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Papa
Innocenzo VI

(1352-62)

1355
Aprile
5
, Roma, tramite il cardinale Pierre Bertrand, suo legato, incorona Carlo IV di Boemia imperatore.

Fondazione dell'abbazia di Penha Longa (Portogallo)

ANNO 1355

L'Europa è presa sotto la morsa di uno degli inverni più freddi che il continente abbia mai conosciuto.





1355
ducato d'Austria e di Stiria
Albrecht II [il Saggio/lo Sciancato]
Albero genealogico
(Habsburg 1298 - Wien 1358)
quartogenito di Albrecht I d'Asburgo e di Elisabeth di Carinzia;
1322, governa l'Austria e la Stiria per il fratello Friedrich I [il Bello], fatto prigioniero a Mühldorf da Ludwig IV [il Bavaro];
1324-58, conte di Pfirth;
[dopo aver sposato la c.ssa Johanna von Pfirth (Giovanna di Ferrete)]
1330-58, duca d’Austria, Stiria, Carinzia, Carniola e Sud Tirolo;
succede alla morte del fratello Friedrich I [il Bello];
nel 1335 acquista la Carinzia, allargando così i domini della casata;
nel 1351 entra in lotta con la Confederazione svizzera, recuperando Glarus e Zug, che perde però l'anno dopo;
nel 1352 perde Glarus e Zug;
con il Privilegium de non evocando (ottenuto dall'imperatore Carlo IV) impedisce il ricorso ai tribunali stranieri, ivi compreso il tribunale regio, da parte dei suoi sudditi;
1355
Novembre
25
, con un'ordinanza assicura l'unità della casata;


Margherita [Maultasch (Boccalarga)]
Albero genealogico
(n. 1318 - Vienna 1369)
figlia di Heinrich V, duca di Carinziae conte del Tirolo, e moglie di Johann Heinrich di Lussemburgo;
1335-63, contessa del Tirolo;
[succeduta alla morte del padre, eredita il Tirolo ma non la dal 1341 sposata con Ludwig di Brandeburgo, figlio dell'imperatore Ludwig IV [il Bavaro];


1355
-


1355
REGNO d'UNGHERIA
Luigi I [il Grande]
Albero genealogico

(Višegrad 1326 - Trnava 1382)
figlio di Charles I Robert d'Angiò, re d'Ungheria, e di Elisabetta di Polonia (sorella di re Kazimierz III [il Grande])
1342-82, re d'Ungheria (Lajos I);
succeduto al padre, eredita uno stato solido e finanziariamente fiorente che gli fornisce le basi per un'ambiziosa politica estera;
nel 1343, seguendo i suggerimenti di frate Roberto, invia i propri ministri a Clemente VI per far valere i diritti di suo fratello Andrea sul regno di Napoli non in quanto marito di Giovanna ma come erede dell'avo Charles Martell; per sedare la controversia ed essendo Andrea e Giovanna ancora minorenni il papa pensa di inviare un legato a Napoli (Bolla del 18 novembre);
nel 1344 combatte al fianco dello zio Kazimierz III [il Grande] di Polonia contro lituani e tatari;
nel 1345 suo fratello Andrea, marito della regina Giovanna I di Napoli, viene assassinato;
nel 1347, a inizio dicembre, dopo aver minacciato di invadere il Regno di Napoli, il re arriva a Verona dove si assicura l'approvazione e l'appoggio di Mastino della Scala, signore della città;
nel 1348, invaso il Regno di Napoli e costretto alla fuga la regina, accetta cordialmente Carlo di Durazzo e gli altri reali che ad Aversa gli presentano il figlioletto di Giovanna; dopo aver chiesto al duca dove fosse la finestra da cui era stato gettato il corpo del fratello Andrea d'Ungheria e sentendosi rispondere che non lo sapeva, gli fa di brutto tagliare la testa, fa prendere molti nobili che ritiene colpevoli e li manda in Ungheria assieme al figlioletto [vi morirà poco dopo]; si avvia verso Napoli con le sue truppe che avanzano con davanti lo stendardo in cui è raffigurato il dipinto di Andrea strangolato; arrivato nel castello nuovo, senza udir nessuno, toglie a molti e dà ad altri onori e incarichi, ma li pone tutti sotto l'autorità del vescovo ungherese Varadino;
mentre sono già trascorsi quattro mesi dal suo ingresso a Napoli, scoppia a causa del sudiciume la peste tra le sue truppe; non riuscendo inoltre ad ottenere l'appoggio di papa Clemente VI, è costretto ad abbandonare l'impresa nel Regno di Napoli; nomina prima il barone tedesco Corrado Lupo suo vicario e Gilforte Lupo castellano di Napoli;
nel 1349, chiamato da Corrado Lupo in aiuto degli ungheresi a Napoli, giunge con nuove armate in Puglia, prende Trani e Aversa costringendo Giovanna alla fuga a Gaeta;
nel 1350 da Napoli si reca a Roma dove, rifiutato il titolo di re che gli è offerto, fa le sue devozioni nel Giubileo;
nel 1352, avvisato dal legato pontificio quanto fosse pericoloso continuare la guerra contro il volere del papa, firma un accordo in base al quale la regina ha di nuovo il regno e la pace;
[alcuni scrittori parlano di 300 mila fiorini versati al re ungherese dalla regina per le spese della guerra e da questi poi donati alla chiesa romana]
certo è che il pontefice invia il vescovo di Bracara a incoronare Giovanna e Luigi di Taranto re di Napoli;



1370-82, re di Polonia;








1355
-


1355
REGNO di BOEMIA e REGNO di GERMANIA
Karel IV
Albero genealogico

(Praga 1316 - 1378)
figlio di Jan [il Cieco], re di Boemia, e di Eliska Premyslide, erede del regno di Boemia;
nel 1329 sposa Blanche de Valois († 1348);
1334-46, margravio di Moravia (Wenceslas Charles);
1346-53, duca di Lussemburgo (Wenceslas Charles);
1346-78, re di Boemia (Karel IV)
1346-76, re di Germania (Karl I)
nel 1348 muore la moglie Blanche de Valois;
fonda a Praga la prima Università dell'Europa nordoccidentale;
nel 1349 sposa Anna von Rheinpfalz († 1353);
nel 1353, rimasto vedovo, sposa Anna di Schweidnitz-Jauer († 1362);
nel 1354 (ottobre) scende in Italia (solo allo scopo di trarne ricche regalie e non perché invitato da Cola di Rienzo e da F. Petrarca a rinnovare l'impero romano) e si stabilisce a Mantova dove rimane fino alla fine dell'anno;
1355-78, imperatore del Sacro Romano Impero (Charles IV);
1355-78, re di Lombardia-Milano;
1355
Gennaio
4
, da ottobre in Italia, Carlo IV entra in Milano;
6, Milano, viene incoronato re d'Italia (per l'occasione la corona ferrea è stata portata da Monza); l'orazione ufficiale è pronunciata da Gabrio Zamorei;
nel frattempo proclama un armistizio tra Milano e la lega veneziana (dovrebbe durare fino al 1° maggio e poi si dovrebbe stipulare un trattato di pace);
12, l'imperatore parte da Milano, iniziando il suo viaggio verso sud Italia; accompagnato fino a Piacenza anche da F. Petrarca, continua il suo viaggio per Pisa;
Marzo
Pisa, verso la metà del mese arriva il cardinale Pierre Bertrand (il legato pontificio che dovrà incoronare a Roma l'imperatore) e Carlo IV gli va incontro a cavallo fuori della città (il suo cavallo prende un calcio da quello del legato pontificio);
Pisa, in città egli si ferma fino a tutto il mese di marzo e quindi parte per Roma;
Aprile
5
, Roma, il cardinale Pierre Bertrand pone sul capo di Carlo IV la corona imperiale; il neo imperatore (come promesso al defunto papa Clemente VI) lascia la città il giorno stesso dell'incoronazione;
Maggio
ritornato a Pisa, si trova circondato da difficoltà e perfino da pericoli; si trasferisce pertanto a Pietrasanta dove si ferma due settimane; in questo frattempo concede il vicariato di Pavia al marchese del Monferrato suscitando con ciò l'ira dei Visconti che aspiravano ad estendere il loro controllo anche su questa città, non facente parte dei loro possedimenti;
Giugno
prima della fine del mese l'imperatore inizia la sua fuga dall'Italia;


conduce un'azione favorevole alla chiesa;

1365-78, re di Arelat-Arles;







1355
-

1355
REGNO di POLONIA
Kazimierz III [il Grande]
Albero genealogico

(Kowal o Cracovia 1310 - Cracovia 1370)
figlio di Wladislaw I Lokietek [il Breve] e di Jadwiga († 1339), figlia di Boleslaw principe di Grande Polonia;
nel 1325 sposa Aldona di Lithuania († 1339);
1333-70, re di Polonia;
[… il fondatore dello stato polacco]
nel 1335 si allea con Giovanni di Boemia, ottenendone la rinuncia alle pretese sulla corona polacca in cambio di analoga rinuncia polacca ai diritti sulla Slesia e sulla Masovia, peraltro già occupate dai boemi;
nel 1339 ottiene da papa Benedetto XII il riconoscimento dei diritti polacchi sui territori occupati dai cavalieri teutonici;
nel 1340, acquistata la Rutenia, intraprende una vasta operazione di colonizzazione e avvia contatti in direzione dell'oriente e del Mar Nero;
nel 1343 stipula con i cavalieri teutonici la pace di Kalisz, che gli permette di riprendere la Cuiavia, pur cedendo la Pomerania;
nel 1344 riesce a riprendere parte della Masovia e ad annettere alla Polonia gli altri territori come stati vassalli; si volge anche contro i tatari e i lituani, da cui recupera i territori di Halicz e Wlodomierz, consolidando così la posizione alle frontiere;
codifica il diritto consuetudinario polacco in un corpus di leggi rielaborate da giuristi che egli ha inviato a studiare a signoria di Padova e a Bologna; fonda l'università di Cracovia strutturata sul modello di analoghe istituzioni italiane;
1355
privo di eredi maschi (i tre matrimoni gli hanno dato solo femmine), con il patto di Buda designa quale erede della corona polacca il nipote Luigi I [il Grande], re d'Ungheria, figlio della sorella Elisabetta;




1355
-

 


 

 

1355
IMPERO BIZANTINO
Giovanni V Paleologo
Albero genealogico

(n. 1331 - † 1391)
[Calojanni]
figlio di Andronico III e di Anna di Savoia;
1341-47, 1354-91, imperatore;
con l'aiuto di Genova e dopo aver costretto Giovanni VI Cantacuzeno ad abdicare;



1355
-

1355
IMPERO di TREBISONDA
[impero trapesuntino]
Alessio III
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di ;
1349 (dal 22 dic) - (al 20 mar) 1390, gran comneno di Trebisonda - autokrátor dei romani;

guerra civile
[1340-55]


Bailo veneziano
1347-64, i rapporti regolari tra Venezia e Trebisonda sono interrotti;
1355
Nel corso della guerra (1350-55) tra Venezia e Genova, Trebisonda rimane neutrale.
Secondo il trattato di pace di Milano, Genova e Venezia s'impegnano a non inviare le proprie navi a Tana e nel mar d'Azov per tre anni;
Gli italiani (con tutta probabilità i genovesi che possiedono Leontocastron, mentre il caravanserraglio dei veneziani non è ancora stato costruito) entrano a far parte di un reparto di Alessio III che opoera contro il rivoltoso megaduca Scholarios, asserragliato a Chirisonda.
[In seguito faranno da mediatori nella conclusione dell'accordo di pace tra le parti ostili, divenendone i garanti.]

1355
Osmanli od Ottomani
Orkan
(? - ?)
successore di Osman I fondatore degli Osmanli od Ottomani;
1326-59, "capo" degli Ottomani;
pone la capitale a Bursa (Brussa) in Bitinia;
nel 1346 sposa Teodora, la figlia di Giovanni VI Cantacuzeno;
nel 1354 occupa Gallipoli, base per una futura espansione.





1355
dal 1334 l'esercito è stato suddiviso in due gruppi:
- sipahi (cavalleria)
- piyade (fanteria);

1355
REGNO di CIPRO e di GERUSALEMME
Ugo IV di Lusignano
Albero genealogico

(† 1359)
figlio di Ugo IV di Cipro e di Eschive d’Ibelin († 1312), signora di Beirut;
nel 1310 ca, sposa Maria d’Ibelin († 1318);
nel 1318, rimasto vedovo, sposa Alice d'Ibelin († dopo 1386);
1318, conestabile di Cipro;
1324-59, re di Cipro;
1324-59, re di Gerusalemme (titolare);



1355
-


1355
IMPERO di SERBIA
Stefano IX Uroš IV Decanski
(n. 1308 - † 1355)
figlio di Stefano VIII Decanski;
1322, associato al trono, si distingue nelle guerre contro i bosniaci e i bulgari;
1331-46, re di Serbia;
dopo aver detronizzato il padre, più tardi assassinato, con l'appoggio dell'aristocrazia serba;
come primo atto di governo stipula un trattato di pace con lo zar dei bulgari Giovanni VI Alessandro, da poco succeduto alla zarina Anna, del quale sposa la figlia Elena; sicuro su questo fronte, è libero di espandersi in Macedonia ai danni di Bisanzio;
nel 1334 l'imperatore Andronico III gli deve riconoscere il possesso di Prilep, Ocrida e Strumica;
nel 1341 si inserisce con grande spregiudicatezza nella lotta apertasi per la successione imperiale tra il giovane Giovanni V Paleologo e Giovanni Cantacuzeno, appoggiando dapprima il Cantacuzeno che ospita fuggiasco in Serbia;
nel 1342, luglio, a Priština stringe un patto di alleanza con Giovanni Cantacuzeno suo ospite;
nel 1343, estate, passa dalla parte di Giovanni V Paleologo, alla cui sorella fidanza il proprio figlio Uroš: ciò gli consente di sottomettere l'Albania salvo Durazzo (fino al 1346);
nel 1345, capo di uno stato che si estende dal Danubio al golfo di Corinto e che ormai si presenta come la maggiore potenza balcanica, di gran lunga più forte di quella bizantina, si autoproclama imperatore e autocrate di Serbia e Romania;
1346-55, imperatore di Serbia;
nel 1348 sottomette l'Epiro e la Tessaglia;
nel 1349, maggio, a Skopje, promulga il Codice di Dušan che costituisce la base giuridica del suo regno e nel quale al diritto consuetudinario serbo si giustappongono norme derivate dalla giurisprudenza bizantina;
da un punto di vista amministrativo egli riserva a sé il governo dei territori di recente acquisizione, affidando invece al figlio Uroš, comunque sotto il proprio stretto controllo, la parte settentrionale dell'impero: la "culla dello stato serbo";
nel 1352 è sconfitto dai turchi a Didimoteico con il suo alleato Giovanni V Cantacuzeno;
nel 1354 si impadronisce di Belgrado;
a Serres promulga una più ampia redazione del Codice Dušan;
1355
finora ha progettato in più occasioni di occupare la stessa Costantinopoli, ma invano ha cercato a questo scopo l'aiuto di Venezia con la quale del resto ha sempre avuto buoni rapporti;
1355, muore improvvisamente;
segue il declino dell'impero che si dissolverà rapidamente nelle mani del suo successore Uroš V.



Stefano X Uroš V Decanski
(? - ?)
figlio di Stefano IX Decanski;
1355-?, imperatore di Serbia;

 
-
1355
-

 


1355
RUSSIA
Ivan [il Bello]
Albero genealogico
(? - ?)
figlio di Afanasij;
1353-59, gran principe di Mosca e di Vladimir;

 
-
1355



1355
REGNO di FRANCIA
Jean II [il Buono]
Albero genealogico
(Le Mans 1319 - Londra 1364)
figlio di Philippe VI [il Fortunato o il Pio] e di Jeanne di Borgogna;
1332, sposa Bona di Lussemburgo, figlia di Giovanni di Boemia dalla quale ha otto figli; non ne ha invece dal suo secondo matrimonio con Giovanna, vedova di Filippo I di Borgogna;
inimicatosi con il genero Carlo II [il Malvagio], re di Navarra, cui non ha voluto cedere gli appannaggi promessi, provoca l'alleanza tra questi e gli inglesi; riprende così la guerra dei cent'anni interrotta da una tregua nel 1347;
1350-64, re di Francia;
…ma non troppo, diventando infatti presto noto, nonostante la sua cavalleria e munificienza, per il suo malgoverno accompagnato anche da delitti (esecuzione senza processo di Raoul d'Eu, connestabile di Francia) e per le sue arbitrarie modificazioni monetarie a favore del tesoro reale;







 
1355


1355
Fiandra
Louis II [de Mâle]
Albero genealogico
(Mâle, vicino Bruges 1330 - Lille 1383/1384)
figlio di Louis I [de Crécy] e di Marguerite di Francia;
1346-48, conte di Fiandra;
1346-84, conte di Nevers e conte di Rethel;
[confermato nel 1347 da Philippe de Valois]
nel 1347 sposa Margaret di Brabante († 1368)



1382-84, conte di Borgogna e conte d'Artois; signore di Salins;









 
-
1355
-


1355
SAVOIA
Amedeo VI [il Conte Verde]
Albero genealogico

(Chambéry 1334 - Castropignano, Campobasso 1383)
figlio di Aimone [il Pacifico] e di Iolanda del Monferrato;
1343-83, conte di Savoia, Aosta e Maurienne;
nel 1347, impossessatosi già di vari domini, genera la gelosia dei Visconti, dei marchesi del Monferrato e dei marchesi del Monferrato i quali impugnano le armi lasciandogli solo Chieri; segue la pace con i Visconti, con cui la casa Savoia stringe anche parentela, a danno dei marchesi di Saluzzo;
nel 1348, malgrado l'umanità che ha sempre inteso introdurre nelle leggi, in occasione della pestilenza il popolo fa scempio degli ebrei;
nel 1349 i Visconti si fanno mediatori della pace con i marchesi del Monferrato il che accresce le sue giurisdizioni nel Canavese; finisce qui infatti la discendenza dei Delfini di Vienna, sin dagli antichi tempi rivale della casa Savoia: erede è il primogenito del re di Francia;
nel 1350, terminata la tutela, assume il governo proseguendo nella politica filofrancese dei suoi tutori;
nel 1354 venuto alle armi con i francesi, vince la battaglia di Arbrette;
1355
Maggio
5
, con il trattato di Parigi conclude la pace con i francesi; cedendo alla Francia quanto possiede nel Delfinato al di là del Rodano e del Guier, diventa padrone della provincia di Fossignì e della signoria di Gex [il peso di un omaggio alla Francia cesserà nel 1588];
sposa Bona di Borbone e, appoggiandosi anche all'impero, riesce a stabilire il dominio sabaudo sui feudi poco fedeli del Vallese, di Ginevra e di Sion, e acquisisce il Vaud; in Italia cerca di impadronirsi della marca di Torino, feudo del ramo collaterale dei Savoia-Acaia; da Karel IV riceve il privilegio delle appellazioni con gran vantaggio dei suoi popoli che sono in tal modo esonerati dall'obbligo di rivolgersi alla Camera imperiale;






 
-
1355
-

 

 


1355
REGNO d'INGHILTERRA
Edward III
Albero genealogico

(Windsor 1312 - Sheen, Richmond 1377)
figlio di Edward II e di Isabella di Francia, sorella di Charles IV [il Bello];
1327-77, re d'Inghilterra;
Il Model Parliament, finora monocamerale, viene diviso in due camere: i cavalieri e i borghesi formano la Camera dei Comuni (House of Commons), mentre i rappresentanti di nobiltà e clero entrano a far parte della Camera dei Lord (House of Lords).]
nel 1330 riesce ad assumere direttamente il potere dopo aver costretto all'esilio la madre e fatto giustiziare R. Mortimer;
nel 1337, all'inizio della "guerra dei cent'anni" tra Francia e Inghilterra, si trasferisce nei Paesi Bassi dove viene proclamato re di Francia;
presto gli alti costi della guerra lo inducono a prendere a prestito ingenti somme di denaro dai suoi banchieri fiorentini (Bardi e Peruzzi);
nel 1345, a causa di un malcontento generale di cui si fa portavoce l'arcivescovo di Canterbury J. Stratford, deve cedere alle richieste dei sudditi e sospende le rimesse in danaro ai suoi creditori fiorentini, causando di conseguenza il fallimento dei Bardi e dei Peruzzi;
nel 1347 fonda l'ordine della Giarrettiera;



Camera dei Lord
(House of Lords)
 
Camera dei Comuni
(House of Commons)
 

1355
-


a


1355
REGNO di SCOZIA
David II
Albero genealogico
(Dunfermline 1324 - Edimburgo 1371)
figlio di Robert I (Bruce) e della seconda moglie Elizabeth de Burgh;
1328, ancora bambino [secondo il trattato di Northampton] viene unito in matrimonio con Joanna, figlia del re inglese Edward II;
1329-32, 1341-46, 1357-71, re di Scozia;
nel 1328 Edward III firma il trattato di Nothampton riconoscendolo come re della Scozia indipendente; nello stesso anno si riconcilia col papa;
nel 1332, spodestato da Edward di Baliol, appoggiato da Edward III d'Inghilterra, è costretto a rifugiarsi in Francia dove viene accolto da Philippe VI [il Fortunato o il Pio] che gli offre come residenza Château Gaillard;
nel 1341, aiutato dai suoi sostenitori in Scozia, riesce a rientrare in patria e a riprendere il governo del paese;




Edward di Baliol
Albero genealogico
(† Wheatley, presso Doncaster 1367)
figlio primogenito di Giovanni di Baliol;
1324, dai suoi possessi normanni parte per l'Inghilterra, invitato dal re Edward II con lo scopo di utilizzarlo per riacquistare influenza in Scozia;
1329, solo ora, dopo la morte di Robert Bruce, può intervenire negli affari scozzesi con successo;
1332, con l'aiuto di nobili del paese e con la connivenza del nuovo re inglese Edward III, vince gli scozzesi a Dupplin Moor e viene incoronato re a Scone, dopo aver spodestato David II (Bruce);
1332-41, 1346-56, re di Scozia;
nel 1341, sconfitto, deve restituire il trono a David II (Bruce);






1355
-


a

1355
REGNO di DANIMARCA
Valdemaro IV Atterdag
Albero genealogico
(n. 1320 ca - † 1375)
figlio di Cristoforo II;
visse gli anni della giovinezza in Germania dove il padre si era rifugiato in seguito agli scontri fra la corona e la grande nobiltà;
1340, alla morte di Gert, conte di Holstein e di fatto signore di gran parte della Danimarca, conclude con gli eredi di quest'ultimo un trattato grazie al quale ottiene la corona;
1340-75, re di Danimarca;
riconosciuto re da tutta la popolazione, dà inizio ad una restaurazione del potere monarchico servendosi sia di mezzi diplomatici che della forza;
nel 1341 ca sposa Helvig, dei duchi di Schleswig, avendone in dote lo Jutland settentrionale;


1355
-

1355
REGNO di NORVEGIA e REGNO di SVEZIA
Magnus VII Eriksson
Albero genealogico
(n. 1316 - † 1374)
figlio del duca Erik, della casa dei Folkung, e di Ingeborg unica figlia di re Haakon V di Norvegia;
1319-55, re di Norvegia;
[in seguito alla morte del nonno materno.]
1319-62, re di Svezia (Magnus II Eriksson);
[in seguito alla deposizione dello zio Birger.]
nel 1330, divenuto maggiorenne, conquista lo Halland e la Scania;
nel 1343 gli viene riconosciuta la conquista (1331) dello Halland e della Scania da Valdemaro IV re di Danimarca;
nel 1344 è costretto dalle pressioni dell'aristocrazia a nominare il figlio maggiore Erik erede al trono svedese e il cadetto Haakon VI erede al trono di Norvegia;
1355
poiché l'unione dei due regni compiuta dal padre è puramente personale, lascia ad Haakon la corona norvegese e divide quella di Svezia e d'Islanda con Erik;


Erik
Albero genealogico
(† 1359)
figlio di Magnus VII re di Norvegia e di Svezia;
1355-59, re di Svezia ;
[in associazione col padre]



Haakon VI
Albero genealogico
(n. 1340 - † 1380)
figlio di Magnus VII re di Norvegia e di Svezia;
1355-80, re di Norvegia;



1362-71, re di Svezia;


1355
-

 


1355
contea di Trastamara
Enrico
Albero genealogico

(Siviglia 1333 ca - Santo Domingo de la Calzada 1379)
figlio naturale di Alfonso XI [il Giusto] e di Leonor di Guzmán;
1350-69, conte di Trastamara;
alla morte del padre sale al trono di Castiglia e León il fratellastro Pedro I [il Crudele] a cui egli si oppone ben presto apertamente, avvalendosi in particolare delle risorse offertegli dalle sue terre nelle Asturie;




1369-79, re di Castiglia e di León (Enrico II);


1355
-
a

1355
REGNO di CASTIGLIA e di LÉON
Pedro I [il Crudele]
Albero genealogico

(Burgos 1334 - Montiel, Mancia 1369)
figlio di Alfonso XI [il Giusto] e di Maria di Portogallo;
1350-69, re di Castiglia e di León;
salito al trono sedicenne, lascia per il momento la direzione dello stato nelle mani di Juan Alfonso di Albuquerque che attua una linea politica filofrancese;
nel 1353 sposa Bianca di Borbone ma il matrimonio fallisce solo dopo pochi gorni (le preferisce Maria di Padilla) e con esso anche l'alleanza con la Francia;


1355
-
a

1355
REGNO di NAVARRA
Carlos II [il Malvagio] 
Albero genealogico
(n. 1332 - † 1387)
figlio di Philippe III, conte d’Evreux, e di Juana II, regina di Navarra;
discende per parte di madre da Philippe IV [il Bello] e per parte di padre dal fratello di quest'ultimo Louis d'Evreux;
1343, conte d'Evreux;
1349-87, re di Navarra;
[incoronato re (ottobre) svolge la sua attività soprattutto con la Francia.]
nel 1351 sposa Jeanne, figlia di Jean II [il Buono] re di Francia, tentando invano di accattivarsi il cugino;
1353-87, conte di Beaumont;
1355
con il trattato di Valogne cede il Cotentina al cugino Jean II [il Buono];

 
1355
-

1355
REGNO di ARAGONA e di CATALOGNA
Pedro IV [il Cerimonioso]
Albero genealogico
(Balaguer, Lérida 1319 - Barcelona 1387)
figlio di Alfonso IV [il Bonario] e della c.ssa Teresa de Urgel;
1336-45, re d'Aragona;
succeduto al padre, si dedica subito al consolidamento della sua sovranità; stipula subito un trattato con il re di Granada, mantenendo d'ora in poi rapporti generalmente buoni con i musulmani;
nel 1338, luglio, sposa Maria d’Evreux [o Marie di Navarra] († 1347);
nel 1339 pretende un giuramento di vassallagio da Giacomo II re di Maiorca;
1345-87, re d'Aragona e di Catalogna (Pedro III);
in seguito alla ribellione di Giacomo II, re di Maiorca, occupa l'isola;
nel 1347 nelle cortes di Saragozza è costretto a confermare alla unión aragonesa il privilegio già concesso da Alfonso II, cercando quindi rifugio in Catalogna;
morta (aprile) la prima moglie Maria d’Evreux, si risposa (novembre) con Leonor di Portogallo († ott 1348);
nel 1348 sconfigge la unión di Valenza e la unión di Aragona;
muore (ottobre) anche la seconda moglie, Leonor di Portogallo;
nel 1349 Giacomo II, re di Maiorca, cade nella battaglia di Lluchmayor nel tentativo di riconquistare l'isola;
sempre aspri sono intanto i suoi rapporti con la nobiltà aragonese che gli rimprovera di aver infranto consuetudini radicate (anteponendo ad es. nella successione al trono la figlia Costanza a suo fratello Giacomo); ma morto il fratello (forse avvelenato) si calmano le lotte per la successione;
(agosto) sposa (sua terza moglie) Leonor di Sicilia († apr 1375);
nel 1350 mentre continua nel suo progetto di ricomporre l'unità di tutti i territori già pertinenti alla casa aragonese, fallisce ora il suo proposito sul regno di Murcia;
in Sardegna, la ribellione di Mariano IV d'Arborea, sostenuto da Genova, mette a dura prova le truppe aragonesi;
nel 1352 alleatosi con Pisa e Venezia, sconfigge la flotta genovese a Costantinopoli;
nel 1353 alleato ancora con Pisa e Venezia, sconfigge ad Alghero la flotta genovese, andata in aiuto in Sardegna a Mariano IV d'Arborea;
nel 1354 neppure il suo intervento personale in Sardegna né la conquista di Alghero riescono però a ristabilire decisamente l'autorità aragonese sull'isola;


1355
-
a

1355
REGNO di MAIORCA
Giacomo III
Albero genealogico
(† 1375)
figlio di Giacomo II, re di Maiorca, e di Costanza († 1346), sorella di Pedro IV [il Cerimonioso] re d'Aragona;
1349-75, re di Maiorca [titolare];
nel 1349 viene fatto prigioniero da Pedro IV [il Cerimonioso] re d'Aragona;
infruttuosi saranno pure i suoi sforzi di riconquistare l'isola.
[ultimo re titolare di Maiorca.]
1355
-
a


 



1355
PIEMONTE
Giacomo di Savoia-Acaia
Albero genealogico
(1315 - 1367)
figlio di Filippo I di Savoia-Acaia e di Catherine di la Tour du Pin e Coligny († 1337);
1334-1367, signore di Piemonte;
1334-1367, principe di Acaia [titolare];
[succede al padre sotto la tutela della madre che si è molto adoperata a dividere la lega formatasi contro il marito salvando così lo stato.]
nel 1338 sposa Beatrice d’Este († 1339) (s.f.);
nel 1339, rimasto vedovo, si risposa con Sibylle des Baux (Sibilla del Balzo) († 1361/62);
el 1347 (maggio) Chieri si dona indivisa a lui e al conte di Savoia, Aosta e Maurienne;
nello stesso anno cadono nelle sue mani Savigliano, Cuneo, Mondovì, Alba e Cherasco (conserverà poi soltanto Chieri e Savigliano); persiste l'antica ruggine tra i conti di Savoia ed i principi di Acaia per l'usurpata successione nell'assemblea di Giaveno del 1285;
nel 1349, pur possedendo Ivrea in comune con i conti Savoia, si vede strappare la città da Amedeo VI che con la pace con il conte del Monferrato la cede a quest'ultimo;




 
1355
-


1355
Monferrato
Giovanni II Paleologo
Albero genealogico
(? - ?)
figlio del marchese Teodoro I e di Argentina Spinola;
1338-72, marchese di Monferrato;
1355
1355-?, vicario imperiale di Pavia;


1355
-

 

1355
signoria di MILANO
Matteo II Visconti
Albero genealogico
(† set 1355)
figlio di Stefano (fratello di Giovanni) e di Valentina Doria;
1346, viene allontanato da Milano;
- sposa Gigliola Gonzaga († 1356);
1354-55, signore di Milano;
1355
Settembre
verso la fine del mese muore (forse per la vita disordinata che conduceva) e i suoi domini (parte di Milano e del territorio milanese) vengono spartiti tra i fratelli.


Galeazzo II Visconti
Albero genealogico
(1320 - 1378)
figlio di Stefano (fratello di Giovanni) e di Valentina Doria;
1343, pellegrino in Terrasanta;
1346, viene allontanato da Milano;
- sposa Bianca di Savoia († ?)
1350, occupa Bologna e viene scomunicato; la revoca gli costa 100.000 fiorini;
1354-78, signore di Milano;
(con la corte a Pavia, in comune Milano e Genova, e i domini occidentali: Como, Novara, Vercelli, Asti, Alba, Alessandria e Tortona)



Bernabò Visconti
Albero genealogico
(1323 - 1385)
figlio di Stefano (fratello di Giovanni) e di Valentina Doria;
1346, viene allontanato da Milano;
- sposa Regina della Scala († 1384);
1354-85, signore di Milano;
(con i domini orientali: Bergamo, Brescia, Cremona e Crema)






Governatore
di Genova
Guglielmo Pallavicino
(1353 9 ott - 1355)
Gaspare Visconti
(1355 - 14 nov 1356)
1355
Gennaio
4
, da ottobre in Italia, Carlo IV di Boemia entra a Milano;
6, Milano, Carlo IV di Boemia viene incoronato re d'Italia (per l'occasione la corona ferrea è stata portata da Monza); l'orazione ufficiale è pronunciata da Gabrio Zamorei;
proclama un armistizio tra Milano e la lega veneziana (dovrebbe durare fino al 1° maggio e poi si dovrebbe stipulare un trattato di pace);
12, l'imperatore parte da Milano, iniziando il suo viaggio verso sud; accompagnato fino a Piacenza anche da F. Petrarca, continua il suo viaggio per Pisa e quindi si reca a Roma.
Maggio
1
°, spirato il termine dell'armistizio, giungono in città i delegati veneziani per stipulare un trattato di pace; fra di loro c'è il cancelliere Benintendi dei Ravegnani che trascorre con F. Petrarca tutto il tempo in cui è libero dagli impegni ufficiali;
Giugno
, i diplomatici milanesi e veneziani concludono il loro lavoro presentando uno schema di trattato di pace che dovrebbe essere ratificato entro due mesi;
Agosto
nulla di fatto e quindi riprendono le ostilità;




1355
signorie di Verona e Vicenza
Cangrande II della Scala
Albero genealogico
(1332 - 1359, assassinato dal fratello Cansignorio I)
figlio di Mastino II e di Taddea da Carrara;
1350, sposa Elisabeth von Bayern († 1402);
1351-59, signore di Verona e Vicenza;
[associato con i due fratelli]


Cansignorio I della Scala
Albero genealogico
(1340 - 1375, avvelenato)
figlio di Mastino II e di Taddea da Carrara;
1351-59; 1359-75, signore di Verona e Vicenza;
[associato con i due fratelli]

 

Paolo Alboino I della Scala
Albero genealogico
(1343 - 1375, decapitato)
figlio di Mastino II e di Taddea da Carrara;
1351-65, signore di Verona e Vicenza;
[associato con i due fratelli]

 

 

1355
-


1355
signoria di Padova
Jacopino da Carrara
Albero genealogico

(† 1372, a 45 anni)
figlio di Nicolò e di Elena della Torre;
[in carcere alla Rocca di Monselice 18 lug 1355, per aver tentato di uccidere il nipote Francesco, viene subito tolto di scena)
- sposa Angela de’ Conti († ?);
19 dic 1350 - 17 dic 1355, 6° signore di Padova;
[assieme al nipote Francesco Novello I [il Vecchio]]
dal 1353 è sposato con Margherita Gonzaga († dopo il 1385), dei signori di Mantova;
1355
Luglio
18
, messo in carcere alla Rocca di Monselice, per aver tentato di uccidere il nipote Francesco Novello I [il Vecchio], viene subito tolto di scena.


Francesco Novello I da Carrara [il Vecchio]
Albero genealogico

(† Monza 6 ott 1393, prigioniero)
figlio di Jacopo II e di Lieta Forzaté;
- 1345, sposa Fina Buzzaccarini († 1378);
19 dic 1350 - 17 dic 1355, 7° signore di Padova;
[assieme allo zio Jacopino)
17 dic 1355 - 29 giu 1388, 7° signore di Padova;
[da solo]


rompe la pace con i Veneziani, si allea con il re d'Ungheria e vanta diritti sul Polesine veneziano;
1373, distrugge il castello Picacapra di Legnaro, per timore che finisca in mano ai veneziani;
1377, invade Treviso e si unisce ai Genovesi;
1388, vinto da Gian Galeazzo Visconti, deve cedergli signoria di Padova e Treviso;
fa rinchiudere a vita nel castello di Castelbaldo il cugino Bonifacio, abate di Praglia, perché ha tramato contro di lui.




 

1355
-


1355
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Marin Faliero

(1285 - Venezia 17 apr 1355)
figlio di Iacopo Falier [ramo dei Santi Apostoli] e di Beriola Loredan;
1354-55, doge di Venezia; [55°]
1355
1350-55, guerra di Venezia contro Genova;

Esacerbato per ragioni private contro l'ordine patrizio, lo stesso doge fomenta il popolo facendogli intendere che, essendo in futuro sempre più oppresso dai nobili, è giunto il momento o di ritornare alla primaria figura della Repubblica o di affidare il governo della città all'autorità del popolo, avendo tutti concorso col proprio sangue e col proprio denaro a formarne l'attuale assetto.
[Alcuni borghesi influenti, come il direttore dell'Arsenale Stefano Ghiazza, hanno fatto di tutto per aizzarlo in vista di una "campagna di moralizzazione".
Balza evidente comunque l'incoerenza psicologica di Marin Faliero. Alla sua veneranda età, egli non può che far sorridere nelle incongrue vesti del rivoluzionario. Senza contare che, in varie epoche della storia, ci sono (ci sono stati e ci saranno) sì, degli aristocratici che si ribellano contro la loro stessa classe, ma non sono al potere. Il potere lo cercano, lo vogliono a ogni costo, e perciò si ribellano.
Nantas Salvalaggio, Signora dell'acqua, Piemme, Casale Monferrato 1997.]

Aprile
al doge non è difficile far suo il consenso dei capi del popolo con i quali stabilisce che la notte del 15 aprile ciascuno dei sedici capi alla testa di sessanta uomini si porterà in Piazza San Marco dove farà suonare le campane perché si sparga la voce di un imminente arrivo dei genovesi; i nobili subito accorsi, sarebbero trucidati e, una volta tolti di mezzo i principali magistrati, resterebbe soltanto a disposizione del popolo l'intera repubblica.
Ma uno dei congiurati svela a Niccolò Leone, membro del Consiglio dei Dieci, tutti i retroscena per cui, convocati immediatamente oltre i dieci ordinari altri venti dei principali cittadini [in seguito continueranno a far parte del Consiglio] i principali responsabili vengono tutti arrestati presso l'Arsenale ed impiccati poi sulla pubblica piazza la sera stessa; riunito il Consiglio dei Dieci nel Palazzo ducale e fattovi costituire il doge, questi di fronte a prove inoppugnabili confessa la congiura premeditata; il mattino seguente viene decapitato sopra la scala maggiore.
[Quando gli viene letta la sentenza di condanna capitale, mormora due sole parole: «Xe giusto».]

Quattrocento complici vengono poi fatti uccidere in vario modo, chi decapitato, chi condannato alla forca, chi affogato in mare. Viene altresì deciso, per ringraziare la Provvidenza divina, la sola ad aver permesso di scoprire la congiura, che ogni doge nel giorno dedicato a sant'Isidoro si sarebbe dovuto recare nel tempio di San Marco per rendere le dovute grazie a Dio.
I beni del doge vengono devoluti al fisco, spianate le abitazioni e venduti i suoi effetti; viene inoltre stabilito che la sua effigie venga collocata tra le altre ma oscurata da un telo nero con questa scritta: «Hic est locus Marini Faledri decapitati pro criminibusť (Questo è il luogo di Marin Faliero, decapitato per i suoi crimini)».
[v. G. Byron, Marin Faliero, 1820]
[I motivi del processo, tuttora oscuro, sembra invece da ricercarsi piuttosto che in una inimicizia esistente fra lui e un gruppo di nobili capeggiati da Michele Steno, nella sua irriducibile opposizione a firmare la pace con Genova].


Giovanni Gradenigo 
Albero genealogico

(Venezia ? - Venezia 8 ago 1356)
figlio di Marino, fratello del doge Pietro;
si sposa due volte.
1355
Aprile
21
, viene eletto doge.
1355-56, doge di Venezia; [56°]
viene eletta dogaressa la sua seconda moglie, tale Felipa, di casato incerto.
1350-55, guerra di Venezia contro Genova;

Il re d'Ungheria Lajos [il Grande], cessata la tregua con Venezia finora osservata per l'autorità dell'imperatore Carlo IV, occupa la Dalmazia cingendo d'assedio le piazze di Zara, Traù, Sebenico, Spalato e Nona e, conclusa una lega segreta con Francesco da Carrara, signore di Padova, fa scendere in Italia un numeroso esercito per occupare la città di Treviso e le altre poche terre di quel distretto.
Nello stesso tempo viene però firmata a Milano la pace con i genovesi tra gli inviati Grande Bonintendi, cancelliere, Raffaele de' Caresini oltre a quattro oratori e ai sindaci di Genova. Rimessa al giudizio del Visconti l'entità del risarcimento dei danni da ambo le parti, il trattato stabilisce:
- il divieto ad ambedue le nazioni di navigare per 3 anni alla Tana,
- il rilascio entro due mesi dei prigionieri nel levante ed entro venti giorni di quelli presenti in Italia;
- il divieto ai genovesi di inviare sotto alcun pretesto vascelli in Adriatico e ai veneziani di scorrere le acque da Porto Pisano a Marsiglia.


- nunzio pontificio: ? (? - ?)
- ambasciatore di Spagna: ? (? - ?)
1355
1350-55, guerra di Venezia contro Genova;


1355
signorie di Ferrara, Modena, Rovigo
 
Aldobrandino III
Albero genealogico

(1335-1361)
figlio di Obizzo III d'Este e di Lippa Ariosti;
1351, sposa Beatrice da Camino († 1388);
1352-61, signore di Ferrara e Rovigo;
1354-61, vicario imperiale di Modena;






1355
-


1355
REGNO di NAPOLI
Giovanna I
Albero genealogico

(Napoli 1326 - Aversa 1382)
figlia di Carlo d'Angiò duca di Calabria e di Margherita di Valois;
sposata ancora bambina ad Andrea d'Ungheria, fratello di Luigi I il Grande;
1343-81, regina di Napoli;
succeduta a soli 17 anni al nonno Roberto, ha escluso il marito dal governo;
nel 1345 (settembre) il marito Andrea d'Ungheria, viene fatto assassinare ad Aversa, per iniziativa, sembra, di Luigi di Taranto dei reali di Napoli, innamorato della regina;
avuta la notizia ella si reca subito a Napoli dove, ricevute le debite condoglianze dei nobili, dà ordine al conte Ugo Balzo di trovare e punire i mandanti e gli esecutori del delitto; individuati e processati, i colpevoli (due gentiluomini calabresi, Filippa Catanesi con il figlio e con la nipote) vengono messi a morte in carcere; ma le facili o corrotte guardie lasciano fuggire Carlo Artus e Bertrando suo figlio, Corrado di Catanzaro e Corrado Umfredo, gli strangolatori di Andrea, che trovano rifugio presso l'imperatrice di Costantinopoli; sui muri di tutta Napoli vengono affissi gli atti del Consiglio riunitosi subito dopo la fuga degli assassini ed in particolare quanto ha detto Giovanna stessa: «Io stessa mi recherei a fare incatenare quegli assassini, se il mio sesso e la mia dignità me 'l concedessero; ma scriverò all'imperatrice, e gli Artus e i Corradi morranno».
Ciò nonostante viene sospettata d'intesa con gli assassini del marito [anche se i giureconsulti contemporanei Baldo e Angelo da Perugia la ritengono innocente] e viene quindi attaccata dal cognato Luigi I d'Ungheria;
nel 1348, passata frattanto a nuove nozze con Luigi di Taranto, fatto Carlo duca di Durazzo, viceré di Napoli e consegnato a lui e agli altri reali il figlioletto affinché lo presentino al re d'Ungheria, fugge nel feudo di Provenza dove ottiene da papa Clemente VI la dispensa per la consanguineità nonché l'assoluzione dall'accusa di uxoricidio;
un legato apostolico viene inviato in Ungheria per trattare la pace;
subito dopo tuttavia, "venduta" la città di Avignone al papato per soli ottantamila fiorini d'oro di Firenze, torna con il marito a Napoli dove i sudditi, malmenati da Gilforte Lupo, si sono ribellati, e con l'aiuto di Niccolò Acciaiuoli, gran siniscalco del regno, tenta di ristablire l'autorità regia sul paese ancora corso dalle milizie ungheresi e dilaniato dai contrasti della grande feudalità;

 


1355
-

1355
REGNO di SICILIA
Ludovico
Albero genealogico

(† Iacchi 1355)
figlio di Pietro II d'Aragona e di Elisabeth di Carinzia († 1349);
1342-55, re di Sicilia;
sotto la tutela dello zio Giovanni che viene nominato Vicario Generale del Regno;
1347, re di Trinacria;
nel 1347, con la pace la Sicilia deve riprendere il titolo di Re di Trinacria e il suo sovrano deve riconoscere di essere vassallo della Chiesa e del Regno di Napoli; alla fine dell'anno compare la peste che presto raggiunge Napoli.
nel 1348 la morte dello zio Giovanni, duca, tutore di Ludovico e Vicario Generale del Regno, rende inoperose le clausole del trattato risparmiando alla Sicilia condizioni umilianti; si riaccende tuttavia violenta la rivalità tra le due fazioni (latina/italiana e catalana) le quali mirano al Vicariato e alla tutela di Ludovico;
dopo sanguinose vicende tra gli Alagona (origine catalana) e i Chiaromonte (origine latino/italiana) esce vittorioso Blasco di Alagona che riunisce a Catania il Parlamento dal quale fa riconoscere Vicaria del Regno Costanza, sorella di Ludovico e Badessa del monastero di S. Chiara in Messina; la soluzione non appaga i partiti opposti che continuano a dilaniarsi anche dopo la morte di Ludovico;
nel 1349, nonostante la nomina di Costanza, sorella di Ludovico e badessa del monastero di S. Chiara in Messina, a Vicaria del Regno i partiti opposti continuano a dilaniarsi…
1355
…anche dopo la morte di Ludovico.


Federico III [lo Scemo]
Albero genealogico

(† 1377)
figlio di Pietro II d'Aragona e di Elisabeth di Carinzia († 1349);
1355-77, re di Sicilia;
sotto la reggenza della sorella Eufemia, succede al fratello Ludovico morto prematuramente;
nella lotta fra le due fazioni interviene anche Napoli in favore dei Chiaromonte sconvolgendo ancora di più la Sicilia, seminando stragi, odi e miserie tra la vessata popolazione;



1355
-

 





CINA

?
trattasi di ?;
?-?, imperatore della Cina;
1355, per opera delle grandi società segrete Nuvola Bianca e Loto Bianco si forma un movimento maggiormente strutturato rispetto ai vecchi capibanda che saccheggiavano la regione in cui erano riusciti a imporsi dando battaglia a chi tentava di invadere il loro campo d'azione.
Il movimento del Loto Bianco abbraccia tutta la regione cantonese e il basso Yang tze kiang ma non dura a lungo perché i Mongoli riescono ad impadronirsi del pretendente (il continuatore della dinastia dei Sung con il titolo di Piccolo Re Splendente) e lo mettono a morte.
Chu Yüan-chang, diversamente dagli altri, non cerca il saccheggio ma cerca di restaurare la pace e l'ordine nell'Est della Cina dove combatte alla testa di alcune migliaia di uomini tanto che si rivolgono a lui prima i letterati e poi i notabili di una città che si affidano alla sua salvaguardia.

 


 

GIAPPONE

 

 




Gemisto Pletone, Giorgio o Geórgios Gemistós Pléthón (Costantinopoli 1355 ca-Mistra, Sparta 1452),
filosofo e umanista bizantino, trasformò il cognome Gemisto [pieno] in quello di Pletone, di uguale significato, ma che richiama intenzionalmente il nome di Platone;
unico spirito originale bizantino, un libero pensatore convinto che col crescere dei lumi il cristianesimo sarebbe scomparso;
1438, continuatore della tradizione classica, viene in Italia con G. Bessarione e altri dotti bizantini al tempo del concilio di Ferrara; vive soprattutto a Firenze, dove inizia Cosimo dei Medici allo studio del "platonismo", ispirandogli la fondazine dell'Accademia platonica;
Sulle differenze fra Platone e Aristotele (1449, origine della celebre contesa fra platonici e aristotelici)
Codice delle leggi
Spiegazione delle quattro virtů
Contro la difesa di Aristotele fatta da Scolario
Libretto sul destino
Esegesi degli oracoli caldaici.




– Anonimo
Theologia Deutsch (Francoforte, 1400 ca, sotto l'influsso di Tauler. Venne stampata da M. Lutero nel 1516 e nel 1518.

– Heinrich von Wittenweiler
L'anello (1410)

– Hans Rosenplüt

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guerra dei cent'anni
(1337-1453)

«segue da 1346»
1355, Marcel Étienne prevosto dei mercanti di Parigi, č il principale rappresentante della borghesia negli stati generali convocati da Jean II [il Buono] per ottenere i sussidi necessari alla prosecuzione della guerra; sotto la sua influenza gli stati nominano una commissione di controllo sull'erario, fino a questo momento lasciato all'arbitrio del sovrano;
«segue 1356»

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