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