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– Romano
PRODI
(Scandiano, Reggio Emilia 9 agosto 1939)
uomo politico italiano, esponente del PD (Partito
Democratico).
Partito politico:
- (1963-1994) - Dc (Democrazia Cristiana),
- (1994-1996) - PPI (Partito Popolare Italiano),
- (1996-1999) - Movimento per l'Ulivo,
- (1999-2002) - I Democratici,
- (2007-2013) - PD (Partito Democratico).
È stato il primo ed unico candidato Premier del
centro-sinistra ad aver vinto le elezioni politiche italiane (quelle
del 1996 e quelle del 2006) e ad aver formato un Governo senza ricorrere
ad alleanze con coalizioni rivali.
Tendenza politica Cristianesimo sociale
Alma mater Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano
[Ottavo dei nove figli (sette fratelli e due sorelle)
di Mario – ingegnere, di origine
contadina, che lavorava per l'amministrazione provinciale – e di Enrica,
maestra elementare.
Fratello di:
. Giovanni,
primogenito, docente universitario di Matematica;
. Vittorio, docente universitario
di Fisica e anche eurodeputato,
. Paolo, docente universitario
di Storia moderna,
. Franco, docente universitario
di Fisica dell'atmosfera,
. Giorgio, docente universitario
di Patologia generale.
Nel 1969, sposa, in una celebrazione presieduta dal sacerdote (futuro
cardinale) Camillo Ruini, la studentessa
(poi economista e docente universitaria) Flavia
Franzoni.
La coppia ha due figli: Giorgio
e Antonio.]
Laurea in giurisprudenza; professore ordinario di economia e politica
industriale
Ha collaborato con i maggiori quotidiani nazionali tra cui il Corriere
della Sera e Il Sole 24 ORE con numerosi articoli ed editoriali e inoltre
è stato conduttore nel 1992 di una serie di trasmissioni su Rai
Uno: Il tempo delle scelte, in cui teneva delle vere e proprie lezioni
di economia.
È inoltre membro del comitato esecutivo dell'Aspen Institute
Italia, un'organizzazione americana finanziata anche dalla Rockefeller
Brothers Fund, che si pone come obiettivo quello di incoraggiare
le leadership illuminate, le idee e i valori senza tempo.
_____________________
inizia i suoi studi al liceo classico Ariosto di Reggio Emilia;
dopo aver vinto una borsa di studio per il Collegio Augustinianum, si
iscrive all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano;
1961
si laurea (110 e lode) in Giurisprudenza
all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano;
[Presentando una tesi sul "protezionismo nello sviluppo
dell'industria italiana" con Siro Lombardini.]
approfondisce i suoi studi a Milano, Bologna e alla London School of
Economics britannica, sotto la supervisione di Basil
Yamey;
1963
inizia la sua carriera accademica come assistente di Beniamino
Andreatta alla cattedra di "economia politica" della
facoltà di Scienze politiche dell'Università di Bologna;
lo stesso anno si affaccia per la prima volta in politica, venendo
eletto consigliere comunale a Reggio Emilia per la Dc
(Democrazia
Cristiana), ma dopo poco tempo lascia per le difficoltà a
conciliare l'impegno amministrativo con quello accademico a Bologna;
1973
all'Università di Trento, il cui rettore è il fratello
Paolo Prodi, ha l'incarico
di professore ordinario (1973-99) di "Economia e politica industriale";
1974
l'Università di Harvard negli Stati Uniti lo chiama come visiting
professor;
È anche visiting professor presso lo Stanford Research
Institute.
Ha insegnato presso il Johns Hopkins University - SAIS - Bologna Center.
presidente (1974-78) della casa editrice Il
Mulino;
co-fondatore della Promoteia;
presidente della Maserati (suo primo incarico
manageriale) e della società nautica Callegari
e Ghigi, imprese in difficoltà gestite dall'istituto finanziario
pubblico GEPI allo scopo
di risanarle;
1976
12 febbraio-30 aprile (V "governo
Moro");
5 luglio, elezioni politiche (VII Legislatura – 1976 lug-19 giu 1979);
luglio-gennaio 1978 (III "governo
Andreotti");
Allievo di Beniamino Andreatta, aderisce
alle correnti riformiste della Dc (Democrazia
Cristiana) e ha buoni rapporti con Giulio
Andreotti.
1978
marzo-gennaio 1979, (IV "governo
Andreotti");
25 novembre-20 marzo 1979, ministro dell'Industria, Commercio
e Artigianato;
[Al posto di C. Donat Cattin,
promuove una legge per regolare la ristrutturazione dell'industria ("legge
Prodi").
Promuove un decreto legge che porta il suo nome (legge
Prodi), volto a regolamentare la procedura di amministrazione
straordinaria dello Stato per il salvataggio delle grandi imprese in
crisi.]
Anche se non vuole mai diventare un vero e proprio militante della
Dc (il suo risulta infatti un ministero "tecnico"),
così come i capi della corrente morotea (Aldo
Moro e Benigno Zaccagnini su tutti)
e come Amintore Fanfani, non è ostile
né al Compromesso storico tra Dc e PCI
né alla partecipazione diretta dei comunisti al governo.
1979
20-31 marzo (V "governo
Andreotti");
20 giugno, elezioni politiche (VIII Legislatura – 1979 20 giu-11
lug 1983);
agosto-marzo 1980 (I "governo
Cossiga");
1980
4 aprile-27 settembre (II "governo
Cossiga");
ottobre-maggio 1981 ("governo
Forlani");
1981
giugno-agosto 1982 (I "governo
Spadolini");
fonda la Nomisma, istituto di studi econometrici
(studi economici e consulenza);
1982
diviene direttore delle riviste «Energia» e «L'Industria»;
23 agosto-13 novembre (II "governo
Spadolini");
grazie all'appoggio di Ciricaco De Mita,
è nominato presidente (1982-89) dell'IRI
(Istituto per la Ricostruzione Industriale) da Giovanni
Spadolini;
[Il maggiore ente pubblico che controlla varie società
di rilievo operanti nel mercato in diversi settori economici e che in
questo momento si trova in forti difficoltà economiche.]
dicembre-aprile 1983 (V "governo
Fanfani);
1983
12 luglio, elezioni politiche (IX Legislatura – 1983 12 lug-1
lug 1987);
agosto-giugno 1986 (I "governo
Craxi");
1986
agosto-marzo 1987 (II "governo
Craxi");
1987
17 aprile-luglio (VI "governo
Fanfani);
2 luglio, elezioni politiche (X Legislatura – 1987 2 lug-22 apr
1992);
luglio-marzo 1988 ("governo
Goria");
1988
aprile-luglio 1989 ("governo
De Mita");
La sua azione economico-manageriale trova ora l'appoggio del governo
guidato da Ciriaco De Mita.
1989
luglio-marzo 1991 (VI "governo
Andreotti");
1991
aprile-aprile 1992 (VII "governo
Andreotti");
1992
23 aprile, elezioni politiche (XI Legislatura – 1992 23 apr-14
apr 1994);
giugno-aprile 1993 (I "governo
Amato");
1993
aprile, in seguito alla caduta del governo, è in lizza, assieme
a Mario Segni e Carlo
Azeglio Ciampi, per l'incarico di Presidente del Consiglio a
capo di un governo tecnico;
tale carica è però assegnata al governatore della Banca
d'Italia, Carlo Azeglio Ciampi;
aprile-aprile 1994 ("governo
Ciampi");
ancora presidente (1993-94) dell'IRI,
chiamato da C.A. Ciampi, riesce in un'opera
di risanamento dei bilanci, operando drastici tagli di spesa e cercando
di introdurre trasparenza e moralità;
1994
15 aprile, elezioni politiche (XII Legislatura – 1994 15 aprile-8
mag 1996);
10 maggio-17 gennaio 1995 (I "governo
Berlusconi");
25 maggio, si reca a Palazzo Chigi per un colloquio di un'ora
col nuovo Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi;
[Ha probabilmente deciso di dimettersi da presidente
dell'IRi ritenendo esaurito l'incarico di risanamento, ma le dimissioni
saranno formalizzate il 31 e rese effettive dal 22 luglio.]
11 agosto, annuncia alla «Gazzetta di Reggio» l'intenzione
di entrare in politica: «Adesso ho mente
e animo liberi. Un impegno in politica diventa un dovere, vista la situazione».
[Pochi mesi prima aveva rifiutato la proposta del PPI
di candidarsi alle elezioni europee.]
1995
gennaio-gennaio 1996 ("governo
Dini");
13 febbraio, lasciata la presidenza di Nomisma
si dedica completamente alla politica; lancia il suo movimento, L'Ulivo;
[Nel giro di un anno sarà il nome di un'alleanza
fra il centro e la sinistra, che vedrà proprio nella sua candidatura
a Presidente del Consiglio l'espressione di quel dialogo fra cattolici
e laici che s'intende proporre al Paese in alternativa alle destre.]
ottiene subito l'adesione alla sua candidatura di Mario
Segni (con la formazione di un gruppo parlamentare dedicato all'unione
proposta di più forze politiche, riunente liberali, repubblicani,
socialisti), quindi del PDS (Partito Democratico della
Sinistra) di Massimo D'Alema, del PPI
(Partito Popolare Italiano) di Gerardo
Bianco, dei Verdi.
divenuto leader del movimento, si lancia quindi in una campagna elettorale
girando in pulman per l'Italia, servendosi dell'appoggio di volontari,
scegliendo come suo vice Walter Veltroni;
Governare l'Italia (1995)
1996
9 maggio, eletto deputato (XIII Legislatura – 1996 9 mag-29 mag
2001) nella lista PPI-Prodi-L'Ulivo, nella circoscrizione
XI EMILIA-ROMAGNA, Collegio: 12 - Bologna;
17 maggio-21 ottobre 1998, presidente del Consiglio dei
ministri (I "governo
Prodi");
[Forma il nuovo governo comprendente – per la prima volta
dopo 48 anni – ministri appartenenti alla sinistra ex comunista; esso
ha una composizione ulivista e d'indipendenti, e si avvale di un appoggio
esterno da parte di Rifondazione Comunista, con cui
si è stretto un patto di desistenza elettorale (con la mancata
presentazione di proprie liste nella maggior parte dei collegi elettorali
maggioritari).]
17 maggio-30 giugno, presidente del Consiglio
Europeo;
1998
ottobre, il segretario di Rifondazione comunista,
F.
Bertinotti, gli nega l'appoggio facendo mancare per un solo
voto la maggioranza al governo e costringendolo alle dimissioni;
[Per tale scelta Rifondazione comunista
perde una parte dei suoi parlamentari che costituiscono il Partito
dei comunisti italiani.]
ottobre-dicembre 1999 (I "governo
D'Alema");
1999
la sua esclusione dal governo è un momento di crisi per il progetto
dell'Ulivo;
febbraio, per rilanciare il suo progetto fonda I Democratici,
un movimento politico dedicato al raggiungimento dello scopo di mettere
assieme in un unico partito coloro che si riconoscono nell'Ulivo;
marzo, nominato dai governi europei presidente della Commissione
Europea, lascia la guida del nuovo movimento, che partecipando all'elezioni
europee raccoglie il 7,8% dei consensi;
16 settembre-21 novembre 2004, presidente della Commissione
Europea (Commissione Prodi);
[Lo stesso giorno cessa dal mandato parlamentare per
incompatibilità.]
dicembre-aprile 2000, (II "governo
D'Alema");
2000
aprile-giugno 2001 (II "governo
Amato");
2001
30 maggio, elezioni politiche (XIV Legislatura – 2001 30 mag-27
apr 2006);
11 giugno-23 aprile 2005 (II "governo
Berlusconi");
2002
1º gennaio, entra in vigore l'Euro come valuta corrente
in undici paesi dell'Unione;
2003
-
2004
1º maggio, l'Unione Europea si allarga ad altri 10 paesi:
Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca,
Slovacchia, Slovenia, Ungheria;
29 ottobre, Roma, si giunge alla firma della Costituzione
europea;
[Molte sono state le riforme da lui proposte o appoggiate,
in materia di mercato interno e di unificazione dello spazio giudiziario
europeo (tra cui il cosiddetto "mandato d'arresto europeo").]
2005
23 aprile–17 maggio 2006 (III "governo
Berlusconi");
in occasione delle elezioni regionali, compie il suo debutto la nuova
coalizione dell'Unione; l'alleanza del centrosinistra
da lui guidata, che si afferma n 12 delle 14 regioni interessate al
voto;
16 ottobre, alle elezioni primarie dell'Unione
per la scelta "ufficiale" del capo della coalizione per le
elezioni dell'anno seguente ottiene il 74,1% dei consensi (su oltre
4 milioni di voti) e distanziando gli altri sei candidati;
[È stato lui stesso a proporre questo genere di
consultazioni, organizzate per la prima volta in Italia; pur godendo
infatti del sostegno dei maggiori partiti dell'Unione,
ha voluto l'approvazione dell'elettorato di centro sinistra, oltre a
quella degli apparati burocratici dei partiti che lo compongono.]
2006
9 aprile, vince le elezioni politiche con uno scarto inferiore
ai 25.000 voti;
La sua coalizione ha conseguito 340 seggi alla Camera dei deputati
e 159 seggi al Senato della Repubblica.
[Il limitato margine di preferenze con cui L'Unione
ha prevalso nelle elezioni ha dato adito a numerosi reclami e ricorsi,
alla fine respinti dalla Cassazione il 20 aprile, che ha confermato
quindi la sua vittoria.]
28 aprile, eletto deputato (XV Legislatura – 2006 28 apr-28 apr
2008) nella lista L'Ulivo, circoscrizione XI (EMILIA-ROMAGNA);
[3 maggio-28 aprile 2008, iscritto al gruppo parlamentare:
PARTITO DEMOCRATICO-L'ULIVO [già L'ULIVO
fino al 6 novembre 2007]
16 maggio 2006, ricevuto l'incarico di formare un nuovo governo
dal presidente Giorgio Napolitano, accetta
con riserva;
17 maggio-7 maggio 2008, presidente del Consiglio dei
ministri (II "governo
Prodi");
[Eletto lo stesso giorno, la stessa ora e nello stesso
luogo come dieci anni prima.
6 giugno-28 aprile 2008, componente della I Commissione (Affari Costituzionali
della Presidenza del Consiglio e Interni).]
È il governo più numeroso nella storia della
Repubblica (102 tra ministri, viceministri e sottosegretari).
[Con l'elezione di Franco Marini
alla presidenza del Senato e il passaggio all'opposizione del senatore
eletto nelle liste di Italia dei Valori, Sergio
De Gregorio, al Senato la situazione diventa di 157 a
157 (infatti il Presidente del Senato, per prassi, non vota)
diventando determinante il voto dei senatori a vita e dell'indipendente
Luigi Pallaro.
Con tale situazione creatasi al Senato, il governo va in minoranza in
alcune votazioni in Aula e in commissione. In un caso, anche in una
votazioni sulla fiducia.
Il voto favorevole di alcuni dei sette senatori a vita (Andreotti,
Ciampi, Colombo,
Cossiga, Levi-Montalcini,
Pininfarina, Scalfaro)
è spesso decisivo.
In seguito al comportamento dei senatori a vita in alcune votazioni,
la Casa delle libertà apre una polemica nella
quale mette in discussione le prerogative che la Costituzione della
Repubblica Italiana, nell'art. 59,
assegna agli stessi.
L'indagine mondiale sulla libertà di stampa (Freedom of the Press
2004 Global Survey) uno studio annuale pubblicato dall'organizzazione
americana Freedom House, ha promosso l'Italia al grado di "libera"
(Free) dopo averla per due anni consecutiva retrocessa al grado di "parziale
libertà" motivando questo avanzamento al Governo Prodi che
ha permesso maggiore libertà mediatica ed eliminato le barriere
che erano state apposte dal precedente Governo Berlusconi contro giornalisti
sgraditi al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Nel corso dell'attività del II "governo
Prodi" e su iniziativa dello stesso è stata ripresentata
all'ONU una risoluzione relativa alla moratoria universale della pena
di morte. Tale risoluzione, non vincolante ma dal forte significato
simbolico, sarà approvata il 18 dicembre 2007 dall'Assemblea
Generale delle Nazioni Unite.]
Fondatore e leader de L'Ulivo,
2007
21 febbraio, (I crisi di governo) rimette il
suo mandato di Presidente del Consiglio dei ministri nelle mani del
Presidente della Repubblica, dopo che al Senato la risoluzione della
maggioranza di centrosinistra per l'approvazione delle linee guida di
politica estera, appena illustrate all'assemblea dal Ministro degli
Esteri Massimo D'Alema, non ha ottenuto
il quorum di maggioranza;
[Pur non essendo questo voto costituzionalmente vincolante
all'apertura di una crisi di governo, di fatto essa si verifica. All'evento
fanno seguito numerose critiche sollevate dall'opposizione, anche al
riguardo dello stesso Massimo D'Alema -
il quale, il giorno precedente, aveva dichiarato che un voto contrario
al Senato sulla politica estera avrebbe costretto il governo alle dimissioni.]
24 febbraio, dopo le formali consultazioni come da prassi costituzionale,
Giorgio Napolitano rifiuta le sue dimissioni
rinviando il Governo alle Camere per il voto di fiducia;
28 febbraio, il Senato, con 162 voti a favore e 156 contrari,
rinnova la fiducia al governo;
[Determinante è stato, in questo caso, il passaggio
alla maggioranza del senatore Marco Follini.]
2 marzo, con il voto di fiducia alla Camera, con 342 voti a favore,
253 contrari e due astensioni, si chiude definitivamente la crisi di
governo;
14 aprile, presidente dell'Assemblea Costituente Nazionale del
PD (Partito Democratico);
23 maggio, presidente del Comitato nazionale per il PD
(Partito Democratico);
14 ottobre-16 aprile 2008, presidente del PD
(Partito Democratico);
2008
gennaio, a causa della mancata difesa del ministro della Giustizia
Clemente Mastella, da parte del governo
– in seguito a un'inchiesta che ha coinvolto la moglie del ministro
– lo stesso Clemente Mastella e la propria
lista Udeur escono dalla maggioranza; 17 gennaio-6
febbraio, ministro (ad interim) della
Giustizia;
viene quindi chiesto alle Camere il voto di fiducia;
23 gennaio, dopo il voto favorevole alla Camera, il governo non
ottiene la fiducia al Senato, con 156 sì, 161 no e un astenuto,
su un totale di 319 votanti;
[Oltre al voto contrario dell'Udeur (fatta eccezione
per il senatore Stefano Cusumano), contrari
anche alcuni senatori di altre liste: Lamberto
Dini, Domenico Fisichella e Franco
Turigliatto.]
24 gennaio, (II crisi di governo) in serata,
dopo la mancata fiducia a Palazzo Madama, egli si reca al Quirinale
per rassegnare le dimissioni nelle mani del capo dello Stato, Giorgio
Napolitano;
[I doni da lui ricevuti in qualità di primo ministro
italiano saranno messi all'asta nel novembre 2009 a favore di associazioni
benefiche (Libera, la Casa Santa Chiara di Bologna e Medici con l'Africa
Cuamm).]
9 marzo, nel corso della campagna elettorale per le elezioni
politiche anticipate, dichiara in un'intervista: «Io
ho chiuso con la politica italiana e forse con la politica in generale.»
? aprile, elezioni politiche (XVI Legislatura
– 2008 29 apr-14 mar 2013);
[Dopo le elezioni politiche, annuncia di lasciare la
presidenza del PD.
La decisione, già comunicata al segretario Walter
Veltroni a marzo, viene resa nota il 16 aprile.]
7 maggio, (per un solo giorno) ministro (ad
interim) del Commercio Internazionale;
8 maggio-16 novembre 2011 (IV "governo
Berlusconi");
1º settembre, crea la Fondazione per la Collaborazione
tra i Popoli;
[Ha come scopo la promozione e lo studio delle problematiche
sociali, culturali, economiche, politiche del mondo, al fine di favorire
la nascita e la discussione di nuove proposte di collaborazione nel
contesto internazionale.]
12 settembre, il segretario generale dell'ONU, Ban
Ki-moon, gli conferisce l'incarico di presiedere un nuovo Gruppo
di lavoro ONU-Unione Africana per studiare il rafforzamento
delle missioni di peacekeeping svolte dall'UA su mandato ONU,
istituito dalla risoluzione 1809 del Consiglio di Sicurezza;
[La finalità è quella di rendere più
proficui e stretti i rapporti tra l'ONU e l'Unione Africana, grazie
anche all'esperienza da lui maturata in ambito internazionale.]
Viene indagato per abuso d'ufficio nell'ambito dell' "inchiesta
Why Not" condotta dal sostituto procuratore della
Repubblica di Catanzaro Luigi de Magistris.
[La procura di Roma, dopo aver avocato l'indagine a Luigi
de Magistris, ne chiede l'archiviazione, poi
ottenuta nel novembre 2009.]
2009
6 febbraio, è nominato professore presso
l'Istituto di Studi Internazionali della Brown University;
[I temi delle sue ricerche hanno riguardato principalmente
lo sviluppo delle piccole e medie imprese, dei distretti industriali
e la politica contro i monopoli. In un secondo momento si è anche
interessato delle relazioni fra Stato e Mercato e della dinamica dei
diversi modelli di capitalismo.]
2010
giugno, alcuni giornali segnalano che egli avrebbe accettato
di far parte di un gruppo incaricato di curare l'immagine della BP,
crollata dopo il disastro ambientale del Golfo del Messico;
[L'ufficio stampa dell'ex-presidente in seguito chiarirà
che egli faceva parte dell'Advisory Board della società da più
di un anno e che la marea nera non sia di loro competenza e ha annunciato
una querela al «Giornale» e «Libero», accusati
di aver voluto ledere la sua immagine.]
2011
15 marzo, l'Università degli Studi di Bologna lo insignisce
del Sigillum Magnum insieme a Jean-Claude Juncker,
e Helmut Kohl per il suo ruolo nel Trattato
di Maastricht;
ottobre, la rete televisiva «LA7» trasmette un ciclo
di tre lezioni di economia intitolate "Il mondo che verrà"
- da lui tenute insieme alla giornalista Natascha
Lusenti - registrate all'Archiginnasio di Bologna;
16 novembre-28 aprile 2013 ("governo
Monti");
2012
6 ottobre, il segretario generale dell'ONU, Ban
Ki-moon, gli conferisce un nuovo incarico, ovvero quello Inviato
speciale dell'Organizzazione per la crisi nel Sahel, con particolare
riferimento alla situazione di guerra interna presente nel Mali;
2013
25 febbraio, elezioni politiche (XVII Legislatura – 2013 25 feb-…);
19 aprile, al quarto scrutinio per l'elezione del Presidente
della Repubblica, l'assemblea dei grandi elettori del PD
(Partito Democratico) prende all'unanimità la decisione di candidare
lui - che si trova a Bamako nell'ambito del suo incarico ONU;
[Nonostante il dichiarato appoggio unanime dei democratici,
alla quarta votazione egli ottiene solo 395 voti sui 504 necessari,
e analisi giornalistiche calcolano che 101 delegati democratici su 496
hanno fatto mancare il loro voto. Questo ha determinato il fallimento
della candidatura e le conseguenti dimissioni dei vertici del partito,
tra cui il segretario Pier Luigi Bersani
e la presidente Rosy Bindi.
In seguito, egli deciderà di non rinnovare più la propria
tessera di partito, rinunciando così al diritto (da ex-Presidente
del Consiglio) di fare parte della direzione nazionale.]
28 aprile-22 febbraio 2014 ("governo
Letta");
2014
21 febbraio, presidente dell'Iab (International
advisory board) di Unicredit;
22 febbraio, ("governo
Renzi");
_______________________________
Governi presieduti
Governo Prodi I, dal 17 maggio 1996 al 21 ottobre 1998.
Governo Prodi II, dal 17 maggio 2006 al 7 maggio 2008.
Vertici G7 e G8 presenziati[modifica | modifica wikitesto]
22º vertice G7 a Lione (Francia) nel 1996, come Presidente del
Consiglio italiano
23º vertice G8 a Denver (Stati Uniti d'America) nel 1997, come
Presidente del Consiglio italiano
24º vertice G8 a Birmingham (Regno Unito) nel 1998, come Presidente
del Consiglio italiano
26º vertice G8 a Nago (Giappone) nel 2000, come Presidente della
Commissione europea
27º vertice G8 a Genova (Italia) nel 2001, come Presidente della
Commissione europea
28º vertice G8 a Kananaskis (Canada) nel 2002, come Presidente
della Commissione europea
29º vertice G8 a Évian-les-Bains (Francia) nel 2003, come
Presidente della Commissione europea
30º vertice G8 a Sea Island (Stati Uniti d'America) nel 2004, come
Presidente della Commissione europea
32º vertice G8 a San Pietroburgo (Russia) nel 2006, come Presidente
del Consiglio italiano
33º vertice G8 a Heiligendamm (Germania) nel 2007, come Presidente
del Consiglio italiano
_______________________________
Presidenza dell'IRI e vendita della SME
Le vicende riguardanti la vendita, risalente al 1993, da parte dell'IRI
delle proprie società alimentari, facenti capo principalmente
alla finanziaria SME, sono state oggetto d'indagini da parte della magistratura,
quindi Romano Prodi, in quanto presidente dell'IRI durante la privatizzazione,
è stato oggetto d'investigazione, insieme al consiglio d'amministrazione
dell'IRI.
L'IRI, durante il primo mandato di Prodi, nel 1985 fallì nell'intento
di cedere la SME a privati. Dopo aver ottenuto per l'intero assetto
della società solo l'offerta d'acquisto della Buitoni di Carlo
De Benedetti, con essa siglò una intesa preliminare, da far approvare
dal proprio Cda e dal governo. L'accordo prevedeva la vendita dell'intera
partecipazione dell'IRI, pari al 64% del capitale, della SME e la cessione
della Sidalm, a un prezzo in linea con quanto stabilito dalle perizie
effettuate su richiesta dell'ente pubblico a soggetti terzi[39]. Tale
accordo non portò però ai suoi effetti. Nonostante l'approvazione
all'unanimità del consiglio dell'IRI, fermamente intenzionata
a uscire dal settore alimentare, decisione appoggiata anche dal Comitato
interministeriale per la Politica Industriale (CIPI), quanto stabilito
saltò perché, alla fine, venne meno l'appoggio del governo,
presieduto allora da Bettino Craxi, che vedeva come ministro per le
Partecipazioni statali Clelio Darida, con cui il presidente dell'IRI
aveva fino alla stipula dell'accordo relazionato sulla vicenda.
Vi fu così un primo rinvio della decisione, causato dall'arrivo
di una offerta anonima superiore del 10% di quella di De Benedetti poco
prima dei termini a disposizione, seguita da una ulteriore offerta,
da parte di Barilla, Berlusconi e Ferrero, davanti un'altra scadenza
e da quelle di altri imprenditori. De Benedetti volle portare la questione
con l'IRI in tribunale perché si sentì discriminato e
pensò di poter far valere come contratto l'accordo firmato con
Prodi. Dalla sentenza di primo grado, che diede torto alla Buitoni,
scaturì il Processo SME, che vide imputati Silvio Berlusconi
e altri per corruzione di giudici. Ciò nonostante, la sentenza
in appello venne confermata, seppur criticandone le motivazioni addotte[40],
e così anche in cassazione.
Toccata da problematiche giudiziarie, da dispute politiche e senza un
esplicito assenso governativo, la questione della privatizzazione della
SME venne nei successivi anni messa completamente da parte, nel 1988
un nuovo intervento del CIPI riconsiderò strategico il mantenimento
del gruppo.
A distanza di molto tempo Berlusconi, nel corso del suo processo per
corruzione di magistrati, durante il suo mandato di presidente del Consiglio,
è intervenuto in sua difesa con delle dichiarazioni spontanee
che hanno richiamato l'attenzione di Prodi. Qui ha sostenuto di aver
fatto un'opera meritoria con il suo intervento, risparmiando allo Stato
un cattivo affare, introducendo dubbi sulla correttezza della cessione
a De Benedetti e al valore reale della partita. Ciò ha portato
a una reazione di Prodi, allora presidente della Commissione, con la
pubblicazione di comunicati stampa e documentazione in difesa del suo
operato[41].
La vendita della SME avvenne solo tra il 1993 e il
1996, senza essere venduta per intero, ma suddivisa in varie parti.
I procedimenti giudiziari che hanno coinvolto Prodi sono stati quattro,
in tre è presente l'ipotesi di reato d'abuso d'ufficio. Il primo
è iniziato dalle denunce contro ignoti di Giovanni Fimiani, un
imprenditore condannato per bancarotta, che ha attribuito il fallimento
delle proprie imprese al comportamento assunto dall'IRI. Richiamante
l'intesa preliminare del 1985 per la cessione della SME dall'IRI alla
Buitoni, venne archiviato nel 1997, ritenendo i magistrati privi di
attendibilità le accuse di complotto ai suoi danni e i motivi
avanzati dal denunciante sottostanti al fallimento delle proprie aziende.
Per la vendita della Italgel alla Nestlé i magistrati convengono
nell'archiviazione (1999), il reato ipotizzato viene escluso e si riconosce
che il prezzo pagato dal compratore sia stato determinato secondo le
procedure richieste.
Gli ultimi due casi riguardano la cessione della Cirio-Bertolli-De Rica
e di parte di questa dalla Fisvi all'Unilever, che portò a una
sentenza d'assoluzione nell'udienza preliminare, e delle consulenze
che Prodi avrebbe svolto per Goldman Sachs e General Electric durante
il mandato all'IRI, indagini seguite in conseguenza di un articolo della
stampa, che parlava anche di evasione fiscale, di cui la magistratura
conviene nel disporre l'archiviazione nel 2002.
Il caso Cirio
Nell'ambito delle indagini per la vendita della Cirio-Bertolli-De Rica,
Romano Prodi era indagato per abuso d'ufficio. Prodi era stato nel 1990
advisory director della Unilever NV (Rotterdam) e della Unilever PLC
(Londra), gruppo che secondo le indagini aveva gestito la trattativa
attraverso la Fisvi. Secondo l'accusa quindi Prodi avrebbe favorito
la Fisvi, sebbene questa non avesse i mezzi finanziari per acquistare
la Cirio-Bertolli-De Rica, in modo da agevolare indirettamente l'Unilever,
aggirando così l'obbligo di conseguimento del miglior prezzo
previsto dalle direttive CIPE.
L'inchiesta fu nota dal 23 febbraio 1996 e portò a una sentenza
di non luogo a procedere nell'udienza preliminare il 22 dicembre 1997,
con la più ampia formula di proscioglimento «perché
il fatto non sussiste». Il GUP Eduardo Landi citò nelle
motivazioni anche la riforma dell'abuso d'ufficio, varata pochi mesi
prima (il 10 luglio) su iniziativa dell'Ulivo e votata anche dalla coalizione
avversaria.
La riforma dell'abuso di ufficio era prevista nei programmi di tutte
le forze politiche presentatesi alle elezioni del 1996. Il lavoro su
questo argomento era già stato avviato da diversi gruppi parlamentari
e dal Governo Dini fino alle elezioni dell'aprile '96. Il provvedimento
nasceva quindi non per iniziativa governativa ma per iniziativa parlamentare.
La riforma, fu, fin dal maggio del '96, oggetto di un confronto con
i sindaci di tutti gli orientamenti politici che sollecitavano provvedimenti
tesi a far superare difficoltà, resistenze e ostacoli che appesantivano
il lavoro delle amministrazioni locali.
L'abuso di ufficio, così com'era allora configurato, conferiva
ai giudici un ampio potere discrezionale di giudizio nei confronti delle
scelte degli amministratori locali, determinando sovente rallentamenti
anche molto rilevanti delle attività delle amministrazioni, per
questo la necessità di provvedere a questa riforma raccoglieva
il consenso unanime degli amministratori locali sia di centrodestra
sia di centrosinistra.
Il giudice pronunciò una sentenza di non luogo a procedere con
la più ampia formula di proscioglimento (il fatto non sussiste)
e con l'acquisizione di una perizia d'ufficio che accertò la
congruità del prezzo di vendita della parte della SME ceduta.
La sentenza confermò la regolarità del procedimento seguito
per la vendita e il Giudice ha inoltre accertato che Prodi non aveva
avuto rapporti con Unilever e aveva comunque già cessato il proprio
rapporto con Goldman Sachs nel periodo in cui è avvenuta la cessione
di CBD a favore di Fisvi, cui è seguita quella parziale per il
settore "olio" in favore di Unilever.
Alcuni hanno criticato tale riforma e la sua relazione con l'indagine
su Prodi. I giornalisti Peter Gomez e Marco Travaglio definiscono «per
certi versi imbarazzante[42]» il fatto che tra le motivazioni
ci sia un riferimento alla legge varata dall'Ulivo, ma riconoscono che
tale riferimento «non fu affatto decisivo per quella sentenza»[43]
in quanto Prodi fu prosciolto perché il fatto non sussisteva.
Secondo Silvio Berlusconi invece «Prodi s'è salvato grazie
all'amnistia e alla modifica dell'abuso d'ufficio. Quelle sì
che furono leggi ad personam, quando lui doveva rispondere davanti a
un GIP dei finanziamenti che le sue partecipazioni statali davano alla
DC» (21 gennaio 2006). Tuttavia Romano Prodi non ha usufruito
dell'amnistia e non è stato indagato per finanziamento illecito.
Consulenze Nomisma
In seguito alla sua prima elezione alla presidenza IRI nel 1982, a Prodi
venne contestato di non aver abbandonato il ruolo di dirigente in Nomisma,
configurando un potenziale conflitto di interessi. Negli anni successivi
l'IRI stipulò alcuni contratti di consulenza con la società,
che portarono a dubitare sulla trasparenza dell'operazione: in un primo
processo, concluso nel 1988, Romano Prodi venne assolto con formula
piena in quanto alla luce delle indagini non si configurava reato nel
suo comportamento.
Il giudice Francesco Paolo Casavola che lo assolse dichiarò che
«L'idea che le commesse siano state affidate perché a richiederle
erano il presidente dell'IRI e il suo assistente alle società
collegate è verosimile, ma non assume gli estremi di reato».
Una seconda questione venne sollevata riguardo ad alcune consulenze
nel settore Alta Velocità svolte da Nomisma tra il 1992 e il
1993. Prodi era stato scelto a partire dal 16 gennaio 1992 come "Garante
del Sistema Alta Velocità" dai vertici delle Ferrovie dello
Stato, con il compito di effettuare le valutazioni di impatto economico
e ambientale legate alla costruzione della nuova rete TAV italiana.
Una seconda commissione ("Comitato Nodi") composta dal professor
Carlo Maria Guerci, da Giuseppe De Rita e dall'architetto Renzo Piano
e presieduta da Susanna Agnelli, venne incaricata di elaborare un piano
di riqualificazione delle strutture e dei servizi delle Ferrovie.
Prodi lasciò l'incarico di garante il 20 maggio 1993 per tornare
alla presidenza dell'IRI su richiesta dell'allora Presidente del Consiglio
Carlo Azeglio Ciampi. Nel 1996 un'inchiesta sulla questione portò
a una serie di 40 perquisizioni della Guardia di Finanza e al sequestro
di numerosi documenti riguardanti la TAV, operazione disposta dal PM
di Roma Giuseppa Geremia, e a un'imputazione per concorso in abuso d'ufficio
verso Ercole Incalza (ex amministratore della TAV) ed Emilio Maraini
(ex dirigente Italfer). Prodi non venne coinvolto direttamente in questa
seconda inchiesta. In seguito a un articolo polemico[44] apparso sul
Daily Telegraph il 4 maggio 1999 a firma Ambrose Evans-Pritchard, l'Unione
Europea ritenne di dover precisare la posizione di Prodi sulla questione[45],
dichiarando che:
« Il Sig. Prodi non ebbe ruolo decisionale nell'assegnazione dei
contratti a Nomisma. Inoltre, il Sig. Prodi non aveva alcun interesse,
finanziario o altro, in Nomisma. Non era azionista e non copriva alcun
ruolo operativo o decisionale nella compagnia. Era semplicemente il
presidente del comitato scientifico della compagnia. »
Commissioni parlamentari che coinvolgono Romano Prodi[modifica | modifica
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La seduta spiritica nel caso Aldo Moro[modifica | modifica wikitesto]
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Caso Moro.
Il 10 giugno 1981, Romano Prodi fu chiamato a testimoniare davanti alla
Commissione Moro perché aveva dichiarato di aver partecipato,
il 2 aprile 1978, a una seduta spiritica, durante un pranzo familiare
in campagna con alcuni amici, tra i quali gli economisti Mario Baldassarri
e Alberto Clò, quest'ultimo propositore dell'esperimento divinatorio
e proprietario della casa.
I commensali raccontarono agli inquirenti che nel corso della seduta
spiritica, iniziata per gioco, alla domanda dov'è tenuto prigioniero
Aldo Moro?, il piattino utilizzato avrebbe composto varie parole: prima
alcune senza senso, poi Viterbo, Bolsena e Gradoli. Aldo Moro, rapito
17 giorni prima, il 16 marzo 1978, era al momento tenuto prigioniero
dalle Brigate Rosse. Il professor Prodi, in seguito alla seduta, si
recò a Roma il 4 aprile, e raccontò dell'indicazione al
proprio conoscente Umberto Cavina, capo ufficio stampa dell'on. Benigno
Zaccagnini.
Così riferì Prodi nel corso della testimonianza:
« Era un giorno di pioggia, facevamo il gioco del piattino, termine
che conosco poco perché era la prima volta che vedevo cose del
genere. Uscirono Bolsena, Viterbo e Gradoli. Nessuno ci ha badato: poi
in un atlante abbiamo visto che esiste il paese di Gradoli. Abbiamo
chiesto se qualcuno sapeva qualcosa, e, visto che nessuno ne sapeva
niente, ho ritenuto mio dovere, anche a costo di sembrare ridicolo,
come mi sento in questo momento, di riferire la cosa. Se non ci fosse
stato quel nome sulla carta geografica, oppure se fosse stata Mantova
o New York, nessuno avrebbe riferito. Il fatto è che il nome
era sconosciuto e allora ho riferito. »
(Stralcio della testimonianza di Romano Prodi davanti alla Commissione
Moro, il 10 giugno 1981)
L'informazione fu ritenuta attendibile dal momento che, il 6 aprile,
la questura di Viterbo, su ordine del Viminale, operò una perlustrazione
sistematica del borgo medievale di Gradoli sito sulle rive del lago
di Bolsena, alla ricerca della prigione di Moro. La vedova di Moro affermò
di aver più volte indicato l'esistenza a Roma di una via Gradoli
agli inquirenti, senza che questi estendessero le ricerche anche in
quella direzione; circostanza confermata anche da altri parenti dello
statista, ma energicamente smentita da Francesco Cossiga, all'epoca
dei fatti ministro dell'interno[46]. Fallito il blitz conseguente alla
seduta spiritica, il 18 aprile i vigili del fuoco, a causa di una perdita
d'acqua, scoprirono a Roma, in via Gradoli 96, un covo delle Brigate
Rosse da poco abbandonato, che si sarebbe rivelato come la base operativa
del capo della colonna romana delle BR, Mario Moretti, il quale aveva
preso parte all'agguato di via Fani.
Il caso venne riaperto nel 1998 dalla Commissione parlamentare d'inchiesta
sul terrorismo e le stragi. Il fine della commissione era accertare
se la vicenda della seduta spiritica fosse in realtà un modo
per celare la vera fonte del nome "Gradoli" (per esempio un
informatore vicino alle BR) e capire se il nome "Gradoli"
fosse stato comunicato con tanta celerità alle forze dell'ordine
con lo scopo di salvare Moro. L'allora presidente del consiglio Prodi,
dati gli impegni politici di poco precedenti alla caduta del suo governo
nell'ottobre 1998, si disse indisponibile per ripetere l'audizione;
si dissero disponibili Mario Baldassarri[47] e Alberto Clò[48].
Entrambi, pur ammettendo di non credere allo spiritismo e di non aver
più effettuato sedute spiritiche dopo quella, confermarono la
genuinità del risultato della seduta (alla critica sul fatto
che qualcuno avrebbe potuto guidare il piattino, Clò sostenne
che la parola "Gradoli", così come "Bolsena"
e "Viterbo", si erano formate più volte e con partecipanti
diversi) e dichiararono che né loro, né, per quanto ne
sapevano, nessuno dei presenti (partecipanti al gioco del piattino o
no) aveva conoscenze nell'ambiente dell'Autonomia bolognese o negli
ambienti vicini alle BR.
Successivamente si scoprirà che l'appartamento era già
stato segnalato e tenuto sotto controllo dall'UCIGOS per diversi anni,
in quanto frequentato precedentemente da esponenti di Potere Operaio
e Autonomia Operaia[46][48][49]. Si scoprirà anche che alcuni
esponenti del 'ndrangheta, contattati nel tentativo di trovare la prigione
di Moro, avevano comunicato che la zona di via Gradoli era una "zona
calda", e che questo avvertimento era già stato comunicato
sia ai vertici della Democrazia Cristiana sia agli organi di polizia[46][50][51].
Telekom Serbia
Con il nome giornalistico di Affare Telekom Serbia si intende la vicenda
giudiziaria che riguarda l'acquisto di azioni dell'azienda telefonica
Telekom Serbia da parte di Telecom Italia. Secondo la ricostruzione
basata sulle dichiarazioni del faccendiere svizzero Igor Marini, nel
corso di tale compravendita sarebbero state pagate delle tangenti a
esponenti del centrosinistra, tra le quali una supposta tangente di
125 000 dollari versata a Romano Prodi e Lamberto Dini.
Tali accuse si rivelarono totalmente infondate e le prove chiave prodotte
a loro supporto si rivelarono dei falsi[52]. La commissione parlamentare
istituita per fare luce sugli eventi dall'allora Governo Berlusconi
II non formulò alcuna accusa diretta e non presentò al
Parlamento la relazione finale[senza fonte]. Nel 2005 l'indagine della
Procura di Torino aperta nel 2001 sui vertici di Telecom del 1997 venne
archiviata[53].
Il 10 novembre 2011 il Tribunale di Roma ha condannato Igor Marini a
dieci anni di carcere per associazione per delinquere, finalizzata alla
ricettazione di documentazione falsa e contraffatta, e calunnia nei
confronti di Romano Prodi, condannandolo inoltre a un risarcimento provvisionale
di € 150.000,00 all'ex Presidente del Consiglio[52].
Presunti rapporti col KGB
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Dossier Mitrokhin.
L'indicazione secondo la quale Romano Prodi sarebbe stato un uomo di
riferimento del KGB in Italia si rifà alle affermazioni dell'eurodeputato
inglese Gerald Batten dell'United Kingdom Independence Party, che sosteneva
di averla ricevuta dalla spia russa Alexander Litvinenko, morto il 23
novembre 2006 per avvelenamento. Batten, richiedendo un'inchiesta, dichiarava
il 3 aprile 2006 davanti al Parlamento Europeo a Strasburgo:
« un cittadino residente nel mio collegio elettorale, Alexander
Litvinenko, è un ex tenente colonnello dell'FSB della Federazione
russa, l'organismo che ha preso il posto del KGB. Avendo denunciato
le attività illegali dell'FSB, il signor Litvinenko è
stato costretto a cercare asilo politico all'estero; prima di scegliere
il luogo in cui rifugiarsi, egli ha consultato il suo amico generale
Anatoly Trofimov, ex vicedirettore dell'FSB. A quanto sembra, il generale
Trofimov ha dato al signor Litvinenko il seguente consiglio: "Non
andare in Italia, perché lì tra gli uomini politici ci
sono molti agenti del KGB; il nostro agente in Italia è Romano
Prodi". »
(Trascrizione delle dichiarazioni di Gerald Batten a Strasburgo il 3
aprile 2006[54])
Questo venne confermato dallo stesso Litvinenko in un documento video
registrato nel febbraio 2006[55]
Dopo la morte di Litvinienko, il 26 novembre, Carlo Bonini pubblicò
sul quotidiano La Repubblica un'intervista, che questi aveva rilasciato
il 3 marzo 2005, un anno prima delle dichiarazioni di Batten. Secondo
lo stesso Bonini, l'intervista, che dovrebbe essere "on the record"
non è registrata su alcun supporto audio o video, ma è
stenografata[56].
In cui l'ex agente del KGB affermava che Mario Scaramella, il quale
lo stava interrogando per conto della commissione Mitrokhin, insisteva
per avere informazioni che potessero legare Prodi al rapimento di Moro
o al KGB, ma che lui non aveva mai sentito parlare di Prodi e che non
conosceva alcun dettaglio sul sequestro:
« Mario mi raccontò che Prodi conosceva l'indirizzo dove
le BR tenevano sequestrato Moro per averlo appreso durante una seduta
spiritica. Mi chiese se non ritenevo che Prodi avesse appreso del covo
dal KGB. Mi chiese anche se il sequestro non fosse stato organizzato
dal KGB e se avesse addestrato le BR. Dissi che non conoscevo alcun
dettaglio del sequestro e che non avevo mai sentito parlare di Prodi.
Osservai soltanto che, se volevano il mio parere di esperto, era poco
credibile che Prodi avesse appreso la notizia durante una seduta spiritica
e che sicuramente il KGB aveva seguito il sequestro provando ad acquisire
informazioni. Io non avevo e non ho nessun tipo di prove su Prodi. »
(E Litvinenko raccontò "Volevano sapere di Prodi",
intervista a Aleksandr Litvinenko, "La Repubblica" 26 novembre
2006[57].)
In un'intervista a La Repubblica che Oleg Gordievsky, ex agente del
KGB e poi collaboratore del MI6 definì fabbricata al 90%[58],
è stato scritto che Gordievsky sostenne di aver partecipato a
un incontro con Litvinienko e Scaramella in cui il primo avrebbe riportato
le parole pronunciate da Anatoly Trofimov ("Prodi è un nostro
uomo"). Gordievskij nell'intervista aggiunse che secondo lui Litvinienko
stava mentendo e che l'informazione era stata attribuita a una fonte,
Anatolij Trofimov, che non avrebbe potuto in ogni caso smentirla in
quanto era stato ucciso, sottolineando più volte la scarsa attendibilità
dello stesso Scaramella. Gordievskij afferma anche che sia Scaramella,
sia Paolo Guzzanti (presidente della commissione parlamentare d'inchiesta
Mitrokhin), oltre ad alcuni eurodeputati inglesi, stavano facendo pressioni
su di lui per avere informazioni che potessero legare Prodi e altri
politici della sinistra italiana al KGB (informazioni che lui non possedeva),
e che Litvinienko, a causa di continue difficoltà economiche,
aveva probabilmente deciso di riferire a Scaramella quello che quest'ultimo
voleva sentirsi dire[59].
Lo stesso Gordievskij ha confermato, in una intervista telefonica pubblicata
al programma televisivo "La storia siamo noi" del dicembre
2006[60] ha affermato di non aver mai saputo nulla su possibili legami
tra Prodi e il KGB e di non aver quindi mai parlato di questo con Scaramella
(da lui ritenuto poco affidabile), ritenendo che la fonte del consulente
della commissione Mitrokin potesse essere stato Litvinienko. L'ex agente
sovietico ha sostenuto nella stessa che anche gli inglesi avevano fatto
pressioni per ottenere informazioni su Prodi, ma che neanche a loro
non aveva mai fornito informazioni al riguardo, non sapendone nulla.
In un'intervista del 14 gennaio 2007 Gordievskij ha poi dichiarato:
« Io non ho poi mai saputo se Romano Prodi fosse o non fosse stato
reclutato dal Quinto Dipartimento del Kgb, ma una cosa è certa
e la ricordo benissimo; quando io ero a Mosca fra il 1981 e il 1982
Prodi era popolarissimo nel Kgb: erano entusiasti, lo trovavano in sintonia
dalla parte dell'Unione Sovietica[61]. »
Dal momento che molte delle accuse mosse a Prodi non sono poi state
supportate da prove reali i suoi sostenitori ritengono che vi sia in
realtà stata, da parte dei suoi nemici politici, una precisa
strategia volta a causare danni alla credibilità dello stesso
Prodi attaccandone la reputazione (strategia che in inglese viene indicata
come character assassination). Questo è quanto sarebbe emerso
dalle intercettazioni telefoniche di Mario Scaramella, membro della
commissione Mitrokhin il quale è stato successivamente arrestato
per ordine della magistratura per i reati di traffico internazionale
di armi e violazione del segreto d'ufficio[62][63]. Secondo tale posizione
uno strumento democratico come una Commissione parlamentare sarebbe
stato utilizzato come mezzo di lotta politica[64].
Il 22 gennaio 2008 la Giunta delle elezioni e delle immunità
parlamentari del Senato, rispondendo alle richieste del GIP di Roma,
ha però ritenuto non utilizzabili in quanto illegali le intercettazioni
telefoniche che riguardano Paolo Guzzanti, tra cui quelle tra questo
e Mario Scaramella[65][66]. Lo stesso Scaramella nel febbraio 2008 è
stato condannato (con un patteggiamento) a quattro anni di carcere per
concorso in importazione, detenzione e porto di munizionamento da guerra,
esplosivo e armi, e per il quello che riguarda il reato di calunnia
nei confronti dell'ex agente del KGB Alexander Talik, accusato di voler
organizzare un attentato contro di lui, il suo interprete e Paolo Guzzanti[63][67].
Principali pubblicazioni
Pubblicazioni accademiche[modifica | modifica wikitesto]
Modello di sviluppo di un settore in rapida crescita: l'industria della
ceramica per l'edilizia, Franco Angeli, Milano, 1966
Concorrenza dinamica e potere di mercato. Politica industriale e fusioni
d'impresa, Franco Angeli, Milano, 1967
La diffusione dell'innovazione nell'industria italiana, Il Mulino, Bologna,
1973
Sistema economico e sviluppo industriale in Italia, Il Mulino, Bologna,
1973
"Italy", in Big Business and the State: Changing Relations
in Western Europe, ed. R. Vernon, Harvard University Press, Cambridge
Mass., 1974
"Le trasformazioni dei modi di produrre e delle dimensioni delle
imprese", in Quali imprese e quali uomini per la società
degli anni ottanta, ed. C. Pastore, Milano, 1977
"Un diverso modello per uscire dalla crisi", in Industria
in crisi: soluzione nazionale o europea?*, ed. F. Grassini, Franco Angeli,
Milano, 1978
"Italia" in L'intervento pubblico nell'industria: Un'analisi
comparata, ed. R. Vernon, Il Mulino, Bologna, 1978
Per una riconversione e ristrutturazione dell'industria italiana, Il
Mulino, Bologna, 1980
La crisi delle partecipazioni statali: Conseguenze economiche di faticosi
processi di decisione, L'Industria, n. 1, 1990
La dimensione economica dei nuovi equilibri europei (discorso di inaugurazione
dell'anno accademico 1989-90, Università di Bologna), L'Industria,
n. 1, 1990
C'è un posto per l'Italia fra i due capitalismi?, Il Mulino,
n. 1, 1991
Una crisi non solo politica: L'industria italiana a rischio, Il Mulino,
n. 5, 1991
Modello strategico per le privatizzazioni, Il Mulino, n. 5, 1992
Il tempo delle scelte, Il Sole 24 Ore Libri, Milano, 1992 (II edizione
1995)
Privatizzazioni e sviluppo delle piccole e medie imprese: Due grandi
occasioni per rifondare la politica industriale in Italia, Rivista di
politica economica, X (ottobre 1992), in collaborazione con Daniele
de Giovanni
La società istruita. Perché il futuro italiano si gioca
in classe, Il Mulino, n. 2, 1993
Istituzioni economiche, istituzioni politiche", Il Mulino, n. 6,
1995, in collaborazione con Franco Mosconi
Economia e istituzioni nella società di fine secolo, in collaborazione
con Franco Mosconi, in *"Cambiamento delle istituzioni e nuovo
sviluppo in Italia e in Europa", ed. P. Bianchi, supplemento alla
rivista L'Industria, Il Mulino, Bologna, 1996
Il capitalismo ben temperato, Il Mulino, Bologna, 1995
Pubblicazioni politiche[modifica | modifica wikitesto]
Governare l'Italia. Manifesto per il cambiamento, Donzelli, Roma, 1995
L'Italia che vogliamo, Donzelli, Roma, 1995
Un'idea dell'Europa, Il Mulino, Bologna, 1999 (edizione inglese: Europe
as I see it, Blackwell/Polity, Oxford, 2000).
Insieme (con Flavia Franzoni), San Paolo, 2005
Ci sarà un'Italia. Dialogo sulle elezioni più importanti
per la democrazia italiana (con Furio Colombo), Feltrinelli, 2006
La mia visione dei fatti. Cinque anni di governo in Europa, Il Mulino,
Bologna, 2008.
Futuro Cercasi, Aliberti, 2011
Dieci anni con l’Euro in tasca, Aliberti, 2011
Capire il Mondo, Cittadella, 2012
Riconoscimenti
Lauree
Laurea in Giurisprudenza (110 e lode) Università Cattolica del
Sacro Cuore di Milano (1961)
Lauree honoris causa[modifica | modifica wikitesto]
Romano Prodi ha ricevuto 38 lauree honoris causa:
Università di Madras (India, gennaio 1998)
Università di Sofia (Bulgaria, febbraio 1998)
Universitat Politecnica di Barcellona (Spagna, dicembre 1998)
Brown University (Stati Uniti, 1999)
Università del Michigan (Stati Uniti, 1999)
Accademia di Studi economici di Bucarest (Romania, 2000)
Università Cattolica di Lovanio (Belgio, 2000)
Università di Malta (2000)
Università di Modena e Reggio Emilia (Italia, 2000)
Università di Ottawa (Canada, 2000)
Università di St. Gallen (Svizzera, 2000)
Università Kyung Hee, (Corea del Sud, 2000)
Università di Pisa (Italia, 2001)
Università di Tirana (Albania, 2001)
Carleton University (Canada, 2001)
Instituto de Empresa di Madrid (Spagna, 2002)
Università di Oxford (Regno Unito, 2002)
Università di Pavia, (Italia, 2002)
Università di Skopje, (febbraio 2003)
Università di Tunisi (Tunisia, marzo 2003)
Università della Calabria (Italia, ottobre 2003)
Università di Torino (Italia, 2004)
Università di Lublino (Polonia, 2004)
Università di Tongji (Shanghai, settembre 2006)
Università Cattolica di Milano (Italia, 2007)
Università di Addis Abeba (gennaio 2007)
Università di Kolkata (febbraio 2007)
Università Friburgo (marzo 2008)
Università MIRBIS di Mosca (Russia, febbraio 2009)
Accademia nazionale di amministrazione (CAG) (Repubblica Popolare Cinese,
giugno 2010)
Università di Nova Gorica (ottobre 2010)
Università Nankai (Repubblica Popolare Cinese, gennaio 2011)
Università di Halle (Germania, novembre 2011)
Università di Economia di Izmir (Turchia, settembre 2012)[68]
Università Mohamed V Agdal di Rabat, (dottorato honoris causa,
(Marocco, novembre 2012)[69]
Università per le relazioni internazionali Mgimo di Mosca, Russia
(dottorato honoris causa, febbraio 2013)[70]
Università Internazionale di Stamford, Thailandia (dottorato
honoris causa, marzo 2013)
Università del Bourkina Faso (dottorato honoris causa, novembre
2013)[71]
Tributi[modifica | modifica wikitesto]
Membro onorario della London School of Economics and Political Science
(1989)
Membro onorario della Real Academia de Ciencias Morales y Politicas
di Madrid (1997)
Premio Schumpeter della Società Schumpeter di Vienna (1999)
Medaglia d'oro per l'economia dall'Università di Pavia (2002)
Cittadino onorario di Scandiano (2008)
Onorato con il "Südtiroler Verdienstkreuz" a Bolzano
(2010)[72]
Cittadino onorario di Nova Gorica (2010)[73]
Premio Internazionale per l'Economia di Santa Margherita Ligure (2011)[74]
per l’articolo "EuroUnionBond per la nuova Europa"[75]
Sigillum Magnum dell'Università di Bologna[76] (la massima onorificenza
accademica concessa dalla più antica università del mondo)[77]
(2012)
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]
Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
- nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di gran croce dell'Ordine
al merito della Repubblica italiana
— 2 giugno 1993[78]
Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]
Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica di Polonia (Polonia)
- nastrino per uniforme ordinaria Gran Croce dell'Ordine al Merito della
Repubblica di Polonia (Polonia)
— 15 aprile 1997[79]
Gran Croce dell'Ordine di Isabella la Cattolica (Spagna) - nastrino
per uniforme ordinaria Gran Croce dell'Ordine di Isabella la Cattolica
(Spagna)
— 1998
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Stella di Romania (Romania)
- nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine
della Stella di Romania (Romania)
— 2000
Commendatore di Gran Croce dell'Ordine delle Tre Stelle (Lettonia) -
nastrino per uniforme ordinaria Commendatore di Gran Croce dell'Ordine
delle Tre Stelle (Lettonia)
— 2007
Gran Cordone dell'Ordine del Sole Nascente (Giappone) - nastrino per
uniforme ordinaria Gran Cordone dell'Ordine del Sole Nascente (Giappone)
«Per il suo impegno nel rafforzare il rapporto e promuovere la
comprensione reciproca tra Giappone e Italia»
— Roma, 5 febbraio 2013[80]
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Legion d'onore (Francia) -
nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine
della Legion d'onore (Francia)
«Onore all’Europeo convinto, all’uomo di Stato, al cittadino del
mondo»
— Palazzo Farnese, Roma, 13 febbraio 2014
II Governo
Presidente del Consiglio dei ministri
Romano Prodi (L'Ulivo)
Vicepresidenti del Consiglio dei ministri
Massimo D'Alema (DS)
Francesco Rutelli (DL)
Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei ministri
Enrico Letta (DL), segretario del Consiglio dei ministri
Enrico Micheli (DL), con delega alle Informazioni per la sicurezza
Fabio Gobbo (Indipendente), con delega al CIPE - fino al 06/04/2008[11]
Ricardo Franco Levi (L'Ulivo), con delega alla stampa e l'editoria
MINISTRI SENZA PORTAFOGLIO
Riforme Istituzionali e Rapporti con il Parlamento
Ministro Vannino Chiti (DS) - fino al 07/05/2008
Sottosegretari Giampaolo D'Andrea (DL)
Paolo Naccarato (L'Ulivo)
Riforme e Innovazione nella Pubblica Amministrazione
Ministro Luigi Nicolais (DS)
Sottosegretari Beatrice Magnolfi (DS)
Giampiero Scanu (DL)
Affari Regionali e Autonomie Locali
Ministro Linda Lanzillotta (DL)
Sottosegretario Pietro Colonnella (DS)
Attuazione del Programma di Governo
Ministro Giulio Santagata (DL)
Diritti e Pari Opportunità
Ministro Barbara Pollastrini (DS)
Sottosegretario Donatella Linguiti (PRC)
Politiche Giovanili e Attività Sportive
Ministro Giovanna Melandri (DS)
Sottosegretari Giovanni Lolli (DS)
Elidio De Paoli (LAL)
Politiche per la Famiglia
Ministro Rosy Bindi (DL) - fino al 07/05/2008[12]
Sottosegretario Chiara Acciarini (DS)[13]
Politiche Comunitarie
Ministro Emma Bonino (RnP) - fino al 07/05/2008
MINISTERI
Affari Esteri
Ministro Massimo D'Alema (DS)
Viceministri Ugo Intini (RnP)
Patrizia Sentinelli (PRC)
Franco Danieli (DL) (con delega agli Italiani nel Mondo)
Sottosegretari Famiano Crucianelli (DS)[13]
Donato Di Santo (DS)
Gianni Vernetti (DL)
Vittorio Craxi (I Socialisti)
Interno
Ministro Giuliano Amato (L'Ulivo)
Viceministro Marco Minniti (DS) (con delega per le relazioni con le
Forze dell'ordine)
Sottosegretari Marcella Lucidi (DS)
Ettore Rosato (DL)
Alessandro Pajno (Indipendente)
Franco Bonato (PRC)
Giustizia
Ministro Clemente Mastella (UDEUR) - fino al 17/01/2008
ad interim Romano Prodi (L'Ulivo) - dal 17/01/2008 al 07/02/2008
Luigi Scotti (Indipendente in quota PdCI) - dal 07/02/2008
Sottosegretari Luigi Manconi (DS)
Alberto Maritati (DS)
Daniela Melchiorre (DL[14]) - fino all'11/03/2008
Luigi Scotti (Indipendente in quota PdCI) - fino al 06/02/2008
Luigi Li Gotti (IdV)
Economia e Finanze
Ministro Tommaso Padoa Schioppa (Indipendente)
Viceministri Vincenzo Visco (DS) (con delega alle Finanze)
Roberto Pinza (DL) (con delega al Bilancio)
Sottosegretari Massimo Tononi (L'Ulivo)
Paolo Cento (FdV)
Mario Lettieri (DL)
Alfiero Grandi (DS)[13]
Antonangelo Casula (DS)
Nicola Sartor (Indipendente)
Difesa
Ministro Arturo Parisi (DL)
Sottosegretari Giovanni Lorenzo Forcieri (DS)
Emidio Casula (RnP)
Marco Verzaschi (UDEUR) - fino al 07/12/2007
Pubblica Istruzione
Ministro Giuseppe Fioroni (DL)
Viceministro Mariangela Bastico (DS)
Sottosegretari Gaetano Pascarella (DS)
Letizia De Torre (DL)
Infrastrutture
Ministro Antonio di Pietro (IdV)
Viceministro Angelo Capodicasa (DS)
Sottosegretari Luigi Meduri (DL)
Tommaso Casillo (RnP)
Sviluppo Economico
Ministro Pier Luigi Bersani (DS)
Viceministro Sergio D'Antoni (DL)
Sottosegretari Filippo Bubbico (DS)
Paolo Giaretta (DL) - fino al 24/04/2007
Marco Stradiotto (DL) - dal 24/04/2007[15]
Alfonso Gianni (PRC)
Politiche Agricole e Forestali
Ministro Paolo De Castro (L'Ulivo)
Sottosegretari Guido Tampieri (DS)
Stefano Boco (FdV)
Giovanni Mongiello (DCU) - dal 09/06/2006
Trasporti
Ministro Alessandro Bianchi (Indipendente in quota PdCI)
Viceministro Cesare De Piccoli (DS)
Sottosegretari Andrea Annunziata (DL)
Raffaele Gentile (RnP) - dal 09/06/2006
Comunicazioni
Ministro Paolo Gentiloni (DL)
Sottosegretari Luigi Vimercati (DS)
Giorgio Calò (IdV)
Salute
Ministro Livia Turco (DS)
Sottosegretari Serafino Zucchelli (DS)
Antonio Gaglione (DL)
Gian Paolo Patta (Indipendente in quota PdCI)
Commercio con l'Estero
Ministro Emma Bonino (RnP) - dal 18/05/2006 fino al 07/05/2008[12]
Sottosegretari Mauro Agostini (DS)
Miloš Budin (DS)
Lavoro e Previdenza Sociale
Ministro Cesare Damiano (DS)
Sottosegretari Antonio Montagnino (DL)
Rosa Rinaldi (PRC)
Solidarietà Sociale
Ministro Paolo Ferrero (PRC)
Sottosegretari Franca Donaggio (DS)
Cristina De Luca (DL)
Beni e Attività Culturali
Ministro Francesco Rutelli (DL) (con delega al turismo)
Sottosegretari Elena Montecchi (DS)
Andrea Marcucci (DL)
Danielle Mazzonis (PRC)
Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare
Ministro Alfonso Pecoraro Scanio (FdV)
Sottosegretari Gianni Piatti (DS)
Bruno Dettori (DL)
Laura Marchetti (PRC)
Università e Ricerca
Ministro Fabio Mussi (DS[13])
Sottosegretari Luciano Modica (DS)
Nando Dalla Chiesa (DL)
_________________
I Governo
Composizione
Camera dei Deputati Seggi
Partito Democratico della Sinistra
Popolari per Prodi
Rifondazione Comunista
Rinnovamento Italiano
Federazione dei Verdi
Minoranze linguistiche
La Rete
Altri
Totale Maggioranza 172
67
26
35
14
5
3
5
327
Forza Italia
Alleanza Nazionale
Lega Nord
CCD-CDU
Totale Opposizione 122
92
59
30
303
Totale 630
Senato della Repubblica Seggi
Partito Democratico della Sinistra
Partito Popolare Italiano
Federazione dei Verdi
Rinnovamento Italiano
Rifondazione Comunista
Minoranze linguistiche
La Rete
Partito Sardo d'Azione
Lega delle Regioni
Altri[8]
Totale Maggioranza 100
31
14
11
11
3
1
1
1
8
181
Forza Italia
Alleanza Nazionale
Lega Nord
Centro Cristiano Democratico
Cristiani Democratici Uniti
Fiamma Tricolore
Totale Opposizione 48
43
27
15
10
1
144
Totale 325
Composizione del governo:
L'Ulivo, Presidente del Consiglio, 17 ministri e 35 sottosegretari
Partito Democratico della Sinistra (PDS), 9 ministri e 16 sottosegretari
Partito Popolare Italiano (PPI), 3 ministri e 10 sottosegretari
Rinnovamento Italiano (RI), 3 ministri e 2 sottosegretari
Federazione dei Verdi (FdV), 1 ministro e 3 sottosegretari
Unione Democratica[9] (UD), 1 ministro e 1 sottosegretario
Indipendenti dell'Ulivo, Presidente del Consiglio e 3 sottosegretari
Indipendenti, 3 ministri e 6 sottosegretari.
Partecipazione all'esecutivo senza rappresentanza in Consiglio dei ministri:
Socialisti Italiani[10] (SI), 2 sottosegretari
Alleanza Democratica[9][11] (AD), 1 sottosegretario
Movimento dei Comunisti Unitari[12] (MCU), 1 sottosegretario
Partito Repubblicano Italiano[10] (PRI), 1 sottosegretario
Patto Segni[10] (Patto), 1 sottosegretario
Sinistra Repubblicana[12] (SR), 1 sottosegretario.
Il Governo ha goduto inoltre dell'appoggio esterno di:
Partito della Rifondazione Comunista[13]
Südtiroler Volkspartei
La Rete
Union Valdôtaine.
Presidente del Consiglio dei ministri
Nome Inizio mandato Fine mandato Partito
Romano Prodi 1996 1998 L'Ulivo—Indipendente
Vice Presidente del Consiglio dei ministri
Nome Inizio mandato Fine mandato Partito
Walter Veltroni 1996 1998 Partito Democratico della Sinistra
Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei ministri
Nome Inizio mandato Fine mandato Partito
Enrico Micheli 1996 1998 Partito Popolare Italiano
Arturo Parisi 1996 1998 L'Ulivo
Sergio Zoppi 1996 1998 Partito Popolare Italiano
Ernesto Bettinelli 1996 1998 Indipendente
Giorgio Bogi 1996 1998 Sinistra Repubblicana
Elena Montecchi 1996 1998 Partito Democratico della Sinistra
Ministri senza portafoglio
Nome Inizio mandato Fine mandato Partito
Pari Opportunità Anna Finocchiaro 1996 1998 Partito Democratico
della Sinistra
Solidarietà Sociale Livia Turco 1996 1998 Partito Democratico
della Sinistra
Funzione Pubblica e Affari regionali Franco Bassanini 1996 1998 Partito
Democratico della Sinistra
Rapporti con il Parlamento Giorgio Bogi 1997 1998 Sinistra Repubblicana
MINISTERI
Affari esteri
Ministro Lamberto Dini (RI)
Sottosegretari Piero Fassino (PDS) - (con delega alle politiche comunitarie)
Rino Serri (MCU)
Patrizia Toia (PPI)
Interno
Ministro Giorgio Napolitano (PDS)
Sottosegretari Franco Barberi (Indipendente, Protezione civile)
Fabrizio Abbate (PPI)
Angelo Giorgianni (RI), fino al 13/03/98)
Giannicola Sinisi (PPI)
Adriana Vigneri (PDS)
Lucio Testa (politico) (Indipendente. L'Ulivo dal 20/03/98)
Grazia e Giustizia[modifica | modifica wikitesto]
Ministro Giovanni Maria Flick (Indipendente)
Sottosegretari Giuseppe Ayala (PDS)
Franco Corleone (FdV)
Antonino Mirone (L'Ulivo)
Tesoro, Bilancio e Programmazione Economica
Ministro Carlo Azeglio Ciampi (Indipendente)
Sottosegretari Roberto Pinza (PPI)
Filippo Cavazzuti (PDS)
Piero Dino Giarda (Indipendente)
Laura Pennacchi (PDS)
Giorgio Macciotta (PDS)
Isaia Sales (PDS)
Finanze
Ministro Vincenzo Visco (PDS)
Sottosegretari Giovanni Marongiu (PRI)
Fausto Vigevani (PDS)
Pierluigi Castellani (PPI, dal 21/11/96)
Difesa
Ministro Beniamino Andreatta (PPI)
Sottosegretari Massimo Brutti (PDS)
Gianni Rivera (Patto)
Pubblica Istruzione, Università e Ricerca Scientifica
e Tecnologica
Ministro Luigi Berlinguer (PDS)
Sottosegretari Nadia Masini (PDS) - (con delega alla pubblica istruzione)
Carla Rocchi (FdV) - (con delega alla pubblica istruzione)
Albertina Soliani (PPI) - (con delega pubblica istruzione)
Luciano Guerzoni (PDS) - (con delega all'università e alla ricerca
scientifica e tecnologica)
Giuseppe Tognon (PDS) - (con delega all'università e alla ricerca
scientifica e tecnologica)
Lavori Pubblici con delega alle Aree Urbane
Ministro Antonio Di Pietro (Indipendente) - fino al 20/11/96
Paolo Costa (Indipendente) - dal 20/11/96
Sottosegretari Antonio Bargone (PDS)
Gianni Francesco Mattioli (FdV)
Trasporti e Navigazione
Ministro Claudio Burlando (PDS)
Sottosegretari Giuseppe Albertini (PDS)
Giuseppe Soriero (PDS)
Risorse Agricole
Ministro Michele Pinto (PPI)
Sottosegretari Roberto Borroni (PDS)
Poste e Telecomunicazioni
Ministro Antonio Maccanico (UD)
Sottosegretari Vincenzo Maria Vita (PDS)
Michele Lauria (PPI)
Industria, Commercio e Artigianato
Ministro Pier Luigi Bersani (PDS)
Sottosegretari Umberto Carpi (PDS)
Salvatore Ladu (PPI)
Sanità
Ministro Rosy Bindi (PPI)
Sottosegretari Bruno Viserta Costantini (PDS)
Monica Bettoni Brandani (PDS)
Commercio con l'Estero
Ministro Augusto Fantozzi (RI)
Sottosegretari Antonello Cabras (UD)
Lavoro e Previdenza Sociale
Ministro Tiziano Treu (RI)
Sottosegretari Antonello Cabras (PDS)
Federica Gasparrini (RI)
Elena Montecchi (PDS)
Elena Montecchi (PDS) - fino al 23/02/98
Alessandro Garilli (Indipendente) - dal 20/03/98
Beni e Attività Culturali
Ministro Walter Veltroni (PDS)
Sottosegretari Willer Bordon (AD)
Alberto La Volpe (SI)
Ambiente
Ministro Edoardo Ronchi (FdV)
Sottosegretari Valerio Calzolaio (PDS)
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