– Arnaldo
FORLANI
(Pesaro 8 dicembre 1925)
uomo politico italiano, esponente della Democrazia
cristiana, uno dei principali inquisiti di "Tangentopoli",
laureato in giurisprudenza e giornalista;
[Ai tempi della Dc il suo portavoce
era Enzo Carra.]
[Sposato con Alma
che gli ha dato tre figli: Alessandro,
Luigino e Marco
Mariano.]
1948
laureato in giurisprudenza all'Università degli Studi di Urbino,
inizia la sua carriera politica con la nomina a segretario provinciale
della Democrazia Cristiana di Pesaro e con i successivi incarichi
di consigliere provinciale e consigliere comunale di Pesaro;
1954
entra a far parte per la prima volta della direzione della Dc
(Democrazia
cristiana);
1955
7 ottobre, ottiene il suo primo rilevante incarico di partito,
arrivando a dirigere l’importante sezione SPES (Studi,
Propaganda e Stampa);
1958
12 giugno, eletto per la prima volta deputato (III Legislatura)
nel Collegio di Ancona;
luglio-febbraio 1959 (II "governo
Fanfani);
1959
febbraio-febbraio 1960 (II "governo
Segni");
nel Congresso nazionale di Firenze, a seguito della frattura nella
corrente di "Iniziativa Democratica" tra il gruppo dei dorotei
e quello degli amici dell’ex segretario Amintore
Fanfani (Nuove Cronache), sceglie di aggregarsi a quest’ultimo,
affermandosi come uno dei leader più in vista della corrente
fanfaniana;
delfino di Amintore Fanfani ed esponente
quindi della sua corrente politica "Nuove Cronache", forma
poi con Antonio Gava e Vincenzo
Scotti la corrente "Alleanza Popolare" (Grande centro
"doroteo");
1960
25 marzo-19 luglio ("governo
Tambroni);
luglio-febbraio 1962 (III "governo
Fanfani);
1962
febbraio-maggio 1963 (IV "governo
Fanfani);
in rappresentanza della corrente fanfaniana viene eletto vice-segretario
nazionale del partito, contribuendo così alla gestione unitaria
del Dc che seguirà al Congresso nazionale di
Napoli e che porterà alla nascita del Centro-Sinistra:
mantiene quest'incarico, con una breve pausa di pochi mesi, fino all'inizio
del 1969, lavorando assieme a tre segretari politici diversi: Aldo
Moro, Mariano Rumor e Flaminio
Piccoli;
1963
16 maggio, rieletto deputato (IV Legislatura);
1963
dicembre-luglio 1964 (I "governo
Moro");
1964
luglio-febbraio 1966 (II "governo
Moro");
1966
febbraio-giugno 1968 (III "governo
Moro");
1968
5 giugno, rieletto deputato (V Legislatura);
giugno-dicembre 1968 (II "governo
Leone");
dicembre-luglio 1969, ministro delle Partecipazioni Statali
(I "governo
Rumor");
1969
agosto-11 novembre, ministro per i rapporti con le Nazioni
Unite, (II "governo
Rumor");
9 novembre, nel corso del Consiglio nazionale, a seguito della
crisi interna alla "corrente dorotea" e delle conseguenti
dimissioni di Flaminio Piccoli da segretario
politico, viene eletto con un’ampia maggioranza nuovo segretario
politico della Dc;
con la sua elezione e la nomina di De Mita
a vice-segretario, sembra affermarsi nel partito la cosiddetta nuova
"Terza generazione democristiana";
11 novembre, dopo l'elezione a segretario politico della Dc,
si dimette dall'incarico di ministro;
Durante la sua segreteria, tenta di evitare il disfacimento dell'alleanza
politica di Centro-Sinistra, minata dall’incapacità di reagire
in modo efficace alle difficoltà economiche e sociali del periodo.
1970
27 marzo-6 luglio (III "governo
Rumor");
agosto-gennaio 1972 ("governo
Colombo");
Formula così il "‘preambolo"
che mirava a rinforzare la collaborazione dei partiti di Governo e ad
estenderla a tutti i livelli istituzionali, comprese le neo-nate Regioni.
Dopo il fallimento del "preambolo", lancia la cosiddetta politica
di centralità. Direttamente ispirata alla teoria della reversibilità
delle formule di Amintore Fanfani, questa
linea politica è la premessa per un rilancio dell'immagine moderata
del partito alle prossime elezioni (con lo slogan "Avanti
al Centro") per la formazione del "governo Andreotti-Malagodi"
senza il PSI.
1972
17-26 febbraio 1972 (I "governo
Andreotti");
25 maggio, rieletto deputato (VI Legislatura);
giugno-giugno 1973 (II "governo
Andreotti");
1973
luglio-marzo 1974 (IV "governo
Rumor");
Al Congresso di Roma, però, i maggiori dirigenti della Dc
decidono di porre fine a quell'esperienza e di ritornare al Centro-Sinistra.
Inizia così per lui, ma anche per Giulio
Andreotti, un periodo di quaresima, come nella definizione del
suo maestro Amintore Fanfani. Egli deve
rinunciare alla segreteria nazionale del partito, nonché ad altri
incarichi governativi.
1974
14 marzo-3 ottobre (V "governo
Rumor");
novembre-gennaio 1976, ministro della Difesa
(IV "governo
Moro");
[Con questa nomina termina per lui anche la quaresima.]
1976
12 febbraio-30 aprile, ministro della Difesa (V
"governo
Moro");
Ora è uno dei protagonisti dell'opposizione democristiana alla
politica di solidarietà nazionale ventilata da Aldo Moro e dal
neo-segretario Benigno Zaccagnini.
Nel XIII Congresso nazionale, è il candidato del blocco moderato
del partito alla guida del partito: appoggiato dai dorotei di Flaminio
Piccoli e Antonio Bisaglia, nonché
dai seguaci di Giulio Andreotti e di Amintore
Fanfani, egli sfida nella corsa alla Segreteria Benigno
Zaccagnini, proponendo una piattaforma moderata che esclude qualsiasi
tipo di rapporto d'attenzione e di governo con il PCI.
La sfida è molto combattuta, ma alla fine la sua linea risulta
sconfitta, seppure solo per pochissimi voti.
5 luglio, rieletto deputato (VII Legislatura);
luglio-gennaio 1978, ministro degli Esteri (III
"governo
Andreotti");
[È stato nominato nonostante la sua opposizione
al nuovo corso e alla politica di solidarietà nazionale.
Tale nomina può essere giustificata con due motivi:
- uno interno alla Dc: un partito così spaccato
all'ultimo Congresso ha bisogno di una gestione il più possibile
unitaria della nuova fase; pertanto è indispensabile recuperare
lui affidandogli un ruolo prestigioso;
- uno estero alla Dc: in un mondo ancora segnato dalla
presenza del "fattore K" e dalla divisione in blocchi, la
nomina di un anticomunista riconosciuto e viscerale può tranquillizzare
i partner europei e atlantici della continuità della politica
estera italiana.
Per questi motivi manterrà la carica di ministro degli Esteri
fino al 1979, quando la formula di solidarietà nazionale sarà
accantonata definitivamente.]
luglio, si reca in visita in Portogallo per esprimere l'appoggio
del governo italiano alla richiesta, avanzata da Lisbona, di adesione
alla CEE;
1978
marzo-gennaio 1979, ministro degli Esteri (IV
"governo
Andreotti");
1979
20-31 marzo, ministro degli Esteri (V
"governo
Andreotti");
20 giugno, eletto deputato (VIII Legislatura);
agosto-marzo 1980 (I "governo
Cossiga");
1980
4 aprile-27 settembre (II "governo
Cossiga");
è tra gli artefici della vittoria al Congresso di una maggioranza
moderata che pone fine all’esperienza della collaborazione con il PCI,
rilanciando la formula del Centro-sinistra;
18 ottobre-26 giugno 1981, Presidente del Consiglio dei
ministri ("governo
Forlani");
(affronta il terremoto in Irpinia e i rapimenti
d'Urso e Cirillo)
1981
26 giugno, è costretto a rassegnare le dimissioni;
[Durante la sua presidenza vengono scoperti gli elenchi
degli aderenti alla loggia massonica P2 di L.
Gelli; il ritardo nella pubblicazione delle liste, politicamente
considerato (soprattutto dal PCI) una sua diretta responsabilità,
lo costringe a rassegnare le dimissioni e ad allontanarsi da posizioni
di primaria importanza per qualche tempo.]
giugno-agosto 1982 (I "governo
Spadolini");
1982
23 agosto-13 novembre (II "governo
Spadolini");
dicembre-aprile 1983 (V "governo
Fanfani);
durante il Congresso nazionale, che elegge per la prima volta Ciriaco
De Mita alla Segreteria nazionale, egli mantiene la sua posizione
candidandosi alla Segreteria in rappresentanza delle componenti moderate
del partito;
la sua sconfitta è, però, in larga parte determinata dal
cambiamento di posizione del suo vecchio maestro Amintore
Fanfani che sostiene il candidato a lui opposto;
in quest'occasione, egli esce dalla corrente fanfaniana di “Nuove
Cronache”, seguito da molti esponenti storici della componente
come Franco Maria Malfatti, Luciano
Radi, Ivo Butini, Lorenzo
Natali ed Oscar Luigi Scalfaro;
la nuova area forlaniana inizia così l’avvicinamento
ai "dorotei";
[Che poi determinerà la nascita della nuova corrente
moderata di “Azione Popolare”.]
Coerentemente con la linea politica espressa nei congressi precedenti,
egli mantiene per tutti gli anni Ottanta il ruolo di leader della parte
moderata del partito, spingendo Nasce in questi anni la sintonia tra
lui e il segretario socialista Bettino Craxi,
che li porta a una stretta collaborazione.
1983
12 luglio, eletto deputato (IX Legislatura);
agosto-giugno 1986, vicepresidente del Consiglio dei
ministri e ministro senza portafoglio del Consiglio
dei ministri (I "governo
Craxi");
[Guida la delegazione democristiana all'interno del Governo.]
1986
agosto-marzo 1987, vicepresidente del Consiglio dei ministri
e ministro senza portafoglio del Consiglio dei ministri
(II "governo
Craxi");
viene eletto nuovamente alla carica di presidente del Consiglio nazionale
della Dc, al fine di garantire la massima unità
possibile tra le varie anime della ‘Balena bianca’;
1987
17 aprile-luglio (VI "governo
Fanfani);
2 luglio, rieletto deputato (X Legislatura);
luglio-marzo 1988 ("governo
Goria");
1988
aprile-luglio 1989 ("governo
De Mita");
In vista del Congresso nazionale (1989), lavora attivamente alla ricomposizione
dell'area moderata della Dc.
Grazie alla convergenza della sua corrente, di quella dorotea di Antonio
Gava e di alcuni ex-fanfaniani, nasce la nuova corrente di "Alleanza
Popolare", che riunisce le varie correnti moderate del
partito.
1989
luglio-marzo 1991 (VI "governo
Andreotti");
al Congresso nazionale della Dc, grazie all'affermazione
di "Alleanza Popolare", riesce ad essere
nuovamente eletto segretario nazionale dellla Dc;
questa nuova esperienza alla guida del partito di maggioranza relativa
si caratterizza per il rafforzamento del rapporto con il PSI
e con la marginalizzazione della Sinistra Dc (“Area del Confronto”)
e del suo leader Ciriaco De Mita;
Durante il periodo 1989-1992 si avvia la fase giornalisticamente nota
come del CAF (alleanza tra Craxi-Andreotti-Forlani)
per blindare la maggioranza pentapartito e la collaborazione tra socialisti
e democristiani;
Dopo la sconfitta alle elezioni politiche del 1992 e la sconfitta
personale nella corsa per il Quirinale nello stesso anno, Forlani si
dimise da Segretario.
1991
aprile-aprile 1992 (VII "governo
Andreotti");
1992
23 aprile, rieletto deputato alle elezioni politiche (XI Legislatura)
ma sconfitta della Dc;
Il suo nome è associato anche alle elezioni per il Presidente
della Repubblica.
[Come segretario della Dc, viene candidato
dal partito e dalla coalizione quadripartita che appoggia il governo
per la successione di Francesco Cossiga.
La sua corsa per il Quirinale non ha un esito felice: la coalizione
quadripartita, indebolita dall'esito deludente delle elezioni politiche,
non gli garantisce di disporre di un margine sufficientemente largo
per puntare a una elezione senza sorprese. Per di più l'alto
numero di franchi tiratori del suo stesso partito gli impedisce di poter
superare la maggioranza richiesta per l'elezione.]
16 maggio, nel corso del 5º e del 6º scrutinio, manca
l'elezione rispettivamente di 39 e di 29 voti.
A seguito di questa duplice sconfitta, ritira la sua candidatura a Presidente
della Repubblica.
dopo la sconfitta alle elezioni politiche e la sconfitta personale nella
corsa per il Quirinale, si dimette da segretario della Dc
;
[Gli succede M. Martinazzoli.]
giugno-aprile 1993 (I "governo
Amato");
1993
"Affare ENIMONT":
durante il processo, nel periodo dell'inchiesta "Mani pulite",
è chiamato a testimoniare riguardo ai finanziamenti illeciti
ricevuti.
Palesemente in difficoltà, rispondendo alle domande del pubblico
ministero Antonio Di Pietro, nega di saperne
alcunché con un visibile stato di agitazione.
[Sarà condannato in via definitiva a due
anni e quattro mesi di reclusione per "finanziamento
illecito" nell'affare Enimont.
La pena della reclusione sarà sostituita con l'affidamento in
prova al servizio sociale ed espiata mediante la collaborazione con
la Caritas di Roma.
Egli ha sempre ribadito di ritenere ingiusta la condanna inflittagli
e di accettarla in spirito socratico come la sua cicuta da bere.]
Autostrade
Condannato a tre anni in primo grado di giudizio per ricettazione di
varie tangenti sugli appalti inerenti alle autostrade, sarà poi
assolto con formula piena in appello.
___________________________
Curiosità
- Forlani ebbe una breve carriera agonistica come calciatore. Giocò
come mezz'ala nella Vis Pesaro, squadra della sua città, con
la quale militò in Serie C[7][8].
- È nota la frase con la quale egli stesso descrisse la propria
oratoria: "Parlo senza dir niente? Potrei farlo per ore".[9][senza
fonte]
Onorificenze
Cancelliere e Tesoriere dell'Ordine militare d'Italia - nastrino per
uniforme ordinaria Cancelliere e Tesoriere dell'Ordine militare d'Italia
— Dal 23 novembre 1974 al 29 luglio 1976
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme
- nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine
Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme
Opere
- Il P.S.I. di fronte al comunismo. Dal 1945 al 1956, Cinque lune, Roma
1956.
- Discorso pronunciato al VII Congresso nazionale della DC, Firenze,
24 ottobre 1959, Ediz. "Periferia", Roma 1959.
- Il piano verde, un mezzo di ripresa per l'agricoltura italiana, Tip.
InGraRo, Roma 1961.
- Il "miracolo" non basta, con Franco Maria Malfatti, A.B.E.T.E.,
Roma 1962.
- I democratici cristiani e la società nuova. Relazione all'Assemblea
nazionale della Democrazia cristiana. Sorrento, 3 novembre 1965, Cinque
lune, Roma 1966.
- Una linea di coerenza e di lealtà. X Congresso nazionale della
DC. Milano, 23-26 nov. 1967, A.B.E.T.E., Roma 1967.
- Blocco d'ordine e frontismo sullo sfondo della lunga crisi. La risposta
della DC. Discorso pronunciato il 16 aprile 1970 alla Camera dei deputati
in occasione del dibattito sulla fiducia al III governo Rumor, Cinque
lune, Roma 1970.
- Le regioni con la D.C., Cinque lune, Roma 1970.
- La difficile alleanza. Discorsi dal palazzo e nei dintorni, Cinque
lune, Roma 1983.
- L'immaginaria corsa per il potere, Orlandi, Roma 1989.
- Il taglio della balena e la deriva. Breve dialogo sui travisamenti
con qualche annotazione per gli amici dispersi o dovunque acquartierati,
Stella, Ancona 1996.
- Fuori campo con memoria, Casa della stampa, Bagni di Tivoli 2001.
- Potere discreto. Cinquant'anni con la Democrazia cristiana, Marsilio,
Venezia 2008.
__________________________
Composizione
Camera dei Deputati Seggi
Democrazia Cristiana
Partito Socialista Italiano
Partito Socialdemocratico Italiano
Partito Repubblicano Italiano
Südtiroler Volkspartei
Union Valdôtaine
Totale Maggioranza 262
62
20
17
4
1
366
Partito Comunista Italiano
Movimento Sociale Italiano
Partito Radicale
Partito Liberale Italiano
PdUP per il comunismo
Totale Opposizione 201
30
18
9
6
264
Totale 630
Senato della Repubblica Seggi
Democrazia Cristiana
Partito Socialista Italiano
Partito Socialdemocratico Italiano
Partito Repubblicano Italiano
Südtiroler Volkspartei
Union Valdôtaine
Totale Maggioranza 138
32
9
6
3
1
189
Partito Comunista Italiano
Movimento Sociale Italiano
Partito Radicale
Partito Liberale Italiano
Totale Opposizione 109
13
2
2
126
Totale 315
Composizione del governo:
Democrazia Cristiana
Partito Socialista Italiano
Partito Socialista Democratico Italiano
Partito Repubblicano Italiano
Presidente del Consiglio dei ministri
Qurinale 1980: I ministri del governo Forlani con il Presidente della
Repubblica Sandro Pertini
Arnaldo Forlani (DC)
Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri
Luciano Radi (DC)
Ministeri senza portafoglio
Affari regionali
Roberto Mazzotta (DC)
Coordinamento iniziative per la ricerca scientifica e tecnologica
Pier Luigi Romita (PSDI)
Coordinamento delle politiche comunitarie
Vincenzo Scotti (DC)
Funzione pubblica
Clelio Darida (DC)
Interventi straordinari nel Mezzogiorno
Nicola Capria (PSI)
Rapporti col Parlamento
Antonio Gava (DC)
MINISTERI
Affari esteri
Ministro Emilio Colombo (DC)
Sottosegretari Costantino Belluscio, Libero Della Briotta, Aristide
Gunnella, Edoardo Speranza
Interno
Ministro Virginio Rognoni (DC)
Sottosegretari Marino Corder, Angelo Maria Sanza, Giuseppe Di Vagno
Grazia e Giustizia
Ministro Adolfo Sarti (DC) fino al 23/05/81
Clelio Darida (DC) dal 23/05/81
Sottosegretari Giuseppe Gargani, Domenico Raffaello Lombardi, Altiero
Spinelli
Bilancio e Programmazione Economica
Ministro Giorgio La Malfa (PRI)
Sottosegretari Lucio Gustavo Abis
Finanze
Ministro Franco Reviglio (PSI)
Sottosegretari Giuseppe Amadei, Francesco Colucci, Mario Gargano
Tesoro
Ministro Beniamino Andreatta (DC)
Sottosegretari Carlo Fracanzani, Giuseppe Pisanu, Eugenio Tarabini,
Angelo Tiraboschi, Claudio Venanzetti
Difesa
Ministro Lelio Lagorio (PSI)
Sottosegretari Pasquale Bandiera, Amerigo Petrucci, Martino Scovacricchi
Pubblica Istruzione
Ministro Guido Bodrato (DC)
Sottosegretari Antonino Drago, Franca Falcucci, Claudio Lenoci, Giacomo
Samuele Mazzoli
Lavori Pubblici
Ministro Franco Nicolazzi (PSDI)
Sottosegretari Francesco Fossa, Giorgio Santuz
Agricoltura e Foreste
Ministro Giuseppe Bartolomei (DC)
Sottosegretari Mario Campagnoli, Fabio Fabbri, Anselmo Martoni
Trasporti
Ministro Rino Formica (PSI)
Sottosegretari Antonio Caldoro, Giosi Roccamente, Elio Tiriolo
Poste e Telecomunicazioni
Ministro Michele Di Giesi (PSDI)
Sottosegretari Giorgio Bogi, Pino Leccisi, Gaspare Saladino
Industria, Commercio e Artigianato
Ministro Antonio Bisaglia (DC) fino al 20/12/80
Filippo Maria Pandolfi (DC) dal 20/12/80
Sottosegretari Bruno Corti, Maria Magnani Noya, Francesco Rebecchini
Sanità
Ministro Aldo Aniasi (PSI)
Sottosegretari Bruno Orsini
Commercio con l'Estero
Ministro Enrico Manca (PSI)
Sottosegretari Baldassarre Armato, Roberto Palleschi
Marina Mercantile
Ministro Francesco Compagna (PRI)
Sottosegretari Giuseppe Caroli, Giovanni Nonne
Partecipazioni Statali
Ministro Gianni De Michelis (PSI)
Sottosegretari Giuseppe Antonio Dal Maso, Giuseppe Tocco
Lavoro e Previdenza Sociale
Ministro Franco Foschi (DC)
Sottosegretari Angelo Castelli, Giuseppe Miroglio, Sisinio Zito
Beni Culturali e Ambientali
Ministro Oddo Biasini (PRI)
Sottosegretari Rolando Picchioni
Turismo e Spettacolo
Ministro Nicola Signorello (DC)
Sottosegretari Enrico Quaranta
Composizione partitica del governo
DC: 1 presidente del Consiglio, 13 ministri,
PSI: 7 ministri,
PSDI: 3 ministri,
PRI: 3 ministri,
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