©

Il Viandante

in rete dal 1996


Se ti siamo stati utili effettua una

Nuova Ricerca

Papa
Clemente VI

(Avignone 1342-52)

1347
Maggio
19/20
, dopo un'attenta preparazione e una oculata scelta del momento più opportuno, scoppia la rivoluzione; Cola di Rienzo fa emanare un bando al popolo di Roma, invitandolo a riunirsi in parlamento il giorno seguente, allo scopo di promulgare una nuova costituzione;
Cola di Rienzo trascorre la notte nella chiesa di Sant'Angelo in Pescheria, in preghiera, assistendo ad una messa dopo l'altra in onore dello Spirito Santo: è convinto di essere uno strumento scelto dallo Spirito Santo per fare eseguire nel mondo la sua volontà;
20, Cola di Rienzo si reca in processione da Sant'Angelo al Campidoglio dove rivolge la parola ad una grande folla che comprende, in effetti, tutto il popolo di Roma e attacca violentemente le famiglie nobili, accusandole di essere responsabili delle sventure della città;
un suo assistente legge quindi la nuova costituzione, che pone il governo della città e del territorio circostante nelle mani del popolo di Roma e mette in atto tutta una serie di ottime riforme legali;
viene quindi chiesto al popolo se approvi la costituzione e la risposta è affermativa; si chiede al popolo allora a chi intenda affidare il governo della città, a norma della nuova costituzione: la scelta cade naturalmente su di lui ed è fatta per acclamazione.
In tutto questo non c'è nulla che sia apertamente antipapale: anzi, il vicario del papa, Raimondo di Orvieto, si trova al fianco di Cola di Rienzo in Campidoglio e quest'ultimo lo sceglie a ricoprire insieme a lui la carica di "rettore della città": e il papa, più tardi, riconosce questa nomina.
Alcuni giorni dopo, mentre è suo costume iniziare la sua giornata, all'alba, accostandosi alla confessione e alla comunione, nel corso di una seconda assemblea popolare, Cola di Rienzo viene nominato tribuno e assume i poteri dittatoriali.
Giugno
Cola di Rienzo manda una lettera a tutte le grandi città d'Italia invitandole a spedire dei legati a una assemblea che si terrà a Roma per discutere dei modi di assicurare alla "universa sacra Italia" pace e sicurezza.
Impone ai nobili di comparirgli davanti e di promettere solennemente che non attaccheranno né la sua persona né la sua costituzione; quasi tutti i nobili obbediscono a tale ingiunzione e gli altri sono costretti a sottomettersi con una serie di operazioni militari.
L'eliminazione dei nobili prepotenti non è incompatibile con la politica papale e l'unico membro del sacro collegio i cui interessi di famiglia siano stati lesi dall'azione del nuovo tribuno di Roma è il cardinale Giovanni Colonna;
Luglio
22
, Cola di Rienzo propone a un'assemblea del popolo romano l'adozione di un decreto dalle conseguenze molto importanti: in base ad esso il popolo romano avoca a sé i suoi antichi diritti di sovranità e annulla tutte le concessioni, donazioni e onoranze, elargite nel corso dei secoli, che siano in conflitto con il principio della sovranità popolare. La proposta viene accolta immediatamente.
Le manifestazoni di ostentazione personale da parte di Cola di Rienzo continuano.
28, scrive a F. Petrarca una lettera in cui, tra l'altro, afferma il principio del valore permanente della rivoluzione «cuius totius populi anima est ipsa libertas» (La libertà è ora l'anima di tutto il popolo di Roma).
31, si reca in processione, con il vicario papale al suo fianco, fino a S. Giovanni in Laterano dove offre un banchetto e parla alla folla dalla loggia che si trova sulla facciata della chiesa. Assiste quindi alla messa nel battistero e si bagna nel grande fonte in cui, secondo la credenza generale, l'imperatore Costantino ricevette il battesimo mille anni prima guarendo dalla lebbra.
Passa la notte coricato su un letto posto a fianco del fonte battesimale.
Agosto
, mentre il vicario papale celebra la messa nella chiesa, Cola di Rienzo viene creato cavaliere da alcuni autorevoli personaggi romani. Subito dopo fa leggere pubblicamente, dalla loggia, il decreto secondo cui il popolo romano si riprende i suoi antichi diritti.
Il documento precisa che:
- Roma è "caput orbis",
- tutte le città e i popoli d'Italia sono liberi e partecipano della cittadinanza romana,
- il diritto di eleggere l'imperatore spetta soltanto al popolo di Roma.
Vengono quindi invitati tutti gli imperatori, elettori, re, duchi, principi, conti, marchesi, tutte le cittadinanze e università e le singole persone (tra i nomi fatti c'è quello di Carlo di Boemia) a comparire, se vogliono che i loro titoli siano riconosciuti, davanti al popolo di Roma il giorno della Pentecoste dell'anno seguente, e a presentare le loro istanze.
Nel documento è definito "candidatus Spiritus Sancti miles, Nicolaus severus et clemens, liberator Urbis, zelator Italiae, amator orbis et tribunus Augustus".
Lo stesso giorno, quando il vicario papale sente leggere il decreto (o quando gliene viene riferito il contenuto) si affretta a protestare vigorosamente, facendo presente che esso viola il principio della libertà d'azione della Chiesa. Ne chiede quindi il ritiro ma le sue proteste non ottengono alcun esito.
Intanto, nelle prime due settimane di agosto, arrivano a Roma oltre duecento delegati inviati da altre città in risposta all'invito del tribuno.
15, durante la cerimonia dell'incoronazione che si tiene in Campidoglio, cinque prelati pongono, uno dopo l'altro, sul capo di Cola di Rienzo una corona di foglie di quercia, una di edera, una di mirto, una di alloro e una di olivo. Un assistente toglie di volta in volta la corona impostagli sul capo, per lasciar posto a quella seguente. Un sesto prelato gli offre poi una corona d'argento e uno scettro e infine il sindaco di Roma gli dona un globo terrestre.
2, il vicario del papa e (da maggio) corettore di Roma, Raimondo di Orvieto, viene ora licenziato dallo stesso Cola di Rienzo.
Ad Avignone, quando giunge notizia delle ultime "operazioni romane", l'atteggiamento della corte papale verso il tribuno subisce un brusco capovolgimento.
Settembre
mentre si sta avvicinando ad Avignone, un giovane corriere che sta recapitando delle lettere di Cola di Rienzo viene assalito e duramente percosso; il bastone d'argento che porta come simbolo della sua immunità di ambasciatore gli viene rotto sul capo; gli viene strappata la borsa delle lettere, che viene distrutta, e le lettere contenute sono fatte a pezzi; gli si proibisce di entrare in città e gli si dice che un trattamento analogo sarà riservato a tutti gli altri messaggeri di Cola di Rienzo.
Intanto i cardinali riuniti in concistoro pongono in discussione il problema se sia conveniente per la Chiesa che Roma e l'Italia siano unificate. La conclusione raggiunta è negativa.
Nel tribuno di Roma cominciano a nascere i sospetti sulla lealtà dei nobili, anche se hanno giurato di sostenerlo. Per saggiare la loro lealtà li invita quindi ad un banchetto.
14, al banchetto sono presenti, tra gli altri:
. Stefano Colonna [il Vecchio],
. Giovanni Colonna (nipote del precedente),
. alcui Orsini,
. ecc.;
un commento poco favorevole sull'abbigliamento (forse troppo costoso) di Cola di Rienzo, espresso da Stefano Colonna [il Vecchio], offende il tribuno che, sentendo un'aria di cospirazione, decide di fare arrestare seduta stante tutti i nobili presenti nella sala e rinchiudere nelle carceri del Campidoglio;
15, per ottenere ulteriori notizie sulla ventilata cospirazione, manda dei frati nelle carceri per dire ai prigionieri che sono stati condannati a morte e invitarli a confessarsi e a comunicarsi.
Poiché nulla trapela nonostante questo stratagemma, Cola di Rienzo, convintosi che la notizia della ventilata cospirazone era falsa, davanti alla folla che intanto si è radunata al suono della campana davanti al Campidoglio, loda i nobili per la loro lealtà e chiede al popolo di perdonarli. Il perdono viene accordato e in segno di riconciliazione, egli dà a ciascuno dei suoi ospiti un titolo onorifico, un anello d'oro e altri doni.
Appena liberi, i Colonna e gli Orsini lasciano subito la città rifugiandosi nei loro castelli e preparandosi alla difesa armata.
Ottobre
all'inizio del mese, con un considerevole numero di armati, Cola di Rienzo pone l'assedio ad uno dei castelli degli Orsini, che sorge a Marino, su uno sperone dei Colli Albani;
15 ca, arriva a Roma il cardinale de Déaulx, forte dei pieni poteri conferitigli dal papa; riferisce a Cola di Rienzo che potrà conservare la sua carica di rettore solo a tre condizioni:
- giurare di non compiere atti che siano contrari ai diritti della Chiesa;
- non uscire dai limiti impostigli dalla carica che ricopre;
- revocare tutte le leggi illegali che ha promulgato;
dovrà inoltre giurare fedeltà a papa Clemente VI e ai suoi successori.
In caso contrario, il legato pontificio potrebbe scomunicarlo e ordinare al popolo di Roma di togliergli il suo appoggio sotto la minaccia dell'interdizione. Il legato chiede inoltre che venga levato l'assedio al castello degli Orsini.
All'inizio Cola di Rienzo toglie l'assedio al castello ma si rifiuta di accettare le tre condizioni impostegli dal papa.
20, i Colonna e gli altri nobili, preso coraggio dall'arrivo del legato pontificio, riuniscono le loro forze con l'intenzione di rovesciare il tribuno;
nel tentativo di far rientro a Roma, i nobili falliscono disastrosamente e nel corso della battaglia Stefano Colonna [il Giovane] e suo figlio Giovanni rimangono uccisi.
Approfittando di questa vittoria, organizza una festa trionfale ma ormai sta perdendo l'appoggio di molti che finora l'hanno sostenuto e pure la fiducia in se stesso lo sta abbandonando. Ripresi i contatti con il legato papale, dopo lunghi negoziati finisce con l'accettare completamente le richieste del papa;
Dicembre
rinuncia ai titoli che si è attribuito e annulla il decreto fatto da lui promulgare in agosto;
15, abdica e si reca in processione dal Campidoglio a Castel Sant'Angelo dove gli viene offerta l'immunità personale; vi rimane sino a tutto il gennaio prossimo.
«segue 1350»
[Ernest Hatch Wilkins, Vita del Petrarca, Feltrinelli 1964]

ANNO 1347

La Peste
(1347-50)
(Fino al 1537 le epidemie avranno ricorrenza ciclica)

1347, scoppia in Italia la prima epidemia di peste che contagerà, nel giro di qualche anno, tutta l'Europa. La peste abbandonerà il continente europeo soltanto verso la metà del Settecento.
La "morte nera" che trova in Boccaccio (Decameron) un testimone oculare d'eccezione, è un autentico flagello sociale.
Dopo la presa, da parte dei tatari, di Caffa in Crimea (dove si è già sviluppato un focolaio di "peste murina") il virus, trasportato dalle navi genovesi, fa questo tour:
Messina, Tunisi, isole del Mediterraneo occidentale, penisola iberica, città costiere dell'interno, Alpi e a macchia d'olio nel resto d'Europa (tranne Milano, forse per l'isolamento politico-commerciale in cui si trova sotto i Visconti).








1347
ducato d'Austria e di Stiria
Albrecht II [il Saggio/lo Sciancato]
Albero genealogico
(Habsburg 1298 - Wien 1358)
quartogenito di Albrecht I d'Asburgo e di Elisabeth di Carinzia;
1322, governa l'Austria e la Stiria per il fratello Friedrich I [il Bello], fatto prigioniero a Mühldorf da Ludwig IV [il Bavaro];
1324-58, conte di Pfirth;
[dopo aver sposato la c.ssa Johanna von Pfirth (Giovanna di Ferrete)]
1330-58, duca d’Austria, Stiria, Carinzia, Carniola e Sud Tirolo;
succede alla morte del fratello Friedrich I [il Bello];
nel 1335 acquista la Carinzia, allargando così i domini della casata;


Margherita [Maultasch (Boccalarga)]
Albero genealogico
(n. 1318 - Vienna 1369)
figlia di Heinrich V, duca di Carinziae conte del Tirolo, e moglie di Johann Heinrich di Lussemburgo;
1335-63, contessa del Tirolo;
[succeduta alla morte del padre, eredita il Tirolo ma non la dal 1341 sposata con Ludwig di Brandeburgo, figlio dell'imperatore Ludwig IV [il Bavaro];


1347
-


1347
REGNO d'UNGHERIA
Luigi I [il Grande]
Albero genealogico

(Višegrad 1326 - Trnava 1382)
figlio di Charles I Robert d'Angiò, re d'Ungheria, e di Elisabetta di Polonia (sorella di re Kazimierz III [il Grande])
1342-82, re d'Ungheria (Lajos I);
succeduto al padre, eredita uno stato solido e finanziariamente fiorente che gli fornisce le basi per un'ambiziosa politica estera;
nel 1343, seguendo i suggerimenti di frate Roberto, invia i propri ministri a Clemente VI per far valere i diritti di suo fratello Andrea sul regno di Napoli non in quanto marito di Giovanna ma come erede dell'avo Charles Martell; per sedare la controversia ed essendo Andrea e Giovanna ancora minorenni il papa pensa di inviare un legato a Napoli (Bolla del 18 novembre);
nel 1344 combatte al fianco dello zio Kazimierz III [il Grande] di Polonia contro lituani e tatari;
nel 1345 suo fratello Andrea, marito della regina Giovanna I di Napoli, viene assassinato;
1347
Dicembre
5
, dopo aver minacciato di invadere il Regno di Napoli, il re arriva a Verona dove si assicura l'approvazione e l'appoggio di Mastino della Scala, signore della città;



1370-82, re di Polonia;








1347
-


1347
REGNO di BOEMIA
Karel IV
Albero genealogico

(Praga 1316 - 1378)
figlio di Jan [il Cieco], re di Boemia, e di Eliska Premyslide, erede del regno di Boemia;
nel 1329 sposa Blanche de Valois († 1348);
1334-46, margravio di Moravia (Wenceslas Charles);
1346-53, duca di Lussemburgo (Wenceslas Charles);
1346-78, re di Boemia (Karel IV)
1346-76, re di Germania (Karl I)




1355-78, imperatore del Sacro Romano Impero (Charles IV);
1355-78, re di Lombardia-Milano;
1365-78, re di Arelat-Arles;








1347
-

1347
REGNO di GERMANIA
Ludwig IV [il Bavaro]
Albero genealogico
(1282 - Puch bei Fürstenfeldbruck 1347)
figlio secondogenito di Ludwig II, duca della Baviera superiore e conte del Palatinato, e di Matilde, figlia dell'imperatore Rodolfo d'Asburgo;
1294-1347, duca di Baviera [in Upper [Alta] Baviera];
1314-47, re di Germania;
nel 1317 toglie al fratello maggiore Rodolfo, che lo minaccia nei suoi stessi domini, la Baviera e il Palatinato;
1314-22, guerra civile;
nel 1322, dopo anni di guerra civile si arriva alla battaglia di Mühldorf dove, dopo aver lottato strenuamente (sostenuto dalle città renane) sconfigge Friedrich III il quale, fatto prigioniero insieme al fratello Heinrich, viene tradotto nel castello di Traunsnitz nel Palatinato, dove rimarrà fino al 1325;
1327-47, re d’Italia;
da gennaio 1327 è in Italia dove rimarrà fino al febbraio 1330;
1328-47, imperatore del Sacro Romano Impero;
[fattosi incoronare dall'antipapa Niccolò V.]
l'insofferenza per le taglie e i tributi che impone ai suoi fedeli toglie ogni prestigio alla sua autorità e al ruolo di arbitro che egli intende esercitare nelle contese italiane;
nel 1330, dopo essere stato in Italia dal gennaio 1327, fa ritorno in Germania;
nel 1334 in Germania ottiene qualche successo nella politica di ingrandimento dei domini della sua casa, acquistando il Tirolo e le contee di Olanda, Zelanda e Frisia, pur dovendo ancora fronteggiare a lungo l'opposizione dei numerosi avversari, e, ancora, dei papi;
nel 1338, con l'unione elettorale di Rhens, fa proclamare ai principi tedeschi che la designazione a re di Germania comporta automaticamente l'assunzione della dignità imperiale (con ciò si vuole escludere ogni intervento pontificio);
nel 1343 viene scomunicato da Clemente VI;
nel 1344 fa di Praga, capitale dell'impero, una sede arcivescovile;
1347
muore in un incidente di caccia.






1347
-

1347
REGNO di POLONIA
Kazimierz III [il Grande]
Albero genealogico

(Kowal o Cracovia 1310 - Cracovia 1370)
figlio di Wladislaw I Lokietek [il Breve] e di Jadwiga († 1339), figlia di Boleslaw principe di Grande Polonia;
nel 1325 sposa Aldona di Lithuania († 1339);
1333-70, re di Polonia;
[… il fondatore dello stato polacco]
nel 1335 si allea con Giovanni di Boemia, ottenendone la rinuncia alle pretese sulla corona polacca in cambio di analoga rinuncia polacca ai diritti sulla Slesia e sulla Masovia, peraltro già occupate dai boemi;
nel 1339 ottiene da papa Benedetto XII il riconoscimento dei diritti polacchi sui territori occupati dai cavalieri teutonici;
nel 1340, acquistata la Rutenia, intraprende una vasta operazione di colonizzazione e avvia contatti in direzione dell'oriente e del Mar Nero;
nel 1343 stipula con i cavalieri teutonici la pace di Kalisz, che gli permette di riprendere la Cuiavia, pur cedendo la Pomerania;
nel 1344 riesce a riprendere parte della Masovia e ad annettere alla Polonia gli altri territori come stati vassalli; si volge anche contro i tatari e i lituani, da cui recupera i territori di Halicz e Wlodomierz, consolidando così la posizione alle frontiere;
codifica il diritto consuetudinario polacco in un corpus di leggi rielaborate da giuristi che egli ha inviato a studiare a signoria di Padova e a Bologna; fonda l'università di Cracovia strutturata sul modello di analoghe istituzioni italiane;




1347
-



 


1347
IMPERO BIZANTINO
Giovanni V Paleologo
Albero genealogico

(n. 1331 - † 1391)
figlio di Andronico III e di Anna di Savoia;
1341-47, 1354-91, imperatore;
succeduto al padre, sotto la reggenza della madre che, appoggiata dal patriarca Giovanni Caleca, affida il governo ad Alessio Apocauco dichiarando l'onnipotente primo ministro Giovanni (il futuro Giovanni VI Cantacuzeno) nemico della patria; questi reagisce facendosi proclamare imperatore dai suoi seguaci a Didimoteico: ne segue una lunga guerra civile;
1347
Febbraio
al termine di una lunga guerra civile che si protrae dal 1341, il governo gli viene tolto da Giovanni VI Cantacuzeno

 




Giovanni VI Cantacuzeno
Albero genealogico

(Costantinopoli 1293 - Mistra 1383)
onnipotente ex primo ministro di Andronico III Paleologo;
1347-54, imperatore;
dopo aver tolto, grazie all'alleanza con il sultano Orkhan,
il governo a Giovanni V Paleologo, cui riconosce tuttavia il diritto alla successione;



1347
-

1347
IMPERO di TREBISONDA
[impero trapesuntino]
Michele

(? - ?)
figlio di ;
1344 (dal 3 mag) - (al 13 dic) 1349, imperatore di Trebisonda - autokrátor dei romani;

guerra civile
[1340-55]


Bailo veneziano
?
(? - ?)
1347
il Senato veneziano limita alle galee armate la navigazione da Costantinopoli nel Mar Nero: v'infuria un'epidemia di peste;
da questo momento e fino al 1364 i rapporti regolari con Trebisonda vengono interrotti;

1347
Osmanli od Ottomani
Orkan
(? - ?)
successore di Osman I fondatore degli Osmanli od Ottomani;
1326-59, "capo" degli Ottomani;
pone la capitale a Bursa (Brussa) in Bitinia;
nel 1346 sposa Teodora, la figlia di Giovanni VI Cantacuzeno;





1346
dal 1334 l'esercito è stato suddiviso in due gruppi:
- sipahi (cavalleria)
- piyade (fanteria);

1347
REGNO di CIPRO e di GERUSALEMME
Ugo IV di Lusignano
Albero genealogico

(† 1359)
figlio di Ugo IV di Cipro e di Eschive d’Ibelin († 1312), signora di Beirut;
nel 1310 ca, sposa Maria d’Ibelin († 1318);
nel 1318, rimasto vedovo, sposa Alice d'Ibelin († dopo 1386);
1318, conestabile di Cipro;
1324-59, re di Cipro;
1324-59, re di Gerusalemme (titolare);



1347
-


1347
IMPERO di SERBIA
Stefano IX Uroš IV Decanski
(n. 1308 - † 1355)
figlio di Stefano VIII Decanski;
1322, associato al trono, si distingue nelle guerre contro i bosniaci e i bulgari;
1331-46, re di Serbia;
dopo aver detronizzato il padre, più tardi assassinato, con l'appoggio dell'aristocrazia serba;
come primo atto di governo stipula un trattato di pace con lo zar dei bulgari Giovanni VI Alessandro, da poco succeduto alla zarina Anna, del quale sposa la figlia Elena; sicuro su questo fronte, è libero di espandersi in Macedonia ai danni di Bisanzio;
nel 1334 l'imperatore Andronico III gli deve riconoscere il possesso di Prilep, Ocrida e Strumica;
nel 1341 si inserisce con grande spregiudicatezza nella lotta apertasi per la successione imperiale tra il giovane Giovanni V Paleologo e Giovanni Cantacuzeno, appoggiando dapprima il Cantacuzeno che ospita fuggiasco in Serbia;
nel 1342, luglio, a Priština stringe un patto di alleanza con Giovanni Cantacuzeno suo ospite;
nel 1343, estate, passa dalla parte di Giovanni V Paleologo, alla cui sorella fidanza il proprio figlio Uroš: ciò gli consente di sottomettere l'Albania salvo Durazzo (fino al 1346);
nel 1345, capo di uno stato che si estende dal Danubio al golfo di Corinto e che ormai si presenta come la maggiore potenza balcanica, di gran lunga più forte di quella bizantina, si autoproclama imperatore e autocrate di Serbia e Romania;
1346-55, imperatore di Serbia;



 
-
1347
-

 

1347
RUSSIA
Simeone [il Superbo]
Albero genealogico
(? - ?)
figlio di Afanasij principe di Novgorod;
1341-53, gran principe di Mosca e di Vladimir;   

 
-
1347




1347
REGNO di FRANCIA
Philippe VI [il Fortunato o il Pio]
Albero genealogico
(1293 - Nogent-le-Rotrou 1350)
figlio di Charles II di Valois e della c.ssa Marguerite d'Angiò;
1293-1326, conte di Alençon;
1315-50, conte del Maine (Philippe);
1326-50, conte di Valois (Philippe);
1328-50, re di Francia (Philippe VI [il Fortunato o il Pio])
… ed inizia la guerra dei cent'anni.
1335-44, in Francia opera una grande compagnie: la banda detta degli Scorticatori;





 
1347


1347
Fiandra
Louis II [de Mâle]
Albero genealogico
(Mâle, vicino Bruges 1330 - Lille 1383/1384)
figlio di Louis I [de Crécy] e di Marguerite di Francia;
1346-48, conte di Fiandra;
1346-84, conte di Nevers e conte di Rethel;
[confermato nel 1347 da Philippe de Valois]
1347
sposa Margaret di Brabante († 1368)




1382-84, conte di Borgogna e conte d'Artois; signore di Salins;









 
-
1347
-


1347
SAVOIA
Amedeo VI [il Conte Verde]
Albero genealogico

(Chambéry 1334 - Castropignano, Campobasso 1383)
figlio di Aimone [il Pacifico] e di Iolanda del Monferrato;
1343-83, conte di Savoia, Aosta e Maurienne;
1347
impossessatosi già di vari domini, genera la gelosia dei Visconti, dei marchesi del Monferrato e dei marchesi del Monferrato i quali impugnano le armi lasciandogli solo Chieri; segue la pace con i Visconti, con cui la casa Savoia stringe anche parentela, a danno dei marchesi di Saluzzo;



 
-
1347
-

 

 


1347
REGNO d'INGHILTERRA
Edward III
Albero genealogico

(Windsor 1312 - Sheen, Richmond 1377)
figlio di Edward II e di Isabella di Francia, sorella di Charles IV [il Bello];
1327-77, re d'Inghilterra;
Il Model Parliament, finora monocamerale, viene diviso in due camere: i cavalieri e i borghesi formano la Camera dei Comuni (House of Commons), mentre i rappresentanti di nobiltà e clero entrano a far parte della Camera dei Lord (House of Lords).]
nel 1330 riesce ad assumere direttamente il potere dopo aver costretto all'esilio la madre e fatto giustiziare R. Mortimer;
nel 1337, all'inizio della "guerra dei cent'anni" tra Francia e Inghilterra, si trasferisce nei Paesi Bassi dove viene proclamato re di Francia;
presto gli alti costi della guerra lo inducono a prendere a prestito ingenti somme di denaro dai suoi banchieri fiorentini (Bardi e Peruzzi);
nel 1345, a causa di un malcontento generale di cui si fa portavoce l'arcivescovo di Canterbury J. Stratford, deve cedere alle richieste dei sudditi e sospende le rimesse in danaro ai suoi creditori fiorentini, causando di conseguenza il fallimento dei Bardi e dei Peruzzi;
1347
fonda l'ordine della Giarrettiera;



Camera dei Lord
(House of Lords)
 
Camera dei Comuni
(House of Commons)
 

1347
-


a


1347
REGNO di SCOZIA
David II
Albero genealogico
(Dunfermline 1324 - Edimburgo 1371)
figlio di Robert I (Bruce) e della seconda moglie Elizabeth de Burgh;
1328, ancora bambino [secondo il trattato di Northampton] viene unito in matrimonio con Joanna, figlia del re inglese Edward II;
1329-32, 1341-46, 1357-71, re di Scozia;
nel 1328 Edward III firma il trattato di Nothampton riconoscendolo come re della Scozia indipendente; nello stesso anno si riconcilia col papa;
nel 1332, spodestato da Edward di Baliol, appoggiato da Edward III d'Inghilterra, è costretto a rifugiarsi in Francia dove viene accolto da Philippe VI [il Fortunato o il Pio] che gli offre come residenza Château Gaillard;
nel 1341, aiutato dai suoi sostenitori in Scozia, riesce a rientrare in patria e a riprendere il governo del paese;




Edward di Baliol
Albero genealogico
(† Wheatley, presso Doncaster 1367)
figlio primogenito di Giovanni di Baliol;
1324, dai suoi possessi normanni parte per l'Inghilterra, invitato dal re Edward II con lo scopo di utilizzarlo per riacquistare influenza in Scozia;
1329, solo ora, dopo la morte di Robert Bruce, può intervenire negli affari scozzesi con successo;
1332, con l'aiuto di nobili del paese e con la connivenza del nuovo re inglese Edward III, vince gli scozzesi a Dupplin Moor e viene incoronato re a Scone, dopo aver spodestato David II (Bruce);
1332-41, 1346-56, re di Scozia;
nel 1341, sconfitto, deve restituire il trono a David II (Bruce);






1347
-


a

1347
REGNO di DANIMARCA
Valdemaro IV Atterdag
Albero genealogico
(n. 1320 ca - † 1375)
figlio di Cristoforo II;
visse gli anni della giovinezza in Germania dove il padre si era rifugiato in seguito agli scontri fra la corona e la grande nobiltà;
1340, alla morte di Gert, conte di Holstein e di fatto signore di gran parte della Danimarca, conclude con gli eredi di quest'ultimo un trattato grazie al quale ottiene la corona;
1340-75, re di Danimarca;
riconosciuto re da tutta la popolazione, dà inizio ad una restaurazione del potere monarchico servendosi sia di mezzi diplomatici che della forza;
nel 1341 ca sposa Helvig, dei duchi di Schleswig, avendone in dote lo Jutland settentrionale;


1347
-

1347
REGNO di NORVEGIA e REGNO di SVEZIA
Magnus VII Eriksson
Albero genealogico
(n. 1316 - † 1374)
figlio del duca Erik, della casa dei Folkung, e di Ingeborg unica figlia di re Haakon V di Norvegia;
1319-55, re di Norvegia;
[in seguito alla morte del nonno materno.]
1319-62, re di Svezia (Magnus II Eriksson);
[in seguito alla deposizione dello zio Birger.]
nel 1330, divenuto maggiorenne, conquista lo Halland e la Scania;
nel 1343 gli viene riconosciuta la conquista (1331) dello Halland e della Scania da Valdemaro IV re di Danimarca;
nel 1344 è costretto dalle pressioni dell'aristocrazia a nominare il figlio maggiore Erik erede al trono svedese e il cadetto Haakon VI erede al trono di Norvegia;


1347
-

 


1347
REGNO di CASTIGLIA e di LÉON
Alfonso XI [il Giusto]
Albero genealogico

(Salamanca 1311 - Gibraltar 1350, peste)
figlio di Ferdinando IV [el Ajurno] e di Costanca di Portogallo († 1312);
1312-50, re di Castiglia e di León;
[regna a 2 anni]
nel 1325 sposa Constanza di Castiglia (matrimonio poi annullato nel 1327);
nel 1328 sposa Maria di Portogallo;



1347
-
a

1347
REGNO di NAVARRA
Juana II
Albero genealogico
(Château de Conflans 1311 – 1349)
figlia di Louis X, re di Francia, e di Marguerite de Bourgogne († 1315, strangolata);
1328-49, regina di Navarra (Juana II);
nel 1329 sposa Philippe III, conte d’Evreux;
nel 1335 entra in aperto contrasto con la Castiglia, cui contende senza successo la regione di Guipúzcoa, cioè lo sbocco al mare di cui la Navarra è sprovvista;





 
1347
-

1347
REGNO di ARAGONA e di CATALOGNA
Pedro IV [il Cerimonioso]
Albero genealogico
(Balaguer, Lérida 1319 - Barcelona 1387)
figlio di Alfonso IV [il Bonario] e della c.ssa Teresa de Urgel;
1336-45, re d'Aragona;
succeduto al padre, si dedica subito al consolidamento della sua sovranità; stipula subito un trattato con il re di Granada, mantenendo d'ora in poi rapporti generalmente buoni con i musulmani;
nel 1338, luglio, sposa Maria d’Evreux [o Marie di Navarra] († 1347);
nel 1339 pretende un giuramento di vassallagio da Giacomo II re di Maiorca;
1345-87, re d'Aragona e di Catalogna (Pedro III);
in seguito alla ribellione di Giacomo II, re di Maiorca, occupa l'isola;
1347
Aprile
muore la moglie Maria d’Evreux;
nelle cortes di Saragozza è costretto a confermare alla unión aragonesa il privilegio già concesso da Alfonso II, cercando quindi rifugio in Catalogna;
Novembre
sposa Leonor di Portogallo († ott 1348);


1347
-
a

1347
REGNO di MAIORCA
Giacomo II
Albero genealogico
(† 1349)
figlio di Ferdinando e di Isabella del Peloponneso;
1324-44, re di Maiorca;
si riaccende la crisi con la corona aragonese, della quale lo stato è vassallo sin dalla sua costituzione nel 1262;
nel 1336, a causa della sua ambigua politica estera che cerca di destreggiarsi tra aragonesi, francesi e inglesi, entra presto in conflitto con il cugino Pedro IV [il Cerimonioso] re d'Aragona;
nel 1344 è costretto alla fuga dal cugino Pedro IV [il Cerimonioso],  re d'Aragona e di Catalogna, che incorpora il regno in quello aragonese; vani sono i suoi tentativi per riconquistare i propri domini;


1347
-
a

 



1347
PIEMONTE
Giacomo di Savoia-Acaia
Albero genealogico
(1315 - 1367)
figlio di Filippo I di Savoia-Acaia e di Catherine di la Tour du Pin e Coligny († 1337);
1334-1367, signore di Piemonte;
1334-1367, principe di Acaia [titolare];
[succede al padre sotto la tutela della madre che si è molto adoperata a dividere la lega formatasi contro il marito salvando così lo stato.]
nel 1338 sposa Beatrice d’Este († 1339) (s.f.);
nel 1339, rimasto vedovo, si risposa con Sibylle des Baux (Sibilla del Balzo) († 1361/62);
1347
Maggio
18
, Chieri si dona indivisa a lui e al conte di Savoia, Aosta e Maurienne;
nello stesso anno cadono nelle sue mani Savigliano, Cuneo, Mondovì, Alba e Cherasco (conserverà poi soltanto Chieri e Savigliano); persiste l'antica ruggine tra i conti di Savoia ed i principi di Acaia per l'usurpata successione nell'assemblea di Giaveno del 1285;




 
1347
-


1347
Monferrato
Giovanni II Paleologo
Albero genealogico
(? - ?)
figlio del marchese Teodoro I e di Argentina Spinola;
1338-72, marchese di Monferrato;


1347
-

1347
MILANO
Luchino I Visconti
Albero genealogico

(1292 - Milano 24.1.1349)
figlio di Matteo I e di Bonacossa Borri;
1315, signore di Pavia;
- 1316, sposa Caterina Spinola († 1317);
- 1318. sposa Elisabetta Fieschi († post 1331);
- 1339, sposa Violante di Saluzzo († post 1339);
1339-49, signore di Milano;
nel 1341, vicario pontificio, ha acquistato Bellinzona, Locarno e Asti;
nel 1346 ha acquistato Parma da Obizzo III d'Este;




 

1347
-


1347
signorie di Verona e Vicenza
Alberto [Alboino ?] II della Scala
Albero genealogico
(1306 - 1352)
figlio di Alboino, signore di Verona e Vicenza, e di Beatrice da Correggio;
1312, sposa Agnese († ?), figlia naturale di Enrico II conte di Gorizia.
1329-38, signore di Padova;
1329-52, signore di Verona e Vicenza;
1347
-



1347
signorie di Verona e Vicenza
Mastino II della Scala
Albero genealogico

(1308 - 1351)
figlio di Alboino signore di Verona e Vicenza, e di Beatrice da Correggio;
1328, sposa Taddea da Carrara († 1375)
[andata in sposa per volere del padre costrettovi da Cangrande I]
1329-38, signore di Padova;
1332-41, signore di Parma;
1332-37, signore di Brescia;
[per acquisto]
1335-41, signore di Lucca;
[per occupazione, dopo averne rifiutato l’acquisto su proposta di Firenze]
1329-51, signore di Verona e Vicenza;
[associato con il fratello]


 

1347
-



1347
signoria di Padova
Jacopo II da Carrara
Albero genealogico

(† 19/21 dic 1350, pugnalato)
figlio di Nicolò e di Elena della Torre;
ostaggio in Germania, da giovane, viene riscattato a caro prezzo dal padre;
- 1318, sposa Lieta Forzaté († ?), dei conti di Montemerlo;
- 1341, sposa Costanza da Polenta († ?), dei signori di Ravenna;
1345 6 mag - 19 dic 1350, 5° signore di Padova;


 

1347
-





1347
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Andrea Dandolo
Albero genealogico
(30 apr 1306 - Venezia 7 set 1354)
figlio di Enrico;
1343-54, doge di Venezia; [54°]
- nunzio pontificio: ? (? - ?)
- ambasciatore di Spagna: ? (? - ?)
1347
la "Morte nera" (1347-49) decima la popolazione di Venezia;

 

1347
signorie di Ferrara, Modena, Rovigo
Obizzo III
Albero genealogico

(1294-1352)
figlio di Aldobrandino II marchese d'Este, e di Alda Rangoni;
1317, sposa Giacomina Pepoli († 1341);
1317/44-52, signore di Ferrara;
1335-52, signore di Modena;
1335-52, signore di Rovigo;
dal ? è sposato in seconde nozze con Lippa Ariosti († 1347);
1344-46, signore di Parma;

[cedutagli da Azzo di Correggio e ceduta poi a Luchino Visconti]
1347
muore anche la seconda moglie.



 

1347
-



1347
REGNO di NAPOLI
Giovanna I
Albero genealogico

(Napoli 1326 - Aversa 1382)
figlia di Carlo d'Angiò duca di Calabria e di Margherita di Valois;
sposata ancora bambina ad Andrea d'Ungheria, fratello di Luigi I il Grande;
1343-81, regina di Napoli;
succeduta a soli 17 anni al nonno Roberto, ha escluso il marito dal governo;
nel 1345 (settembre) il marito Andrea d'Ungheria, viene fatto assassinare ad Aversa, per iniziativa, sembra, di Luigi di Taranto dei reali di Napoli, innamorato della regina;
avuta la notizia ella si reca subito a Napoli dove, ricevute le debite condoglianze dei nobili, dà ordine al conte Ugo Balzo di trovare e punire i mandanti e gli esecutori del delitto; individuati e processati, i colpevoli (due gentiluomini calabresi, Filippa Catanesi con il figlio e con la nipote) vengono messi a morte in carcere; ma le facili o corrotte guardie lasciano fuggire Carlo Artus e Bertrando suo figlio, Corrado di Catanzaro e Corrado Umfredo, gli strangolatori di Andrea, che trovano rifugio presso l'imperatrice di Costantinopoli; sui muri di tutta Napoli vengono affissi gli atti del Consiglio riunitosi subito dopo la fuga degli assassini ed in particolare quanto ha detto Giovanna stessa: «Io stessa mi recherei a fare incatenare quegli assassini, se il mio sesso e la mia dignità me 'l concedessero; ma scriverò all'imperatrice, e gli Artus e i Corradi morranno».
Ciò nonostante viene sospettata d'intesa con gli assassini del marito [anche se i giureconsulti contemporanei Baldo e Angelo da Perugia la ritengono innocente] e viene quindi attaccata dal cognato Luigi I d'Ungheria;


1347
-

1347
REGNO di SICILIA
Ludovico
Albero genealogico

(† Iacchi 1355)
figlio di Pietro II d'Aragona e di Elisabeth di Carinzia († 1349);
1342-55, re di Sicilia;
sotto la tutela dello zio Giovanni che viene nominato Vicario Generale del Regno;
1347, re di Trinacria;
con la pace la Sicilia deve riprendere il titolo di Re di Trinacria e il suo sovrano deve riconoscere di essere vassallo della Chiesa e del Regno di Napoli;
Dicembre
alla fine dell'anno compare la peste che presto raggiunge Napoli.


1347
-







Benincasa, Caterina o Caterina da Siena (Siena 1347-Roma 1380) figlia di Jacopo Benincasa, scrittrice mistica, religiosa nell'ordine delle mantellate di San Domenico.
[Discendente, per parte di padre, dagli antenati della famiglia Borghese, sarà canonizzata da Pio II nel 1461]
Dialogo della Divina Provvidenza (1378, o Libro della Divina dottrina)
Lettere.

Sercambi, Giovanni (Lucca 1347-1424) scrittore;
Monito o programma di governo (1400, dedicato a Lazzaro Guinigi)
Croniche della città di Lucca (dal 1164 al 1424)
Novelle (una raccolta di 100 ed una di 155).

Torna su

 

Nuova Ricerca