– Gianfranco
FINI
(Bologna, 3 gennaio 1952)
uomo politico italiano,
[Esponente di:
- (1969-95) MSI (Movimento Sociale Italiano);
- 1995-2009) AN (Alleanza Nazionale);
- (2009-10) PdL (Popolo della Libertà);
- (2010-13) Futuro e Libertà per l'Italia (2010-2013).]
laureato in pedagogia presso l'Università di Roma La Sapienza,
giornalista;
[Figlio di Argenio
[Sergio] Fini
(Bologna, 1923 - Roma, 1998), volontario della Repubblica Sociale Italiana
nella Divisione di Fanteria San Marco, e più tardi iscritto all'Associazione
nazionale dei combattenti. Prima dell'ascesa politica del figlio, si
dichiarò vicino al Psdi, ma dopo l'iscrizione
del figlio nel MSI (Movimento Sociale Italiano) abbandonò
la militanza politica, per gli impegni correlati al suo nuovo lavoro
in una compagnia petrolifera: prima presso l'Agip
e poi, per più di quindici anni, in Libia per conto dell'olandese
Shell.
Il nonno paterno, morto nel 1970, faceva parte del PCI,
e fu per anni segretario di una sezione provinciale dello stesso.
La madre, Erminia Marani (Ferrara,
1926 - Roma, 2008), era figlia di Antonio
Marani (Ferrara, 1898 - Modena, 1977), presente assieme
a Italo Balbo alla marcia su Roma, oltre
che, alla fine delle guerra, tra i più assidui organizzatori
delle sezioni e dei circoli dell'allora neonato MSI
(Movimento Sociale Italiano) nell'area emiliana.
Il nome Gianfranco fu scelto per ricordare un cugino ucciso a vent'anni
dai partigiani nei pressi di Sasso Marconi, quando era da poco passato
il 25 aprile del 1945.
Ha un fratello, Massimo,
nato nel 1956 (da non confondere con l'omonimo giornalista e scrittore)
per anni anch'egli militante del MSI.
Negli anni ottanta incontra Daniela Di Sotto,
allora moglie di Sergio Mariani, amico
(tenterà il suicidio poco dopo) e dirigente del partito. La signora
Daniela Di Sotto si separa dal marito per
unirsi a lui.
Nel 1985 nasce Giuliana,
la loro unica figlia.
Tre anni più tardi si sposa con rito civile.
Nel giugno 2007, annuncia la separazione dalla moglie.
Dopo la separazione, viene resa pubblica la relazione con l'avv. Elisabetta
Tulliani.
Dalla relazione sono nate le figlie Carolina
(il 2 dicembre 2007) e Martina.]
frequenta l'istituto magistrale "Laura Bassi";
1968
5 giugno, elezioni politiche (V Legislatura – 1968 5 giu-24 mag
1972);
giugno-dicembre 1968 (II "governo
Leone");
dicembre-luglio 1969 (I "governo
Rumor");
si ritrova coinvolto in alcuni scontri davanti ad un cinema dove un
gruppo di militanti di sinistra sta contestando la proiezione del film
"Berretti verdi", favorevole alla guerra del Vietnam;
1969
spinto da questo episodio, inizia così la sua
carriera politica, iscrivendosi alla Giovane Italia, l'associazione
studentesca legata al MSI (Movimento Sociale Italiano);
agosto-febbraio 1970 (II "governo
Rumor");
1970
27 marzo-6 luglio (III "governo
Rumor");
agosto-gennaio 1972 ("governo
Colombo");
1972
17-26 febbraio 1972 (I "governo
Andreotti");
25 maggio, elezioni politiche (VI Legislatura – 1972 25 mag - 4 lug
1976);
giugno-giugno 1973 (II "governo
Andreotti");
si trasferisce con la famiglia a Roma;
1973
luglio-marzo 1974 (IV "governo
Rumor");
diviene dirigente della federazione provinciale romana del
FdG (Fronte della Gioventù), da poco costituitosi;
1974
14 marzo-3 ottobre (V "governo
Rumor");
novembre-gennaio 1976 (IV "governo
Moro");
entra in Direzione nazionale del FdG (Fronte della
Gioventù);
1976
12 febbraio-30 aprile (V "governo
Moro");
5 luglio, elezioni politiche (VII Legislatura – 1976 lug-19 giu 1979);
luglio-gennaio 1978 (III "governo
Andreotti");
agosto, assolve agli obblighi di leva, prima a Savona nell'89º
Reggimento Fanteria Salerno (Caserma Bligny), poi al distretto militare
di Roma e quindi al ministero della Difesa;
1977
gennaio, all'XI congresso nazionale del
MSI viene eletto nel Comitato centrale;
giugno, diviene segretario nazionale (1977-88)
del FdG (Fronte della Gioventù),
per volontà del segretario missino Giorgio
Almirante;
[Al congresso nazionale giovanile era arrivato quarto
su sette eletti nella segreteria; è stato Giorgio
Almirante a sceglierlo, come prevede lo statuto, segretario.]
Nel frattempo consegue la laurea in pedagogia, senza frequentare i corsi.
In questi anni diviene anche redattore (1977-83) del quotidiano di partito
«Il Secolo d'Italia» e dirige il quindicinale del FdG «Dissenso»;
[Allo stipendio da dirigente di partito preferisce il
tesserino da giornalista professionista.]
1978
marzo-gennaio 1979 (IV "governo
Andreotti");
1979
20-31 marzo (V "governo
Andreotti");
20 giugno, elezioni politiche (VIII Legislatura – 1979 20 giu-11
lug 1983);
agosto-marzo 1980 (I "governo
Cossiga");
1980
4 aprile-27 settembre (II "governo
Cossiga");
ottobre-maggio 1981 ("governo
Forlani");
1981
giugno-agosto 1982 (I "governo
Spadolini");
1982
23 agosto-13 novembre (II "governo
Spadolini");
dicembre-aprile 1983 (V "governo
Fanfani);
1983
consigliere comunale di San Felice Circeo;
12 luglio, eletto per la prima volta deputato
(IX Legislatura – 1983 12 lug-1 lug 1987) per il MSI-DN
(Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale), nel collegio di ROMA
;
agosto-giugno 1986 (I "governo
Craxi");
1986
agosto-marzo 1987 (II "governo
Craxi");
1987
17 aprile-luglio (VI "governo
Fanfani);
2 luglio, rieletto deputato (X Legislatura – 1987 2 lug-22 apr
1992);
luglio-marzo 1988 ("governo
Goria");
settembre, alla festa del partito a Mirabello, Giorgio
Almirante lo candida pubblicamente come suo successore alla segreteria
del partito;
[Secondo un retroscena emerso nel 2009, Giorgio
Almirante avrebbe pensato sin dal 1980 a individuare una persona
«giovane, non fascista, non nostalgica,
che creda, come ormai credo anch'io, in queste istituzioni, in questa
Costituzione. Perché solo così il MSI può avere
un futuro».]
dicembre, nel congresso di Sorrento, candidato della corrente
almirantiana, sconfigge l'ala di sinistra e movimentista del MSI,
di Pino Rauti e Beppe
Niccolai, e viene eletto nuovo segretario (1987-gen
1990) del MSI-DN, dopo Giorgio
Almirante ;
[Giorgio Almirante morirà
pochi mesi dopo, il 22 maggio 1988.]
1988
aprile-luglio 1989 ("governo
De Mita");
1989
luglio-marzo 1991 (VI "governo
Andreotti");
parlamentare europeo;
1990
gennaio, al congresso di Rimini, Pino
Rauti viene eletto nuovo segretario nazionale del MSI-DN;
1991
aprile-aprile 1992 (VII "governo
Andreotti");
alle elezioni amministrative e alle regionali in Sicilia, Pino
Rauti subisce una forte sconfitta;
giugno-settembre, consigliere comunale di Aprilia;
luglio, viene rieletto segretario (1991 lug-gen
1995) del MSI-DN dal Comitato centrale del partito;
dicembre-maggio 1992, consigliere comunale di Brescia;
1992
23 aprile, rieletto deputato (XI Legislatura – 1992 23 apr-14
apr 1994);
giugno-aprile 1993 (I "governo
Amato");
1993
febbraio-ottobre, consigliere comunale di Reggio Calabria;
aprile-aprile 1994 ("governo
Ciampi");
autunno, decide di correre per la carica di sindaco di Roma, arrivando
al ballottaggio contro Francesco Rutelli;
[Per la prima volta un esponente del MSI
riceve un largo suffragio.
L'imprenditore Silvio Berlusconi, non ancora
attivo protagonista della politica italiana, a Casalecchio di Reno afferma
in questa occasione la propria scelta elettorale, asserendo: «Se
votassi a Roma, la mia preferenza andrebbe a Fini».]
consigliere comunale (1993-2001) a Roma;
1994
15 aprile, rieletto deputato (XII Legislatura – 1994 15 aprile-8
mag 1996) per la lista Forza Italia, circoscrizione
XV (LAZIO 1), Collegio 24 Roma-Della Vittoria;
[È iscritto ai gruppi parlamentari:
- AN-MSI dal 21 aprile 1994 al 7 febbraio 1995;
- AN dal 7 febbraio 1995 all'8 maggio 1996.]
10 maggio-17 gennaio 1995 (I "governo
Berlusconi");
[Per la prima volta nella storia della Repubblica l'esecutivo
conta quattro ministri appartenenti ad AN, tra cui
il vice presidente del Consiglio "Pinuccio"
Tatarella.]
deputato (membro della commissione affari esteri) e parlamentare europeo;
propone e ottiene la nascita di AN (Alleanza Nazionale); alle
elezioni politiche si allea con Forza Italia e si presenta al Sud come
parte del "Polo del buon governo";
1995
gennaio-gennaio 1996 ("governo
Dini");
25-29 gennaio, la svolta nel congresso di Fiuggi
[svolta di Fiuggi] segna
una radicale trasformazione del MSI con l'assunzione
della carica di presidente di AN (Alleanza Nazionale),
al posto del precedente coordinatore Adolfo Urso;
[Coronamento di un'iniziativa di "Pinuccio"
Tatarella e Adolfo
Urso nata nel 1993.
Pino Rauti, Erra,
Staiti e pochi altri vanno via dal partito
per fondare il Movimento Sociale-Fiamma Tricolore.]
1996
9 maggio, rieletto deputato (XIII Legislatura – 1996 9 mag-29
mag 2001) per AN (Alleanza Nazionale), circoscrizione
XV (LAZIO 1), Collegio 24 Roma-Della Vittoria;
deputato, rafforza l'alleanza con Forza Italia e le
altre forze del "Polo delle libertà" c passata
ora all'opposizione;
maggio-ottobre 1998 (I "governo
Prodi");
1998
ottobre-dicembre 1999 (I "governo
D'Alema");
1999
dicembre-aprile 2000, (II "governo
D'Alema");
2000
aprile-giugno 2001 (II "governo
Amato");
2001
30 maggio, rieletto deputato (XIV Legislatura – 2001 30 mag-27
apr 2006) per AN (Alleanza Nazionale), circoscrizione
XV (LAZIO 1), Collegio 24 Roma-Della Vittoria;
[AN, nell'ambito della coalizione del
centrodestra della Casa delle libertà, vincitrice delle
elezioni, raccoglie circa il 12 % dei suffragi.]
11 giugno-23 aprile 2005, vicepresidente del Consiglio
dei ministri (II "governo
Berlusconi");
2002
febbraio, è nominato rappresentante del governo italiano
alla Convenzione europea, per la stesura della bozza di costituzione
europea;
Si deve a lui, tra l'altro, la "Legge
Bossi-Fini" – molto contestata – sulla regolamentazione
degli extracomunitari.
2004
18 novembre-17 maggio 2006, ministro
degli Affari esteri ;
[Al posto di Franco Frattini,
entrato nella Commissione europea.]
2005
23 aprile–17 maggio 2006, vicepresidente del Consiglio
dei ministri (III "governo
Berlusconi");
estate, all'indomani di un'Assemblea Nazionale che gli ha riconfermato
la fiducia e ha deliberato lo scioglimento delle correnti interne, lui
e il suo partito ritrovano l'unità e la concordia;
in vista delle elezioni politiche italiane del 2006 per la prima volta
il suo cognome compare nel simbolo elettorale di AN,
così come è stato richiesto da alcuni suoi sostenitori;
2006
febbraio, fa approvare una modifica al D.P.R.
n. 309/1990 (Testo Unico sugli stupefacenti), la cosiddetta
"Legge Fini-Giovanardi",
inserita nel pacchetto sicurezza per i XX Giochi olimpici invernali
svoltisi a Torino;
[Questa legge abolisce la distinzione giuridica tra droghe
leggere, quali la cannabis, e droghe pesanti, quali eroina o cocaina
e punisce in base alla quantità di principio attivo contenuto
nelle droghe.]
28 aprile, rieletto deputato (XV Legislatura – 2006 28 apr-28
apr 2008) per AN (Alleanza Nazionale), circoscrizione
XI (EMILIA-ROMAGNA);
maggio-aprile 2008 (II "governo
Prodi");
estate, annuncia l'imminente eliminazione della fiamma e della scritta
"M.S.I." dal simbolo di AN
(Alleanza Nazionale), ponendo come termine ultimo le elezioni europee
del 2009;
[Questa dichiarazione segna l'atto conclusivo di un'azione
di rinnovamento dell'identità del partito, già avviata
nel 1995 a Fiuggi, volta a scrollarsi l'eredità del fascismo
e rendendo così AN un partito esponente di una
destra moderata e moderna, soprattutto in vista di una possibile fusione
col partito di Forza Italia.
Nel corso della XV legislatura fanno discutere le sue posizioni sul
tema della fecondazione assistita, che sembrano in contrasto con lo
spirito conservatore di AN: in particolare, l'annuncio
del voto favorevole (tre sì e un no) ai referendum sulla stessa
del giugno 2005.]
dicembre, dichiara la propria apertura a discutere sul tema
del riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto, comprendendo in
esse le unioni omosessuali:
« Se ci sono diritti o doveri
delle persone che non sono tutelati perché fanno parte di un'unione
e non di una famiglia servirà un intervento legislativo per rimuovere
la disparità. Naturalmente quando parlo di persone mi riferisco
a tutti. »
In ogni caso si dice contrario al disegno di legge presentato dal centrosinistra
per regolamentare la materia (i DICO).
2007
gennaio, a fine mese Silvio Berlusconi
lo dichiara come suo successore in caso di creazione di un partito unico,
incontrando i dissensi della Lega e dell'UDC;
2008
[Dopo la nascita del nuovo soggetto politico Il
Popolo della Libertà ad opera di Silvio
Berlusconi, il quale ha dichiarato di auspicare una nuova legge
elettorale alla tedesca (cioè proporzionale con sbarramento),
in un primo tempo egli riferisce che AN non vi farà
parte, giudicando confuso e superficiale il modo in cui il PdL
è nato, e manifestando così un aperto dissenso verso l'alleato
della ormai "ex coalizione".]
aprile, contrariamente a quanto dichiarato in precedenza, ora
la caduta del II "governo
Prodi" lo fa riavvicinare a Silvio Berlusconi,
con cui si accorda per presentare alle imminenti elezioni del 13 e 14
aprile, AN e FI sotto il simbolo del
Popolo della Libertà, passo iniziale per la
costruzione di un unico soggetto politico di centrodestra. [Così
egli spiega la sua scelta di far aderire AN al neonato
Popolo delle Libertà, dopo le incomprensioni
degli ultimi mesi:
« È cambiato il patto politico. Ero
e sono contrario a confluire in un partito deciso unilateralmente da
Berlusconi, della serie: prendere o lasciare. Così non è:
tutto quello che stiamo costruendo e che costruiremo fa parte di un
progetto condiviso assieme. Il Popolo della libertà
che stiamo proponendo agli italiani non nasce a San Babila, sul predellino
o ai gazebo: nascerà nell'urna il 13 e 14 aprile. »
Intesa ratificata all'unanimità all'Assemblea nazionale del suo
partito del 15 febbraio 2008.]
29 aprile, rieletto deputato (XVI Legislatura – 2008 29 apr-14
mar 2013) per il PdL (Popolo della Libertà),
circoscrizione XI (EMILIA-ROMAGNA);
[Iscritto al gruppo parlamentare: PdL (Popolo della Libertà)'
dal 5 maggio 2008 all'8 settembre 2010.]
30 aprile–14 marzo 2013, eletto Presidente della Camera
dei Deputati;
[Al quarto scrutinio con 335 voti, su 611 votanti
e maggioranza richiesta di 306 voti.]
____________________
Con l'elezione annuncia di lasciare la presidenza di AN,
la cui reggenza viene affidata l'11 maggio 2008 ad Ignazio
La Russa, nell'attesa del congresso che porterà alla nascita
ufficiale del partito del Popolo della Libertà.
Nell'occasione, commentando l'omaggio che il presidente
Giorgio Napolitano aveva rivolto pochi
giorni prima a tutte le vittime del terrorismo, senza distinzione tra
quelle di destra e sinistra, egli sostiene «la
chiusura del dopoguerra», «la
fine della frattura della destra con la società»,
«il superamento della condizione di minorità»:
«Si onorano i nostri morti, la nostra politica
diventa centrale. È la dimostrazione che abbiamo davvero vinto.»
Nel suo discorso di insediamento al vertice di Montecitorio egli si
è richiamato alle festività del 25 aprile e del 1º
maggio affermando che «celebrare la ritrovata
libertà dell'Italia e la centralità del lavoro è
un dovere cui nessuno deve sottrarsi». Ha inoltre fatto
riferimento al superamento degli schemi ideologici del passato, ammonendo
che «un'insidia alla nostra libertà
e alla democrazia esiste tuttora. Non viene dalle ideologie antidemocratiche
del secolo scorso ormai superate, ma dal diffuso e crescente relativismo
culturale». Centrale è stato il passaggio sui temi
da affrontare per il nuovo Parlamento, in cui egli ha detto che «la
XVI dovrà essere davvero una legislatura Costituente».
Ha quindi reso omaggio al tricolore e agli ex-presidenti della Repubblica
Cossiga e Ciampi.
Pochi giorni dopo la sua elezione, a proposito del pestaggio a opera
di alcuni naziskin a Verona, che portò alla morte del giovane
Nicola Tommasoli, e delle bandiere di Israele
bruciate da giovani dei centri sociali durante la manifestazione del
1º maggio 2008 a Torino, egli, pur premettendo che si tratta di
"fenomeni non paragonabili”, ha sostenuto,
suscitando reazioni polemiche, che l'episodio di Torino è molto
più grave perché non è la prima volta che frange
della sinistra radicale danno vita ad azioni contro Israele che cercano
di giustificare con una politica antisionista.
Proseguendo sempre più nel suo percorso di revisione dei valori
della destra, nel 2008 ha ribadito, durante la festa di Azione Giovani
Atreju 08 a Roma, che la destra deve riconoscersi in quei valori «presenti
nella Costituzione: la libertà, l'uguaglianza e la giustizia
sociale. Valori che hanno guidato e ancora guidano il cammino della
destra e che sono valori di ogni democrazia e sono a pieno titolo antifascisti.»
Durante l'esercizio del suo nuovo ruolo di Presidente della Camera ha
ammonito il governo per la sua decisione di ricorrere più volte
ai voti di fiducia, criticandone l'uso a suo giudizio eccessivo.
A seguito di alcune sue dichiarazioni, con le quali ha giudicato negativamente
la decisione del governo di intervenire per decreto sul caso di Eluana
Englaro, o quando ha sostenuto l'esigenza di difendere la laicità
dello Stato, egli ha ricevuto critiche da parte di esponenti dell'UdC
e del suo stesso partito, ma ottenendo la solidarietà di altri
come Gianfranco Rotondi della nuova
DC.
In seguito ha ricevuto parole di elogio anche da parte del radicale
Marco Pannella, che lo ha ringraziato per
la sua imparzialità e il suo senso dello Stato.
La battaglia contro l'assenteismo parlamentare
In qualità di Presidente della Camera si è battuto contro
il costume dei parlamentari assenteisti, promuovendo un sistema di voto
digitale che impedisca ai deputati presenti in aula di votare anche
per conto degli assenti. Giudicando «immorale
e censurabile» il comportamento dei cosiddetti "pianisti"
(cioè di coloro che votano usando due mani, una per il proprio
voto e l'altra per quello di un collega assente), ha stabilito che dal
9 marzo 2009 non si voterà più con un semplice pulsante,
ma solo con le impronte digitali.
Il nuovo sistema anti-pianisti è stato quindi sperimentato il
4 marzo. Egli stesso si è recato personalmente a farsi prelevare
le impronte digitali, anche se egli per prassi non partecipa alle votazioni
in quanto Presidente della Camera.
Il nuovo sistema da lui introdotto ha incontrato le obiezioni di 19
parlamentari che rifiutano di sottoporsi al rilevamento delle proprie
impronte. Egli si è detto tuttavia ottimista sostenendo che si
tratta di un gruppo esiguo che non potrà sollevare casi politici
tali da ostacolare il nuovo regime di voto.]
______________________________
8 maggio-16 novembre 2011 (IV "governo
Berlusconi");
luglio, si riaccende la tensione con i vertici del partito,
a cui egli contesta la linea sui temi della giustizia e della legalità
e accusa di appiattirsi troppo sui temi della Lega,
rinunciando al ruolo di protagonista dell'agenda governativa;
2010
29 luglio, un documento votato dalla maggioranza dei componenti
dell'ufficio di presidenza del PdL, ad eccezione dei
tre esponenti finiani, sfiducia il presidente della Camera decretandone,
di fatto, l'espulsione dal partito che aveva contribuito a fondare,
e sancisce la rottura tra lui e Silvio Berlusconi,
che afferma: "I comportamenti di Fini sono
incompatibili con i valori del PdL e con i nostri elettori. Viene quindi
meno la fiducia anche per il suo ruolo di garante come presidente della
Camera";
30 luglio, egli annuncia che, essendo stato di fatto espulso
dal partito, creerà un nuovo gruppo parlamentare, denominato
Futuro e Libertà per l'Italia;
[Ad esso aderiscono 34 deputati e 10 senatori uscenti
da Il Popolo della Libertà, così smentendo
alcuni ex colonnelli di AN (Alleanza Nazionale), che
avevano garantito a Silvio Berlusconi che
egli non sarebbe mai stato in grado di costituire gruppi autonomi.]
______________________
agosto, è al centro di un'aspra campagna di stampa, capeggiata
proprio dai quotidiani «Il Giornale», «Libero»
e dal settimanale «Panorama»
[Oggetto della campagna è un alloggio
di 45 m² a Monte Carlo lasciato in eredità dalla
contessa Anna Maria Colleoni ad Alleanza
Nazionale nel 1999.
Tale alloggio, venduto dal partito nel 2008 ad una società off
shore dell'isola Santa Lucia, per la cifra di euro 300.000, risulta
affittato con regolare contratto all'imprenditore immobiliare Giancarlo
Tulliani, fratello minore della sua compagna.
- 30 luglio, viene presentata una denuncia da Storace
e la Procura di Roma apre un fascicolo sulla vicenda, quale atto dovuto:
l'indagine è contro ignoti;
- 8 agosto, con una nota diffusa dalla Presidenza della
Camera e stilata in collaborazione con l'avv. Giulia
Bongiorno, egli offre la sua versione dei fatti, ma la campagna
di stampa continua con ulteriori smentite e la raccolta di testimonianze;
- 25 settembre, in un comunicato video egli dichiara:
«Se dovesse emergere che l'appartamento
di Montecarlo appartiene a Giancarlo Tulliani lascerò
la presidenza della Camera»;
- 26 ottobre, la Procura di Roma annuncia che non risulta
esserci nessuna frode nell'affare, e chiede l'archiviazione delle indagini
su di lui. (segue 2011)]
5 settembre, dopo un'estate di aspre polemiche tra Il
Popolo della Libertà e il gruppo dei finiani, accompagnate
da un'accesa campagna di stampa guidata dal «Giornale» di
Vittorio Feltri, egli tiene un lungo intervento
nel corso della Festa Tricolore di Mirabello; [Egli ribadisce
il suo sostegno al "governo Berlusconi", ma sancisce, di fatto,
la fine dell'esperienza rappresentata dal PdL; rivendica
quindi il diritto ad esprimere il dissenso suo e del suo gruppo all'interno
della maggioranza e l'importanza di non appiattirsi sulla Lega
su molte questioni e soprattutto in materia di federalismo; prende poi
apertamente le distanze dalla politica economica del governo in materia
di giustizia e di legalità. Infine replica alla campagna dei
giornali che si sono scagliati contro la sua famiglia, i cui metodi
vengono da lui definiti da "lapidazione islamica".]
8 settembre, alla ripresa dei lavori parlamentari, lascia il
gruppo parlamentare del PdL e aderisce al gruppo di
Futuro e Libertà per il Terzo Polo;
[Vi rimarrà fino al 14 marzo 2013.]
7 novembre, in occasione della prima convention di Futuro
e Libertà a Bastia Umbra, ratifica la crisi del governo,
chiedendo a Silvio Berlusconi di rassegnare
le dimissioni, annunciando che in caso contrario la delegazione del
suo partito lascerà il governo;
15 novembre, la delegazione finiana abbandona, come da avviso,
il governo;
dicembre, la decisione di votare una mozione di sfiducia verso
il IV "governo
Berlusconi", poi fallita, provoca il dissenso e la fuoriuscita
da FLI da parte di Silvano Moffa,
da sempre considerato un suo fedelissimo;
2011
27 gennaio, si riapre la polemica (mai sopita) dell'appartamento
a Monte Carlo;
[Il ministro degli Esteri Franco
Frattini, rispondendo ad un'interrogazione parlamentare, si pronuncia
in Senato in merito ad alcuni documenti arrivati alla Farnesina dall'isola
caraibica di Santa Lucia dicendo che «il
primo ministro di Santa Lucia gli avrebbe certificato l'autenticità
del documento» che testimonierebbe come Giancarlo
Tulliani sarebbe il proprietario di una società che deterrebbe
il bene, ma forti dubbi emergeranno successivamente sull'autenticità
di questo documento caraibico, anche in relazione al particolare attivismo
intorno a tutta la vicenda del faccendiere Valter
Lavitola, legato proprio a Silvio Berlusconi.
In seguito la Procura dichiarerà che il contenuto della carta
proveniente da Santa Lucia appare del tutto irrilevante ai fini delle
indagini, confermando quindi la richiesta di archiviazione.
La richiesta sarà accolta dal presidente dei Gip del Tribunale
di Roma che disporrà l'archiviazione dell'inchiesta dato che
nella vicenda non è ravvisabile alcun reato.]
13 febbraio, nel corso dell'assemblea fondativa di Milano, viene
eletto presidente (2011 13 feb-8 mag 2013,) del nuovo
partito Futuro e Libertà per l'Italia;
novembre, cade il "governo Berlusconi";
16 novembre-28 aprile 2013 ("governo
Monti");
insieme al cosiddetto Terzo polo di cui FLI
è entrato a far parte, egli si schiera a favore dell'insediamento
del nuovo governo;
[Continuerà ad appoggiarlo anche in vista delle
elezioni 2013, auspicando «una grande lista
civica nazionale, una grande lista per l'Italia che chiami a raccolta
le energie sane del paese senza personalismi».]
2012
-
2013
24-25 febbraio, alle elezioni politiche (XVII Legislatura – 2013
25 feb-…) è capolista di FLI alla Camera dei
Deputati in tutte le circoscrizioni, in coalizione con la lista di Mario
Monti, Scelta Civica, e con l'UdC;
[Il risultato elettorale del suo partito, lo 0,47%, non
consente l'elezione di alcun deputato.]
14 marzo, cessa dalla carica di Presidente della Camera dei Deputati;
28 aprile-22 febbraio 2014 ("governo
Letta");
8 maggio, l'Assemblea nazionale di Futuro e Libertà
accetta le sue dimissioni presentate all'indomani delle elezioni, e
il coordinatore Roberto Menia resta di
fatto alla guida del partito;
più tardi diventerà presidente dell'associazione culturale
"Libera Destra";
2014
22 febbraio, ("governo
Renzi");
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