– Flaminio
PICCOLI
(Kirchbichl, nel Tirolo austriaco, 28 dicembre 1915 – Roma, 11 aprile
2000)
uomo politico italiano, esponente della Democrazia
Cristiana, laureato in lingue e letterature moderne, giornalista;
[Fratello minore di Nilo
Piccoli, nasce a Kirchbichl, nel Tirolo austriaco, dove
la sua famiglia, di origine trentina (al tempo il Trentino, noto come
Welschtirol, era parte della Contea del Tirolo), era stata evacuata
dopo la dichiarazione di guerra dell'Italia all'Austria-Ungheria nella
prima guerra mondiale.]
partecipa al movimento cattolico trentino, animato dall'arcivescovo
Celestino Endrici, e all'associazione studentesca
"Juventus";
si laurea in lingue e letterature straniere presso l'Università
Ca' Foscari di Venezia;
diviene ufficiale degli Alpini nella seconda guerra mondiale venendo
impegnato in Francia, in Albania, nel Montenegro, nel Delfinato;
1943
dopo l'8 settembre, viene fatto prigioniero e riesce a fuggire dal convoglio
tedesco che doveva condurlo in un campo di concentramento in Polonia;
partecipa attivamente alla Resistenza e alla guerra di liberazione,
in rappresentanza della Dc;
1945
7 maggio, è incaricato dei rapporti con la stampa;
è condirettore dell'organo del CLN di Trento «Liberazione
Nazionale»;
agosto, fonda «Il Popolo Trentino»;
nel corso dell'anno propone e realizza la costituzione dell'Università
popolare e dell'Associazione a difesa degli emigrati «Il Trentino
nel mondo»;
sposa Maria Cescatti;
1951
«Il Popolo Trentino» assume il nome «L'Adige»;
ne diventa direttore (1945-77);
dopo una lunga esperienza giornalistica diviene segretario generale
della Federazione internazionale dei giornalisti cattolici e per lunghi
anni presidente dell'Unione della stampa cattolica italiana;
1952
diviene presidente della giunta diocesana dell' "Azione
Cattolica trentina", chiamatovi dall'arcivescovo Carlo
de Ferrari;
[In questa veste, assieme a mons. Alfonso
Cesconi, rivendica l'esigenza di distinzione tra i compiti di
formazione religiosa e spirituale dell'associazionismo cattolico e il
ruolo politico e autonomo del partito. Una presa di posizione che gli
costa anche un intervento de «L'Osservatore Romano» e la
sua rimozione dalla presidenza diocesana dell'associazione cattolica
trentina.]
1957
diviene segretario provinciale della Democrazia Cristiana trentina;
1958
12 giugno, eletto per la prima volta deputato (III Legislatura);
luglio-febbraio 1959 (II "governo
Fanfani);
In seno alla Dc partecipa alla corrente di "Iniziativa
democratica" che segna il passaggio dalla generazione degasperiana
alla cosiddetta "seconda generazione";
1959
febbraio-febbraio 1960 (II "governo
Segni");
1960
25 marzo-19 luglio ("governo
Tambroni);
luglio-febbraio 1962 (III "governo
Fanfani);
1962
febbraio-maggio 1963 (IV "governo
Fanfani);
all'inizio degli anni Sessanta, partecipa alla fondazione della "corrente
dei dorotei" della Dc;
1963
16 maggio, rieletto deputato (IV Legislatura);
dicembre-luglio 1964 (I "governo
Moro");
1964
luglio-febbraio 1966 (II "governo
Moro");
vicesegretario della Dc;
1966
febbraio-giugno 1968 (III "governo
Moro");
1968
5 giugno, rieletto deputato (V Legislatura);
giugno-dicembre 1968 (II "governo
Leone");
dicembre-luglio 1969 (I "governo
Rumor");
1969
19 gennaio, viene eletto segretario politico nazionale
della Dc,;
autunno, lascia l'incarico volontariamente, a seguito della divisione
della "corrente dorotea" nelle correnti di "Iniziativa
Popolare" (l'area maggioritaria che fa riferimento a Piccoli,
Rumor e Bisaglia)
e "Impegno Democratico" (che invece riunisce gli esponenti
che si riconoscono in Emilio Colombo e
Giulio Andreotti);
alla Segreteria della Dc gli succede Arnaldo
Forlani;
agosto-febbraio 1970 (II "governo
Rumor");
1970
27 marzo-6 luglio, ministro delle Partecipazioni statali
(III "governo
Rumor");
agosto-gennaio 1972, ministro delle Partecipazioni statali
("governo Colombo");
1972
17-26 febbraio 1972, ministro delle Partecipazioni statali
(I "governo
Andreotti");
25 maggio, rieletto deputato (VI Legislatura), è presidente
del gruppo parlamentare democristiano alla Camera;
giugno-giugno 1973 (II "governo
Andreotti");
1973
luglio-marzo 1974 (IV "governo
Rumor");
1974
14 marzo-3 ottobre (V "governo
Rumor");
novembre-gennaio 1976 (IV "governo
Moro");
La Legge n.195/1974, o "Legge
Piccoli", che introduce il "finanziamento pubblico
ai partiti", interpreta il sostegno all'iniziativa politica
come puro finanziamento alle strutture dei partiti presenti in Parlamento,
con l'effetto di penalizzare le nuove formazioni politiche. Il flusso
di fondi ha anche l'effetto di rafforzare gli apparati burocratici interni
dei partiti e disincentivare la partecipazione interna.
[Da lui proposta, la norma viene approvata in soli 16
giorni con il consenso di tutti i partiti ad eccezione del PLI.
La nuova norma si giustifica in base agli "scandalo
Trabucchi" del 1965 e "scandalo
petroli" del 1974.
Il Parlamento intende così rassicurare l'opinione pubblica che,
attraverso il sostentamento diretto dello Stato, i partiti non avranno
più bisogno di collusione e corruzione da parte dei grandi interessi
economici.
Ciò risulterà tuttavia smentito dai casi di corruzione
affiorati successivamente (tra cui "scandalo
Lockheed" e "scandalo
Sindona") del 1976.]
1976
12 febbraio-30 aprile (V "governo
Moro");
5 luglio, rieletto deputato (VII Legislatura) è ancora
capogruppo parlamentare democristiano alla Camera;
luglio-gennaio 1978 (III "governo
Andreotti");
1978
marzo-gennaio 1979 (IV "governo
Andreotti");
in veste di capogruppo parlamentare democristiano alla Camera è
destinatario di una delle richieste di Aldo Moro
dalla prigionia: lo statista gli chiede di far intervenire il col. Stefano
Giovannone, responsabile dei servizi segreti italiani per il
Medio Oriente;
dopo la morte di Aldo Moro, lo sostituisce
alla carica di presidente (1978-86) del Consiglio
nazionale della Dc;
1979
20-31 marzo (V "governo
Andreotti");
20 giugno, eletto deputato (VIII Legislatura);
agosto-marzo 1980 (I "governo
Cossiga");
1980
5 marzo, nuovamente eletto segretario politico nazionale
(1980-82) della Dc, avvia un processo di apertura del
partito al mondo cattolico che porta all’Assemblea nazionale degli "esterni"
ed all'impegno diretto in politica di molti intellettuali dell'area
cattolica;
4 aprile-27 settembre (II "governo
Cossiga");
ottobre-maggio 1981 ("governo
Forlani");
1981
giugno-agosto 1982 (I "governo
Spadolini");
1982
dopo il Congresso di Roma, che elegge Ciriaco
De Mita segretario politico, ridiventa presidente
(1982-maggio 1986) del Consiglio nazionale della Dc;
viene richiesta a suo carico l'autorizzazione a procedere per violazione
delle norme per l'edificabilità dei suoli;
23 agosto-13 novembre (II "governo
Spadolini");
dicembre-aprile 1983 (V "governo
Fanfani);
1983
12 luglio, eletto deputato (IX Legislatura);
agosto-giugno 1986 (I "governo
Craxi");
1984
17 giugno, elezioni per il Parlamento europeo;
1986
agosto-marzo 1987 (II "governo
Craxi");
ricopre la carica di presidente (1986-89) dell'Internazionale
democratico cristiana;
1987
17 aprile-luglio (VI "governo
Fanfani);
2 luglio, rieletto deputato (X Legislatura);
eletto presidente della Commissione Esteri della Camera, svolge una
intensa attività di politica estera e di collaborazione internazionale;
luglio-marzo 1988 ("governo
Goria");
si manifesta favorevole ad atti di clemenza verso i terroristi, per
poter giungere al superamento di questa emergenza;
1988
aprile-luglio 1989 ("governo
De Mita");
aprile, come presidente della Commissione Esteri della Camera,
compie un viaggio nell'ex Unione Sovietica;
[Nel corso del viaggio pronuncia alcune frasi relative
alla spedizione italiana in Russia nella seconda guerra mondiale che
suscitano reazioni polemiche (soprattutto da parte del deputato Mirko
Tremaglia dell'MSI, anch'egli membro della commissione)
e un dibattito alla Camera. In particolare afferma di essere contento
che l'Italia abbia perso la guerra perché così ha riacquistato
la libertà e che chi ha scatenato la guerra non merita sepoltura
cristiana.]
1989
luglio-marzo 1991 (VI "governo
Andreotti");
1991
aprile-aprile 1992 (VII "governo
Andreotti");
1992
23 aprile, eletto senatore (XI Legislatura) per la Dc,
nel collegio di Castellammare di Stabia in provincia di Napoli;
giugno-aprile 1993 (I "governo
Amato");
1993
aprile-aprile 1994 ("governo
Ciampi");
1994
15 aprile, eletto senatore (XII Legislatura);
10 maggio-17 gennaio 1995 (I "governo
Berlusconi");
contrario allo scioglimento della Dc, non aderisce
al PPI (Partito Popolare Italiano);
1995
gennaio-gennaio 1996 ("governo
Dini");
si avvicina al CDU (Cristiani Democratici Uniti), partito
nato dal PPI ad iniziativa di Rocco
Buttiglione continuando, tuttavia, a dedicare gli ultimi anni
della sua vita al tentativo di far rinascere la Dc;
1997
con altri ex democristiani fonda il movimento per la Rinascita
della Democrazia Cristiana collocandolo in una posizione di
centro alternativa alla sinistra;
il movimento non ha grosse adesioni, ma egli partecipa, anche sotto
diverse denominazioni, ad alcune consultazioni amministrative locali;
2000
11 aprile, muore a Roma.
[La sua morte dà origine a una nuova diaspora
degli esponenti che lo avevano seguito nel tentativo di far rinascere
la Dc.]
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