– Luigi
Ciriaco DE MITA
(Nusco, Avellino 2 febbraio 1928)
uomo politico italiano, tra gli uomini più potenti nell'Italia
degli anni Ottanta, esponente dei seguenti partiti politici:
(fino al 1994) Dc (Democrazia
cristiana), "Sinistra di base",
(1994-2002) PPI (Partito Popolare Italiano),
(2002-2007) DL (Democrazia e Libertà),
(2007-2008) PD (Partito Democratico),
(dal 2008) UdC (Unione di Centro).
lla corrente sinistra della Democrazia cristiana.
Fu soprannominato criticamente il "padrino
della Dc" e l'uomo del doppio incarico
(segretario della Dc e presidente del Consiglio).
laureato in giurisprudenza, Professione Consulente;
Alma mater: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
_______________________
[Figlio di un sarto e di una casalinga, è nato
e cresciuto a Nusco.
Sposa Anna Maria Scarinzi,
ex segretaria di Fiorentino Sullo.]
dopo aver frequentato il liceo nella vicina Sant'Angelo dei Lombardi,
vince una borsa di studio nel Collegio Augustinianum e si iscrive all'Università
Cattolica del Sacro Cuore di Milano;
si laurea in giurisprudenza per poi iniziare a lavorare presso l'ufficio
legale Eni di Enrico
Mattei;
1956
al congresso di Trento viene eletto consigliere nazionale della Dc;
qui si fa notare perché critica Amintore
Fanfani, e contesta i criteri organizzativi del partito;
1963
28 aprile, eletto per la prima volta deputato (IV Legislatura
– 1963 16 mag - 4 giu 1968) per la Dc,
nel collegio di Benevento, Avellino e Salerno;
dicembre-luglio 1964 (I "governo
Moro");
1964
luglio-febbraio 1966 (II "governo
Moro");
1966
febbraio-giugno 1968 (III "governo
Moro");
alla Camera lancia l’ipotesi di un accordo con i comunisti a proposito
dell’attuazione dell’ordinamento regionale;
1968
19 maggio, rieletto deputato (V Legislatura – 1968 5 giu-24 mag
1972) per la Dc,
circoscrizione BENEVENTO;
giugno-dicembre 1968 (II "governo
Leone");
14 dicembre-5 agosto 1969, sottosegretario all'Interno
(I "governo
Rumor");
1969
7 agosto-17 gennaio 1970, sottosegretario all'Interno
(II "governo
Rumor");
È tra i fondatori della corrente di "sinistra" della
Dc,
chiamata "Sinistra di base" (o "la Base"),
sostituendosi a Fiorentino Sullo come capocorrente
irpino negli anni in cui la DC Irpina si va affermando a livello nazionale.
[Vicini a lui in questi anni:
. Gerardo Bianco,
. Nicola Mancino,
. Gianni Raviele,
. Attilio Fierro, della vicina Montella,
segretario della "Dc per la provincia di Avellino", suo amico
e collaboratore.]
vicesegretario (? - febbraio 1973) della Dc
durante la segreteria di Arnaldo Forlani;
1970
27 marzo-6 luglio (III "governo
Rumor");
agosto-gennaio 1972 ("governo
Colombo");
1972
17-26 febbraio 1972 (I "governo
Andreotti");
7 maggio, rieletto deputato (VI Legislatura – 1972 25 mag - 4
lug 1976) per la Dc,
circoscrizione BENEVENTO;
giugno-giugno 1973, ministro (senza Portafoglio)
per gli Interventi straordinari nel Mezzogiorno (II
"governo
Andreotti");
1973
febbraio, dopo il patto di palazzo Giustinani, si dimette dalla
carica di vicesegretario della Dc;
7 luglio-14 marzo 1974, ministro dell'Industria, Commercio
e Artigianato (IV "governo
Rumor");
1974
14 marzo-23 novembre, ministro dell'Industria,
Commercio e Artigianato (V "governo
Rumor");
23 novembre-12 febbraio 1976, ministro del Commercio
con l'Estero (IV "governo
Moro");
1976
12 febbraio-29 luglio, ministro del Commercio con l'Estero
(V "governo
Moro");
20 giugno, rieletto deputato (VII Legislatura – 1976 lug-19 giu 1979)
per la Dc,
circoscrizione BENEVENTO;
29 luglio-11 marzo 1978, ministro (senza Portafoglio)
per gli Interventi straordinari nel Mezzogiorno (III
"governo
Andreotti");
1978
11 marzo-20 marzo 1979, ministro (senza Portafoglio)
per gli Interventi straordinari nel Mezzogiorno (IV
"governo
Andreotti");
1979
20-31 marzo (V "governo
Andreotti");
3 giugno, rieletto deputato (VIII Legislatura – 1979 20 giu-11
lug 1983) per la Dc,
circoscrizione BENEVENTO;
agosto-marzo 1980 (I "governo
Cossiga");
Tra gli uomini più potenti nell'Italia degli anni Ottanta.
1980
4 aprile-27 settembre (II "governo
Cossiga");
ottobre-maggio 1981 ("governo
Forlani");
Tragico terremoto in Irpinia.
La ricostruzione dell'Irpinia, sarà caratterizzata da una eccezionale
mobilitazione, anche finanziaria (60.000 miliardi di lire).
La destinazione dei fondi stanziati per la ricostruzione sarà
oggetto di innumerevoli inchieste.
[Essendo l'Irpinia la sua terra di origine, in cui egli
ha sempre goduto di grande influenza, il suo nome ricorrerà spesso
in queste inchieste.
- 1987, i giornali rivelano che la Banca popolare
dell'Irpinia ha visto aumentare considerevolmente di valore grazie
al flusso di fondi per la ricostruzione. Tra i soci che beneficiano
della situazione c'è la sua famiglia, con lui proprietario di
un cospicuo pacchetto di azioni, altri titoli sono posseduti anche da
parenti.
- 1988, 3 dicembre, il quotidiano del PCI, «l'Unità»,
diretto da Massimo D'Alema, pubblica un
articolo in prima pagina dal titolo: «De
Mita si è arricchito con il terremoto». Egli risponde
con una querela che, però, non ha seguito in quanto viene accettata
la spiegazione di Massimo D'Alema che sostiene
la mancanza del punto di domanda finale alla frase, dovuto a un errore
tipografico. Nel 2008 egli dichiarerà che Massimo
D'Alema si è scusato con lui ammettendo che i suoi sospetti
erano sbagliati.
- 1989, sulle sue presunte speculazioni sul terremoto, Goffredo
Locatelli pubblica un libro, Irpiniagate.]
1981
giugno-agosto 1982 (I "governo
Spadolini");
1982
maggio, eletto segretario politico nazionale
(1982 maggio - febbraio 1989) della Dc;
23 agosto-13 novembre (II "governo
Spadolini");
dicembre-aprile 1983 (V "governo
Fanfani);
è lui a nominare Romano Prodi, già
suo consigliere economico, ai vertici dell'IRI,
(dove rimarrà fino al 1989);
1983
26 giugno, rieletto deputato (IX Legislatura – 1983 12 lug-1
lug 1987) per la Dc,
circoscrizioni di Genova e Benevento;
[In queste elezioni politiche la Dc
subisce un grave calo; nonostante ciò, egli resta in carica;
sarà poi ripetutamente confermato fino al congresso del 1989.
È in questo periodo che Gianni Agnelli
dice di lui: «È un tipico intellettuale
della Magna Graecia»". Gli replica Indro
Montanelli, dicendo: «Dicono che
De Mita sia un intellettuale della Magna Grecia. Io però non
capisco cosa c'entri la Grecia».]
agosto-giugno 1986 (I "governo
Craxi");
1984
Ragionando di politica (1984)
1985
nella classifica degli uomini più potenti d'Italia, compilata
come ogni anno dal settimanale «Il Mondo», egli risulta
al terzo posto dopo Gianni Agnelli e Bettino
Craxi;
1986
agosto-marzo 1987 (II "governo
Craxi");
Intervista sulla DC (1986)
1987
Bettino Craxi (suo rivale), che ha sempre
rivendicato una propria spinta riformista contrapposta all'immobilismo
della Dc,
entra ora in rotta di collisione proprio con l'attuale partito di maggioranza
relativa per la rottura del cosiddetto "Patto della staffetta",
in base al quale il PSI dovrebbe cedere alla Dc
il testimone della guida del Governo nell'ultimo anno di legislatura;
per tale motivo si determina uno scioglimento anticipato delle
Camere;
17 aprile-luglio (VI "governo
Fanfani);
4 giugno, rieletto deputato (X Legislatura – 1987 2 lug-22 apr
1992) per la Dc,
circoscrizione BENEVENTO;
luglio-marzo 1988 ("governo
Goria");
1988
13 aprile-22 luglio 1989, presidente del Consiglio dei
ministri ("governo
De Mita");
[Il presidente della Repubblica Francesco
Cossiga gli ha affidato l'incarico di formare un nuovo governo;
si trova quindi alla guida di un pentapartito, sostenuto da: Dc,
PSI, PRI, PSDI e
PLI.]
La sua nomina è funestata tre giorni dopo dall'assassinio da
parte delle Brigate Rosse
di Roberto Ruffilli, senatore democristiano
e suo consulente per le riforme istituzionali, che ha contribuito a
varare proprio il governo che sta entrando in carica. [Le
BR definiscono Roberto
Ruffilli, nel volantino di rivendicazione "l'uomo
chiave del rinnovamento, vero e proprio cervello politico del progetto
demitiano".
I suoi detrattori parleranno del suo governo come del "clan
degli avellinesi".
In questi anni si trovano a essere originari della provincia di Avellino
oltre al capo del governo nonché segretario del maggiore partito:
. Antonio Maccanico, numero due della Dc,
Ministro degli Affari regionali e Problemi istituzionali;
. Biagio Agnes, direttore generale della
RAI;
. Nicola Mancino, capogruppo al Senato
della Dc;
. Gerardo Bianco, vicepresidente della
Camera.]
1989
22 febbraio, Arnaldo Forlani viene
nominato nuovo Segretario della Dc;
16 marzo, il "Consiglio Nazionale della Dc"
riunito a Roma lo nomina Presidente (1989 16 mar -
1990) della Dc;
maggio, rassegna le dimissioni dal suo primo governo;
11 giugno, dopo il fallimento del mandato esplorativo affidato
a Giovanni Spadolini, riottenne l'incarico;
6 luglio, rinuncia all'incarico di formare un nuovo governo;
[Incarico che Francesco Cossiga
conferisce poi a Giulio Andreotti.]
22 luglio, il suo governo cessa dalla carica;
22 luglio-marzo 1991 (VI "governo
Andreotti");
Tre generazioni per un grande partito di popolo (1989)
Tra gli uomini più potenti nell'Italia degli anni Ottanta.
1990
si dimette dalla presidenza nazionale della Dc
per contrasti in seno al partito;
1991
aprile-aprile 1992 (VII "governo
Andreotti");
1992
5 aprile, rieletto deputato (XI Legislatura – 1992 23 apr-14
apr 1994) per la Dc,
circoscrizione BENEVENTO;
giugno-aprile 1993 (I "governo
Amato");
9 settembre, nominato presidente (1992-maggio 1993) della commissione
bicamerale (II) per le riforme istituzionali;
[Disciplinata con legge costituzionale
n. 1 del 6 agosto 1993.]
1993
marzo, si dimette da presidente della commissione bicamerale
(gli subentra Nilde Iotti);
nel momento di trasformazione della Dc
entra a far parte del PPI (Partito Popolare Italiano);
aprile-aprile 1994 ("governo
Ciampi");
Esce indenne dal terremoto giuridico e istituzionale di "Tangentopoli".
[Grazie all’amnistia del 1990 che, eliminando i risvolti
penali dai reati di corruzione e concussione commessi sino al 1989,
impedisce la sua processabilità relativamente ai finanziamenti
illeciti confessati dal tesoriere del partito, Severino
Citaristi.
Avendo lasciato la segreteria della Dc
nel 1989, non deve subire le conseguenze penali del processo, tra i
pochi politici italiani di spicco a uscire senza condanne dall'inchiesta.
A essere condannato è Arnaldo Forlani,
per il periodo non più coperto dall’amnistia, insieme a Severino
Citaristi per la maxitangente Enimont.
Nel 1993 vicende giudiziarie legate a Tangentopoli coinvolgono il fratello
Michele De Mita ed il
cognato Francesco Scarinzi, provocando
le sue dimissioni dalla presidenza della Commissione bicamerale per
le riforme elettorali.]
In seguito si schiera con i Popolari di Gerardo
Bianco, corrente di sinistra del partito, contro Rocco
Buttiglione che, difformemente alle decisioni congressuali, ha
deciso di allearsi con Forza Italia, partito di centro-destra.
1994
15 aprile, rieletto deputato (XII Legislatura – 1994 15 aprile-8
mag 1996) per la Dc,
circoscrizione BENEVENTO;
10 maggio-17 gennaio 1995 (I "governo
Berlusconi");
1995
gennaio-gennaio 1996 ("governo
Dini");
1996
sostiene la nascita della coalizione di centro-sinistra, L'Ulivo;
21 aprile, rieletto deputato (XIII Legislatura – 1996 9 mag-29
mag 2001) per DL (Democrazia e Libertà), nel
collegio di Mirabella Eclano (circoscrizione CAMPANIA 2);
maggio-ottobre 1998 (I "governo
Prodi");
1998
ottobre-dicembre 1999 (I "governo
D'Alema");
1999
dicembre-aprile 2000, (II "governo
D'Alema");
Alla fine degli anni novanta viene rinviato a giudizio dal Tribunale
dei ministri con l'accusa di avere utilizzato fondi neri del Sisde
per ristrutturare l'appartamento in cui vive in un palazzo settecentesco
in via in Arcione a Roma, con vista sul giardino del Quirinale, ottenuto
a equo canone dall'Inpdai quando è ancora segretario
della Dc
e presidente del Consiglio.
2000
aprile-giugno 2001 (II "governo
Amato");
2001
13 maggio, rieletto deputato (XIV Legislatura – 2001 30 mag-27
apr 2006) per DL (Democrazia e Libertà), nel
collegio di Mirabella Eclano (circoscrizione CAMPANIA 2);
11 giugno-23 aprile 2005 (II "governo
Berlusconi");
2002
contribuisce all'ingresso del PPI (Partito Popolare
Italiano) nella Margherita e alla nascita del nuovo
partito centrista;
2005
23 aprile–17 maggio 2006 (III "governo
Berlusconi");
2006
dopo aver ribadito, in più occasioni, la propria contrarietà
al progetto di "Uniti nell'Ulivo" (lista unitaria con DS,
SDI e Repubblicani Europei), alla
fine riesce, con Franco Marini, a convincere
il partito a presentarsi, alle elezioni politiche del 2006, nella coalizione
di centro-sinistra L'Unione, con la propria lista al
Senato e non con la lista unitaria;
9 aprile, rieletto deputato (XV Legislatura – 2006 28 apr-28
apr 2008) per il DL, nella circoscrizione CAMPANIA
2 ;
maggio-aprile 2008 (II "governo
Prodi");
Al secondo Congresso della Margherita comunica nella
sua lunga relazione la sua adesione al nuovo Partito Democratico
raccogliendo moltissimi applausi dalla platea diellina. Durante l'assemblea
costituente del PD è nominato membro della commissione
statuto del nuovo partito. Questa decisione suscita qualche contestazione
da parte della platea. In quanto ex Presidente del consiglio iscritto
al partito, è nominato componente di diritto del coordinamento
nazionale del Partito Democratico.
2008
20 febbraio, annuncia il suo ritiro dal PD,
in polemica con lo statuto del partito, che prevede un tetto massimo
di tre legislature complete, in base al quale sarebbe escluso dalle
candidature alle prossime elezioni politiche del 13 e 14 aprile 2008;
[Il giorno prima Tino Iannuzzi,
segretario regionale campano del PD, aveva sostenuto
la sua candidatura nelle liste presentate dalla formazione politica
democratica in Campania.]
Fonda quindi i "Popolari per la Costituente di Centro" che
fa fondere al nucleo campano dell'Udeur di Clemente
Mastella per dar vita al Coordinamento Popolari - Margherita
per la Costituente di Centro, movimento con cui entra nella
Costituente di Centro di Pier Ferdinando Casini.
13-14 aprile, elezioni politiche (XVI Legislatura – 2008 29 apr-14
mar 2013);
[Candidatosi capolista al Senato in Campania per l'UdC
(Unione di Centro), non è stato eletto.]
8 maggio-16 novembre 2011 (IV "governo
Berlusconi");
2009
eletto al Parlamento Europeo nell'UdC (Unione di Centro);
[Con 56.575 preferenze, nella circoscrizione Sud.]
2010
luglio, nasce una polemica relativa all'acquisto da parte sua,
insieme con la moglie e i figli Giuseppe
e Antonia, dell'appartamento
in via in Arcione a un prezzo molto inferiore a quello di mercato;
[Egli ha acquistato il superattico su due piani di circa
550 metri quadrati più 200 metri quadrati di terrazzo per €
3.415.700.- dall'Inps, proprietaria dell'immobile
in cui egli vive in affitto dagli anni '80.
Il «Giornale» stima che in quella zona il prezzo al metro
quadro delle abitazioni sia di circa 15 mila euro, per cui l'ex Presidente
del Consiglio avrebbe pagato l'appartamento un terzo del suo reale valore].
2011
16 novembre-28 aprile 2013 ("governo
Monti");
È commissario regionale dell'UdC in Campania
assieme a Gianpiero Zinzi.
[Secondo «VoteWatch», a fine marzo 2011,
dopo quasi due anni dalle elezioni del 2009, egli (con il 67,37% di
presenze in seduta plenaria) risulta essere al 708º posto su 733,
nella classifica complessiva delle presenze di tutti gli europarlamentari.
Continua ad avere una forte influenza sulla vita politica della Campania
per la capacità di attrarre voti e di riflesso sulla politica
nazionale. In un'intervista il sindaco di Salerno, deputato dell'Ulivo
per due legislature, Vincenzo De Luca dichiara:
«In Campania da 40 anni siamo alle prese
con un problema politico che si riassume in un nome ed un cognome: Ciriaco
De Mita»]
2012
-
2013
25 febbraio, elezioni politiche (XVII Legislatura – 2013 25 feb-…);
28 aprile-22 febbraio 2014 ("governo
Letta");
2014
22 febbraio, ("governo
Renzi");
a 86 anni partecipa alle amministrative come candidato sindaco di Nusco;
26 maggio, sindaco di Nusco (Avellino);
[Eletto sindaco nella lista dell'UdC (Unione
di Centro) con 2 156 voti (80%) battendo Rosanna
Secchiano presentatasi con la Lista Civica Nusco Futura
che ha ottenuto 631 voti e succedendo al nipote Giuseppe.
I votanti sono stati 2 903 su un totale di 5 917 elettori.]
_______________________________
Da più voci è stato accusato di aver applicato
con disinvoltura la pratica delle raccomandazioni e del clientelismo
politico, favorendo l'ingresso in aziende pubbliche di amici e clienti.
[- Su stessa ammissione di Clemente
Mastella, la sua assunzione alla RAI
fu agevolata da una sua raccomandazione. La redazione locale ove Clemente
Mastella prese servizio proclamò tre giorni di sciopero
contro l'ingresso in ruolo di un giornalista assunto senza regolare
concorso e per nomina politica diretta.
- Sempre su sua segnalazione entra in RAI
nel 1983 Francesco Pionati, poi deputato.
Nel maggio 2011, Antonia De Mita,
sua figlia, racconta sulla sua pagina facebook a proposito del deputato
Francesco Pionati:
«Entrò in Rai con una pedata nel
sedere atomica di mio padre, dal quale era sempre in coda a chiedere
favori»
- Sempre sua segnalazione entra in RAI
anche Gigi Marzullo.
- Quando nel 1988 Pippo Baudo restò
fuori dalla RAI per la
scadenza del contratto, fu lui, legato al conduttore da amicizia, ad
assicurargli il ritorno in RAI
nonostante la contrarietà dell'allora direttore Biagio
Agnes.
- Come egli stesso ha dichiarato, fu lui a chiedere a Biagio
Agnes che Beppe Grillo rimanesse
in RAI dopo il pezzo che
il comico genovese aveva portato al Festival di Sanremo contro i vertici
del PSI (Partito Socialista Italiano).
Di nepotismo fu accusato dopo la nomina del nipote Giuseppe
De Mita a Vice Presidente della Giunta Regionale della
Campania. Il nipote Giuseppe De Mita
si è poi candidato alle elezioni politiche italiane del 2013
con la lista UdC (Unione di Centro), venendo eletto
alla Camera.]
_________________________________
È stato accusato di corruzione in un filone laterale dello "scandalo
Parmalat".
[Lui, assieme con:
. Calisto Tanzi,
. Claudio Burlando, presidente della regione
Liguria,
. Lorenzo Necci, ex presidente delle Ferrovie
dello Stato,
sono accusati per un presunto giro di tangenti pagate a politici dal
gruppo di Collecchio per un progetto finalizzato alla costituzione di
una joint venture fra la Cit Viaggi
delle Ferrovie dello Stato
e la Parmatour.
L’ipotesi degli investigatori è che si sia tentato di scaricare
sul partner pubblico i debiti del gruppo turistico della Parmalat.
Egli, che si proclama innocente, è stato chiamato in causa da
Calisto Tanzi, a cui lo lega una stretta
amicizia.]
Composizione
Camera dei Deputati Seggi
Democrazia Cristiana
Partito Socialista Italiano
Partito Repubblicano Italiano
Partito Socialdemocratico Italiano
Partito Liberale Italiano
Südtiroler Volkspartei
Union Valdôtaine
Totale Maggioranza 234
94
21
17
11
3
1
381
Partito Comunista Italiano
Movimento Sociale Italiano
Partito Radicale
Liste Verdi
Democrazia Proletaria
Partito Sardo d'Azione
Lega Lombarda
Totale Opposizione 177
35
13
13
8
2
1
249
Totale 630
Senato della Repubblica Seggi
Democrazia Cristiana
Partito Socialista Italiano
Partito Repubblicano Italiano
Partito Socialdemocratico Italiano
Partito Liberale Italiano
Südtiroler Volkspartei
Union Valdôtaine
Totale Maggioranza 125
43
8
6
3
2
1
188
Partito Comunista Italiano
Movimento Sociale Italiano
Partito Radicale
Liste Verdi
Socialisti Indipendenti
Democrazia Proletaria
Partito Sardo d'Azione
Lega Lombarda
Totale Opposizione 101
16
3
2
2
1
1
1
127
Totale 315
Composizione del governo:
Democrazia Cristiana (DC), Presidente del Consiglio, 15 ministri e
35 sottosegretari
Partito Socialista Italiano (PSI), 9 ministri, 19 sottosegretari e Vicepresidente
del Consiglio
Partito Repubblicano Italiano (PRI), 3 ministri e 5 sottosegretari
Partito Socialista Democratico Italiano (PSDI), 2 ministri e 3 sottosegretari
Partito Liberale Italiano (PLI), 1 ministro e 4 sottosegretari.
Presidente del Consiglio dei ministri
Ciriaco De Mita (DC)
Vicepresidente del Consiglio dei ministri
Gianni De Michelis (PSI)
Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei ministri
Riccardo Misasi (DC), Angelo Sanza (DC, servizi di sicurezza, fino
al 19/12/88), Giuseppe Lelio Petronio (PSI, interventi nel Mezzogiorno),
Giuseppe Galasso (PRI, interventi nel Mezzogiorno), Learco Saporito
(DC, ricerca scientifica), Emilio Rubbi (DC, dal 05/01/89)
Ministeri senza portafoglio
Affari regionali e Problemi istituzionali
Antonio Maccanico (PRI)
Affari sociali
Rosa Iervolino Russo (DC)
Coordinamento delle politiche comunitarie
Antonio La Pergola (PSI)
Coordinamento della protezione civile
Vito Lattanzio (DC)
Funzione pubblica
Paolo Cirino Pomicino (DC)
Interventi straordinari nel Mezzogiorno
Remo Gaspari (DC)
Problemi delle aree urbane
Carlo Tognoli (PSI)
Ricerca scientifica
Antonio Ruberti (PSI)
Rapporti col Parlamento
Sergio Mattarella (DC)
MINISTERI
Affari esteri
Ministro Giulio Andreotti (DC)
Sottosegretari Susanna Agnelli (PRI), Gilberto Bonalumi (DC), Giovanni
Manzolini (PSI), Mario Raffaelli (PSI)
Interno
Ministro Antonio Gava (DC)
Sottosegretari Saverio D'Aquino (PLI), Franco Fausti (DC), Giorgio Postal
(DC), Valdo Spini (PSI)
Grazia e Giustizia
Ministro Giuliano Vassalli (PSI)
Sottosegretari Franco Castiglione (PSI), Francesco Cattanei (DC), Mario
D'Acquisto (DC)
Bilancio e Programmazione Economica
Ministro Amintore Fanfani (DC)
Sottosegretari Giuseppe Demitry (PSI), Emilio Rubbi (DC, fino al 05/01/89),
Angelo Picano (DC, dal 05/01/89)
Finanze
Ministro Emilio Colombo (DC)
Sottosegretari Stefano De Luca (PLI), Dino Madaudo (PSDI), Carlo Merolli
(DC), Carlo Senaldi (DC), Domenico Susi (PSI)
Tesoro
Ministro Giuliano Amato (PSI)
Sottosegretari Tarcisio Gitti (DC), Angelo Pavan (DC), Carmelo Pujia
(DC), Maurizio Sacconi (PSI)
Difesa
Ministro Valerio Zanone (PLI)
Sottosegretari Gaetano Gorgoni (PRI), Mauro Bubbico (DC), Delio Meoli
(PSI), Giuseppe Pisanu (DC)
Pubblica Istruzione
Ministro Giovanni Galloni (DC)
Sottosegretari Beniamino Brocca (DC), Luigi Covatta (PSI), Savino Melillo
(PLI), Giuliano Zoso (DC)
Lavori Pubblici
Ministro Enrico Ferri (PSDI)
Sottosegretari Raffaele Costa (PLI), Marte Ferrari (DC), Gualtiero Nepi
(DC)
Agricoltura e Foreste
Ministro Calogero Antonio Mannino (DC)
Sottosegretari Francesco Cimino (PSI), Giovanni Zarro (DC)
Trasporti
Ministro Giorgio Santuz (DC)
Sottosegretari Angelo Gaetano Cresco (PSI), Alessandro Ghinami (PSDI),
Piergiovanni Malvestio (DC)
Poste e Telecomunicazioni
Ministro Oscar Mammì (PRI)
Sottosegretari Giuseppe Astone (DC), Vincenzo Sorice (DC), Franco Tempestini
(PSI)
Industria, Commercio e Artigianato
Ministro Adolfo Battaglia (PRI)
Sottosegretari Paolo Babbini (PSI), Ivo Butini (DC), Gianni Ravaglia
(PRI), Nicola Sanese (DC)
Sanità
Ministro Carlo Donat-Cattin (DC)
Sottosegretari Felice Contu (DC), Mariapia Garavaglia (DC), Elena Marinucci
(PSI)
Commercio con l'Estero
Ministro Renato Ruggiero (PSI)
Sottosegretari Enrico Ermelli Cupelli (PRI), Claudio Lenoci (PSI), Alberto
Rossi (DC)
Marina Mercantile
Ministro Giovanni Prandini (DC)
Sottosegretari Filippo Fiorino (PSI)
Partecipazioni Statali
Ministro Carlo Fracanzani (DC)
Sottosegretari Giulio Santarelli (PSI, fino al 02/03/89), Sebastiano
Montali (PSI, dal 02/03/89)
Lavoro e Previdenza Sociale
Ministro Rino Formica (PSI)
Sottosegretari Natale Carlotto (DC), Sivano Costi (PSDI), Elio Fontana
(DC)
Beni Culturali e Ambientali
Ministro Vincenza Bono Parrino (PSDI)
Sottosegretari Gianfranco Astori (DC)
Turismo e Spettacolo
Ministro Franco Carraro (PSI)
Sottosegretari Antonio Muratore (PSI), Luigi Rossi di Montelera (DC)
Ambiente
Ministro Giorgio Ruffolo (PSI)
Sottosegretari Anna Gabriella Ceccatelli (DC)
Università e Ricerca Scientifica
Ministro Antonio Ruberti, ad interim
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