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ANNO 1370
1371 -
(Višegrad 1326 - Trnava 1382) figlio di Charles I Robert d'Angiò, re d'Ungheria, e di Elisabetta di Polonia (sorella di re Kazimierz III [il Grande]) 1342-82, re d'Ungheria (Lajos I); succeduto al padre, eredita uno stato solido e finanziariamente fiorente che gli fornisce le basi per un'ambiziosa politica estera; nel 1343, seguendo i suggerimenti di frate Roberto, invia i propri ministri a Clemente VI per far valere i diritti di suo fratello Andrea sul regno di Napoli non in quanto marito di Giovanna ma come erede dell'avo Charles Martell; per sedare la controversia ed essendo Andrea e Giovanna ancora minorenni il papa pensa di inviare un legato a Napoli (Bolla del 18 novembre); nel 1344 combatte al fianco dello zio Kazimierz III [il Grande] di Polonia contro lituani e tatari; nel 1345 suo fratello Andrea, marito della regina Giovanna I di Napoli, viene assassinato; nel 1347, a inizio dicembre, dopo aver minacciato di invadere il Regno di Napoli, il re arriva a Verona dove si assicura l'approvazione e l'appoggio di Mastino della Scala, signore della città; nel 1348, invaso il Regno di Napoli e costretto alla fuga la regina, accetta cordialmente Carlo di Durazzo e gli altri reali che ad Aversa gli presentano il figlioletto di Giovanna; dopo aver chiesto al duca dove fosse la finestra da cui era stato gettato il corpo del fratello Andrea d'Ungheria e sentendosi rispondere che non lo sapeva, gli fa di brutto tagliare la testa, fa prendere molti nobili che ritiene colpevoli e li manda in Ungheria assieme al figlioletto [vi morirà poco dopo]; si avvia verso Napoli con le sue truppe che avanzano con davanti lo stendardo in cui è raffigurato il dipinto di Andrea strangolato; arrivato nel castello nuovo, senza udir nessuno, toglie a molti e dà ad altri onori e incarichi, ma li pone tutti sotto l'autorità del vescovo ungherese Varadino; mentre sono già trascorsi quattro mesi dal suo ingresso a Napoli, scoppia a causa del sudiciume la peste tra le sue truppe; non riuscendo inoltre ad ottenere l'appoggio di papa Clemente VI, è costretto ad abbandonare l'impresa nel Regno di Napoli; nomina prima il barone tedesco Corrado Lupo suo vicario e Gilforte Lupo castellano di Napoli; nel 1349, chiamato da Corrado Lupo in aiuto degli ungheresi a Napoli, giunge con nuove armate in Puglia, prende Trani e Aversa costringendo Giovanna alla fuga a Gaeta; nel 1350 da Napoli si reca a Roma dove, rifiutato il titolo di re che gli è offerto, fa le sue devozioni nel Giubileo; nel 1352, avvisato dal legato pontificio quanto fosse pericoloso continuare la guerra contro il volere del papa, firma un accordo in base al quale la regina ha di nuovo il regno e la pace; [alcuni scrittori parlano di 300 mila fiorini versati al re ungherese dalla regina per le spese della guerra e da questi poi donati alla chiesa romana] certo è che il pontefice invia il vescovo di Bracara a incoronare Giovanna e Luigi di Taranto re di Napoli; nel 1358 combatte una guerra contro Venezia riuscendo, grazie all'aiuto di Genova e di Francesco da Carrara, ad impadronirsi della Dalmazia fino a Durazzo: si assicura così il controllo dell'Adriatico; 1370-82, re di Polonia; succeduto alla morte di Kazimierz III [il Grande] in base ad un accordo precedentemente stipulato tra suo padre ed il sovrano polacco; invia a rappresentarlo la madre Elisabetta;
(Praga 1316 - 1378) figlio di Jan [il Cieco], re di Boemia, e di Eliska Premyslide, erede del regno di Boemia; nel 1329 sposa Blanche de Valois († 1348); 1334-46, margravio di Moravia (Wenceslas Charles); 1346-53, duca di Lussemburgo (Wenceslas Charles); 1346-78, re di Boemia (Karel IV) 1346-76, re di Germania (Karl I) nel 1348 muore la moglie Blanche de Valois; fonda a Praga la prima Università dell'Europa nordoccidentale; nel 1349 sposa Anna von Rheinpfalz († 1353); nel 1353, rimasto vedovo, sposa Anna di Schweidnitz-Jauer († 1362); nel 1354 (ottobre) scende in Italia (solo allo scopo di trarne ricche regalie e non perché invitato da Cola di Rienzo e da F. Petrarca a rinnovare l'impero romano) e si stabilisce a Mantova dove rimane fino alla fine dell'anno; 1355-78, imperatore del Sacro Romano Impero (Charles IV); 1355-78, re di Lombardia-Milano; [incoronato a Milano] nel 1356, riconoscendo una situazione di fatto ormai consolidata, promulga a Norimberga la costituzione detta "carolina" (la Bolla d'oro per antonomasia); nel 1362 muore Anna di Schweidnitz-Jauer (terza moglie); 1365-78, re di Arelat-Arles; nel 1365 vuole visitare Urbano V ad Avignone; 1368-69, scende in Italia, solo allo scopo di trarne ricche regalie; nel 1368 (aprile) fa il suo ingresso in Italia con un grosso esercito, d'accordo con i nemici dei Visconti;
(Kowal o Cracovia 1310 - Cracovia 1370) figlio di Wladislaw I Lokietek [il Breve] e di Jadwiga († 1339), figlia di Boleslaw principe di Grande Polonia; nel 1325 sposa Aldona di Lithuania († 1339); 1333-70, re di Polonia; [… il fondatore dello stato polacco] nel 1335 si allea con Giovanni di Boemia, ottenendone la rinuncia alle pretese sulla corona polacca in cambio di analoga rinuncia polacca ai diritti sulla Slesia e sulla Masovia, peraltro già occupate dai boemi; nel 1339 ottiene da papa Benedetto XII il riconoscimento dei diritti polacchi sui territori occupati dai cavalieri teutonici; nel 1340, acquistata la Rutenia, intraprende una vasta operazione di colonizzazione e avvia contatti in direzione dell'oriente e del Mar Nero; nel 1343 stipula con i cavalieri teutonici la pace di Kalisz, che gli permette di riprendere la Cuiavia, pur cedendo la Pomerania; nel 1344 riesce a riprendere parte della Masovia e ad annettere alla Polonia gli altri territori come stati vassalli; si volge anche contro i tatari e i lituani, da cui recupera i territori di Halicz e Wlodomierz, consolidando così la posizione alle frontiere; codifica il diritto consuetudinario polacco in un corpus di leggi rielaborate da giuristi che egli ha inviato a studiare a signoria di Padova e a Bologna; fonda l'università di Cracovia strutturata sul modello di analoghe istituzioni italiane; nel 1355, privo di eredi maschi (i tre matrimoni gli hanno dato solo femmine), con il patto di Buda designa quale erede della corona polacca il nipote Luigi I [il Grande], re d'Ungheria, figlio della sorella Elisabetta;
segue
(n. 1331 - † 1391) [Calojanni] figlio di Andronico III e di Anna di Savoia; 1341-47, 1354-91, imperatore; con l'aiuto di Genova e dopo aver costretto Giovanni VI Cantacuzeno ad abdicare; nel 1361, minacciato dall'avanzata turca, si rivolge a Innocenzo VI per proporre l'unione delle due chiese; nel 1362, sempre minacciato dall'avanzata turca, si rivolge ora anche a Urbano V per proporre l'unione delle due chiese, sperando di ottenere un aiuto militare; nel 1365 la crociata bandita da Urbano V si dirige verso l'Egitto ed egli viene aiutato solo dal cugino Amedeo VI di Savoia [il Conte Verde]; 1369-71, si reca a Roma per abiurare pubblicamente [reggente è il figlio Andronico IV Paleologo], ma la sua conversione rimane un atto meramente individuale, per il rifuto del papa di convocare il concilio richiesto dalla chiesa greca; spostatosi a Venezia, conclude un trattato che impegna la città (dietro la cessione dell'isola di Tenedo) ad aiuti finanziari, che però non gli vengono concessi perché il figlio Andronico IV rifiuta di consegnare l'isola; 1371 tornato a Costantinopoli, preferisce farsi vassallo del sultano Murad I che nel frattempo, con la vittoria sui macedoni a Cernomen, sulla Marica, ha sottomesso i territori dei Balcani;
(? - ?) figlio di ; 1349 (dal 22 dic) - (al 20 mar) 1390, gran comneno di Trebisonda - autokrátor dei romani;
(1357 - 1382) figlio di Pietro I e di Leonora di Aragona († 1416); conte di Tripoli 1369-82, re di Cipro e d’Armenia; 1369-82, re di Gerusalemme (titolare);
(Chambéry 1334 - Castropignano, Campobasso 1383) figlio di Aimone [il Pacifico] e di Iolanda del Monferrato; 1343-83, conte di Savoia, Aosta e Maurienne; nel 1347, impossessatosi già di vari domini, genera la gelosia dei Visconti, dei marchesi del Monferrato e dei marchesi del Monferrato i quali impugnano le armi lasciandogli solo Chieri; segue la pace con i Visconti, con cui la casa Savoia stringe anche parentela, a danno dei marchesi di Saluzzo; nel 1348, malgrado l'umanità che ha sempre inteso introdurre nelle leggi, in occasione della pestilenza il popolo fa scempio degli ebrei; nel 1349 i Visconti si fanno mediatori della pace con i marchesi del Monferrato il che accresce le sue giurisdizioni nel Canavese; finisce qui infatti la discendenza dei Delfini di Vienna, sin dagli antichi tempi rivale della casa Savoia: erede è il primogenito del re di Francia; nel 1350, terminata la tutela, assume il governo proseguendo nella politica filofrancese dei suoi tutori; nel 1354 venuto alle armi con i francesi, vince la battaglia di Arbrette; nel 1355 (maggio), con il trattato di Parigi, conclude la pace con i francesi; cedendo alla Francia quanto possiede nel Delfinato al di là del Rodano e del Guier, diventa padrone della provincia di Fossignì e della signoria di Gex [il peso di un omaggio alla Francia cesserà nel 1588]; sposa Bona di Borbone e, appoggiandosi anche all'impero, riesce a stabilire il dominio sabaudo sui feudi poco fedeli del Vallese, di Ginevra e di Sion, e acquisisce il Vaud; in Italia cerca di impadronirsi della marca di Torino, feudo del ramo collaterale dei Savoia-Acaia; da Karel IV riceve il privilegio delle appellazioni con gran vantaggio dei suoi popoli che sono in tal modo esonerati dall'obbligo di rivolgersi alla Camera imperiale; nel 1356 cominciano i guai con i cugini principi di Acaia che dominano in Piemonte dipendenti dai conti di Savoia [vedi ingiustizia del 1285]; egli risolve il problema in maniera violenta, richiamando a sé il dominio del Piemonte, emanandovi nuove leggi, con qualche lagnanza da parte di Torino che si sente spogliata di alcuni diritti [poco tempo dopo il Piemonte sarà restituito ai cugini]; nel 1359 dichiara guerra al marchese Federico di Saluzzo che nega gli omaggi che già prestava ai principi di Acaia ora spogliati; oltre Chieri, il Fossignì, Gex e il Canavese, ottiene in parte per eredità e in parte acquistata la baronia di Vaud; anch'egli, come altri del suo tempo, fa uso di truppe mercenarie; nel 1360 (aprile) mentre si trova nel castello di Rivoli, gli si presentano davanti i soldati Guido e Jacopo Provenza nonché Jacopo di Luserna, Jacopo Piossasco dei signori di None e Jacopo Provana di Piossasco, i quali a nome di tutti i gentiluomini e banderesi del Piemonte gli chiedono di rinnovare a favore della nobiltà piemontese i privilegi e le immunità ricevute a suo tempo dai principi di Acaia; egli acconsente concedendo loro determinate franchigie; nel 1361 da Innocenzo VI riceve il patronato della celebre abbazia di San Michele della Chiusa, cosicché i monaci, privati di ogni giurisdizione, cessano di essere sovrani; nel 1362, nel Canavese, le due potenti famiglie ghibelline dei conti di San Martino e dei conti di Valperga, avvilite da molte sciagure, si affidano a lui che riesce a liberare la zona dalle compagnie inglesi di ventura; non sono certo contenti i marchesi del Monferrato; egli riceve da Charles IV l'investitura dei suoi stati ma rispetto ai domini originari della sua casa tale investitura deve intendersi di semplice protezione; nel 1363 il marchese Federico di Saluzzo, che non gli ha reso omaggio, si dichiara vassallo di Bernabò Visconti; nel 1364 la regina Giovanna gli cede la superiorità territoriale del contado di Ventimiglia; s'intromette nella successione in casa dei principi di Acaia di Filippo, figlio di Giacomo, favorendo le tresche della matrigna Margherita di Beaujeu; nel 1365 l'imperatore Charles IV, diretto ad Avignone, passa per Chambéry dove lo elegge vicario imperiale in Italia, carica già avuta a suo tempo da due Tommasi e da Lodovico d'Acaia perpetuata per sé e i suoi discendenti con ampie giurisdizioni sopra molti principati ecclesiastici e sull'università di Ginevra; nel 1366, raccolti molti denari per privilegio pontificio e con la vendita di preziose suppellettili, oltre le oblazioni dei peccatori che confidano nell'acquisto di beni spirituali promessi dal papa, alla guida di un drappello scelto di guerrieri si imbarca a Venezia per l'Oriente; presa Gallipoli per avere il passaggio dell'Ellesponto, giunge a Costantinopoli dove sente che l'imperatore bizantino recandosi ad abiurare come aveva promesso nelle mani di Ludovico re d'Ungheria, attraversando la Bulgaria era stato fatto prigioniero del re Stratimiro a Vidino; si impegna con la regina Elena di Cantacu zeno a liberarlo; nel 1367 libera Giovanni V Paleologo, prigioniero a Vidino, che può così ritornare a Costantinopoli, ma di più non può fare: i musulmani hanno già sede a Adrianopoli [Edirne dal 1365] e si stanno espandendo, e i greci, oppressi dai turchi, odiano i latini e persistono nello scisma; tornato a Venezia, si reca a Viterbo in visita al papa Urbano V (ha appena trasferito la sede pontificia da Avignone a Roma) tornando poi nei suoi domini; nel 1368 fa processare e uccidere Filippo d'Acaia assicurandosi la reggenza dello stato per il giovane Amedeo; fonda la confraternita d'armi che poi diventerà l' "ordine del collare dell'Annunziata"; si reca quindi a Costantinopoli per combattere contro i turchi in difesa del cugino Giovanni V Paleologo e, occupate alcune fortezze in Bulgaria, inizia le trattative per il riavvicinamento delle chiese orientale e occidentale;
(Windsor 1312 - Sheen, Richmond 1377) figlio di Edward II e di Isabella di Francia, sorella di Charles IV [il Bello]; 1327-77, re d'Inghilterra; Il Model Parliament, finora monocamerale, viene diviso in due camere: i cavalieri e i borghesi formano la Camera dei Comuni (House of Commons), mentre i rappresentanti di nobiltà e clero entrano a far parte della Camera dei Lord (House of Lords).] nel 1330 riesce ad assumere direttamente il potere dopo aver costretto all'esilio la madre e fatto giustiziare R. Mortimer; nel 1337, all'inizio della "guerra dei cent'anni" tra Francia e Inghilterra, si trasferisce nei Paesi Bassi dove viene proclamato re di Francia; presto gli alti costi della guerra lo inducono a prendere a prestito ingenti somme di denaro dai suoi banchieri fiorentini (Bardi e Peruzzi); nel 1345, a causa di un malcontento generale di cui si fa portavoce l'arcivescovo di Canterbury J. Stratford, deve cedere alle richieste dei sudditi e sospende le rimesse in danaro ai suoi creditori fiorentini, causando di conseguenza il fallimento dei Bardi e dei Peruzzi; nel 1347 fonda l'ordine della Giarrettiera; nel 1369 la guerra comincia ad essere disastrosa per gli inglesi attanagliati da una grave crisi economica che mina il prestigio del re; egli, in realtà ormai vecchio, si trova alle prese con i dissidi continui dei suoi due figli Giovanni di Gaunt ed Edward [il Principe Nero]; dopo la morte della moglie Filippa di Hainaut dipende pure dalla favorita Alice Perrers;
(Dunfermline 1324 - Edimburgo 1371) figlio di Robert I (Bruce) e della seconda moglie Elizabeth de Burgh; 1328, ancora bambino [secondo il trattato di Northampton] viene unito in matrimonio con Joanna, figlia del re inglese Edward II; 1329-32, 1341-46, 1357-71, re di Scozia; nel 1328 Edward III firma il trattato di Nothampton riconoscendolo come re della Scozia indipendente; nello stesso anno si riconcilia col papa; nel 1332, spodestato da Edward di Baliol, appoggiato da Edward III d'Inghilterra, è costretto a rifugiarsi in Francia dove viene accolto da Philippe VI [il Fortunato o il Pio] che gli offre come residenza Château Gaillard; nel 1341, aiutato dai suoi sostenitori in Scozia, riesce a rientrare in patria e a riprendere il governo del paese; nel 1357, in seguito all'accordo di Berwick, ottiene di tornare in Scozia mediante il pagamento di un forte riscatto ma non potendo la somma essere interamente raccolta, è costretto a subire la supremazia inglese, con ciò suscitando l'opposizione del parlamento scozzese; nel 1363 sposa (divorzierà nel 1370), Margaret Drummond († 1375); 1371 Febbraio muore.
Non essendoci discendenti da entrambi i matrimoni, la corona viene lasciata agli Stewart.
(Siviglia 1333 ca - Santo Domingo de la Calzada 1379) figlio naturale di Alfonso XI [il Giusto] e di Leonor di Guzmán; 1350-69, conte di Trastamara; alla morte del padre sale al trono di Castiglia e León il fratellastro Pedro I [il Crudele] a cui egli si oppone ben presto apertamente, avvalendosi in particolare delle risorse offertegli dalle sue terre nelle Asturie; nel 1356, affiancatosi a Juan Alfonso de Albuquerque ex favorito del fratellastro, tenta una rivolta ma il tentativo fallisce; la lotta tra i due prosegue nell'ambito della "guerra dei cent'anni" in corso tra Francia e Inghilterra; nel 1365 conquista quasi tutta la Castiglia, grazie all'appoggio dell'Aragona e anche delle grandes compagnies di mercenari, al comando di B. du Guesclin, inviate in suo aiuto dal re di Francia Carlo V; nel 1366 (marzo) , riesce ad occupare quasi tutta la Castiglia ed essere eletto sovrano a Calahorra; nel 1367, nella battaglia di Nájera contro Pedro I [il Crudele] a favore del quale si è schierata l'Inghilterra con il principe di Galles Edward [il Principe Nero], viene gravemente sconfitto ed è costretto a fuggire; 1369-79, re di Castiglia e di León; salito al trono deve affrontare il re di Aragona, divenuto suo nemico, il Portogallo e la Navarra;
1371 Pavia,
1371 nel 1362 gli scaligeri hanno siglato un patto d'alleanza antivisconteo con il cardinal legato Egidio Albornoz e con Estensi e Carraresi, ma si sono messi in contesa con i Gonzaga di Mantova.
(† Monza 6 ott 1393, prigioniero) figlio di Jacopo II e di Lieta Forzaté; - 1345, sposa Fina Buzzaccarini († 1378); 19 dic 1350 - 17 dic 1355, 7° signore di Padova; [assieme allo zio Jacopino) 17 dic 1355 - 29 giu 1388, 7° signore di Padova; [da solo]
(1338 - 1388) figlio di Obizzo III d'Este e di Lippa Ariosti; 1352-88, signore di Modena; 1361-88, signore di Ferrara e Rovigo; nel 1363 sposa Verde (Viridis) della Scala († 1395) 1376-77, signore di Faenza;
(1347 - luglio 1393) figlio di Obizzo III d'Este e di Lippa Ariosti; 1361/88-93, signore di Ferrara, Modena e Reggio; si annette nuove terre tra cui Lugo, Bagnacavallo e Cotignola; crea la cancelleria, la magistratura dei Dodici Savi;
(Napoli 1326 - Aversa 1382) figlia di Carlo d'Angiò duca di Calabria e di Margherita di Valois; sposata ancora bambina ad Andrea d'Ungheria, fratello di Luigi I il Grande; 1343-81, regina di Napoli; succeduta a soli 17 anni al nonno Roberto, ha escluso il marito dal governo; nel 1345 (settembre) il marito Andrea d'Ungheria, viene fatto assassinare ad Aversa, per iniziativa, sembra, di Luigi di Taranto dei reali di Napoli, innamorato della regina; avuta la notizia ella si reca subito a Napoli dove, ricevute le debite condoglianze dei nobili, dà ordine al conte Ugo Balzo di trovare e punire i mandanti e gli esecutori del delitto; individuati e processati, i colpevoli (due gentiluomini calabresi, Filippa Catanesi con il figlio e con la nipote) vengono messi a morte in carcere; ma le facili o corrotte guardie lasciano fuggire Carlo Artus e Bertrando suo figlio, Corrado di Catanzaro e Corrado Umfredo, gli strangolatori di Andrea, che trovano rifugio presso l'imperatrice di Costantinopoli; sui muri di tutta Napoli vengono affissi gli atti del Consiglio riunitosi subito dopo la fuga degli assassini ed in particolare quanto ha detto Giovanna stessa: «Io stessa mi recherei a fare incatenare quegli assassini, se il mio sesso e la mia dignità me 'l concedessero; ma scriverò all'imperatrice, e gli Artus e i Corradi morranno». Ciò nonostante viene sospettata d'intesa con gli assassini del marito [anche se i giureconsulti contemporanei Baldo e Angelo da Perugia la ritengono innocente] e viene quindi attaccata dal cognato Luigi I d'Ungheria; nel 1348, passata frattanto a nuove nozze con Luigi di Taranto, fatto Carlo duca di Durazzo, viceré di Napoli e consegnato a lui e agli altri reali il figlioletto affinché lo presentino al re d'Ungheria, fugge nel feudo di Provenza dove ottiene da papa Clemente VI la dispensa per la consanguineità nonché l'assoluzione dall'accusa di uxoricidio; un legato apostolico viene inviato in Ungheria per trattare la pace; subito dopo tuttavia, "venduta" la città di Avignone al papato per soli ottantamila fiorini d'oro di Firenze, torna con il marito a Napoli dove i sudditi, malmenati da Gilforte Lupo, si sono ribellati, e con l'aiuto di Niccolò Acciaiuoli, gran siniscalco del regno, tenta di ristablire l'autorità regia sul paese ancora corso dalle milizie ungheresi e dilaniato dai contrasti della grande feudalità; nel 1362, alla morte del secondo marito Luigi di Taranto, passa a nuove nozze con Giacomo III di Maiorca, dal quale tuttavia viene abbandonata poco dopo; nel 1365, dopo la morte di Acciaiuoli, gran siniscalco del regno, la situazione si aggrava;
(† 1377) figlio di Pietro II d'Aragona e di Elisabeth di Carinzia († 1349); 1355-77, re di Sicilia; inizialmente sotto la reggenza della sorella Eufemia;
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