Papa Paolo VI
(1963-78)
MEC
(Mercato comune europeo)
«segue da 1972»
1973
ottobre, sulla base della pre-convenzione
di Lomé firmata a Bruxelles, i "Nove" da una parte
e 46 paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (gli ACP) dall'altra,
danno l'avvio ai negoziati allo scopo di raggiungere un accordo che allarghi
e rinnovi la convenzione di Yaondé;
«segue 1975»
USA
1973, 10 febbraio, il dollaro viene svalutato
del 10%.
GATT
(General Agreement
on Tariffs and Trade)
«segue da 1966»
1973-80, settima conferenza, al Tokyo Round si avviano nuovi
negoziati commerciali, aperti anche ai paesi non membri; nel 1977,
raggruppa 83 paesi contraenti e 19 paesi associati, regolando più dell'80%
del commercio mondiale
«segue 1986»
OPEC
(Organization of the Petroleum Exporting Countries)
«segue
da 1960»
1973, la produzione di petrolio costituisce il 55% del totale mondiale;
avendo la capacità di fissarne il prezzo l'OPEC origina facilmente la
prima crisi petrolifera mondiale;
«segue 1976»
Warburg
(banchieri)
«segue
da 1970»
1973, Siegmund decide di lasciare ormai
anche fisicamente l'azienda;
venduta la sua proprietà a Grosseto, in Italia, si rifugia a Blonay,
in Svizzera, dove ha appena acquistato un terreno confinante con i Thalberg,
gli amici che lo avevano un tempo ospitato; continua a viaggiare per
sei mesi l'anno, si dedica alla lettura e la sua casa ha una biblioteca
immensa dove finalmente può riunire tutte le sue opere predilette; non
prende la cittadinanza svizzera;
«segue da 1978»
Banque
de France
«segue
da 1946»
1973, le riserve auree ammontano a 2556 miliardi di lire, quelle in
valuta estera a 2031 miliardi.
Domecq
«segue
da 1914»
1973, la Pedro Domecq SpA, oltre
alle famose vigne di Jerez, proprio perché non lavora l'uva prodotta
da altri ma compera le vigne e le coltiva sul luogo di produzione, possiede
anche fertili terre della Rioja nel nord della Spagna; il luogo è stato
accuratamente scelto nella zona dell'Alavese lungo la riva sinistra
dell'Ebro, dove i monti Cantabrici proteggono la terra dai venti freddi
del Nord; qui i Domecq, fondano una cantina
a Eiciego dove hanno comperato 500 ettari di vigneti della qualità Tempranillo
e Viura che danno i famosi Domecq
Domain e Vina Eguia;
«segue 1992»
Philips
«segue
da 1946»
1973, con la Siemense la CII(Compagnie
Internationale pour l'informatique) costituisce il gruppo Unidata;
«segue 1975»
VolksWagen
«segue
da 1960»
1973, in seguito alla crisi petrolifera realizza una radicale ristrutturazione
dei modelli nella seconda metà degli anni settanta confermandosi tra
le prime tre società europee del settore;
«segue 1979»
Danone
«segue da
1967»
1973, si fonde con il gruppo alimentare francese BSN.
Diventa un gruppo multinazionale alimentare, leader mondiale nel settore
dei prodotti lattieri freschi e primo produttore europeo di acque minerali:
- Evian,
- Badoit,
- Ferrarelle,
- Boario;
in Italia controlla:
- Galbani,
- Saiwa,
- Italaquae,
- Agnesi;
negli USA:
- lancia l'acqua minerale Dannon,
- acquisisce i biscottifici Bagley in Argentina
e Bolshevik in Russia, il 70% nella cinese
Haomen una delle principali aziende produttrici
di birra nella zona di Pechino.
|
Prezzo OPEC del petrolio:
2-3- dollari il barile.
Prezzo dell'ORO: (febbraio)
42,22 dollari per oncia di fino.
IRI
(Istituto per la Ricostruzione Industriale)
- Presidente: G.
Petrilli (Dc) (1960 ott - 1979)
- Direttore generale: L.
Medugno (1968 - ?)
- Direttore centrale: F.
Calabria (Dc) (1970 - 1979)
ENI:
- Presidente: ? Girotti
(Dc) (?-?)
EFIM:
- Presidente: ? Sette
(Dc) (?-?)
EGAM:
- Presidente: ? Einaudi
(Dc) (?-?)
Montedison:
- Presidente: E.
Cefis (Dc) (1971-77)
Assobancaria:
- Presidente: ? Arcaini
(Dc) (?-?)
Casse di Risparmio:
- Presidente: ? Callegari
(Dc) (?-?)
RAI-TV:
- ?: ? Delle Fave (Dc) (?-?)
- Direttore generale: E.
Bernabei (Dc) (1961-74) |
1973
Gennaio
-
|
|
Banche
|
1973
Mediobanca
- Presidente: A.
Tino (1958 - 1977)
- Amministratore delegato (dal 1949) e Direttore generale:
E. Cuccia
(1946 giu - 1988)
1973
XXVI esercizio (1973 giu - giu 1974)
la sua attività viene estesa al credito a lungo termine; sotto
la guida di E.
Cuccia, difensore di un capitalismo di élite,
svolge un ruolo chiave nelle più importanti strategie finanziarie
e imprenditoriali del capitalismo italiano;
«segue 1974»
Banco
Lariano
«segue da 1972»
«segue 1974»
Banco Ambrosiano
«segue da 1972»
- Direttore generale e Amm.re delegato: Roberto
Calvi (1971-?)
1973
il Banco, tramite la Centrale finanziaria
rileva la maggioranza della Toro. Cominciano
le ispezioni Bankitalia.
Lo Ior sottoscrive obbligazioni a favore
della Compendium per 85 Mni di franchi
svizzeri garantite da Radowall attraverso
cui sono transitati i fondi.
[Fonti:
- «Il Sole 24 Ore» Aldo Bernacchi
e Mara Monti.
- http://fraudauting.blogspot.it/…]
«segue 1974»
Cassa
di Risparmi e Depositi di Prato
«segue da 1972»
- Presidente (1971-87): Silvano
Bambagioni, (1971-87)
1973,
Fonti: Giampaolo Pansa, Il Malloppo,
Rizzoli 1989.
«segue 1974»
|
«Corriere
della Sera»
CRESPI |
Giulia
Maria |
Tonino
Leonardi |
Mariolino |
la
"contessa rossa" (per i suoi inviti a borghesi
intellettuali di sinistra) vive alla "Zelata" villa di
campagna sul Ticino;
figlia di Giuseppina Fossati Bellani
(ind. tessile della Brianza) e di Aldo;
vedova in giovane età (il conte era morto in un incidente d'auto)
si è risposata con l'architetto e cacciatore Guglielmo
Mozzoni. |
sessantenne,
figlio di Fosca, figliastra di Puccini,
che sposò in seconde nozze Mario, il
"senatore", il più vecchio dei Crespi;
con la moglie Bianca abita a Roma in
un appartamento a Trinità dei Monti. |
con la
moglie Anna e tre figli, vive in via
dei Giardini a Milano, palazzo ereditato dal padre Vittorio. |
Il «Corriere
dell'Informazione» diventa una palla al piede; anche se in utile il
«Corriere della Sera» non riesce ad assorbire le perdite delle
altre testate e va in passivo.
Tonino Leonardi e Mariolino
decidono di vendere, ma chi compra? Forse Attilio
Monti, petroliere che si muove nell'orbita della Montedison,
vicino a E.
Cefis?
Giulia Maria, assistita dall'avv. Alberto
Predieri, dopo aver trovato i nuovi soci in:
- Gianni Agnelli (più che altro un favore ad una vecchia
amica d'infanzia; l'IFI, gestita da Gianluigi
Gabetti, non è molto favorevole; la «Stampa» è gestita da
Lorenzo Jorio e Giovanni
Giovannini);
- Angelo Moratti (di origini modeste,
diventato ricchissimo; figli Gianmarco
e Massimo; vicino all'ENI
di Raffaele Girotti); all'inizio
vorrebbe il 66,66%)
entrambi avversari di E.
Cefis, chiede i
pieni poteri editoriali. |
Con un
editoriale "Liberi come prima" il «Corriere della
Sera» cambia editori:
Giulia Maria Crespi – Gianni
Agnelli – Angelo Moratti
(quote paritarie) |
Michele
Sindona |
1973
Gennaio
17, Carlo Bordoni dà
il primo ordine ai suoi cambisti della Moneyrex
di acquistare dollari contro la lira, cioè al ribasso della
lira. Lo stesso giorno egli tratta l'acquisto a termine di:
- 125 Mni di dollari (per scadenze che vanno dal 19.7 al
31.7.1973), al cambio di 601,80 lire per dollaro, con la International
Westminster Bank di Francoforte, filiale della Westminster
di Londra;
- 13 Mni di dollari, allo stesso cambio, con la filiale
parigina della First National Bank
di Boston;
- 10 Mni di dollari (valuta 1.8.1973) [contratto fasullo],
al cambio di 601,90 lire per dollaro, con la Banque
de Financement S.A. di Ginevra [Finabank];
- 4 Mni di dollari, al cambio di 630,10 lire per dollaro,
[sempre in modo truffaldino], con la Banque
Saradar S.A.L. di Beirut. A Beyrut cioè sparisce
una provvigione di 180 Mni di lire [fondi segreti], la prima di
una lunga serie.
In un solo giorno quindi le banche di M.
Sindona acquistano a termine ben 152 Mni di dollari
impegnadosi a pagarli, circa 6 mesi dopo, quasi 602 lire a
dollaro. Le banche estere aderiscono all'operazione ad una condizione:
le partite di acquisto e quelle di vendita del colossale gioco
dovranno transitare, per reciproca sicurezza, attraverso banche
di primaria importanza.
Si comprano dollari, si vendono lire. Un'operazione speculativa
contro la lira assolutamente sproporzionata rispetto alle dimensioni
delle due aziende di credito sindoniane.
20, il governo
Andreotti è "costretto" dall'incalzare della
crisi valutaria a varare il doppio mercato dei cambi.
[Tre settimane più tardi sarà pure costretto, per
gli stessi motivi, a introdurre la flessibilità della lira
e con essa la possibilità di svalutare automaticamente
la nostra moneta con conseguenze inflazionistiche.
Si osservi che queste misure vengono adottate non perché
la nostra bilancia vada male (gli aumenti del prezzo del petrolio
devono ancora venire) ma perché la lira è sotto
il tiro della speculazione. Uno dei franchi tiratori risulta quindi
M. Sindona,
colui che G. Andreotti ha battezzato ufficialmente il «salvatore
della lira».]
In Via Nazionale 91, sede della Banca d'Italia,
gli addetti mostrano di essere al corrente di tutta l'operazione
[forse una talpa all'interno del Credit
e della Comit!?] e G.
Carli lancia un monito a M.
Sindona di piantarla con la speculazione contro la
lira, dando nello stesso tempo ordine ai suoi capi servizio della
vigilanza di rispolverare il vecchio rapporto [circolazione dei
"fondi neri" delle industrie del miracolo economico,
evasione dell'IGE, corruzione e imbrogli vari] sulla Banca
Privata Finanziaria giacente sin dal marzo 1972 "in
attesa di giudizio" [tra l'archiviazione e la denuncia si
era preferito scegliere la terza via del ritardo burocratico;
se la Banca d'Italia ne avesse fatto
solo cenno alla magistratura di Milano sarebbero stati infangati
nomi e personaggi d'alto rango].
Alla fine al magistrato penale di Milano vengono denunciate modeste
violazioni dell'art. 38
della Legge bancaria: reati di competenza del pretore. Il pretore
Di Palma, anziché estendere
le indagini e passare la palla ai colleghi superiori del Tribunale,
trattiene per sé il processo, si fa decifrare l'arcano
gergo degli ispettori della Banca d'Italia
dal prof. Torneo (l'uomo che ha liquidato
l'Interfinanza, la "banca di
fatto" inventata dai boiardi siciliani di Donat
Cattin per sperperare le rimesse degli emigranti) [aspetterà
un triennio prima di infliggere a M.
Sindona una "punizione esemplare"].
Intanto però M.
Sindona, messo sull'avviso, impone l'alt al suo luogotenente
Carlo Bordoni.
Febbraio
7, quello che Carlo Bordoni non
può più fare con la lira, inizia a farlo con le
altre valute, fatti salvi gli impegni presi con gli americani
di difendere ad oltranza l'eurodollaro. Dalla Moneyrex
parte un'offerta libera di dollari contro marchi (consegna a maggio,
luglio e settembre); prezzo trattabile. Due banche di Francoforte
(la Hessische Landesbank Girozentrale
e la Investitions und Hessische-Bank)
abboccano. Vengono acquistati per l'8 maggio successivo 23
Mni di dollari al cambio di 3,09 marchi, con il benestare
della Deutsche Bank A.G., senza accorgersi
di andare incontro ad una perdita di 5,9 Mni di marchi tedeschi
(ca 3 Mdi di lire).
[Nasce il dubbio che dietro i burattini abbiano manovrato le banche
centrali… e sospettata è la banca centrale tedesca].
Lo stesso giorno Carlo Bordoni offre
per il successivo agosto 50 Mni di dollari (la partita
di valuta americana rimasta dell'acquisto a termine di dollari
contro lire) che vengono acquistati da 11 banche tedesche:
- Francoforte: Commerzbank, Continental,
Mantrust, I.H.B.,
Deutsche, B.O.A.,
F.N.C.B., Hessische;
- Colonia: Oppenheimer e J.D.
Herstatt;
- Monaco: Bayerische.
Trattasi di marchi che vanno a finire in tasca a Carlo
Bordoni, nella Moneyrex o
nelle banche sindoniane… o in tasca a ignoti.
L'indomani Carlo Bordoni mette in
vendita (per maggio e agosto) 90 Mni di dollari che non
ha. A comprarli sono banche sospette come la Westminster
e la Banque Saradar. Lo scambio avviene
col marco a un cambio favorevole a Carlo
Bordoni. Si prevedono utili per svariati miliardi… anche
se per il momento i dollari non ci sono e bisogna procurarseli.
Impossibili da ottenere sul mercato del marco possono essere cercati
su quello del marco svizzero. M.
Sindona e il suo broker sono costretti a speculare
contro voglia e devono rispettare i patti con gli americani. Il
gioco loro imposto è quello del rialzo del dollaro contro
il franco svizzero. Ad aspettarli al varco c'è però
la Westminster che ha fatto finta
di abboccare ma intende prendersi una rivincita sul duo milanese.
15, Carlo
Bordoni fa acquistare a termine dalla sua Moneyrex
105 Mni di dollari contro franchi svizzeri dalla Westminster
(perdita futura assicurata). L'indomani riprova con l'acquisto
a termine di 30 Mni di dollari contro franchi (altra perdita
assicurata). Il calvario si ripete per tutto febbraio. La conclusione
è una perdita di 100 Mdi di lire (del 1979)
[forse mitigata dalla vincita di 44 Mdi di lire per una speculazone
marco/dollaro avviata il giorno 7 febbraio con la International
Westminster Bank il cui esito è un mistero].
? febbraio, la SEC (Securities and Exchange Commission),
l'organo di controllo sull'attività delle borse negli USA
individua una irregolarità nella trattazione di titoli
della Vetco Offshore Industries e
blocca l'operazione.
Acquirente risulta un'anonima finanziaria del Liechtenstein facente
capo a M.
Sindona, alla quale la SEC ingiunge di rivendere
le azioni delle Vetco Offshore Industries
irregolarmente acquistate. Non appena le azioni contestate sono
ricollocate sul mercato, succede però un fatto imprevisto:
la finanziaria di M.
Sindona non è la protagonista dell'operazione
ma una semplice prestanome. Al riparo di questa "ragione
sociale" di scarsa consistenza patrimoniale e dalle oscure
origini, agisce in realtà una potenza finanziaria di primordine
per patrimonio e tradizioni: il Vaticano.
Intanto M.
Sindona può vantare vari punti d'appoggio nei
vari paradisi fiscali (Svizzera, Lussemburgo, Liechtenstein, Liberia,
Bahamas, isole Cayman, Panama) del tipo:
- Fasco AG,
- Fasco International,
- Fasco Europe,
- Monrovia Financial Corporation,
- Generale Immobiliare,
- International Company,
- Società Generale Immobiliare,
- Banking Corporation,
- Edilcentro International,
- Edilcentro Sviluppo International,
- Arana,
- Comarsec,
- Capisec…
spesso niente altro che semplici sigle sociali alle quali non
corrisponde che una semplice casella postale oppure non regolarmente
costituite (General Banking delle
isole Cayman).
28, febbraio, in base
a foglio contabile n. … emesso dal dr. Carlo
Bordoni e su mandato n. […] a firma contraffatta "Isacchi-Olivieri"
il rag. Isacchi presenta alle "casse"
una richiesta di assegni circolari trasferibili all'ordine di
tale Paolo Rossi (nome di fantasia)
per complessivi 125 Mni di lire a fronte della quale risultano
emessi n. 25 titoli, di L. 5 Mni cadauno, tratti sul Credito
Italiano di Milano, di cui la Banca
Unione è mandataria all'emissione.
[Dei suddetti assegni, n. 10 per complessivi 50 Mni risulteranno
ritirati da un certo Onorio Cengarle
come da ricevuta rilasciata il 9.3.73 e incassati da tale Anna
Maria D'Amico presso la Banca Commerciale
Italiana di Roma eccezione fatta per quello contraddistinto
dal n. […] monetizzato da persona non identificata presso la Banca
Cattolica del Veneto di Vicenza. Gli altri 15 assegni
risulteranno incassati il 2 marzo presso la Banca
Privata Finanziaria di Roma dalla signora Maria
Luisa Ruggiero consulente esterna della Banca
Unione.
[vedi anche 4 gennaio 1974]
Marzo
1°, la Gescal
- Gestione Case Lavoratori (Presidente dr. Franco
Briatico e direttore generale dr. Cesare
Chilosi) costituisce un conto, mediante versamento di 10
Mdi di lire, presso la Banca Unione.
marzo, Carlo Bordoni continua
con le sue speculazioni giungendo ad acquistare ben 1,3 Mdi
di dollari al cambio di 3,14-3,17 franchi per dollaro; solo
con la caduta del dollaro la perdita stimata sarà di ca
138 Mni di franchi svizzeri (oltre 70 Mdi di lire) [del 1979].
Con l'acqua alla gola il Carlo Bordoni broker
propone al Carlo Bordoni amministratore
della Franklin National Bank di New
York una compravendita di 60 Mni di franchi svizzeri per dollari
19.047.619,05 al cambio di 3,1500;
7, con tanto di "authorized
signature" arriva l'assenso dalla banca americana. La
bilancia valutaria dell'Italia ci rimette, a fondo perduto, quasi
2,5 Mni di franchi svizzeri.
primavera, dopo un anno e mezzo di quasi totale assenza,
l'immagine di Michele
Sindona si riaffaccia in piazza Affari;
Aprile
un po' di ossigeno al gruppo sindoniano arriva da alcune speculazioni,
andate a buon fine, effettuate da corrieri dell'Est e paludate
da banche svizzere (la Migros Bank
di Basilea e la Wozchod Commercial Bank
di Zurigo). Buone notizie anche da Francoforte dove la International
Westminster gli vende uno stock di marchi (consegna dal
2 al 20 agosto 1973) dandogli così una mancia di 2,5 Mdi
di lire [del 1979]).
La Banca Unione acquista, senza
la prescritta autorizzazione e mediante un'illegale esportazione
di capitali, il 70% del pacchetto della Banca
Generale di Credito [sede Milano, unico sportello:
Trezzano sul Naviglio; piccola azienda con un patrimonio valutato
in 6,5 Mdi, con 50 Mdi di depositi e con il 70% del capitale composto
da azioni circolanti all'estero] .
L'operazione avviene con il solito sistema del deposito fiduciario
presso la Amincor Bank: 44 Mni
di franchi svizzeri. La banca di Zurigo a sua volta utilizza
la somma per comprare, per conto della Banca
Unione l'INFI, una società
finanziaria il cui unico scopo, la cui unica attività e
il cui unico cespite patrimoniale sono le azioni della Banca
Generale di Credito circolanti all'estero. La Banca
Unione diventa così proprietaria dell'INFI
e proprietaria in "secondo grado" della banchetta di
Trezzano sul Naviglio. Ben presto l'INFI
cede le azioni della Banca Generale del
Credito alla Transmanagement SA,
società del gruppo M.
Sindona, che a sua volta le cede alla Idera
Business AG, anch'essa dell'avvocato di Patti.
Per ciascuno di questi passaggi si fanno contratti posticci [stilati
il più delle volte a prezzi sei volte inferiori a quello
pagato dalla Banca Unione] che simulano
la vendita. In realtà non un soldo viene pagato dalla Transmanagement
all'INFI e dall'Idera
Business AG alla Transmanagement
SA.
24, M.
Sindona fonda un'altra scatola vuota, la Capisec
International Holding di Lussemburgo, avente come unico
scopo quello di figurare come finanziatrice estera della Finambro.
26, Carlo
Bordoni fa capire alla International
Westminster che è giunto il momento di ricomprarsi
per il giugno/luglio i dollari di gennaio, punto di partenza di
tutta l'operazione. La banca tedesca acconsente e compra a termine
112 Mni di dollari (dei 125 Mni) al cambio strozzato di
586,15 lire. Un'ulteriore mazzata per Carlo
Bordoni, dunque, di 1,7 Mdi di lire.
La Società
Generale Immobiliare, di cui M.
Sindona ha acquisito il controllo nel 1969, decide
di acquistare il pacchetto azionario della Edilcentro
sviluppo per poi incorporare tale società.
M. Sindona comincia a rastrellare azioni della Edilcentro
sviluppo tramite una sua finanziaria lussemburghese, che
le rivende alla Società
Generale Immobiliare ai più alti prezzi che
sono determinati in Borsa proprio a seguito di questa corsa all'acquisto
di azioni organizzata dal finanziere.
[Una società di M.
Sindona (Società
Generale Immobiliare) acquista pagandola profumatamente
un'altra società di M.
Sindona (Edilcentro Sviluppo).
Tutto rimane in famiglia, a rimetterci sono i soliti risparmiatori
che sottoscriveranno i due aumenti di capitale della Società
Generale Immobiliare autorizzati dal ministro del Tesoro
G.
Malagodi nel luglio 1973
e da U.
La Malfa nel novembre del 1973.]
maggio giugno: due mesi di fuoco.
Maggio
15-16, Carlo Bordoni ripete
l'operazione di marzo con i soliti 60 Mni di franchi svizzeri
contro dollari al cambio di 3,1575; vi provvede la Moneyrex
tramite la Banca Privata Finanziaria
di Milano; la firma indecifrabile del broker stavolta è
di un certo signor Bonan. L'impegno
è per il successivo 19 settembre. Altri 2 Mni di franchi
svizzeri sarà la perdità per la bilancia valutaria.
18, la Wozchod
di Zurigo viene ancora in soccorso comprando dalla Moneyrex
a buoni prezzi 27 Mni di dollari, da scambiare a
novembre 1973 e a maggio del 1974;
21, il salvataggio para-sovietico
si ripete con altri 10 Mni di dollari.
30, colpo di scena: fervono
già i preparativi per il dicembre successivo della grande
fusione tra Banca Unione e Banca
Privata Finanziaria da cui nascerà la Banca
Privata Italiana con 1000 Mdi di massa fiduciaria ed
un good-will di 250 Mdi (secondo M.
Sindona). La miracolosa fusione è resa possibile
dalla International Westminter Bank
la quale decide di perdere marchi a valanghe. Per il 21 dicembre
si mette in "posizione ribassista" del marco [posizione
irragionevole]. Carlo Bordoni e compagni
ne approfittano e per il 3 e il 4 dicembre si fanno promettere
dalla Westminter di Francoforte uno
scambio di 767,2 Mni di marchi tedeschi contro franchi
svizzeri, al cambio di 1,1380. Utile futuro assicurato per gli
speculatori milanesi: 33 Mdi di lire [del 1979].
Alcune banche, infischiandosene della mancanza delle preventive
autorizzazioni agli aumenti di capitale della Finambro
SpA cominciano sin d'ora a raccogliere le relative sottoscrizioni.
Tra queste non solo, come è ovvio, Banca
Unione e Banca Privata Finanziaria,
ma anche la Banca Generale di Credito
che la Finambro SpA ha da poco acquistato
dall'industriale Renzo Zincone utilizzando
i soldi delle sottoscrizioni; ma c'è, stranamente, anche
il Credito Italiano.
Le azioni Finambro sono negoziate al Borsino [luogo dove
sono trattati i titoli non ancora ammessi alla Borsa] a prezzi
notevolmente più alti di quelli di emissione con contratti
almeno formalmente in tutto e per tutto regolari: con tanto di
fissato bollato, stabilito il termine del regolamento ("contanti
a giorni" o "contanti alla consegna"), accese,
in alcuni casi, operazioni di riporto [finanziamento dietro pegno
di questi titoli] fiscalmente, tuttavia, sotto il profilo del
bollo tutti i contratti devono ritenersi irregolari.
Piccolo particolare: le azioni oggetto di queste sottoscrizioni
e di queste compravendite non esistono… né esisteranno
mai.
Quattro banche quindi hanno dato l'assistenza della loro organizzazione
per il collocamento di emissioni azionarie non autorizzate, in
palese violazione della legge bancaria.
Il governatore della Banca d'Italia G.
Carli, presidente di diritto dell'Ufficio Italiano
Cambi, deve per forza essere al corrente di ciò che sta
avvenendo in quanto a detto ufficio pervengono le dichiarazioni
delle banche per rimesse di valuta in conto aumento di capitale
Finambro effettuate dalla Capisec,
finanziaria estera di M.
Sindona (sempre con soldi giunti dall'Italia col metodo
dei "depositi fiduciari". Non interviene neppure il
CICR cui spetta per la legge la vigilanza in materia della tutela
del risparmio e di esercizio del credito. Né il ministro
del Tesoro, che del CICR è presidente.
Quali sono le ragioni di questa generale omissione di doveri d'ufficio?
… … …
[Fatto sta che l'operazione Finambro, autorizzazione o non, scatta
puntuale e durerà più di un anno fino cioè
all'agosto 1974. momento del crollo di tutto l'impero di M.
Sindona].
Giugno
6, una prima assemblea straordinaria della Finambro
SpA decide due separati aumenti di capitale:
- 1°, da 1 a 500 Mni [livello massimo fino al quale non è
richiesta l'autorizzazione del ministero del Tesoro],
- 2°, da 500 Mni a 20 Mdi.
Quando, alla stessa data, l'assemblea della Finambro
SpA vara l'aumento di capitale di 20 Mdi, esso risulta già
completamente sottoscritto. A sottoscriverlo sono soprattutto
gli amministratori delle banche di M.
Sindona e quindi il codazzo di palazzinari, generali,
figli di presidenti della repubblica. Le azioni acquistate dai
primi sottoscrittori, per il valore nominale di 1000 lire l'una,
nel vortice delle contrattazioni che seguono vengono riacquistate
dalle banche di M.
Sindona intorno alle 1.700 lire e poi rivendute ad
altri clienti, attirati dalla lievitazione della quotazione e
dalla prospettiva di quadagni, a prezzo doppio del valore nominale
con un guadagno del 100%. È solo un primo assaggio
a cui fa seguito il colpo grosso.
9, altra cuccagna; compravendita
per dicembre di altri 780 Mni di marchi contro franchi svizzeri
al cambio di 1,1160. Vincita futura assicurata: 25,5 Mdi di
lire [del 1979].
19, colpo mozzafiato; il 12
dicembre si sarebbero scambiati 1,03 Mdi di marchi tedeschi contro
franchi svizzeri (al cambio di 1,1160). Vincita assicurata: 33
Mdi di lire [del 1979].
A questo punto sembra che con un sol colpo il duo Carlo
Bordoni-M.
Sindona si sia rifatto. Quasi 140 Mni di dollari
di vincita, soldi che non sono certo finiti né nelle casse,
né nei conti economici (fossero anche occulti) delle banche
milanesi di M.
Sindona.
l'ambasciatore americano Graham Martin
finanzia con 800 mila dollari la campagna elettorale del siciliano,
capo del Sid, gen. Vito Miceli;
Luglio
il giornalista Jack L. Begon,
direttore dello strano quotidiano-Cia romano «Rome Daily
American» sparisce dalla circolazione mentre sta indagando
sul traffico di droga fra Sicilia e America.
[Del suo rapimento incolperà mafia e M.
Sindona.]
Cade il governo Andreotti, nasce il governo Rumor con la troika
economica formata da E.
Colombo (Dc), U.
La Malfa (Pri) e A.
Giolitti (Psi) decisa, almeno nelle intenzioni,
a porre un freno alla spirale inflazionistica ma anche di conseguenza
alla politica del denaro facile del precedente governo.
Intanto in un buon 25% di tutti gli affari trattati alla Borsa
di Milano figurano come intermediarie Banca
Unione e Banca Privata Finanziaria.
18, Operazione Bordoni:
alla scadenza del grande gioco di gennaio egli ha già risolto
il problema delle banche primarie:
- per i 125 Mni di dollari, la partner estera è
la Continental Bank International
di New York. In Italia non pone difficoltà la banca dell'IRI,
il Credito Italiano. Nell'intreccio
speculativo con la First National Bank
di Boston, a garantire l'affiliata di Parigi giunge l'assenso
della Banca Nazionale del Lavoro
di Roma.
La Banca Commerciale Italiana di
Milano è intanto impegnata nello stesso giorno a fare da
sponda alla Finabank per un giro
di 6,8 Mdi di lire commerciali di conto estero. La sponda estera
per i 10 Mni di dollari da negoziare rimane la Continental
Bank.
La truffaldina operazione di 4 Mni di dollari con Beyrut subisce
un depistaggio più discreto: i dollari a New York presso
la Continental, mentre le lire di
conto estero da pagare (2,520 Mni) attraverso giri viziosi passano
dalla Banca Unione all'Amincor
di Zurigo, dall'Amincor
al Banco
Ambrosiano (il banco d'affari di R.
Calvi, della Curia milanese
e dell'IOR
vaticano) e da qui alla Banque Saradar di
Beyrut.
2,5 Mdi di lire, in piena tempesta valutaria, si sono diretti,
con la benedizione di R.
Calvi, verso il paradiso fiscale libanese.
I dirigenti della Westminster
si precipitano a Milano preoccupati per come si sta chiudendo
la grossa speculazione (125 Mni di dollari) di M.
Sindona contro la lira. Le perdite sono rilevanti e
si teme che lo stesso non possa farvi fronte.
Il contraccolpo è notevole. Sulla piazza di Milano vi sono
momenti di panico. La Banca d'Italia
dispone una ispezione specifica per il settore valutario; ispezione
che accerta gravissime infrazioni valutarie ma che non sarà
neppure citata nella relazione del ministro del Tesoro E.
Colombo.
Agosto
1°, La Banca Commerciale
Italiana di Milano è impegnata a fare da sponda
alla Finabank per un giro di 6,8
Mdi di lire commerciali di conto estero.
Operazione Finambro
Cosimo Viscuso affida le sorti finanziarie della Finambro
Spa a M.
Sindona che farà della società il cuore
del suo impero, destinandola nelle sue intenzioni ad assorbire
la Società Generale
Immobiliare che ha da poco incorporato un'altra sua
società la Sviluppo.
Identico mandato M.
Sindona lo ottiene dalla Democrazia Cristiana [Dc]
che diventa beneficiaria di un terzo del pacchetto azionario.
Nella Finambro SpA
entrano gli uomini di A.
Fanfani, il prof. Orio Giacchi
e l'avv. Pedroni, e in meno di un
mese la società diventa lo strumento finanziario per risucchiare
sul mercato dapprima 500 Mil, poi 20 Mdi, poi 160 Mdi.
Parallelamente all'esplosione della società, iniziano i
finanziamenti selvaggi alla Dc, iniziano le operazioni
sull'estero della misteriosa società Roselyn
Shipping [dietro cui la stampa individua ancora la Dc],
iniziano i depositi domestici dal sett-ott 1973 all'aprile 1974.
15-18 Mdi [secondo Carlo
Bordoni] affluiscono nelle mani dell'on. Filippo
Micheli, segretario amministrativo della Dc,
e di questi solo due sono documentati dai giudici che provano
pure l'incasso da parte del mediatore dr. proc. Raffaello
Scarpitti della somma di 15 Mil. mensili.
Per l'acquisto della Società
Generale Immobiliare la Finambro
SpA chiede un aumento di
capitale di 160 Mdi, ossia l'autorizzazione a raccogliere
pubblicamente tale rilevante ammontare di risparmio. Per mantenere
il controllo della società a M.
Sindona è sufficiente un apporto di 40 Mdi,
pari al 25% del capitale sottoscritto dato che metà delle
azioni emesse sono senza diritto di voto. Grazie a questo contenitore
più grande, egli, senza pedere il controllo delle sue società,
può mettere le mani su 120 Mdi. Né lo preoccupa
l'esborso dei suoi 40 Mdi di quota; pagheranno Banca
Unione e Banca Privata Finanziaria
con i soldi dei depositanti, rivalendosi poi ampiamente con i
miliardi che l'operazione frutterà.
chiarimento o detto in un altro modo:
L'obiettivo è in pratica quello di ritrasferire in Italia,
mantenendone il controllo, il pacchetto azionario della Società
Generale Immobiliare in cambio di 200 Mni di dollari
(ca 120 Mdi di lire] ossia la quota dell'aumento di capitale della
Finambro SpA da far sottoscrivere
al pubblico [il 25% pari al 50% delle azioni con diritto di voto
dovrà invece essere sottoscritto dal gruppo M.
Sindona per mantenere il controllo della Finambro
SpA e quindi della Società
Generale Immobiliare].
L'operazione non va in porto.
L'aumento di capitale della Finambro
SpA non viene autorizzato dalle autorità competenti, la
Banca d'Italia e il ministero del
Tesoro. Non perché rappresenti una truffa colossale [nello
stesso periodo sono autorizzati aumenti di capitale dello stesso
tipo, come quello della Società
Generale Immobiliare (che assorbe la Sviluppo)
o quello della Banca Unione (in vista
della fusione con la Privata Finanziaria)].
L'opposizione ha a che fare soltanto con scelte di convenienza.
Una finanziaria di tali dimensioni è troppo ingombrante
e troppo pericolosa per gli equilibri esistenti: in pratica, finché
si tratta di saccheggiare le borse dei risparmiatori va tutto
bene, ma quando si invadono spazi già occupati da altri
più radicati potentati nascono insormontabili ostacoli.
3, la Finambro
SpA delibera l'aumento di capitale fino a 160 Mdi: per una metà
rappresentato da azioni ordinarie e per l'altra da azioni privilegiate
[dividendo garantito ma senza diritto di voto]; lo stesso giorno
M. Sindona
si reca alla Banca d'Italia ad illustrare
il progetto di aumento di capitale e le sue finalità. Intanto
sono già piovuti 91 Mni di dollari in conto sottoscrizione;
altri 5,250 Mni arriveranno prima della fine di agosto. M.
Sindona a questo punto può sbandierare di fronte
alle autorità che si ostinano a negargli l'autorizzazione
che non solo il mercato è in grado e ben disposto ad assorbire
le azioni della sua Finambro SpA, ma
che capitali arrivano dall'estero con vantaggio della bilancia valutaria
italiana [ricatto usato più volte dal banchiere].
In effetti si verifica l'esatto contrario. I dollari con cui la
Capisec sottoscrive le emittende azioni
Finambro gli vengono rimessi con il solito sistema dei depositi
fiduciari da Banca Unione e da Banca
Privata Finanziaria. Quindi non di investimenti esteri si
tratta, ma di rientro di capitali appena usciti. Ma c'è di
più.
La Finambro SpA utilizza i dollari
ricevuti per acquistare il pacchetto di controllo della Società
Generale Immobiliare posseduto
dalla Distributor Holding, di proprietà
della Fasco AG e quindi di M.
Sindona.
In definitiva i soldi delle banche milanesi, inviati all'estero
presso la Capisec e da questa società
rispediti in Italia alla Finambro SpA
se ne vanno definitivamente all'estero per infilarsi nelle
tasche di M.
Sindona. Settembre
17, alla notizia, falsa, delle dimissioni del ministro
del Tesoro U.
La Malfa (che ha bloccato, per ragioni di ordine generale,
tutte le operazioni di aumento di capitale per le società
quotate in borsa, aumenti che devono essere ora approvati dal
ministro del Tesoro) la Borsa ha un'impennata. Sono bloccati infatti
gli aumenti di capitale deliberati dalla Finambro
SpA (da 1 Mne a 160 Mdi) e dalla Invest
del gruppo Bonomi-Bolchini (aumento
di 100 Mdi).
[Quest'ultima ha necessità di recuperare su mercato i 30
Mdi necessari per il progettato acquisto della Subalpina
Investimenti. Obiettivo non solo parziale, rispetto all'autorizzazione
di 100 Mdi complessivamente richiesta, ma anche molto discutibile.
La Subalpina Investimenti infatti,
anch'essa appartenente al gruppo Bonomi-Bolchini,
controlla a sua volta la Invest.
Il gruppo Bonomi-Bolchini
perciò si propone di intascare da questa operazione
30 Mdi senza perdere il controllo delle due società di
cui realizza una partecipazione incrociata.
Più o meno uguale l'operazione di M.
Sindona che ripete su scala ampliata l'operazione da
poco realizzata con la incorporazione della Edilcentro
Sviluppo nella Società
Generale Immobiliare.
Ottobre
Novembre
19, il governatore della Banca d'Italia G.
Carli sottopone al ministro del Tesoro U.
La Malfa un progetto di riforma della Borsa.
27, l'Amincor,
per conto della Romitex, rimborsa
2.100.000 franchi svizzeri.
[pagamento avvenuto per estinguere perdite su una vecchia speculazione
in cambi illustrata all'inizio.]
29, le tre banche di New York:
- Bankers Trust,
- United California
International,
- Republic National of California,
devono consegnare a Milano 45 Mni di marchi ed in cambio devono
ricevere 73.396.500 di franchi svizzeri; Milano lucra 6 Mni di
franchi svizzeri; New York li perde; sulla carta, però.
Nell'operazione si insinuano la Wozchod
Comm. Bank di Zurigo e la First National
di Chicago di Ginevra che esigono l'esecuzione di contratti
risalenti al settembre e all'ottobre del 1973. Acquistano per
solli 77 Mni di franchi svizzeri ben 36 Mni di dollari.
Il dr. Carlo Bordoni esegue e perde
7 Mni di franchi.
Dicembre
3, la International Westminster
tedesca liquida i contratti stipulati a giugno e ad ottobre. Il
dr. Carlo Bordoni, tramite la Banca
Privata Finanziaria, incassa 267 Mni di marchi, pagandoli
304 Mni di franchi svizzeri. Restituisce i 267 Mni di marchi e,
in cambio, riceve 102 Mni di dollari. Manda i dollari alla Moscow
Narodny Bank (banca russa) per un parziale importo di 50
Mni, alla Finabank (31 Mni) e (sortita
improvvisa mai finora conosciuta) al Banco
di Roma di Bruxelles (20 Mni di dollari).
I franchi svizzeri per comprare i marchi sono stati forniti dalla
Banca Unione (180 Mni), dalla Finabank
(94,3 Mni) e dal Banco
di Roma di Bruxelles (29,7 Mni). La provvigione a M.
Sindona di 267.250 franchi svizzeri, scappata dall'operazione,
sparisce in Svizzera tra i segreti bancari della Privat
Kredit Bank.
Che fine ha fatto allora l'utile sicuro di 25 Mni di franchi
svizzeri che il contratto a termine di acquisto di marchi
contro franchi testimoniava? Domanda che rimarrà forse
senza risposta.
4, la storia si ripete per
l'altra partita di 500 Mni di marchi. Stavolta interviene la Banca
Svizzera di R.
Calvi, la Banca del Gottardo,
insieme alla non omogenea Moscow Narodny
Bank. Si accodano la Firestone Bank,
la Swiss Bank e la Chase
Manhattan. Partono franchi e arrivano marchi. Il dollaro
diventa franco e il franco riparte per Londra nelle casse della
National Westminster Bank. Il tutto
per centinaia di milioni di valuta pregiata. Un milione di franchi
svizzeri per M.
Sindona per le piccole spese… via Svizzera naturalmente.
E ancora il pingue utile sperato di altri 25 Mni di franchi
svizzeri volatilizzati.
6, stessa identica musica.
Un intreccio per 700 Mni di marchi. Un massiccio intervento della
Moscow Narodny Bank ed ecco sparito
l'utile in franchi svizzeri.
7, ultimo guizzo e poi l'ordinaria
piccola speculazione.
Lo IOR
rifila a M.
Sindona la quota di Banca Unione,
appartenente alla famiglia Feltrinelli.
19, M.
Sindona acquista dalla Continental
Finance Corporation di Chicago, per 4,5 Mni di dollari,
la quota della Banca Privata Finanziaria
non ancora in suo possesso agendo come segue:
- la Fasco AG, la società
del Liechtenstein di sua proprietà, acquirente delle azioni,
paga alla Continental Finance Corporation
con dollari fornitigli da una banca svizzera collegata a M.
Sindona, la Privat Kredit Bank,
che a sua volta li ha ricevuti dalla Banca
Privata Finanziaria. A pagare sono quindi ancora gli ignari
risparmiatori che hanno depositato i loro soldi presso la Banca
Privata Finanziaria.
21, presso la Banca
Privata Finanziaria viene creato il libretto di risparmio
al portatore intestato al nome "Semeria".
Il versamento iniziale con cui viene creato il deposito è
di L. 1.282.639.000 derivanti da uno svincolo di un deposito intestato
alla Fasco AG, la società
di Vaduz di M.
Sindona, e vincolato a garanzia di un finanziamento
per una operazione collegata alla Rossari
e Varzi, la società in liquidazione appartenente
a M.
Sindona, alla Banca Commerciale
e agli Hambro.
Acquisto della Edilcentro Sviluppo
da parte della Società
Generale Immobiliare.
M. Sindona
rifila a quest'ultima un bidone che le comporterà l'anno
successivo una perdita di svariati miliardi. Dopo aver fatto deliberare
alle assemblee della Società
Generale Immobiliare l'acquisto della Edilcentro
Sviluppo, comincia a rastrellare le azioni di quest'ultima
società tramite una sua fiduciaria lussemburghese. Raggiunge
in tal modo l'obiettivo che si era prefisso: far lievitare le
quotazioni delle azioni Edilcentro Sviluppo in maniera
da far pagare alla Società
Generale Immobiliare un premio più alto. Che,
superfluo aggiungere, è lui a incassare.
24, la Banca
d'Italia rilascia l'autorizzazione per l'aumento di capitale
di Banca Unione. 27,
[data sospetta] l'Amincor, per conto
della Romitex, rimborsa 2.707.200 franchi
svizzeri;
[pagamento avvenuto per estinguere perdite su una vecchia speculazione
in cambi illustrata all'inizio.] 29,
con procedura d'urgenza il ministro del Tesoro U.
La Malfa autorizza l'aumento di capitale della Banca
Unione da 2,520 Mdi a 15,120 Mdi.
Con i 12 Mdi e passa ricavati dall'operazione, la Banca
Unione può acquistare la Banca
Privata Finanziaria e formare un'unica grande azienda.
La Banca Privata Finanziaria è
posseduta al 100% da M.
Sindona. La Banca Unione
lo è al 51% e altre quote sono in mano ad altri buoni soci
come IOR
(Istituto Opere di Religione) e Interbanca.
La soluzione della fusione (più naturale e ovvia) viene scartata
[…la necessità di una valutazione di periti nominati dal
Tribunale potrebbe ingenerare nei depositanti il timore di una fuga
di notizie ecc…; per evitare che gli azionisti di Banca
Unione siano danneggiati nel cambio azionario e che venga
quindi favorita la "speculazione" ecc.] in favore dell'aumento
di capitale e acquisto di Banca Privata Finanziaria.
Anche il prezzo di acquisto viene deciso a tavolino e deve essere
il più alto possibile. Alla fine M.
Sindona vende per 12 Mdi un'azienda che ha un
valore patrimoniale nullo potendo così intascare, dato che
una metà del prezzo dovrà pagarla lui stesso come
azionista di Banca Unione, 6 Mdi puliti.
In realtà tuttavia lui arraffa ma la tasca dove finisce il
denaro non è soltanto la sua. Una percentuale consistente
del ricavato della vendita della Banca Privata
Finanziaria consente alla Continental
International Finance Corporation di Chicago di prendere
il largo prima che la nave affondi. L'importo delle
operazioni effettuate da M.
Sindona con la tecnica dei "depositi fiduciari"
tocca i 428 Mni di dollari.
1973, vita e morte dei "depositi fiduciari" di M.
Sindona costituiti a copertura di "perdite in
cambi":
- in dollari: importo minimo;
- in marchi: 35,8 Mni;
- franchi svizzeri: 25.881.000 (alla Romitex).
Arcipelago delle Bahamas.
Nell'isola di New Providence sorge Nassau, capitale e unica città
dello Stato di Bahama. Vi hanno sede:
- Banco di Roma Finance Nassau, affiliata
del Banco
di Roma;
- Ambrosiano Group Limited del Gruppo
Ambrosiano;
- Edilcentro Nassau, collegato della
Società Generale
Immobiliare;
- Tradinvest, dell'ENI;
- Cisalpina Overseas Bank Limited del
chairman R.
Calvi, del director P.
Marcinkus e del president Siegenthaler.
[segue]
|
Fonti:
- Lombard, Soldi truccati -
Feltrinelli 1980, I ed.,
- Gianluigi Nuzzi, Vaticano SpA,
chiarelettere 2009, I ed.. |
I
compari di San Gennaro. La Lockheed
Corporation e il supermercato delle armi. |
- Presidente: Dan
Haughton (1967-?)
. Direttore generale: A.C.
Kotchian (1967-?) |
1973
Gennaio
19, l'Amias Sas,
rappresentata dall'avv. Nicola Ercole
dello Studio Lefèbvre, presenta
al Comune di Roma il progetto di demolizione della villa sulla
via Cassia per costruirvi un residence di 24.700 metri cubi, sei
piani, cento miniappartamenti.
Accende un secondo mutuo di 200 Mni di lire [il primo di 65 Mni
lo accese nel 1959] presso la Banca Nazionale
del Lavoro.
Febbraio
Maggio
19, l'assemblea dei soci della Com.El.
Spa decide di trasferire la sede legale della
società a Larino, via Olmo n. 2. Nello stesso stabile hanno
sede anche altre società:
- Starna,
- Portuense,
- So.di.co.,
- Ircocir,
- Icres-Av.
Al n. 4 invece ha sede la Artemisia Immobiliare
(legata alla Com.El. Spa) il cui
liquidatore è Enrico De Vercelli
che risulta liquidatore anche della Icres-Av.
Amm.re unico di quest'ultima è il prof. Guglielmo
Ferretti, l'ultimo presidente del consiglio di amministrazione
della Com.El. Spa.
In seguito la Icres-Av perde la sigla
"Av" ed amministratore
unico diventa Vittorio Crociani (stesso
cognome di Camillo).
[Si scoprirà che era il prof. Guglielmo
Ferretti che prelevava i prestanome negli ospizi: tra gli
altri, l'ottantenne Eduardo Ingrosso
(titolare di una decina di società come Edilizia
Rubera, Immobiliare Simone Grancho
Alegre, soc. Via Vessella,
Edilgioia srl, Cicchedil
srl (le ultime tre con sede a Teramo) e il settantenne
Pietro Cividenga (deceduto nel 1974);
tariffa: 10.000 lire a firma per ogni atto sociale registrato
al notaio.]
Agosto
Ottobre
Dicembre
l'avvocato napoletano Gabriele Benincasa,
sta trascorrendo le vacanze di Natale all'Hotel Bagni di Bormio.
Presidente della società farmaceutica Pierrel
[acquirente per 650 Mni di lire del complesso termale di
Bormio in Valtellina dalla Società
bagni (cui è collegato anche Albino
Bacci, consigliere delegato dell'Ifim)]
nonché amministratore delegato della Società
"bagni vecchi" e "bagni nuovi"
sta mettendo in piedi un progetto disastroso: rinnovare l'impianto
termale, corredandolo intorno di un numero imprecisato di condomini,
centri residenziali e villette per circa 60.000 metri cubi: utile
previsto 3 Mdi di lire.
La notizia si diffonde… per la valle.
«segue 1974»
|
Fonti:
- Camilla Cederna, Giovanni Leone
- Feltrinelli 1978, I ed..
- Nino Piccione, Uragano Lockheed
- E.L.V. Roma 1977, I ed.. |
Parco
di Talon-Sempieri a Casalecchio
di Reno (Emilia Romagna),
uno
dei giardini più belli d'Italia, opera di André
Lenôtre
. |
segue
da Anni
'60:
Anni '70
la proprietà passa alla società svizzera Saitu
che presenta un progetto di massiccia urbanizzazione del parco,
con condomini alveari e un grattacielo di diciotto piani alto
circa 80 metri, progetto redatto dall'arch. Leone
Pancaldi e dall'ing. Giampaolo
Gandolfi; in cambio verrebbe regalata al comune l'attigua
collina per costruirci un nuovo parco; l'amministrazione comunale
accetta il baratto;
1973
Dicembre
29 dicembre, «Il Manifesto» pubblica un duro attacco
contro la politica della casa; nel frattempo vengono abbattuti
numerosi alberi di alto fusto che il sindaco comunista Franco
Ballotta informa trattarsi di "lavori di pulitura"
che servono per "preservare" il parco; annuncia lo
stesso sindaco l'imminente costruzione di abitazioni nei pressi
delle altre già esistenti, al di fuori del parco, come una vittoria
dell'amministrazione; "Italia Nostra" non è d'accordo
e l'ing. Pierluigi Chierici, presidente
dell'Associazione ambiente e natura di Casalecchio, avanza le
sue critiche;
nonostante le proteste il comune, con 19 voti a favore, 3 astenuti
e 3 contrari, arriva alla convenzione con la Saitu
mediante la quale il parco passa di proprietà del comune stesso
e nel contempo si approva la variante del paino regolatore che
dà alla stessa società carta bianca per costruire all'interno
del parco; il sindaco, pur approvando il baratto, depreca fermamente
i fini speculativi della Saitu;
il segretario regionale del Psdi Giovanni
Fiorentini non riesce a capire come mai il Pci
preferisca far pagare alla comunità una cifra di gran lunga
superiore a quella dell'esproprio; secondo calcoli prudenziali
secondo la legge 865 il parco Talon, integro, sarebbe costato
un miliardo; con la soluzione del Pci la cifra si aggira
sui tredici miliardi per solo una parte del parco; a questo
costo deve aggiungersi la prospettiva di ulteriori permessi
per nuove lottizzazioni difficilmente negabili con questo precedente;
anche per Colombari del Psi,
assessore all'urbanistica del comune di Bologna, si dovrebbe
far ricorso alla legge 865 ritenendo inammissibile che il verde
pubblico diventi edificabile anche se ci fosse qualche convenienza
economica per farlo;
secondo alcuni l'operazione di Talon porterebbe alla società
svizzera un utile netto di oltre dieci miliardi;
ð
1975
[da Mani pulite di Claudio
Castellacci, 1977]
|
Torna su
|
Confindustria
. presidente: R.
Lombardi (1970-74)
"Coldiretti"
(Confederazione nazionale dei coltivatori diretti)
«segue da 1964»
1973, con circa un milione di iscritti, rappresenta larga parte della
piccola proprietà contadina.
Gennaio
1°, entra in vigore l'IVA (Imposta sul valore aggiunto).
E. Scalfari
da «l'Espresso» attacca E.
Cefis che perde la battaglia per l'acquisto del «Corriere
della Sera»;
La «Gazzetta del popolo» di Torino
sta per chiudere quando E.
Cefis, sollecitato dai democristiani torinesi, corre in suo
aiuto, finanziando un nuovo editore (di scarsa reputazione).
Febbraio
Marzo
la Cee attua il "serpente valutario" (che consente un'oscillazione
del 2,25%) fra le monete di Francia, Germania occidentale, Belgio, Paesi
Bassi e Lussemburgo.
Libertà di fluttuare per Inghilterra, Irlanda e Italia, più fragili economicamente,
che hanno bisogno di svalutare la propria moneta per dar fiato alle esportazioni.
Aprile
Maggio
Giugno
Luglio
Agosto
Settembre
La Banca d'Italia alza il costo
del denaro dal 4 al 6,5%.
Ottobre
6, Egitto e Siria attaccano
contemporaneamente Israele. È guerra in Medio Oriente nel giorno in cui
gli ebrei festeggiano il Kippur. In seguito, i Paesi dell'Opec
stringeranno i rubinetti del petrolio per indurre l'Occidente a schierarsi
con i Paesi arabi, determinando il primo, grave shock petrolifero.
I. Montanelli
abbandona il «Corriere della Sera» (che ha criticato auspicando
la nascita di un altro giornale) e viene invitato alla «Stampa»; Giulia
Maria Crespi pensa al doppio gioco di G.
Agnelli;
Nino Rovelli, industriale della chimica,
sostenuto dall'IMI di Cappon,
si fa avanti e offre a I.
Montanelli 12 miliardi per fare un nuovo quotidiano, E.
Cefis
invece, sapendo cosa sta a cuore a I.
Montanelli (garanzia di libertà e indipendenza), è d'accordo
che il nuovo giornale appartenga ad una cooperativa di giornalisti: nascerà
così il «Giornale Nuovo» con il denaro che verrà da Montedison;
E. Cefis
sa bene di non poter dare ordini a I.
Montanelli ma quello che più gli interessa è varare un nuovo
quotidiano a Milano per indebolire il «Corriere della Sera» e indurre
i suoi proprietari a venderlo;
Novembre
Dicembre
2 , anche l'Italia,
seguendo l'esempio dell'Olanda (4 novembre) vieta la circolazione delle
automobili la domenica.
Agusta
«segue
da 1969»
1973, controllata dall'EFIM si afferma
tra i maggiori costruttori mondiali di elicotteri;
«segue 1983»
Torna
su |